2 - Eppi
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prevede un importante<br />
contributo a carico del<br />
datore di lavoro e a favore<br />
della pensione del lavoratore.<br />
Un perito industriale<br />
dovrebbe passare<br />
dal 10 al 14% del<br />
reddito mettendo di più<br />
di tasca propria, ma poi<br />
dovrebbe poter utilizzare anche<br />
il contributo a carico del<br />
cliente, cioè il datore di lavoro:<br />
il “contributo integrativo”.<br />
In che modo?<br />
Bisognerebbe portarlo al<br />
4% e poi si potrebbero pensare<br />
due soluzioni: integrare<br />
in modo diretto i conti<br />
correnti previdenziali di<br />
ogni iscritto (i “montanti individuali”)<br />
oppure attivare<br />
una pensione di base, magari<br />
basata su un sistema a<br />
ripartizione. È un’ipotesi<br />
tecnica percorribile.<br />
Da quando è possibile?<br />
I professionisti possono già<br />
da subito risparmiare di<br />
più, utilizzando le aliquote a<br />
scelta, al momento di versare<br />
il saldo contributivo. Si<br />
può scegliere uno scalino<br />
dal 12 al 18% del reddito,<br />
considerando che un anno<br />
si può scegliere una aliquota<br />
più alta e un altro anno<br />
una più bassa, per attivare<br />
un risparmio medio del<br />
14%. L’intervento sul contributo<br />
integrativo è invece<br />
complicato da alcuni vincoli<br />
legislativi.<br />
Superabili?<br />
Io sono un tecnico e non<br />
entro nella questione. So<br />
che il Ministero del Welfare<br />
Una pensione decente si ottiene<br />
risparmiando ogni anno non meno<br />
del 18% rispetto al reddito.<br />
“<br />
”<br />
dal settembre 2009 ha aperto<br />
un capitolo per riformare<br />
la questione “contributo integrativo”<br />
ma ancora nulla<br />
di fatto concretamente. Vorrei<br />
però aggiungere una cosa<br />
rispetto al risparmio<br />
maggiore a carico del professionista.<br />
Prego.<br />
Il risparmio previdenziale è<br />
detraibile dalle tasse interamente.<br />
Versare il 14% del<br />
reddito al proprio ente di<br />
previdenza significa versare<br />
grosso modo il 10% effettivo<br />
perché il resto si recupera<br />
pagando meno tasse allo<br />
Stato.<br />
Torniamo a sviluppare<br />
l’ipotesi di utilizzo del<br />
contributo integrativo.<br />
Sì. È l’idea della pensione di<br />
base, sostenuta anche da<br />
Giuliano Cazzola e Tiziano<br />
Treu per il sistema pubblico<br />
(vedi intervista a pagina<br />
22). Ogni perito industriale<br />
godrebbe di un piedistallo,<br />
uguale per tutti, finanziato<br />
con la “solidarietà” del contributo<br />
integrativo.<br />
In che modo?<br />
Bisognerebbe, rispetto alla<br />
situazione <strong>Eppi</strong>, elaborare<br />
una proiezione del rapporto<br />
tra retribuzione e fatturato<br />
annui medi al fine di deter-<br />
minare il gettito contributivo<br />
nel tempo. Quindi quantificare<br />
la percentuale del<br />
contributo integrativo che<br />
la Cassa potrebbe dare sotto<br />
forma di pensione, tolte<br />
ovviamente le spese di gestione<br />
dell’Ente e una quota<br />
a riserva.<br />
Per semplificare: ogni pensionato<br />
godrebbe di un<br />
surplus dato dal contributo<br />
integrativo versato dai<br />
contribuenti attivi. Giusto?<br />
Esattamente. E se il rapporto<br />
tra pensionati e contribuenti<br />
fosse costantemente<br />
di 1 a 2, ogni pensionato godrebbe<br />
di una pensione di<br />
base pari a due contributi<br />
integrativi, cioè ad un 4-6%<br />
in più rispetto al reddito<br />
medio come “solidarietà”.<br />
Ecco che, sommando questo<br />
piedistallo al risparmio<br />
del singolo al 14%, arriviamo<br />
a quel limite di salvaguardia<br />
del 18%.<br />
Efficacia tecnica garantita?<br />
Bisogna chiarire che questo<br />
sistema è premiante se nella<br />
popolazione <strong>Eppi</strong> gli attivi<br />
rimangono perlomeno il<br />
doppio dei pensionati. In<br />
caso contrario il gioco non<br />
vale la candela: fare una riforma<br />
per 100 euro in più è<br />
EPPINFORMA - L’INTERVISTA 5