E. Bencivenga, La filosofia in quarantadue favole - SEPHIROT
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Gli uom<strong>in</strong>i e le parole<br />
Un giorno gli uom<strong>in</strong>i si svegliarono con un diavolo per capello e non vollero dire<br />
più niente. Non che non parlassero, <strong>in</strong>tendiamoci: chiacchieravano come e più di<br />
prima, alzavano di tanto <strong>in</strong> tanto la voce e di tanto <strong>in</strong> tanto la facevano scivolare <strong>in</strong> un<br />
sussurro. Le parole cont<strong>in</strong>uavano ad articolarle correttamente, secondo la l<strong>in</strong>gua che<br />
gli era stata <strong>in</strong>segnata, e a comb<strong>in</strong>arle <strong>in</strong> frasi e periodi cui la grammatica non<br />
avrebbe avuto nulla da obiettare. É solo che con quelle parole, con quelle frasi e con<br />
quei periodi non volevano dire più niente.<br />
Pensate a quando vi fa prurito una gamba, o la schiena. Vi grattate, ma non è che<br />
grattandovi vogliate dire che avete prurito. Vi grattate e basta, perchè avete prurito. E<br />
magari qualcuno capisce che avete prurito, ma non perchè glielo volete dire. Vi vede<br />
grattarvi e ragionando per conto suo ne scopre il motivo. Ecco, con gli uom<strong>in</strong>i e le<br />
parole era successa la stessa cosa. Uno aveva freddo e diceva «Ho freddo», ma non<br />
voleva dire che aveva freddo. Lo diceva e basta, perchè aveva freddo. E magari c’era<br />
qualcuno davanti e capiva che lui aveva freddo, ma non perchè lui glielo volesse dire.<br />
Oppure uno odiava un altro, o lo amava, e diceva «Ti odio» o «Ti amo», ma non per<br />
dire qualcosa all’altro, anzi non per dire alcunchè: lo diceva nel modo <strong>in</strong> cui ci si<br />
gratta, o si battono i denti, o si piange, o si ride. Lo diceva automaticamente. E l’altro<br />
spesso capiva, così come si capiscono le lacrime e il riso. Insomma nessuno voleva<br />
dire più niente ma ci si <strong>in</strong>tendeva più o meno come prima.<br />
Un giorno le cose com<strong>in</strong>ciarono ad andare così. E poi forse cambiarono. O forse<br />
no.