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E. Bencivenga, La filosofia in quarantadue favole - SEPHIROT

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<strong>La</strong> bimba che si è persa<br />

<strong>La</strong> bimba Mar<strong>in</strong>a si è persa. Un istante prima era ancora lì; si guardava <strong>in</strong>torno<br />

serena e fiduciosa; gli occhi le brillavano mentre ascoltava le chiacchiere dei grandi,<br />

quei lunghi discorsi che parlavano sempre di lei, di quanto era bella e buona e<br />

mangiava tutta la merenda. Poi successe qualcosa, nessuno ha mai capito che cosa.<br />

Forse i pianeti si all<strong>in</strong>earono davanti al sole e sulla sua fronte cadde un’ombra fredda<br />

e buia; forse la voce di uno dei grandi si spezzò e ne usci una nota falsa, sforzata,<br />

<strong>in</strong>s<strong>in</strong>cera; forse gli occhi della bimba <strong>in</strong>contrarono altri occhi che si ritrassero<br />

imbarazzati. Lei comunque scomparve. Al suo posto ora c’é un’altra che le somiglia,<br />

ma si tratta di una copia, che può <strong>in</strong>gannare solo chi non la conosceva: gli occhi non<br />

le brillano, non mostrano alcuna fiducia. Quest’altra Mar<strong>in</strong>a sa guardare tutti senza<br />

imbarazzo, sa preparare loro la merenda, sa vivere all’ombra e al freddo; ma è come<br />

se aspettasse sempre la sera, come se niente la riguardasse, come se ci fossero solo<br />

delle cose da fare, delle cose che vanno fatte, e nessun altro le farebbe, e occorre<br />

sbrigarsi a farle, per poter f<strong>in</strong>almente andare a dormire.<br />

Da allora <strong>in</strong> molti hanno avuto l’impressione di vedere ancora la bimba Mar<strong>in</strong>a. Ci<br />

sono giornate <strong>in</strong> cui l’aria è tiepida e profumata; ci sono momenti <strong>in</strong> cui qualcuno si<br />

lascia andare, dimentica la sua paura e racconta una storia dolce, per il puro piacere di<br />

farlo; ci sono suoni melodiosi che talvolta emergono dai solchi di un disco, parole<br />

piene di sentimento che si formano su una pag<strong>in</strong>a; e molti hanno detto che quando<br />

capita una di queste fortunate circostanze, per un attimo, la bimba Mar<strong>in</strong>a torna al suo<br />

posto e gli occhi le brillano ancora e vuole ancora essere lei a mangiare la merenda,<br />

vuole anzi che qualcuno gliela prepari, che le imburri il pane e glielo porga, con un<br />

gesto gentile.<br />

Ma si tratta di un attimo, appunto; basta un lieve tremito nella mano che si tende<br />

verso di lei, un’impercettibile esitazione nella voce di chi racconta la storia, uno<br />

zefiro appena più pronunciato, un piccolo barlume d’<strong>in</strong>verno, e la bimba scompare.<br />

<strong>La</strong> dove si è persa non c’é niente e nessuno, ma anche niente e nessuno che faccia<br />

male.

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