Il segreto di Maria Maddalena

Mi apparve così come lo ricordavo. Era un uomo magro e di bassa statura.
Quando entrammo nella sua tenda, ci guardò con occhi ostili e
spaventati. «La pace sia con te – gli disse, sorridendo, il Maestro –. Posso
sedermi?». Saulo fissò il Maestro con odio e non rispose. Prese a stropicciarsi
con forza gli occhi, già molto infiammati. Poi, si prese il ventre
fra le mani e rotolò per terra pronunciando frasi sconnesse preda,
probabilmente, di allucinazioni terribili. Nell’aria, un disgustoso fetore
di vomito e di orina. Il Maestro sembrava non accorgersene.
Passata la crisi, Saulo rimase immobile, seduto per terra abbracciandosi
le ginocchia con le braccia. Ci fissava, uno ad uno, ma probabilmente
non riusciva a distinguerci. Non c’era tempo da perdere...
Il Maestro si sedette vicino a lui, gli passò una mano sulle spalle e lo
abbracciò. «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» gli chiese. Saulo non
rispose. Affondò, invece, tutto a un tratto, la testa sul petto del Maestro
e scoppiò a piangere. Avevano più o meno la stessa età, ma quell’abbraccio
era un abbraccio fra padre e figlio.
Restarono abbracciati per alcuni minuti, poi il Maestro ripeté la domanda
in termini, comunque, diversi; «Saulo, Saulo, perché mi hai
perseguitato?». «Le voci – gli rispose Saulo singhiozzando – mi parlavano
in continuazione. Ordinavano e ordinavano, non mi lasciavano
dormire... Erano sempre della stessa persona – aggiunse – una persona,
però, che non avevo mai visto». «Non sentirai più la sua voce – gli promise
il Maestro. Il rimorso e il pentimento ti hanno salvato da Satana.
Lavati e metti una veste bianca e pulita. Un grande lavoro ti attende».
Nella stanza calò un silenzio quasi irreale. Il vecchio che ci aveva guidato
alla tenda di Saulo e i soldati della scorta apparivano disorientati,
incapaci di interpretare quanto era accaduto davanti ai loro occhi. Io,
invece, ero sicura che Saulo avesse intuito che quel giovane che lo
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Capitolo XVI