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pregava in silenzio e Nicodemo sorrideva fiducioso. Dopo pochi minuti,<br />
il Maestro si svegliò e ci sorrise.<br />
Era un sorriso triste e misterioso. Un sorriso che sembrava venire<br />
da un mondo che non ci apparteneva. «Dove sei?» gli chiesi. «Nella<br />
luce – mi rispose – non riesco a spiegarmi...».<strong>Il</strong> vecchio si bloccò <strong>di</strong><br />
colpo quasi si trovasse davanti a una rivelazione. Accarezzò il viso del<br />
Maestro con delicatezza. Poi rimase immobile, quasi cercando nella<br />
memoria dove avesse già visto quei tratti così inquietanti.<br />
«Ma è Gesù, il figlio <strong>di</strong> Giuseppe e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>! – esclamò a un tratto<br />
con voce alta –. È un grande maestro degli esseni... il <strong>di</strong>scepolo preferito<br />
dal Battista...». Ci vollero molti minuti prima che il vecchio si<br />
riavesse dalla sorpresa. Fece un respiro profondo e gli chiese: «Dove<br />
sei stato in tutto questo tempo?». Ma Gesù non rispose. Si limitò a<br />
<strong>di</strong>re: «Sto bene, ma tutto quanto mi riguarda non sarà più come<br />
prima...». <strong>Il</strong> vecchio sorrise senza fare domande. Srotolò, quin<strong>di</strong>, la<br />
piccola pergamena che aveva portato con sé e recitò tre brevi preghiere.<br />
Giuseppe e Nicodemo restavano, preoccupati, un po’ in <strong>di</strong>sparte.<br />
Forse non riuscivano a spiegarsi l’improvviso miglioramento del Maestro<br />
e si chiedevano quanto fosse merito della presenza del vecchio.<br />
Era anche lui un maestro esseno? È una domanda alla quale non riuscimmo<br />
a dare una risposta. È innegabile, comunque, che, a partire<br />
dalla sua visita, le con<strong>di</strong>zioni del Maestro iniziarono a migliorare fino<br />
a raggiungere una guarigione quasi completa.<br />
Una frase del Maestro continuava, comunque, a crearmi ansia. Cosa<br />
voleva <strong>di</strong>re affermando che non sarebbe più stato lo stesso? Si riferiva<br />
anche a me? Voleva allontanarmi dalla sua vita? L’unica cosa che<br />
mi confortava e che, man mano che riprendeva le forze, ricambiava,<br />
con gioia, i miei atti d’amore mentre <strong>di</strong>mostrava un affetto sempre<br />
più profondo nei confronti <strong>di</strong> Giuseppe e <strong>di</strong> Nicodemo.<br />
<strong>Il</strong> suo carattere era, comunque, molto cambiato. Passava ore e ore<br />
rintanato nella semioscurità nella nostra stanza, vittima <strong>di</strong> una stanchezza<br />
generale che non riusciva a vincere. Un giorno mi confidò <strong>di</strong><br />
aver conosciuto, nei giorni che seguirono la crocefissione, una <strong>di</strong>mensione<br />
invisibile, misteriosa e tremenda che gli tornava sempre più in<br />
mente come un’ossessione che lo teneva prigioniero della propria an-<br />
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Capitolo XIV