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<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
cino a lui. La ragazza, però, preferì accovacciarsi ai suoi pie<strong>di</strong> come un<br />
animale domestico. La guardai con attenzione. Era magrissima, le<br />
spalle curve, i capelli corvini sciolti sulle spalle, gli occhi nerissimi e<br />
pieni <strong>di</strong> lacrime. Mi faceva compassione, ma ne avevo paura. Temevo<br />
che il Maestro, nella sua sconfinata generosità, volesse portarla con<br />
noi per salvare il suo corpo e la sua anima.<br />
Quello che temevo avvenne. Da quel momento cominciai a viaggiare<br />
in un mondo noto soltanto a me stessa. Gesù aveva nei confronti<br />
<strong>di</strong> quella ragazza delle attenzioni particolari mentre io nutrivo verso<br />
<strong>di</strong> lei sentimenti ostili. Avevo paura che la preferisse a me e che mi<br />
trascurasse. Non ragionavo più. Mi sentivo brutta e vedevo tra<strong>di</strong>menti<br />
ovunque. Mi ero sempre considerata la sua donna, ma ora il mondo<br />
che avevo immaginato stava per crollarmi addosso. Tutto questo centrava<br />
qualcosa con la profezia <strong>di</strong> quel vecchio indovino? Centrava<br />
qualcosa con quel <strong>segreto</strong> che non avrei dovuto conoscere?<br />
Le mie notti procedevano agitate, insonni, piene <strong>di</strong> brutti pensieri.<br />
Ma, proprio quando stavo per crollare, il Maestro venne finalmente<br />
a salvarmi. Si stese vicino a me, mi accarezzò il viso e mi abbracciò,<br />
cullandomi come una bambina. Quin<strong>di</strong>, volle sfiorarmi delicatamente<br />
la fronte e le tempie. Tutto questo fino a scacciare quei pensieri orribili<br />
che mi avevano tormentato per troppo tempo.<br />
Vicino a noi, Simone lo zelota dormiva respirando profondamente.<br />
La ragazza si agitava in preda a brutti sogni. Mi fece compassione e la<br />
accarezzai fino a quando mi apparve serena. Di lei sapevamo poco o<br />
niente. Ci aveva detto <strong>di</strong> chiamarsi Sara. Di provenire da una famiglia<br />
poverissima e <strong>di</strong> essere sopravvissuta vendendo, per pochi sol<strong>di</strong>, il suo<br />
gracilissimo corpo. <strong>Il</strong> Maestro mi aveva raccomandato <strong>di</strong> non farle<br />
mancare quanto le era necessario per rimettersi in forze.<br />
Guardai a lungo il Maestro. Qualcosa in lui mi sfuggiva. Intuivo, comunque,<br />
che non sarebbe mai stato mio. Era un uomo <strong>di</strong> tutti e per<br />
tutti. Dovevo rassegnarmi e respingere gli inevitabili attacchi <strong>di</strong> gelosia.<br />
Con questi pensieri, cercai conforto nel calore del suo corpo e<br />
scivolai lentamente nell’effimero mondo dei sogni. Tutto attorno solo<br />
il silenzio assoluto, tipico del deserto.<br />
L’indomani lasciai per qualche ora i miei tre compagni <strong>di</strong> viaggio e<br />
tornai verso Nazaret per comprare delle provviste e per chiedere no-<br />
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