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Il segreto di Maria Maddalena

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<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

quei momenti mi apparve lontano, misterioso, votato a un destino<br />

che, forse, neanche lui conosceva. Questo suo destino c’entrava qualcosa<br />

con quel <strong>segreto</strong> che non avrei dovuto conoscere?<br />

Nei giorni successivi, i <strong>di</strong>scepoli si scambiarono fra loro le esperienze<br />

più significative in modo da poter affrontare con maggiore<br />

competenza le domande più insi<strong>di</strong>ose che provenivano soprattutto<br />

dai farisei che sembravano i più interessati a tenere sotto controllo il<br />

nostro piccolo gruppo.<br />

<strong>Il</strong> Maestro ascoltava, ma interveniva <strong>di</strong> rado nelle <strong>di</strong>scussioni (sempre<br />

in modo prudente) quasi fosse convinto che ognuno dovesse trovare<br />

da solo la verità traendola dalle proprie esperienze quoti<strong>di</strong>ane.<br />

L’argomento dei sacrifici, ai quali il Maestro era assolutamente contrario,<br />

si rivelò, alla fine, l’unico argomento che necessitava <strong>di</strong> un approfon<strong>di</strong>mento<br />

adeguato. Giuda Taddeo chiese che fosse il Maestro ad<br />

affrontare una materia così delicata. I <strong>di</strong>scepoli erano tutti d’accordo.<br />

E il Maestro accettò assumendo,da subito, un’espressione estremamente<br />

seria e preoccupata.<br />

«I riti sacrificali – iniziò Gesù – costituiscono il fondamento <strong>di</strong> ogni<br />

società primitiva. Noi non facciamo eccezione visto che il sacrificio si<br />

pone nel cuore della nostra religione. <strong>Il</strong> sacrificio – non <strong>di</strong>mentichiamolo<br />

– è iscritto chiaramente nel quadro dell’Alleanza». «Hai parlato<br />

– lo interruppe Giuda Taddeo – <strong>di</strong> società primitive, il che mi fa pensare<br />

a menti semplici e suggestionabili. Com’è nata in queste menti<br />

l’idea del sacrificio?». «L’idea – riprese lentamente Gesù – è che allora,<br />

come del resto adesso, gli uomini non riuscivano a giustificare i<br />

mali che li colpivano. Sto pensando, per esempio, alla povertà, alla<br />

malattia e alla morte prematura <strong>di</strong> una persona cara. Davanti a questi<br />

eventi,gli uomini primitivi pensavano che tutto fosse dovuto alla<br />

collera <strong>di</strong> un essere supremo che, in qualche modo, si riteneva gravemente<br />

offeso. Da qui, il sacrificio visto come autopunizione e, quin<strong>di</strong>,<br />

come riparazione e soprattutto come redenzione raggiunta attraverso<br />

il perdono <strong>di</strong>vino». «In sostanza – prese la parola Tommaso – mi sembra<br />

che il sacrificio abbia come scopo quello <strong>di</strong> ristabilire la comunicazione<br />

con Dio e <strong>di</strong> provocare la sua venuta, nella speranza della sua<br />

bene<strong>di</strong>zione». « Sì – gli fece eco Filippo – è quel fenomeno celeste che<br />

noi <strong>di</strong> cultura greca chiamiamo teofania». 28<br />

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