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<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
che le parole <strong>di</strong> Giuseppe avevano provocato fra i <strong>di</strong>scepoli. La sua<br />
reazione fu imme<strong>di</strong>ata. «Un uomo che si comporta come Saulo – <strong>di</strong>sse<br />
– è un uomo che ha tanto bisogno d’amore. Non abbiate paura. Mi<br />
prenderò cura anche <strong>di</strong> lui. <strong>Il</strong> mio non è il tempo dell’o<strong>di</strong>o». Pietro<br />
annuì gravemente.<br />
«Non solo d’amore – intervenne Nicodemo – Saulo ha bisogno<br />
anche <strong>di</strong> un buon me<strong>di</strong>co. So per certo che soffre <strong>di</strong> mal <strong>di</strong> testa fortissimi,<br />
<strong>di</strong> vertigini e <strong>di</strong> stor<strong>di</strong>menti. Qualche volta, l’hanno visto cadere<br />
a terra come se i muscoli non lo sorreggessero più. Spesso è triste<br />
ed è perseguitato da brutti sogni...». A questo punto, Nicodemo si<br />
fermò come se provasse imbarazzo nel proseguire. Poi, cercò <strong>di</strong> assumere<br />
un atteggiamento più <strong>di</strong>staccato che mai e: «Si <strong>di</strong>ce anche che<br />
una malformazione sessuale lo condanni alla solitu<strong>di</strong>ne. Ma, secondo<br />
me, sono solo chiacchiere da comari» minimizzò con estremo tatto.<br />
Qualche giorno dopo, Giuseppe d’Arimatea ci confermò che Saulo<br />
entrava (accompagnato da alcuni soldati) nelle case dei nostri confratelli<br />
e che li faceva mettere in prigione, in<strong>di</strong>pendentemente dal fatto<br />
che fossero uomini o donne. Ci riferì anche che Saulo si era presentato<br />
al sommo sacerdote che gli aveva rilasciato alcune lettere (per le<br />
sinagoghe <strong>di</strong> Damasco) che lo autorizzavano a condurre in catene, a<br />
Gerusalemme, tutti i seguaci della dottrina del nostro Maestro.<br />
Saulo stava, quin<strong>di</strong>, per partire.<br />
La sosta, probabilmente, era prevista alla prima oasi della strada<br />
che da Gerusalemme portava in Siria. Ricordo che colsi un lampo<br />
negli occhi del Maestro. «Domani all’alba partiremo per quell’oasi –<br />
<strong>di</strong>sse rivolgendosi <strong>di</strong>rettamente a me – voglio precederlo. Quell’uomo<br />
ha bisogno <strong>di</strong> me». Inquadrai mentalmente la situazione e iniziai,<br />
quasi subito, a organizzare il nostro viaggio. <strong>Il</strong> sole era ancora alto in<br />
un cielo tersissimo. Giuseppe si alzò e se ne andò, assieme a Nicodemo,<br />
scuotendo la testa. Se fosse tornato in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> pochi minuti<br />
non avrebbe informato il Maestro del viaggio <strong>di</strong> Saulo...<br />
All’alba dell’indomani, ci <strong>di</strong>rigemmo verso l’oasi che raggiungemmo,<br />
stanchi e affamati, prima del tramonto. Si trattava <strong>di</strong> un’oasi<br />
piccola, ma abbastanza ricca d’acqua e <strong>di</strong> palme da datteri. C’era veramente<br />
<strong>di</strong> tutto: gruppi stanziali con molti bambini, noma<strong>di</strong> <strong>di</strong> passaggio<br />
alla ricerca <strong>di</strong> pascoli per le greggi, piccole carovane <strong>di</strong> nabatei 62<br />
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