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Il segreto di Maria Maddalena

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amarmi o per annientarmi. Io – concluse – non so se si tratta della<br />

grazia <strong>di</strong> Dio o della male<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Satana».<br />

Tacque per qualche istante. Quin<strong>di</strong>, si stese <strong>di</strong> nuovo accanto a me,<br />

mi abbracciò ancora (facendomi provare una gioia immensa) e si addormentò<br />

fra le mie braccia. Gli accarezzai a lungo il volto scavato dalla fatica<br />

e dalle privazioni e scoppiai a piangere <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> tenerezza.<br />

“È come se qualcuno mi inseguisse. Come se qualcuno volesse impadronirsi<br />

del mo spirito per amarmi e per annientarmi. Non so se si<br />

tratta della grazia <strong>di</strong> Dio o della male<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Satana”. Questa frase<br />

appena pronunciata da Gesù, mi preoccupava. Come dovevo immaginarmi<br />

queste due forze che si contendevano il suo spirito? Filippo,<br />

un giorno, ci aveva detto che alcuni sapienti geci non credevano in<br />

Dio e in Satana nei termini in cui ci credevamo noi. Sostenevano che,<br />

anziché un solo <strong>di</strong>o, ne esistessero due, magari uguali come gemelli,<br />

ma totalmente opposti sul piano morale e, quin<strong>di</strong>, in lotta eterna fra<br />

loro. Erano questi i due dei che lottavano per impadronirsi dello spirito<br />

del Maestro? Forse, solo in futuro, avrei avuto una risposta.<br />

Si avvicinava, intanto, la festività più cara al popolo d’Israele. <strong>Il</strong><br />

primo giorno degli azzimi. 36 I <strong>di</strong>scepoli si avvicinarono, quin<strong>di</strong>, a Gesù<br />

e gli chiesero: «Dove vuoi che prepariamo per festeggiare la Pasqua?».<br />

Gesù <strong>di</strong>ede le <strong>di</strong>sposizioni necessarie e, venuta la sera, si mise a mensa<br />

con i do<strong>di</strong>ci. In più, <strong>di</strong>spose che io sedessi al suo fianco provocando,<br />

così, la reazione gelosa da parte <strong>di</strong> molti, specie <strong>di</strong> Pietro, scontroso e<br />

taciturno. Io sedevo alla destra del Maestro. Alla sua sinistra c’era<br />

Giuda <strong>di</strong> Kerijot, l’uomo che, <strong>di</strong>etro incarico del Maestro, teneva i<br />

contatti con i sacerdoti del Tempio.<br />

Mentre tutti stavano mangiando, il Maestro spezzò il pane, lo bene<strong>di</strong>sse<br />

e lo <strong>di</strong>ede ai <strong>di</strong>scepoli. Quin<strong>di</strong>, prese il calice e, dopo aver reso<br />

grazie, lo <strong>di</strong>ede loro annunciando, con parole oscure, una nuova era<br />

che sarebbe iniziata grazie alla loro fede. I <strong>di</strong>scepoli si passarono il calice<br />

<strong>di</strong> vino, silenziosi, cercando <strong>di</strong> interpretare il messaggio che avevano<br />

appena ricevuto. Chiuso il cerchio, Simone lo zelota porse il<br />

calice anche a me. Lo ringraziai con un sorriso e vi intinsi le labbra.<br />

Quel vino sapeva <strong>di</strong> sangue. Un presentimento <strong>di</strong> morte, vago e confuso,<br />

tornò a dominare la mia anima tormentata e inquieta.<br />

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Capitolo XI

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