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Università di Pisa<br />

Dipartimento di Oncologia, dei Trapianti e delle<br />

Nuove Tecnologie in Medicina<br />

Divisione di <strong>Paleopatologia</strong>,<br />

Storia del<strong>la</strong> Medicina e Bioetica<br />

Gino Fornaciari<br />

L’osteoporosi è un problema antico.<br />

Presenza del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia nel<strong>la</strong> famiglia dei Medici:<br />

risultati del<strong>la</strong> recente riesumazione a Firenze<br />

L’OSTEOPOROSI E LE SUE COMPLICANZE<br />

Lucca, 27 marzo 2010<br />

Associazione culturale LA FARFALLA<br />

Centro Medico Martini<br />

Laboratorio Analisi LAMM


Giovanni delle<br />

Bande Nere<br />

(1498-1526)<br />

Eleonora di Toledo<br />

(1522-1562)<br />

IL “PROGETTO MEDICI”<br />

Nel 2002 il Prof. Antonio Paolucci, allora Soprintendente dei<br />

Musei fiorentini, concesse l’autorizzazione ad esaminare le<br />

49 deposizioni funebri del<strong>la</strong> famiglia granducale, poste nelle<br />

celebri Cappelle Medicee del<strong>la</strong> Basilica di San Lorenzo a<br />

Firenze.<br />

Il progetto prevede un accordo di col<strong>la</strong>borazione scientifica<br />

fra l’Università di Pisa, l’Università di Firenze e <strong>la</strong><br />

Soprintendenza al Polo Museale Fiorentino.<br />

Lo studio comprende: archeologia funeraria, antropologia,<br />

paleonutrizione, parassitologia, anatomia patologica,<br />

istologia, istochimica, immunoistochimica, microscopia<br />

elettronica, biologia moleco<strong>la</strong>re (studio del DNA antico)<br />

tossicologia e identificazione degli agenti patogeni antichi.<br />

Tutte le tecnologie biomediche più moderne saranno<br />

utilizzate per una ricostruzione biologica globale, allo scopo<br />

di ottenere più informazioni possibili sull’ambiente, lo stile<br />

di vita e le ma<strong>la</strong>ttie di questi importanti personaggi del<br />

Rinascimento italiano.<br />

Cosimo I<br />

(1519-1574)<br />

Anna Maria Luisa<br />

(1667-1743)


L’ALBERO GENEALOGICO DELLA FAMIGLIA MEDICI<br />

1<br />

Due sono i rami principali dell’albero genealogico dei Medici: quello di Lorenzo il<br />

Magnifico (1446-1492) e quello dei Granduchi di Toscana, da Giovanni delle Bande<br />

Nere (1498-1526) all’ultimo Granduca Gian Gastone (1671-1737). I più importanti<br />

membri di questa dinastia sono stati sepolti nel<strong>la</strong> Basilica di S. Lorenzo a Firenze<br />

2


La Cappel<strong>la</strong> lorenese<br />

Per lo studio preliminare dei corpi fu<br />

allestito un <strong>la</strong>boratorio provvisorio<br />

nel<strong>la</strong> “Cappel<strong>la</strong> Lorenese”, <strong>la</strong> cripta<br />

funeraria dei Granduchi di Lorena, che<br />

governarono Firenze e <strong>la</strong> Toscana dopo<br />

i Medici, fino al 1859.<br />

Il <strong>la</strong>boratorio provvisorio Alcuni antropologi al <strong>la</strong>voro


LA “RICCA” PATOLOGIA<br />

DELLA FAMIGLIA MEDICI<br />

MALATTIE<br />

INFETTIVE E<br />

PARASSITARIE<br />

MALATTIE<br />

METABOLICHE<br />

MALATTIE<br />

ARTICOLARI<br />

MALATTIE<br />

CARDIOVASCOLARI<br />

INTOSSICAZIONI<br />

vaiolo<br />

tubercolosi<br />

ma<strong>la</strong>ria<br />

sifilide<br />

obesità<br />

anemia<br />

calcolosi renale<br />

artropatia<br />

familiare<br />

arteriosclerosi<br />

intossicazioni<br />

croniche<br />

TUMORI cancro mammario<br />

MALFORMAZIONI nanismo<br />

Ferdinando II (1610-1670)<br />

Francesco Maria (1660-1710)<br />

Cosimo I (1519-1574)<br />

Anna Maria Luisa (1667-1743)<br />

Eleonora di Toledo (1522-1562)<br />

Maria Salviati (1499-1543)<br />

Francesco I (1541-1587)<br />

Maria Cristiana (1609-1632)<br />

Ferdinando (1663-1713)<br />

Cosimo III (1642-1723)


La cripta del<strong>la</strong> Basilica di S.<br />

Lorenzo a Firenze, mausoleo<br />

dei Granduchi dei Medici.<br />

LA CRIPTA DI SAN LORENZO<br />

Rilievo del<strong>la</strong> cripta, con <strong>la</strong> posizione<br />

delle tombe già esplorate.


Richter (1737), Florence, Pa<strong>la</strong>tina Gallery<br />

Decidemmo di esplorare <strong>la</strong> tomba intatta di Gian Gastone,<br />

l’ultimo Granduca dei Medici (1671-1737).


Così appariva <strong>la</strong> <strong>la</strong>stra di<br />

marmo con <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva epigrafe.<br />

Rimosso il disco di marmo, comparve<br />

un’apertura con una scaletta in pietra che<br />

dava accesso ad una cripta sconosciuta.<br />

La nostra attenzione fu attirata da<br />

un disco di marmo scuro,<br />

considerato un elemento decorativo<br />

del pavimento.


Un immagine<br />

dell’alluvione di<br />

Firenze del 1966<br />

(da NATIONAL GEOGRAPHIC)<br />

La picco<strong>la</strong> cripta funeraria rivelò un grande sarcofago, posto su una<br />

panchina di pietra davanti al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong>, e alcuni piccoli sarcofagi di legno<br />

completamente sfasciati sul pavimento, coperto da uno strato di fango<br />

essiccato, testimone del<strong>la</strong> disastrosa alluvione del 1966.


Nel<strong>la</strong> cripta, in corrispondenza<br />

del pavimento o variamente<br />

distribuiti sul<strong>la</strong> panchina, si<br />

trovavano altri piccoli sarcofagi<br />

infantili.


Un sarcofago al momento dell’apertura Abito ancora intatto<br />

Contro ogni aspettativa, alcune deposizioni infantili apparvero ben<br />

conservate. Ad esempio, un bambino di 5 anni recava ancora il vestito, le<br />

scarpe e una corona di argento in eccellenti condizioni di conservazione.


Don Filippino<br />

figlio di Francesco I<br />

(1584-1589)<br />

Lo studio antropologico dell’individuo<br />

n. 39 dal<strong>la</strong> cripta del Granduca<br />

Giangastone, soprannominato “il<br />

bambino dal<strong>la</strong> giubba rossa”, ha<br />

mostrato un individuo di circa 5 anni,<br />

con una statura di circa m 1,15.<br />

Il bambino è certamente don Filippino,<br />

figlio primogenito del Granduca<br />

Francesco I, che morì nel 1589, proprio<br />

all’età di 5 anni.<br />

Allori (1582?)<br />

Florence, Poggio Imperiale Vil<strong>la</strong>


Bizzelli (1586), Giovanna d’Austria<br />

con il figlio Filippo, Firenze, Galleria degli Uffizi<br />

Infatti <strong>la</strong> veste del bambino è identica a quel<strong>la</strong> di Don Filippino<br />

(raffigurato con <strong>la</strong> madre, <strong>la</strong> Granduchessa Giovanna d’Austria).


“Storia clinica” di don Filippino<br />

Don Filippino fu il settimo figlio, e l’unico maschio, del Granduca<br />

Francesco I e di Giovanna d’Austria. Egli nacque il 20 maggio 1577 e<br />

“fu battezzato in fretta e di notte, perché, avendo un po’ sofferto nel<br />

nascere dapprima si temeva per <strong>la</strong> sua vita”. Infatti, il parto fu lungo e<br />

difficoltoso, evidentemente a causa del<strong>la</strong> distocia pelvica del<strong>la</strong> madre.<br />

Baroccio, Florence, Pa<strong>la</strong>tina Gallery<br />

Filippo crebbe gracile e ma<strong>la</strong>ticcio, con frequenti indisposizioni e<br />

febbricole persistenti. Lo sviluppo psichico deve essere stato normale,<br />

perchè a 5 anni era già in grado di firmare le sue letterine.


Questi sono i dati di archivio sulle ma<strong>la</strong>ttie del piccolo principe:<br />

Età Data Storia clinica<br />

1 anno 7 Maggio 1578 bronchite con febbre<br />

2 anni 9 Dicembre 1580 “grave debolezza”<br />

2 anni 1580 “attacchi di nervi”, “convulsioni”<br />

5 anni<br />

13 Marzo 1582 febbre “terzana”, “mal caduco”<br />

(epilessia), “convulsioni”, coma<br />

29 Marzo 1582 decesso e autopsia


I documenti d’archivio contengono <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione sull’autopsia di don<br />

Filippino, che fornisce una descrizione dettagliata di un tipico quadro<br />

di idrocefalia:<br />

“A’ dì 29 di marzo morse il gran principe di Firenze,<br />

Filippo…Seppellissi in S. Lorenzo. Gli stessi medici che lo avevano<br />

medicato così fisici come cerusisci, gli segorno <strong>la</strong> testa, levandone <strong>la</strong><br />

forma come d’una scodel<strong>la</strong> dove trovorno sotto il primo panno, sopra<br />

il cervello, presso a uno bicchier d’acqua; <strong>la</strong> quale pensorno e<br />

credettero tutti conformi che fussi stata <strong>la</strong> vera causa del<strong>la</strong> morte<br />

sua” Lapini, Diario fiorentino, 1589<br />

…”il Principe si fece sparare et si trovò il capo pieno d’acqua”<br />

Lettera del Granduca Francesco I al fratello, il Cardinale Ferdinando (7 aprile 1589)


Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)<br />

In norma anteriore il cranio mostra una volta uniformemente espansa,<br />

mentre lo scheletro facciale presenta una normale conformazione.


TC Prof. D. Caramel<strong>la</strong><br />

(Università di Pisa)<br />

In norma <strong>la</strong>terale <strong>la</strong> volta cranica appare uniformemente espansa e le arcate<br />

sopracciliari risultano appiattite e sopravanzate dal<strong>la</strong> squama del frontale. La<br />

maggiore proiezione in avanti del<strong>la</strong> squama del frontale è 3 cm sopra <strong>la</strong> g<strong>la</strong>bel<strong>la</strong>.<br />

A livello delle suture sfeno-parietale e parieto-mastoidea sono presenti diverse ossa<br />

wormiane .


TC Prof. D. Caramel<strong>la</strong><br />

(Università di Pisa)<br />

La volta cranica, molto stretta anteriormente, si espande in corrispondenza delle bozze<br />

parietali. La sutura coronale è re<strong>la</strong>tivamente completa ma molto diastasata (2 mm), in<br />

partico<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> regione del bregma.


TC Prof. D. Caramel<strong>la</strong><br />

(Università di Pisa)<br />

I solchi dei vasi meningei medi sono abnormemente profondi ed espansi.<br />

La teca cranica appare sottile e traslucida.


TC Prof. D. Caramel<strong>la</strong><br />

(Università di Pisa)<br />

La superficie endocranica presenta impronte dei giri e dei solchi partico<strong>la</strong>rmente<br />

marcate, soprattutto in corrispondenza dei lobi parietali ed occipitali.


Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)<br />

TC Prof. D. Caramel<strong>la</strong><br />

(Università di Pisa)<br />

L’assottigliamento del<strong>la</strong> teca cranica e le marcate impressioni girali sono ben<br />

visibili, nelle radiografie standard e nel CT, a livello del<strong>la</strong> fossa cranica posteriore.


TC Prof. D. Caramel<strong>la</strong><br />

(Università di Pisa)<br />

Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)<br />

Sia <strong>la</strong> ricostruzione 3D CT che <strong>la</strong> radiografia<br />

standard in proiezione <strong>la</strong>tero-<strong>la</strong>terale<br />

mostrano un appiattimento del<strong>la</strong> base del<br />

cranio (p<strong>la</strong>tibasia).


Diversi valori metrici del<br />

neurocranio si posizionano<br />

da 1a 4 σ sopra <strong>la</strong> media,<br />

mentre le dimensioni del<strong>la</strong><br />

faccia rientrano nel<strong>la</strong><br />

norma.<br />

Skull<br />

measurements<br />

don<br />

Filippino<br />

Comparative<br />

sample<br />

M SD<br />

1. Maximum cranial length 157 159.6 (21) 6.1<br />

8. Maximum cranial breadth 140↑↑ 128.0 (21) 5.4<br />

9. Minimum frontal breadth 84.2 83.5 (21) 3.9<br />

10. Maximum frontal breadth 120↑↑↑ 104.4 (26) 5.6<br />

12. Biasterionic breadth 100 98.1 (22) 3.6<br />

23. Maximum circumference 465↑ 451.3 (15) 11.5<br />

26. Frontal arc 134↑↑↑↑ 116.0 (24) 4.5<br />

29. Frontal chord 107↑↑ 99.3 (24) 3.7<br />

27. Parietal arc 110 114.9 (23) 6.1<br />

30. Parietal chord 99 103.1 (23) 4.9<br />

28. Occipital arc 115 110.2 (22) 6.3<br />

31. Occipital chord 97 91.9 (22) 4.6<br />

51. Orbital breadth 31 32.3 (23) 1.3<br />

54. Nasal breadth 17 18.8 (20) 1.0<br />

63. Pa<strong>la</strong>tal breadth 26? 51.6 (20) 2.0<br />

66. Bigonial breadth 72 71.3 (21) 2.7<br />

69. Symphysial height 23.5 23.6 (30) 1.6<br />

38. Cranial capacity 1553 cc 1420 cc<br />

↑: >1 Standard deviation (SD); M: sample means


Allori (1582?)<br />

Florence, Poggio Imperiale Vil<strong>la</strong><br />

Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)<br />

Un ritratto di don Filippino, dipinto nello stesso anno del<strong>la</strong> morte (1582),<br />

conferma il quadro di non grave idrocefalia, caratterizzato da impianto basso dei<br />

padiglioni aurico<strong>la</strong>ri e delle orbite, per evidente espansione del<strong>la</strong> volta cranica.


Lo scheletro post-craniale mostra una curvatura <strong>la</strong>terale<br />

del<strong>la</strong> tibia e del<strong>la</strong> fibu<strong>la</strong>, da evidente rachitismo.


Rx Polo Museale Fiorentino<br />

La radiografia dello scheletro post-craniale, effettuata in situ, mostrava<br />

una curvatura bi<strong>la</strong>terale delle diafisi femorali, confermando il rachitismo.


CONCLUSIONI<br />

Si tratta di un caso di rachitismo<br />

associato ad un quadro non grave di<br />

idrocefalia come attesta lo studio<br />

macroscopico e radiologico e<br />

l’autopsia del XVI secolo che<br />

descrive un accumulo di acqua sotto<br />

<strong>la</strong> “prima membrana”<br />

(evidentemente l’aracnoide).<br />

Comunque l’idrocefalo di don<br />

Filippino non provocò alcun sintomo<br />

neurologico e il suo sviluppo<br />

psichico fu normale, fino al<strong>la</strong> morte<br />

prematura causata da infezione<br />

febbrile acuta di origine sconosciuta.<br />

Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)


Valutando insieme i valori del δ 15 N e del δ 13 C, don Filippino presenta una posizione<br />

molto anoma<strong>la</strong> ed iso<strong>la</strong>ta.<br />

I segnali isotopici rive<strong>la</strong>no un abnorme consumo di proteine animali terrestri, mentre il<br />

livello di proteine di origine marina rientra nel<strong>la</strong> variabilità del gruppo. Siamo di fronte<br />

ad una alimentazione fortemente sbi<strong>la</strong>nciata, in favore del<strong>la</strong> carne e del <strong>la</strong>tte.


Sul<strong>la</strong> base dei dati storici, paleonutrizionali e<br />

paleopatologici, possiamo ci possiamo<br />

permettere alcune considerazioni sul<strong>la</strong> vita di<br />

don Filippino.<br />

Il figlio primogenito del Granduca, il principe<br />

ereditario, era un bambino delicato e<br />

ma<strong>la</strong>ticcio, con frequenti indisposizioni e<br />

persistenti febbricole, affetto da rachitismo e da<br />

una forma lieve di idrocefalia.<br />

Probabilmente per questo motivo, i genitori e i<br />

medici di corte, preoccupati per <strong>la</strong> salute del<br />

bambino, lo forzarono a mangiare sempre più<br />

carne, considerata a quel tempo “<strong>la</strong> migliore<br />

sorgente di forza fisica”.<br />

Questo fatto spiegherebbe bene <strong>la</strong> presenza di<br />

questo segnale isotopico abnorme nel tessuto<br />

osseo del piccolo principe.<br />

Alessandro Allori (1583?)<br />

Madrid, Prado Museum<br />

Un ritratto postumo di<br />

don Filippino


Gli altri bambini<br />

Lo studio preliminare dei resti scheletrici di 8<br />

bambini tra 0 e 5 anni di età ci ha permesso di<br />

diagnosticare tre casi di rachitismo (a) e tre casi di<br />

iperostosi porotica (b), dei quali due piuttosto<br />

gravi.<br />

E’ molto probabile che il rachitismo fosse causato<br />

dal<strong>la</strong> scarsa esposizione al<strong>la</strong> luce del sole dei<br />

bambini nell’ambiente delle corti rinascimentali,<br />

mentre l’iperostosi porotica, indice di quadri<br />

anemici, era verosimilmente determinata da un<br />

al<strong>la</strong>ttamento partico<strong>la</strong>rmente prolungato.<br />

a<br />

b


Sustermans (c.1650), Firenze, Galleria Pa<strong>la</strong>tina<br />

Cardinale Carlo<br />

(1596-1666)


Antropologia<br />

Carlo (1595-1666), figlio minore di Ferdinando I,<br />

divenne Cardinale nel 1615 e Decano del Sacro<br />

Collegio nel 1652.<br />

Lo scheletro è quello di un individuo senile di oltre<br />

60 anni, alto m 1,70, affetto da grave osteoporosi,<br />

in partico<strong>la</strong>re degli arti inferiori.<br />

Autopsia<br />

Si osservano due tagli trasversali sul<strong>la</strong><br />

superficie anteriore del corpo dello sterno<br />

(frecce blu); le estremità sternali del<strong>la</strong> IV,<br />

V, VI e VIII costa di destra, e del<strong>la</strong> V di<br />

sinistra, appaiono sezionate (frecce rosse),<br />

probabilmente con cesoie.


“Storia clinica”<br />

Sappiamo che, all’età di 8 anni, fu<br />

affetto da tubercolosi del<strong>la</strong> colonna<br />

toracica alta o cervicale (morbo di Pott).<br />

A partire dall’età di 24 anni soffrì di un<br />

disturbo artico<strong>la</strong>re acuto dei piedi, delle<br />

mani e delle ginocchia, diagnosticato<br />

come “gotta” dai medici dell’epoca.<br />

I documenti riferiscono di 18 gravi<br />

attacchi dall’età di 35 fino a 59 anni, con<br />

peggioramento tra 60 e 65 anni.<br />

Da 50 a 70 anni di età fu affetto da<br />

bronchiti ricorrenti ed infine il decesso<br />

fu causato da una broncopolmonite.<br />

Sustermans (c.1640), Firenze


<strong>Paleopatologia</strong><br />

Lo scheletro facciale mostra<br />

una marcata ipop<strong>la</strong>sia del corpo<br />

mandibo<strong>la</strong>re destro, con<br />

deviazione a destra del volto e<br />

probabile torcicollo cronico,<br />

come appare chiaramente in<br />

una rara incisione (freccia).<br />

Incisione di Haelvegh,<br />

Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)


Si osserva inoltre <strong>la</strong> fusione congenita dell’at<strong>la</strong>nte con l’occipitale. Anche le<br />

faccette artico<strong>la</strong>ri e i tratti posteriori dei corpi dal<strong>la</strong> I fino al<strong>la</strong> V vertebra<br />

cervicale risultano fusi, con riduzione degli spazi intervertebrali e formazione<br />

di un blocco C1 e C5.<br />

Questa anomalia congenita del<strong>la</strong> colonna cervicale, nota come sindrome di<br />

Klippel-Feil, è frequentemente associata a torcicollo.<br />

Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)


Un secondo blocco,<br />

che coinvolge i<br />

corpi vertebrali con<br />

col<strong>la</strong>sso a cuneo,<br />

fusione e<br />

formazione di una<br />

cifosi ango<strong>la</strong>re<br />

(freccia verde), si<br />

osserva a livello di<br />

C6-C7.<br />

E’ presente altresì una periostite diffusa del<strong>la</strong><br />

superficie interna delle coste (frecce blu).<br />

In conclusione, siamo di fronte agli esiti di quel<strong>la</strong> tubercolosi vertebrale<br />

(morbo di Pott) del tratto cervicale inferiore, con gibbo ango<strong>la</strong>re, che colpì il<br />

futuro cardinale ad 8 anni di età, ben descritta nei documenti d’archivio.


Ferdinando chiamò a Firenze, per curare<br />

suo figlio, uno dei più famosi medici<br />

dell’epoca, Giro<strong>la</strong>mo di Fabrizio<br />

d’Acquapendente, professore di<br />

medicine all’Università di Padova ed<br />

antesignano dell’ortopedia.<br />

L’Acquapendente applicò a Carlo, che<br />

cominciava a diventare gobbo:<br />

“…un istrumento di ferro, che spinga, et<br />

adduca le vertebre all'opposto luogo, e<br />

perciò io ho preparato un usbergo, o<br />

corsaletto di ferro con certi istromenti<br />

fatti a giro (detti per ordinario dal<br />

volgo vite) (i quali) spingendo le<br />

vertebre sconcie, poco a poco le<br />

riducano al proprio loro sito”<br />

Opere Chirurgiche, G. Cadorino, p. 174, Padova, 1658


Lo scheletro mostra i segni di una<br />

ma<strong>la</strong>ttia artico<strong>la</strong>re anchilosante,<br />

simmetrica ed estremamente grave,<br />

delle grandi e piccole artico<strong>la</strong>zioni,<br />

caratterizzata da:<br />

• fusione del gomito sinistro (in<br />

flessione a 55°) (a, a’);<br />

• fusione bi<strong>la</strong>terale del polso, delle<br />

ossa carpali e di alcune ossa delle<br />

dita (b, b’);<br />

b<br />

a a’<br />

b’


•Fusione<br />

dell’artico<strong>la</strong>zione<br />

sacro-iliaca (c)<br />

•fusione delle<br />

ginocchia (in<br />

flessione a 90°) e<br />

delle rotule (d);<br />

Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)<br />

d<br />

d


Grave osteoporosi da non uso,<br />

secondaria all’immobilizzazione<br />

dovuta all’anchilosi delle grandi<br />

e piccole artico<strong>la</strong>zioni.<br />

Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)


•fusione delle ossa<br />

tarsali e metatarsali<br />

(d).<br />

d<br />

Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)<br />

Questi dati dimostrano, insieme al<strong>la</strong> grave osteoporosi, in partico<strong>la</strong>re degli<br />

arti inferiori, <strong>la</strong> totale inabilità del Cardinale negli ultimi anni di vita, come<br />

riferito dai documenti di archivio. Infatti, a partire dal 1658 (all’età di 63<br />

anni), il cardinale non fu più in grado di firmare le lettere o i documenti.<br />

In una lettera ad un nipote scrive: “V.(ostra) A.(ltezza) mi scusi se non li<br />

scrivo di mio pugno, perché <strong>la</strong> mano non sta a suo segno”<br />

(4 dicembre 1658)


Quadro clinico di poliartrite cronica, simile a<br />

quello del Cardinale Carlo<br />

(da G. Pasero e P. Marson, The Antiquity of Psoriatic Arthritis,<br />

Clinical and Experimental Rheumatology 24, 2006, pp.351-353)<br />

Il quadro “clinico” e patologico rientra bene in un quadro morfologico e<br />

radiologico di artrite reumatoide in fase terminale, con grave osteoporosi,<br />

secondaria all’immobilizzazione.


Pulzone (c.1590), Firenze, Galleria degli Uffizi<br />

Cristina di Lorena<br />

(1565-1637)


Antropologia<br />

Lo scheletro del<strong>la</strong> Granduchessa Cristina di<br />

Lorena (1565-1636), moglie di Ferdinando I,<br />

rive<strong>la</strong> una donna in età senile, di 60-70 anni, alta<br />

1,63 m.<br />

Autopsia<br />

Anche lo sterno di Cristina era stato sezionato nel<br />

corso dell’autopsia.<br />

Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)


<strong>Paleopatologia</strong><br />

Lo studio paleopatologico mostra<br />

un’iperostosi congenita (circa 1 cm)<br />

del<strong>la</strong> volta cranica, moderata artrosi<br />

vertebrale ed extravertebrale, e una<br />

totale perdita di denti intra vitam con<br />

gli esiti di una <strong>la</strong>rga cavità ascessuale<br />

(freccia) in corrispondenza del terzo<br />

mo<strong>la</strong>re mandibo<strong>la</strong>re di sinistra.


“Storia clinica”<br />

La “storia clinica” di Cristina<br />

evidenzia un gran numero di<br />

parti. Infatti, tra i 25 e i 39 anni,<br />

dette al<strong>la</strong> luce ben 9 figli, oltre ad<br />

un aborto.<br />

Dopo essere sopravvissuta a<br />

diverse ma<strong>la</strong>ttie non gravi, come<br />

una bronchite acuta all’età di 28<br />

anni, vaiolo a 29 anni, febbre<br />

intestinale a 31, febbri ma<strong>la</strong>riche<br />

a 36-37 e problemi di cataratta a<br />

69, morì per ictus all’età di 72<br />

anni.<br />

Tiberio Titi (c.1615), Firenze, Pa<strong>la</strong>zzo Pitti


La grave scoliosi con concavità<br />

destra del tratto toraco-lombare,<br />

formante un angolo di circa 90°,<br />

fu causata dal col<strong>la</strong>sso <strong>la</strong>terale a<br />

cuneo del corpo del<strong>la</strong> 12 a<br />

vertebra toracica e del<strong>la</strong> 1 a<br />

lombare, con re<strong>la</strong>tiva, parziale<br />

fusione.<br />

Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)


L’assenza di fratture depone per una scoliosi secondaria<br />

a grave osteoporosi, in partico<strong>la</strong>re dei corpi vertebrali.<br />

Rx Prof. N. Vil<strong>la</strong>ri<br />

(Università di Firenze)


Gli esempi riferiti dimostrano chiaramente che alcune importanti<br />

ma<strong>la</strong>ttie metaboliche dell’osso (rachitismo ed osteoporosi) erano<br />

presenti nelle c<strong>la</strong>ssi sociali elevate del Rinascimento italiano.<br />

Divisione di <strong>Paleopatologia</strong>,<br />

Storia del<strong>la</strong> Medicina e Bioetica<br />

www.paleopatologia.it

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