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ANNO SCOLASTICO 2011/2012 - Itcfortunato.It

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degrado, non solo economico ma anche morale. Quanto all’unità d’<strong>It</strong>alia, era stata fatta nutrendo<br />

l’illusione che il Sud fosse rimasto quello di una volta. Bisognava sfatare molte leggende e molti miti,<br />

presentando la realtà per quella che era, sì da tentarne, con opportuni rimedi, la rinascita.<br />

Non mancarono di quelli che, pur patrioti e unitaristi, avrebbero voluto abbandonare il Sud al suo<br />

destino, perché teorizzavano la irrimediabilità della inferiorità meridionale, in quanto collegata a<br />

ragioni etniche e naturali.<br />

Dall’interno del Sud si levarono allora voci che, senza nulla nascondere della realtà del Sud, si<br />

batterono per il suo riscatto, or suscitando un senso di pietà e pena, come fecero in genere romanzieri<br />

e narratori, or chiamando la politica ad ogni sforzo di intervento concreto.<br />

Collocato a metà strada fra l’uno e l’altro atteggiamento potrebbe dirsi Giustino Fortunato,<br />

tendenzialmente portato al pessimismo e al sentimentalismo, ma contemporaneamente desideroso di<br />

smuovere le acque stagnanti entro cui il Mezzogiorno, non per propria colpa, era immerso e rischiava<br />

di affogare.<br />

L’unità d’<strong>It</strong>alia, tuttavia, pur fatta con quelle illusioni, rimaneva “miracolosa e magnifica opera<br />

d’arte”, primo passo importante per il riscatto della nazione, e quindi del Sud, ma tutto era<br />

particolarmente difficile, perché bisognava recuperare molti secoli di ritardo. Non si dovevano<br />

commettere ulteriori errori. Tra questi c’era il temuto federalismo, che, dando potere legislativo ed<br />

esecutivo alle regioni, e movendosi in senso contrario all’unità nazionale, avrebbe sicuramente<br />

consegnato il Sud alle forze politiche, economiche e sociali peggiori, cioè alle camarille e alla<br />

camorra, al clientelismo e al trasformismo. Erano le stesse preoccupazioni etico-civili che nutriva il<br />

suo maestro e amico Francesco De Sanctis. Le grandi speranze da lui riposte nelle banche popolari si<br />

erano risolte, purtroppo, in quello che lui chiamò “carnevale bancario”<br />

All’attività parlamentare, allo studio dei problemi sociali ed economici, volle e seppe trovar sollievo e<br />

ristoro nelle ricerche storiche. A conferma della sua passione di letterato e studioso, la sua casa di<br />

Napoli si trasformò, per molti anni, in “salotto letterario” frequentato da studiosi, politici, intellettuali<br />

del tempo.<br />

Si prefisse di svelare il passato di una terra emarginata, creduta priva di storia, fiaccata da secoli di<br />

dominazione straniera; non fu il cultore di piccole glorie da campanile, ma inquadrò i suoi resoconti<br />

nel più ampio contesto storico del tempo. Lo scopo ultimo è dichiarato: “Un regime di libertà, nel<br />

mondo moderno, non è assolutamente compatibile se non col benessere delle moltitudini.<br />

Educhiamo l’uomo, tutti gli uomini della terra che ci vide nascere e ci nutrisce,- schiavi non più del<br />

peccato, della materia – e confidiamo nell’ avvenire”.<br />

Morì a Napoli il 23 luglio 1932.<br />

La lezione storica e di vita del Fortunato, che riconosceva nel processo educativo dell’individuo la<br />

possibilità di un riscatto da un destino di attardamento e sottomissione culturale, è oggi più che mai<br />

viva ed attuale.<br />

Il nostro Istituto si fa vanto di sostenere con il proprio operato le scelte future dei suoi alunni<br />

attraverso una offerta formativa calibrata su un territorio difficile, ma tanto amato da chi ci vive.

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