You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
ansiosi <strong>di</strong> riprendere il loro cammino. Un vecchio ci sorrise e ci offrì<br />
dei datteri, dei fichi e dei melograni. Era il suo modo <strong>di</strong> darci il benvenuto.<br />
Lo ringraziammo e gli chiedemmo se fossimo stati preceduti<br />
da un gruppo <strong>di</strong> uomini provenienti da Gerusalemme. <strong>Il</strong> vecchio ci<br />
<strong>di</strong>sse <strong>di</strong> no: Saulo non era ancora accampato nella “nostra” oasi.<br />
Ci stavamo guardando attorno alla ricerca <strong>di</strong> una zona riparata per<br />
passarci la notte quando notammo un fanciullo che si passava lentamente<br />
le mani sulla faccia stropicciandosi gli occhi. «È quasi cieco –<br />
<strong>di</strong>sse il vecchio – a volte non riconosce neanche me». <strong>Il</strong> Maestro, allora,<br />
gli accarezzò il viso con dolcezza, gli mise un po’ della sua saliva<br />
sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Ve<strong>di</strong> qualcosa?». <strong>Il</strong> fanciullo<br />
alzò gli occhi e dette una risposta vaga. <strong>Il</strong> Maestro gli impose ancora<br />
le mani e gli alitò sugli occhi. Dopo qualche minuto, il fanciullo<br />
vide con chiarezza sia quanto gli era vicino sia quanto gli era lontano.<br />
<strong>Il</strong> vecchio rimase immobile a fissare il Maestro con stupore e ammirazione.<br />
Poi, prese il fanciullo per mano e lo portò, mentre piangeva<br />
<strong>di</strong> gioia, dai suoi genitori.<br />
Quella sera, <strong>di</strong>videmmo con tutta la famiglia del vecchio un pasto frugale<br />
allietato dalla presenza <strong>di</strong> molti bambini. <strong>Il</strong> fanciullo guarito dalla<br />
cecità continuava a fissare il Maestro non sapendo come <strong>di</strong>mostrargli<br />
tutta la sua gratitu<strong>di</strong>ne. <strong>Il</strong> vecchio non riusciva a rimettersi ancora dallo<br />
stupore... Forse si aspettava delle spiegazioni, ma non ebbe il coraggio <strong>di</strong><br />
fare domande. <strong>Il</strong> Maestro sembrava lontanissimo e impenetrabile.<br />
Quella notte (che passammo all’aperto) attesi che il Maestro si addormentasse<br />
e, poi, mi rannicchiai accanto a lui, desiderosa <strong>di</strong> affetto<br />
e <strong>di</strong> amore anche nel senso fisico della parola. Ci vollero <strong>di</strong>versi minuti<br />
prima che il Maestro si risvegliasse e si accorgesse <strong>di</strong> me. Furono<br />
momenti in<strong>di</strong>menticabili. Un raggio <strong>di</strong> luna gli illuminò il viso. Accarezzai<br />
la sua pelle dura e ruvida che contrastava con i suoi tratti<br />
dolci e gentili. Baciai a lungo le sue labbra arse <strong>di</strong> sete finché non sentii<br />
che un fremito <strong>di</strong> desiderio attraversava il suo corpo. «Ti voglio<br />
bene – mi <strong>di</strong>sse – non temere. Avrò sempre cura <strong>di</strong> te». Quin<strong>di</strong>, si <strong>di</strong>stese<br />
con delicatezza sopra <strong>di</strong> me. Mentalmente ringraziai Dio per il<br />
dono <strong>di</strong> un grande amore così puro e innocente.<br />
Restammo abbracciati a lungo. A tratti, guardavamo il cielo, fianco<br />
a fianco, quasi volessimo conoscere il nostro destino. «Voglio un figlio<br />
125<br />
Capitolo XV