3.1. C. BORSARELLI, La Fortezza Medicea di Grosseto - BibAr
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con le sue immense <strong>di</strong>stese <strong>di</strong><br />
palu<strong>di</strong> e macchie selvatiche doveva<br />
essere un quadro <strong>di</strong> tristezza e<br />
desolazione.<br />
Tuttavia fra questi nuovi<br />
comandati, se così possiamo<br />
chiamarli, si riscontravano le solite<br />
inadempienza dei conta<strong>di</strong>ni. Molti,<br />
infatti, riuscivano a fuggire 43 , altri si<br />
ammalavano o fingevano <strong>di</strong><br />
ammalarsi pur <strong>di</strong> non<br />
lavorare: tutti in genere<br />
<strong>di</strong>mostravano <strong>di</strong> aver più "chiaro <strong>di</strong><br />
stare in prigione” piuttosto che<br />
servire i granduchi al<br />
completamento della fortificazione<br />
<strong>di</strong> <strong>Grosseto</strong> 44 . I documenti relativi a<br />
quest'ultima attestano pure<br />
l'impiego <strong>di</strong> buonavoglie (cioè<br />
operai volontari) per la<br />
prosecuzione dei lavori e <strong>di</strong> pastori<br />
pistoiesi che spontaneamente<br />
andavano al servizio dei Me<strong>di</strong>ci<br />
nella Maremma "per havere" qui<br />
"commo<strong>di</strong>tà del pasco” 45 . Numerosi<br />
erano pure i “lombar<strong>di</strong>” 46<br />
(soprattutto nella stagione<br />
invernale) il cui afflusso nel<br />
granducato se non altro era riflesso<br />
della maggiore miseria che<br />
imperversava nelle regioni <strong>di</strong> loro<br />
provenienza.<br />
<strong>La</strong> popolazione della Maremma era<br />
così costituita dagli in<strong>di</strong>geni o<br />
abitanti stanzianti, dagli operai o<br />
pastori forestieri i quali si<br />
trasferivano nella regione<br />
perio<strong>di</strong>camente ed infine dai coloni<br />
trapiantati (o meglio che si era<br />
43 A.S.F., Me<strong>di</strong>ceo, f. 589, c. 132, Marino <strong>La</strong>nci a<br />
Francesco, <strong>Grosseto</strong>, 2 giugno 1573. In questo mese<br />
erano fuggiti ben quarantanove lavoranti.<br />
44 A.S.F., Me<strong>di</strong>ceo, f. 588, c. 287, lett. cit.<br />
45 A.S.F., Me<strong>di</strong>ceo, f. 572, c. 7, Marino <strong>La</strong>nci a<br />
Francesco, Siena, 8 marzo 1572.<br />
46 Con questo termine si era soliti in<strong>di</strong>care<br />
genericamente gli abitanti <strong>di</strong> oltre Appennino.<br />
cercato <strong>di</strong> trapiantare) in Maremma<br />
fin dal 1560.<br />
Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> questi<br />
lavoranti, data l'insalubrità del<br />
clima per gran parte dell'anno,<br />
dovevano essere già <strong>di</strong> per sé<br />
pessime. Si aggiunga la loro cronica<br />
sottoalimentazione, l'acqua poco<br />
potabile, le abitazioni certamente<br />
privi dei più elementari requisiti<br />
igienici, la scarsità <strong>di</strong> assistenza<br />
me<strong>di</strong>ca 47 , le misere retribuzioni.<br />
Spesso inoltre gli operai che erano<br />
impiegati alla fortezza <strong>di</strong> <strong>Grosseto</strong><br />
non sempre erano esperti dei lavori<br />
da compiersi e non animati da<br />
interesse rendevano poco e<br />
mostravano noncuranza e<br />
<strong>di</strong>sprezzo per tutto ciò che li<br />
circondava 48 . Da non <strong>di</strong>menticare<br />
infine le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> pericolo nelle<br />
quali erano costretti a lavorare a<br />
causa dei corsari che <strong>di</strong> frequente<br />
infestavano la costa vicina.<br />
Se l'insieme dei comandaati che<br />
venivano a lavorare alla fortezza<br />
<strong>Grosseto</strong> rappresentava nel suo<br />
complesso la classe degli sfruttati,<br />
insomma dei veri proletari, tuttavia<br />
anche fra essi compariva, se pure<br />
nel suo piccolo, quel regime <strong>di</strong><br />
privilegi che Cosimo sembrava<br />
aver posto come base al suo<br />
assolutismo.<br />
A cominciare dall'ingegnere, il<br />
capitano, il potestà del luogo, fino<br />
al morraiuolo, scalpellino,<br />
picconiere e spianatore 49 , tutti in<br />
47 A.S.F., Me<strong>di</strong>ceo, f. 487, c. 206, Baldassarre <strong>La</strong>nci a<br />
Cosimo, <strong>Grosseto</strong>, 14 marzo 1563.<br />
48 A.S.F., Me<strong>di</strong>ceo, f. 588, c. 196, Baldassarre <strong>La</strong>nci a<br />
Francesco, <strong>Grosseto</strong>, 12 maggio 1573 e c. 287, lett. cit.<br />
49 I “marraioli” erano una specie <strong>di</strong> guastatori atti a<br />
scavare, come quest'ultimi, trincee o a spianare le<br />
strade. Talvolta erano pure addetti a fare calcina; gli<br />
“scarpellini”, così chiamati dallo strumento che erano<br />
soliti adoperare (lo scalpello) lavoravano le pietre; i