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Il segreto di Maria Maddalena

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<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

La notte che precedeva la parasceve segnò un momento veramente<br />

critico. <strong>Il</strong> sonno del Maestro era turbato da visioni <strong>di</strong> pipistrelli e da<br />

ectoplasmi 56 che emergevano da ogni angolo della stanza. Fu in quei<br />

momenti che decisi <strong>di</strong> violare la Legge 57 e <strong>di</strong> strappare il Maestro a un<br />

mondo che lo stava inghiottendo. D’accordo con Giuseppe e con Nicodemo,<br />

decisi <strong>di</strong> ricorrere alle cure <strong>di</strong> un vecchio saggio 58 che godeva<br />

la fama <strong>di</strong> liberare i malati dagli attacchi degli spiriti del male.<br />

M’incamminai, quin<strong>di</strong>, verso la sua abitazione, pronta a tutto,<br />

anche a morire, pur <strong>di</strong> salvare il Maestro dal suo destino. Mentre camminavo,<br />

mi facevo coraggio convincendomi del fatto che il vecchio<br />

saggio non avrebbe potuto chiudere la porta in faccia a chi trasgre<strong>di</strong>va<br />

la Legge nel nome <strong>di</strong> un grande amore. La notte era più buia che mai.<br />

<strong>Il</strong> silenzio era assoluto. Provai, fino in fondo, cosa significasse avere<br />

paura. Arrivai, comunque, a destinazione e bussai alla porta della casa<br />

dove abitava il vecchio.<br />

La porta si aprì, appena appena, e comparve il viso <strong>di</strong> un vecchio sospettoso.<br />

Dopo qualche secondo, il vecchio cambiò, comunque,<br />

espressione, mi sorrise e mi invitò a entrare. Notò, evidentemente, il<br />

mio viso spossato e, gentilissimo, mi fece sedere offrendomi una focaccia<br />

con uva passa e del vino chiaro e leggero. <strong>Il</strong> vino mi dette coraggio<br />

e gli raccontai tutto nei minimi particolari.<br />

Dopo avermi ascoltato con grande attenzione, si alzò, prese una<br />

piccola pergamena e: «An<strong>di</strong>amo» mi <strong>di</strong>sse. Capii che, da quel momento,<br />

si apriva un nuovo capitolo della mia vita, ricco <strong>di</strong> avvenimenti<br />

che potevano risultare sconvolgenti.<br />

<strong>Il</strong> vecchio camminava lentamente, quin<strong>di</strong>, ci mettemmo un bel po’<br />

ad arrivare alla casa <strong>di</strong> Giuseppe d’Arimatea. Entrammo quasi subito<br />

nella stanza in cui giaceva il Maestro. Accanto a lui, Giuseppe e Nicodemo<br />

che accolsero fraternamente il nuovo venuto. Luce ce n’era<br />

pochissima. Una torcia attaccata a una parete mandava un chiarore<br />

debole e tremolante. L’aria era soffocante tanto che il vecchio chiese<br />

che fosse aperta l’unica finestra e fu subito accontentato. Poco dopo<br />

iniziò, da parte del vecchio, una specie <strong>di</strong> riconoscimento del viso del<br />

Maestro. Si fece portare un panno <strong>di</strong> lino bianco con un vaso <strong>di</strong> vetro<br />

pieno d’acqua e deterse con cura il viso del Maestro, mentre Giuseppe<br />

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