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sostanza stipulare un contratto definendo obblighi e ricompense. Il contratto può anche essere<br />

interpretato come una forma <strong>di</strong> scambio poiché un Destinante propone qualcosa a un Destinatario in<br />

cambio <strong>di</strong> qualcosa. Tuttavia un esame attento delle <strong>di</strong>namiche contrattuali mostra come questo<br />

scambio sia <strong>di</strong> natura essenzialmente cognitiva poiché le due parti devono accordarsi sul valore<br />

dell’oggetto che riceveranno in contropartita. Si tratta <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> <strong>di</strong> stab<strong>il</strong>ire un contratto fiduciario<br />

attraverso un fare persuasivo e un fare interpretativo dei due soggetti.<br />

Greimas ritiene importante soffermarsi sulla competenza: in effetti l’essere, lo stato della<br />

competenza, è un’istanza potenziale, un luogo <strong>di</strong> tensione tra un punto <strong>di</strong> partenza e un punto in cui<br />

l’essere e <strong>il</strong> fare si realizzano. Questo stato <strong>di</strong> tensione può essere descritto con articolazioni più<br />

sott<strong>il</strong>i sotto forma <strong>di</strong> sovradeterminazioni modali. Greimas propone un inventario <strong>di</strong><br />

surmodalizzazioni della competenza, cioè una lista <strong>di</strong> quattro modalità: /volere/, /dovere/, /potere/,<br />

/sapere/. La competenza può essere pensata pertanto come una catena orientata <strong>di</strong> modalità:<br />

dovere o volere → sapere → potere<br />

Un soggetto, sulla base <strong>di</strong> un contratto con un Destinante-manipolatore, deve o vuole fare<br />

qualcosa, e per questa ragione ac<strong>qui</strong>sisce una competenza, <strong>il</strong> saper fare, cui deve seguire<br />

l’ac<strong>qui</strong>sizione <strong>di</strong> un poter fare (per esempio un permesso). Infine la performanza, cioè <strong>il</strong> far-essere,<br />

realizza l’azione. Con la strumentazione modale possiamo <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> rendere conto dei conflitti<br />

interiori dei soggetti: all’interno <strong>di</strong> uno stesso attore possono coesistere in maniera polemica un<br />

non-dover-fare e un voler-fare, dando luogo a una lotta che si sv<strong>il</strong>uppa interamente nella<br />

<strong>di</strong>mensione cognitiva. Dal che risulta evidente come con la teoria delle modalità <strong>il</strong> metalinguaggio<br />

semiotico aumenti considerevolmente le proprie potenzialità descrittive.<br />

Come si può notare, dall’organizzazione canonica degli enunciati narrativi alla sintassi modale <strong>il</strong><br />

panorama cambia sensib<strong>il</strong>mente: da una semplice circolazione <strong>di</strong> oggetti si passa alla descrizione<br />

dei carichi modali: due soggetti che desiderano un oggetto avranno competenze modali ineguali, e<br />

l’oggetto <strong>di</strong> valore ricercato avrà a sua volta le proprie attribuzioni modali. In Propp soggetti e<br />

oggetti erano fortemente iconizzati e costituivano la sola <strong>di</strong>mensione pragmatica del racconto. Ora<br />

c’è un cambiamento qualitativo nella descrizione: abbiamo competizioni e interazioni cognitive tra<br />

soggetti dotati <strong>di</strong> competenze modali <strong>di</strong>verse che intendono appropriarsi <strong>di</strong> oggetti modalizzati. La<br />

sintassi narrativa <strong>di</strong> superficie <strong>di</strong>venta così una sintassi modale che rende conto della <strong>di</strong>mensione<br />

cognitiva.<br />

3.2.5. I Programmi Narrativi<br />

Viene definito programma narrativo (abbreviato in PN) l’unità elementare della sintassi<br />

narrativa <strong>di</strong> superficie, costituita da un enunciato del fare che regge un enunciato <strong>di</strong> stato; i<br />

programmi narrativi in<strong>di</strong>cano sintatticamente gli scopi e le azioni dei soggetti e possono essere<br />

espressi come enunciati <strong>di</strong> traformazione congiuntiva o <strong>di</strong>sgiuntiva:<br />

PN = F[S1→(S2∩Ov)]<br />

PN = F[S1→(S2∪Ov)]<br />

Il programma narrativo è pertanto da intendere come un cambiamento <strong>di</strong> stato effettuato da un<br />

soggetto (S1) qualunque su un soggetto (S2) qualunque. Questo assetto sintattico semplice può<br />

talvolta essere complessificato: un PN semplice si trasforma in PN complesso quando esige la<br />

realizzazione preventiva <strong>di</strong> un altro PN: è <strong>il</strong> caso della scimmia che per raggiungere la banana deve<br />

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