ANNO SCOLASTICO 2011/2012 - Itcfortunato.It
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Come insegnamo<br />
IMPARARE AD APPRENDERE. Su questo la scuola rilancia la sua scommessa educativa. Certo<br />
bisogna vincere eventuali ostilità interne che privilegiano l’autorefenzialità, credendo che l’apertura di<br />
nuovi varchi educativi possa compromettere e stravolgere la propria identità professionale e didattica.<br />
Niente di più falso. Fortunatamente la scuola, nella sua componente prevalentemente umana, sa uscire<br />
da pregiudizi simili riscoprendo il suo ruolo originario: la formazione dell’alunno in quanto persona.<br />
Dunque ad ogni docente si richiede di essere il promotore e organizzatore di strategie tali da favorire<br />
l’APPRENDIMENTO. Un APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO però, ovvero quando ciò che è<br />
appreso non si somma alle conoscenze acquisite, ma comporta una riorganizzazione della struttura<br />
cognitiva in modo tale da consentire una integrazione fra le esperienze già assimilate e le nuove. Qual<br />
è dunque, il metodo migliore per promuovere l’apprendimento facendo sì che la struttura della<br />
disciplina sia in sinergia con la struttura mentale dell’allievo? In altre parole che risponda alle<br />
esigenze epistemologiche delle discipline e a quelle psicologiche dell’allievo? Semplice!<br />
Superando la fase del mero nozionismo che rende le discipline oggetto di studio come un cumulo<br />
irrelato di nozioni da sommare, aprendo nuovi orizzonti educativi che motivino l’alunno nelle varie<br />
fasi dell’apprendimento.<br />
Se l’insegnamento ha come fine specifico l’apprendimento, il docente deve attivare tutte le procedure<br />
comunicative, di scansione graduale dei contenuti, di strategie operative, di tecniche organizzative,<br />
che servano non all’acquisizione di mere conoscenze, fini a se stesse, ma ad un sapere ben<br />
organizzato. Dunque la didattica disciplinare, inserita nella logica della programmazione educativa,<br />
deve tener conto del coinvolgimento intellettuale ed emotivo dell’allievo, dei tempi di apprendimento<br />
sempre diversi l’uno dall’altro (eterocronia).<br />
Risulta pertanto, indispensabile superare il disciplinarismo, non eludendolo ma arricchendolo sul<br />
piano educativo e relazionale. Raccordando l’apprendimento disciplinare con l’esperienza e il mondo<br />
in cui l’alunno vive, si possono superare i limiti del cognitivismo e del disciplinarismo, arginare<br />
fenomeni quali le assenze reiterate, i problemi dell’attenzione, dell’ascolto, dell’incoraggiamento,<br />
della motivazione. Comprendendo quali sono le motivazioni reali che spingono il singolo alunno al<br />
rifiuto della disciplina si evitano preventivamente rischi quali bocciature e dispersione.<br />
L’alunno deve essere indotto a capire che tutte le discipline servono per formare l’uomo. Ad esempio<br />
la matematica oltre al valore dei suoi contenuti sviluppa valori quali il rigore logico, la precisione,<br />
l’esigenza di dimostrare quello che si afferma. Tutte le discipline veicolano valori anche quelle che<br />
possono sembrare più aride e spetta al docente far sì che questi valori passino al discente. Spetta<br />
inoltre, al docente essere in grado di recuperare il rapporto dialogico fra soggetto che impara e oggetto<br />
appreso, svolgendo il ruolo di facilitatore e di organizzatore delle condizioni di apprendimento e non<br />
di giudice implacabile. Come fare per facilitate l’apprendimento?<br />
Due sono i punti fondamentali:<br />
1. rafforzare il valore del successo al raggiungimento di una data impresa;<br />
2. rafforzare il grado di fiducia che il soggetto ha nel riuscire a raggiungerlo.<br />
Il docente in questa nuova ottica dovrà tralasciare la cosiddetta didattica compensativa che mira al<br />
rattoppo delle falle e al sostegno dei punti deboli, privilegiando una didattica d’eccellenza mirante a<br />
stimolare al massimo l’apprendimento dell’alunno proprio là dove rende meglio facendo sì che il suo<br />
campo d’eccellenza funga da traino sulle abilità latenti, bloccate, da qualche difficoltà o dall’auto<br />
convinzione di essere impotenti dunque incapaci!