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14/11/201 CINTURA SCAPOLARE - Paleopatologia

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<strong>CINTURA</strong> <strong>SCAPOLARE</strong><br />

Elemento di raccordo tra lo scheletro assile e quello appendicolare<br />

superiore<br />

Scapola e clavicola concorrono ai movimenti articolari della spalla: di<br />

abduzione, cioè di allontanamento del braccio dall’asse del corpo, e di<br />

elevazione dello stesso al di sopra del capo<br />

Divisione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica, Università di Pisa<br />

Scheletro assile: cranio<br />

colonna vertebrale<br />

gabbia toracica (coste e sterno)<br />

Scheletro appendicolare: arti superiori<br />

arti inferiori<br />

Cintura scapolare: clavicola<br />

scapola<br />

Cintura pelvica: coxali<br />

Div isione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica, Università di Pisa<br />

La clavicola è un osso lungo a forma di S.<br />

Si articola con la scapola (a livello<br />

dell’acromion) e con lo sterno.<br />

Divisione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica, Università di Pisa


Legamento conoide: si collega al<br />

processo coracoide della scapola<br />

Divisione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica, Università di Pisa<br />

SCAPOLA: è un osso piatto triangolare, formato soprattutto da tessuto osseo<br />

Compatto. Si articola con l’omero a livello della cavità glenoidea e con la clavicola a<br />

livello della faccia acromiale.<br />

Divisione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica, Università di Pisa


E’ l’osso più grosso dell’arto<br />

superiore.<br />

La diafisi ha sezione più o<br />

meno cilindrica , l’epifisi<br />

prossimale ha forma sferica<br />

e si articola con la cavità<br />

glenoidea della scapola.<br />

L’epifisi distale è irregolare e<br />

si articola con il radio e<br />

l’ulna.<br />

L’estremità sternale<br />

della clavicola è una delle<br />

ultime a saldarsi, tra 20 e<br />

25 anni, ed è utile per la<br />

determinazione dell’età<br />

alla morte<br />

Sulla superficie laterale della diafisi (a<br />

metà circa) si trova la tuberosità<br />

deltoidea, area d’inserzione del deltoide


Il condilo si articola con la<br />

testa del radio, mentre la<br />

troclea si articola con l’ulna.<br />

La fossa olecranica alloggia<br />

l’olecrano dell’ulna e ne<br />

permette l’articolazione<br />

durante l’estensione<br />

dll’avambraccio. Talvolta<br />

può essere perforata<br />

(apertura del setto).<br />

E’ l’osso più corto del braccio.<br />

La diafisi è in parte appiattita<br />

con una lieve concavità<br />

mediale ed anteriore.<br />

L’epifisi superiore del radio è<br />

costituita dalla testa o capitello<br />

che si articola con il condilo<br />

omerale.<br />

Sotto la testa si trova il collo<br />

seguito dalla tuberosità del<br />

radio che rappresenta il punto<br />

di inserzione del bicipite.<br />

è costituito da due ossa lunghe<br />

disposte parallelamente: uno laterale,<br />

il radio ed uno mediale, l’ulna.<br />

Radio e ulna sono collegati dalla<br />

membrana interossea.<br />

L’epifisi distale ha forma<br />

triangolare ed è<br />

caratterizzata da un<br />

processo stiloideo e dalla<br />

faccia articolare carpale<br />

per l’articolazione con le<br />

ossa della mano (scafoide<br />

e semilunare).<br />

L’incisura ulnare è la<br />

superficie articolare con la<br />

testa (epifisi distale)<br />

dell’ulna.


l’estremità inferiore dell’ulna è<br />

caratterizzata da un’estremità<br />

rigonfia ed allargata detta testa<br />

che si articola con l’incisura<br />

ulnare del radio e d un processo<br />

conico‐cilindrico detto processo<br />

stiloideo.<br />

L’estremità superiore è<br />

formata da due processi:<br />

Olecrano : è il più grande e si<br />

articola con la corrispondente<br />

fossa olecranica dell’omero.<br />

Processo coronoideo : si<br />

articola con la fossa<br />

coronoidea localizzata<br />

sull’epifisi distale dell’omero.<br />

L’incisura radiale è la<br />

superficie articolare per la<br />

testa del radio<br />

L’incisura trocleare o<br />

semilunare è la superficie<br />

articolare anteriore<br />

dell’olecrano che si articola<br />

con la troclea dell’omero<br />

Omero, radio ed<br />

ulna in un bambino<br />

di 1 anno ed in uno<br />

di 6 anni


GOMITO<br />

Articolazione tra omero radio<br />

e ulna<br />

Divisione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica,<br />

Università di Pisa<br />

Le ossa che compongono la mano sono<br />

divise in: carpo, metacarpo e falangi.<br />

Le ossa del carpo sono 8, disposte in<br />

due linee parallele e corrispondono<br />

all’articolazione del polso.<br />

Sono: scafoide, semilunare,<br />

piramidale, pisiforme, trapezio,<br />

trapezoide, grand’osso (o capitato) e<br />

uncinato<br />

Metacarpo: 5 ossa (I‐V)<br />

Falangi ‐ Sono tre per dito:<br />

I ‐Prossimali<br />

II ‐ Intermedie e<br />

III –Distali<br />

Il pollice ne ha solo 2


Metacarpo:<br />

5 ossa (I‐V)<br />

Falangi<br />

Sono tre per dito:<br />

Prossimali<br />

Intermedie<br />

Distali<br />

Scheletro assile: cranio<br />

colonna vertebrale<br />

gabbia toracica (coste e sterno)<br />

Scheletro appendicolare: arti superiori<br />

arti inferiori<br />

Cintura scapolare: clavicola<br />

scapola<br />

Cintura pelvica: coxali<br />

La cintura pelvica è la struttura di<br />

connessione tra scheletro assile ed<br />

arti inferiori.<br />

Le due ossa coxali connettono l’’osso<br />

sacro ai femori<br />

Il bacino o pelvi è formato dalle due<br />

ossa dell’anca e dal sacro e il coccige.<br />

Div isione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica, Università di Pisa Div isione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica, Università di Pisa


L’osso dell’anca è<br />

composto da tre<br />

porzioni (che<br />

corrispondono a quelli<br />

che si saldano durante<br />

l’accrescimento) che<br />

sono ileo, ischio e<br />

pube.<br />

Div isione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica, Università di Pisa<br />

La fusione delle 3 ossa dell’anca<br />

(ileo, ischio e pube) si completa<br />

entro i 13‐15 anni<br />

La valutazione dello stato di<br />

saldatura delle ossa<br />

dell’anca consente una stima<br />

dell’età alla morte nei<br />

soggetti subadulti<br />

L’ileo è costituito da un’ampia porzione di<br />

osso piatto denominata ala e da un corpo il<br />

quale contribuisce alla costituzione<br />

dell’acetabolo, cavità articolare per il femore.<br />

L’ischio è formato da un ramo e da un corpo. Il<br />

ramo ischiatico delimita, insieme ad<br />

un’analoga struttura del pube, il foro otturato.<br />

Il pube, infine, è anch’esso composto da un<br />

corpo e due rami, superiore ed inferiore<br />

delimitanti il foro otturato.<br />

La confluenza dei due rami va a costituire una<br />

superficie chiamata sinfisi pubica attraverso la<br />

quale le due ossa coxali si articolano tra loro e<br />

la cui valutazione morfologica è importante<br />

per la stima dell’età alla morte.<br />

Div isione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica, Università di Pisa<br />

La valutazione della<br />

morfologia del bacino è<br />

importante per la<br />

diagnosi di sesso degli<br />

individui adulti<br />

Div isione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica, Università di Pisa


Il femore è l’osso più lungo, grande e<br />

pesante dello scheletro. Supporta il peso<br />

del corpo quando è in piedi e durante il<br />

movimento<br />

L’epifisi prossimale è formata da<br />

una testa che si articola con il<br />

bacino tramite l’acetabolo.<br />

La testa del femore è più sferica<br />

di quella dell’omero ed ha la<br />

fovea.<br />

La fovea è il punto d’inserzione<br />

del legamento rotondo che<br />

unisce la testa all’acetabolo<br />

grande trocantere: area di<br />

inserzione muscolare del piccolo<br />

e grande gluteo (abduzione<br />

coscia e stabilizzatore anca)<br />

Importanti per la locomozione.<br />

piccolo trocantere: inserzione<br />

iliopsoas e psoas flessori della<br />

coscia<br />

Muscoli estensori<br />

della coscia<br />

Divisione di <strong>Paleopatologia</strong>, Storia della Medicina e Bioetica, Università di Pisa<br />

ABDUZIONE: allontanamento dal corpo<br />

ADDUZIONE: avvicinamento al corpo


L’epifisi distale è formata dai due<br />

condili (mediale e laterale) intervallati<br />

da una fossa detta intercondiloidea.<br />

I condili si articolano con la patella e la<br />

tibia, attraverso l’articolazione più<br />

complessa del corpo, quella del<br />

ginocchio<br />

Lungo la diafisi, in norma<br />

posteriore, è visibile un rilievo<br />

ispessito e talvolta ossificato<br />

noto come linea aspra, si tratta<br />

di un’area di inserzione<br />

muscolare per i muscoli<br />

adduttori.<br />

La diafisi del femore, in sezione<br />

trasversale, è la più robusta,<br />

larga e spessa di ogni altro osso<br />

del corpo ed è anche più<br />

rotondeggiante, con una sola<br />

protuberanza, rappresentata<br />

dalla linea aspra<br />

La rotula (o patella) è un osso pari che<br />

si trova inserito nello spessore del tendine del<br />

quadricipite femorale, il più grosso muscolo<br />

della coscia ed il primario estensore del<br />

ginocchio.<br />

La patella protegge l’articolazione del<br />

ginocchio<br />

E’ di forma triangolare con apice verso il<br />

basso.<br />

La patella protegge l’articolazione del<br />

ginocchio


Posteriormente presenta due superfici<br />

articolari con i condili del femore (la<br />

superficie mediale è la più piccola).<br />

L’epifisi prossimale presenta una<br />

larga area articolare (piatto tibiale)<br />

suddivisa in due condili, mediale e<br />

laterale, ciascuno dei quali alloggia<br />

un condilo femorale,<br />

tra i condili femorali e tibiali, si<br />

trovano, in vita, due cuscinetti<br />

cartilaginei che funzionano da<br />

ammortizzatori ed evitano gli<br />

attriti: i menischi.<br />

Lo scheletro della parte<br />

inferiore della gamba è<br />

costituito da due ossa<br />

lunghe disposte<br />

parallelamente. La tibia, in<br />

posizione mediale e la<br />

fibula o perone, in<br />

posizione laterale.<br />

L’epifisi prossimale presenta anteriormente una<br />

marcata tuberosità tibiale sede del legamento patellare<br />

del muscolo quadricipite femorale (maggiore estensore<br />

della gamba al ginocchio) e sul lato posteriore una<br />

rugosità più o meno accentuata detta linea del soleo o<br />

poplitea sede di inserzione del muscolo soleo.


L’epifisi distale ha un processo<br />

posto medialmente detto<br />

Malleolo, questo e la superficie<br />

articolare distale si articolano con<br />

l’astragalo.<br />

Distalmente è visibile<br />

un incisura peroneale per<br />

l’articolazione con la fibula.<br />

Le ossa che compongono il<br />

piede sono circa 27, divise<br />

in tarso, metatarso e<br />

falangi.<br />

Le ossa del tarso<br />

sono 7, disposte in due<br />

linee parallele e<br />

corrispondono<br />

all’articolazione della<br />

caviglia. Tra queste le più<br />

importanti sono calcagno e<br />

l’astragalo<br />

Metatarso (I‐V)<br />

Falangi (I‐V):<br />

Prossimali<br />

Intermedie<br />

Distali (I‐IV)<br />

Esistono nel piede ossa in<br />

sovrannumero dette<br />

sesamoidi<br />

Il perone (o fibula) è un osso lungo e sottile, la<br />

diafisi è irregolare con margini acuti.<br />

L’epifisi prossimale ha una testa che si articola<br />

con la tibia, mentre quella distale ha<br />

un malleolo laterale che si articola con tibia ed<br />

astragalo, formando il bordo laterale<br />

dell’articolazione della caviglia.


Le ossa tarsali sono 7, di cui le più voluminose<br />

sono il calcagno e l’astragalo che si articola<br />

con la tibia e la fibula a livello della caviglia.<br />

Le ossa del tarso si articolano con le cinque<br />

ossa lunghe metatarsali, caratterizzate da una<br />

testa ed una base, che vanno dall’arco<br />

plantare alle dita del piede.<br />

Come nella mano, vi sono tre falangi per<br />

ciascun dito: una prossimale, una intermedia<br />

ed una distale. L’alluce possiede solo due<br />

falangi.<br />

Le altre, che concorrono a formare l’arco plantare, sono chiamate:<br />

scafoide, cuboide, primo cuneiforme, secondo cuneiforme e terzo<br />

cuneiforme.<br />

LINEA ASPRA MEDIALE: vi si inseriscono diversi<br />

muscoli (Lungo, Breve e Grande Adduttore,<br />

Vasto, ecc.), il cui grado di espressione influenza<br />

la prominenza della linea aspra. Adduzione,<br />

flessione e rotazione della coscia.


Calcolo della statura<br />

Uno degli indicatori più utilizzati per definire le<br />

dimensioni corporee delle popolazioni umane attuali e del<br />

passato è la statura.<br />

La statura può essere influenzata da vari fattori –<br />

ambientali, genetici, sociali, geografici – e a livello di<br />

popolazione può fornire indicazioni su condizioni di<br />

adattamento all’ambiente.<br />

Secondo la Regola di Cope, l’incremento della mole<br />

corporea, esprimibile nel caso degli ominidi anche come<br />

incremento della statura, è indizio di successo evolutivo.<br />

Secondo la Regola di Bergmann, si osserva un<br />

incremento della mole corporea al crescere della<br />

latitudine, in quanto la diminuzione del rapporto tra<br />

superficie corporea e volume è vantaggiosa in condizioni<br />

di clima freddo.<br />

La statura inoltre può essere considerato come un<br />

indicatore di stress, in quanto una bassa statura<br />

nell’adulto può essere legata a situazioni di malnutrizione<br />

infantile e giovanile cronica.<br />

Calcolo della statura<br />

Stime della statura da resti scheletrici si possono<br />

ottenere se si ha a disposizione lo scheletro completo e<br />

ben conservato, sommando le altezze di tutti i distretti<br />

scheletrici e aggiungendo coefficienti che sostituiscono le<br />

parti molli e le curvature della colonna vertebrale.<br />

Ma visto che i resti scheletrici sono solitamente<br />

frammentari, vengono usate delle equazioni di<br />

regressione che permettono di ottenere la statura a<br />

partire dalle misure di lunghezza delle ossa degli arti.<br />

• Trotter e Gleser (1952, 1958, 1977)<br />

• Olivieret al. (1978)<br />

• Manuvrier (1893)<br />

• Sjøvold (1990)

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