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3.1. C. BORSARELLI, La Fortezza Medicea di Grosseto - BibAr

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Montalcino, entrò al servizio dei<br />

Me<strong>di</strong>ci nel settembre del 1559 32 .<br />

Rispetto al figlio Matino ed al<br />

Genga, il <strong>La</strong>nci era stato<br />

maggiormente tenuto in<br />

considerazione dal duca; del resto a<br />

ragione se si pensa ai vari rami<br />

dell'architettura nei quali aveva<br />

lavorato (civile, militare,<br />

religiosa) 33 ; e dal duca stesso aveva<br />

avuto <strong>di</strong> questa considerazione<br />

prove materiali nel dono <strong>di</strong> una<br />

casa 34 e <strong>di</strong> un mulino a Ponte<br />

d'Arbia 35 . Le entrate <strong>di</strong> cui<br />

<strong>di</strong>sponeva, grazie ai molteplici<br />

servizi prestatigli permettevano,<br />

pure l’acquisto <strong>di</strong> terreni nel<br />

Mugello, nella Maremma<br />

grossetana e senese 36 .<br />

Dai numerosi documenti (per lo<br />

più del <strong>La</strong>nci) relativi alla<br />

costruzione della fortezza <strong>di</strong><br />

<strong>Grosseto</strong>, appaiono evidenti le<br />

<strong>di</strong>fficoltà incontrate per<br />

l’esecuzione dei lavori. Nell’estate,<br />

infatti, i1 clima mici<strong>di</strong>ale<br />

costringeva solitamente a lunghe<br />

interruzioni che, iniziando a<br />

giugno, sì protraevano fino<br />

all'ottobre 37 ; nell'inverno, quando si<br />

sarebbe potuto lavorare per la<br />

32 A questo riguardo, infatti si hanno lettere (<strong>di</strong>cembre<br />

1559- gennaio 1560) <strong>di</strong> Francesco dei Me<strong>di</strong>ci e Lelio<br />

Torelli riguardo al pagamento del servizio prestato dal<br />

<strong>La</strong>nci al duca per la durata <strong>di</strong> quattro mesi. Cfr. A.S.F.,<br />

Capitani <strong>di</strong> Parte, f. 708, c. 223, Francesco dei Me<strong>di</strong>ci<br />

a Cosimo, Firenze, 11 gennaio 1560; Id., c. 224, Lelio<br />

Torelli a Cosimo, 29 <strong>di</strong>cembre 1559.<br />

33 Infatti al <strong>La</strong>nci si deve pure il <strong>di</strong>segno della Chiesa<br />

della Madonna della Rosa in Chianciano. Cfr. E.<br />

Repetti, I, p. 689.<br />

34 A.S.F., Me<strong>di</strong>ceo, f. 510, c. 452, Belisario Vinta a<br />

Cosimo, Firenze, 10 ottobre 1563.<br />

35 A.S.F., Me<strong>di</strong>ceo, f. 774, c. 407, Cornelio <strong>La</strong>nci a<br />

Francesco, Siena, 24 giugno 1585.<br />

36 A.S.F., Me<strong>di</strong>ceo, f. 568, c. 263, Marino <strong>La</strong>nci a<br />

Francesco, Firenze, 16 <strong>di</strong>cembre 1571.<br />

37 A.S.F., Me<strong>di</strong>ceo, f. 515, c. 454, Baldassarre <strong>La</strong>nci a<br />

Francesco, <strong>Grosseto</strong>, 28 aprile 1565.<br />

maggiore salubrità del clima, si era<br />

costretti ad interrompere i lavori a<br />

causa del cattivo tempo.<br />

Il sistema usato per reperire la<br />

manodopera necessaria<br />

all'esecuzione <strong>di</strong> tali lavori era<br />

quello delle "comandate", cioè<br />

l'obbligo dei conta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> prestare<br />

servizio ogni volta che le autorità lo<br />

or<strong>di</strong>nassero. I conta<strong>di</strong>ni erano<br />

iscritti in un elenco nel loro<br />

comune, compilato dagli stessi<br />

rettori del luogo; da esso, ogni<br />

qualvolta le necessità lo esigevano,<br />

erano ricavate liste <strong>di</strong> uomini atti<br />

al lavoro il cui numero variava a<br />

seconda del bisogno richiesto<br />

dall'ingegnere che a sua volta non<br />

poteva or<strong>di</strong>nare la comandata<br />

senza un’apposita patente<br />

rilasciatagli dal Magistrato dei<br />

Capitani <strong>di</strong> Parte. Se il sistema delle<br />

"comandate", praticato da Cosimo,<br />

rappresentava in genere un onere,<br />

al quale, se potevano, i conta<strong>di</strong>ni<br />

sfuggivano volentieri, si può ben<br />

comprendere come nella Maremma<br />

si cercasse <strong>di</strong> non andare affatto,<br />

oppure, molto spesso, si<br />

abbandonasse il lavoro.<br />

È lo stesso <strong>La</strong>nci che si lamenta<br />

della <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza dei "<br />

comandati ", in modo particolare dì<br />

quelli provenienti da Colle Val<br />

d'Elsa 38 e che sostiene la necessità,<br />

per limitare questi inconvenienti, <strong>di</strong><br />

intervenire con sistemi punitivi più<br />

o meno duri a seconda della gravità<br />

della <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza. L'assenteismo<br />

che si riscontrava, regolarmente ad<br />

38 I comandati per <strong>Grosseto</strong> erano reperiti in genere a<br />

San Gimignano, Volterra, Pomarance e Colle, luoghi<br />

ritenuti più como<strong>di</strong> per la Maremma. Fuggivano dal<br />

lavoro in numero <strong>di</strong> venticinque o trenta per volta.<br />

A.S.F., Me<strong>di</strong>ceo, f. 519, c. 670, Baldassarre <strong>La</strong>nci a<br />

Francesco, Firenze, 12 marzo 1567.

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