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ANNO SCOLASTICO 2011/2012 - Itcfortunato.It

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Educhiamo l’ uomo,<br />

tutti gli uomini della terra […]<br />

e confidiamo nell’ avvenire”<br />

<strong>ANNO</strong> <strong>SCOLASTICO</strong> <strong>2011</strong>/<strong>2012</strong>


"L'educazione deve avere per scopo la formazione di<br />

individui che pensino e agiscano autonomamente,<br />

ma che vedano nella comunità il loro più alto<br />

problema di vita."<br />

Einstein


I l<br />

N ostro<br />

D ocumento<br />

I mplica<br />

C orrettezza<br />

E educativa<br />

Indice


1. Il Giustino Fortunato<br />

2. Il NOSTRO POF<br />

3. Perché intitolare l’Istituto a Giustino Fortunato.<br />

4. Giustino Fortunato, l’uomo, lo storico, il pensatore…l’educatore<br />

5. Il nostro Istituto<br />

6. Dove operiamo e con chi<br />

7. Il nostro territorio<br />

8. la nostra utenza<br />

9. Chi siamo<br />

10.Come operiamo: la nostra idea di Educazione<br />

11.Come insegnamo<br />

11.Le nostre finalità educative e i nostri principi ispiratori<br />

12.Le nostre attività di sostegno<br />

13.Le nostre attività di recupero pomeridiane<br />

14.I nostri criteri organizzativi<br />

15.Il nostro progetto formativo<br />

La nuova identità degli istituti tecnici<br />

Insegnare per sviluppare competenze…<br />

… In sintesi cosa cambia<br />

16.Gli indirizzi della scuola<br />

17.L’organizzazione del curricolo<br />

Il nuovo ordinamento<br />

Presentazione sintetica degli indirizzi e delle articolazioni<br />

Il profilo professionale<br />

18.L’ampliamento della nostra offerta formativa<br />

19.I nostri Progetti Anno scolastico <strong>2011</strong>/<strong>2012</strong><br />

20. I nostri Pon<br />

21.Il nostri regolamenti<br />

22. Statuto delle Studentesse e degli Studenti della Scuola Secondaria<br />

23. Criteri per lo svolgimento degli scrutini<br />

24. Il nostro ed il vostro impegno: Sintesi del Patto Formativo del G. Fortunato


Il “Giustino Fortunato”


Il nostro POF<br />

Il POF è un’offerta Formativa. Formativa è un termine in cui si fondono i principi dell'istruzione e<br />

dell'educazione, esso richiama in sé il senso di un apprendimento non circoscritto all'acquisizione di<br />

contenuti disciplinari, all'acquisizione di competenze e alla trasmissione di saperi, ma denso di<br />

esperienze, relazioni, opportunità che danno all'esperienza scolastica una valenza formativa integrale e<br />

per certi aspetti irripetibile.<br />

Il nostro ...è molte cose:<br />

un Piano<br />

una Offerta<br />

un Impegno<br />

un Processo<br />

una Mentalità<br />

una Identità<br />

Un Piano<br />

E' una mappa o itinerario delle decisioni relative alle scelte didattiche e organizzative, quindi è al<br />

tempo stesso sia un piano previsionale sia un piano esecutivo nel senso che ciò che vi si trova scritto<br />

verrà eseguito.<br />

Una Offerta<br />

Le decisioni e le scelte didattiche e organizzative sono rese pubbliche. Tutto ciò implica una<br />

assunzione di responsabilità della scuola e un diritto delle famiglie e degli studenti e delle studentesse<br />

a conoscere in modo assolutamente trasparente l'offerta formativa complessiva della scuola.<br />

Un Impegno<br />

Il POF è il frutto di un’attività di progettazione che ha uno scopo preciso:<br />

il successo formativo di ogni studentessa e studente.<br />

Il documento scritto, o in altre forme espresso e fruibile, chiarisce e rende visibili le scelte<br />

responsabili assunte dalla scuola autonoma per il raggiungimento dell'obiettivo fondamentale in<br />

precedenza evidenziato. E’ dunque un impegno perché documenta gli impegni.<br />

Per l'insegnante è lo strumento per definire le proprie attività, per lo studente e i genitori lo strumento<br />

che li aiuta a conoscere cosa la scuola intende fare e come. Il POF quindi non è astrazione o un nuovo<br />

adempimento burocratico, di cui la scuola non ne sente assolutamente il bisogno, ma una<br />

dichiarazione di azioni concrete.<br />

Un Processo<br />

La sua costruzione prevede la partecipazione e la responsabilità degli insegnanti, degli studenti e delle<br />

studentesse, dei genitori, del personale Amministrativo, del personale Tecnico, del personale<br />

Ausiliario, dei soggetti rappresentativi l'ambiente esterno in cui la scuola vive e opera.<br />

Il POF è quindi per sua natura dinamico e dialettico. Non può essere lo specchio delle esclusive<br />

decisioni degli insegnati o all'opposto la somma delle pretese del territorio e delle Aziende in<br />

particolare.<br />

E' la sintesi di diversi bisogni, interessi, attese, responsabilità.<br />

Si può definire come un processo senza fine, nel senso che la progettazione non si conclude con la<br />

definizione del documento POF, ma riprende, perché l'ultima fase è l'innovazione del Piano. La<br />

valutazione della realizzazione di quanto dichiarato, l'esperienza, la lettura della realtà, le nuove<br />

partecipazioni alla progettazione identificano il POF come un processo inevitabilmente destinato a<br />

crescere nel tempo con l'esperienza e la partecipazione di tutti i soggetti interessati e coinvolti.


Una Mentalità<br />

Il POF è una mentalità, uno stile di lavoro che sollecita nella progettazione il senso di responsabilità,di<br />

razionalità e di partecipazione di ogni scuola.<br />

Una identità<br />

Il Piano è una identità. L'identità, per sua natura, presuppone una precisa identificazione della propria<br />

specificità. Questo significa che nel Piano l'identità emerge se è chiaramente evidente come intende<br />

realizzare il successo scolastico, obiettivo fondamentale, precisando i tempi e i modi. Il POF deve<br />

essere un documento di sostanza.<br />

Il Cuore del piano<br />

Il POF è un mosaico di impegni molto concreti e operativi, composto da tanti tasselli che richiamano<br />

le nuove opportunità offerte dall'autonomia (es. riorganizzazione dei tempi e degli spazi, flessibilità<br />

del curricolo, ampliamento dell'offerta formativa ecc.); non tutti però hanno lo stesso peso e la stessa<br />

ricaduta rispetto alla qualità dell'esperienza formativa. Il POF ha un cuore, un centro di gravità intorno<br />

al quale ruota l'intera mappa delle decisioni. Questa idea di un centro è importante perché porta al<br />

superamento del rischio di una logica che tenda a sommare tante parti tra loro indifferenti senza però<br />

concretamente renderle sinergiche.<br />

Nell'ambito dell'autonomia il cuore del POF è la didattica, intesa come quella strategia consapevole<br />

che la scuola mette in gioco per portare a termine tutte le azioni atte al raggiungimento del fine più<br />

importante: il successo formativo di ogni alunno. L'autonomia trova il suo senso e il suo campo<br />

d'azione nell'aula, nella relazione quotidiana tra chi insegna e chi impara, nel miglioramento delle<br />

condizioni di apprendimento. E’ nella quotidianità dell'aula che si misura l'efficacia delle azioni e il<br />

buon esito delle scelte; è negli interventi didattici di ogni giorno che acquistano senso la flessibilità,<br />

l'organizzazione modulare dei percorsi formativi, i curricoli personalizzati, ecc.<br />

Al centro dell'autonomia, al centro del POF, c'è l'innovazione didattica: è questa che dà senso e<br />

valore alle trasformazioni in atto, sollecita gli insegnanti ad individuare strategie, comportamenti,<br />

tecniche, modelli organizzativi, modalità di intervento, strumentazioni utili a rendere più sicuro<br />

l'apprendimento, a garantire agli studenti e alle studentesse, ogni giorno e in ogni aula, il massimo<br />

sviluppo delle loro potenzialità individuali.<br />

Tutto ciò premesso, il P. O. F., documento non esaustivo e definito ma aperto a continui apporti e<br />

sviluppi assume una valenza:<br />

contrattuale fra istituzione scolastica e operatori, utenza, enti, istituzioni territoriali,<br />

interlocutori esterni;<br />

conoscitiva e culturale sulle abilità, competenze e professionalità che l’istituto è in grado di<br />

costruire e offrire al territorio, ai fornitori del servizio scolastico e agli interlocutori sul<br />

contributo che esso può apportare, con la realizzazione del suo prodotto formativo, alla<br />

trasformazione e organizzazione della realtà ambientale, sociale, economica e civile del<br />

territorio, allo sviluppo e alla crescita della società ;<br />

organizzativa e razionale delle risorse disponibili e reperibili per conseguire risultati<br />

positivi;<br />

competitiva nell’ambito dell’erogazione dei servizi e dell’offerta formativa.<br />

Si tratta di un impegno culturale ed educativo che coniuga la duplice esigenza di formare personalità<br />

fornite di autonome capacità di interpretazione, di rivalutazione e di sviluppate attitudini professionali


Perché intitolare l’istituto a Giustino Fortunato.<br />

Quando nel 1982, nacque il nostro istituto tecnico commerciale, sul territorio avellinese era già<br />

presente una scuola per Ragionieri; il nostro Istituto, nasceva quindi con un compito molto difficile,<br />

ovvero dimostrare di non essere semplicemente il ricettacolo di studenti in esubero difficili da<br />

dislocare, costola di un istituto gemello senza identità personale, ma un prodotto culturale fortemente<br />

voluto sul territorio che formasse le nuove generazioni con cura e premura.<br />

Era necessario dunque scegliere un nome che avrebbe evidenziato il forte legame tra la nuova scuola<br />

che nasceva ed il territorio, un nome che avesse insito in sé tutta l’attenzione per le<br />

generazioni future ed il grande amore per la nostra terra; terra cara, ma amara che ancora richiedeva<br />

tutto l’impegno culturale dei giovani irpini.<br />

Bisognava che la nuova scuola costruisse la sua identità con il sacrificio di docenti, dirigenza, e tutto<br />

il personale scolastico alla luce dell’urgente bisogno, a due anni di distanza dal tremendo sisma che ci<br />

aveva colpito, di sostenere il rilancio del nostro territorio; era chiaro che la rinascita di una terra non<br />

passasse solo ed esclusivamente attraverso la costruzione di case, strade, chiese, ma soprattutto di<br />

scuole pronte ad accogliere nuove generazioni che avrebbero onorato la terra irpina.<br />

Fu così che “i padri fondatori” dell’istituto decisero di intitolare la scuola ad uno dei pensatori più<br />

legati al meridione, ovvero Giustino Fortunato.<br />

Da allora tanti nostri diplomati, ancora oggi, sono il vanto della nostra terra, dunque della nostra<br />

scuola e di chi li educò.


Giustino Fortunato,<br />

l’uomo, lo storico, il pensatore…l’educatore<br />

Giustino Fortunato fu l’uomo della tristezza meridionale, la voce accorata delle problematiche del sud,<br />

l’espressione incisiva dei bisogni del territorio, il rivelatore doloroso e coraggioso della situazione<br />

delle terre meridionali.<br />

Si direbbe che in lui al pessimismo dell’intelligenza, rispondesse l’ottimismo della volontà e del<br />

sentimento, ovvero uno slancio etico - civile, che appariva fiducia nella storia e nei tempi nuovi, che,<br />

comunque, riteneva potessero arrivare.<br />

“Dopo tutto, ben altro è stato il mio intendimento: questo, cioè, che lo studio della storia valga un<br />

bel nulla, quale che sia il suo campo, se essa non serva a farci ritrovare nel passato e apprendervi<br />

la ragione del presente”.<br />

Giustino Fortunato nacque a Rionero in Vulture il 4 settembre 1848 da Pasquale Fortunato e Antonia<br />

Rampolla. La sua famiglia, proveniente da Giffoni (SA) si era insediata a Rionero all’inizio del 1700.<br />

Mandato a compiere i primi studi presso il collegio dei Gesuiti a Napoli, si iscrisse all'università, alla<br />

facoltà di Giurisprudenza. Conseguita la laurea però, il Fortunato si rese conto che i suoi interessi non<br />

erano diretti né verso l’amministrazione del patrimonio familiare, né verso l’attività forense perciò<br />

pensò di concorrere agli impieghi della carriera amministrativa e venne nominato Consigliere di<br />

Prefettura a Lecce, incarico che non esercitò per non dispiacere a suo padre che voleva invece avviarlo<br />

alla carriera politica. Frattanto si appassionò all'arte, all'alpinismo e al giornalismo diventando<br />

redattore di due giornali del partito moderato: "Unità Nazionale" e "Patria". Il suo intento nella<br />

politica fu quello di "cooperare alla ricostruzione civile della patria", perciò non si iscrisse "né alla<br />

Destra né alla Sinistra".<br />

La sua attività politica si caratterizzò per la famosa “Questione Meridionale” che il Fortunato sollevò<br />

prepotentemente in Parlamento dove entrò per la prima volta nel 1880, all’età di trentadue<br />

anni.L’unità d’<strong>It</strong>alia, mettendo a diretto confronto l’<strong>It</strong>alia centro-settentrionale con quella meridionale,<br />

rivelò in modo drammatico lo stato di inferiorità in cui questa si trovava. Il Brigantaggio fu la prima<br />

prova di un gran disagio e di una sorta di incompatibilità fra due <strong>It</strong>alie, cui bisognava porre rimedio.<br />

Per meglio conoscere la realtà del Sud, e perciò affrontarla, furono fatte più inchieste, di cui le più<br />

importanti risultarono essere quella di Massari e Castagnola (1863), quella di Sonnino e Franchetti<br />

(1874-1878) e, infine, quella di Stefano Iacini (1881-1890). All’inizio del secolo XX, nel 1910, ci<br />

sarebbe stata quella, molto ampia, condotta da Francesco Saverio Nitti.<br />

Fu attraverso quegli studi che il Fortunato si andò convincendo che il Mezzogiorno, pur essendo stato<br />

una volta la florida terra della Magna Grecia, era andato incontro ad un processo di grave e tragico


degrado, non solo economico ma anche morale. Quanto all’unità d’<strong>It</strong>alia, era stata fatta nutrendo<br />

l’illusione che il Sud fosse rimasto quello di una volta. Bisognava sfatare molte leggende e molti miti,<br />

presentando la realtà per quella che era, sì da tentarne, con opportuni rimedi, la rinascita.<br />

Non mancarono di quelli che, pur patrioti e unitaristi, avrebbero voluto abbandonare il Sud al suo<br />

destino, perché teorizzavano la irrimediabilità della inferiorità meridionale, in quanto collegata a<br />

ragioni etniche e naturali.<br />

Dall’interno del Sud si levarono allora voci che, senza nulla nascondere della realtà del Sud, si<br />

batterono per il suo riscatto, or suscitando un senso di pietà e pena, come fecero in genere romanzieri<br />

e narratori, or chiamando la politica ad ogni sforzo di intervento concreto.<br />

Collocato a metà strada fra l’uno e l’altro atteggiamento potrebbe dirsi Giustino Fortunato,<br />

tendenzialmente portato al pessimismo e al sentimentalismo, ma contemporaneamente desideroso di<br />

smuovere le acque stagnanti entro cui il Mezzogiorno, non per propria colpa, era immerso e rischiava<br />

di affogare.<br />

L’unità d’<strong>It</strong>alia, tuttavia, pur fatta con quelle illusioni, rimaneva “miracolosa e magnifica opera<br />

d’arte”, primo passo importante per il riscatto della nazione, e quindi del Sud, ma tutto era<br />

particolarmente difficile, perché bisognava recuperare molti secoli di ritardo. Non si dovevano<br />

commettere ulteriori errori. Tra questi c’era il temuto federalismo, che, dando potere legislativo ed<br />

esecutivo alle regioni, e movendosi in senso contrario all’unità nazionale, avrebbe sicuramente<br />

consegnato il Sud alle forze politiche, economiche e sociali peggiori, cioè alle camarille e alla<br />

camorra, al clientelismo e al trasformismo. Erano le stesse preoccupazioni etico-civili che nutriva il<br />

suo maestro e amico Francesco De Sanctis. Le grandi speranze da lui riposte nelle banche popolari si<br />

erano risolte, purtroppo, in quello che lui chiamò “carnevale bancario”<br />

All’attività parlamentare, allo studio dei problemi sociali ed economici, volle e seppe trovar sollievo e<br />

ristoro nelle ricerche storiche. A conferma della sua passione di letterato e studioso, la sua casa di<br />

Napoli si trasformò, per molti anni, in “salotto letterario” frequentato da studiosi, politici, intellettuali<br />

del tempo.<br />

Si prefisse di svelare il passato di una terra emarginata, creduta priva di storia, fiaccata da secoli di<br />

dominazione straniera; non fu il cultore di piccole glorie da campanile, ma inquadrò i suoi resoconti<br />

nel più ampio contesto storico del tempo. Lo scopo ultimo è dichiarato: “Un regime di libertà, nel<br />

mondo moderno, non è assolutamente compatibile se non col benessere delle moltitudini.<br />

Educhiamo l’uomo, tutti gli uomini della terra che ci vide nascere e ci nutrisce,- schiavi non più del<br />

peccato, della materia – e confidiamo nell’ avvenire”.<br />

Morì a Napoli il 23 luglio 1932.<br />

La lezione storica e di vita del Fortunato, che riconosceva nel processo educativo dell’individuo la<br />

possibilità di un riscatto da un destino di attardamento e sottomissione culturale, è oggi più che mai<br />

viva ed attuale.<br />

Il nostro Istituto si fa vanto di sostenere con il proprio operato le scelte future dei suoi alunni<br />

attraverso una offerta formativa calibrata su un territorio difficile, ma tanto amato da chi ci vive.


Il nostro Istituto<br />

L’istituto Tecnico Commerciale “G. Fortunato”, fondato nell’anno scolastico 1982, ha sede ad<br />

Avellino, in via Morelli e Silvati , ed è diretto e guidato dal D. S. prof. Michele Pippo,<br />

conta venticinque classi ed è frequentato da circa cinquecento allievi. Il rapporto con il territorio e la<br />

società, in cui l’Istituto opera ed è inserito, è di integrazione indubbiamente positiva. Il “Fortunato”<br />

può sicuramente ritenersi Istituzione nel senso pieno del termine, poiché vanta la continuità di un<br />

rapporto di fiducia con la società locale ed è vissuto, in città e provincia, come un istituto in grado di<br />

fornire un servizio di qualità elevata, attraverso percorsi formativi rigorosi ed efficaci. Negli ultimi<br />

anni, l’offerta formativa è andata sempre più diversificandosi ed ai corsi tradizionali si sono affiancati<br />

corsi sperimentali a forte caratterizzazione giuridico -economico- aziendale , informatica e gestionale.<br />

Un passo avanti decisivo, per un ulteriore miglioramento della qualità dei servizi offerti, si è avuto<br />

nell’anno scolastico 2006/2007, quando, dopo tanta attesa, l’Istituto si è trasferito in una sede<br />

completamente nuova, (oggi in fase di l’ampliamento tramite la costruzione di nuove aule e<br />

laboratori) nella quale le dotazioni strutturali sono state adeguate ai nuovi bisogni e lo svolgimento<br />

delle diverse attività didattiche può essere effettuato in spazi confortevoli ed attrezzati .<br />

Per la qualità dei suoi programmi e la ricchezza e attualità dei suoi progetti, l’Istituto Tecnico<br />

Commerciale ”G. Fortunato”, si accredita come un’agenzia formativa ed educativa di alto livello<br />

culturale e tecnico-professionale,pronta ad affrontare le sfide e le opportunità che la nuova autonomia<br />

scolastica implica.


I nostri ampi spazi


Le nostre aule<br />

I nostri laboratori


La nostra biblioteca<br />

Dove operiamo e con chi<br />

L’istituto è situato ad Avellino in via Morelli e Silvati<br />

Tel e Fax : 08251643269- E-mail fortunato.giustino@virgilio.it<br />

SITO WEB :www. itcfortunato.it<br />

Codice meccanografico: AVTD060007<br />

Corso Sirio (serale) :AVTD0650L


<strong>ANNO</strong> <strong>SCOLASTICO</strong> <strong>2011</strong>/<strong>2012</strong><br />

NUMERO ALLIEVI 530<br />

NUMERO DOCENTI 50<br />

NUMERO UNITA’ PERSONALE A.T.A. 15<br />

SITUAZIONE ORGANICO<br />

RISORSE STRUTTURALI INTERNE<br />

L’I.T.C. “G .FORTUNATO” è attrezzato delle seguenti aule speciali:<br />

laboratorio di trattamento di testi;<br />

laboratorio di informatica in rete multimediale;<br />

laboratorio di ragioneria e tecnica<br />

laboratorio per l’IGEA;<br />

laboratorio cinematografico (sala proiezione);<br />

laboratorio linguistico;<br />

aula magna;<br />

biblioteca.<br />

RAPPORTI CON ENTI ISTITUZIONALI<br />

La scuola si raccorda con il territorio attraverso contatti con le istituzioni, le agenzie di controllo<br />

sociale (Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato) al fine di promuovere la legalità e il senso<br />

dello stato e delle istituzioni negli allievi.<br />

Promuove inoltre dibattiti e conferenze con gli enti istituzionali su problematiche di interesse sociale<br />

di rilevante attualità e si raccorda con le imprese presenti sul territorio al fine di mettere in contatto gli<br />

studenti con il mondo del lavoro e per permettere loro di verificare sul campo attraverso attività di<br />

stage conoscenze competenze e capacità acquisite a scuola.


Ministero Pubblica Istruzione.<br />

Direzione Scolastica Regionale.<br />

Università.<br />

REFERENZE ISTITUZIONALI<br />

Regione Campania. Fondi di leggi Regionali.<br />

Comunità Europea Progetti P.O.N, P.O.R. ( F.S.E.- F.E.S.R.)<br />

PROVINCIA DI AVELLINO<br />

Assessorato Pubblica Istruzione. GESTIONE COMPLESSO <strong>SCOLASTICO</strong><br />

Assessorato alla Formazione prof .le GESTIONE RETE VIARIA<br />

e alle Politiche Attive del lavoro. SUPPORTO AI PROGETTI<br />

Assessorato Politiche Sociali. ORIENTAMENTO<br />

Assessorato al Turismo.<br />

Assessorato Edilizia Scolastica.<br />

Consorzi/Agenzie di trasporti<br />

A.S.L. n.2<br />

Sostegno ai Progetti di (Prevenzione,<br />

Dispersione, Educazione alla Salute,<br />

Sicurezza,Formazione.<br />

LINGUA CENTER Certificazione Lingua Straniera (inglese)<br />

Forze Armate. Attività di orientamento post diploma<br />

Enti del mondo dell’informazione, Stage curricolari<br />

lavoro e formazione. Alternanza suola-lavoro<br />

Aziende.<br />

Associazioni di categoria.


Il nostro territorio<br />

Il territorio per le sue caratteristiche orografiche ha permesso il transito di svariate civiltà. Di esse si<br />

conservano vivi ricordi grazie ai reperti che abbondantemente costellano i nostri siti. L’economia è<br />

basata sull’agricoltura, ma una gran parte della forza lavoro è impegnata in attività commerciali. Negli<br />

ultimi anni si intravede la possibilità di un discreto sviluppo nel settore terziario. In virtù dell’analisi<br />

appena esposta i docenti si trovano ad operare in un contesto ambientale diversificato.<br />

La scuola, come ente istituzionale, si propone di garantire alla sua popolazione scolastica una<br />

adeguata formazione umana, sociale e culturale, che possa favorire un inserimento attivo e<br />

responsabile degli alunni nell’odierna società, facendo sì che lo studente sia preparato ad affrontare le<br />

innumerevoli difficoltà che la vita presenta ed aiutandolo ad inserirsi nel mondo del lavoro.<br />

Alla luce dei bisogni formativi degli alunni, la scuola opera per individuare le strategie necessarie per<br />

stabilire un percorso educativo e didattico che miri alle finalità sopra indicate. Essa, mediante un<br />

opportuno utilizzo delle risorse ed un’azione educativa aderente alle esigenze specifiche dell’utenza,<br />

del territorio e alle istanze di una collettività in trasformazione, favorisce l’acquisizione delle capacità<br />

e competenze, qualificate e flessibili, al fine di essere più competitivi nell’ambito territoriale.<br />

La scuola, attraverso l’adattamento, l’integrazione dei programmi e la realizzazione di opportuni<br />

progetti, si prefigge di:<br />

potenziare l’apprendimento con una programmazione didattica e un’offerta formativa,<br />

fondata sulla centralità dell’alunno, sulle esigenze comunicative adeguate alle nuove<br />

forme di comunicazione multimediale e sullo sviluppo delle abilità indispensabili a un<br />

giusto inserimento nel mondo del lavoro;<br />

ricostruire l’identità storica, culturale e funzionale della comunità, partendo dal<br />

recupero della memoria storica, dall’analisi della realtà in cui opera, favorendone<br />

l’evoluzione;<br />

valorizzare il lavoro degli insegnanti, aiutandoli a riscoprire la propria identità<br />

individuale e collettiva, favorendo la costruzione di una nuova figura professionale,<br />

equilibrata e coerente, adeguata alla scuola dell’autonomia, capace di una progettazione<br />

educativa e didattica, atta a favorire la crescita del singolo e dell’istituzione scolastica;<br />

rendere visibile l’identità e il ruolo dell’istituto nel contesto territoriale, attraverso la<br />

valorizzazione e la partecipazione delle diverse componenti e figure professionali presenti<br />

nella scuola, favorendo anche il confronto e l’intervento di soggetti ed operatori esterni;<br />

esplicitare le regole interne e il tipo di organizzazione in coerenza con le finalità<br />

educative dichiarate.


La nostra utenza<br />

La centralità dell’alunno nel nostro istituto non è pura teoria, ma una costante didattica che invita<br />

tenacemente ogni docente a tener conto dell’universo variegato ed estremamente complesso che porta<br />

in sé ogni alunno.<br />

I nostri ragazzi provengono per la maggior parte dalla provincia Irpina che culturalmente predilige la<br />

sicurezza di un indirizzo di studi completo, che certifichi alla fine del quinquennio le competenze<br />

acquisite e spendibili in svariati contesti. Certamente rende più appetibile la scelta del nostro Istituto<br />

la settimana corta, ovvero l’orario curricolare suddiviso in cinque giorni con un rientro pomeridiano il<br />

venerdì ed il sabato libero.<br />

La spinta alla scelta del nostro Istituto però, non è soltanto dettata da tale semplicistico interesse,<br />

questo poteva valere nei primi anni di applicazione del nostro orario, oggi invece più che mai la nostra<br />

utenza ha assunto i connotati tipici di una famiglia allargata ove trovano riparo e conforto in<br />

particolare tutte le problematiche relative alla gestione del pendolarismo che assume caratteri più<br />

marcati proprio nella nostra particolare tipologia oraria che prevede appunto un rientro pomeridiano<br />

il venerdì.<br />

Tale attitudine al sostegno si sposa però con la necessità di dover indirizzare e gestire con attenzione e<br />

autorevolezza tutto ciò che riguarda la sicurezza dei nostri alunni arginando se possibile il rischio di<br />

essere tacciati dagli alunni stessi come rigidi controllori. Forti però, dell’apprezzamento delle<br />

famiglie curiamo i nostri ragazzi fin dal loro primo giorno di scuola.<br />

Per facilitare la gestione del fenomeno del pendolarismo, il nostro Istituto ha cercato di ridurre i disagi<br />

derivanti dalla distanza e dall’orario interno garantendo i servizi necessari;<br />

Coordinamento con gli orari dei trasporti pubblici<br />

Contatti scuola-famiglia<br />

Bar con possibilità di mensa su prenotazione


Chi siamo


IL DIRIGENTE <strong>SCOLASTICO</strong><br />

PROF.MICHELE PIPPO<br />

Correttezza, professionalità, cordialità, disponibilità sono la base dei principi ispiratori che<br />

caratterizzano chi ha il compito arduo di dirigere un Istituto come il nostro.


IL DIRETTORE D.S.G.A DOTT.SSA A. I<strong>ANNO</strong>NE


1 COLLABORATORE prof.ssa G. CORRADO<br />

2 COLLABORATORE prof.ssa A. PAOLILLO


AREA 1<br />

Cultura e gestione<br />

Biblioteca<br />

Prof. Antonio Ventola<br />

AREA2<br />

Interventi e servizi<br />

agli studenti –<br />

IDEI e VIAGGI<br />

D’ISTRUZIONE<br />

Prof.ssa<br />

Anna Tomeo<br />

AREA3<br />

Interventi e servizi per<br />

gli studenti – “<br />

Alternanza scuola –<br />

lavoro e orientamento in<br />

uscita”.<br />

Prof.<br />

Giuseppe Silvestri<br />

AREA4<br />

Monitoraggio, verifica,<br />

valutazione e<br />

aggiornamento del POF e<br />

sostegno ai docenti:<br />

Prof.ssa<br />

Gerarda Iannone<br />

Il Consiglio di Dirigenza<br />

Il Consiglio di Dirigenza ha compiti di coordinamento generale di tutte le attività didattiche e<br />

gestionali della Scuola, elabora linee di indirizzo, progetti e proposte operative da presentare al<br />

Collegio dei docenti e al Consiglio di Istituto. Esso è formato dal Dirigente scolastico, Prof. Michele<br />

Pippo, dal collaboratore vicario e dal secondo collaboratore.<br />

Collaboratori del Dirigente Scolastico<br />

Il Dirigente Scolastico, secondo quanto previsto dalla normativa, all'inizio di ogni anno scolastico,<br />

individua il Collaboratore Vicario ,il 2° Collaboratore e un Collaboratore fiduciario (per il corso<br />

SIRIO), i cui compiti vengono definiti dal Dirigente stesso ed esplicitati nella nomina in base al<br />

seguente elenco:<br />

Funzioni comuni a tutti i Collaboratori:<br />

1. Sono delegati al controllo e verifica dello svolgimento delle attività connesse al P.O.F. con<br />

particolare riferimento all'impiego delle risorse umane (IDEI, potenziamento, codocenza,<br />

ecc.), in base alle decisioni assunte dal D.S. in seguito agli accordi stipulati con la R.S.U.,<br />

interfacciandosi con i coordinatori d'indirizzo;<br />

2. seguono i rapporti con i rappresentanti degli studenti per pianificazioni, attività,<br />

organizzazione e gestione delle assemblee;<br />

3. seguono i lavori della commissione orario;<br />

4. curano la gestione dei piani di supplenza con l'ausilio della Segreteria del personale;<br />

5. curano la copertura delle supplenze fino a 15 gg;<br />

6. curano la copertura delle assenze del personale docente dovute ad impegni esterni, con<br />

riformulazione ed eventuale modifica dell'orario delle classi;<br />

7. modificano l'orario in caso di sciopero del Personale Docente;


8. autorizzano singoli alunni o classi ad ingressi posticipati ed uscite anticipate (previo<br />

accertamento di presa di conoscenza da parte dei genitori e solo in caso di assenza di docenti a<br />

disposizione;<br />

9. giustificano i ritardi e valutano l'ammissibilità degli studenti in ritardo;<br />

10. gestiscono disciplina, sicurezza, vigilanza, controllo e decoro dell'ambiente;<br />

11. segnalano situazioni di pericolo al Responsabile per la Sicurezza;<br />

12. applicano il Regolamento di disciplina;<br />

13. propongono al Direttore S.G.A l'utilizzo del personale A.T.A. in relazione ad eventuali<br />

necessità;<br />

Funzioni specifiche del Collaboratore VICARIO - Prof. ssa Giuseppina Corrado<br />

1. assume tutte le funzioni dirigenziali, in caso di impedimento del Dirigente, sull'intera<br />

istituzione scolastica;<br />

2. è autorizzato alla firma di atti con rilevanza esterna, anche in presenza del Dirigente, laddove<br />

l'atto non comporti assunzione di impegni da parte dell'istituzione scolastica;<br />

3. svolge le funzioni di coordinamento ed è autorizzato all'assunzione di decisioni e<br />

all'emanazione di atti interni relativi all'organizzazione dell'istituzione scolastica dopo aver<br />

consultato il Dirigente;<br />

4. è autorizzato a rappresentare il Dirigente Scolastico nelle fasi istruttorie di attività rivolte<br />

all'esterno;<br />

5. è delegato all'autorizzazione, controllo e verifica dello svolgimento delle attività connesse al<br />

P.O.F., relative al recupero e potenziamento, che impegnano risorse di organico;<br />

6. partecipa alle riunioni con i Coordinatori d'indirizzo e a tutte le riunioni per le quali il D.S. lo<br />

ritenga essenziale, in base ad eventuali ampliamenti di delega;<br />

Funzioni specifiche del SECONDO COLLABORATORE- Prof. ssa Antonella Paolillo<br />

1. assume la funzione dirigenziale in caso di contemporanea assenza del Dirigente e del Vicario,<br />

in base al ruolo previsto dalla delega individuale;<br />

2. collabora alle attività di coordinamento organizzativo poste in essere dal Dirigente Scolastico e<br />

dal Collaboratore Vicario.<br />

In assenza dei Collaboratori nominati, il Dirigente scolastico delegherà tutte o parte delle<br />

loro funzioni ad altri docenti fra quelli appartenenti all’Istituto


FUNZIONI STRUMENTALI<br />

DOCENTI DESIGNATI QUALI FUNZIONI STRUMENTALI PER L’A.S.<br />

<strong>2011</strong>/<strong>2012</strong><br />

AREA 1<br />

“Cultura e gestione biblioteca”-interventi e servizi agli studenti:<br />

Prof. Antonio Ventola<br />

Il docente F.S. è responsabile dei seguenti servizi:<br />

Coordina tutte le iniziative culturali che caratterizzano l'Offerta Formativa della Scuola in<br />

collaborazione con la Funzione (POF).<br />

Giornata dell’Arte e della Creatività<br />

Educazione alla memoria<br />

Coordinamento attività extra curriculari<br />

Rapporti con gli studenti (rilevazione esigenze particolari, assemblee studentesche,<br />

consulta provinciale).<br />

Raccolta progetti didattico-educativi.<br />

Coordinamento attività di accoglienza classi prime<br />

Coordinamento scuola famiglia .<br />

Promuove l'organizzazione delle iniziative culturali avvalendosi della collaborazione dei<br />

docenti interessati.<br />

Promuove il confronto con gli allievi, le famiglie, i rappresentanti degli enti locali, i<br />

Coordinatori dei dipartimenti, dei Consigli di Classe e i referenti delle diverse Commissioni<br />

Pubblicizza le attività culturali proposte da altri enti e associazioni e ne organizza<br />

eventualmente la partecipazione delle classi interessate.


AREA 2<br />

Interventi e servizi agli studenti - IDEI e VIAGGI D’ISTRUZIONE:<br />

Prof.ssa Anna Tomeo<br />

Il docente F.S. è responsabile dei seguenti servizi:<br />

Favorire un sistema funzionale per la realizzazione del sostegno all’apprendimento.<br />

individuazione dei criteri e delle modalità didattico-organizzative per l’effettuazione<br />

degli IDEI.<br />

monitoraggio degli IDEI effettuati.<br />

predisposizione degli IDEI e delle varie attività di recupero, in base al budget<br />

disponibile<br />

interventi contro la dispersione scolastica.<br />

collaborazione con la collaboratrice vicaria per predisposizione documenti ed<br />

organizzazione dei candidati esterni agli esami di idoneità e agli esami integrativi.<br />

AREA 3<br />

Interventi e servizi per gli studenti – “ Alternanza scuola – lavoro e<br />

orientamento in uscita”:<br />

Prof. Giuseppe Silvestri<br />

Il docente F.S. è responsabile dei seguenti servizi:<br />

Promuove e cura la progettazione di stages all'interno dei consigli di classe.<br />

Promuove iniziative atte a favorire aperture di collaborazione con enti pubblici, privati<br />

e culturali.<br />

Coordinamento rapporti con aziende private.<br />

Coordina le funzioni di tutoraggio nell'attuazione degli stages.<br />

Valuta l'efficacia degli stages attraverso azioni di monitoraggio. Promuove e cura<br />

iniziative atte a favorire, da parte dei consigli di classe, l'uso dei laboratori.


AREA 4<br />

Monitoraggio, verifica, valutazione e aggiornamento del POF<br />

e sostegno ai docenti:<br />

Prof.ssa Gerarda Iannone<br />

Il docente F.S. è responsabile dei seguenti servizi in collaborazione con le Funzioni n.1 (CULTURA) .<br />

Coordinamento delle attività di progettazione e di stesura del P.O.F. secondo le<br />

indicazioni del Consiglio d'Istituto e sulla base del mandato del Collegio Docenti.<br />

Sostegno all'innovazione tramite la diffusione di informazioni relative alla funzione<br />

sociale della scuola nell'autonomia e alle finalità formative che deve perseguire.<br />

Confronto sistematico con la Commissione Orientamento, gli allievi, le famiglie, i<br />

rappresentanti degli enti locali, del mercato del lavoro, i coordinatori dei dipartimenti, i<br />

referenti delle diverse commissioni e i docenti in modo da favorire l'ampliamento<br />

dell'Offerta Formativa.<br />

Diffusione del P.O.F. 2010/<strong>2011</strong>.<br />

Collabora con il docente designato F.S del progetto biblioteca e con la commissione<br />

cultura.<br />

Valutazione del P.O.F. in relazione alle risposte dell'utenza.<br />

Coordinamento delle elezioni scolastiche in collaborazione con il presidente della<br />

Commissione elettorale.<br />

Coordinamento attività di accoglienza classi prime.<br />

Coordinamento scuola famiglia.<br />

Controllo dei registri dei verbali di classe, prima della firma del Dirigente Scolastico.<br />

Cura della documentazione, delle relazioni e dei prospetti in raccordo con i coordinatori<br />

di classe


COORDINATORI E SEGRETARI DEI CONSIGLI DI CLASSE<br />

COMPITI DEL COORDINATORE DI CLASSE<br />

1. Presiede il Consiglio di classe in assenza del Dirigente;<br />

2. Acquisisce tutti i dati e i materiali eventualmente necessari alla trattazione dell'ordine del<br />

giorno;<br />

3. Svolge il ruolo di figura di riferimento per gli alunni, le famiglie e i docenti e funge, in caso di<br />

necessità, da intermediario;<br />

4. Collabora con il docente referente del C.I.C. ed acquisisce ogni eventuale informazione utile<br />

riguardante casi problematici;<br />

5. Individua e segnala, a chi di dovere, eventuali problemi e difficoltà da risolvere;<br />

6. Controlla periodicamente le assenze e i ritardi degli allievi segnalandoli sull’apposito modulo<br />

e, nei casi in cui sia necessario, convoca la famiglia dell'alunno;<br />

7. Coordina le attività integrative riguardanti la classe: visite e viaggi d'istruzione, partecipazione<br />

a spettacoli e attività varie ecc. (auspicabile a questo proposito, il confronto con gli altri<br />

Coordinatori), controllando periodicamente tutte le ore utilizzate con la collaborazione dei<br />

rappresentanti di classe;<br />

8. Richiede al Dirigente la convocazione del Consiglio di Classe ogni qualvolta lo ritenga<br />

indispensabile ed opportuno o ne riceva motivata richiesta da almeno due/terzi dei membri del<br />

Consiglio stesso;<br />

9. Al Coordinatore confluiscono tutte le informazioni e gli elementi di valutazione relativi agli<br />

alunni della classe con l'obbligo di informare periodicamente il Dirigente.<br />

Con delega a presiedere il consiglio di classe in sua assenza non istituzionale, il Dirigente<br />

scolastico ha nominato i sottoelencati docenti quali coordinatori di classe per l’anno scolastico<br />

<strong>2011</strong>- <strong>2012</strong><br />

1 1A I<strong>ANNO</strong>NE GERARDA<br />

2 1B TOMEO ANNA<br />

3 1C MARINO LOREDANA<br />

4 2A BELFATTO TERESA<br />

5 2B LECCESE MARIELLA<br />

6 2C DI CICILIA ALFREDO<br />

7 2D VILLANO ANNAMARIA<br />

8 3PD DE LUCA ELEONORA<br />

9 3A SILVESTRI GIUSEPPE<br />

10 3PA AURILLO CARMELINA<br />

11 3PB TROISI MICHELE<br />

12 3PC FIERRO MARIA<br />

13 4A TETA ANGELO<br />

14 4PA VENTOLA ANTONIO<br />

15 4PB FRICCHIONE LINDA<br />

16 4PC D’ONOFRIO LUCREZIA<br />

17 4PD ISCARO LIANA<br />

18 5A LABRUNA ENRICO<br />

19 5PA DELLA PIA ROSANNA<br />

20 5PB GUERRIERO LUIGI<br />

21 5PC CAPASSO ANTONIETTA<br />

22 5PD CUTUGNO ANNAMARIA<br />

23 5PE GAETA LUCIA<br />

24 3A sirio FURCOLO GEMMA<br />

25 3B sirio VIOLANTE DONATO<br />

26 4 sirio VIOLANTE DONATO


COMMISSIONI<br />

COMMISSIONE ELETTORALE<br />

proff.ri Linda Fricchione e Angelo Delli Gatti - Nutile Mario -<br />

(sig.Palladino Mario genitore) – (Palladino Alessia alunna classe 5PA).<br />

Commissione<br />

elettorale<br />

Realizzare una regolare<br />

effettuazione delle elezioni dei<br />

rappresentanti delle componenti<br />

degli Organi Collegiali.<br />

COMITATO DI VALUTAZIONE DOCENTI <strong>ANNO</strong> DI PROVA<br />

Predisposizione del materiale<br />

elettorale.<br />

Controllo della regolarità della<br />

procedura dello svolgimento<br />

delle elezioni.<br />

Spoglio dei voti e pubblicazione<br />

dei risultati.<br />

proff.ri (titolari) Ventola Antonio – Troiano Luigi.<br />

proff.ri (supplenti) Aurillo Carmelina – Villano Annamaria<br />

Il comitato di valutazione è formato, oltre che dal Dirigente scolastico, che ne è il presidente, da quattro<br />

docenti quali membri effettivi e da due docenti supplenti. Il comitato dura in carica un anno e i suoi membri<br />

sono eletti dal Collegio dei docenti. Il comitato di valutazione del servizio esercita le competenze previste dagli<br />

articoli 440 e 501 in materia di anno di formazione e abilitazione del personale docente. Su richiesta del<br />

docente interessato, il Comitato può esprimere la valutazione del servizio dello stesso, previa relazione del<br />

Dirigente scolastico.<br />

COMMISSIONE ORGANO DI GARANZIA<br />

proff.ri Dirigente Scolastico-prof.ssa Capasso Antonietta<br />

- genitore eletto nel C.I.- alunno eletto nel C.I.<br />

- Rappresentante personale ATA Mario Nutile<br />

Organo di garanzia<br />

Contro le sanzioni disciplinari diverse da quelle che comportano l'allontanamento dalla comunità<br />

scolastica, per le quali rimangono in vigore le disposizioni di cui all'art. 328 commi 2 e 4 del D.L.vo<br />

297/94, è ammesso il ricorso da parte del soggetto interessato alle sanzioni entro 15 giorni dalla loro<br />

erogazione all'Organo di garanzia. Esso – sempre presieduto dal Dirigente Scolastico - di norma, si<br />

compone , per la scuola secondaria di 2° grado da un docente designato dal consiglio d’istituto, da un<br />

rappresentante eletto dagli studenti e da un rappresentante eletto dai genitori.


COMMISSIONE ORARIO <strong>SCOLASTICO</strong><br />

Professoresse: ANNAMARIA CUTUGNO – MARIA FIERRO<br />

Commissione orario<br />

Acquisiti i "desiderata" dei docenti, la commissione orario -distinte per Istituto- formula e cura<br />

l'eventuale aggiornamento dell'orario scolastico, sentito il Dirigente.<br />

La Commissione è nominata dal Collegio dei Docenti in numero non superiore a tre componenti per<br />

ogni Istituto. L’incarico dà diritto al fondo dell’Istituzione scolastica.<br />

COMMISSIONE POF<br />

La commissione POF è costituita dal primo collaboratore, dal secondo collaboratore, dai docenti<br />

designati funzioni strumentali e dai docenti referenti di dipartimento.<br />

COMMISSIONE ORIENTAMENTO IN ENTRATA.<br />

Proff.ri CORRADO G., LEPORE M.T., ZAINO S.<br />

Prof.ssa GEMMA FURCOLO<br />

RSPP – Arch. PATRIZIA GAMMA -<br />

Sicurezza<br />

.<br />

RESPONSABILE CORSO “SIRIO”<br />

RESPONSABILI DELLA SICUREZZA<br />

Revisione del documento di<br />

Valutazione dei rischi.<br />

Proposte in Consiglio d'Istituto.<br />

Supporto per la struttura.<br />

Prof.ssa ERMINIA SPAGNUOLO<br />

RESPONSABILE C.I.C.<br />

Individuazione di strumenti per ridurre i<br />

rischi.<br />

Contatti con il personale docente e non<br />

docente.<br />

Acquisizione di competenze e<br />

realizzazione di prove di evacuazione


GRUPPO GLHO D’ISTITUTO<br />

Gruppo GLH d’Istituto<br />

Gli insegnanti di sostegno ed i consigli di classe interessati<br />

Prof.ssa PATRIZIA COLUCCINO<br />

Prof. GIANLUCA TODISCO<br />

Prof. CARMINE PAGLIUCA (docente designato referente)<br />

Prof.ssa IANDOLO MMARIA<br />

Consigli di classe interessati<br />

Osa sig.ra MILENA SEVERINO<br />

Osa sig.ra CATERINA GALIERO<br />

Osa sig. NICOLA PASCUCCI<br />

Per il corrente anno scolastico:<br />

RESPONSABILI DEI LABORATORI<br />

1) Prof.ssa Antonella Paolillo Laboratorio ECDL –<br />

2) Prof.ssa D’Onofrio Lucrezia Lab. di informatica.-<br />

Ass. Tecnico Di Benedetto Enrico<br />

Ass. Tecnico Papa Corrado<br />

3) Prof.ssa Guerriero Antonietta. Laboratorio linguistico –<br />

Ass. Tecnico Di Benedetto Enrico<br />

4) Prof.ssa Gaeta Lucia Laboratorio di ragioneria e tecnica.-<br />

Ass. Tecnico Papa Corrado<br />

Responsabile di Laboratorio<br />

È nominato dal Direttore S.G.A. su indicazione vincolante del Dirigente Scolastico ( D.M.<br />

01.02.2001, n° 44, art. 27 comma 1), deve custodire i beni affidati con cura e diligenza, è responsabile<br />

della conservazione degli stessi, nonché del loro deterioramento quando questo non sia causato dal<br />

tempo e/o dall’uso. Prende contatto con gli eventuali altri collaboratori e/o docenti al fine di<br />

predisporre un idoneo orario di utilizzo del laboratorio e/o dell’aula speciale e/o biblioteca che<br />

garantisca la fruizione dei beni a tutti gli interessati (detto orario dovrà essere affisso alla porte<br />

d’ingresso del laboratorio).<br />

Inoltre:<br />

1. sovrintende alla conservazione dei beni e del materiale in uso presso il laboratorio;<br />

2. valuta e provvede all’inoltro delle richieste d’acquisto;<br />

3. controlla il rispetto delle norme di sicurezza e della normativa interna;<br />

4. segnala al Direttore S.G.A. eventuali guasti, disfunzioni e mancanza di requisiti delle strutture;


5. collabora con il Direttore S.G.A. per lo smaltimento di rifiuti tossici;<br />

6. supervisiona e coordina le attività dell’assistente tecnico.<br />

La funzione dà accesso al fondo dell’Istituzione scolastica.<br />

LE COMPETENZE<br />

Organi preposti alla programmazione<br />

educativa e didattica<br />

COLLEGIO DEI DOCENTI<br />

Ai sensi della normativa vigente il Collegio dei docenti è chiamato ad attuare la primaria funzione<br />

dell'Istituzione scolastica, che è quella didattica, educativa e formativa.<br />

Entro tale ambito ogni suo intervento deve essere il risultato di un attento lavoro collegiale mirato ad<br />

una calibrata programmazione e all'effettiva verifica degli obiettivi raggiunti nel rispetto della libertà<br />

didattica di ogni singolo docente e in ottemperanza alla trasparenza di ogni atto ufficiale.<br />

E’ ammessa alla riunione la sola componente docente oltre al Dirigente Scolastico, salvo diversa<br />

deliberazione collegiale, sempre e comunque a maggioranza qualificata (metà più uno dei votanti).<br />

Il Collegio dei docenti dell’Istituzione è organizzato in :<br />

dipartimenti ed ambiti disciplinari;<br />

commissioni di studio e di lavoro, coordinati da un docente “referente”.<br />

Il Collegio dei docenti nella sua unitarietà prevede al suo interno:<br />

Consiglio di presidenza;<br />

Docenti Responsabili di Funzioni Strumentali<br />

Comitato di valutazione del Personale;<br />

Consigli di classe;<br />

Aree – Dipartimenti – Commissioni.<br />

Ai docenti, tutti responsabili dell’azione didattica e formativa della scuola, vengono assegnati<br />

specifici compiti:<br />

Collaboratore Vicario;<br />

Coordinatore del Consiglio di classe;<br />

Responsabile di laboratorio;<br />

Responsabile di biblioteca<br />

Referente di progetto;<br />

Componente del Consiglio di Istituto;<br />

Componente della Giunta esecutiva di Istituto.


IL COORDINATORE DI DIPARTIMENTO<br />

ORGANIZZAZIONE DEI DIPARTIMENTI<br />

Il coordinatore di dipartimento è individuato in seno al dipartimento in relazione alle esperienze<br />

acquisite negli anni precedenti ed alle capacità di organizzare e promuovere attività di lavoro<br />

finalizzate al miglioramneto della didattica; successivamente la scelta viene ratificata dal Dirigente<br />

scolastico.<br />

I suoi compiti:<br />

1. presiede le sedute;<br />

2. riferisce alla Dirigenza i bisogni del gruppo docente;<br />

3. informa gli OO.CC. e/o altri organismi o figure, delle decisioni assunte in seno al<br />

dipartimento;<br />

4. collabora con la F.S. preposta, per offrire indicazioni e materiali di orientamento ai docenti<br />

nuovi;<br />

5. promuove l'individuazione di percorsi multidisciplinari;<br />

6. indirizza i docenti verso gli orientamenti metodologici della scuola<br />

DIPARTIMENTO COORDINATORE<br />

<strong>It</strong>aliano-Storia e Religione<br />

Biennio<br />

<strong>It</strong>aliano-Storia e Religione<br />

Triennio<br />

Prof.ssa Anna Tomeo<br />

Prof.Michele Troisi<br />

Lingue Straniere Prof.ssa Ornella Tamborrini<br />

Discipline Giuridiche Prof. Ssa Carmelina Aurillo<br />

Economia Aziendale Prof. ssa Lucia Gaeta<br />

Informatica, Lab. di Informatica<br />

e Trattamento Testi<br />

Prof. ssa Liana Iscaro<br />

Matematica Prof.ssa AnnaMaria Cutugno<br />

Scienze Prof.ssa Angela Basile<br />

Educazione Fisica. Prof. Antonio Luciano


Il Collegio dei docenti si articola in 9 DIPARTIMENTI<br />

I compiti del dipartimento sono:<br />

Predisporre le linee generali della programmazione didattica delle materie con riferimento<br />

agli obiettivi formativi in termini di conoscenze, competenze e capacità, agli strumenti e<br />

ai criteri di valutazione per ciascun livello di classe.<br />

Aggiornamento e ristrutturazione dei percorsi delle singole discipline in funzione di una<br />

maggiore organicità del percorso complessivo e degli obiettivi trasversali dei singoli<br />

indirizzi.<br />

Elaborare proposte, in coerenza con la programmazione didattica, per la formulazione del<br />

Piano dell’Offerta Formativa.<br />

Organizzare, su richiesta degli studenti, attività riguardanti le discipline<br />

Formulare proposte per l’aggiornamento dei Docenti del dipartimento precisando<br />

contenuti, modalità e innovazione da introdurre<br />

Proporre i criteri e le adozioni di libri di testo delle discipline afferenti al dipartimento<br />

Formulare proposte in merito alle risorse materiali e tecniche di pertinenza del dipartimento<br />

in modo funzionale alla programmazione di indirizzo e di classe (tramite il responsabile di<br />

laboratorio)<br />

Proporre l’acquisto di materiale di consumo, di strumenti e attrezzature, lo scarico di<br />

quanto è diventato inservibile, le ristrutturazioni che diano un assetto più efficiente dal<br />

punto di vista organizzativo e funzionale dei laboratori (tramite il responsabile del<br />

laboratorio)<br />

IL CONSIGLIO DI CLASSE<br />

Il consiglio di classe ha il compito di formulare al Collegio dei Docenti proposte in ordine all’azione<br />

educativa, didattica e di sperimentazione nonché di agevolare ed estendere rapporti reciproci tra<br />

docenti genitori ed alunni. Delibera in ordine ai provvedimenti di promozione e di non promozione<br />

dei singoli studenti in linea con le direttive non vincolanti stabilite dal collegio dei docenti. Tra le<br />

mansioni del consiglio di classe rientra anche quello relativo dei provvedimenti disciplinare a carico<br />

degli studenti.


Se non puoi essere una via maestra, sii un sentiero.<br />

Se non puoi essere il sole, sii una stella.<br />

Sii sempre il meglio di ciò che sei.<br />

(Martin Luther King)


Come operiamo<br />

La nostra idea di educazione<br />

L'educazione è un processo permanente che rende possibile lo sviluppo continuo delle capacità di una<br />

persona in quanto individuo ed in quanto membro della società. Per riuscire nel suo compito riteniamo<br />

che l'educazione debba essere organizzata attorno a quattro "valori guida" i quali, nel corso della vita<br />

di un individuo, saranno i cardini del suo percorso di crescita personale.<br />

Tali valori sono validi ed operanti in una visione allargata che impegni e coinvolga tutti i soggetti che<br />

operano nell'ambito educativo:<br />

1. IMPARARE AD IMPARARE<br />

2. IMPARARE A FARE<br />

3. IMPARARE A VIVERE<br />

4. IMPARARE A CONVIVERE<br />

IMPARARE AD IMPARARE<br />

L'attuale società, definita complessa, è caratterizzata da rapidissimi cambiamenti delle conoscenze, da<br />

modificazioni altrettanto veloci di specifiche abilità e competenze richieste dalle varie professioni. E'<br />

pur vero che mutano di continuo le stesse professioni oggi presenti tanto che, non è affatto prevedibile<br />

quali saranno quelle della società nella quale s'inseriranno da adulti gli attuali alunni. L'unica certezza<br />

è che, in ogni caso, sarà loro richiesta una continua abilità ad apprendere cose nuove. Imparare ad<br />

imparare, imparare ad apprendere attraverso l'esercizio della concentrazione, della memoria, della<br />

riflessione, del metodo di studio diventa un primo importante "valore guida".<br />

IMPARARE A FARE<br />

Crediamo che l'aspetto del fare, parta da una corretta consapevolezza corporea. Il corpo è il primo<br />

strumento o mezzo attraverso il quale si apprende. Corpo e mente sono strettamente correlati: ciò che<br />

passa per il corpo diventa "gancio" per i successivi e più evoluti apprendimenti. E' opportuno quindi,<br />

favorire contatti, situazioni, ambienti che stimolino nell'alunno la componente creativa, operativa,<br />

euristica. Riconoscere quindi a pieno titolo il grande valore formativo delle esperienze, motorie ed<br />

espressive che la nostra tradizione culturale ha solo parzialmente valorizzato.<br />

IMPARARE A VIVERE<br />

L'educazione deve contribuire allo sviluppo totale di ciascun individuo: spirito e corpo, intelligenza,<br />

sensibilità, senso estetico, responsabilità personale. E' il versante che riguarda il piano dell'affettività,<br />

delle emozioni, della relazionalità e della interiorizzazione dei valori . E' l'educazione del cuore ed è il<br />

termine di verifica di tutta l'impresa educativa. Quando si tireranno le somme, e questo non si vedrà su<br />

nessun documento di valutazione, a cosa sarà servita la scuola dei tanti "saperi" e delle molteplici<br />

abilità e competenze, se le esperienze scolastiche non avranno aiutato la persona a crescere nella<br />

dimensione del "vero", del "bello", del "giusto", del " buono"?<br />

IMPARARE A CONVIVERE<br />

Questo "valore guida" deriva dalla consapevolezza che il mondo è diventato un villaggio non solo per<br />

le trasformazioni intervenute nel settore tecnologico o nei sistemi di comunicazione, ma perché,<br />

sempre più si vanno verificando nuovi contatti tra gruppi, etnie, culture, anche a causa del sempre più<br />

rilevante movimento migratorio. La relazione con culture diverse dalla nostra è ormai esperienza<br />

quotidiana, tanto che la prospettiva interculturale è essenziale per definire i termini di una nuova<br />

"educazione civica", educazione ad una cittadinanza che ha i confini del mondo e rispetta le diversità.


Nulla al mondo è più pericoloso<br />

che un’ignoranza sincera<br />

ed una stupidità coscienziosa.<br />

(Martin Luther King)


Come insegnamo<br />

IMPARARE AD APPRENDERE. Su questo la scuola rilancia la sua scommessa educativa. Certo<br />

bisogna vincere eventuali ostilità interne che privilegiano l’autorefenzialità, credendo che l’apertura di<br />

nuovi varchi educativi possa compromettere e stravolgere la propria identità professionale e didattica.<br />

Niente di più falso. Fortunatamente la scuola, nella sua componente prevalentemente umana, sa uscire<br />

da pregiudizi simili riscoprendo il suo ruolo originario: la formazione dell’alunno in quanto persona.<br />

Dunque ad ogni docente si richiede di essere il promotore e organizzatore di strategie tali da favorire<br />

l’APPRENDIMENTO. Un APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO però, ovvero quando ciò che è<br />

appreso non si somma alle conoscenze acquisite, ma comporta una riorganizzazione della struttura<br />

cognitiva in modo tale da consentire una integrazione fra le esperienze già assimilate e le nuove. Qual<br />

è dunque, il metodo migliore per promuovere l’apprendimento facendo sì che la struttura della<br />

disciplina sia in sinergia con la struttura mentale dell’allievo? In altre parole che risponda alle<br />

esigenze epistemologiche delle discipline e a quelle psicologiche dell’allievo? Semplice!<br />

Superando la fase del mero nozionismo che rende le discipline oggetto di studio come un cumulo<br />

irrelato di nozioni da sommare, aprendo nuovi orizzonti educativi che motivino l’alunno nelle varie<br />

fasi dell’apprendimento.<br />

Se l’insegnamento ha come fine specifico l’apprendimento, il docente deve attivare tutte le procedure<br />

comunicative, di scansione graduale dei contenuti, di strategie operative, di tecniche organizzative,<br />

che servano non all’acquisizione di mere conoscenze, fini a se stesse, ma ad un sapere ben<br />

organizzato. Dunque la didattica disciplinare, inserita nella logica della programmazione educativa,<br />

deve tener conto del coinvolgimento intellettuale ed emotivo dell’allievo, dei tempi di apprendimento<br />

sempre diversi l’uno dall’altro (eterocronia).<br />

Risulta pertanto, indispensabile superare il disciplinarismo, non eludendolo ma arricchendolo sul<br />

piano educativo e relazionale. Raccordando l’apprendimento disciplinare con l’esperienza e il mondo<br />

in cui l’alunno vive, si possono superare i limiti del cognitivismo e del disciplinarismo, arginare<br />

fenomeni quali le assenze reiterate, i problemi dell’attenzione, dell’ascolto, dell’incoraggiamento,<br />

della motivazione. Comprendendo quali sono le motivazioni reali che spingono il singolo alunno al<br />

rifiuto della disciplina si evitano preventivamente rischi quali bocciature e dispersione.<br />

L’alunno deve essere indotto a capire che tutte le discipline servono per formare l’uomo. Ad esempio<br />

la matematica oltre al valore dei suoi contenuti sviluppa valori quali il rigore logico, la precisione,<br />

l’esigenza di dimostrare quello che si afferma. Tutte le discipline veicolano valori anche quelle che<br />

possono sembrare più aride e spetta al docente far sì che questi valori passino al discente. Spetta<br />

inoltre, al docente essere in grado di recuperare il rapporto dialogico fra soggetto che impara e oggetto<br />

appreso, svolgendo il ruolo di facilitatore e di organizzatore delle condizioni di apprendimento e non<br />

di giudice implacabile. Come fare per facilitate l’apprendimento?<br />

Due sono i punti fondamentali:<br />

1. rafforzare il valore del successo al raggiungimento di una data impresa;<br />

2. rafforzare il grado di fiducia che il soggetto ha nel riuscire a raggiungerlo.<br />

Il docente in questa nuova ottica dovrà tralasciare la cosiddetta didattica compensativa che mira al<br />

rattoppo delle falle e al sostegno dei punti deboli, privilegiando una didattica d’eccellenza mirante a<br />

stimolare al massimo l’apprendimento dell’alunno proprio là dove rende meglio facendo sì che il suo<br />

campo d’eccellenza funga da traino sulle abilità latenti, bloccate, da qualche difficoltà o dall’auto<br />

convinzione di essere impotenti dunque incapaci!


Il modello organizzativo del nostro Istituto tecnico adotta modalità di lavoro capaci di rispondere alle<br />

esigenze degli alunni ed alla nostra "idea" di scuola (valori, scelte e metodologie di lavoro condivise),<br />

ovviamente tenendo conto delle risorse disponibili, anzi ricercandone l’ottimizzazione.<br />

La flessibilità consente infatti di articolare il rapporto tra chi insegna e chi impara in forme non rigide<br />

e, quindi, di modellare la didattica sui modi e sui tempi di apprendimento degli alunni.<br />

L'insieme dei meccanismi di flessibilità che ciascuna scuola può inserire nel Piano dell'Offerta<br />

Formativa (in particolare l'articolazione modulare del monte ore annuale delle discipline e dei gruppi<br />

di alunni), consentono di rispondere alle esigenze dei singoli allievi con maggiore efficacia rispetto al<br />

passato.<br />

I tempi dell'insegnamento possono essere infatti combinati per realizzare, tra l'altro, all'interno del<br />

normale orario curricolare, specifici percorsi di:<br />

accoglienza<br />

continuità<br />

orientamento<br />

fasi di insegnamento intensivo seguite da altre di sostegno e potenziamento, attività<br />

laboratoriali<br />

In tal modo l’anno scolastico non è più l’unica unità di misura per programmare le fasi<br />

dell’insegnamento e dell’apprendimento.<br />

In questi ultimi anni tutti i nostri i docenti hanno investito molte energie per imparare a cooperare<br />

nella realizzazione pratica e quotidiana del progetto formativo svolgendo funzioni quali:<br />

assistenza tutoriale a ciascun alunno<br />

cura dei rapporti con le famiglie<br />

orientamento per la scelta delle attività opzionali


Le nostre finalità educative e i nostri principi ispiratori<br />

LEGALITA' E SUSSIDIARIETA'<br />

I comportamenti assunti da tutti i soggetti che operano all’interno dell’istituzione scolastica<br />

rispondono fedelmente alla interpretazione autentica delle norme giuridiche al fine di garantire la<br />

certezza, la continuità e il rigore nell’agire.<br />

Con l’attribuzione della autonomia (art.117 c.2 cost.) la scuola si avvale del supporto tecnico-logistico<br />

e di consulenza sia degli Enti Locali più vicini a sé sia degli organi gerarchicamente superiori,<br />

secondo i principi costituzionali della sussidiarietà verticale ed orizzontale, della differenziazione<br />

funzionale e della adeguatezza (art. 118 c.1 cost.).<br />

UGUAGLIANZA E OPPORTUNITA'<br />

La pari opportunità formativa verrà garantita attraverso l’adozione di:<br />

a) Criteri collegiali nell’assegnazione degli alunni alle classi che tengano conto delle capacità e delle<br />

esigenze organizzative degli alunni e delle loro famiglie e della necessità educativa di favorire il<br />

massimo di socializzazione e integrazione culturale.<br />

b) Iniziative didattiche curriculari (modifiche e integrazione dei programmi) funzionali alla<br />

conoscenza della storia e della cultura dei Paesi di provenienza degli studenti non italiani.<br />

c) Convenzioni con A. S .L. ed Enti locali allo scopo di garantire eventuale assistenza psicologica a<br />

soggetti in difficoltà.<br />

ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE<br />

La scuola garantisce l’accoglienza degli alunni e dei genitori attraverso:<br />

a) Iniziative atte a far conoscere strutture, forme organizzative, regolamento d’Istituto, progetto<br />

d’Istituto a tutti gli alunni iscritti.<br />

b) Far conoscere ai nuovi iscritti notizie attraverso test e questionari, al fine di impostare una corretta<br />

programmazione educativa e didattica.<br />

c) Pubblicazione del P .O .F..<br />

d) Circolazione di informazioni di comune interesse.<br />

e) Iniziative di aggiornamento degli operatori sui temi del disagio giovanile, della devianza,<br />

dell’educazione alla salute, delle pari opportunità, dell’intercultura.<br />

RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA<br />

Vengono realizzati nel corso dell’anno periodici incontri Scuola-Famiglia così da contribuire ad un<br />

maggiore coinvolgimento dei genitori, in vista di un costruttivo dialogo educativo, che si esplica nella<br />

partecipazione ai Consigli di classe nella fase della progettazione e della presentazione del Contratto<br />

formativo. La consegna delle schede di valutazione intermedia ai genitori, costituisce un ulteriore<br />

momento di incontro e di cooperazione con le famiglie al fine di migliorare la crescita formativa degli<br />

alunni.<br />

La collaborazione alle iniziative para ed extra scolastiche diventa occasione di formazione per i<br />

genitori ed offre alla scuola l’opportunità di svolgere organici interventi di educazione permanente.<br />

I genitori possono incontrare i docenti nell’ora di ricevimento settimanale e, a richiesta o per<br />

appuntamento, in qualunque periodo dell’anno scolastico.


Le nostre attività di sostegno<br />

INTEGRAZIONE ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI<br />

In questi ultimi anni il nostro istituto si è arricchito della presenza di numerosi alunni speciali, ovvero<br />

di alunni che hanno bisogni formativi particolari. Il loro numero sempre crescente è il segno tangibile<br />

della nostra grande attenzione non solo didattica e pedagogica, ma soprattutto umana alle loro<br />

esclusive esigenze. Forti della consapevolezza che il confronto con chi ha bisogni diversi dai nostri<br />

produce un arricchimento valoriale per chi si confronta con essi, siano discenti, docenti e personale<br />

tutto, il nostro istituto ha lavorato in questi anni affinché la gestione delle problematiche legate alla<br />

loro presenza potessero essere risolte nel minor tempo possibile. Il lavoro di sinergia che viene<br />

espletato con gli organi competenti alla disamina delle singole situazioni, ha prodotto nel corso degli<br />

anni i risultati sperati. Uno degli obiettivi più riusciti è certamente quello che riguarda il processo di<br />

integrazione ma anche la possibilità di far sì che i nostri alunni sperimentino il successo scolastico. Il<br />

passaggio di alcuni di loro da un PEI differenziato ad una programmazione ministeriale è la prova di<br />

un lavoro che punta non solo all’integrazione e alla sperimentazione del successo, ma anche e<br />

soprattutto alla conquista di una autonomia maggiore che passa anche attraverso l’assunzione delle<br />

proprie responsabilità. . La sensibilità del nostro Istituto in merito si evidenzia anche nell’aver affidato<br />

la gestione più accurata delle problematiche legate agli alunni diversamente abili ad una funzione<br />

strumentale. AREA 4 – INTEGRAZIONE DELLE PERSONE DIVERSAMENTE ABILI<br />

Docente incaricato: prof.ssa Patrizia Coluccino<br />

L’INTEGRAZIONE<br />

Per INTEGRAZIONE degli allievi diversamente abili ci si riferisce ad un obiettivo continuo e permanente<br />

di tutte le attività scolastiche che si persegue con una serie di fatti didattici, di strategie e di strumenti<br />

idonei e rispondenti ai reali bisogni delle disabilità degli allievi. Si evidenzia che l’integrazione non è<br />

solo adattamento, ma soprattutto è massimo sviluppo, come condizione necessaria per un inserimento<br />

attivo e responsabile nella vita familiare, nel mondo del lavoro e nel contesto sociale. La proposta è<br />

“Dall’integrazione scolastica all’integrazione sociale”, con un processo educativo lento e graduale per<br />

continuare un itinerario già acquisito, che potenzialmente si trova già nella mente e nello spirito di<br />

ogni soggetto diversamente abile..Il P .E. I. sarà una programmazione non solo adeguata con obiettivi<br />

significativi, cioè realizzabili, combinando razionalmente tutte le risorse presenti all’interno della<br />

scuola con quelle esistenti sul territorio, ma flessibile e adattabile, così come è riportato dall’articolo<br />

13 della Legge 104 del 1992. L’elaborazione del P .E .I. per ogni allievo consentirà di arricchire e di<br />

qualificare un’offerta formativa per l’integrazione, grazie ad un’attenta ed approfondita analisi della<br />

documentazione. Si prenderanno in visione le diagnosi funzionali redatte dai medici dell’A .S .L., si<br />

delineeranno le patologie e i deficit, i limiti di prestazione e le difficoltà di apprendimento degli<br />

allievi. Le diagnosi funzionali saranno la base dei profili dinamico funzionali, nei quali si<br />

evidenzieranno le caratteristiche fisiche e psichiche di apprendimento degli allievi e saranno frutto di<br />

un percorso interdisciplinare indispensabile alla stesura del P .E .I..<br />

Il P .E.I. scaturirà dall’attività del Consiglio di Classe con un gruppo interprofessionale: il G .L. H.O.<br />

che si costituirà presso la scuola, ed è composto dal Dirigente Scolastico, genitori, specialisti designati<br />

dell’A .S .L., docenti curriculari e docenti specializzati (art. 12, comma 6 legge 104/92), dove si<br />

stabilirà la programmazione didattica per obiettivi globalmente corrispondenti o per obiettivi<br />

differenziati.


Per la redazione del il P .E .I. saranno rispettate le seguenti regole:<br />

analisi della situazione;<br />

prerequisiti degli allievi;<br />

obiettivi;<br />

contenuti;<br />

individuazione dei metodi e degli strumenti;<br />

verifiche e valutazione formativa.<br />

Dopo aver effettuato l’analisi della situazione di partenza e l’accertamento dei prerequisiti, si<br />

procederà alla stesura della parte della programmazione che riguarderà gli obiettivi o i traguardi che si<br />

vorranno raggiungere nel corso dell’anno scolastico, i contenuti, i metodi, gli strumenti, la verifica e la<br />

valutazione.<br />

Tre obiettivi saranno prioritari per l’INTEGRAZIONE<br />

Sviluppo della socializzazione o delle capacità di entrare in relazione con gli altri allievi e con<br />

gli adulti, non dimenticando che apprendimento vuol dire anche comunicare con gli altri,<br />

organizzando lavoro di gruppo all’interno delle classi;<br />

Raggiungimento di un sufficiente grado di autonomia sia in relazione a se stessi, sia verso gli<br />

altri, sviluppando capacità di cooperazione;<br />

Miglioramento delle capacità cognitive attraverso il potenziamento della scrittura, della lettura<br />

e del calcolo.<br />

I contenuti saranno scelti perché funzionali agli alunni stessi e socialmente utili per l’integrazione<br />

scolastica. I contenuti delle discipline saranno per alcuni allievi i medesimi della classe, per altri<br />

saranno gli stessi, ma semplificati o se non differenziati. Nel corso delle verifiche quadrimestrali i<br />

Consigli di Classe decideranno se apportare ulteriori semplificazioni, riduzioni o integrazioni degli<br />

stessi già evidenziati ma non idonei alle capacità di apprendimento degli allievi.<br />

Un altro momento molto importante del P .E .I. sarà quello dell’individuazione delle metodologie<br />

idonee e degli strumenti. Anche il metodo sarà esso stesso uno strumento flessibile e adattabile alle<br />

reali esigenze. Si utilizzeranno linguaggi e codici chiari e comprensibili con ritmi finalizzati al<br />

concreto e al saper-fare. Il metodo della ricerca azione sarà sicuramente quello più adatto per gli<br />

allievi affetti da patologie gravi in ordine allo sviluppo psichico e affettivo, di conseguenza si lavorerà<br />

partendo dal campo esperienziale per arrivare ad alcune forme più astratte di apprendimento. Inoltre,<br />

essendo la scuola dotata di un laboratorio informatico, saranno attivati percorsi di utilizzo dell’uso del<br />

computer che permetteranno agli allievi il rinforzo della coordinazione oculo-manuale e il<br />

miglioramento delle abilità di base come la lettura e la scrittura. Per quanto riguarda l’apprendimento<br />

sarà data grande importanza al metodo “ripetitivo” dei concetti fondamentali delle discipline al fine di<br />

migliorare e potenziare le capacità di attenzione e di memorizzazione degli allievi.<br />

Il punto finale del P .E.I. riguarderà la verifica e la valutazione. La verifica e la valutazione saranno<br />

gli atti più importanti delle attività programmate. I docenti dovranno verificare e valutare in itinere al<br />

fine di rendere flessibili eventualmente i piani di lavoro e poter apportare modifiche, integrazioni e<br />

riduzioni dei contenuti, il tutto finalizzato al miglioramento delle attività stesse e all’integrazione<br />

dei soggetti diversamente abili. Le verifiche saranno effettuate con test, questionari vero – falso,<br />

questionari a scelte multiple sia per lo scritto che per gli orali. Inoltre si terrà conto delle conoscenze,<br />

delle competenze e delle capacità acquisite in rapporto alla situazione di partenza e agli obiettivi<br />

conseguiti.<br />

Infine, per la valutazione si terrà conto dei criteri dettati dall’articolo 15 dell’O.M. n° 90 del 21<br />

maggio 2001 (valutazione degli alunni in situazione di handicap).


Le nostre attività di recupero pomeridiane<br />

ATTIVITÀ DI RECUPERO<br />

Il progetto definisce obiettivi, tempi e modalità di svolgimento degli I. D .E .I. allo scopo di conferire<br />

una precisa identità ed una sicura valenza formativa, di cui rendere consapevoli gli alunni e le<br />

famiglie, alle attività di recupero e saldo del debito formativo.<br />

Il D.M. 22 maggio 2007 n. 42 prevede che le scuole debbano organizzare, subito dopo gli scrutini<br />

intermedi, interventi didattico educativi di recupero per gli studenti che abbiano presentato<br />

insufficienze. I Consigli di classe decidono come organizzare i corsi di recupero, che possono essere<br />

tenuti dagli insegnanti della scuola o con la collaborazione di soggetti esterni. Dopo i corsi di<br />

recupero, che si terranno nel corso dell’anno scolastico, gli studenti dovranno affrontare delle<br />

verifiche intermedie per dimostrare di aver superato il debito.<br />

Alla fine dell’anno scolastico, il Consiglio di classe avviserà le famiglie degli studenti che<br />

prenderanno voti insufficienti in una o più materie e rimanderà la decisione di promuoverli a dopo il<br />

31 agosto, quando ci sarà la verifica finale del superamento dei debiti. Dopo lo scrutinio finale la<br />

scuola organizzerà ulteriori corsi di recupero, che si terranno durante l’estate, per gli studenti che non<br />

hanno ottenuto la sufficienza in una o più discipline.<br />

Entro il 31 agosto di ogni anno si dovranno concludere le iniziative di recupero e subito dopo, ma non<br />

oltre la data di inizio delle lezioni dell’anno successivo, si effettueranno le verifiche finali sulla base<br />

delle quali si conclude lo scrutinio con il giudizio definitivo: promozione o bocciatura. All’inizio delle<br />

lezioni, tutti entreranno in classe senza debiti e i docenti potranno sviluppare il programma dell’anno<br />

regolarmente.<br />

I genitori potranno decidere se far seguire ai propri figli i corsi di recupero, sia quelli intermedi che<br />

quelli estivi, oppure se avvalersi di altre modalità di recupero comunicandolo sempre alla scuola.<br />

Anche in quest’ultimo caso i docenti della classe mantengono la responsabilità didattica<br />

nell’individuare la natura delle carenze, nell’indicare gli obiettivi del recupero e nel verificare l’esito.<br />

L’importante è che alla fine i ragazzi superino le verifiche e dimostrino quindi di aver superato il<br />

debito. Per i candidati all’esame di maturità per quest’anno si continuano ad applicare le disposizioni<br />

vigenti.<br />

Gli IDEI finalizzati al recupero dei debiti formativi sono suddivisi in due fasi:<br />

1. febbraio-aprile<br />

2. giugno-agosto<br />

Le attività di sostegno e di recupero costituiscono parte ordinaria e permanente e non momenti<br />

separati e aggiuntivi del lavoro scolastico. Le nuove disposizioni legislative, infatti, non consentono<br />

più agli studenti un trascinamento indefinito delle proprie carenze negli apprendimenti in una o più<br />

discipline, fino alla soglia degli esami di Stato.<br />

“Intervento in itinere” come attività diffusa e continua per tutto l’anno scolastico.<br />

Le iniziative a favore degli studenti possono essere organizzate sia in orario mattutino che<br />

pomeridiano. Il recupero in itinere si attua in relazione alle problematiche e carenze dello studente. A<br />

tal fine, i docenti fisseranno appositi colloqui con gli alunni dandone comunicazione alle famiglie e<br />

annotando tutto sul registro personale, riservando nella loro programmazione didattica, uno spazio<br />

adeguato e proporzionato all’entità delle lacune affiorate nel corso delle verifiche messe in atto,<br />

effettuando un recupero mirato nei confronti degli studenti più deboli.


Carenze pregresse su contenuti<br />

Se lo studente presenta carenze di contenuti dovute a mancanza di studio, viene elaborata una strategia<br />

di recupero in itinere da parte del docente durante l’attività di insegnamento normale. Se la carenza di<br />

contenuti è dovuta a lacune pregresse, l’Istituto mette in atto interventi per il raggiungimento degli<br />

obiettivi dei segmenti di curricolo non raggiunti.<br />

I soggetti coinvolti nell’attività di recupero sono: il docente, il consiglio di classe e il coordinatore di<br />

dipartimento.<br />

Il docente recepisce le difficoltà e i bisogni individuali dell’allievo e propone esperienze di<br />

apprendimento cognitivo calibrate sul singolo studente. Il consiglio di classe recepisce la situazione<br />

dello studente e sceglie il tipo di recupero più adeguato. È fondamentale che lo studente venga<br />

sensibilizzato circa l’esigenza della frequenza ai corsi e venga messo nelle condizioni di prendere<br />

piena coscienza delle sue difficoltà e dei termini attraverso i quali il docente intende farvi fronte. Il<br />

dipartimento individua i docenti con le caratteristiche adatte agli interventi suggeriti dai consigli di<br />

classe.


lunedì martedì mercoledì giovedì<br />

1. ora 8.10 - 9.10<br />

2. ora 9.10 - 10.10<br />

3. ora 10.10 - 11.10<br />

4. ora 11.10 - 12.10<br />

5. ora 12.10 - 13.10<br />

6. ora 13.10 – 14.10<br />

I nostri criteri organizzativi<br />

orario delle lezioni con un rientro<br />

venerdì<br />

1. ora 8.10 - 9.10<br />

2. ora 9.10 - 10.10<br />

3. ora 10.10 - 11.10<br />

4. ora 11.10 - 12.10<br />

5. ora 12.10 - 13.10<br />

13.10 – 13.50<br />

Momento<br />

ricreativo di<br />

socializzazione<br />

6. ora 13.50 - 14.50<br />

7. ora 14.50 - 15.50<br />

8. ora 15.50- 16.50<br />

Durante il momento ricreativo di socializzazione i docenti: Paolillo , Guerriero A. e Ventola<br />

assicureranno la vigilanza ai piani, mentre nel cortile esterno la vigilanza sarà assicurata dai<br />

collaboratori scolastici.<br />

CRITERI DI FORMAZIONE DELLE CLASSI<br />

Nella formazione delle classi si utilizzano i seguenti criteri:<br />

- Gruppo maschile e femminile ove possibile.<br />

- Uniforme distribuzione degli alunni con eterogeneità dei giudizi scolastici di provenienza.<br />

ORARIO DEL PERSONALE A.T.A. E TEMPISTICA PER IL RILASCIO DEI<br />

CERTIFICATI<br />

Gli uffici della segreteria didatica ricevono il pubblico:<br />

tutti i giorni dalle ore 8:00-9:00 e dalle ore 11:00 alle ore 12:00<br />

il venerdi’ dalle 15:00 alle17:00.<br />

La tempistica per il rilascio dei certificati sarà mediamente di tre giorni.


Il nostro progetto formativo<br />

La nuova identità degli istituti tecnici<br />

In sintesi il riordino degli Istituti tecnici.<br />

I nuovi ordinamenti del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione di cui al<br />

decreto legislativo n.226/05, che hanno avuto la loro fase di attuazione nel precedente<br />

anno scolastico 2010/11, sono fondati sul principio dell’equivalenza formativa di tutti i percorsi<br />

con il fine di valorizzare i diversi stili di apprendimento degli studenti e dare una risposta<br />

articolata alle domande del mondo del lavoro e delle professioni. La diversificazione dei percorsi<br />

di istruzione e formazione ha proprio lo scopo di valorizzare le diverse intelligenze e vocazioni<br />

dei giovani, anche per prevenire i fenomeni di disaffezione allo studio e la dispersione scolastica,<br />

ferma restando l’esigenza di garantire a ciascuno la possibilità di acquisire una solida ed unitaria<br />

cultura generale per divenire cittadini consapevoli, attivi e responsabili.<br />

Nel quadro sopra delineato, il rilancio dell’istruzione tecnica si fonda sulla consapevolezza del<br />

ruolo decisivo della scuola e della cultura nella nostra società non solo per lo sviluppo della<br />

persona, ma anche per il progresso economico e sociale; richiede perciò il superamento di<br />

concezioni culturali fondate su un rapporto sequenziale tra teoria/pratica e sul primato dei saperi<br />

teorici.<br />

Come in passato gli istituti tecnici hanno fornito i quadri dirigenti e intermedi del sistema<br />

produttivo, del settore dei servizi e dell’amministrazione pubblica, così oggi è indispensabile il loro<br />

apporto in un momento in cui il progresso scientifico e tecnologico richiede “menti d’opera” con<br />

una specializzazione sempre più raffinata, soprattutto in un paese, come l’ <strong>It</strong>alia, che ha una forte<br />

vocazione manifatturiera.<br />

Agli istituti tecnici è affidato il compito di far acquisire agli studenti non solo le competenze<br />

necessarie al mondo del lavoro e delle professioni, ma anche le capacità di comprensione e<br />

applicazione delle innovazioni che lo sviluppo della scienza e della tecnica continuamente produce.<br />

Per diventare vere “scuole dell’innovazione”, gli istituti tecnici sono chiamati ad operare scelte<br />

orientate permanentemente al cambiamento e, allo stesso tempo, a favorire attitudini all’auto-<br />

apprendimento, al lavoro di gruppo e alla formazione continua. Nei loro percorsi non può mancare,<br />

quindi, una riflessione sulla scienza, le sue conquiste e i suoi limiti, la sua evoluzione storica, il suo<br />

metodo in rapporto alle tecnologie. In sintesi, occorre valorizzare il metodo scientifico e il sapere<br />

tecnologico, che abituano al rigore, all’onestà intellettuale, alla libertà di pensiero, alla creatività,<br />

alla collaborazione, in quanto valori fondamentali per la costruzione di una società aperta e<br />

democratica. Valori che, insieme ai principi ispiratori della Costituzione, stanno alla base della<br />

convivenza civile.<br />

In questo quadro, orientato al raggiungimento delle competenze richieste dal mondo del lavoro e<br />

delle professioni, le discipline mantengono la loro specificità e sono volte a far acquisire agli<br />

studenti i risultati di apprendimento indicati dal Regolamento, ma è molto importante che i docenti<br />

scelgano metodologie didattiche coerenti con l’impostazione culturale dell’istruzione tecnica che<br />

siano capaci di realizzare il coinvolgimento e la motivazione all’apprendimento degli studenti. Sono<br />

necessari, quindi, l’utilizzo di metodi induttivi, di metodologie partecipative, una intensa e diffusa<br />

didattica di laboratorio, da estendere anche alle discipline dell’area di istruzione generale con<br />

l’utilizzo, in particolare, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, di attività<br />

progettuali e di alternanza scuola-lavoro per sviluppare il rapporto col territorio e le sue risorse


formative in ambito aziendale e sociale.<br />

Ogni nuovo impianto di studi non può prescindere, infine, da una visione che accomuni studenti e<br />

docenti. Considerare gli istituti tecnici come “scuole dell’innovazione” significa intendere questi<br />

istituti come un laboratorio di costruzione del futuro, capaci di trasmettere ai giovani la curiosità, il<br />

fascino dell’immaginazione e il gusto della ricerca, del costruire insieme dei prodotti, di proiettare<br />

nel futuro il proprio impegno professionale per una piena realizzazione sul piano culturale, umano e<br />

sociale. In un mondo sempre più complesso e in continua trasformazione, l’immaginazione è il<br />

valore aggiunto per quanti vogliono creare qualcosa di nuovo, di proprio, di distintivo; qualcosa che<br />

dia significato alla propria storia, alle proprie scelte, ad un progetto di una società più giusta e<br />

solidale.<br />

Insegnare per sviluppare competenze<br />

L’impianto del sistema degli Istituti Tecnici è diretto alla promozione di un insieme di<br />

competenze descritte nel profilo educativo, culturale e professionale sia generale, sia relativo ai<br />

singoli indirizzi. Per quanto riguarda il biennio iniziale, vengono assunte per la parte comune le<br />

competenze incluse nell’impianto normativo riferibile all’obbligo di istruzione. Tale quadro di<br />

riferimento sollecita la progettazione e l’attuazione progressiva di una coerente pratica didattica. A<br />

questo fine vengono proposti alcuni criteri di riferimento, in particolare per quanto riguarda il primo<br />

biennio.<br />

La normativa relativa all’obbligo di istruzione elenca otto competenze chiave di cittadinanza e<br />

quattro assi culturali a cui fare riferimento nell’impostare l’attività formativa del primo biennio del<br />

secondo ciclo. Dal momento che l’impianto europeo relativo alle competenze chiave da sviluppare<br />

lungo tutto l’arco della vita le definisce come “la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e<br />

capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo<br />

professionale e/o personale”, precisando che esse “sono descritte in termine di responsabilità e<br />

autonomia”, esse debbono essere collegate alle risorse interne (conoscenze, abilità, altre qualità<br />

personali) che ne sono a fondamento. Di conseguenza anche la loro valutazione implica, secondo<br />

un’efficace formula, “accertare non ciò che lo studente sa, ma ciò che sa fare consapevolmente con<br />

ciò che sa”.<br />

Sono di seguito presentate alcune considerazioni che possono orientare i docenti ad insegnare per<br />

sviluppare competenze:<br />

a.<br />

una competenza sia generale, sia di studio, sia di lavoro si sviluppa in un contesto nel quale lo<br />

studente è coinvolto, personalmente o collettivamente, nell’affrontare situazioni, nel<br />

portare a termine compiti, nel realizzare prodotti, nel risolvere problemi, che implicano<br />

l’attivazione e il coordinamento operativo di quanto sa, sa fare, sa essere o sa collaborare con<br />

gli altri. Ciò vale sia nel caso delle competenze legate allo sviluppo della padronanza della<br />

lingua italiana, della lingua straniera, della matematica e delle scienze, sia alla<br />

progressiva padronanza delle tecnologie e tecniche di progettazione, realizzazione e<br />

controllo di qualità nel settore di produzione di beni e/o servizi caratterizzanti il proprio<br />

indirizzo, sia per quanto riguarda quelle che, nel documento sull’obbligo di istruzione, sono<br />

chiamate competenze di cittadinanza. Un ruolo centrale, come risulta dalla stessa<br />

definizione europea di competenza, è svolto dalla qualità della conoscenze e delle abilità<br />

sviluppate nei vari ambiti di studio. Esse infatti devono essere non solo acquisite a un buon<br />

livello di comprensione e di stabilità ma devono anche rimanere aperte a una loro<br />

mobilizzazione e valorizzazione nel contesto di ogni attività di studio, di lavoro o di una vita<br />

sociale;


.<br />

c.<br />

d.<br />

la progettazione di un’attività formativa diretta allo sviluppo di competenze dunque non può non<br />

tener conto della necessità che le conoscenze fondamentali da questa implicate siano acquisite<br />

in maniera significativa, cioè comprese e padroneggiate in modo adeguato, che le abilità<br />

richieste siano disponibili a un livello confacente di correttezza e di consapevolezza di quando<br />

e come utilizzarle, che si sostenga il desiderio di acquisire conoscenze e sviluppare<br />

abilità nell’affrontare compiti e attività che ne esigono l’attivazione e l’integrazione.<br />

Per questo è necessario l’individuazione chiara delle conoscenze e abilità fondamentali che le<br />

varie competenze implicano e del livello di profondità e padronanza da raggiungere e,<br />

dall’altra, l’effettuazione di un bilancio delle conoscenze, delle abilità già acquisite ed<br />

evidenziate da parte dello studente (o, eventualmente, delle competenze da lui già raggiunte).<br />

Dal confronto tra questi due riferimenti è possibile elaborare un progetto formativo coerente.<br />

Ciò è abbastanza evidente nel caso delle competenze riferibili allo scrivere, al leggere e alla<br />

matematica, competenze che condizionano non poco lo sviluppo di qualsiasi altra competenza;<br />

la consapevolezza, che tutti gli insegnanti dovrebbero raggiungere circa il ruolo degli<br />

apporti delle loro discipline allo sviluppo delle competenze intese, favorisce la presenza di un<br />

ambiente educativo nel quale studenti e docenti collaborano in tale direzione. Si tratta di<br />

promuovere una pratica formativa segnata dall’esigenza di favorire un’acquisizione di<br />

conoscenze e abilità del cui valore, ai fini dello sviluppo personale, culturale e professionale<br />

indicate nelle competenze finali da raggiungere, siano consapevoli sia i docenti, sia gli<br />

studenti. Ciò implica l’uso di metodi che coinvolgono l’attività degli studenti nell’affrontare<br />

questioni e problemi di natura applicativa (alla propria vita, alle altre discipline, alla vita<br />

sociale e lavorativa) sia nell’introdurre i nuclei fondamentali delle conoscenze e abilità, sia nel<br />

progressivo padroneggiarli. Un ambiente di lavoro nel quale si realizzano individualmente o<br />

collettivamente prodotti che richiedono un utilizzo intelligente di quanto studiato o<br />

sollecitano un suo approfondimento è la chiave di volta metodologica. Naturalmente<br />

nei primi due anni si tratta di prodotti non particolarmente impegnativi come sintesi scritte di<br />

testi studiati, alle quali si possono accostare riflessioni personali, esempi di applicazioni<br />

pratiche, argomentazioni critiche o risultati di discussioni di gruppo (eventualmente in<br />

lingua straniera); ricerca di applicazioni di concetti e principi matematici e/o scientifici a casi<br />

di vita quotidiana e/o tecnici; individuazione di fondamenti concettuali che fanno da supporto<br />

a procedure e tecniche presentate nelle attività di indirizzo; l’impostazione e la<br />

realizzazione di piccoli progetti che implichino l’applicazione di quanto studiato; progettazione<br />

di protocolli di laboratorio o di semplici ricerche sperimentali;<br />

l’ambiente nel quale si svolgono i percorsi dovrebbe assumere sempre più le caratteristiche di<br />

un laboratorio nel quale si opera individualmente o in gruppo al fine di acquisire e<br />

controllare la qualità delle conoscenze a e abilità progressivamente affrontate, mentre se ne<br />

verifica la spendibilità nell’affrontare esercizi e problemi sempre più impegnativi sotto la<br />

guida dei docenti. Si tratta di promuovere una metodologia di insegnamento e<br />

apprendimento di tipo laboratoriale, alla quale si potrà accostare con ancor maggior profitto<br />

l’utilizzo delle previste attività da svolgere nei laboratori. Ad esempio, si può immaginare un<br />

laboratorio di scrittura in italiano, sostenuto dall’uso personale e/o collettivo di<br />

tecnologie digitali, nel quale si possano anche redigere relazioni su quanto esplorato nelle<br />

scienze o nelle tecnologie, oltre che commenti alle proprie letture; un laboratorio di<br />

introduzione e di applicazione dei concetti e dei procedimenti matematici, mediante la<br />

soluzione di problemi anche ispirati allo studio parallelo delle scienze o delle tecnologie;<br />

esercitazioni nella lingua straniera, valorizzando, se ci sono, quanti ne manifestano una<br />

maggiore padronanza o mediante la lettura e/o ascolto collettivo di testi tecnici in inglese;


e.<br />

infine, occorre ribadire che nella promozione delle varie competenze previste, anche a<br />

livello di biennio iniziale, va curata con particolare attenzione l’integrazione tra quanto<br />

sviluppato nell’area generale, comune a tutti gli indirizzi, e quanto oggetto di insegnamento<br />

nell’area specifica di ciascun indirizzo. In particolare nel promuovere le competenze di<br />

natura tecnica proprie di ciascun indirizzo occorre evidenziare i collegamenti esistenti con le<br />

conoscenze e le abilità introdotte negli assi matematico e scientifico-tecnologico e,<br />

viceversa, facilitare l’applicazione dei concetti, principi e procedimenti degli assi<br />

matematico e scientifico-tecnologico alla costruzione delle competenze tecniche e<br />

tecnologiche. Questa impostazione implica una particolare cura nella progettazione didattica dei<br />

vari insegnamenti e nella loro realizzazione, cercando in primo luogo una sistematica<br />

collaborazione tra i docenti delle varie discipline coinvolte e, in secondo luogo, favorendo una<br />

costante verifica della capacità di collegamento da parte degli studenti tra quanto appreso<br />

nell’area comune e quanto affrontato nell’area di indirizzo e viceversa. In sede di<br />

progettazione collegiale, é molto opportuno indicare anche come ciascuna disciplina intende<br />

concorrere al raggiungimento dei risultati di apprendimento comuni a tutti i percorsi (punto 2.1<br />

dell’allegato A) al Regolamento per gli istituti tecnici), declinandoli in termini di abilità<br />

misurabili.<br />

Con riferimento alle indicazioni di natura metodologica sopra esposte, si suggerisce, in<br />

particolare, che i dipartimenti assumano compiti collaborativi in ordine alla progettazione,<br />

realizzazione e valutazione dei percorsi formativi anche selezionando e/o producendo materiali a<br />

supporto delle didattica e predisponendo opportuni strumenti di valutazione dei progressi dei singoli<br />

studenti. In particolare, per il primo biennio, si ritiene molto utile la costituzione di strutture<br />

dipartimentali in relazione alla progettazione e valutazione di attività di consolidamento delle<br />

competenze di padronanza della lingua italiana, della matematica e della lingua straniera, e<br />

dell’integrazione tra gli insegnamenti che concorrono alla promozione delle competenze proprie<br />

dell’area di Con riferimento alle indicazioni di natura metodologica sopra esposte, si<br />

suggerisce, in particolare, che i dipartimenti assumano compiti collaborativi in ordine alla<br />

progettazione, realizzazione e valutazione dei percorsi formativi anche selezionando e/o<br />

producendo materiali a supporto delle didattica e predisponendo opportuni strumenti di valutazione<br />

dei progressi dei singoli studenti. In particolare, per il primo biennio, si ritiene molto utile la<br />

costituzione di strutture dipartimentali in relazione alla progettazione e valutazione di attività<br />

di consolidamento delle competenze di padronanza della lingua italiana, della matematica e<br />

della lingua straniera, e dell’integrazione tra gli insegnamenti che concorrono alla promozione<br />

delle competenze proprie dell’area di indirizzo.<br />

Con riferimento alle indicazioni di natura metodologica sopra esposte, si suggerisce, in<br />

particolare, che i dipartimenti assumano compiti collaborativi in ordine alla progettazione,<br />

realizzazione e valutazione dei percorsi formativi anche selezionando e/o producendo materiali a<br />

supporto delle didattica e predisponendo opportuni strumenti di valutazione dei progressi dei singoli<br />

studenti. In particolare, per il primo biennio, si ritiene molto utile la costituzione di strutture<br />

dipartimentali in relazione alla progettazione e valutazione di attività di consolidamento delle<br />

competenze di padronanza della lingua italiana, della matematica e della lingua straniera, e<br />

dell’integrazione tra gli insegnamenti che concorrono alla promozione delle competenze proprie<br />

dell’area di indirizzo.


Valutare le competenze sviluppate<br />

Problematiche connesse con la valutazione delle competenze<br />

In ogni programma educativo diretto allo sviluppo di competenze è cruciale la scelta della modalità di<br />

valutazione che i responsabili della progettazione e conduzione di tale programma debbono fare sia<br />

per quanto riguarda le competenze iniziali, già validamente e stabilmente possedute, sia per quanto<br />

concerne il costituirsi progressivo di quelle oggetto di apprendimento. Occorre anche aggiungere che<br />

intrinseca al processo stesso è la promozione di un'adeguata capacità di autovalutazione del livello di<br />

competenza raggiunto. Ciò per varie ragioni: in primo luogo, perché occorre sollecitare e sostenere lo<br />

sviluppo di competenze autoregolative del proprio apprendimento; in secondo luogo, perché la<br />

constatazione dei progressi ottenuti è una delle maggiori forze motivanti all'apprendimento.<br />

Una competenza si manifesta quando uno studente è in grado di affrontare un compito o realizzare<br />

un prodotto a lui assegnato, mettendo in gioco le sue risorse personali e quelle, se disponibili, esterne<br />

utili o necessarie.<br />

Naturalmente la natura del compito o del prodotto caratterizza la tipologia e il livello di competenza<br />

che si intende rilevare. Questo può essere più direttamente collegato con uno o più insegnamenti,<br />

oppure riferirsi più direttamente a un’attività tecnica e/o professionale.<br />

Comunque, esso deve poter sollecitare la valorizzazione delle conoscenze, delle abilità apprese e delle<br />

altre caratteristiche personali in maniera non ripetitiva e banale. Il livello di complessità e di novità del<br />

compito proposto rispetto alla pratica già consolidata determina poi la qualità e il livello della<br />

competenza posseduta. Occorre anche aggiungere che non è possibile decidere se uno studente<br />

possieda o meno una competenza sulla base di una sola prestazione. Per poterne cogliere la presenza,<br />

non solo genericamente, bensì anche specificatamente e qualitativamente, si deve poter disporre di<br />

una famiglia o insieme di sue manifestazioni o prestazioni particolari. Queste assumono il ruolo di<br />

base informativa e documentaria utile a ipotizzarne l’esistenza e il livello raggiunto. Infatti, secondo<br />

molti studiosi, una competenza effettivamente posseduta non è direttamente rilevabile, bensì è solo<br />

inferibile a partire dalle sue manifestazioni. Di qui l’importanza di costruire un repertorio di strumenti<br />

e metodologie di valutazione, che tengano conto di una pluralità di fonti informative e di strumenti<br />

rilevativi. È inoltre opportuno ricordare che in un processo valutativo un conto è la raccolta di<br />

elementi informativi, di dati, relativi alle manifestazioni di competenza, un altro conto è la loro lettura<br />

e interpretazione al fine di elaborare un giudizio comprensivo. Ambedue gli aspetti del processo<br />

valutativo esigono particolare attenzione. Quanto alla raccolta di informazioni, occorre che queste<br />

siano pertinenti (cioè si riferiscano effettivamente a ciò che si deve valutare) e affidabili (cioè degne<br />

di fiducia, in quanto non distorte o mal raccolte). Ma la loro lettura, interpretazione e valutazione,<br />

esigono che preventivamente siano stati definiti i criteri in base ai quali ciò viene fatto, deve cioè<br />

essere indicato a che cosa si presta attenzione e si attribuisce valore e seguire effettivamente e<br />

validamente in tale apprezzamento i criteri determinati. L’elaborazione di un giudizio che tenga<br />

conto dell’insieme delle manifestazioni di competenza, anche da un punto di vista evolutivo, non<br />

può basarsi su calcoli di tipo statistico, alla ricerca di medie: assume invece il carattere di un<br />

accertamento di presenza e di livello, che deve essere sostenuto da elementi di prova (le<br />

informazioni raccolte) e da consenso (da parte di altri). Si tratta, infatti, di un giudizio che risulti il<br />

più possibile degno di fiducia, sia per la metodologia valutativa adottata, sia per le qualità personali e<br />

professionali dei valutatori.


Il ruolo della valutazione delle conoscenze, delle abilità e degli atteggiamenti<br />

Allo scopo di costruire progressivamente una reale pratica valutativa delle competenze, un primo<br />

passo spesso consiste nella valutazione della qualità delle conoscenze e delle abilità che risultano<br />

componenti essenziali delle competenze.<br />

Occorre però ricordare che le conoscenze, per poter essere valorizzate nello sviluppo di una<br />

competenza, devono manifestare tre caratteristiche: significatività, stabilità e fruibilità. Occorre che<br />

gli elementi conoscitivi siano effettivamente compresi a un adeguato livello di profondità, tenuto<br />

conto dell’età e del percorso formativo seguito. Forme d’acquisizione solamente ripetitive, non<br />

sufficientemente dominate, rimangono rigide e non facilmente collegabili a situazioni diverse da<br />

quelle nelle quali sono state acquisite. La costituzione di una base conoscitiva stabile e ben<br />

organizzata, che permetta un facile accesso ai concetti e ai quadri concettuali richiesti, deve fornire<br />

principi organizzatori adeguati. Un concetto, o un quadro concettuale, deve infine poter essere<br />

utilizzato per interpretare situazioni e compiti diversi da quelli nei quali esso è stato costruito.<br />

Analoghe caratteristiche dovrebbero presentare le abilità apprese. Una abilità deve poter essere<br />

utilizzata in maniera fluida e corretta, sapendo collegarla a quelle che sono denominate<br />

conoscenze condizionali; cioè di fronte a una questione o un compito lo studente dovrà essere in<br />

grado di attivare quelle abilità che sono richieste e farlo in maniera adeguata e consapevole. Tra<br />

le abilità rivestono particolare importanza quelle collegate con la capacità di controllare e gestire in<br />

proprio un processo di apprendimento. Un accenno infine alle componenti critiche di natura affettiva<br />

e motivazionale. Purtroppo spesso si trascura questa dimensione delle competenze, ma basta<br />

osservare uno studente per cogliere come all’origine di scarsi risultati in termini di apprendimento<br />

siano presenti disposizioni interiori negative sul piano affettivo, motivazionale e volitivo. Un<br />

atteggiamento negativo verso un insegnamento o un insegnante, la fragilità della capacità di<br />

concentrazione, l’incapacità o debolezza nel superare le frustrazioni di fronte alle difficoltà o agli<br />

insuccessi, la scarsa tenuta e perseveranza nello svolgere un compito un po’ impegnativo,<br />

pregiudicano sia l’acquisizione, sia la manifestazione di competenze.<br />

Le principali fonti informative su cui basare un giudizio di competenza<br />

Per quanto riguarda, in generale, le fonti informative sulla base delle quali esprimere un giudizio di<br />

competenza, possono essere classificate secondo tre grandi ambiti specifici:<br />

1. quello relativo ai, risultati ottenuti nello svolgimento di un compito o nella realizzazione del<br />

prodotto;<br />

2. quello relativo a come lo studente è giunto a conseguire tali risultati;<br />

3. quello relativo alla percezione che lo studente ha del suo lavoro.<br />

Il primo ambito riguarda i compiti che devono essere svolti dallo studente e/o i prodotti che questi<br />

deve realizzare. Essi devono esigere la messa in moto non solo delle conoscenze delle abilità<br />

possedute, ma anche una loro valorizzazione in contesti e ambiti di riferimento moderatamente diversi<br />

da quelli ormai già resi famigliari dalla pratica didattica. Occorre che lo studente evidenzi la capacità<br />

di sapersi muovere in maniera sufficientemente agevole e valida al di fuori dei confini della<br />

ripetizione e della familiarità, individuando in primo luogo proprio le esigenze di adattamento e di<br />

flessibilità che la situazione proposta implica una previa definizione esplicita di criteri di qualità<br />

favorisce la valutazione dei risultati ottenuti dai singoli studenti.<br />

Il secondo ambito implica una osservazione sistematica del comportamento dello studente mentre<br />

svolge il compito; ciò comporta una previa definizione delle categorie osservative, cioè di quegli<br />

aspetti specifici che caratterizzano una prestazione e sui quali concentrare l'attenzione per poter<br />

decidere se una certa competenza sia stata raggiunta o meno. Anche in questo caso non è possibile<br />

risalire dall'osservazione di un'unica prestazione alla constatazione di un'acquisizione effettiva di una<br />

competenza sufficientemente complessa.


Il terzo ambito evoca una qualche forma di narrazione di sé da parte dello studente, sia come<br />

descrizione del come e perché ha svolto il compito assegnato in quella maniera, sia come valutazione<br />

del risultato ottenuto. Ciò coinvolge una capacità di raccontare, giustificandole, le scelte operative<br />

fatte; di descrivere la successione delle operazioni compiute per portare a termine il compito<br />

assegnato, evidenziando, eventualmente, gli errori più frequenti e i possibili miglioramenti; di indicare<br />

la qualità non solo del prodotto, risultato del suo intervento, ma anche del processo produttivo<br />

adottato. La raccolta sistematica delle informazioni e la loro lettura e interpretazione permette di<br />

inferire se lo studente abbia raggiunto un certo livello di competenza in un ambito di attività specifico.<br />

In questo modo, i docenti possono disporre di evidenze utili ai fini della valutazione finale da<br />

effettuare secondo quanto previsto dalla normativa vigente, ivi compresa quella relativa alla<br />

certificazione delle competenze per l’adempimento dell’obbligo di istruzione, il cui modello è stato<br />

adottato con il decreto ministeriale n. 9 del 27 gennaio 2010.<br />

Motivare gli studenti a costruire il proprio progetto di vita e di lavoro<br />

Il sistema educativo di istruzione e formazione presenta oggi due distinti modelli organizzativi, che, in<br />

relazione al primo e al secondo ciclo, vanno resi progressivamente coerenti, anche attraverso la<br />

valorizzazione delle buone pratiche. Si pone, quindi, il problema di garantire il diritto dello studente<br />

ad un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e<br />

multidimensionale della sua persona.<br />

Una corretta azione educativa richiede un progetto formativo che accompagni lo studente con<br />

continuità nell’acquisizione graduale dei risultati di apprendimento attesi in termini di conoscenze,<br />

abilità e competenze. Essa si propone anche di prevenire le difficoltà e le situazioni di criticità<br />

riscontrate in modo particolare nei passaggi tra i diversi ordini di scuola, che sono di solito la causa<br />

principale di una diffusa dispersione scolastica soprattutto nel primo biennio della scuola secondaria<br />

superiore.<br />

La continuità diviene, quindi, un obiettivo prioritario per educare lo studente a riorganizzare i saperi,<br />

le competenze e le esperienze acquisite.<br />

Continuità del processo educativo significa pertanto considerare il percorso formativo secondo una<br />

logica di sviluppo coerente, che da una parte valorizzi quello che lo studente sa e sa fare e, dall’altra,<br />

riconosca la specificità degli interventi e del profilo educativo culturale e professionale al termine di<br />

ogni ciclo scolastico.<br />

A tal fine, gli insegnanti del secondo ciclo di istruzione dovrebbero essere messi in grado di conoscere<br />

i risultati di apprendimento che lo studente ha effettivamente conseguito prima del suo ingresso nel<br />

secondo ciclo anche allo scopo di attuare eventuali azioni di recupero.<br />

E’ opportuno pertanto che il passaggio dal primo al secondo ciclo sia accompagnato da specifiche<br />

azioni di orientamento informativo e formativo ispirate ai principi della continuità verticale e<br />

dell’integrazione tra i sistemi.<br />

Il modello della rete territoriale tra scuole medie, scuole secondarie superiori, uffici scolastici<br />

provinciali, enti locali, associazioni e altri soggetti si è rivelato finora il più efficace per coinvolgere<br />

un’ampia fascia di destinatari, con interessi e aspettative diverse. Le reti hanno facilitato i contatti con<br />

le famiglie sia nella fase di informazione e sensibilizzazione precedente alle iscrizioni al secondo ciclo<br />

del sistema di istruzione e formazione, sia nelle successive attività a valenza orientativa o di riorientamento.<br />

Grazie alla loro capacità di “fare sistema”, infatti, le reti favoriscono l’inclusione,<br />

riducono gli insuccessi e le uscite precoci dai percorsi scolastici e formativi, facilitano eventuali<br />

passaggi tra i percorsi educativi, accrescono il numero dei diplomati e i livelli di istruzione tra gli<br />

adulti. La collaborazione tra le scuole e gli altri soggetti del territorio, a partire dal raccordo con le<br />

scuole del primo ciclo, è molto importante anche per realizzare iniziative e percorsi capaci di motivare<br />

gli studenti a costruire progressivamente il proprio progetto di vita e di lavoro.


I giovani oggi incontrano infatti maggiori difficoltà a disegnare il proprio futuro professionale e a<br />

definire le strategie per realizzarlo. Il mondo non solo è radicalmente mutato, ma continua a cambiare<br />

con una velocità sconosciuta alle generazioni che li hanno preceduti.<br />

Le scelte diventano più difficili e complesse: nulla può essere lasciato al caso e il percorso va<br />

costruito per tutta la durata della scuola secondaria superiore, cogliendo tutte le opportunità per<br />

vagliare con consapevolezza come valorizzare attitudini e talenti personali in un coerente progetto di<br />

vita e di lavoro.<br />

Diventa essenziale pertanto sviluppare una cultura dell’orientamento che, privilegiando la<br />

dimensione formativa e operativa piuttosto che quella informativa, accolga gli studenti fin dal loro<br />

ingresso nella scuola secondaria e li accompagni lungo l’intero percorso di studi, motivandoli verso le<br />

professioni tecniche, con un’approfondita conoscenza del settore di riferimento e delle sue prospettive<br />

evolutive, affinché ogni giovane si senta protagonista del proprio processo di formazione e orgoglioso<br />

del contributo professionale che può dare allo sviluppo del Paese.<br />

Soprattutto negli istituti tecnici, che offrono un’ampia possibilità, dopo il diploma, di intraprendere<br />

subito un percorso professionale, è auspicabile che gli studenti imparino il prima possibile ad<br />

elaborare le acquisizioni che la scuola propone loro attraverso lo studio delle discipline, arricchendole<br />

e integrandole con esperienze che li mettano in grado di confrontarsi con crescente autonomia con le<br />

richieste dal mondo del lavoro e delle professioni, per mettere in relazione questi dati con gli interessi<br />

e le aspirazioni personali.<br />

Nel rispetto dell’autonomia organizzativa e didattica di ciascuna istituzione scolastica, è auspicabile<br />

infine che l’impegno della scuola si concentri prevalentemente su principi che sviluppino gli aspetti<br />

educativi più intimamente connessi con la dimensione della progettualità personale, in funzione di una<br />

facilitazione oggettiva delle scelte degli studenti. Si tratta di valorizzare le potenzialità di ciascun<br />

allievo, soddisfare le aspettative di crescita e di miglioramento, individuare percorsi rispondenti ai<br />

bisogni degli studenti. In altre parole, promuovere un orientamento che sostenga l’esplorazione delle<br />

possibilità di sviluppo personale e professionale, che valorizzi la dimensione orientativa delle<br />

discipline che favorisca il collegamento e l’interazione della scuola con il territorio e il mondo<br />

produttivo, soprattutto attraverso gli stage e l’alternanza, che proponga agli studenti attività<br />

coinvolgenti, utilizzando diffusamente metodologie attive e contesti applicativi. Per svolgere questo<br />

delicato compito, gli istituti tecnici possono contare su alleanze consolidate, a livello locale, regionale<br />

e nazionale con le istituzioni e le associazioni professionali e imprenditoriali.<br />

Il laboratorio come metodologia di apprendimento<br />

Il laboratorio è concepito, nei nuovi ordinamenti dell’istruzione tecnica, non solo come il luogo nel<br />

quale gli studenti mettono in pratica quanto hanno appreso a livello teorico attraverso la<br />

sperimentazione di protocolli standardizzati, tipici delle discipline scientifiche, ma soprattutto come<br />

una metodologia didattica innovativa, che coinvolge tutte le discipline, in quanto facilita la<br />

personalizzazione del processo di insegnamento/apprendimento che consente agli studenti di acquisire<br />

il “sapere” attraverso il “fare”, dando forza all’idea che la scuola è il posto in cui si “impara ad<br />

imparare” per tutta la vita. Tutte le discipline possono, quindi, giovarsi di momenti laboratoriali, in<br />

quanto tutte le aule possono diventare laboratori. Il lavoro in laboratorio e le attività ad esso connesse<br />

sono particolarmente importanti perché consentono di attivare processi didattici in cui gli allievi<br />

diventano protagonisti e superano l’atteggiamento di passività e di estraneità che caratterizza spesso il<br />

loro atteggiamento di fronte alle lezioni frontali. L’impianto generale dei nuovi ordinamenti richiede<br />

che l’attività laboratoriale venga integrata nelle discipline sulla base di progetti didattici<br />

multidisciplinari fondati “sulla comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità<br />

personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo<br />

professionale e/o personale” .<br />

I nuovi ordinamenti degli istituti tecnici possono offrire, quindi, occasioni per valorizzare i diversi stili<br />

cognitivi in una rinnovata relazione tra discipline teoriche ed attività di laboratorio che aiutino lo


studente, attraverso un processo induttivo, a connettere il sapere acquisito in contesti applicativi al<br />

sapere astratto, basato su concetti generali e riproducibile nella più ampia generalità dei contesti.<br />

L’attività di laboratorio, condotta con un approccio operativo ai processi tecnologici, può coniugare<br />

l’attitudine degli studenti alla concretezza e all’azione con la necessità di far acquisire loro i quadri<br />

concettuali che sono indispensabile per l’interpretazione della realtà e la sua trasformazione. La<br />

didattica di laboratorio facilita l’apprendimento dello studente in quanto lo coinvolge anche dal punto<br />

di vista fisico ed emotivo nella relazione diretta e gratificante con i compagni e con il docente.<br />

I docenti, utilizzando il laboratorio, hanno la possibilità di guidare l’azione didattica per “situazioniproblema”<br />

e strumenti per orientare e negoziare il progetto formativo individuale con gli studenti, che<br />

consente loro di acquisire consapevolezza dei propri punti di forza e debolezza. Il processo<br />

sistematico di acquisizione e di trasferimento di conoscenze/abilità/competenze che caratterizza<br />

l’apprendimento dello studente può esprimersi, in modo individuale o collegiale, in un’attività<br />

osservabile che si configuri come un risultato valutabile. Il laboratorio, quindi, rappresenta la modalità<br />

trasversale che può caratterizzare tutta la didattica disciplinare e interdisciplinare per promuovere<br />

nello studente una preparazione completa e capace di continuo rinnovamento. Nell’attività di<br />

laboratorio sono varie le attività che si possono esplicare sul piano didattico. Oltre all’utilizzo delle<br />

diverse strumentazioni, delle potenzialità offerte dall’informatica e della telematica, si può far ricorso<br />

alle simulazioni, alla creazione di oggetti complessi che richiedono l’apporto sia di più studenti sia di<br />

diverse discipline. In questo caso, l’attività di laboratorio si intreccia con l’attività di progetto e<br />

diventa un’occasione particolarmente significativa per aiutare lo studente a misurarsi con la realtà.<br />

Tirocini, stage ed esperienze condotte con la metodologia dell’“impresa formativa simulata” sono<br />

strumenti molto importanti per far acquisire allo studente competenze molto utili per l’orientamento e<br />

per l’occupabilità. Metodologie didattiche basate sul costante utilizzo delle tecnologie aiutano i<br />

docenti a realizzare interventi formativi centrati sull’esperienza, che consentono allo studente di<br />

apprendere soprattutto tramite la verifica della validità delle conoscenze acquisite in un ambiente<br />

interattivo di "apprendimento per scoperta" o di "apprendimento programmato", che simuli contesti<br />

reali. I docenti possono avvalersi della simulazione in svariati modi: per realizzare giochi didattici,<br />

esperimenti di laboratorio, per lo studio di fenomeni, esercitazioni, rinforzo, verifiche di<br />

apprendimento. E’ importante, comunque, che i docenti , nel tener conto delle diverse intelligenze<br />

degli studenti e delle loro attitudini e motivazioni, scelgano le simulazioni in modo da integrarle con<br />

altre metodologie e strumenti didattici.<br />

In sintesi cosa cambia<br />

Il nostro Istituto, Dirigenza, docenti e personale tutto, già da tempo si interroga sui cambiamenti<br />

generali che un simile riordino mette in gioco. Richiamandosi ad un forte senso di responsabilità in<br />

merito ad una Riforma che va compresa prima di essere applicata, il nostro Istituto si orienta ad un<br />

aggiornamento professionale sentito come forte spinta alla crescita personale, ma soprattutto come<br />

bisogno urgente di dare risposte chiare alla nostra utenza. Sono in primo luogo gli alunni i principali<br />

protagonisti di una simile trasformazione che riguarderà il loro immediato futuro. Per noi l’utenza è la<br />

nostra ragione di esistere, non semplicemente riguardo alla sopravivenza di un Istituto che vanta una<br />

famiglia molto numerosa, ma in relazione alla necessità di dare offrire quanto di meglio ognuno di noi<br />

può dare ai nostri ragazzi. Forti di questo grande senso di responsabilità abbiamo dato alcune risposte<br />

ad alcuni quesiti urgenti senza nessuna pretesa di esaustività. L’orizzonte educativo che si profila<br />

sembra ancora molto incerto, noi stiamo cercando la strada delle certezze.


Un nuovo modello di docente nella scuola delle competenze.<br />

A. Al docente si richiede una maggiore professionalità che necessita di una riorganizzazione<br />

delle sue stesse competenze. Il docente deve essere:<br />

Il professionista praticante riflessivo per la scuola dell’autonomia, che gli attribuisce molte<br />

responsabilità<br />

L’intellettuale- ricercatore (oggetti della ricerca,strumenti, finalità, discipline, istituzioni,<br />

figure di riferimento)<br />

La persona capace di lavorare in equipe (la collegialità nella scuola)<br />

La persona capace di leggere i contesti, di interagire col territorio.<br />

La persona adulta che si relaziona con i giovani in crescita.<br />

Il professionista che lavora in un’Istituzione Pubblica, per fornire un servizio.<br />

Il professionista consapevole del proprio peculiare sapere (sapere di sintesi e di<br />

performance).<br />

B. Il docente deve saper progettare per discipline.<br />

Le discipline sono organizzatori di sapere, perché:<br />

1. selezionano e circoscrivono oggetti di conoscenza (nozioni, concetti,argomenti);<br />

2. individuano metodi di ricerca peculiari/settoriali, e ne verificano l’efficacia;<br />

3. predispongono strumenti di indagine e applicazione delle conoscenze;<br />

4. inventano, riformulano, precisano, ridefiniscono i linguaggi alimentano il pensiero sul<br />

sapere, sulle specificità e sui collegamenti tra i saperi<br />

Le discipline sono punti di vista sulla realtà;<br />

Le discipline non coincidono con le materie scolastiche.<br />

C. La scuola decide quali tra i contenuti disciplinari diventano materia scolastica.<br />

Fino ai programmi del ’79 e dell’85, e le varie sperimentazioni per la secondaria di 2°, ciò era<br />

deciso dal ministero della pubblica istruzione, che prescriveva la lista degli argomenti da trattare:<br />

delle discipline si coglieva soprattutto l’aspetto delle conoscenze (nozioni, concetti,<br />

argomenti) e dei linguaggi da trasmettere alle giovani generazioni. Ai docenti si chiedeva di:<br />

conoscere e trasmettere conoscenze e linguaggi, gli allievi imparare;<br />

progettano la distribuzione degli argomenti nell’anno e poco altro.<br />

Gli strumenti fondamentali erano la lezione frontale e lo studio del libro: l’apprendimento<br />

avveniva attraverso l’ascolto e la lettura della parola.<br />

ora ai docenti si chiede di :<br />

di aggiornare le loro conoscenze sui contenuti disciplinari, di allargarle ai metodi, agli<br />

strumenti, ai linguaggi, e, soprattutto, di tradurle in obiettivi di apprendimento, di imparare a<br />

progettare per ottenere risultati.<br />

si chiede di imparare nuove metodologie didattiche e di programmare per unità didattiche.<br />

di progettare per Unità di Apprendimento; le U.A prevedono che si colleghino i saperi e si<br />

tenga conto di tutti i fattori che influenzano l’apprendere.<br />

inoltre:<br />

Aumenta la responsabilità dei collegi e dei singoli docenti, ai quali sono affidate le scelte in<br />

materia di organizzazione del curricolo, contenuti, strategie, rapporti col territorio<br />

I docenti devono conoscere le discipline d’insegnamento, ma anche quelle che possono offrire<br />

strumenti per la comprensione del contesto in cui agiscono; devono aggiornare le metodologie,


conoscere i nuovi strumenti tecnologici, saper progettare, saper interagire con le famiglie e col<br />

territorio.<br />

Le discipline non spariscono, ma ai docenti si chiede “l’individuazione delle strategie più<br />

appropriate per l’interazione disciplinare, per superare la frammentazione dei saperi negli<br />

attuali curricoli”, “l’approfondimento degli aspetti fondanti i quattro assi culturali”,<br />

“l’organizzazione dei processi didattici in termini di apprendimento per competenze.<br />

Dagli obiettivi alle competenze<br />

Nei documenti della riforma Berlinguer, della riforma Moratti e della sperimentazione Fioroni<br />

compare il concetto di “competenza”<br />

1. Che cosa si intende per competenza? (alcune autorevoli definizioni)<br />

La competenza costituisce una caratteristica intrinseca di un individuo casualmente collegata<br />

ad una performance eccellente in una mansione. Si compone di motivazioni, tratti, immagini di<br />

sé, ruoli sociali, conoscenze e abilità (Spencer, 1995)<br />

La competenza è data dall’insieme delle conoscenze, abilità e atteggiamenti che consentono ad<br />

un individuo di ottenere risultati utili al proprio adattamento negli ambienti per lui significativi<br />

(Boscolo, 1998)<br />

In una competenza significativamente complessa si possono distinguere tre dimensioni<br />

fondamentali: la prima di natura cognitiva e riguarda la comprensione e l’organizzazione dei<br />

concetti che sono direttamente coinvolti; la seconda è di natura operativa e concerne le abilità che<br />

la caratterizzano; la terza è di natura affettiva e coinvolge convinzioni, atteggiamenti,<br />

motivazioni ed emozioni, che permettono di darle senso e valore personale (Pellerey, 2000).<br />

2. Quale rapporto tra obiettivi, traguardi e competenze?<br />

Nei documenti sull’obbligo non si usa il temine “obiettivi di apprendimento”, si parla di “saperi<br />

articolati in abilità/capacità e conoscenze, riferiti agli assi culturali”<br />

A tale proposito si può fare riferimento alle definizioni del Parlamento Europeo:<br />

Conoscenze indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso<br />

l’apprendimento. Sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative ad un settore di<br />

studio e/o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche<br />

Abilità indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare Know-how per portare a<br />

termine compiti o risolvere problemi; le abilità sono descritte come cognitive(uso del pensiero<br />

logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi,<br />

materiali, strumenti).<br />

Competenze indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali,<br />

sociali e metodologiche, in situazioni di studio e di lavoro e nello sviluppo professionale e<br />

personale; le competenze sono descritte in termini di responsabilità ed autonomia<br />

(Raccomandazione del Parlamento Europeo - Quadro Europeo delle qualifiche e dei titoli, settembre 2006)<br />

3. Su quali competenze deve puntare la scuola?<br />

Le competenze chiave (e di cittadinanza)<br />

Prepararsi alla vita adulta e all’apprendimento permanente.<br />

Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio 2006:<br />

Comunicazione nella madrelingua (comunicare, acquisire ed interpretare l’informazione).<br />

Comunicazione nelle lingue straniere (comunicare, acquisire ed interpretare l’informazione).


Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia (risolvere problemi,<br />

individuare collegamenti e relazioni)<br />

Competenza digitale (acquisire ed interpretare l’informazione, individuare collegamenti e<br />

relazioni).<br />

Imparare ad imparare<br />

Competenze sociali e civiche (agire in modo responsabile e autonomo, collaborare e<br />

partecipare).<br />

Spirito d’iniziativa e imprenditorialità (progettare, risolvere problemi).<br />

Consapevolezza ed espressione culturale (acquisire ed interpretare l’informazione, collaborare<br />

e partecipare, progettare, individuare collegamenti e relazioni).<br />

4. Si possono verificare e valutare le competenze?<br />

Si possono misurare le competenze nella scuola? Un problema aperto.<br />

Che cosa sono le competenze<br />

Dunque, se per competenze intendiamo la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità<br />

personali, sociali e metodologiche in situazioni di lavoro, studio, dimostrando responsabilità ed<br />

autonomia, appare chiaro che le competenze risultanti dal processo di apprendimento:<br />

NON SONO DATE DALLA SEMPLICE SOMMA CONOSCENZE + ABILITA’<br />

NON SI ACQUISISCONO ESCLUSIVAMENTE IN CONTESTI EDUCATIVI FORMALI (la<br />

scuola) ma anche in contesti NON FORMALI (famiglia, luogo di lavoro, media, organizzazioni<br />

culturali e associative), INFORMALI (la vita sociale nel suo complesso).<br />

Le richieste provenienti dal mondo del lavoro<br />

Già negli anni Novanta l’Unione Europea poneva l’attenzione sul bisogno di porre le competenze al<br />

vertice dei risultati di apprendimento. Il termine competenza, compariva difatti, già nelle Riforme<br />

Berlinguer e Moratti, pur senza essere definito con grande chiarezza. Con il trascorrere degli anni<br />

l’esigenza è diventata sempre più improrogabile pena l’esclusione di intere categorie di studenti<br />

dalla popolazione attiva.<br />

La richiesta di Competenze proviene da diversi ambiti:<br />

1. dalle preoccupazioni del mondo del lavoro per la mediocre qualità dell’istruzione;<br />

2. dalla necessità di avere un sistema standardizzato di valutazione che permetta la circolazione<br />

di studenti, insegnanti, quadri e dirigenti aziendali in tutta l’Unione europea;<br />

3. dalla globalizzazione che mette in crisi i sistemi nazionali, compresi quelli di istruzione;<br />

4. dall’influenza sulle conoscenze dei veloci progressi della ricerca scientifica e tecnologica;<br />

5. dal cambiamento del mercato del lavoro e dei percorsi di evoluzione professionale, divenuti<br />

sempre meno lineari.<br />

Rispetto a questi problemi, all’interno dei Paesi avanzati, l’<strong>It</strong>alia è tra i più penalizzati (penultimo<br />

prima della Grecia). Dalle statistiche emerge un quadro preoccupante:<br />

Metà della popolazione italiana è analfabeta o semianalfabeta<br />

dove per “semianalfabeta” significa che legge compitando e senza capire il senso di una frase e<br />

conosce solo le quattro operazioni elementari.


Come evolvono i curricoli<br />

Il dato preoccupante, che aggrava ulteriormente la situazione già drammatica in <strong>It</strong>alia è che un quarto<br />

della popolazione non è andato a scuola o non ha completato le elementari, mentre il quarto che ha<br />

finito o in parte frequentano le scuole medie ha poi smesso totalmente di leggeree e studiare. Tale<br />

fenomeno no si riscontra in nessuna delle nazioni avanzate.<br />

La richiesta di competenze tende quindi anche a far uscire i curricoli dai confini attuali, sia spaziali sia<br />

temporali, spingendoli verso nuove dimensioni dell’apprendimento:<br />

1. L’orrizzontabilità (dalla scuola al luogo del lavoro, alla comunità locale, ai mass-media e agli<br />

altri ambienti di apprendimento)<br />

2. La longitudinalità (dalla prima infanzia alla vita adulta, alla terza età);<br />

3. La verticalità (dagli ambienti di apprendimento reali a quelli digitali e virtuali).<br />

È possibile realizzare una vera “didattica per competenze”?<br />

Per quanto riguarda la programmazione, il regolamento per il riordino degli Istituti tecnici in <strong>It</strong>alia<br />

afferma di ispirarsi ad un “approccio per competenze” che deriva dal dispositivo EQF (Quadro<br />

Europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente).<br />

Appare chiaro che in tale dispositivo i risultati di apprendimento attesi risultano articolati in<br />

CONOSCENZE, ABILITA’ E COMPETENZE<br />

Per ricapitolare(sperando di non essere ripetitivi) le:<br />

1. Conoscenze (o sapere) indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso<br />

l’apprendimento.<br />

2. Abilità (o saper fare) indicano la capacità di applicare le conoscenze in modo cognitivo<br />

(cioè usando il pensiero logico, intuitivo e creativo) e in modo pratico (cioè usando<br />

documenti, immagini, creando schemi e mappe concettuali).<br />

3. Competenze, indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità<br />

personali, sociali e metodologiche in situazioni di lavoro, studio, dimostrando responsabilità<br />

ed autonomia<br />

Educatori e pedagogisti affermano che, quando e se sarà pienamente realizzata, la programmazione<br />

per competenze implicherà un ribaltamento dell’insegnamento e una radicale trasformazione di tutta<br />

l’organizzazione scolastica ereditata dal secolo scorso. Questo giorno non sembra poi così prossimo,<br />

dato che un vero e proprio approccio per competenze nella scuola pone problemi teorici e pratici di<br />

notevole portata, basti pensare al problema della valutazione.<br />

NEL VALUTARE CONOSCENZE E ABILITA’<br />

SI RICHIEDONO SPESSO PRESTAZIONI SEMPLICI<br />

BASATE SU ACQUISIZIONI DI TIPO “<strong>SCOLASTICO</strong>”<br />

NEL VALUTARE LE COMPETENZE<br />

SI RICHIEDONO PRESTAZIONI PIU’ COMPLESSE,<br />

BASATE SULLA PRODUZIONE DI SOLUZIONI A PROBLEMI<br />

TRATTI DAL MONDO REALE.


PER TALI MISURAZIONI NON SONO SUFFICIENTI<br />

I TEST A SCELTA MULTIPLA.<br />

Alla fine degli anni Novanta le preoccupazioni per queste difficoltà si sono tradotte in uno sforzo<br />

verso l’uso di:<br />

portfolio;<br />

dimostrazioni;<br />

progetti.<br />

Molte difficoltà, tuttavia, ne hanno impedito l’adozione su larga scala.<br />

In questa nuova fase di riordino non è possibile tornare indietro e abbandonare l’idea di una<br />

“didattica per competenze”; sarebbe come ammettere una sconfitta in un momento storico in cui<br />

risulta sempre più urgente garantire una formazione di qualità ponendo l’accento sulle capacità degli<br />

studenti di utilizzare ciò che apprendono in classe, a scuola e nella vita in compiti e situazioni<br />

complesse. Tutti sappiamo che cosa vuol dire entrare oggi nel mondo del lavoro, dove non occorrono<br />

manovali ma tecnici qualificati. Ciò che è indispensabile è un’alta specializzazione, la capacità di<br />

affrontare la competizione, saper lavorare in gruppo, parlare e scrivere perfettamente la propria lingua<br />

e almeno una seconda, farsi apprezzare come persona adattabile, mai rigida, e soprattutto disposta a<br />

rinnovarsi accettando la prospettiva di una formazione permanente. Per raggiungere questo<br />

complesso di “competenze” occorre organizzare il curricolo in modo da<br />

FAR ENTRARE LA VITA REALE IN CLASSE<br />

La sfida pedagogica delle competenze consiste dunque nel cercare di costituire entro le mura della<br />

scuola, ovvero in un contesto “artefatto”, condizioni di un apprendimento autentico che diventi<br />

patrimonio personale spendibile. Sembra un compito arduo, ma non irrealizzabile.<br />

In sintesi, per chiarire ulteriormente, potremmo dire che:<br />

ACQUISIRE COMPETENZE<br />

SIGNIFICA CAPIRE IN PROFONDITA’ UN CONCETTO<br />

E COLLEGARLO FORTEMENTE<br />

CON ALTRE CONOSCENZE, CON ESPERIENZE, CON IMMAGINI,<br />

CON ESEMPI E CONTRO ESEMPI<br />

Pellerey, 2007<br />

Uno degli strumenti più significativi che aiuta lo studente a sviluppare la capacità di interagire con il<br />

mondo del lavoro o in altri contesti è certamente il lavoro di gruppo, che vince i particolarismi, le<br />

invidie, le gelosie, la timidezza, pena il mancato raggiungimento dello scopo. Oggi la didattica per<br />

competenze si orienta sia verso le Unità di Apprendimento, la cui verifica implica Prove strutturate<br />

sia verso discussioni e ricerche collettive con la tecnica del Problem solving.


L’organizzazione del curricolo<br />

Il traguardo formativo cui mira l’Istituto “G. Fortunato” non consiste solo nel far acquisire<br />

conoscenze, ma anche abilità e competenze, così da favorire lo sviluppo di abitudini mentali orientate<br />

alla risoluzione di problemi e alla gestione delle informazioni. L’obiettivo è di formare una persona<br />

capace di inserirsi in contesti aziendali diversi, tutti caratterizzati dalla presenza di frequenti<br />

mutamenti tecnologici ed organizzativi.<br />

IL NUOVO ORDINAMENTO<br />

AMMINISTRAZIONE FINANZA E MARKETING<br />

TURISMO<br />

DISCIPLINE PRIMO BIENNIO<br />

Discipline 1^<br />

classe<br />

Lingua e letteratura italiana 4 4<br />

Lingua inglese 3 3<br />

Storia Cittadinanza e Costituzione 2 2<br />

Matematica 4 4<br />

Diritto ed Economia 2 2<br />

Scienze della terra e Biologia 2 2<br />

Fisica 2<br />

Seconda lingua comunitaria 3 3<br />

Geografia 3 3<br />

Informatica 2 2<br />

Economia Aziendale 2 2<br />

Scienze motorie e sportive 2 2<br />

Chimica 2<br />

R. C. o attività alternative 1 1<br />

DISCIPLINE SECONDO BIENNIO E 5° <strong>ANNO</strong><br />

Discipline 3^<br />

classe<br />

ore<br />

ore<br />

4^<br />

classe<br />

ore<br />

2^<br />

classe<br />

ore<br />

Lingua e letteratura italiana 4 4 4<br />

Lingua inglese 3 3 3<br />

Storia Cittadinanza e Costituzione 2 2 2<br />

Matematica 3 3 3<br />

Diritto 3 3 3<br />

Economia Politica 3 2 3<br />

Seconda lingua comunitaria 3 3 3<br />

Economia Aziendale 6 7 8<br />

Informatica 2 2<br />

Scienze motorie e sportive 2 2 2<br />

R. C. o attività alternative 1 1 1<br />

5^<br />

classe<br />

ore


Il settore economico comprende due ampi indirizzi, riferiti ad ambiti e processi essenziali per la<br />

competitività del sistema economico e produttivo del Paese, come quelli amministrativi, finanziari,<br />

commerciali e del turismo. Per l’approfondimento di tecnologie e metodologie specifiche di<br />

indirizzo, sono previste alcune articolazioni nell’indirizzo “Amministrazione, finanza e marketing”.<br />

In tutti gli indirizzi e articolazioni, i risultati di apprendimento sono definiti a partire dalle<br />

funzioni aziendali e dai processi produttivi e tengono conto dell’ evoluzione che caratterizza l’intero<br />

settore sia sul piano delle metodologie di erogazione dei servizi sia sul piano delle tecnologie di<br />

gestione, che risultano sempre più trasversali alla diverse tipologie aziendali. Essi tengono conto, in<br />

particolare, di un significativo spostamento di attenzione che riguarda l’organizzazione e il sistema<br />

informativo aziendale, la gestione delle relazioni interpersonali e degli aspetti comunicativi, i<br />

processi di internazionalizzazione.<br />

I risultati di apprendimento rispecchiano questo cambiamento delle discipline economico-<br />

aziendali in senso sistemico e integrato e vanno letti nel loro insieme. Tale impostazione intende<br />

facilitare, inoltre, apprendimenti più efficaci e duraturi nel tempo, in quanto basati su un approccio<br />

che parte dall’osservazione del reale, essenziale per affrontare professionalmente le problematiche<br />

delle discipline in una prospettiva dinamica.<br />

Questo ambito di studi si caratterizza, in generale, per un'offerta formativa relativa ad un settore<br />

che ha come sfondo il mercato e affronta lo studio dei macrofenomeni economico-aziendali<br />

nazionali e internazionali, la normativa civilistica e fiscale, il sistema azienda nella sua complessità<br />

e nella sua struttura, con specifica attenzione all'utilizzo delle tecnologie e forme di comunicazione<br />

più appropriate, anche in lingua straniera.<br />

Le discipline di indirizzo sono presenti nel percorso fin dal primo biennio, in funzione orientativa<br />

e concorrono a far acquisire agli studenti i risultati di apprendimento dell’obbligo di istruzione; si<br />

sviluppano nel successivo triennio con gli approfondimenti specialistici che si propongono di<br />

sostenere gli studenti nelle loro scelte professionali e di studio.<br />

Le competenze acquisite dagli studenti nell’intero corso di studi sono configurate a partire dal<br />

quadro unitario definito dagli assi culturali dell’obbligo di istruzione, che ne risulta<br />

progressivamente potenziato. In particolare, l’asse scientifico-tecnologico viene consolidato dagli<br />

apporti specialistici, finalizzati a far comprendere anche la continua evoluzione delle normative e<br />

degli standard tecnici, nazionali ed internazionali, operanti a livello settoriale.<br />

Un altro aspetto di rilievo per il settore economico è costituito dall’educazione<br />

all’imprenditorialità, in linea con le indicazioni dell’Unione europea, in quanto le competenze<br />

imprenditoriali sono motore dell’innovazione, della competitività e della crescita. La loro<br />

acquisizione consente agli studenti di sviluppare una visione orientata al cambiamento,<br />

all’iniziativa, alla creatività, alla mobilità geografica e professionale, nonché all’assunzione di<br />

comportamenti socialmente responsabili, che li mettono in grado di organizzare il proprio futuro<br />

professionale tenendo conto dei processi in atto.


Presentazione sintetica degli indirizzi e delle articolazioni<br />

Gli indirizzi del settore economico fanno riferimento a comparti in costante crescita sul<br />

piano occupazionale e interessati a forti innovazioni sul piano tecnologico ed organizzativo,<br />

soprattutto in riferimento alle potenzialità delle tecnologie dell’informazione e della<br />

comunicazione (Information Communication Technologies –ICT):<br />

• l’indirizzo “Amministrazione, finanza e marketing” persegue lo sviluppo di<br />

competenze relative alla gestione aziendale nel suo insieme e all’interpretazione dei risultati<br />

economici, con le specificità relative alle funzioni in cui si articola il sistema<br />

azienda (amministrazione, pianificazione, controllo, finanza, commerciale, sistema<br />

informativo, gestioni speciali). Esso presenta due articolazioni specifiche:<br />

- “Relazioni internazionali per il Marketing”, per approfondire gli aspetti relativi alla<br />

gestione delle relazioni commerciali internazionali riguardanti differenti realtà geo-politiche e<br />

settoriali e per assicurare le competenze necessarie a livello culturale, linguistico e tecnico;<br />

- “Sistemi informativi aziendali”, per sviluppare competenze relative alla gestione<br />

del sistema informativo aziendale, alla valutazione, alla scelta e all’adattamento di software<br />

applicativi, alla realizzazione di nuove procedure, con particolare riguardo al sistema di<br />

archiviazione, della comunicazione in rete e della sicurezza informatica;<br />

• l’indirizzo “Turismo” integra le competenze dell’ambito professionale specifico con<br />

quelle linguistiche e informatiche per operare nel sistema informativo dell’azienda e<br />

contribuire all’innovazione e al miglioramento dell’impresa turistica. Esso intende<br />

promuovere abilità e conoscenze specifiche nel campo dell’analisi dei macrofenomeni<br />

economici nazionali ed internazionali, della normativa civilistica e fiscale, dei sistemi<br />

aziendali con l’attenzione alla valorizzazione integrata e sostenibile del patrimonio<br />

culturale, artistico, artigianale, enogastronomico, paesaggistico ed ambientale. Particolare<br />

attenzione è rivolta alla formazione plurilinguistica.<br />

La scuola è attiva non solo nelle ore diurne, ma anche di sera con corsi serali per adulti. Il Progetto<br />

SIRIO si caratterizza per la sua differenza con in curricoli istituzionali, tanto da connotarsi come<br />

vera e propria seconda via dell’istruzione. Il sistema formativo degli adulti, infatti, deve assolvere le<br />

seguenti funzioni:<br />

qualificare giovani e adulti privi di professionalità aggiornata, per i quali la licenza media<br />

non costituisce più una garanzia dall’emarginazione culturale e/o lavorativa;<br />

consentire la riconversione professionale di adulti già inseriti in ambito lavorativo che<br />

vogliono ripensare o debbono ricomporre la propria identità personale;


Le decisioni sono un modo per definire se stessi.<br />

Sono il modo per dare vita e significato ai sogni.<br />

Sono il modo per farci diventare ciò che vogliamo.<br />

Sergio Bambarén, da “Il Delfino”


Il profilo professionale<br />

Il Diplomato in “Amministrazione, Finanza e Marketing” ha competenze generali nel campo<br />

dei macrofenomeni economici nazionali ed internazionali, della normativa civilistica e fiscale,<br />

dei sistemi e processi aziendali (organizzazione, pianificazione, programmazione,<br />

amministrazione, finanza e controllo), degli strumenti di marketing, dei prodotti<br />

assicurativo-finanziari e dell’economia sociale. Integra le competenze dell’ambito professionale<br />

specifico con quelle linguistiche e informatiche per operare nel sistema informativo dell’azienda<br />

e contribuire sia all’innovazione sia al miglioramento organizzativo e tecnologico dell’impresa<br />

inserita nel contesto internazionale.<br />

Attraverso il percorso generale, è in<br />

grado di:<br />

rilevare le operazioni gestionali utilizzando metodi, strumenti, tecniche contabili<br />

ed extracontabili in linea con i principi nazionali ed internazionali;<br />

redigere e interpretare i documenti amministrativi e finanziari aziendali;<br />

gestire adempimenti di natura fiscale;<br />

collaborare alle trattative contrattuali riferite alle diverse aree funzionali<br />

dell’azienda;<br />

svolgere attività di marketing;<br />

collaborare all’organizzazione, alla gestione e al controllo dei processi<br />

aziendali;<br />

utilizzare tecnologie e software applicativi per la gestione integrata di<br />

amministrazione, finanza e marketing.<br />

Nell’articolazione “Relazioni internazionali per il marketing”, il profilo si caratterizza per<br />

il riferimento sia all’ambito della comunicazione aziendale con l’utilizzo di tre lingue<br />

straniere e appropriati strumenti tecnologici sia alla collaborazione nella gestione dei rapporti<br />

aziendali nazionali e internazionali riguardanti differenti realtà geo-politiche e vari contesti<br />

lavorativi.<br />

Nell’articolazione “Sistemi informativi aziendali”, il profilo si caratterizza per il riferimento sia<br />

all’ambito della gestione del sistema informativo aziendale sia alla valutazione, alla scelta e<br />

all’adattamento di software applicativi. Tali attività sono tese a migliorare l’efficienza<br />

aziendale attraverso la realizzazione di nuove procedure, con particolare riguardo al<br />

sistema di archiviazione, all’organizzazione della comunicazione in rete e alla sicurezza<br />

informatica.


A conclusione del percorso quinquennale, il Diplomato nell’indirizzo “Amministrazione,<br />

Finanza e Marketing” consegue i risultati di apprendimento descritti nel punto 2.2<br />

dell’Allegato A), di seguito specificati in termini di competenze.<br />

1. Riconoscere e interpretare:<br />

le tendenze dei mercati locali, nazionali e globali anche per coglierne le<br />

ripercussioni in un dato contesto;<br />

i macrofenomeni economici nazionali e internazionali per connetterli alla<br />

specificità di un’azienda;<br />

i cambiamenti dei sistemi economici nella dimensione diacronica attraverso il<br />

confronto fra epoche storiche e nella dimensione sincronica attraverso il confronto<br />

fra aree geografiche e culture diverse.<br />

2. Individuare e accedere alla normativa pubblicistica, civilistica e fiscale con particolare<br />

riferimento alle attività aziendali.<br />

3. Interpretare i sistemi aziendali nei loro modelli, processi e flussi informativi con<br />

riferimento alle differenti tipologie di imprese.<br />

4. Riconoscere i diversi modelli organizzativi aziendali, documentare le procedure e<br />

ricercare soluzioni efficaci rispetto a situazioni date.<br />

5. Individuare le caratteristiche del mercato del lavoro e collaborare alla<br />

gestione delle risorse umane.<br />

6. Gestire il sistema delle rilevazioni aziendali con l’ausilio di<br />

programmi di contabilità integrata.<br />

7. Applicare i principi e gli strumenti della programmazione e del controllo di<br />

gestione, analizzandone i risultati.<br />

8. Inquadrare l’attività di marketing nel ciclo di vita dell’azienda e realizzare applicazioni<br />

con riferimento a specifici contesti e diverse politiche di mercato.<br />

9. Orientarsi nel mercato dei prodotti assicurativo-finanziari, anche per collaborare<br />

nella ricerca di soluzioni economicamente vantaggiose.<br />

10. Utilizzare i sistemi informativi aziendali e gli strumenti di comunicazione integrata<br />

d’impresa, per realizzare attività comunicative con riferimento a differenti contesti.<br />

11. Analizzare e produrre i documenti relativi alla rendicontazione sociale e ambientale, alla<br />

luce dei criteri sulla responsabilità sociale d’impresa.<br />

Nelle articolazioni: ”Relazioni internazionali per il marketing” e “Sistemi informativi<br />

aziendali”, le competenze di cui sopra sono differentemente sviluppate e opportunamente<br />

integrate in coerenza con la peculiarità del profilo di riferimento.


Il Diplomato nel “Turismo” ha competenze specifiche nel comparto delle imprese del settore<br />

turistico e competenze generali nel campo dei macrofenomeni economici nazionali ed<br />

internazionali, della normativa civilistica e fiscale, dei sistemi aziendali. Interviene nella<br />

valorizzazione integrata e sostenibile del patrimonio culturale, artistico, artigianale,<br />

enogastronomico, paesaggistico ed ambientale. Integra le competenze dell’ambito professionale<br />

specifico con quelle linguistiche e informatiche per operare nel sistema informativo<br />

dell’azienda e contribuire sia all’innovazione sia al miglioramento organizzativo e tecnologico<br />

dell’impresa turistica inserita nel contesto internazionale.<br />

E’ in grado di:<br />

gestire servizi e/o prodotti turistici con particolare attenzione alla<br />

valorizzazione del patrimonio paesaggistico, artistico, culturale, artigianale,<br />

enogastronomico del territorio;<br />

collaborare a definire con i soggetti pubblici e privati l’immagine turistica del<br />

territorio e i piani di qualificazione per lo sviluppo dell’offerta integrata;<br />

utilizzare i sistemi informativi, disponibili a livello nazionale e internazionale,<br />

per proporre servizi turistici anche innovativi;<br />

promuovere il turismo integrato avvalendosi delle tecniche di comunicazione<br />

multimediale;<br />

intervenire nella gestione aziendale per gli aspetti organizzativi,<br />

amministrativi, contabili e commerciali.<br />

A conclusione del percorso quinquennale, il Diplomato nell’indirizzo “Turismo” consegue i<br />

risultati di apprendimento descritti nel punto 2.2 dell’Allegato A), di seguito specificati in<br />

termini di competenze.<br />

1.Riconoscere e interpretare:<br />

le tendenze dei mercati locali, nazionali, globali anche per coglierne le ripercussioni<br />

nel contesto turistico,<br />

i macrofenomeni socio-economici globali in termini generali e specifici dell’impresa<br />

turistica,<br />

i cambiamenti dei sistemi economici nella dimensione diacronica attraverso il<br />

confronto tra epoche e nella dimensione sincronica attraverso il confronto tra aree<br />

geografiche e culturali diverse.<br />

2. Individuare e accedere alla normativa pubblicistica, civilistica, fiscale con particolare<br />

riferimento a quella del settore turistico.<br />

3. Interpretare i sistemi aziendali nei loro modelli, processi di gestione e flussi informativi.<br />

4. Riconoscere le peculiarità organizzative delle imprese turistiche e contribuire a cercare<br />

soluzioni funzionali alle diverse tipologie.<br />

5. Gestire il sistema delle rilevazioni aziendali con l’ausilio di programmi di contabilità<br />

integrata specifici per le aziende del settore Turistico.<br />

6. Analizzare l’immagine del territorio sia per riconoscere la specificità del suo patrimonio<br />

culturale sia per individuare strategie di sviluppo del turismo integrato e sostenibile.<br />

7. Contribuire a realizzare piani di marketing con riferimento a specifici tipologie di<br />

imprese o prodotti turistici.<br />

8. Progettare, documentare e presentare servizi prodotti turistici.<br />

9. Individuare le caratteristiche del mercato del lavoro e collaborare alla gestione del<br />

personale dell’impresa turistica.<br />

10. Utilizzare il sistema delle comunicazioni e delle relazioni delle imprese turistiche.


L’ampliamento della nostra offerta formativa<br />

BIENNIO:<br />

VIAGGI D’ISTRUZIONE<br />

Obiettivi generali:<br />

- favorire la socializzazione;<br />

- promuovere il territorio regionale;<br />

- sensibilizzare gli alunni alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale,<br />

ambientale, artistico e storico nelle sue diverse manifestazioni, quale eredità storica<br />

regionale.<br />

Obiettivi specifici:<br />

- diffondere la consapevolezza del patrimonio artistico;<br />

- promuovere capacità organizzative ;<br />

- sviluppare le capacità critiche.<br />

TRIENNIO: 3° e 4° Classi: <strong>It</strong>alia (itinerario di 5/6 gg.); 5° Classi: Estero (itinerario di 6 gg.)<br />

Obiettivi generali:<br />

- promuovere il territorio nazionale ed estero con particolare attenzione a itinerari di interesse<br />

storico-artistico;<br />

- coinvolgere gli alunni nella scoperta di luoghi, città, culturale e tradizioni;<br />

- favorire gli scambi culturali tra giovani di diverse regioni, promovendo compartimenti di<br />

“cittadinanza attiva”.<br />

Obiettivi specifici:<br />

- Sensibilizzare gli alunni alla tutela del patrimonio culturale, ambientale, artistico, e antropologico<br />

nelle sue diverse manifestazioni, quale eredità storica.<br />

Obiettivi tematici, comuni al BIENNIO e al TRIENNIO:<br />

- ricerca e scoperta di percorsi storici, museali, archeologici, naturalistici.<br />

ATTIVITA’ COMPLEMENTARI<br />

- Visite guidate e stage ad enti ed aziende commerciali e produttive per una visione<br />

reale del mondo economico;<br />

- viaggi di istruzione in località nazionali ed estere per la conoscenza degli usi e<br />

costumi dei paesi che gravitano nell’area europea;<br />

- visite ad oasi protette, a siti archeologici ed a zone di particolare interesse artistico,<br />

architettonico e ambientale;<br />

- collaborazione e previsioni di progetti con altre scuole presenti nel territorio.


FESTA DEL DIPLOMATO<br />

La cura con cui il nostro Istituto gestisce il rapporto con i suoi alunni si palesa maggiormente<br />

nell’attenzione che rivolge loro in occasione di un evento fondamentale come quello dell’esame<br />

conclusivo di maturità. L’elemento che rende speciale questo progetto è coinvolgere alunni e<br />

genitori a collaborare con corresponsabilità nell’azione educativa insieme all’istituzione scolastica.<br />

Deputati ad essere gli artefici del futuro i nostri giovani rappresentano l’inizio di un percorso<br />

importante e significativo verso nuove mete. Il traguardo raggiunto con il diploma oltre ad essere un<br />

punto di arrivo è un punto di partenza per acquisire consapevolezza della propria identità culturale.<br />

Per volontà della Presidenza e successiva approvazione del Collegio dei Docenti, è stato voluto<br />

fortemente questo evento.<br />

La festa del diplomato non è solo il giusto riconoscimento per coloro i quali si sono impegnati nei<br />

cinque anni del corso di studi al fine di acquisire conoscenze, competenze e capacità, ma si pone<br />

sopra tutto sia come traguardo-partenza verso nuovi obiettivi per le studentesse e gli studenti, quali<br />

l’inserimento nel mondo del lavoro o la prosecuzione degli studi, sia come momento attraverso il<br />

quale la scuola interagisce con il territorio, le istituzioni e il mondo dell’imprenditoria.<br />

Brillante e coinvolgente è stata la prima edizione della festa del diplomato (a. s .2007-2008) curata<br />

in ogni minimo dettaglio dal D .S . Dott. MICHELE PIPPO e dalla prof.ssa Rubicondo Carmelina,<br />

alla quale sono intervenute le famiglie degli studenti.<br />

Allo studente migliore dell’anno viene assegnata una borsa di studio in memoria dello ex- studente<br />

CARMINE GUBITOSA.


Non si costruisce l’avvenire sognando il futuro,<br />

ma concentrando il desiderio e la volontà sull’istante presente.<br />

Non c’e’ altra via.<br />

L’istante presente e’ la fonte di tutte le cose, il cuore del mondo.<br />

Dugpa Rimpoce


I nostri Progetti<br />

Anno scolastico <strong>2011</strong>/<strong>2012</strong><br />

OLIMPIADI DI MATEMATICA<br />

Responsabile del progetto: Prof. Luigi Guerriero<br />

Equipe di progetto: docenti del dipartimento di matematica<br />

Destinatari: Quattro allievi per ogni classe<br />

Obiettivi: Il progetto si propone, mediante la partecipazione a gare di matematica, di accrescere<br />

l'interesse degli allievi per la disciplina.<br />

ORIENTAMENTO IN ENTRATA<br />

Responsabile del progetto: prof.ssa Giuseppina Corrado<br />

Destinatari: Alunni delle classi terze delle scuole medie della provincia di Avellino.<br />

Dirigenti e professori delle scuole medie della provincia di Avellino.<br />

Genitori del maggior numero possibile delle terze medie.<br />

Obiettivi:<br />

Far conoscere l'Offerta formativa dell'I.T.C. "G.Fortunato" nelle varie Scuole<br />

Medie della provincia di Avellino.<br />

Rendere costanti e/o aumentare le iscrizioni nelle prime classi.<br />

SITO WEB<br />

Responsabile del progetto: prof.ssa Antonella Paolillo<br />

Equipe di progetto: prof. Antonella Paolillo e Luigi Trojano<br />

Destinatari: tutti gli alunni<br />

Obiettivi:<br />

1. Far conoscere sul web la nostra scuola: la struttura, il POF, i corsi attivi, le riunioni ecc.<br />

2. Attivazione della procedura di accesso riservato a tutto il personale;<br />

3. Attivazione di un'area riservata ai docenti per la pubblicazione e il download di documenti<br />

didattici;<br />

4. Attivazione di un'area riservata alla segreteria per la pubblicazione e i download di<br />

documenti utili all'utenza esterna.<br />

5. Gestione della procedura che permette, da remoto, la lettura delle assenze degli allievi da<br />

parte dei genitori, mediante l’accesso riservato con user-id e password.


BLOG<br />

Responsabile del progetto: prof.ssa Annamaria Cutugno<br />

Equipe di progetto: prof.sse Cutugno e Iannone<br />

Destinatari: - un gruppo di allievi delle terze scelto tra quelli più bravi avrà il compito di interagire<br />

direttamente con il blog sotto la guida delle insegnanti.<br />

-tutti gli allievi interessati a leggere e commentare gli argomenti pubblicati.<br />

Obiettivi:<br />

Uso di un blog collettivo orientato verso un campo d'interesse particolare<br />

(letteratura,informatica, matematica, ecc.)<br />

Pubblicazione di lezioni di italiano, matematica e informatica nei periodi del<br />

recupero in modo da alimentare il confronto e il dibattito sugli argomenti.<br />

La pubblicazione delgli argomenti avverrà da parte dei docenti che avranno la<br />

responsabilità di amministratori del blog e che regolamenteranno la<br />

pubblicazione degli articoli e delle discussioni che essi genereranno.<br />

Gli allievi potranno editare alcuni argomenti ma non pubblicare.<br />

IL PATENTINO<br />

Responsabile del progetto: prof. Antonio Luciano<br />

Equipe di progetto: prof. Antonio Luciano<br />

Destinatari: studenti del biennio<br />

Obiettivi:<br />

1. conseguimento del certificato di idoneità alla guida del ciclomotore<br />

2. conoscenza delle norme del codice della strada.<br />

3. segnaletica stradale (orizzontale e verticale).<br />

4. regole di comportamento.<br />

Discipline coinvolte: informatica e lettere<br />

GESTIONE TEST CENTER - CORSI PER IL CONSEGUIMENTO DELLA ECDL<br />

Responsabile del progetto: prof.ssa Antonella Paolillo<br />

Destinatari: allievi interni ed esterni<br />

Obiettivi:<br />

1) acquisizione delle conoscenze e competenze esplicitate nel Syllabus 5.0 redatto da AICA<br />

2) acquisizione della certificazione della ECDL con il superamento di sette esami relativi agli<br />

altrettanti moduli così come esposto nel Syllabus 5.0 di AICA.<br />

Discipline coinvolte:Informatica, per quel che riguarda il pacchetto Office; Laboratorio, per quel<br />

che riguarda la pratica sul PC


GARE EUSI<br />

Responsabile del progetto: prof.ssa Antonella Paolillo.<br />

Equipe di progetto: prof.ssa Antonella Paolillo.<br />

Destinatari: allievi del triennio.<br />

Obiettivi:<br />

1. Conoscenza delle potenzialità offerte dai sistemi informatici.<br />

2. Partecipazione alle Gare Multimediali<br />

3. Valorizzazione delle “eccellenze2 esistenti nella nostra scuola, con positiva ricaduta<br />

sull’intero sistema educativo.<br />

4. Acquisizione delle competenze nella comunicazione commerciale.<br />

5. Comprensione e produzione di documenti autentici.<br />

6. Analisi di situazioni in ambiti disciplinari diversi.<br />

"UNO SPORT PER TUTTI" - ATTIVITA' SPORTIVA POMERIDIANA<br />

Responsabile del progetto: prof. Antonio Luciano<br />

Equipe di progetto: Dipartimento di educazione fisica<br />

Destinatari: classi del biennio e triennio<br />

Obiettivi:<br />

1. Promuovere la pratica sportiva favorendo l'integrazione e la socializzazione<br />

2. Offrire una opportunità di pratica sportiva a quella larga parte di studenti non ancora o<br />

scarsamente praticanti che chiedono di fare sport nel rispetto delle regole.<br />

3. Supportare le famiglie nello svolgimento di azioni finalizzate all'acquisizione di corretti<br />

stili di vita.<br />

PROGETTO CULTURA<br />

(inserito nella Funzione strumentale Area 1)<br />

Responsabile: prof. Tonino Ventola<br />

Destinatari: tutti gli allievi<br />

Obiettivi: responsabilizzare gli allievi attraverso l'educazione alla solidarietà, alla pace e al rispetto<br />

dell'ambiente.<br />

Il progetto prevede una serie di conferenze e incontri con esperti a cadenza mensile a cui si<br />

aggiunge la significativa esperienza del<br />

LIBRO FORUM<br />

Destinatari: allievi delle diverse classi<br />

Discipline coinvolte: materie letterarie<br />

Il progetto si propone, mediante la lettura di testi e incontri con gli autori, di raggiungere i seguenti<br />

obiettivi: 1) stimolare il piacere della lettura;<br />

2) abituare lo studente all'ascolto e alla riflessione.<br />

PROGETTO C.I.C<br />

Responsabile del progetto: prof.ssa Erminia Spagnolo.<br />

Si propone di offrire agli alunni un sostegno psicologico per l’ottimizzazione del processo di<br />

socializzazione, del successo formativo e dell’integrazione scolastica. Esso mira quindi alla<br />

riduzione del processo di dispersione scolastica e dell’abbandono.


PROGETTO BADMINTON<br />

Responsabile: prof. Carmine Pagliuca<br />

Destinatari: tutti gli allievi delle classi seconde e i diversabili<br />

Il progetto si propone come obiettivo principale l’integrazione e la socializzazione degli alunni<br />

diversabili, attraverso i fondamentali del gioco e le regole che caratterizzano il Badminton.<br />

TRINITY<br />

Responsabile: prof.ssa Ornella Tamborrini<br />

Destinatari: alunni esterni.<br />

Il progetto offre l’opportunità a candidati esterni di seguire un corso di 30 ore in lingua inglese e<br />

conseguire la relativa certificazione in riferimento al livello richiesto.<br />

STAGE DI LINGUA INGLESE IN GRAN BRETAGNA<br />

Responsabile: prof.ssa Mariella Leccese<br />

Destinatari: allievi delle classi seconde e delle terze<br />

Il progetto offre la possibilità agli alunni interessati di svolgere un corso in lingua inglese di una<br />

settimana in Gran Bretagna, oltre che conoscere i luoghi, gli usi e i costumi del Paese di cui si<br />

studia la lingua.<br />

LE GIORNATE DELL’ECONOMIA<br />

Responsabile: prof. Giuseppe Silvestri<br />

Destinatari: tutti gli allievi, i docenti, il Dirigente il personale ATA, il territorio.<br />

Il progetto si prefigge di dare il giusto risalto all’economia irpina. Sono previsti incontri e seminari.<br />

Ogni incontro previsto ha una sua tematica specifica legata all’economia e all’etica.


Il progetto area a rischio<br />

Approvato e finanziato nel 2010/<strong>2011</strong><br />

PREMESSA<br />

La dispersione scolastica è un fenomeno complesso che riunisce in sé abbandoni, ripetenze,<br />

bocciature, interruzione di frequenza, ritardo nel corso degli studi, evasione dall'obbligo scolastico.<br />

Essendo un fenomeno complesso, non è – come spesso si crede - riconducibile solo a situazioni di<br />

degrado sociale, disagio economico o povertà culturale.<br />

In linea generale riflette una perdita di efficacia dei diversi ambienti educativi: famiglia, luoghi di<br />

aggregazione sociale, scuola.<br />

L’esigenza di approfondire la conoscenza della realtà degli studenti dell’Istituto Tecnico<br />

Commerciale “G. Fortunato” di Avellino, da un punto di vista scolastico e psicologico, nasce in un<br />

primo momento dagli insegnanti, i quali, in varie occasioni di confronto informale riportano la loro<br />

difficoltà nel relazionarsi quotidianamente con ragazzi che non vivono serenamente la realtà<br />

scolastica né da un punto di vista didattico né relazionale. La sensazione di impotenza che deriva<br />

dal non riuscire a comprendere le cause di un così profondo disagio è grande. Da qui la necessità di<br />

avviare il nostro progetto: il nostro intervento vuole essere una facilitazione, un accompagnamento<br />

in questo passaggio, in questa transizione spesso ardua e complessa. Un intervento, se vogliamo, di<br />

prevenzione secondaria, teso a limitare le dimensioni del fenomeno dispersione.<br />

QUALCHE CHIARIMENTO<br />

Per cominciarne un’analisi occorre, in primo luogo, una precisazione del termine dispersione<br />

finalizzata a distinguerlo dal termine abbandono. La dispersione può essere intesa come indice<br />

rivelatore di “quei fenomeni che comportano un rallentamento e un’interruzione prima del<br />

conseguimento del titolo terminale, nel percorso dei ragazzi all’interno della scuola, sia durante la<br />

scolarità obbligatoria che in quella secondaria” (G.Benvenuto e C.Bettoni, 1993, p.349) Si possono<br />

distinguere, quindi, le irregolarità nel percorso scolastico (ritiro, bocciatura, ripetenza, trasferimento<br />

ed iscrizione ad altra scuola), dall’abbandono scolastico, che comporta invece la fuoriuscita dal<br />

sistema scuola. Risulta che una piccola quota di studenti abbandona la scuola di provenienza entro il<br />

mese di dicembre, mentre la maggior parte concretizza la decisione di interrompere gli studi alla fine<br />

del 1° quadrimestre e a fine anno. Individuare il momento in cui matura la scelta di lasciare la scuola<br />

è significativo al fine di abbozzare ipotesi sulle cause reali che determinano tale scelta, infatti “se<br />

una decisione presa nei primi mesi di scuola può esser fortemente legata ad un errato o mancato<br />

orientamento, diverso è abbandonare alla fine del 1° quadrimestre, quando sembrano entrare in gioco<br />

più che altro le difficoltà incontrate nello studio complessivo od in singole materie, avvertite come<br />

insuperabili; ma diverso ancora è l’abbandono a fine anno, che sembra più che altro legarsi ad un<br />

insuccesso conseguito” (ibidem, p.355).<br />

Tralasciando il problema dell’abbandono, inteso nel senso appena precisato, il nostro lavoro ha<br />

proposto una riflessione sul tema della dispersione scolastica, considerandola nella accezione più<br />

vicina al termine selezione, chiamando in causa i processi di insegnamento/apprendimento dei saperi<br />

messi in atto nella Scuola e le relazioni che in classe si determinano reciprocamente tra l’insegnante<br />

gli allievi e il sapere disciplinare. Un maggiore controllo dei processi di<br />

insegnamento/apprendimento è infatti necessario al fine di creare le condizioni per il successo<br />

formativo, cui la Scuola mira, in particolare con gli studenti in svantaggio socio-culturale. In<br />

quest’ottica si chiarisce meglio tutto il nostro percorso nell’attivazione di un progetto che è stato<br />

orientato a migliorare il nostro sistema di insegnamento, garantendo stabilità formativa oltre che<br />

relazionale ai nostri alunni.<br />

1. Il termine dispersione ha sostituito nel linguaggio corrente (ad esempio nei progetti di intervento<br />

regionali, comunali ministeriali verso la scuola) il termine ben più pregnante di selezione scolastica;<br />

“è probabile che la diffusione del nuovo termine sia stato facilitata dalla sua “morbidezza”: la


dispersione è meno “cattiva” della selezione, non evoca conflitti e intenzioni (di individui o di<br />

gruppi sociali), rinvia all’ipotesi che la responsabilità principale degli insuccessi a scuola sia degli<br />

alunni e delle loro famiglie. (…) Ma il termine non si riferisce a nulla di preciso: mentre i ritardi e<br />

gli abbandoni (con le ripetizioni e le bocciature che ne sono le cause scolastiche) indicano in modo<br />

trasparente le modalità in cui la selezione (termine anch’esso chiarissimo) si articola, la dispersione<br />

non si riferisce ad alcuno di tali processi.” (M.L. Giovannini , 1998, pag.113).<br />

2. A.Genovese pone l’accento sulla condizione giovanile, le cui difficoltà si ritrovano , se pur con<br />

differenze, nei diversi strati sociali. Passività, vuoto di partecipazione, disimpegno, assenza di un<br />

futuro pensabile sembrano essere i tratti che caratterizzano i giovani. Tale stato rende quasi<br />

impossibile per loro fuoriuscire dall’adolescenza. La paura del futuro “impedisce evidentemente<br />

anche la crescita dell’autostima, tende piuttosto a facilitare la costruzione di legami di solidarietà<br />

basati sull’immobilismo esistenziale, sulla complicità e l’omertà, che ha conseguentemente pesanti<br />

effetti anche sugli esiti scolastici.” (ibidem, pag. 110).<br />

3. G. Speltini prende in esame le varie tipologie ralazionali insegnante-alunni in classe sottolineando<br />

come la migliore riuscita degli alunni si registra nelle classi in cui è incoraggiata la partecipazione<br />

attiva degli studenti, mentre la più negativa la si raggiunge nei gruppi dominati da “laissez faire”. In<br />

riferimento alla figura dell’insegnante “l’amalgama fra la considerazione per l’altro e la capacità di<br />

mantenere il controllo del gruppo, la severità unita alla giustizia, l’abilità didattica e la preparazione<br />

professionale, la capacità di allentare le tensioni nel gruppo introducendo qualche momento di<br />

distensione delineano un leader di tipo autorevoledemocratico, centrato sia sul compito, sia sulle<br />

relazioni.” (ibidem, pag. 140).<br />

LE CAUSE DELLA DISPERSIONE E DEL DISAGIO<br />

L’introduzione dell’obbligo formativo (Legge 144/99) prevede che fino all’età di 18 anni i giovani<br />

debbano proseguire la formazione all’interno della scuola secondaria superiore, oppure nella<br />

formazione professionale, o ancora nell’apprendistato. La finalità del provvedimento è il buon esito<br />

formativo, da ottenere attraverso il conseguimento di un diploma di scuola secondaria o di una<br />

qualifica professionale.<br />

Pertanto, con il termine dispersione scolastica ci riferiamo ad un prematuro allontanamento dal<br />

percorso formativo, con conseguenze spesso negative, non solo per ciò che concerne la formazione<br />

professionale, ma per lo sviluppo della persona nel suo insieme.<br />

Anche nel caso oggetto del nostro intervento, il problema è dato dall’alto numero di abbandoni che<br />

si verificano soprattutto nei primi due anni e da un elevato numero di ripetenti presenti nelle prime<br />

classi curricolari.<br />

Tale problema è inoltre particolarmente sentito dai docenti i quali lamentano notevoli difficoltà nel<br />

condurre la didattica in classe con conseguenti problemi di gestione dell’aula per l’evidente numero<br />

di alunni che appaiono poco motivati.<br />

Un’indagine parlamentare del gennaio 2000 (VII Commissione - cultura, scienza e istruzione)<br />

evidenzia alcune cause della dispersione scolastica, distinguendo tra variabili esogene e variabili<br />

endogene.<br />

Tra le prime bisogna considerare fattori quali le possibilità di reddito, la disponibilità di<br />

infrastrutture, l’assenza di impellenze o bisogni economici. La combinazione sottosviluppo (o<br />

povertà) + degrado ambientale urbano (metropolitano) sembra essere quella che in assoluto produce<br />

la maggiore spinta ad anticipare l’uscita dal sistema scolastico formativo.<br />

Rilevante è, però, anche il peso esercitato dalle culture familiari: il “patrimonio culturale”<br />

continuerebbe a operare da forte discriminante tra gli alunni, indirizzandone modelli di<br />

socializzazione e definendone le capacità effettive di apprendimento.<br />

Vi sono infine i grandi orientamenti culturali dominanti, i quali assegnano valori mutevoli ai diversi<br />

obiettivi che un ragazzo può darsi e che interagiscono con le culture familiari.


Accanto a queste variabili, l’indagine ha evidenziato come vi siano disfunzioni e fattori ostili che<br />

operano all’interno del sistema scolastico-formativo e che in misura relativamente autonoma<br />

producono le condizioni della dispersione. L’indagine fa riferimento alla qualità dei percorsi<br />

didattici, troppo rigidi rispetto agli interessi e agli stimoli più spontanei dei ragazzi; alla necessità di<br />

aprirli di più anche alle realizzazioni pratiche (il “saper fare”) e a metodologie di apprendimento<br />

cooperativo.<br />

Si è sottolineato il problema della complessiva organizzazione e articolazione degli studi superiori e<br />

della opportunità di rafforzare la formazione professionale. Si è insistito sull’importanza di offrire<br />

agli alunni un quadro di continuità e stabilità (sia per quanto riguarda il passaggio tra scuole sia per<br />

quanto riguarda i personale docente).<br />

Un altro punto della riflessione riguarda il rapporto scuola-famiglia e la necessità che l’istituzione<br />

sappia acquisire una mentalità “pro-attiva” verso le famiglie più lontane ed estranee.<br />

Bisogna infine considerare le situazioni di “debolezza” interna in cui possono venire a trovarsi gli<br />

alunni. E’ ormai consolidato che l’alunno più debole socialmente e culturalmente sia il più esposto<br />

alle spinte dispersive.<br />

Un dato molto interessante da rilevare, estratto da una ricerca effettuata qualche anno fa è quello<br />

legato all’insuccesso negli istituti tecnici, tematica questa che ci interessa ancor più da vicino. Nella<br />

relazione si sottolineava come “molti insegnanti e di conseguenza molte famiglie rimangono<br />

tuttora convinti che esista una scala di coefficienti di difficoltà che vede sottovalutati i tecnici<br />

rispetto ai licei. Ciò porta a ritenere che gli alunni non in grado di affrontare gli studi liceali,<br />

abbiano maggiori possibilità nei tecnici, senza valutare peraltro la notevole diversità di indirizzi.<br />

È a questo punto ovvio che nei tecnici si verifichi un insuccesso scolastico di dimensioni<br />

rilevanti”.<br />

Inoltre…<br />

Secondo uno studio effettuato dall’UNESCO si può definire la dispersione come l’insorgere di quei<br />

fenomeni che comportano un rallentamento ed una interruzione prima del conseguimento del titolo<br />

di studio terminale nel percorso dei ragazzi all’interno della scuola, sia durante la scolarità<br />

obbligatoria sia in quella secondaria e comprende perciò oltre agli abbandoni anche le ripetenze, le<br />

frequenze irregolari, i ritardi rispetto all’età scolare.<br />

Infatti chi lavora nella scuola sa che ogni anno si registra uno scarto più o meno rilevante tra il dato<br />

iniziale degli iscritti e quello relativo agli alunni che di fatto al termine dell’anno sono scrutinati. E’<br />

il gruppo di “ritirati”, che comprende sia quanti hanno chiesto formalmente il “nulla osta” per<br />

iscriversi altrove, sia altri, che pur iscritti non hanno mai o sporadicamente frequentato le lezioni,<br />

oppure hanno deciso di non seguirle più.<br />

DROP OUT<br />

In un’inchiesta si è visto come il rischio in questi studenti ha caratteristiche di tipo critico: compare<br />

in modo apparentemente improvviso, sempre legato ad un insuccesso. Le cause e i fattori che<br />

influiscono sull’insuccesso scolastico sono molteplici: di tipo sociale, come il patrimonio culturale<br />

familiare, il rapporto scuola-famiglia e l’offerta culturale del territorio; di tipo soggettivo, come il<br />

vissuto emotivo, i rapporti interpersonali, il gradimento delle attività o deficit di vario genere. Il<br />

problema riflette una situazione ampia e complessa di disagio ed un’emarginazione legate al<br />

contesto culturale, economico,familiare oltre che alla personalità del soggetto.<br />

La dispersione scolastica non si manifesta ed identifica unicamente con l’abbandono, che tuttavia<br />

rimane sempre il fenomeno più drammatico e culminante di un processo di rottura sociale o<br />

esistenziale a lungo preparato. Cause della dispersione, pertanto, non appaiono solo quelle<br />

attribuibili al:<br />

- ambiente socio-economico.<br />

- disagio personale, che talvolta si manifesta in forme comportamentali<br />

eccessive.


La dispersione è anche, e spesso prima di tutto, causata dall’insuccesso scolastico, che si verifica<br />

quando gli studenti non riescono a dispiegare pienamente il loro potenziale d’apprendimento,<br />

soddisfacendo i propri bisogni formativi. In molti casi il distacco con la scuola non si consuma<br />

nell’abbandono, ma con la disaffezione, disinteresse, demotivazione, noia, disturbi<br />

comportamentali. Tali manifestazioni si basano spesso su difficoltà di apprendimento (soprattutto<br />

sul terreno linguistico espressivo, logico-matematico e del metodo di studio) e su una carriera<br />

scolastica vissuta più come obbligo esterno (familiare, sociale), che interno (bisogno di<br />

affermazione, crescita, acquisizione dei saperi,capacità) per realizzarsi come persona.<br />

Pertanto tra le principali cause di dispersione ed insuccesso attribuibili alla scuola possono essere<br />

indicati:<br />

- circuiti comunicativi-relazionali poveri e monotoni<br />

- rigidità ed uniformità dei curricoli formativi<br />

- organizzazione didattica poco flessibile<br />

- approccio alle discipline di studio prevalentemente contenutistico<br />

- carenze di strategie individualizzate<br />

- prevalente attenzione al compito e non al soggetto<br />

- centralità del risultato ed indifferenza per il processo d’apprendimento.<br />

Ma il disagio scolastico non è immediatamente sinonimo di insuccesso scolastico, anche se si può<br />

verificare una stretta connessione con i due fenomeni. Malessere psicologico nei confronti<br />

dell’esperienza formativa, bocciatura, abbandono, una difficile riuscita scolastica rappresentano<br />

diversi aspetti del medesimo problema.<br />

Il disagio scolastico si manifesta anche come difficoltà nel rapporto personale fra lo studente e<br />

l’istituzione scuola :<br />

- il soggetto non è in grado di fronteggiare positivamente il percorso scolastico.<br />

Pertanto le difficoltà o gli insuccessi si accumulano diventando una minaccia alla valorizzazione di<br />

sé e il processo di costruzione dell’identità diventa problematico, proprio nel contesto scuola, che è<br />

la prima organizzazione sociale complessa in cui il soggetto sperimenta un ruolo specifico, dovendo<br />

rispettare regole, assumendosi gli impegni e portarli a termine, sottoponendosi a valutazioni.<br />

Il disagio si manifesta anche come difficoltà nel rapporto personale fra studenti:<br />

- il soggetto è emarginato, succube o altresì deriso, il soggetto non è a proprio agio.<br />

- le situazioni umilianti, la solitudine ed altri fattori diventano una minaccia psicologica nel<br />

processo di costruzione della propria identità e per la serenità quotidiana.<br />

- le aspettative di studio e lavoro che creano spesso frustrazione e disorientamento:<br />

- il soggetto percepisce la sua vita futura senza garanzie e con precarietà non aiutato quindi in una<br />

progettualità professionale.<br />

Disagio anche nel metodo di studio o nelle valutazioni scolastiche:<br />

- il soggetto spesso percepisce disagio con alcuni professori per la severità, per le valutazioni<br />

ritenute ingiuste o per difficoltà con la materia di studio.<br />

In pratica il disagio scolastico è purtroppo una condizione che investe, a vari livelli d’intensità, le<br />

componenti educative e sociali; da un lato lo studente che assorbe in maggior misura l’effetto<br />

negativo della condizione, dall’altro l’insegnante che comunque vive in prima persona le difficoltà<br />

ed i problemi interni al sistema; la famiglia che riflette spesso nel suo equilibrio la qualità<br />

dell’andamento scolastico; l’ambiente che rimanda la lettura del suo livello culturale alla<br />

sommatoria delle varie situazioni; l’amministrazione pubblica che ancora non riesce ad incidere<br />

sostanzialmente sulla qualità della scuola.<br />

L’insuccesso scolastico come situazione di rischio personale<br />

Nella realtà scolastica attuale l'insuccesso scolastico è stato apparentemente rimosso, grazie ad una<br />

serie d’interventi che hanno ridotto molto il peso della valutazione formale, percepita dagli studenti<br />

come rischio di essere rimandato o bocciato. I giovani oggi razionalizzano e legittimano il loro<br />

rifiuto ad impegnarsi nello studio di realtà in cui non si sentono coinvolti emotivamente o interessati


direttamente. Spesso lo studente vuole studiare solo ciò che gli piace e non ciò che si innesta in un<br />

percorso razionale completo di formazione e quindi alla lunga possa offrire anche ai suoi interessi<br />

un fondamento più solido ed articolato. Nascono così studenti a rischio, perché corrono il pericolo<br />

di essere sopraffatti in un universo che non possiede punti cardinali chiari. Ci sono molteplici<br />

definizioni ed interpretazioni dello "studente a rischio", ognuna con una propria ottica e con<br />

specifici criteri validi in determinati contesti ma non in altri. Questi studenti rischiano di non<br />

ottenere successo nella scuola e nella vita e di non raggiungere il diploma scolastico (Kagan, 1988).<br />

Paradossalmente, si può affermare che ogni studente è a rischio, eccetto forse quelle poche<br />

eccezioni di studenti fortunati dotati di ottime capacità e di un ambiente ideale di supporto.<br />

Fino a pochi decenni fa i punti cardinali dell'universo scuola potevano essere identificati in questi<br />

parametri:<br />

- rapporto con i docenti, la cui autorità era riconosciuta dai genitori, anche in casi di errori possibili<br />

- rispetto dei programmi, fissati dal Ministero, ma noti e condivisi a livello nazionale<br />

- necessità d’impegno da parte degli studenti per raggiungere determinati standard educativi<br />

- criteri di valutazione limitati alla sfera cognitiva, ma definiti e conosciuti<br />

La crisi di valori come autorità, cultura, responsabilità personale e legittima meritocrazia, ha<br />

invalidato questo sistema, per altro non esente da errori, senza sostituirvene un altro capace di<br />

correggerne i limiti, senza sacrificarne le qualità. Si è creato un universo non orientato in cui le<br />

fragilità individuali non trovano un supporto adeguato nel contesto socio-scolastico e si accentuano<br />

le sacche di conflittualità familiare, caratterizzate da vincoli fragili in tutta la gamma dei rapporti.<br />

Identificare lo studente a rischio<br />

Non è facile definire in questo clima culturale chi è lo studente a rischio, intendendo per rischio non<br />

solo l'insuccesso scolastico nel senso restrittivo della valutazione finale, ma in quello più ampio di<br />

mancato o limitato sviluppo delle sue risorse personali. Non è facile, anche se investe<br />

un’importanza notevole rispetto ai successivi sforzi per un inserimento professionale nel mondo del<br />

lavoro o per un contenimento del rischio di devianza (abbandono, suicidio, droga, violenza, ecc...).<br />

IL PROGETTO: LINEE GENERALI E FINALITA’<br />

L’obiettivo principale dell’Istituto Tecnico Commerciale “Giustino Fortunato” di Avellino è stato<br />

quello di realizzare non solo una serie di attività pratiche, ma modificare il modo di porsi di<br />

insegnanti e famiglie di fronte a questo problema.<br />

La consapevolezza e la conoscenza delle problematiche riguardanti la dispersione scolastica, sono il<br />

primo passo per combatterla in modo efficace.<br />

L’Istituto Tecnico Commerciale “Giustino Fortunato” di Avellino ha attivato per l’anno scolastico<br />

2010/<strong>2011</strong> un progetto di prevenzione della dispersione scolastica.<br />

Considerando l’età e la tipologia dell’utenza tale progetto si è orientato principalmente sulla<br />

prevenzione delle difficoltà legate all’apprendimento, poiché la dispersione è anche, e spesso prima<br />

di tutto, forma d’insuccesso scolastico, che si verifica quando gli studenti non riescono a dispiegare<br />

pienamente il loro potenziale d’apprendimento, soddisfacendo i propri bisogni formativi.<br />

In moltissimi casi il distacco dalla scuola non si consuma con l’abbandono, ma con disaffezione,<br />

disinteresse, demotivazione, noia, disturbi comportamentali. Tali manifestazioni si basano spesso su<br />

difficoltà d’apprendimento, e su una carriera scolastica vissuta più come un obbligo familiare e<br />

sociale, che come momento di crescita e acquisizione di saperi per realizzarsi come persona.<br />

Per questo il nostro obiettivo è stato quello di lavorare soprattutto sulla motivazione e sull’immagine<br />

che l’alunno matura, fin dai primi anni, su ciò che la scuola rappresenta, per far sì che venga<br />

interiorizzata un’immagine positiva dell’istituzione scolastica, nella quale la prima - e a parer nostro<br />

la più importante - strategia di prevenzione della dispersione scolastica, sia la relazione educativa<br />

stessa.<br />

È senza dubbio vero che è più la scuola dell’infanzia a rappresentare il luogo elettivo per cogliere le<br />

modalità di espressione delle difficoltà di apprendimento, il terreno più fecondo per la prevenzione e


la progettazione di interventi educativi e didattici strettamente legati alle specifiche problematiche<br />

individuali, ma il nostro Istituto ha voluto comunque spendere le proprie energie per continuare a<br />

lavorare in questa direzione, ovvero restituire all’alunno l’immagine di una scuola che si prende cura<br />

dei suoi alunni attraverso l’attuazione di strategie didattiche, ma soprattutto relazionali che<br />

consentano ad ogni allievo di sentirsi integrato, accettato e soprattutto compreso nelle sue difficili<br />

fasi di crescita psicologica oltre che cognitiva. Il coinvolgimento di tutto il corpo docenti del nostro<br />

Istituto ha permesso di accelerare i tempi di monitoraggio della nostra utenza. L’utilizzo di uno<br />

strumento di indagine come il questionario somministrato ai nostri alunni ha rappresentato il primo<br />

contatto formativo fra chi lavora quotidianamente nella scuola e chi nella scuola è collocato gioco<br />

forza dall’ obbligo formativo più che da una reale spinta di apprendimento. Gli insegnanti, grazie<br />

alla relazione quotidiana con gli alunni, hanno svolto attraverso una posizione privilegiata di<br />

osservazione, un ruolo decisivo che non è sfociato solo ed esclusivamente in una attività di recupero<br />

metodologico e didattico (azione peraltro svolta in modo egregio ed efficace), ma in una sorta di<br />

dialogo formativo che ha cercato di coinvolgere gli alunni su un terreno più vicino alle loro<br />

necessità. A correre i rischi maggiori di abbandono e demotivazione scolastica, sono stati certamente<br />

quegli alunni che hanno manifestato maggiori difficoltà nell’apprendimento oltre a non essere<br />

riusciti ad instaurare un rapporto dialettico sereno con i docenti. Prima viene attivato un intervento,<br />

maggiori sono le possibilità di recupero, dunque si è cercato di cogliere immediatamente le<br />

situazioni di difficoltà per arginare il fenomeno dell’insuccesso e dunque dell’abbandono. La<br />

difficoltà maggiore è stata certamente quella di attivare le azioni di recupero con sufficiente celerità.<br />

La rilevazione precoce delle difficoltà non può, limitarsi alla segnalazione o all’attribuzione di<br />

etichette diagnostiche (con tutte le conseguenze negative che potrebbero derivarne), ma costituisce,<br />

piuttosto, il primo passo per la progettazione e la realizzazione del programma di recupero e<br />

adeguamento delle strategie didattiche, al fine di attivare le risorse dell’alunno.<br />

Le principali finalità perseguite sono state:<br />

1. Indagare sulle cause del disagio degli studenti e sulla scelta scolastica, così da approfondire<br />

la conoscenza dei fattori alla base della dispersione.<br />

2. Offrire una consulenza ai docenti a più livelli, così da attivare le risorse interne del sistema<br />

su cui si intende intervenire.<br />

3. Lavorare con gli studenti facendo riferimento alle più importanti criticità emerse da<br />

un’indagine iniziale.<br />

4. Ottenere un miglioramento del clima relazionale nelle classi sia tra alunni e docenti e sia tra<br />

gli studenti stessi.<br />

5. Ottenere un miglioramento dell’apprendimento scolastico attraverso interventi di supporto.<br />

6. Limitare il fenomeno della dispersione, mirando in parte ad una riduzione degli abbandoni e<br />

in parte ad una maggior consapevolezza delle scelte formative effettuate dagli studenti.<br />

Queste finalità così descritte per grandi linee si sono articolante in diverse fasi in cui è stato<br />

suddiviso tutto il progetto.<br />

Si è ritenuto opportuno, prima ancora di intervenire su una realtà conosciuta poco<br />

approfonditamente, condurre un’indagine su quali potessero essere nel caso preso in esame le fonti<br />

di disagio tra gli studenti e quindi di dispersione scolastica. A tal fine è stato messo a punto un<br />

questionario somministrato a tutti gli alunni dell’ITC “G. Fortunato” di Avellino.<br />

Dopo questa indagine preliminare, sono seguite le fasi di intervento vero e proprio.<br />

Le fasi di intervento:<br />

Prima fase: LA CONSULENZA AL CORPO DOCENTE Lo scopo di questa prima fase è di<br />

fornire indicazioni e spiegazioni necessarie ai docenti in vista dell’osservazione e della prima<br />

valutazione riguardo alle abilità e ai comportamenti degli alunni.


Seconda fase: INCONTRO CON LE FAMIGLIE Questa fase permette di incontrare i genitori per<br />

la presentazione del progetto e per fornire loro informazioni sulla problematica della dispersione<br />

scolastica<br />

Terza fase: SCREENING GENERALE Questa fase prevede l’utilizzo di un Questionario<br />

Osservativo cosiddetto in itinere compilato dagli alunni.<br />

Quarta fase: ATTIVAZIONE DI CORSI DI RECUPERO METODOLOGICO E DIDATTICO<br />

Questa fase ha permesso di recuperare lo svantaggio relativo all’apprendimento di un considerevole<br />

gruppo di alunni.<br />

Quinta fase: ATTIVAZIONE DELLO SPORTELLO DI ASCOLTO E ORIENTAMENTO<br />

Questa fase ha permesso di incontrare alunni e genitori in un ambiente neutrale per favorire<br />

l’“emersione” delle difficoltà maggiori degli alunni.<br />

Sesta fase: ORGANIZZAZIONE ED EROGAZIONE DI SEMINARI PER GLI ALUNNI.<br />

Questa fase ha previsto la presenza di alunni in incontri atti a chiarire le dinamiche del processo di<br />

apprendimento, le strategie per il successo scolastico e il superamento delle fasi di “crisi”.<br />

Settima fase: ORGANIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO CONCLUSIVO SU<br />

TEMATICHE SCELTE DAGLI ALUNNI. Questa fase si è conclusa con una rappresentazione<br />

teatrale.<br />

Ottava fase: CONTINUITA’ Questa ultima fase prevede la costante collaborazione fra tutti gli<br />

insegnanti. La lotta alla dispersione scolastica verrà inserita nel piano dell'offerta formativa d'Istituto<br />

(POF) per gli anni scolastici successivi. Il progetto, per la sua valenza culturale e sociale, è parte<br />

integrante delle attività educative organizzate dalla scuola.<br />

METODOLOGIA E STRUMENTI<br />

Per prevenire la dispersione scolastica e la demotivazione, gli insegnanti coinvolti hanno osservato<br />

in modo sistematico gli alunni. In particolar modo quelli provenienti da situazioni familiari<br />

complesse, e quelli che presentavano difficoltà relazionali o cognitive.<br />

Largo spazio è stato dato al lavoro di equipe fra i membri del corpo docente, e ai momenti di<br />

incontro con le famiglie.<br />

VERIFICA E VALUTAZIONE<br />

La valutazione, della qualità complessiva dell'intervento formativo messo in atto, è stata attuata<br />

attraverso la misurazione di efficacia e di efficienza delle azioni predisposte. Il controllo<br />

dell'andamento organizzativo e didattico, in relazione sia con i dati e le ipotesi iniziali, sia con la<br />

progettazione, l'attuazione e i risultati delle attività poste in essere è stato costante.<br />

Per il corrente anno scolastico <strong>2011</strong>/<strong>2012</strong> è stata inoltrata nei primi giorni di<br />

novembre c.a. la richiesta di accesso ai fondi destinati alle Aree a rischio.<br />

Siamo in attesa di comunicazioni.


I nostri regolamenti<br />

1. Il regolamento di Istituto:<br />

Norme generali (art. 1-4)<br />

Norme riguardanti gli studenti (art. 5-27)<br />

Norme riguardanti gli insegnanti (art. 28-38)<br />

Norme particolari riguardanti i non docenti (art. 39-44)<br />

Norme particolari riguardanti la presidenza (art. 45-53)<br />

Norme particolari riguardanti le aule attrezzate (art. 54-57)<br />

Norme sui Viaggi di istruzione (art. 58)<br />

Norme varie riguardanti gli organi collegiali (art. 59-64)<br />

Norme riguardanti l’uso dei telefoni cellulari (art. 65-68)<br />

Norme di attuazione del regolamento. (art. 69-70)<br />

2. Il regolamento per le Assemblee;<br />

3. Il regolamento interno per mancanze disciplinari degli allievi;<br />

4. Il Regolamento per l’uso della macchina fotocopiatrice a servizio degli<br />

studenti e dei docenti<br />

5. Il regolamento dei laboratori;<br />

6. Il regolamento di la sicurezza per il personale e gli studenti;<br />

7. Il regolamento per la disciplina degli incarichi di insegnamento agli esperti<br />

esterni ai sensi dell’art.40 del decreto n. 44/2001;<br />

8. Il regolamento per l’applicazione della normativa sul divieto di fumo;<br />

9. Il regolamento per i Viaggi di istruzione e visite guidate;<br />

10. Il regolamento della Biblioteca.


Norme generali<br />

ESTRATTO dal<br />

D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249<br />

Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria<br />

(in G.U. n. 175 del 29 luglio 1998)<br />

con le modifiche apportate dal<br />

D.P.R. 21 novembre 2007, n. 235<br />

Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, concernente lo<br />

statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria<br />

(in G.U. n. 293 del 18 dicembre 2007)<br />

Art. 1 ITC G. Fortunato organo di promozione culturale<br />

L'Istituto Tecnico Commerciale “Giustino Fortunato " è un organismo scolastico che persegue lo<br />

scopo di realizzare una effettiva promozione culturale, sociale e umana degli alunni.<br />

Nella sua azione l'Istituto si richiama esplicitamente agli ideali di libertà, democrazia e giustizia<br />

sociale sanciti dalla Costituzione Repubblicana.<br />

In particolare esso si impegna a favorire una effettiva attuazione del diritto allo studio nello spirito<br />

dell'art. 34 della Costituzione.<br />

L’I.T.C.”G. Fortunato”, inoltre, accoglie e fa propri tutti i principi e le norme presenti nello Statuto<br />

delle studentesse e degli studenti, a cui, per tutti i casi non specificamente contemplati dal presente<br />

regolamento, fa riferimento.<br />

Il Consiglio d’Istituto in data 5 dicembre 2008, ha valutato le proposte del Dirigente Scolstico in<br />

merito al “Patto educativo di corresponsabilità”, ne ha condiviso i contenuti e lo ha sottoscritto.<br />

Art. 2 dialogo, responsabilità e condizioni ottimali<br />

L'Istituto si impegna a valorizzare le capacità dei giovani che lo frequentano, a stabilire un fattivo<br />

dialogo con la componente genitori, a garantire libertà di insegnamento ai docenti, a riconoscere la<br />

validità dell'opera del personale non docente.<br />

Tutte le componenti della scuola, ciascuna secondo le proprie competenze e con senso di<br />

responsabilità, sono chiamate a realizzare le condizioni ottimali affinché nell'Istituto l'attività<br />

didattica possa svolgersi nel modo più proficuo e sereno.<br />

Art. 3 dialogo e collaborazione con enti e istituzioni<br />

L'Istituto, nella sua autonomia, è aperto al dialogo ed alla collaborazione con gli Enti e le Istituzioni<br />

presenti sul territorio al fine di garantire un proficuo collegamento tra scuola e società.<br />

Art. 4 il divieto di fumo<br />

E' fatto assoluto divieto a tutti i docenti, studenti e non docenti di fumare all'interno dell' Istituto ai<br />

sensi della legge 11 novembre 1975 n. 584.


Norme riguardanti gli studenti<br />

Art. 5 ingresso in aula e sorveglianza alunni<br />

Gli studenti devono trovarsi in classe, con gli insegnanti della prima ora, cinque minuti prima<br />

dell'effettivo inizio delle lezioni, segnalato dal suono della seconda campana. E' possibile entrare<br />

nell'Istituto a partire dalle ore 8.05. In caso di maltempo è consentito anticipare l'entrata e sostare<br />

ordinatamente nell'ingresso della scuola.<br />

Sorveglianza I docenti, alla prima ora di lezione, sono tenuti a presentarsi in aula cinque minuti<br />

prima dell'inizio e a sorvegliare l'uscita degli alunni l'ultima ora.<br />

Gli alunni che entrano ed escono dalle aule saranno sorvegliati dai docenti della prima e della<br />

ultima ora di lezione. Durante gli intervalli la sorveglianza ai piani sarà svolta dai docenti addetti<br />

indicati dal Dirigente Scolastico in apposito piano, nonché dal personale ausiliario che, comunque,<br />

anche in ogni altro momento, esercita una sorveglianza generica. (vedi art. 40 )<br />

Art. 6 gestione dell’ingresso con ritardo - giustificazione dei ritardi<br />

Non sono consentiti più di 5 ritardi a quadrimestre per gli allievi che non hanno problemi di<br />

trasporto.<br />

Per eventuali ritardi, aventi caratteri di eccezionalità l’insegnante della prima ora annoterà l’orario<br />

d’ingresso in aula se è compreso tra le 8.10 e le 8.25.<br />

Dalle ore 8.25 in poi l’alunno può accedere in classe solo con il permesso del Dirigente Scolastico o<br />

di una sua collaboratrice.<br />

Dalle ore 8.35 in poi l’allievo entrerà alla seconda ora, ed il permesso di entrata deve essere<br />

richiesto entro le ore 9.00 per problemi organizzativi.<br />

Al quinto ritardo a quadrimestre e successivi, sia nel caso di alunni minorenni sia maggiorenni. Il<br />

docente coordinatore di classe che verifica il numero dei ritardi presso l’ufficio di segreteria,<br />

provvederà a convocare urgentemente la famiglia.<br />

Art. 7 richiesta permessi speciali di ingresso e uscita<br />

L'ingresso posticipato e/o le uscite anticipate sono autorizzate annualmente dalla Presidenza nel<br />

caso di alunni, provenienti da centri lontani dalla scuola, che ne abbiano fatto richiesta scritta;<br />

difatti, gli studenti che utilizzano autobus extraurbani possono chiedere permessi speciali per<br />

l’entrata e l’uscita in orario diverso da quello previsto, presentando in segreteria domanda redatta in<br />

carta semplice con l’autorizzazione dei genitori e allegando fotocopia dell’orario dei mezzi di<br />

trasporto. I nomi di questi studenti, con gli orari di entrata ed uscita, sono trascritti sul registro di<br />

classe all'inizio dell'anno scolastico. Tale permessi saranno autorizzati nei limiti consentiti dalle<br />

esigenze didattiche<br />

Art. 8 ritardi per emergenze<br />

L'ingresso ritardato a scuola è consentito agli studenti quando il ritardo sia imputabile ad emergenze<br />

e disguidi dovuti ai mezzi di trasporto. In questo caso l'ammissione e l'annotazione sul registro di<br />

classe vengono effettuate dal docente presente nella classe stessa.


Art. 9 riammissione alle lezioni con regolare giustifica<br />

L'alunno che sia stato assente è riammesso alle lezioni dal docente della prima ora previa<br />

presentazione di giustificazione scritta. In casi eccezionali l'alunno che sia stato assente può essere<br />

riammesso con riserva alle lezioni anche se sfornito di giustificazione. La giustificazione deve<br />

essere comunque presentata entro e non oltre il giorno successivo a quello di rientro. In caso<br />

contrario l'alunno non viene riammesso in classe se non su autorizzazione della Presidenza.<br />

Dimenticanze ripetute nel presentare le giustificazioni possono essere passibili di sanzioni<br />

disciplinari. Nel giorno di rientro settimanale, martedì e venerdì, gli alunni presenti di mattina non<br />

possono assentarsi arbitrariamente di pomeriggio. Solo in casi eccezionali, per gli alunni minorenni<br />

e maggiorenni, previo preavviso alla Presidenza anche per via telefonica da parte del genitore, è<br />

ammessa l’uscita anticipata alla fine delle lezioni antimeridiane.<br />

Art. 10 annotazioni sul registro di classe delle giustifiche<br />

Gli insegnanti della prima ora di lezione annotano sul registro di classe, nell'apposita colonna, le<br />

giustificazioni presentate dagli alunni sia maggiorenni sia minorenni. Qualora non risulti chiaro<br />

qualche elemento della giustificazione, l'insegnante invita l'alunno a presentarla direttamente in<br />

Presidenza. Gli insegnanti della prima ora lezione pomeridiana, sono obbligati a rifare l’appello per<br />

verificare la presenza in aula, dopo la pausa pranzo, di tutti gli allievi presenti nelle ore<br />

antimeridiane.<br />

Nel caso in cui un alunno, presente di mattina, risulti assente il pomeriggio, senza autorizzazione<br />

della Presidenza annotata sul giornale di classe, il docente è obbligato ad avvertire immediatamente<br />

la Presidenza.<br />

Art. 11 presentazione del certificato medico per assenze pari o superiori a cinque giorni<br />

L'alunno che si assenta per cinque o più giorni consecutivi dalle lezioni è riammesso previa<br />

presentazione del certificato medico.<br />

Art. 12 l’alunno deve giustificare obbligatoriamente sul libretto personale degli alunni<br />

Ogni richiesta di giustificazione di assenza ha valore se compilata sul libretto personale degli<br />

alunni.<br />

Ogni autorizzazione ha valore solo se è rilasciata per iscritto.<br />

Art. 13 giustificazione per assenze collettive<br />

Le assenze collettive devono essere certificate mediante dichiarazione di conoscenza da parte delle<br />

famiglie.<br />

Nel caso di assenze collettive, la Presidenza può considerare l'opportunità di convocare le famiglie<br />

e/o i Consigli di classe per valutare la situazione e prendere eventuali provvedimenti.<br />

Art. 14 manifestazioni non autorizzate e scarsa presenza di alunni nell’Istituto<br />

In caso di assemblee non autorizzate, di scioperi, di partecipazione a cortei, qualora nelle singole<br />

aule la presenza sia inferiore al 20% degli iscritti nel registro di classe, verrà valutata dalla<br />

Presidenza l'opportunità di riunire gli alunni presenti in un'unica classe, fino ad un massimo di 20<br />

allievi, con la presenza di uno o più docenti. Qualora l'accorpamento non avvenga, sarà svolta in<br />

classe la normale attività didattica.


Art. 15 permessi di uscita anticipata per gravi e giustificati motivi<br />

Gli alunni possono chiedere il permesso di uscita anticipata solo per gravi e giustificati motivi che<br />

verranno di volta in volta valutati dalla Presidenza.<br />

Infortuni e indisposizioni. In caso di improvvisa indisposizione o infortunio saranno informati i<br />

Genitori che provvederanno a prelevare lo studente. Nell’impossibilità o in caso di urgenza si<br />

ricorrerà al Pronto Soccorso. In caso di malattia congenita o cronica o di patologia che preveda la<br />

somministrazione di farmaci autorizzata dalla medicina di comunità, il Dirigente Scolastico dovrà<br />

essere informato e dovranno essere fornite le istruzioni opportune, secondo il protocollo sottoscritto<br />

tra ASL. e CSA.<br />

Art. 16 comunicazioni alle famiglie su assenze prolungate<br />

L'Istituto si fa carico di informare le famiglie nei modi e nei tempi più opportuni ( anche per via<br />

telefonica) su assenze prolungate e ripetute; frequenti ritardi e/o uscite anticipate degli alunni.<br />

Art. 17 spostamento all’interno dell’Istituto<br />

Per accedere alle aule gli alunni si servono della scala “A” e per uscire dall'Istituto gli alunni si<br />

servono sempre della scale “A” e dei corridoi stabiliti nel piano di sicurezza della scuola; è vietato<br />

l'accesso alle scale di emergenza. Qualsiasi spostamento all'interno dell'Istituto deve essere<br />

compiuto in modo da non arrecare danno agli altri e a se stessi e nel massimo rispetto degli<br />

ambienti, delle suppellettili e delle attrezzature scolastiche.<br />

Trasferimenti da sede a luoghi didattici esterni. (palestre, altre scuole, ecc.). Secondo la vigente<br />

normativa, gli studenti sono accompagnati da docenti e/o dal personale ausiliario e devono<br />

comportarsi in modo disciplinato e corretto, così come durante gli spostamenti all'interno della<br />

scuola.<br />

Art. 18 gestione uscite degli alunni dalla classe durante le ore di lezione<br />

Le uscite degli alunni dalle classi durante le ore di lezione devono essere limitate al massimo.<br />

Questa norma va intesa non come costrittiva ma necessaria all'ordinato svolgimento dell'attività<br />

didattica.<br />

L'insegnante, durante le ore di lezione, non può autorizzare l'uscita di più di un alunno per classe<br />

alla volta, salvo i casi esplicitamente autorizzati dalla Presidenza. Il non docente addetto al piano è<br />

tenuto ad avvisare gli insegnanti o la Presidenza se la presenza di più alunni o la loro prolungata<br />

permanenza fuori dalle aule siano causa di disordine o di disservizio.<br />

Art. 19 cambio dell’ora, avvicendamento docenti<br />

Durante l'avvicendamento degli insegnanti nelle classi, gli alunni rimarranno nelle rispettive aule.<br />

L'insegnante annoterà sul registro di classe gli alunni assenti all'inizio delle ore di lezione e ne darà<br />

immediata comunicazione alla Presidenza.<br />

Art. 20 assenza momentanea degli insegnanti dalla classe<br />

In caso di assenza momentanea degli insegnanti dalla classe, gli studenti non usciranno dall'aula per<br />

non arrecare disturbo alle altre classi.


Art. 21 orario di accesso al bar<br />

L’accesso al BAR di Istituto consentito agli studenti del corso diurno è così strutturato:<br />

Dalle ore 8,00 alle ore 8,10 – dalle ore 10,30 alle ore 11,30.<br />

L’orario di accesso consentito agli studenti del corso serale è così strutturato:<br />

dalle ore 16,30 alle ore 17,00 – dalle ore 18,55 alle ore 19,05.<br />

Per la pausa pranzo l’orario di accesso è così strutturato:<br />

dalle ore 13,10 alle ore 13,50<br />

Al di fuori dei predetti orari è fatto divieto assoluto agli studenti di recarsi al bar.<br />

Art. 22 mantenimento ordine ed igiene nell’Istituto<br />

Il mantenimento dell'igiene e dell'ordine all'interno dell'Istituto, ferme restando le competenze e i<br />

doveri a ciascuno derivanti da norme e disposizioni, è affidato al senso di responsabilità di tutte le<br />

componenti scolastiche.<br />

Art. 23 termine lezioni ed uscita degli alunni<br />

Al termine delle lezioni gli insegnanti autorizzano gli alunni ad uscire dalle classi. L'uscita deve<br />

avvenire in maniera ordinata senza indugiare per le scale e nei corridoi.<br />

Art. 24 organizzazione di gruppi o comitati previo accordo con la Presidenza<br />

Gli alunni possono organizzarsi in gruppi e comitati e proporre attività complementari ai sensi della<br />

circolare ministeriale n. 654 del 17 ottobre '96, previo accordo con la Presidenza. Le richieste in tal<br />

senso vanno presentate per iscritto alla Presidenza, specificando finalità , metodi operativi, nome<br />

dei partecipanti e dei responsabili delle varie iniziative. All' interno della scuola gli studenti<br />

dispongono di un proprio spazio per affiggere avvisi e documenti relativi alla loro attività, la quale<br />

deve essere comunque compatibile con le attività e le finalità dell'Istituto.<br />

Art. 25 assemblea studentesca d’Istituto (vedi L’allegato regolamento per le assemblee)<br />

Gli studenti dispongono di una assemblea di Istituto e di una di classe al mese, la prima,nel limite<br />

delle ore di lezione di una giornata e la seconda della durata di due ore, secondo quanto previsto<br />

dalla circolare ministeriale 312 del 27/ 12/ 79. L'assemblea di Istituto è convocata su richiesta del<br />

Comitato studentesco oppure del 10% degli studenti. Alle assemblee di Istituto può essere richiesta<br />

la partecipazione, autorizzata dal Consiglio di Istituto, di esperti di cui devono essere indicate le<br />

generalità, la qualifica e gli argomenti oggetto di trattazione. Lo svolgimento delle assemblee<br />

studentesche è gestito dagli alunni i quali rispondono direttamente della loro regolarità. La<br />

Presidenza garantisce la presenza di suoi rappresentanti alle assemblee di Istituto degli alunni. Gli<br />

alunni possono darsi un proprio regolamento di assemblea che, comunicato alla Presidenza, può<br />

diventare parte integrante di questo regolamento.<br />

Art. 26 richiesta di assemblea<br />

Le assemblee di classe mensili devono essere richieste al Preside con almeno 5 giorni di anticipo,<br />

previa autorizzazione dell'insegnante coordinatore di classe e degli insegnanti delle ore interessate.<br />

Non possono aver luogo assemblee nel mese conclusivo delle lezioni.


Art. 27 danni arrecati alle attrezzature<br />

Gli alunni che deteriorano le attrezzature e il materiale della scuola sono tenuti al risarcimento dei<br />

danni ai sensi della circolare ministeriale 177 del 4 luglio '75.<br />

Qualora all'interno di una classe non vengano individuati l'alunno o gli alunni direttamente<br />

responsabili del danno, la Presidenza, sentito il parere del Consiglio di Istituto,valuta l'opportunità<br />

di suddividere il risarcimento del danno tra tutti gli studenti della classe.<br />

Art. 28 aggiornamento didattico culturale<br />

Norme riguardanti i docenti<br />

L'Istituto considera fondamentale il diritto-dovere degli insegnanti all'aggiornamento didattico e<br />

culturale. A tal fine promuove e sostiene le iniziative che si dimostrino atte a migliorare la qualità<br />

dell'insegnamento e dell'apprendimento. L'Istituto favorisce le iniziative di innovazione<br />

metodologica, previa approvazione del Consiglio di classe e concordando con la Presidenza tempi e<br />

modi di attuazione delle stesse.<br />

Art. 29 rispetto degli orari<br />

Gli insegnanti sono tenuti a rispettare l'orario di servizio nella sede loro assegnata. L'orario è per<br />

tutti vincolante e il docente risponderà a norma di legge di eventuali uscite anticipate o di<br />

abbandono di classe.<br />

Ogni docente alla prima ora è tenuto ad essere in classe almeno 5 minuti prima dell’inizio delle<br />

lezioni.<br />

Gli insegnanti a disposizione sono tenuti a rispettare l'orario di servizio, rendendosi reperibili per<br />

l'intera durata dell'ora. Ciò vale anche per l'ora di ricevimento genitori.<br />

Art. 30 rispetto orario di servizio in caso di assenza di tutti gli alunni<br />

I docenti le cui classi, per qualsiasi motivo ( es. tirocini, viaggi di istruzione, attività integrative,<br />

ecc.) non siano presenti in aula, devono restare a disposizione della scuola.<br />

Art. 31 obbligo di avviso tempestivo per assenza dal servizio<br />

L'insegnante che per gravi e giustificati motivi debba assentarsi dal servizio, ha l'obbligo di avvisare<br />

la Presidenza nel più breve tempo possibile per consentire l'eventuale sostituzione.<br />

Qualora l'assenza dal servizio interessi la prima ora di lezione, l'insegnante dovrà comunicarla<br />

prima dell'inizio delle lezioni e comunque nel modo più tempestivo e rapido.


Art. 32 rapido avvicendamento nelle classi<br />

L'avvicendamento degli insegnanti nelle singole classi deve avvenire nel modo più rapido possibile<br />

al fine di evitare confusione e ritardi nello svolgimento dell'attività didattica.<br />

Art. 33 momentaneo allontanamento dalla classe per urgenti motivi<br />

Durante lo svolgimento delle lezioni, l'insegnante che si trovi costretto a lasciare temporaneamente<br />

la classe, sempre rimanendo nell'ambito dell'Istituto, deve darne avviso all'operatore scolastico<br />

addetto al piano responsabilizzando altresì i rappresentanti di classe. Il docente che abbia invece<br />

necessità di allontanarsi dall'Istituto è tenuto a richiedere la relativa autorizzazione alla Presidenza.<br />

Art. 34 libertà d’insegnamento e responsabilità didattica ed organizzativa del docente<br />

Coordinatore<br />

A tutti i docenti è riconosciuto il diritto alla libertà di insegnamento nel quadro di un coordinamento<br />

delle attività didattiche e dei problemi ad esse relativi.<br />

Il Docente coordinatore di classe ha la responsabilità didattica ed organizzativa della classe, per cui<br />

è autorizzato ed incaricato dal preside ad assumere tutte le iniziative che ritiene opportuno, per<br />

favorire sia l’efficacia sia l’efficienza dell’andamento educativo della classe, sia il diritto<br />

all’apprendimento di ogni allievo.<br />

Art. 35 impegno e qualità del lavoro<br />

L'impegno e la qualità del lavoro richiesto agli insegnanti non può in alcun modo prescindere dai<br />

diritti normativo-sindacali acquisiti dalla categoria e dai relativi doveri ad essi connessi.<br />

Art. 36 controfirmare per presa visione tutti i comunicati<br />

Gli insegnanti sono tenuti a controfirmare per presa visione i comunicati della Presidenza.<br />

Art. 37 verifica presenza in classe degli alunni<br />

Gli insegnanti hanno l'obbligo di verificare, all'inizio di ogni ora di lezione, la presenza in classe<br />

degli alunni. In caso di assenza di un numero elevato di alunni, il docente è tenuto a darne<br />

immediata comunicazione alla Presidenza. Il docente è inoltre tenuto a registrare il ritardo degli<br />

alunni non presenti all'inizio di ogni ora di lezione.<br />

Art. 38 si rimanda al D.P.R n.417 del 31 maggio 1974<br />

Per quanto non esplicitamente trattato nel presente regolamento si rimanda allo stato giuridico degli<br />

insegnanti sancito con D.P.R. n. 417 del 31 maggio 1974 e successive variazioni e integrazioni.


Norme particolari riguardanti i non docenti<br />

Art. 39 ordinato e sereno svolgimento dell’attività didattica<br />

Il personale non docente collabora affinché l'attività didattica possa svolgersi nel modo più ordinato<br />

e sereno, nell'ambito delle finalità educative dell'Istituto.<br />

Art. 40 vigilanza alunni e mantenimento condizioni igieniche ottimali<br />

In particolare, agli operatori scolastici è affidato il compito della vigilanza sugli alunni al di fuori<br />

delle aule e in tutti gli ambienti dell'Istituto in cui non sia prevista la presenza costante dei docenti,<br />

con i quali sono chiamati a collaborare per un corretto e ordinato svolgimento della vita scolastica.<br />

Sorveglianza sugli accessi e ai piani.<br />

La sorveglianza sugli accessi si ritiene fattore di sicurezza primario per evitare l'ingresso non<br />

autorizzato di persone nella scuola. Il personale sarà pertanto identificabile tramite cartellino di<br />

identificazione visibile.<br />

Vigilanza sugli accessi.<br />

Onde evitare e prevenire l'accesso incontrollato di estranei nell'area scolastica, il cancello pedonale<br />

di accesso all'area scolastica sarà chiuso alcuni minuti prima dell'inizio della 2° ora e riaperto alcuni<br />

minuti prima del termine delle lezioni.<br />

Divieto di abbandono dell'istituto.<br />

Non è consentito agli alunni abbandonare l'istituto, nemmeno temporaneamente; nemmeno è<br />

consentito, se non in caso di emergenza, l'uso delle uscite di sicurezza.<br />

Il caso di emergenza, che prevede l'evacuazione immediata dell'edificio senza altra<br />

autorizzazione, viene segnalato mediante apposito "segnale acustico di abbandono" di cui viene<br />

data informazione pratica all'inizio dell'anno scolastico. Al suono di detto segnale e comunque in<br />

caso di emergenza (evacuazione, grave infortunio, etc), il personale addetto alla portineria si recherà<br />

immediatamente ad aprire i cancelli grandi abilitati all'evacuazione e all'accesso di mezzi di<br />

soccorso.<br />

Sorveglianza degli alunni non avvalentisi dell'insegnamento della religione cattolica.<br />

Gli alunni che all'atto della scelta se avvalersi o meno dell'insegnamento di religione cattolica,<br />

hanno optato per la soluzione "uscita dalla scuola" devono uscire e non possono sostare in quel<br />

periodo nei locali dell'Istituto, né nell'area scolastica. Gli alunni che hanno optato per la soluzione<br />

"attività di studio individuale" devono recarsi in una apposita aula sotto la sorveglianza di un<br />

docente.<br />

Gli operatori scolastici curano inoltre la pulizia e il mantenimento dell'igiene secondo un piano di<br />

distribuzione del lavoro stabilito dalla Segreteria in accordo con la Presidenza, nel rispetto dei<br />

criteri eventualmente stabiliti dal Consiglio di Istituto.<br />

Art. 41 distribuzione personale Ata sui piani<br />

La Segreteria in accordo con la Presidenza, sentita l'assemblea dei non docenti o i loro<br />

rappresentanti fissa la distribuzione degli operatori scolastici sui diversi piani secondo i criteri<br />

eventualmente stabiliti dal Consiglio di Istituto. L'operatore scolastico addetto al piano ha l'obbligo<br />

di assicurare la propria opera durante tutto l'arco dell'orario delle lezioni.<br />

Art. 42 presenza sul piano degli operatori scolastici<br />

La presenza dell'operatore scolastico al piano è particolarmente indispensabile durante tutto il<br />

periodo dell'intervallo e inoltre dieci minuti prima e dieci minuti dopo l'inizio di ogni ora di lezione.<br />

Al di fuori di questi momenti, l'operatore scolastico che debba assentarsi temporaneamente puo'<br />

farlo previa sostituzione di un collega.


Art. 43 orario di ricevimento<br />

La segreteria fissa annualmente un orario di ricevimento per docenti, non docenti, genitori e<br />

studenti.<br />

Art. 44 per quanto non previstosi rimanda al CCNL<br />

Per quanto non previsto nel presente regolamento si rimanda al CCNL del settembre 95 nonché alle<br />

norme, alle disposizioni e ai regolamenti emanati in materia dall' Amministrazione provinciale.<br />

Norme particolari riguardanti la Presidenza<br />

Art. 45 disponibilità della Presidenza<br />

La Presidenza è sempre disponibile al ricevimento delle componenti scolastiche.<br />

La Presidenza si riserva di fissare e comunicare annualmente un orario di ricevimento per i genitori<br />

ai quali viene consigliato di fissare telefonicamente eventuali appuntamenti.<br />

Art. 46 comunicazioni tramite affissione all’albo<br />

La Presidenza si impegna a dare tempestiva comunicazione con affissione all'albo dell'Istituto, di<br />

tutte le C.M. e le O.M. che vengono di volta in volta ad interessare l'attività didattica e la normativa<br />

professionale del personale della scuola.<br />

Art. 47 calendario delle riunioni<br />

La Presidenza fissa il calendario delle sedute ordinarie del Collegio dei docenti e dei Consigli di<br />

classe previa consultazione del Collegio.<br />

Art. 48 validità formale delle comunicazioni annotate sul registro elle comunicazioni<br />

Le comunicazioni e le direttive generali della Presidenza hanno validità formale quando vengono<br />

annotate sull'apposito registro delle comunicazioni.<br />

Art. 49 convocazione sedute straordinarie<br />

La Presidenza su richiesta motivata convoca le sedute straordinarie dei Consigli di classe.<br />

Art. 50 sostituzione degli insegnanti assenti<br />

La Presidenza dispone la sostituzione degli insegnanti assenti con quelli a disposizione. Qualora<br />

non sia possibile effettuare le sostituzioni, la Presidenza può operare gli opportuni scivolamenti di<br />

orario o disporre l'uscita anticipata delle classi interessate anche nella stessa giornata.<br />

Art. 51 comunicazioni alle famiglie<br />

Di quanto disposto nel precedente articolo 48 la Presidenza dà comunicazione alle famiglie<br />

all'inizio di ogni anno scolastico col mezzo più opportuno ovvero mediante affissione all'albo<br />

dell'Istituto.


Art. 52 designazione referenti commissioni<br />

Previa consultazione del Collegio dei Docenti, la Presidenza designa i referenti delle varie<br />

commissioni che operano all'interno dell'Istituto nonché i responsabili delle aule attrezzate presenti<br />

nella scuola. I nomi degli interessati vengono comunicati all'inizio di ciascun anno scolastico.<br />

Art. 53 per quanto non esplicitato si rimanda al D.P.R. n. 417 del 31 maggio 1974<br />

Per quanto non esplicitamente trattato nel presente regolamento si rimanda alla normativa vigente<br />

ed al D. P. R. n. 417 del 31 maggio 1974.<br />

Norme particolari riguardanti le aule attrezzate<br />

Art. 54 arricchimento e potenziamento della Biblioteca<br />

L'Istituto si impegna all'arricchimento ed al potenziamento della Biblioteca di Istituto garantendone<br />

l'utilizzazione a tutte le componenti scolastiche.<br />

Art. 55 regolamento della Biblioteca<br />

La biblioteca è dotata di un proprio regolamento di funzionamento che fa parte integrante del<br />

presente regolamento.<br />

Art. 56 docenti responsabili<br />

La biblioteca, i laboratori linguistici e di informatica, hanno ciascuna un docente o più docenti<br />

referenti designati dal Capo di Istituto, su proposta del Collegio dei docenti.<br />

Art. 57 regolamento uso dei laboratori<br />

I regolamenti particolari relativi all'uso di laboratori ed attrezzature, su proposta del Collegio dei<br />

docenti o dei docenti o commissioni responsabili, sono deliberati dal Consiglio di Istituto e<br />

costituiscono parte integrante del presente regolamento.<br />

Norme riguardanti uscite e viaggi di istruzione<br />

Art. 58 uscite e viaggi di istruzione<br />

Le uscite, i viaggi di istruzione, gli scambi, gli stage vengono proposti e motivati all'interno della<br />

programmazione di inizio d'anno, dai Consigli di classe o dai Coordinamenti di materia.<br />

La Funzione strumentale per le attività integrative d’Istituto , che vaglia le proposte, prima che<br />

queste siano sottoposte alla decisione del Consiglio di Istituto, è dotata di un regolamento le cui<br />

modalità vanno seguite nell'iter di proposta del viaggio. Il regolamento della Commissione viaggi<br />

costituisce parte integrante del presente-regolamento.


Norme varie riguardanti gli organi collegiali<br />

Art. 59 regolamento autonomo Collegio dei docenti<br />

Il Collegio dei Docenti, ferme restando le norme di cui all'art. 4 del D.P.R. 416 del 31 maggio 1974,<br />

può darsi un autonomo regolamento che, pubblicato all'albo dell'Istituto, diventa parte integrante del<br />

presente regolamento.<br />

Art. 60 presenza al Collegio di altre rappresentanza<br />

Al Collegio dei Docenti, su deliberazione presa a maggioranza assoluta dei presenti, possono essere<br />

ammessi, a titolo consultivo, rappresentanti di altre componenti della scuola; esperti in materia<br />

didattico-culturale, rappresentanti di associazioni o enti locali.<br />

Art. 61 regolamento autonomo Consiglio d’Istituto<br />

Il Consiglio di Istituto può darsi un autonomo regolamento che, pubblicato all'albo dell'Istituto,<br />

diventa parte integrante del presente regolamento.<br />

Art. 62 partecipazione ai consigli di classi di esperti<br />

Ai Consigli di Classe possono partecipare a titolo consultivo esperti in campo didattico-culturale ,<br />

pedagogico e psicologico.<br />

Art. 63 attribuzioni e compiti del consiglio di classe<br />

Per le attribuzioni, i compiti e tutti gli altri elementi relativi alla fisionomia del Consiglio di classe si<br />

rimanda al D.P.R. 416 del 31 maggio 1974 e successive modificazioni ed integrazioni.<br />

Art. 64 regolamento autonomo Comitato di Valutazione<br />

Il Comitato di Valutazione degli insegnanti può darsi un autonomo regolamento che, pubblicato<br />

all'albo dell'Istituto, diventa parte integrante del presente regolamento.


Norme riguardanti l’uso dei telefoni cellulari<br />

Art. 65 divieto dell’uso del cellulare<br />

In tutta l'area scolastica è tassativamente vietato l'uso dei telefoni cellulari e di qualsiasi altra<br />

apparecchiatura tecnologica per registrare immagini, sia statiche (fotografie), sia dinamiche<br />

(videofilmati), voci o suoni (tali azioni si configurano come gravi violazioni dell’immagine e della<br />

privacy secondo il D.L. 30/06/2003 e la Direttiva del Ministro della Pubblica Istruzione del<br />

30/11/2004 n.104, con le norme ed i pareri in essa riportati). È altresì vietato l'uso dei telefoni<br />

cellulari e di qualsiasi altra apparecchiatura tecnologica per comunicare con l'esterno e/o trasmettere<br />

o ricevere messaggi, salvo casi di necessità, su valutazione e autorizzazione del docente per gli<br />

studenti. Durante i compiti in classe i cellulari saranno consegnati al docente della classe, che li<br />

restituirà al termine della lezione. Se lo studente verrà trovato in possesso del cellulare, il compito<br />

verrà ritirato e sarà valutato negativamente.<br />

Art. 66 osservanza del divieto<br />

Tutto il personale della scuola deve vigilare sull’osservanza del divieto di cui all’articolo<br />

precedente.<br />

Le violazioni del precedente articolo del regolamento verranno valutate sotto il profilo<br />

disciplinare, ma possono anche avere pesanti sanzioni di tipo civile, penale e pecuniarie.<br />

Art. 67 ritiro temporaneo del cellulare<br />

Durante la permanenza a scuola i cellulari devono essere tenuti spenti. In caso di violazione, il<br />

cellulare verrà ritirato dal docente, consegnato in Presidenza e sarà restituito al termine della<br />

giornata.<br />

Art. 68 uso del cellulare per ragioni di particolare urgenza<br />

Durante lo svolgimento delle attività didattiche, eventuali esigenze di comunicazione tra gli studenti<br />

e le famiglie, per ragioni di particolare urgenza o gravità, potranno essere soddisfatte, previa<br />

autorizzazione del docente. La scuola continuerà, in ogni caso, a garantire una comunicazione<br />

reciproca tra le famiglie ed i propri figli, per gravi ed urgenti motivi, mediante gli uffici di<br />

presidenza e di segreteria amministrativa.<br />

Norme riguardanti l'attuazione del regolamento<br />

Art. 69 modifica del regolamento<br />

Il presente regolamento può essere modificato solo con la maggioranza dei 2/3 degli appartenenti al<br />

Consiglio di Istituto.<br />

Art. 70 redazione in triplice copia del regolamento


Il presente regolamento consta di n. 72 articoli ed è redatto in tre copie in originale firmate in ogni<br />

pagina dal Preside e dal Presidente del Consiglio di Istituto. Delle tre copie in originale una viene<br />

depositata agli Atti dell'Istituto, una viene depositata nell'ufficio di Presidenza, una viene esposta<br />

all'albo dell'Istituto.<br />

Regolamento per le assemblee<br />

articolo 1: diritto di assemblea<br />

Il diritto di assemblea degli studenti è sancito e disciplinato dagli artt. 42, 43 e 44 del D.P.R.<br />

31/05/1974 n°416 e successive modificazioni ed integrazioni (D.L. 297/1994, art.14).<br />

articolo 2: diritto di partecipazione all'assemblea<br />

Hanno diritto e titolo a partecipare all'assemblea gli studenti che sono iscritti e frequentano<br />

regolarmente le lezioni presso l'Istituto. Possono inoltre parteciparvi il Preside o un suo delegato e<br />

gli insegnanti dell'Istituto che, però non hanno diritto al voto.<br />

articolo 3: funzioni dell'assemblea<br />

L' assemblea d'Istituto ha potere di discutere in ordine all'apprendimento dei problemi della scuola e<br />

della società con lo scopo di conseguire momenti di crescita culturale, sociale, civile ed umana degli<br />

studenti.<br />

articolo 4: convocazione dell'assemblea<br />

La richiesta dell'assemblea può essere presentata dai quattro rappresentanti di Istituto, dal Comitato<br />

studentesco o dal 10% degli studenti dell'Istituto.<br />

articolo 5: comunicazione al preside per la convocazione<br />

La richiesta dell'assemblea deve essere inoltrata al Preside con un preavviso minimo di cinque<br />

giorni (quindici se richiede la presenza di esterni) per rendere possibile la comunicazione alle<br />

famiglie tramite circolare letta agli allievi, affissa in classe e all'albo.<br />

articolo 6: verbale dell'assemblea<br />

Entro 10 giorni dalla data dell'assemblea deve essere presentato un verbale, da parte del segretario,<br />

sulla discussione e le deliberazioni adottate dall'assemblea.<br />

articolo 7: locali dell'assemblea esterni alla scuola<br />

Le assemblee di Istituto possono svolgersi al di fuori dell'Istituto quando nello stesso non sono<br />

disponibili locali sufficientemente capienti. La utilizzazione di strutture private è prevista nel<br />

caso in cui quelle pubbliche (del Comune o della Provincia) non si riveleranno idonee<br />

all'assemblea.<br />

In ogni caso dovranno essere garantite le norme di sicurezza e di salvaguardia degli studenti. I<br />

costi per l'utilizzo di tali strutture saranno a carico dell'Ente preposto. Mentre le eventuali<br />

spese per gli esperti, quelle per i film e altri materiali da utilizzare durante l’assemblea<br />

saranno a carico dei fondi in bilancio per le iniziative studentesche.<br />

articolo 8: presenza all'assemblea<br />

Il numero di presenze all'assemblea non dovrà essere inferiore a 400 tra gli studenti frequentanti<br />

l'Istituto. Qualora la quota minima di presenza non sia raggiunta, l'assemblea in questione avrà<br />

comunque luogo, ma non sarà richiesta quella del mese successivo in orario scolastico. La verifica


del numero minimo dei partecipanti verrà effettuata dai rappresentanti studenteschi all'inizio<br />

dell'assemblea e al termine del suo svolgimento.<br />

articolo 9: frequenza delle assemblee di istituto<br />

L'assemblea di Istituto può avere luogo una volta al mese durante le ore di lezione, ma non può<br />

avere luogo nell'ultimo mese di lezione.<br />

articolo 10: partecipazione di esperti esterni<br />

Gli esperti su problemi sociali, culturali, morali, artistici e scientifici, possono partecipare, su<br />

richiesta, ai lavori dell'assemblea degli studenti per meglio garantire l'approfondimento dei<br />

problemi trattati e la formazione culturale e civile degli studenti. I nominativi degli esperti devono<br />

essere indicati in anticipo rispetto alla richiesta di convocazione dell'assemblea per ottenere la<br />

prevista autorizzazione del Consiglio di Istituto o, in via provvisoria, dal Dirigente Scolastico che<br />

ne darà informazione al Consiglio di Istituto.<br />

articolo 11: presidente e segretario dell'assemblea<br />

Il Presidente dell’Assemblea è il Presidente del Comitato Studentesco che, di volta in volta, designa<br />

il segretario verbalizzatore.<br />

articolo 12: ordine del giorno e temi<br />

I temi e l'ordine del giorno sono stabiliti dal comitato studentesco; l'ordine del giorno deve essere<br />

presentato al Preside secondo le modalità dell'art.5.<br />

articolo 13: diritto di parola e di voto<br />

Gli studenti, il Preside e gli insegnanti hanno diritto di prendere la parola su ogni argomento iscritto<br />

all'ordine del giorno dei lavori, facendone esplicita richiesta al presidente. Il presidente, qualora<br />

l'intervento non attenga all'argomento in esame, ha la facoltà di togliere la parola. Gli studenti e<br />

soltanto essi hanno diritto di voto. Le votazioni si effettuano, di norma, per alzata di mano.<br />

L'assemblea o il presidente possono richiedere altre modalità di voto compatibili con gli oggetti in<br />

discussione e con la certezza di determinazione della volontà dell'assemblea.<br />

articolo 14: comitato studentesco<br />

L'assemblea riconosce la legittimità del comitato studentesco: esso è formato dai rappresentanti<br />

d'istituto degli studenti. Tutti i componenti del Comitato Studentesco hanno pari diritti nell'esercizio<br />

della libertà di pensiero e di parola senza distinzioni di età, sesso, opinioni politiche, condizioni<br />

personali e sociali. Tutte le decisioni vengono prese dalla maggioranza votando per alzata di mano.<br />

articolo 15: vigilanza durante l'assemblea<br />

È previsto un servizio di adeguata sorveglianza da parte dei Docenti. Gli studenti partecipano al<br />

regolare svolgimento dell'Assemblea attraverso un proprio "Gruppo di Sicurezza".


Regolamento interno<br />

e mancanze disciplinari degli allievi<br />

ESTRATTO dal<br />

D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249<br />

Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria<br />

(in G.U. n. 175 del 29 luglio 1998)<br />

con le modifiche apportate dal<br />

D.P.R. 21 novembre 2007, n. 235<br />

Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, concernente lo<br />

statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria<br />

(in G.U. n. 293 del 18 dicembre 2007)<br />

PREMESSA<br />

I fatti di cronaca che hanno interessato la scuola, negli ultimi anni, dalla trasgressione delle comuni<br />

regole di convivenza sociale agli episodi più gravi di violenza e bullismo hanno determinato<br />

l’opportunità di integrare e migliorare lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti, approvato con<br />

DPR n. 249/1998 con il successivo DPR n.235/2007. La scuola, infatti, quale luogo di crescita<br />

civile e culturale della persona, rappresenta, insieme alla famiglia, la risorsa più idonea ad arginare<br />

il rischio del dilagare di un fenomeno di caduta progressiva sia della cultura dell’osservanza delle<br />

regole sia della consapevolezza che la libertà personale si realizza nel rispetto degli altrui diritti e<br />

nell’adempimento dei propri doveri. Il compito della scuola, pertanto, è quello di far acquisire non<br />

solo competenze, ma anche valori da trasmettere per formare cittadini che abbiano senso di identità,<br />

appartenenza e responsabilità .Obiettivo delle nuove norme introdotte con il regolamento in oggetto,<br />

non è solo la previsione di sanzioni più rigide e più adeguate a rispondere a fatti di gravità<br />

eccezionale quanto, piuttosto la realizzazione di un’alleanza educativa tra famiglie, studenti ed<br />

operatori scolastici, dove le parti assumano impegni e responsabilità e possano condividere regole e<br />

percorsi di crescita degli studenti. I comportamenti riprovevoli, e connotati da un altissimo grado di<br />

disvalore sociale, non possono essere trattati al pari delle comuni infrazioni disciplinari, ma devono<br />

poter essere sanzionati con maggiore rigore e severità, secondo un principio di proporzionalità tra la<br />

sanzione irrogabile e l’infrazione disciplinare commessa. L’inasprimento delle sanzioni, per i gravi<br />

o gravissimi episodi sopra citati, si inserisce infatti in un quadro più generale di educazione alla<br />

cultura della legalità intesa come rispetto della persona umana e delle regole poste a fondamento<br />

della convivenza sociale.<br />

PRINCIPI GENERALI<br />

Il nuovo testo normativo tende a sottolineare la funzione educativa della sanzione disciplinare,<br />

rafforzando la possibilità di recupero dello studente attraverso attività di natura sociale,<br />

culturale ed in generale a vantaggio della comunità scolastica (art. 4 comma 2).<br />

Pertanto il nostro regolamento d’istituto ha individuato le sanzioni disciplinari rispondenti alla<br />

predetta finalità, per esempio, le attività di volontariato nell’ambito della comunità scolastica, le<br />

attività di segreteria, la pulizia dei locali della scuola, le piccole manutenzioni, l’attività di ricerca, il<br />

riordino di cataloghi e di archivi presenti nelle scuole,la frequenza di specifici corsi di formazione<br />

su tematiche di rilevanza sociale o culturale, la produzione di elaborati (composizioni scritte o<br />

artistiche) che inducano lo studente ad uno sforzo di riflessione e di rielaborazione critica di episodi<br />

verificatisi nella scuola, etc. Le misure sopra richiamate, alla luce delle recenti modifiche si<br />

configurano non solo come sanzioni autonome diverse dall’allontanamento dalla comunità<br />

scolastica, ma altresì come misure accessorie che si accompagnano alle sanzioni di allontanamento<br />

dalla comunità stessa .Le norme introdotte dal D.P.R. 235, però, tendono anche a sanzionare


con maggiore rigore i comportamenti più gravi, tenendo conto, non solo della situazione personale<br />

dello studente, ma anche della gravità dei comportamenti e delle conseguenze da essi derivanti.<br />

Nell’attuazione delle suddette sanzioni, infatti, occorrerà ispirarsi al principio di gradualità della<br />

sanzione, in stretta correlazione con la gravità della mancanza disciplinare commessa.<br />

Occorre, inoltre, sottolineare che le sanzioni disciplinari sono sempre temporanee ed ispirate, per<br />

quanto possibile, alla riparazione del danno. (Art.4 – Comma 5).<br />

Ove il fatto costituente violazione disciplinare sia anche qualificabile come reato in base<br />

all’ordinamento penale, si ricorda che il dirigente scolastico sarà tenuto alla presentazione di<br />

denuncia all’autorità giudiziaria penale in applicazione dell’art 361 c.p..<br />

Art. 1. I provvedimenti disciplinari hanno carattere educativo e tendono al rafforzamento del senso<br />

di responsabilità ed al ripristino di rapporti corretti all’interno della comunità scolastica.<br />

Art. 2. La responsabilità personale è generalmente imputabile a chi ha infranto il presente<br />

regolamento; è collettiva ( della classe, del piano ove la classe è situata, degli alunni presenti<br />

durante la pausa pranzo quando non si possa individuare il responsabile dell’infrazione).<br />

Art. 3. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad<br />

esporre le proprie ragioni.<br />

Art. 4. Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate all’infrazione disciplinare ed ispirate,<br />

quando possibile, al principio della riparazione del danno. Esse tengono conto della situazione<br />

personale dello studente.<br />

Art. 5. Allo studente è sempre offerta la possibilità di convertire la sanzione in attività a favore<br />

della comunità scolastica.<br />

Art. 6. Contro le sanzioni disciplinari è sempre ammesso ricorso, da parte dello studente, davanti<br />

agli organi previsti dal presente regolamento. Il ricorso viene proposto con domanda scritta in carta<br />

semplice.<br />

PROCEDIMENTO DISCIPLINARE<br />

Art. 7. Il procedimento disciplinare inizia con la contestazione degli addebiti, così da consentire<br />

all’alunno di giustificarsi.<br />

Art. 8. La contestazione degli addebiti di cui alle lettere A),B), D), E) della tabella allegata viene<br />

formulata all’istante, anche oralmente, dall’organo competente ad irrogare la sanzione, prima di<br />

decidere la stessa. Devono essere registrate le eventuali giustificazioni addotte dall’allievo.<br />

Art. 9. La contestazione degli addebiti di cui alle lettere C), F), G) della tabella allegata viene<br />

formulata per iscritto, dal docente coordinatore del consiglio di classe competente ad irrogare la<br />

sanzione, prima di decidere la stessa. Devono essere registrate le eventuali giustificazioni addotte<br />

dall’allievo e riferite al consiglio di classe dal docente coordinatore.<br />

Art.10. Contro le sanzioni di cui alle lettere A), B), C), D), E) della tabella allegata è ammesso<br />

ricorso entro 15 giorni dalla comunicazione della loro irrogazione davanti all’organo di garanzia<br />

interno alla scuola, di cui all’art. 12 del presente regolamento. Tale organo è, inoltre, competente a<br />

giudicare i conflitti che sorgono all’interno delle scuola in merito all’applicazione del presente<br />

regolamento.<br />

Art.11. Contro le sanzioni di cui alle lettere F), G) della tabella allegata è ammesso ricorso entro 30<br />

giorni dalla comunicazione della loro irrogazione davanti al Direttore dell’Ufficio scolastico<br />

regionale<br />

Art.12. L’organo di garanzia interno alla scuola è composto da 4 membri: il Dirigente scolastico, 1<br />

docente, un allievo, un genitore. L’allievo e il genitore vengono eletti, all’inizio di ogni A.S.<br />

Art.13. Il Direttore dell’Ufficio scolastico regionale è competente a decidere in via definitiva sui<br />

reclami proposti dagli studenti o da chiunque vi abbia interesse, contro le violazioni del presente<br />

regolamento.<br />

N.B.: Per tutto quanto non riportato nel presente regolamento si faccia riferimento alla normativa<br />

vigente.


MANCANZE DISCIPLINARI<br />

1. Ai sensi dell’art. 4 comma 1 del D.P.R. n. 249 del 24/06/1998 così come modificato dall’art. 1<br />

comma 1 D.P.R. n. 235 del 21/11/2007, i comportamenti che configurano mancanze disciplinari<br />

sono individuati nella tabella dell’allegato A che costituisce parte integrante del presente<br />

Regolamento.<br />

2. Le sanzioni relative alle mancanze di cui al precedente punto 6.1 sono anch’esse riportate nella<br />

tabella dell’allegato A, così come gli organi competenti a irrogarle e il relativo procedimento.<br />

CONVERSIONE DELLA SANZIONE<br />

1. Deve sempre essere offerta allo studente la possibilità di convertire la sanzione in attività utili<br />

alla comunità scolastica; la definizione di tali attività, che non devono attuarsi contemporaneamente<br />

alle ore di lezione, è valutata di volta in volta in base alla disponibilità di assistenza da parte del<br />

personale della scuola durante il loro svolgersi e in base alla congruità tra la sanzione e le attività<br />

sostitutive.<br />

2. L’organo che ha irrogato la sanzione può altresì decidere il risarcimento di eventuali danni o<br />

l’obbligo di ripristino in base al principio della riparazione del danno.<br />

3. Ogni decisione deve essere comunicata alla famiglia dello studente.<br />

ORGANO DI GARANZIA<br />

1. L’Organo di garanzia, previsto dall’art. 5 comma 1 del D.P.R. 249 del 24/06/1998 così come<br />

modificato dall’art. 2 comma 1 D.P.R. n. 235 del 21/11/2007, è costituito da:<br />

a. il Dirigente Scolastico che lo presiede;<br />

b. un rappresentante degli studenti fra gli eletti al Consiglio d'Istituto;<br />

c. il rappresentante dei genitori,che ha riportato il maggiori numero di preferenze alle elezioni per<br />

i consigli di classe;<br />

e. un docente, designato dal consiglio d’Istituto su indicazione del collegio dei docenti;<br />

2. I rappresentanti degli alunni e dei genitori sono eletti in concomitanza delle elezioni dei<br />

rispettivi rappresentanti al Consiglio d’Istituto. I primi rappresentanti non eletti diventano<br />

automaticamente membri supplenti.<br />

3. I membri supplenti sono convocati in assenza del titolare oppure quando lo stesso, se docente<br />

abbia richiesto la sanzione, se genitore o studente sia parte in causa.<br />

4. La convocazione dell’Organo di garanzia avviene ad opera del Presidente, per iscritto, entro tre<br />

giorni dalla data della richiesta.<br />

5. Le delibere dell’Organo di Garanzia sono valide quando siano presenti almeno tre dei suoi<br />

quattro membri.<br />

6. Di ogni convocazione è steso verbale ad opera di un segretario nominato dal Presidente. Le<br />

votazioni sono a scrutinio palese e nessuno può astenersi; in caso di parità prevale il voto del<br />

Presidente.


IMPUGNAZIONI<br />

Per quanto attiene all’impugnazione (art. 5) delle suddette sanzioni disciplinari le modifiche<br />

introdotte dal regolamento in questione sono finalizzate a garantire da un lato “il diritto di difesa”<br />

degli studenti e, dall’altro, la snellezza e rapidità del procedimento, che deve svolgersi<br />

concludersi alla luce di quanto previsto, della Legge 7 agosto 1990, n. 241.<br />

Va rammentato, infatti, che il procedimento disciplinare verso gli alunni è azione di natura<br />

amministrativa, per cui il procedimento che si mette in atto costituisce procedimento<br />

amministrativo, al quale si applica la normativa introdotta dalla Legge n. 241/90 e successive<br />

modificazioni, in tema di avvio del procedimento, formalizzazione dell’istruttoria, obbligo di<br />

conclusione espressa, obbligo di motivazione e termine. Il sistema di impugnazioni delineato<br />

dall’art. 5 del D.P.R. non incide automaticamente sull’esecutività della sanzione disciplinare<br />

eventualmente irrogata, stante il principio generale che vuole dotati di esecutività gli atti<br />

amministrativi pur non definitivi: la sanzione potrà essere eseguita pur in pendenza del<br />

procedimento di impugnazione, salvo quanto diversamente stabilito nel regolamento di istituto.<br />

Contro le sanzioni disciplinari anzidette è ammesso ricorso da parte di chiunque vi abbia<br />

interesse (genitori, studenti), entro quindici giorni dalla comunicazione all’ Organo di<br />

Garanzia interno alla scuola, istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni<br />

scolastiche. L’organo di garanzia dovrà esprimersi nei successivi dieci giorni (art. 5 - Comma 1).<br />

Qualora l’organo di garanzia non decida entro tale termine, la sanzione non potrà che ritenersi<br />

confermata. Si evidenzia che il Regolamento di modifica dello Statuto ha meglio definito, anche se<br />

non rigidamente, nel rispetto delle autonomie delle singole istituzioni scolastiche – la sua<br />

composizione. Esso – sempre presieduto dal Dirigente Scolastico - di norma, si compone , per la<br />

scuola secondaria di 2° grado da un docente designato dal consiglio d’istituto, da un rappresentante<br />

eletto dagli studenti e da un rappresentante eletto dai genitori.


ALL. A TABELLA DELLE SANZIONI DISCIPLINARI<br />

MANCANZE DISCIPLINARI<br />

A1)<br />

Assenze ingiustificate<br />

A2)<br />

- Mancato svolgimento del lavoro<br />

assegnato<br />

- Comportamento scorretto in classe<br />

B)<br />

Comportamento scorretto<br />

nell'esercizio dei diritti di associazione<br />

C)<br />

Comportamento offensivo verso il<br />

capo di istituto, verso i docenti, verso<br />

il personale non docente e verso i<br />

compagni<br />

D)<br />

Episodi di intolleranza<br />

E)<br />

Mancata osservanza delle disposizioni<br />

organizzative e di sicurezza dettate dai<br />

regolamenti<br />

F)<br />

Danni al patrimonio scolastico<br />

SANZIONI<br />

DISCIPLINARI<br />

A1)<br />

Richiamo verbale e<br />

diffida sul registro<br />

A2)<br />

Richiamo verbale o<br />

richiamo verbale e<br />

nota sul registro<br />

B)<br />

Richiamo verbale e<br />

nota sul registro<br />

C)<br />

Richiamo scritto o<br />

allontanamento<br />

dalla comunità<br />

scolastica nei casi<br />

più gravi<br />

D)<br />

Richiamo scritto,<br />

allontanamento<br />

dalla comunità<br />

scolastica nei casi<br />

gravi<br />

E)<br />

Richiamo scritto o<br />

allontanamento<br />

dalla comunità<br />

scolastica nei casi<br />

gravi<br />

F)<br />

Richiamo scritto e<br />

richiesta di<br />

risarcimento danni<br />

(sanzione<br />

convertibile in<br />

attività a favore<br />

della comunità<br />

scolastica)<br />

ORGANO<br />

COMPETENT<br />

E AD<br />

INFLIGGERE<br />

LE SANZIONI<br />

A1)<br />

Insegnante e<br />

Capo di Istituto<br />

A2)<br />

Insegnante<br />

B)<br />

Capo di Istituto<br />

C)<br />

Consiglio di<br />

classe<br />

D)<br />

Capo di Istituto<br />

E)<br />

Capo di istituto<br />

sentito il<br />

consiglio di<br />

classe<br />

F)<br />

Capo di istituto<br />

ORGANO A CUI<br />

RICORRERE<br />

PER<br />

IMPUGNARE LE<br />

SANZIONI<br />

A1)<br />

Ricorso entro 15<br />

giorni all'organo di<br />

garanzia interno<br />

alla scuola<br />

A2)<br />

Ricorso entro 15<br />

giorni all'organo di<br />

garanzia interno<br />

alla scuola<br />

B)<br />

Ricorso entro 15<br />

giorni all'organo di<br />

garanzia interno<br />

alla scuola<br />

C)<br />

Ricorso entro 15<br />

giorni all'organo di<br />

garanzia interno<br />

alla scuola<br />

D)<br />

Ricorso entro 15<br />

giorni all'organo di<br />

garanzia interno<br />

alla scuola<br />

E)<br />

Ricorso entro 15<br />

giorni all'organo di<br />

garanzia interno<br />

alla scuola<br />

F)<br />

Ricorso entro 15<br />

giorni all'organo di<br />

garanzia interno<br />

alla scuola


G)<br />

Reiterazione dei comportamenti di cui<br />

alla lettera A1)<br />

Ulteriore reiterazione<br />

Reiterazione dei comportamenti di cui<br />

alle lettere A2) e B)<br />

Ulteriore reiterazione<br />

Reiterazione dei comportamenti di cui<br />

alle lettere C), D), E)<br />

H)<br />

Reati (*)<br />

Unica grave condotta manchevole<br />

verso il capo di istituto, o violenza<br />

verbale o fisica, o tumulti o minacce o<br />

vie di fatto<br />

I) Reati (*)<br />

Violazione della dignità e del rispetto<br />

per la persona umana, o tali da<br />

determinare seria apprensione a livello<br />

sociale, quali violenza<br />

privata,minaccia,percosse,ingiurie,reati<br />

di natura sessuale.<br />

G)<br />

Allontanamento<br />

dalla comunità<br />

scolastica per un<br />

giorno<br />

Allontanamento<br />

dalla comunità<br />

scolastica oltre a un<br />

giorno<br />

Diffida<br />

Allontanamento<br />

dalla comunità<br />

scolastica per un<br />

giorno<br />

Allontanamento<br />

dalla comunità<br />

scolastica per un<br />

periodo non<br />

superiore a 15 giorni<br />

di calendario<br />

(sanzione<br />

convertibile in<br />

attività a favore<br />

della comunità<br />

scolastica)<br />

H)<br />

Allontanamento<br />

dalla comunità<br />

scolastica per un<br />

periodo non<br />

superiore a 15 giorni<br />

di calendario<br />

(sanzione<br />

convertibile in<br />

attività a favore<br />

della comunità<br />

scolastica)<br />

I).Allontanamento<br />

dalla comunità<br />

scolastica per un<br />

periodo superiore a<br />

15 giorni.<br />

G)<br />

Capo di Istituto<br />

Consiglio di<br />

classe<br />

Consiglio di<br />

classe<br />

Consiglio di<br />

classe<br />

Consiglio di<br />

classe<br />

H)<br />

Consiglio di<br />

classe<br />

I)<br />

Consiglio<br />

d’Istituto.<br />

G)<br />

Ricorso entro 15<br />

giorni all'organo di<br />

garanzia interno<br />

alla scuola<br />

H)<br />

Ricorso entro 15<br />

giorni all'organo di<br />

garanzia interno<br />

alla scuola<br />

I)<br />

Organo di garanzia<br />

d’Istituto.


ORGANO DI GARANZIA REGIONALE<br />

Si precisa, in base al comma 3 del citato art. 5 a modifica dell’ulteriore fase di impugnazione, che<br />

la competenza a decidere sui reclami contro le violazioni dello Statuto, anche contenute nei<br />

regolamenti d’istituto, già prevista dall’originario testo del DPR 249, viene specificatamente<br />

attribuita alla competenza del Direttore dell’Ufficio scolastico regionale. Il rimedio in esame,<br />

attraverso la valutazione della legittimità del provvedimento in materia disciplinare, potrà costituire<br />

occasione di verifica del rispetto delle disposizioni contenute nello Statuto sia nell’emanazione del<br />

provvedimento oggetto di contestazione sia nell’emanazione del regolamento d’istituto ad esso<br />

presupposto.<br />

E’ da ritenersi che, in tal caso, il termine per la proposizione del reclamo sia di quindici giorni, in<br />

analogia con quanto previsto dal comma 1 dell’art. 5, decorrenti dalla comunicazione della<br />

decisione dell’organo di garanzia della scuola o dallo spirare del termine di decisione ad esso<br />

attribuito.<br />

La decisione è subordinata al parere vincolante di un organo di garanzia regionale di nuova<br />

istituzione – che dura in carica due anni scolastici. Detto organo - presieduto dal Direttore<br />

dell’Ufficio Scolastico Regionale o da un suo delegato – è composto, di norma, per la scuola<br />

secondaria di II grado, da due studenti designati dal coordinamento regionale delle consulte<br />

provinciali degli studenti, da tre docenti e da un genitore designati nell’ambito della comunità<br />

scolastica regionale. Per la scuola secondaria di I grado, in luogo degli studenti sono designati altri<br />

due genitori. Con riferimento alla designazione dei genitori, nel rispetto dell’autonoma decisione di<br />

ciascun Ufficio Scolastico Regionale, si suggerisce che la stessa avvenga nell’ambito dei<br />

rappresentanti del Forum Regionale delle Associazioni dei genitori (FORAGS).<br />

Per quanto concerne, invece la designazione dei docenti, lasciata alla competenza dei Direttori<br />

degli Uffici Scolastici Regionali, la scelta potrà tener conto, per quanto possibile, dell’opportunità<br />

di non procurare aggravi di spesa in ordine al rimborso di titoli di viaggio.<br />

L’organo di garanzia regionale, dopo aver verificato la corretta applicazione della normativa e dei<br />

regolamenti, procede all’istruttoria esclusivamente sulla base della documentazione acquisita o<br />

di memorie scritte prodotte da chi propone il reclamo o dall’Amministrazione (Comma 4). Non è<br />

consentita in ogni caso l’audizione orale del ricorrente o di altri controinteressati.<br />

Il comma 5 fissa il termine perentorio di 30 giorni, entro il quale l’organo di garanzia regionale<br />

deve esprimere il proprio parere. Qualora entro tale termine l‘organo di garanzia non abbia<br />

comunicato il parere o rappresentato esigenze istruttorie, per cui il termine è sospeso per un periodo<br />

massimo di 15 giorni e per una sola volta (art. 16- comma 4 della Legge 7 agosto 1990, n. 241), il<br />

Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale può decidere indipendentemente dal parere.<br />

(*) Si fa comunque presente che insegnanti e Dirigente scolastico, essendo pubblici ufficiali,<br />

nell'esercizio delle loro funzioni sono obbligati a denunciare alla Magistratura i reati di cui hanno<br />

conoscenza.<br />

Resta comunque inteso che il carattere delle sanzioni è comunque orientato a determinare l’apertura<br />

di una fase di riflessione per l’alunno che trasgredisce, in modo da consentirgli il reinserimento<br />

nella comunità educante. Altresì va garantita all’interno della popolazione scolastica la certezza di<br />

un’ordinata vita associativa con definite regole che disciplinano la vita collettiva, sia sul versante<br />

dei diritti che su quello dei doveri.<br />

Norme di sicurezza e procedure per la giustificazione di assenze e permessi devono essere<br />

puntualmente osservate da tutti e, principalmente, deve essere assolutamente assicurato il rispetto<br />

delle persone, delle loro idee, delle loro diverse provenienze e condizioni.


Regolamento uso della macchina fotocopiatrice a<br />

servizio degli studenti e dei docenti<br />

La fotocopiatrice costituisce patrimonio della scuola e bene pubblico.<br />

Va salvaguardata, comunque, l’integrità e la funzionalità con uso corretto, adeguato ed equilibrato.<br />

La facoltà di usufruire della fotocopiatrice necessita di alcune puntualizzazioni, ciò per il rilevante<br />

numero di utenti, per evidenti esigenze di funzionalità e per i costi che gravano pesantemente sulle<br />

sempre più esigue risorse delle scuole.<br />

Pertanto il personale si atterrà alle seguenti modalità.<br />

L’uso diretto è affidato ai collaboratori scolastici dalle ore 9.10 alle ore 12.10.<br />

Nessun altro può procedere all’utilizzazione in prima persona, salvo casi particolari e occasionali,<br />

autorizzati dal Dirigente Scolastico.<br />

Puntualizzazioni:<br />

Le fotocopie relative ai compiti e prove sono a carico della Scuola per l’intero anno<br />

scolastico (tasse scolastiche famiglie)<br />

Non può essere a carico dell’Istituto qualsiasi altro uso definito discrezionalmente dal<br />

docente, ad eccezione di fotocopie di documenti utili ai fini didattici e culturali;<br />

Le richieste delle fotocopie devono essere avanzate ai collaboratori scolastici in servizio<br />

sul piano della classe con adeguato anticipo(il giorno precedente)senza pretendere la<br />

realizzazione seduta stante, in particolare quando la richiesta riguarda un numero superiore<br />

a 20;<br />

Si conviene vietare agli alunni la fotocopiatura durante le ore di lezioni;<br />

Ogni classe del corso diurno sarà dotata di un codice personale e fino alla conclusione<br />

dell’anno scolastico potrà utilizzare la fotocopiatrice per n .600 copie;<br />

Ogni classe del corso Sirio sarà dotata di un codice personale e fino alla conclusione<br />

dell’anno scolastico potrà utilizzare la fotocopiatrice per n .800 copie;<br />

Per tutto quanto non previsto nei punti su indicati, il personale potrà rivolgersi direttamente al<br />

Dirigente Scolastico.


Regolamento per la gestione della pausa pranzo<br />

1. Durante l’eventuale a consumazione della colazione ogni alunno deve stare nella propria<br />

classe in modo composto e ordinato così come ogni persona civile si comporta a tavola;<br />

2. Durante l’ora di intervallo-colazione è assolutamente vietato l’uso di qualsiasi bevanda<br />

alcolica;<br />

3. Alla fine della colazione ogni alunno è tenuto alla pulizia del proprio posto-banco (ed alla<br />

consegna del sacchetto-resti all’operatore addetto al ritiro;<br />

4. Ogni alunno durante l’ora-colazione deve rispettare ogni richiesta dei collaboratori scolastici<br />

addetti alla vigilanza;<br />

5. Ogni alunno che si reca in bagno, deve lasciare la propria aula assicurandosi che nessun<br />

altro compagno di classe sia già uscito; in tale eventualità deve aspettare che il<br />

compagno rientri, prima di andare lui; per questo motivo, l’alunno che va in bagno deve<br />

trattenersi il tempo strettamente necessario, onde consentire l’accesso ai servizi anche agli<br />

altri compagni di classe;<br />

6. Gli studenti rappresentanti di classe sono responsabili dell’ordine da tenere nella<br />

classe;<br />

7. Lo studente che decide di non mangiare in classe e di uscire dall’Istituto alla fine dell’orario<br />

antimeridiano, giusta specifica autorizzazione del genitore, deve rientrare a scuola entro gli<br />

ultimi cinque minuti dell’ora-colazione, rispetto a tale operazione non sono consentiti, per<br />

ovvi motivi di regolarità, né anticipi né posticipi;<br />

8. Chiunque rientra in ritardo rispetto all’orario di inizio delle lezioni pomeridiane non è<br />

ammesso in classe;<br />

9. Un alunno assente nelle ore antimeridiane può essere ammesso in classe per le ore<br />

pomeridiane solamente nel caso in cui giustifica regolarmente l’assenza mattutina.Chi per<br />

necessità deve assentarsi nelle ore pomeridiane può farlo solo su richiesta diretta dei genitori<br />

all’Ufficio di Presidenza e non per via telefonica;<br />

10. Ogni violazione del presente regolamento può essere punita direttamente, ed a suo<br />

insindacabile giudizio, dal Dirigente Scolastico con provvedimenti che possono andare<br />

dalla semplice ammonizione verbale fino alla sospensione per 10 giorni; fatti salvi eventuali<br />

piu’ gravi provvedimenti che seguiranno le normali procedure;<br />

11. Gli alunni possono usufruire del servizio BAR all’interno dell’Istituto dalle 13.10 alle<br />

13.50. La consumazione del prodotto acquistato avverrà all’interno della propria aula<br />

pertanto sarà severamente vietato sostare al bar;<br />

12. Il Preside può in ogni momento integrare e/o variare il presente regolamento se richiesto da<br />

particolari esigenze organizzative e disciplinari;<br />

13. Inoltre si ricorda che giusta decisione del Consiglio d’Istituto, non parteciperanno ad<br />

alcun viaggio d’istruzione gli alunni che dovessero incorrere sanzioni disciplinari.


Regolamento laboratori<br />

DISPOSIZIONE SULL’ACCESSO AL LABORATORIO<br />

L’accesso in orario antimeridiano da parte delle classi in laboratorio è consentito solo con<br />

la presenza del docente della classe e, quando è possibile,da un assistente tecnico. Il<br />

docente accompagnatore è responsabile del corretto uso didattico di hardware e software e<br />

firma il registro interno del laboratorio. L’assistente tecnico garantisce il buon<br />

funzionamento delle attrezzature.<br />

Il Direttore del laboratorio, o un assistente tecnico, può consentire l’accesso ai soli docenti<br />

singolarmente o con alunni, in coincidenza di spazi orari liberi antimeridiani; in questo<br />

caso il docente, alla consegna delle chiavi,firma l’apposito registro degli accessi<br />

individuali dei docenti e si impegna a vigilare sulle attrezzature,ad applicare in ogni sua<br />

parte il presente regolamento e a chiudere il laboratorio al termine dell’attività.<br />

Il laboratorio non deve mai essere lasciato aperto e incustodito dall’assistente tecnico<br />

quando nessuno lo utilizza.<br />

L’accesso di studenti al laboratorio è consentito al di fuori delle attività curriculari, solo<br />

alla presenza di un docente accompagnatore.<br />

L’accesso e l’utilizzo del laboratorio anche in orario pomeridiano è consentito, nell’ambito<br />

dei progetti e delle convenzioni autorizzate,solo con la presenza di un docente o di chi<br />

contrattualmente ne svolge le funzioni,che si assume la responsabilità di gestire la struttura<br />

e di vigilare sul suo corretto utilizzo. Il docente è coadiuvato, tutte le volte che ciò sia<br />

possibile, da un assistente tecnico. A questo proposito viene predisposto un apposito<br />

registro di portineria per la consegna delle chiavi da conservare presso la portineria,che il<br />

collaboratore scolastico farà firmare all’atto della consegna delle chiavi e successivamente<br />

alla riconsegna per lo scarico.<br />

DISPOSIZIONI SU HARDWARE E SOFTWARE.<br />

Le dotazioni di laboratorio il cui uso è “a richiesta”,devono essere posti in funzionalità<br />

secondo le indicazioni del Direttore del laboratorio;l’assistente tecnico ne cura altresi’ il<br />

riposizionamento in sicurezza,cessata la necessità d’uso.<br />

I docenti accompagnatori dovranno effettuare una ricognizione sommaria delle<br />

attrezzature e di eventuali supporti magnetici al termine della loro attività. Gli assistenti<br />

tecnici dovranno effettuare un’attenta ricognizione al termine di ogni mattinata; entrambi<br />

segnaleranno ogni eventuale guasto,manomissione danneggiamento,furto,ecc.,mediante<br />

l’apposito modulo in uso nella scuola,con avviso preventivo al Direttore di laboratorio<br />

In base alle leggi che regolano la distribuzione delle licenze,i prodotti software presenti in<br />

laboratorio non sono disponibili per il prestito personale.<br />

Per tutte le attività programmate gli assistenti tecnici provvedono a garantire l’accensione<br />

e il funzionamento preventivo delle attrezzature.<br />

Quando un insegnante, da solo o con la classe,usufruisce del laboratorio deve<br />

obbligatoriamente registrare il proprio nome e l’eventuale classe nell’apposito registro<br />

delle presenze di laboratorio .Questo allo scopo di poter risalire alle cause di eventuali<br />

danneggiamenti e per comprovare l’effettivo utilizzo dell’aula.<br />

E’proibito fare uso di giochi software nel laboratorio.<br />

E’fatto divieto di usare software non conforme:alle leggi sul copyright .E’ cura<br />

dell’insegnante utente di verificarne la conformità. In caso di dubbio si dovranno chiedere<br />

chiarimenti al direttore di laboratorio o all’assistente tecnico.


Gli studenti non possono installare nuovi software sui PC del laboratorio, previa<br />

autorizzazione del direttore del laboratorio. Sarà comunque cura dell’insegnante verificare<br />

che il software installato rispetti le leggi sul copyright.<br />

Allo stesso modo è responsabilità degli insegnanti che chiedono all’assistente tecnico di<br />

effettuare copie di Floppy Disk e C D per uso didattico , di assicurarsi che la copia non<br />

infranga le leggi sul copyright .<br />

Gli studenti non possono utilizzare Floppy Disk portati da casa sui PC dell’aula se non<br />

autorizzati dall’assistente tecnico o da insegnanti. In ogni caso chiunque utilizzi floppy<br />

disk su un PC dell’aula deve prima dell’uso effettuare una scansione del medesimo con<br />

l’apposito programma antivirus .<br />

Le attrezzature hardware e gli altri materiali in dotazione al laboratorio non possono essere<br />

destinati, neanche temporaneamente, ad altre attività esterne all’aula medesima . In via<br />

particolare, su richiesta motivata di uno o più docenti del D .S. del D .S. G. A. le<br />

attrezzature suddette possono essere destinate temporaneamente ad altre attività ; il<br />

richiedente deve sottoscrivere , su apposito registro di consegna gestito dall’assistente<br />

tecnico, la presa in carico , assumendo con ciò la responsabilità delle stesse attrezzature .<br />

Della richiesta deve essere informato il Direttore di laboratorio per valutare le<br />

conseguenze della consegna sulle attività didattiche ed istituzionali; in caso di mancato<br />

accordo, il D .S . assume la decisione definitiva sentito il parere necessario del direttore di<br />

laboratorio.<br />

L'utilizzo del laboratorio da parte di chiunque comporta l'applicazione del presente<br />

regolamento.<br />

Quando si frequenta il laboratorio:<br />

Informatevi sulle norme di evacuazione deI locale in caso di necessità; assicuratevi di conoscere le<br />

vie di fuga, la posizione delle uscite di sicurezza e degli estintori. Non è permesso introdurre in<br />

laboratorio oggetti ingombranti (zaini, giacconi, …), cibi o bevande. Non correte, non muovetevi in<br />

modo disordinato o scomposto, non compite gesti bruschi e mantenete un tono di voce moderato.<br />

Ciascun allievo è responsabile della propria postazione di lavoro; danni o anomalie riscontrati<br />

all'inizio della lezione vanno comunicati al docente che provvederà ad una verifica ed<br />

eventualmente ad una segnalazione sul registro di laboratorio. ln caso di ustioni spegnete le fiamme<br />

avvolgendo la vittima nella coperta antifiamma; non staccate i vestiti che aderiscono alla parte<br />

ustionata; in caso di ustioni superficiali immergete la parte ustionata in acqua fredda.<br />

Quando si esce dal laboratorio:<br />

Al termine dell'esercitazione lasciare in ordine il posto di lavoro. Il docente responsabile<br />

dell'attività deve compilare il registro di laboratorio in merito alla permanenza ed al tipo di attività<br />

svolta.<br />

ln caso di allarme:<br />

Interrompete ogni attività e mantenete la calma.<br />

Seguite le indicazioni degli insegnanti e abbandonate il locale ordinatamente.<br />

Lasciate tutto all'interno del locale. Non usate ascensori e percorrete in ordine e senza correre le vie<br />

di esodo designate. Raggiungete i punti di raccolta esterni.


Regolamento di sicurezza per<br />

il personale e gli studenti<br />

VISTO il D. Lgs. 19 settembre 1994, n. 626, così come modificato ed integrato dal D. Lgs. 19<br />

marzo 1996, n.242, di attuazione delle direttive CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e<br />

della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro e successive modifiche e integrazioni.<br />

VISTO il D. Lgs. 25 novembre 1996, n. 645, per la tutela delle lavoratrici gestanti, puerpere o in<br />

periodo di allattamento e successive modifiche e integrazioni<br />

Il Dirigente Scolastico, nella sua qualità di DATORE DI LAVORO, secondo le indicazioni già<br />

fornite al Consiglio d'Istituto<br />

Decreta<br />

le seguenti disposizioni in merito di sicurezza:<br />

REGOLAMENTO DI SICUREZZA PER IL PERSONALE E GLI STUDENTI.<br />

(Applicazione di quanto previsto dal testo aggiornato del decreto legislativo 19 settembre 1994, n.<br />

626, e successive modifiche e integrazioni, di attuazione di alcune direttive CEE riguardanti il<br />

miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro).<br />

Articolo 1<br />

1) Ciascun Lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella<br />

degli studenti e delle altre persone presenti sul luogo di lavoro e di apprendimento, su cui possono<br />

ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni, seguendo le istruzioni ricevute e ai mezzi a<br />

disposizione.<br />

2) In particolare, il personale:<br />

a) osserva le disposizioni e le istruzioni date dal RSSP, dal SSP, dal Medico Competente, dal<br />

Dirigente e dal responsabile o referente (docente, addetto, preposto di laboratorio, addetto<br />

all'emergenza) allo scopo della protezione collettiva e individuale;<br />

b) utilizza correttamente, le apparecchiature, le attrezzature, gli utensili, le sostanze e i preparati<br />

pericolosi, nonché i dispositivi di sicurezza;<br />

c) utilizza in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;<br />

d) segnala immediatamente al responsabile i guasti dei mezzi e dispositivi di cui alle lettere b) e c),<br />

e le altre eventuali condizioni di pericolo;<br />

d) non rimuove o modifica i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;<br />

e) non introduce materiali, attrezzature senza autorizzazione del responsabile dell'istituto o del<br />

laboratorio o dell'attività, né compie di sua iniziativa operazioni o manovre che non sono di sua<br />

competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o degli altri;<br />

f) si sottopone a controlli sanitari se previsti nei suoi confronti;<br />

g) contribuisce assieme al responsabile all'adempimento di tutti gli obblighi imposti dall'autorità<br />

competente o comunque necessari per tutelare la sicurezza e la salute durante l'attività scolastica.<br />

h) la Lavoratrice gestante, puerpera o in periodo di allattamento fino a sette mesi dopo il parto, che<br />

frequenti in modo regolare l'ambiente di lavoro o i laboratori di cui al presente regolamento,<br />

informa della situazione il responsabile dell'attività o del laboratorio per le valutazioni del caso.<br />

l) fornisce la propria collaborazione, partecipando attivamente alle iniziative di formazione e<br />

informazione predisposte dall'Amministrazione o dai responsabili delle attività.


Articolo 2<br />

1) Ciascun Lavoratore, per gli ambiti di propria competenza, fornisce agli studenti un'adeguata<br />

informazione su:<br />

a) i rischi per la sicurezza e la salute connessi all'attività della struttura in generale;<br />

b) le misure e le attività di protezione e prevenzione adottate;<br />

c) gli eventuali rischi specifici cui è esposto in relazione all'attività svolta, le normative di sicurezza<br />

e le disposizioni in materia;<br />

d) i pericoli connessi all'uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle apposite schede<br />

dei dati di sicurezza previsti dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica;<br />

e) le procedure che riguardano le emergenze e le figure di riferimento;<br />

f) il responsabile del servizio di prevenzione e protezione ed il medico competente.<br />

2) Lo studente che può essere esposto ad un pericolo grave ed immediato riceve ogni informazione<br />

necessaria circa le misure predisposte ed i comportamenti da adottare.<br />

Articolo 3<br />

1) Lo studente riceve dai docenti e dal personale incaricato dell'attività una informazione sufficiente<br />

ed adeguata in materia di sicurezza e di salute, con particolare riferimento ai laboratori frequentati e<br />

alle attività specificamente svolte.<br />

2) Osserva le disposizioni e le istruzioni date dal SPP (Servizio prevenzione e Protezione), dal<br />

dirigente e dal responsabile o referente (docente, addetto, responsabile di laboratorio, addetto<br />

all'emergenza) allo scopo della protezione collettiva e individuale<br />

Articolo 4<br />

1) Lo studente usa i dispositivi di protezione individuale (DPI) eventualmente messi a sua<br />

disposizione, cioè qualsiasi indumento, materiale o attrezzatura destinata ad essere indossata e<br />

tenuta allo scopo di proteggere contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza e la<br />

salute durante l'attività di apprendimento, e ogni complemento o accessorio destinati a tale scopo.<br />

2) Inoltre, usa i DPI conformemente alle istruzioni ricevute, ne ha cura, non vi apporta modifiche e<br />

li riconsegna dopo l'uso.<br />

Articolo 5<br />

1) Utilizza, le apparecchiature, le attrezzature, gli utensili, le sostanze e i preparati pericolosi,<br />

nonché i dispositivi di sicurezza, correttamente, secondo le istruzioni ricevute<br />

2) Per l'uso di attrezzature munite di videoterminali lo studente osserva le informazioni ricevute<br />

riguardo alle modalità di svolgimento dell'attività e la protezione degli occhi e della vista.<br />

Articolo 6<br />

Non rimuove, né modifica i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;<br />

Articolo 7<br />

Non introduce materiali, attrezzature senza autorizzazione del responsabile dell'Istituto o del<br />

laboratorio o dell'attività, né compie di sua iniziativa operazioni o manovre che non sono di sua<br />

competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o degli altri<br />

Articolo 8<br />

1) Per le norme organizzative e comportamentali inerenti il regolare svolgimento delle attività<br />

all'interno di singoli laboratori, si rinvia ad appositi regolamenti adottati o da adottarsi.<br />

2) Per le sanzioni amministrative, disciplinari conseguenti all'inosservanza delle disposizioni del<br />

presente regolamento, si rinvia alle norme specifiche per il personale e al Regolamento di<br />

Disciplina per le studentesse e gli studenti


Regolamento per la disciplina degli incarichi di<br />

insegnamento agli esperti esterni ai sensi dell’art.40<br />

del decreto n. 44/2001<br />

Ai sensi dell’art. 40 del decreto Interministeriale n.44 del 1/2/2001 il seguente regolamento<br />

costituisce parte integrante del regolamento d’istituto.<br />

Art.1 – Finalità e ambito di applicazione<br />

Il presente regolamento disciplina, ai sensi dell’art.40 del Decreto Interministeriale n.44 del<br />

1/2/2001, le modalità ed i criteri per il conferimento di contratti di prestazione d’opera per attività<br />

ed insegnamenti che richiedano specifiche e peculiari competenze professionali, nell’ambito della<br />

programmazione didattica annuale, al fine di sopperire a particolari e motivate esigenze didattiche<br />

deliberate nel POF.<br />

Art.2 – Requisiti professionali<br />

Per ciascuna attività o progetto deliberati nel POF per lo svolgimento delle quali si renda necessario<br />

il ricorso alla collaborazione di docenti esperti esterni, il collegio dei docenti ha stabilito che gli<br />

esperti stessi devono essere in possesso dei seguenti requisiti:<br />

Competenze richieste dal progetto<br />

Esperienze di lavoro<br />

Esperienze didattiche<br />

Titoli di studio<br />

Referenze<br />

Corsi di aggiornamento<br />

I criteri fissati dal collegio dei docenti saranno pubblicizzati mediante affissione all’albo ufficiale<br />

della scuola.<br />

Art. 3 – Pubblicazione degli avvisi di selezione<br />

All’inizio dell’anno scolastico, il Dirigente, sulla base del piano dell’offerta formativa (POF) e alla<br />

previsione dei progetti che saranno deliberati nel programma annuale, individua le attività e gli<br />

insegnamenti per i quali possono essere conferiti contratti ad esperti esterni e ne dà informazione<br />

con uno o più avvisi da pubblicare all’albo ufficiale della scuola o in altra forma ritenuta opportuna.<br />

Gli avvisi dovranno indicare modalità e termini per la presentazione delle domande, i titoli che<br />

saranno valutati, la documentazione da produrre, nonché l’elenco dei contratti che si intendono<br />

stipulare. Per ciascun contratto deve essere specificato:<br />

l’oggetto della prestazione;<br />

la durata del contratto: termini di inizio e di conclusione della prestazione;<br />

il corrispettivo proposta per la prestazione;<br />

I candidati devono essere in possesso dei requisiti per l’accesso al pubblico impiego. Ciascun<br />

aspirante in possesso dei requisiti, nel termine che sarà stabilito dal Dirigente scolastico, può<br />

presentare domanda alla scuola ai fini dell’individuazione dei contraenti cui conferire il contratto.


Art. 4 – Determinazione del compenso<br />

Il Dirigente scolastico determina annualmente il corrispettivo di riferimento per i singoli contratti<br />

conferiti compatibilmente con i fondi disponibili.<br />

Art. 5 – Individuazione dei contraenti<br />

I contraenti cui conferire i contratti sono selezionati dal Dirigente scolastico mediante valutazione<br />

comparativa. La valutazione sarà effettuata sulla base dei seguenti titoli:<br />

a) Competenze;<br />

b) Curriculum complessivo del candidato;<br />

c) Contenuti e continuità dell’attività professionale e scientifica individuale o svolta presso studi<br />

professionali, enti pubblici o privati;<br />

d) Pubblicazioni e altri titoli;<br />

e) Referenze;<br />

f) Corsi di aggiornamento;<br />

Per la valutazione comparativa dei candidati, il Dirigente scolastico farà riferimento almeno ai<br />

seguenti criteri:<br />

livello di qualificazione professionale e scientifica dei candidati;<br />

congruenza dell’attività professionale o scientifica svolta dal candidato con gli specifici obiettivi<br />

formativi dell’insegnamento o dell’attività formativa per i quali è bandita la selezione;<br />

eventuali precedenti esperienze didattiche;<br />

Il Dirigente scolastico per le valutazioni di cui al presente articolo può nominare una apposita<br />

commissione, composta dai docenti, a cui affidare compiti di istruzione, ai fini della scelta dei<br />

contraenti con cui stipulare i contratti.<br />

Art.6 – Stipula del contratto<br />

Nei confronti dei candidati selezionati, il Dirigente provvede, con determinazione motivata in<br />

relazione ai criteri definiti con il presente regolamento e nei limiti di spesa del progetto, alla stipula<br />

del contratto. Nel contratto devono essere specificati:<br />

l’oggetto della prestazione;<br />

i termini di inizio e conclusione della prestazione;<br />

il corrispettivo della prestazione indicato al netto della imposta sul valore aggiunto, se dovuta, e del<br />

contributo previdenziale e fiscale limitatamente alla percentuale a carico dell’amministrazione;<br />

le modalità di pagamento del corrispettivo;<br />

le cause che diano luogo a risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 1456 del C. C. e le condizioni<br />

per il ricorso delle parti al recesso unilaterale.<br />

Per i titolari dei contratti deve essere previsto l’obbligo di svolgere l’attività verifica del profitto, se<br />

prevista, e l’obbligo ad assolvere a tutti i doveri didattici in conformità alle vigenti disposizioni.<br />

La natura giuridica del rapporto che s’instaura con l’incarico di collaborazione esterna è quello di<br />

rapporto privatistico qualificato come prestazione d’opera intellettuale.<br />

I contratti di cui al presente regolamento costituiscono prestazioni:


di collaborazione coordinata e continuativa e sono assoggettati al corrispondente regime fiscale e<br />

previdenziale, in dipendenza anche della posizione del contraente e non danno luogo a diritti in<br />

ordine all’accesso nei ruoli della scuola.<br />

Ovvero, nei casi che lo prevedono, di prestazione d’opera occasionale.<br />

I contratti di cui al presente regolamento non possono avere durata superiore all’anno scolastico e<br />

sono rinnovabili.<br />

Non sono rinnovabili i contratti oggetto di risoluzione o di recesso.<br />

E’ istituito presso la segreteria della scuola, un registro degli incarichi esterni in cui dovranno essere<br />

indicati i nominativi dei professionisti incaricati, l’importo dei compensi corrisposti e l’oggetto<br />

dell’incarico.<br />

Art. 7 – Impedimenti alla stipula del contratto<br />

I contratti con i collaboratori esterni possono essere stipulati, ai sensi dell’art. 32, comma 4, del<br />

Decreto Interministeriale n.44 del 1/2/2001, soltanto per le prestazioni e le attività:<br />

- che non possono essere assegnate al personale dipendente per inesistenza di specifiche<br />

competenze professionali;<br />

- che non possono essere espletate del personale dipendente per indisponibilità o coincidenza di altri<br />

impegni di lavoro;<br />

- di cui sia comunque opportuno il ricorso a specifica professionale esterna.<br />

Art. 8 - Autorizzazione dipendenti pubblici e comunicazione alla funzione pubblica<br />

Ai fini della stipula dei contratti disciplinati dal presente regolamento con i dipendenti di altra<br />

amministrazione pubblica è richiesta obbligatoriamente la preventiva autorizzazione<br />

dell’amministrazione di appartenenza di cui all’art. 53 del D.L.vo 30/3/ 2001, n. 165.<br />

L’elenco dei contratti stipulati con i soggetti di cui al comma precedente è comunicato annualmente<br />

al dipartimento della funzione pubblica entro i termini previsti dall’art. 53, commi da 12 a 16 del<br />

citato D. L. vo n.165/2001.


Regolamento per l’attuazione di visite guidate e<br />

viaggi di istruzione<br />

(D.P.R.416/74 - C.M. n.291/92 - C.M. n.623/96 - D.L. 17.3.95)<br />

E’ possibile svolgere le seguenti INIZIATIVE didattico-culturali:<br />

1. viaggi di integrazione culturale<br />

2. viaggi di integrazione della preparazione di indirizzo<br />

3. visite guidate<br />

4. viaggi connessi con attività sportive<br />

FINALITA’ relative alle diverse iniziative:<br />

1. conoscenza del territorio regionale, nazionale ed europeo per acquisire una coscienza civica,<br />

ecologica, storica, artistica, scientifica;<br />

2. acquisizione di esperienze tecnico-scientifiche, integrazione fra scuola e mondo del lavoro;<br />

3. approfondimento di tematiche economico-storico-artistiche;<br />

4. socializzazione, integrazione di conoscenze.<br />

DOCENTI ACCOMPAGNATORI<br />

Il Dirigente scolastico individuerà i docenti accompagnatori, tenendo conto della effettiva<br />

disponibilità, fra gli insegnanti delle classi partecipanti:<br />

per i viaggi in <strong>It</strong>alia:<br />

- n.1 insegnante ogni 15 alunni,<br />

- per le classi singole: n.2 insegnanti.<br />

per i viaggi all'Estero:<br />

- n. 2 insegnanti fino a 30 alunni; n.3 insegnanti oltre i 30 alunni.<br />

Ogni insegnante potrà partecipare, di regola, ad un solo viaggio d'istruzione per anno scolastico.<br />

PROGRAMMAZIONE<br />

E’ di competenza del<br />

COLLEGIO DEI DOCENTI relativamente agli ORIENTAMENTI PROGRAMMATICI:<br />

del CONSIGLIO DI CLASSE che deve inserire le iniziative nella programmazione e garantire<br />

che possa partecipare l’intera classe<br />

ORGANI COLLEGIALI DELIBERANTI<br />

- Consiglio di classe<br />

- Collegio dei docenti<br />

- Consiglio di Istituto


DURATA DEI VIAGGI E DELLE VISITE GUIDATE; PERIODO DI EFFETTUAZIONE<br />

- Ogni classe ha a disposizione un periodo massimo di sei giorni<br />

- non si possono effettuare viaggi e visite nell’ultimo mese delle lezioni (salvo i viaggi di<br />

educazione ambientale o connessi con l’attività sportiva) e nei periodi di alta stagione turistica;<br />

- Non si possono intraprendere viaggi nelle ore notturne (deroghe possono essere contemplate per<br />

viaggi a lunga percorrenza effettuati in treno)<br />

- Tutti i viaggi devono concludersi entro le ore 24 del 5^ giorno<br />

UTILIZZO dei giorni a disposizione:<br />

Classi PRIME gg.6 1 pernottamento<br />

Classi SECONDE gg 6 2 pernottamenti<br />

Classi TERZE gg 6 3 pernottamenti<br />

Classi QUARTE gg.6 4 pernottamenti<br />

Classi QUINTE gg.6 4 pernottamenti<br />

SOLO le classi QUINTE potranno effettuare un viaggio con 4 pernottamenti. anche<br />

all'ESTERO con la seguente limitazione: DEVONO essere accorpate almeno DUE CLASSI<br />

PER VIAGGIO;<br />

IL DOCENTE PROMOTORE curerà l’ottemperanza della seguente procedura:<br />

proporrà l’iniziativa al consiglio di classe di ottobre perché la stessa entri nella programmazione,<br />

individuando gli obiettivi, le modalità e i tempi di svolgimento della preparazione della iniziativa<br />

e le strategie di coinvolgimento degli allievi, indicando il periodo di effettuazione e trovando<br />

l’adesione di colleghi disposti ad accompagnare gli studenti;<br />

invierà una lettera informativa alle famiglie per sondare il consenso sull’iniziativa e la<br />

disponibilità a sostenere il costo finanziario (la spesa presunta sarà indicata dalla segreteria);<br />

sulla base del consenso ottenuto, proporrà l’iniziativa al consiglio di classe di novembre aperto a<br />

tutte le componenti, perché sia deliberata;<br />

a deliberazione avvenuta, distribuirà e quindi raccoglierà le richieste di autorizzazione con le<br />

quali stenderà gli elenchi degli allievi partecipanti;<br />

proporrà le richieste al Dirigente scolastico e al Consiglio di istituto, dopo aver steso il<br />

programma analitico.<br />

Le proposte dei viaggi, sottoscritte dagli insegnanti promotori, dovranno essere descritte in modo<br />

dettagliato e preciso.<br />

Ai docenti accompagnatori verrà liquidata l'indennità di missione ridotta ad 1/4 come stabilito da<br />

Circolare del Ministero del Tesoro n.136370 del 25.11.1981, consentendo un miglior utilizzo delle<br />

risorse finanziarie e quindi la possibilità di effettuare viaggi all'estero anche per le classi quinte<br />

(deliberazione del Collegio dei docenti e del Consiglio di istituto).


TEMPI<br />

- entro OTTOBRE comunicazione alla presidenza delle decisioni dei consigli di classe (modulo A)<br />

- entro NOVEMBRE presentazione delle proposte (modulo B) con le dichiarazioni di adesione o<br />

non adesione al viaggio firmate da tutti i genitori degli alunni delle classi interessate (modulo C)<br />

LA FUNZIONE STRUMENTALE VIAGGI (AREA 2) con la collaborazione degli Insegnanti<br />

accompagnatori, assumerà la coordinazione delle iniziative decise dai consigli di classe; in base alle<br />

richieste indirizzate al Preside, individuerà le agenzie alle quali chiedere i preventivi. Pervenuti<br />

questi ultimi, delineerà un prospetto comparativo (di almeno tre preventivi) da sottoporre al<br />

Consiglio di istituto.<br />

STUDENTI DESTINATARI:<br />

Ad ogni viaggio parteciperanno studenti compresi nella medesima fascia di età;<br />

è necessaria la partecipazione di almeno tre quarti degli alunni componenti le singole classi;<br />

tutti i partecipanti devono essere in possesso di un documento di identificazione<br />

Al momento della decisione operativa del viaggio gli alunni verseranno un acconto pari al 50%<br />

della quota di partecipazione, anche individualmente, sul c/c postale dell'Istituto, consegnando<br />

la relativa ricevuta in Segreteria per il tramite del docente promotore dell'iniziativa, unitamente<br />

ai permessi dei genitori per gli alunni minorenni e alle dichiarazioni di partecipazione dei<br />

maggiorenni <br />

Gli alunni che non partecipano alla visita o al viaggio devono frequentare regolarmente le<br />

lezioni.<br />

Quota massima a carico delle famiglie per i viaggi della durata di 5 giorni con pensione<br />

completa: € 310 (ridotta di € 10 per ogni pasto non previsto).<br />

Nell'arco del triennio, in linea di massima, le classi possono effettuare una sola volta visite a fiere o<br />

mostre organizzate annualmente (es .Fiera agricola di Verona e SAIE di Bologna).<br />

E' delegato alla Presidenza il compito di esaminare ed autorizzare le visite guidate della durata<br />

di un giorno deliberate dai consigli di classe; gli insegnanti dovranno presentare la richiesta<br />

almeno una settimana prima.


Regolamento per l'applicazione della normativa sul<br />

divieto del fumo<br />

Articolo 1. PRINCIPI<br />

L’I.T.C. Giustino Fortunato di Avellino, di seguito con il presente Regolamento s'impegna a far<br />

rispettare il divieto di fumo stabilito dalle norme vigenti.<br />

Il presente Regolamento è emanato in considerazione dell'interesse primario alla tutela della salute<br />

degli studenti, del personale e di tutti gli utenti dell'Istituto, sancito in generale dall'art. 137 del<br />

Trattato di Nizza, dall'art. 32 della Costituzione, e dal Decreto Legislativo 19 settembre 1994<br />

Articolo 2. LOCALI NEI QUALI SI APPLICA IL DIVIETO DI FUMO<br />

Sulla base dei suddetti principi e della vigente normativa l’I.T.C. G. Fortunato di Avellino sancisce<br />

il divieto di fumo in tutti locali facenti parte dell'istituto.<br />

Articolo 3. SOGGETTI CUI SPETTA VIGILARE<br />

Il Dirigente Scolastico, Responsabile della gestione dell'istituto, individua il personale incaricato di<br />

vigilare sull'osservanza del divieto, i soggetti Responsabili dell'accertamento dell'infrazione e della<br />

verbalizzazione della sanzione amministrativa (con funzioni di agenti accertatori).<br />

Dovranno essere individuati almeno due incaricati, data la dimensione dell'istituto e la sua struttura<br />

articolata. Il numero dei suddetti agenti accertatori dovrà, infatti, essere adeguato ad una logica<br />

suddivisione fisica degli spazi.<br />

Il Dirigente scolastico, con apposito atto, indica i nominativi degli Agenti accertatori incaricati nella<br />

struttura scolastica all'esercizio di dette funzioni.<br />

Gli Agenti Accertatori incaricati che continuino a prestare servizio nell'istituto restano in carica fino<br />

a nuova diversa designazione da parte del dirigente scolastico.<br />

In presenza di eventuali difficoltà nell'applicazione delle norme antifumo, il Dirigente scolastico<br />

può chiedere la collaborazione del Nucleo Antisofisticazioni Sanità dei Carabinieri e delle altre<br />

Autorità preposte all'osservanza del divieto (Polizia amministrativa Locale, Ufficiali ed agenti di<br />

Polizia Giudiziaria, Guardie giurate adibite allo specifico servizio).<br />

Le disposizioni di legge e del presente Regolamento devono essere altresì attuate dai soggetti che<br />

utilizzano, a qualunque titolo, i locali dell'istituto.<br />

Il Responsabile dell'istituto dovrà vigilare sull'osservanza del divieto, individuare i soggetti<br />

Responsabili dell'accertamento dell'infrazione e della verbalizzazione della sanzione amministrativa<br />

(con funzioni di agenti accertatori), che verranno successivamente nominati con atto scritto e dare<br />

disposizioni relativamente all'esposizione, nei locali in cui si applica il divieto di fumo, degli<br />

appositi cartelli.<br />

Art.4. PERSONALE CON FUNZIONE DI AGENTE ACCERTATORE<br />

Il personale incaricato di funzione di agente accertatore deve essere munito di apposito attestato.<br />

Tale attestato deve essere esibito in caso di contestazione immediata delle infrazioni al divieto di<br />

fumo, qualora il trasgressore sia persona non a conoscenza delle relative funzioni, unitamente a<br />

valido documento di riconoscimento e comunque sempre a richiesta del trasgressore stesso.<br />

Gli agenti accertatori hanno il compito di sostenere attivamente il progetto di Educazione alla Salute<br />

dell'istituto, impegnandosi in attività di informazione ed educazione alla salute rivolte al personale<br />

dell'istituto, nonché agli studenti e all'utenza in generale. I dipendenti individuati quali agenti<br />

accertatori devono possibilmente rivestire qualifica funzionale di personale docente, essendo di<br />

fatto chiamati a svolgere anche la funzione di educatori alla salute; potranno comunque essere<br />

individuati quali educatori alla salute con funzioni di agenti accertatori anche figure professionali<br />

appartenenti a qualifiche diverse.


Articolo 5. PROCEDURA DI ACCERTAMENTO<br />

Nei casi di violazione del divieto, e nel caso in cui verifichino comportamenti non rispettosi del<br />

presente regolamento, gli agenti accertatori dovranno inoltre svolgere le seguenti attività:<br />

a) munirsi dei verbali di accertamento<br />

b) accertare l'infrazione<br />

c) accertare la maggiore età del trasgressore<br />

d) quando è possibile, contestare immediatamente al trasgressore la violazione.<br />

Se il trasgressore è maggiorenne debbono procedere all'accertamento della violazione ed alla<br />

redazione in duplice copia del relativo verbale in base ai modelli previsti, uno da compilarsi in caso<br />

di contestazione immediata e uno da compilarsi in caso di impossibilità di contestazione immediata.<br />

In caso di contestazione immediata, dopo aver compilato il verbale, devono consegnare al<br />

trasgressore la prima copia del verbale stesso unitamente al bollettino di conto corrente postale per<br />

il versamento della sanzione, avendo cura di compilare quest'ultimo nel retro con l'indicazione del<br />

numero e della data del verbale. La compilazione del verbale va previamente preceduta dalla<br />

numerazione progressiva e dalla personalizzazione con il timbro della struttura. In caso di<br />

impossibilità di contestazione immediata, dopo aver compilato il verbale di cui all'allegato N.4,<br />

devono notificare al trasgressore per posta (entro 90 giorni dall'accertamento) la prima copia del<br />

verbale unitamente al bollettino di c/c postale per il versamento della sanzione, avendo cura di<br />

compilare quest'ultimo nel retro, con l'indicazione del numero e della data del verbale. Se il<br />

trasgressore è minorenne devono procedere all'accertamento della violazione ed alla redazione in<br />

duplice copia del relativo verbale in base ai modelli previsti, uno da compilarsi in caso di<br />

contestazione immediata e uno da compilarsi in caso di impossibilità di contestazione immediata. In<br />

caso di contestazione immediata, dopo aver compilato il verbale, devono inviare alla famiglia la<br />

prima copia del verbale stesso unitamente al bollettino di conto corrente postale per il versamento<br />

della sanzione, avendo cura di compilare quest'ultimo nel retro con l'indicazione del numero e della<br />

data del verbale. La compilazione del verbale va previamente preceduta dalla numerazione<br />

progressiva e dalla personalizzazione con il timbro della struttura. In caso di impossibilità di<br />

contestazione immediata, dopo aver compilato il verbale di cui all'allegato N.4, devono notificare<br />

alla famiglia del trasgressore per posta (entro 90 giorni dall'accertamento) la prima copia del<br />

verbale unitamente al bollettino di c/c postale per il versamento della sanzione, avendo cura di<br />

compilare quest'ultimo nel retro, con l'indicazione del numero e della data del verbale.<br />

Il contravventore maggiorenne o la famiglia del contravventore minorenne provvederà al<br />

pagamento della sanzione presso l'Ufficio indicato nel verbale ed esibirà all'Amministrazione<br />

Scolastica la ricevuta dell'avvenuto pagamento.<br />

I responsabili preposti all'applicazione del divieto, ove non ricevano riscontro dell'avvenuto<br />

pagamento in misura ridotta da parte del trasgressore entro 60 giorni dalla contestazione immediata<br />

o dalla notificazione, hanno l'obbligo di fare rapporto, con le prove delle eseguite contestazioni o<br />

notificazioni, alla Prefettura di Bologna, che provvederà in merito.<br />

I soggetti accertatori procedono in maniera autonoma all'accertamento della violazione ed alla<br />

redazione del relativo verbale.<br />

e) inoltrare la seconda copia del verbale all'Ufficio di Segreteria Amministrativa; conservare la<br />

terza e quarta copia del verbale presso la struttura di appartenenza;<br />

f) controllare e segnalare al Dirigente scolastico eventuali anomalie nella esposizione, in tutti i<br />

locali dell'istituto, degli appositi cartelli contenenti l'indicazione del divieto stesso<br />

g) integrare gli aspetti strettamente normativi con quelli formativo-educativi, sensibilizzando i<br />

trasgressori ad adottare comportamenti rispettosi nei riguardi dell'ambiente sanitario in cui si<br />

trovano e della salute pubblica;


Statuto delle Studentesse<br />

e degli Studenti<br />

della Scuola Secondaria<br />

D.P.R. 249/ del 24/06/1998<br />

Con le modifiche introdotte dal D.P.R. 235 del 21/11/2007.<br />

Testo in vigore dal 02/01/2008<br />

Sentito il parere della componente studentesca<br />

Art. 1 – Vita della Comunità Scolastica<br />

1. La scuola è luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l'acquisizione delle<br />

conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica.<br />

2. La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori<br />

democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con<br />

pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la<br />

realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle<br />

situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione<br />

internazionale sui diritti dell'infanzia fatta a New York il 20 novembre 1989 e con i principi<br />

generali dell'ordinamento italiano.<br />

3. La comunità scolastica, interagendo con la più ampia comunità civile e sociale di cui è parte,<br />

fonda il suo progetto e la sua azione educativa sulla qualità delle relazioni insegnante-studente,<br />

contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, anche attraverso l'educazione alla<br />

consapevolezza e alla valorizzazione dell'identità di genere, del loro senso di responsabilità e della<br />

loro autonomia individuale e persegue il raggiungimento di obiettivi culturali e professionali<br />

adeguati all'evoluzione delle conoscenze e all'inserimento nella vita attiva.<br />

4. La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e<br />

di religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro<br />

età e condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale.<br />

Art. 2 - Diritti<br />

1. Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e professionale qualificata che rispetti e<br />

valorizzi, anche attraverso l'orientamento, l'identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee.<br />

La scuola persegue la continuità dell'apprendimento e valorizza le inclinazioni personali degli<br />

studenti, anche attraverso un'adeguata informazione, la possibilità di formulare richieste, di<br />

sviluppare temi liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome.<br />

2. La comunità scolastica promuove la solidarietà tra i suoi componenti e tutela il diritto dello<br />

studente alla riservatezza.


3. Lo studente ha diritto di essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita<br />

della scuola.<br />

4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. I<br />

dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli<br />

studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e<br />

definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di scelta<br />

dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e<br />

tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri<br />

punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento.<br />

5. Nei casi in cui una decisione influisca in modo rilevante sull'organizzazione della scuola gli<br />

studenti della scuola secondaria superiore, anche su loro richiesta, possono essere chiamati ad<br />

esprimere la loro opinione mediante una consultazione.<br />

Analogamente negli stessi casi e con le stesse modalità possono essere consultati gli studenti della<br />

scuola media o i loro genitori.<br />

6. Gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento ed esercitano autonomamente il<br />

diritto di scelta tra le attività curricolari integrative e tra le attività aggiuntive facoltative<br />

offerte dalla scuola. Le attività didattiche curricolari e le attività aggiuntive facoltative sono<br />

organizzate secondo tempi e modalità che tengono conto dei ritmi di apprendimento e delle<br />

esigenze di vita degli studenti.<br />

7. Gli studenti stranieri hanno diritto al rispetto della vita culturale e religiosa della comunità alla<br />

quale appartengono. La scuola promuove e favorisce iniziative volte all'accoglienza e alla tutela<br />

della loro lingua e cultura e alla realizzazione di attività interculturali.<br />

8. La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per<br />

assicurare:<br />

a. un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo- didattico di<br />

qualità;<br />

b. offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative<br />

liberamente assunte dagli studenti e dalle loro associazioni;<br />

c. iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio nonché per la<br />

prevenzione e il recupero della dispersione scolastica;<br />

d. la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti, anche<br />

con handicap;<br />

e. la disponibilità di un'adeguata strumentazione tecnologica;<br />

f. servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica.<br />

9. La scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l'esercizio del diritto di riunione e<br />

di assemblea degli studenti, a livello di classe, di corso e di istituto.<br />

10. I regolamenti delle singole istituzioni garantiscono e disciplinano l'esercizio del diritto di<br />

associazione all'interno della scuola secondaria superiore, del diritto degli studenti singoli e<br />

associati a svolgere iniziative all'interno della scuola, nonché l'utilizzo di locali da parte degli<br />

studenti e delle associazioni di cui fanno parte. I regolamenti delle scuole favoriscono inoltre la<br />

continuità del legame con gli ex studenti e con le loro associazioni.


Art. 3 - Doveri<br />

1. Gli studenti sono tenuti a frequentare regolarmente i corsi e ad assolvere assiduamente agli<br />

impegni di studio.<br />

2. Gli studenti sono tenuti ad avere nei confronti del capo d'istituto, dei docenti, del personale tutto<br />

della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi.<br />

3. Nell'esercizio dei loro diritti e nell'adempimento dei loro doveri gli studenti sono tenuti a<br />

mantenere un comportamento corretto e coerente con i principi di cui all'art.1.<br />

4. Gli studenti sono tenuti ad osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza dettate dai<br />

regolamenti dei singoli istituti.<br />

5. Gli studenti sono tenuti a utilizzare correttamente le strutture, i macchinari e i sussidi<br />

didattici e a comportarsi nella vita scolastica in modo da non arrecare danni al patrimonio<br />

della scuola.<br />

6. Gli studenti condividono la responsabilità di rendere accogliente l'ambiente scolastico e<br />

averne cura come importante fattore di qualità della vita della scuola.<br />

Art. 4 - Disciplina<br />

1. I regolamenti delle singole istituzioni scolastiche individuano i comportamenti che<br />

configurano mancanze disciplinari con riferimento ai doveri elencati nell'articolo 3, al corretto<br />

svolgimento dei rapporti all'interno della comunità scolastica e alle situazioni specifiche di ogni<br />

singola scuola, le relative sanzioni, gli organi competenti ad irrogarle e il relativo procedimento,<br />

secondo i criteri di seguito indicati.<br />

2. I provvedimenti disciplinari hanno finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso di<br />

responsabilità ed al ripristino di rapporti corretti all'interno della comunità scolastica, nonché<br />

al recupero dello studente attraverso attività di natura sociale, culturale ed in generale a<br />

vantaggio della comunità scolastica.<br />

3. La responsabilità disciplinare è personale. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni<br />

disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni. Nessuna infrazione<br />

disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto.<br />

4. In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera<br />

espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell'altrui personalità.<br />

5. Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate alla infrazione disciplinare e ispirate al<br />

principio di gradualità nonché, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno. Esse<br />

tengono conto della situazione personale dello studente, della gravità del comportamento e<br />

delle conseguenze che da esso derivano. Allo studente è sempre offerta la possibilità di<br />

convertirle in attività in favore della comunità scolastica.<br />

6. Le sanzioni e i provvedimenti che comportano allontanamento dalla comunità scolastica sono<br />

adottati dal consiglio di classe. Le sanzioni che comportano l’allontanamento superiore a quindici


giorni e quelle che implicano l’esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all’esame di<br />

Stato conclusivo del corso di studi sono adottate dal consiglio di istituto.<br />

7. Il temporaneo allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto solo in<br />

caso di gravi o reiterate infrazioni disciplinari, per periodi non superiori ai quindici giorni.<br />

8. Nei periodi di allontanamento non superiori ai quindici giorni deve essere previsto un rapporto<br />

con lo studente e con i suoi genitori tale da preparare il rientro nella comunità scolastica. Nei<br />

periodi di allontanamento superiori ai quindici giorni, in coordinamento con la famiglia e, ove<br />

necessario, anche con i servizi sociali e l’autorità giudiziaria, la scuola promuove un percorso di<br />

recupero educativo che miri all’inclusione, alla responsabilizzazione e al reintegro, ove possibile,<br />

nella comunità scolastica.<br />

9. L'allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto anche quando<br />

siano stati commessi reati che violano la dignità e il rispetto della persona umana o vi sia pericolo<br />

per l'incolumità delle persone. In tal caso, in deroga al limite generale previsto dal comma 7, la<br />

durata dell'allontanamento è commisurata alla gravità del reato ovvero al permanere della situazione<br />

di pericolo. Si applica per quanto possibile il disposto del comma 8.<br />

9-bis. Con riferimento alle fattispecie di cui al comma 9, nei casi di recidiva, di atti di violenza<br />

grave, o comunque connotati da una particolare gravità tale da ingenerare un elevato allarme<br />

sociale, ove non siano esperibili interventi per un reinserimento responsabile e tempestivo dello<br />

studente nella comunità durante l’anno scolastico, la sanzione è costituita dall’allontanamento dalla<br />

comunità scolastica con l’esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all’esame di Stato<br />

conclusivo del corso di studi o, nei casi meno gravi, dal solo allontanamento fino al termine<br />

dell’anno scolastico.<br />

9-ter. Le sanzioni disciplinari di cui al comma 6 e seguenti possono essere irrogate soltanto previa<br />

verifica della sussistenza di elementi concreti e precisi dai quali si desuma che l’infrazione<br />

disciplinare sia stata effettivamente commessa da parte dello studente incolpato.<br />

10. Nei casi in cui l'autorità giudiziaria, i servizi sociali o la situazione obiettiva rappresentata dalla<br />

famiglia o dallo stesso studente sconsiglino il rientro nella comunità scolastica di appartenenza, allo<br />

studente è consentito di iscriversi, anche in corso d'anno, ad altra scuola.<br />

11. Le sanzioni per le mancanze disciplinari commesse durante le sessioni d'esame sono inflitte<br />

dalla commissione di esame e sono applicabili anche ai candidati esterni.<br />

Art. 5 - Impugnazioni<br />

1. Contro le sanzioni disciplinari è ammesso ricorso, da parte di chiunque vi abbia interesse,<br />

entro 15 giorni dalla comunicazione della loro irrogazione, ad un apposito organo di garanzia<br />

interno alla scuola, istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni scolastiche,<br />

del quale fa parte almeno un rappresentante degli studenti nella scuola secondaria superiore e<br />

dei genitori nella scuola media, che decide nel termine di dieci giorni. Tale organo, di norma, è<br />

composto da un docente designato dal consiglio di istituto e, nella scuola secondaria superiore,<br />

da un rappresentante eletto dagli studenti e da un rappresentante eletto dai genitori, ovvero,<br />

nella scuola secondaria di I grado da due rappresentanti eletti dai genitori, ed è presieduto dal<br />

dirigente scolastico.<br />

2. L'organo di garanzia di cui al comma 1 decide, su richiesta degli studenti della scuola<br />

secondaria superiore o di chiunque vi abbia interesse, anche sui conflitti che sorgano<br />

all'interno della scuola in merito all'applicazione del presente regolamento.


3. Il Direttore dell' Ufficio Scolastico Regionale, o un dirigente da questi delegato, decide in via<br />

definitiva sui reclami proposti dagli studenti della scuola secondaria superiore o da chiunque vi<br />

abbia interesse, contro le violazioni del presente regolamento, anche contenute nei regolamenti<br />

degli istituti. La decisione è assunta previo parere vincolante di un organo di garanzia composto<br />

per la scuola secondaria superiore da due studenti designati dal coordinamento regionale<br />

delle consulte provinciali degli studenti, da tre docenti e da un genitore designati nell’ambito<br />

della comunità scolastica regionale, e presieduto dal Direttore dell’ufficio scolastico regionale<br />

o da un suo delegato. Per la scuola media in luogo degli studenti sono designati altri due genitori.<br />

4. L’organo di garanzia regionale, nel verificare la corretta applicazione della normativa e dei<br />

regolamenti, svolge la sua istruttoria esclusivamente sulla base dell’esame della documentazione<br />

acquisita o di eventuali memorie scritte prodotte da chi propone il reclamo o dall’Amministrazione.<br />

5. Il parere di cui al comma 4 è reso entro il termine perentorio di trenta giorni. In caso di<br />

decorrenza del termine senza che sia stato comunicato il parere, o senza che l’organo di cui al<br />

comma 3 abbia rappresentato esigenze istruttorie, il direttore dell’ufficio scolastico regionale può<br />

decidere indipendentemente dal parere. Si applica il disposto di cui all’articolo 16, comma 4, della<br />

legge 7 agosto 1990, n.241.<br />

6. Ciascun ufficio scolastico regionale individua, con apposito atto, le modalità più idonee di<br />

designazione delle componenti dei docenti e dei genitori all’interno dell’organo di garanzia<br />

regionale al fine di garantire un funzionamento costante ed efficiente dello stesso.<br />

7. L’organo di garanzia di cui al comma 3 resta in carica per due anni scolastici.<br />

Art. 5-bis – Patto educativo di corresponsabilità<br />

1. Contestualmente all’iscrizione alla singola istituzione scolastica, è richiesta la sottoscrizione da<br />

parte dei genitori e degli studenti di un Patto educativo di corresponsabilità, finalizzato a definire in<br />

maniera dettagliata e condivisa diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica autonoma,<br />

studenti e famiglie.<br />

2. I singoli regolamenti di istituto disciplinano le procedure di sottoscrizione nonché di elaborazione<br />

e revisione condivisa, del patto di cui al comma 1.<br />

3. Nell’ambito delle prime due settimane di inizio delle attività didattiche, ciascuna istituzione<br />

scolastica pone in essere le iniziative più idonee per le opportune attività di accoglienza dei nuovi<br />

studenti, per la presentazione e la condivisione dello statuto delle studentesse e degli studenti, del<br />

piano dell’offerta formativa, dei regolamenti d’istituto e del patto educativo di corresponsabilità.<br />

Art. 6 – Disposizioni finali<br />

1. I regolamenti delle scuole e la carta dei servizi previsti dalle disposizioni vigenti in materia sono<br />

adottati o modificati previa consultazione degli studenti nella scuola secondaria superiore e dei<br />

genitori nella scuola media.<br />

2. Del presente regolamento e dei documenti fondamentali di ogni singola istituzione scolastica è<br />

fornita copia agli studenti all'atto dell'iscrizione.<br />

3. È abrogato il capo III del R.D. 4 maggio 1925, n. 653. Il presente decreto, munito del sigillo dello<br />

Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica


Criteri per lo svolgimento degli scrutini<br />

Lo svolgimento degli scrutini del primo quadrimestre e di fine anno è regolato dall’OM 14.4.99<br />

n.128, integrata dall’OM 20.4.99 n. 126, le quali rimettono al Collegio dei Docenti la<br />

determinazione “dei criteri da seguire per lo svolgimento degli scrutini, al fine di assicurare<br />

omogeneità di comportamenti nelle decisioni di competenza dei singoli consigli di classe”.Il<br />

Collegio dei Docenti ha adottato, pertanto, il seguente regolamento:<br />

Giudizi<br />

La decisione di ammissione non ammissione va presa sulla base dei giudizi motivati, prima<br />

dell’assegnazione dei voti numerici.<br />

Perciò tutti i giudizi, anche quelli individuali dei docenti, vanno estesi in modo accurato:<br />

• o in forma discorsiva adeguata<br />

• o utilizzando eventuali griglie di valutazione che verranno predisposte collegialmente.<br />

Il consiglio di classe deve sempre inserire i giudizi sugli studenti in un quadro unitario che permetta<br />

un giudizio complessivo di merito sulla diligenza, sul profitto e su tutti gli altri fattori che<br />

interessano l’attività scolastica e il processo formativo dell’alunno.<br />

Nella valutazione complessiva si richiede di tener conto dei fattori anche non scolastici, ambientali<br />

e socio-culturali, che lo influenzano.<br />

Criteri di ammissione alla classe successiva<br />

La valutazione finale è “collegiale” (il voto dell’insegnante è voto proposto al Consiglio di classe):<br />

va evitato ogni automatismo precostituito e il giudizio di ammissione o non ammissione alla<br />

classe successiva va formulato ponendo attenzione agli obiettivi formativi individuati nei consigli di<br />

classe e nelle riunioni per materie e dichiarati fin dall’inizio dell’anno scolastico.<br />

La decisione di non ammissione sarà assunta sulla base dei seguenti criteri:<br />

giudizio di insufficienza, anche non grave, ma esteso alla totalità o quasi delle discipline, che<br />

comporti una valutazione di impossibilità per l’alunno a raggiungere, nell’anno successivo, gli<br />

obiettivi formativi fissati o l’impossibilità di seguire proficuamente il programma di studi dell’anno<br />

successivo;<br />

uno o più giudizi di gravemente insufficiente o assolutamente insufficiente in una o più<br />

discipline, che conseguano ad un rifiuto ingiustificato, non occasionale e continuato nel corso<br />

dell’anno di impegnarsi in quelle discipline.


Es: n. 4 materie insufficienti<br />

4 4 4 4 non ammesso alla classe successiva<br />

4 4 4 5 non ammesso alla classe successiva<br />

4 4 5 5 non ammesso alla classe successiva<br />

4 5 5 5 non ammesso alla classe successiva<br />

n. 3 materie insufficienti<br />

4 4 4 ammesso alla classe successiva<br />

4 4 5 ammesso alla classe successiva<br />

4 5 5 ammesso alla classe successiva<br />

n.2 materie insufficienti<br />

5 5 5 ammesso alla classe successiva<br />

4 4 ammesso alla classe successiva<br />

4 5 ammesso alla classe successiva<br />

5 5 ammesso alla classe successiva<br />

Si precisa che la griglia ha valore orientativo, salva restando la sovranità di giudizio del consiglio di<br />

classe che deve valutare non solo il profitto finale, ma anche:<br />

la storia individuale dell’alunno<br />

il livello di partenza dell’alunno e della classe<br />

il clima della classe<br />

l’anno di frequenza<br />

la frequenza assidua delle lezioni<br />

In tutti i casi in cui il consiglio di classe debba discutere della non promozione, sulla base dei criteri<br />

stabiliti, occorre verificare innanzitutto il profilo complessivo dello studente in base agli obiettivi<br />

cognitivi e educativi e delle altre situazioni obiettivamente rilevanti.


Sospensione del giudizio<br />

In presenza di giudizi di insufficienza, anche grave in singole discipline, se questi non sono frutto di<br />

carenze gravi di impegno o non conseguano a un deliberato abbandono/rifiuto di studiare quelle<br />

discipline, il consiglio di classe procederà alla valutazione secondo quanto indicato verificando:<br />

la “possibilità dell’alunno di raggiungere gli obiettivi formativi propri delle discipline<br />

interessate” entro la fine dell’anno scolastico, anche mediante interventi adeguati di recupero e di<br />

rafforzamento delle competenze di base ( nelle modalità deliberate dal Collegio Docenti)<br />

la “ possibilità di seguire proficuamente il programma di studi dell’anno scolastico in corso,<br />

sulla base delle attitudini ad organizzare il proprio studio in maniera autonoma ma coerente con le<br />

linee di programmazione indicate dai docenti”.<br />

La Sospensione del giudizio dunque indica il numero di materie nelle quali lo studente non è<br />

riuscito a raggiungere la "sufficienza" nel voto finale (la sufficienza è dal "6" in su). Viene<br />

assegnata solo dopo lo scrutinio di giugno, a seguito di una "promozione parziale" (insufficienza in<br />

non più di tre materie, alla quarta disciplina insufficiente scatterebbe la non ammissione) mentre<br />

non sussiste in caso di non ammissione diretta all'anno successivo.<br />

Gli alunni che hanno ottenuto il "giudizio sospeso" hanno la facoltà di seguire corsi di recupero a<br />

scuola e hanno l'obbligo di svolgere una o più verifiche all'inizio dell'anno scolastico successivo.<br />

Se, a tali verifiche, i risultati ottenuti risultano positivi, la Sospensione del giudizio si trasforma in<br />

"ammissione alla classe successiva". Nel caso contrario la Sospensione del giudizio si trasforma in<br />

"non ammissione alla classe successiva “. Inoltre, in quell'anno scolastico, verrà assegnato agli<br />

studenti con "giudizio sospeso", il punteggio minimo di crediti a cui hanno diritto a seconda della<br />

banda di oscillazione, stabilita in base alla media dei voti allo scrutinio finale<br />

Assenze<br />

Il numero delle assenze può “incidere negativamente sul giudizio complessivo”:<br />

Secondo quanto disposto dalla nuova normativa in materia di assenze:<br />

“A decorrere dall’anno scolastico di entrata in vigore della riforma della scuola secondaria di<br />

secondo grado, ai fini della validità dell’anno scolastico, compreso quello relativo all’ultimo<br />

anno di corso, per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente è richiesta la<br />

frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale” (art. 14 comma 7 DPR 122/2008). Dunque,<br />

chi si assenta per più di un quarto del complessivo orario scolastico per un totale di 50 giorni di<br />

assenza, non potrà accedere agli scrutini finali e verrà automaticamente bocciato. Lo stesso vale per<br />

chi frequenta l’ultimo anno: i maturandi “assenteisti” non potranno accedere all’esame finale e<br />

saranno costretti a ripetere l’anno.<br />

Deroghe eccezionali – La possibilità di deroga è prevista in casi del tutto straordinari e<br />

motivati, come un lungo periodo di malattia ad esempio, ma in questo caso sarà comunque la<br />

scuola a decidere se ammettere lo stesso gli studenti agli scrutini o far ripetere loro, in ogni<br />

caso, l’anno. Il regolamento, infatti, dispone che una deroga è possibile solo“per assenze<br />

documentate e continuative, a condizione, comunque, che tali assenze non pregiudichino, a giudizio<br />

del consiglio di classe, la possibilità di procedere alla valutazione degli alunni-interessati”.


Inoltre:<br />

• se le assenze giustificate rendono impossibile nel secondo quadrimestre la raccolta del numero<br />

congruo” di elementi di valutazione, ci si riferirà anche a prove svolte nel primo quadrimestre (a<br />

partire dalle ultime);<br />

• nel caso non si possano neppure così raccogliere gli elementi necessari di valutazione, se le<br />

assenze sono dovute a malattia o a trasferimento della famiglia, gli studenti saranno ammessi a<br />

prove suppletive a settembre;<br />

• nel caso invece le assenze risultino non giustificate, si richiama quanto detto in precedenza.<br />

Assegnazione dei voti<br />

Il voto è proposto dal docente e assegnato dal consiglio di classe: rappresenta perciò il giudizio<br />

dell’intero consiglio di classe su diligenza e profitto raggiunto dall’alunno.<br />

Il giudizio è quindi indispensabile premessa al voto e sua motivazione: di conseguenza verrà evitata<br />

qualsiasi discordanza tra giudizio e proposta di voto.<br />

E’, di conseguenza, esclusa l’accettazione delle sole proposte di voto dei singoli docenti per<br />

semplice lettura di risultati dati come acquisiti, così come è da escludere la proposta di voto per<br />

semplice calcolo di media matematica delle votazioni conseguite.<br />

L’unica media matematica dei voti è quella, successiva allo scrutinio, per determinare il<br />

punteggio del credito scolastico in vista dell’Esame di Stato: data la stretta connessione tra<br />

tale media dei voti conseguiti e il punteggio per il credito scolastico (nei trienni), i consigli di<br />

classe porranno attenzione alla congruenza dei voti proposti con l’obbligo di utilizzare l’intera<br />

scala decimale, procedendo, se necessario, alle opportune modifiche delle proposte di voto<br />

formulate dai singoli docenti.<br />

Criteri di valutazione<br />

La valutazione viene espressa in relazione agli obiettivi di apprendimento, formativi ed educati. Le<br />

fasce fondamentali per i livelli di sufficienza sono tre: sufficiente (6), buono (8), ottimo (10). Le<br />

fasce fondamentali per i livelli di insufficienza sono tre: insufficiente (5), gravemente insufficiente<br />

(3), assolutamente insufficiente (1).<br />

La comunicazione del voto 5 da parte del docente equivale alla comunicazione che<br />

l’insufficienza non è tale da pregiudicare la promozione; quella del voto 3 e del voto 4 che<br />

l’insufficienza è tanto grave da poter pregiudicare la promozione e che, comunque, nel quadro<br />

complessivo dell’andamento scolastico non appare recuperabile con modalità ordinarie.<br />

Si ricorda che la tabella di seguito riportata ha valore esclusivamente per il triennio. Il Biennio,<br />

indirizzato dalla Riforma verso sostanziali cambiamenti anche di natura valutativa, necessita della<br />

riorganizzazione degli stessi criteri di valutazione sin ora adottati in relazione alla necessità di<br />

certificare le competenze. Tutto il Collegio, riunitosi in data 15 novembre 2010 ha ritenuto<br />

necessario partecipare ad un corso di aggiornamento per poter stabilire ed adottare più adeguati<br />

criteri valutativi. A tal proposito il nostro Istituto ha usufruito dell’ausilio specifico del Pon<br />

SKILLS TEACHING - B-1-FSE-2010-503 che ha come obiettivo specifico<br />

proprio quello di migliorare le competenze del personale della scuola e dei docenti con<br />

interventi innovativi per la promozione delle competenze chiave.


Corrispondenza voto-giudizio<br />

GIUDIZIO VOTO CORRISPONDENZA GIUDIZIO-VOTO<br />

ASSOLUTAMENTE<br />

INSUFFICIENTE<br />

GRAVEMENTE<br />

INSUFFICIENTE<br />

INSUFFICIENTE 5<br />

SUFFICIENTE 6<br />

BUONO 7<br />

OTTIMO 9<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

8<br />

10<br />

A<br />

INDICA L’ASSOLUTA MANCANZA DI LAVORO <strong>SCOLASTICO</strong><br />

INDICI INDICA LA MANCATA ACQUISIZIONE DEGLI OBIETTIVI, PER CARENZE<br />

SOSTANZIALI; SI CONSIDERANO SOSTANZIALI LE CARENZE CHE<br />

PREGIUDICANO LA PROSECUZIONE DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO E<br />

CHE APPAIONO RECUPERABILI SOLO CON UN’ATTIVITA’ AGGIUNTIVA DI<br />

SOSTEGNO DEL DOCENTE.<br />

INDIC INDICA LA MANCATA ACQUISIZIONE, PER CARENZE MARGINALI, DEGLI<br />

INDIC<br />

OBIETTIVI: SI CONSIDERANO MARGINALI LE INSUFFICIENZE FACILMENTE<br />

RECUPERABILI IN MODO AUTONOMO DALLO STUDENTE.<br />

INDICA LA STRETTA ACQUISIZIONE, NON PRIVA DI CARENZE MARGINALI,<br />

DEGLI OBIETTIVI.<br />

INDICA L’ACQUISIZIONE ADEGUATA DEGLI OBIETTIVI PREVISTI.<br />

INDICI INDICA L’APPROFONDITA ACQUISIZIONE DEGLI OBIETTIVI E LA PIENA<br />

CAPACITA’ DI RIELABORAZIONE AUTONOMA<br />

La valutazione va espressa sulla base di un congruo numero di prove (scritte, orali, pratiche,<br />

compiti a casa debitamente corretti e altri elementi utili).<br />

Il congruo numero delle prove su cui deve basarsi la valutazione quadrimestrale va inteso nel<br />

limite minimo di non meno di tre prove (circa una al mese).<br />

Per le materie orali è necessario che le prove non siano tutte nella forma di questionari scritti, ma<br />

che la valutazione sia espressa sulla base anche di colloqui orali (almeno uno a quadrimestre)


CRITERI PER L’ATTRIBUZIONE DEL VOTO DI CONDOTTA<br />

Voto Obiettivo Indicatori Descrittore<br />

10/9<br />

8<br />

Acquisizione di<br />

una coscienza<br />

morale e civile<br />

Partecipazione alla<br />

vita didattica<br />

Acquisizione di<br />

una coscienza<br />

morale e civile<br />

Partecipazione alla<br />

vita didattica<br />

Comportamento L’alunno/a è sempre corretto con i<br />

docenti, con i compagni, con il<br />

personale della scuola. Rispetta gli<br />

altri e i loro diritti, nel<br />

riconoscimento delle differenze<br />

individuali.<br />

Uso delle strutture della Utilizza in maniera responsabile il<br />

scuola<br />

materiale e le strutture della scuola<br />

Rispetto del regolamento Rispetta il regolamento. Non ha a<br />

suo carico provvedimenti<br />

disciplinari.<br />

Frequenza Frequenta con assiduità le lezioni e<br />

rispetta gli orari. Nel caso di<br />

Partecipazione al dialogo<br />

educativo e didattico<br />

assenze giustifica con tempestività<br />

Segue con interesse continuo le<br />

proposte didattiche e collabora<br />

attivamente alla vita scolastica.<br />

Rispetto delle consegne Assolve alle consegne in maniera<br />

puntuale e costante. E’ sempre<br />

munito del materiale necessario<br />

Comportamento Nei confronti dei docenti, dei<br />

compagni e del personale della<br />

scuola è sostanzialmente corretto.<br />

Rispetta gli altri e i loro diritti.<br />

Uso delle strutture della Non sempre utilizza al meglio il<br />

scuola<br />

materiale e le strutture della scuola<br />

Rispetto del regolamento Rispetta il regolamento, ma talvolta<br />

riceve richiami verbali<br />

Frequenza Frequenta con regolarità lezioni, ma<br />

talvolta non rispetta gli orari<br />

Partecipazione al dialogo Segue con sufficiente<br />

educativo e didattico partecipazione le proposte<br />

didattiche e generalmente collabora<br />

alla vita scolastica<br />

Rispetto delle consegne Nella maggioranza dei casi rispetta<br />

le consegne ed è solitamente munito<br />

del materiale necessario.


7<br />

6<br />

Acquisizione di<br />

una coscienza<br />

morale e civile<br />

Partecipazione alla<br />

vita didattica<br />

Acquisizione di<br />

una coscienza<br />

morale e civile<br />

Partecipazione alla<br />

vita didattica<br />

Comportamento Il comportamento dell’alunno nei<br />

confronti dei docenti, dei compagni<br />

e del personale della scuola non<br />

sempre è corretto. Talvolta<br />

mantiene atteggiamenti poco<br />

rispettosi degli altri e dei loro diritti.<br />

Uso delle strutture della Utilizza in maniera non accurata il<br />

scuola<br />

materiale e le strutture della scuola.<br />

Rispetto del regolamento Talvolta non rispetta il regolamento,<br />

riceve richiami verbali e ha a suo<br />

carico richiami scritti.<br />

Frequenza Si rende responsabile di assenze e<br />

ritardi, e non giustifica<br />

Partecipazione al dialogo<br />

educativo e didattico<br />

regolarmente.<br />

Segue in modo passivo e marginale<br />

l’attività scolastica Collabora<br />

raramente alla vita della classe e<br />

dell’istituto..<br />

Rispetto delle consegne Molte volte non rispetta le consegne<br />

e non è munito del materiale<br />

scolastico.<br />

Comportamento Il comportamento dell’alunno nei<br />

confronti dei docenti, dei compagni<br />

e del personale della scuola è poco<br />

corretto. Spesso mantiene<br />

atteggiamenti poco rispettosi degli<br />

altri e dei loro diritti.<br />

Uso delle strutture della Utilizza in maniera trascurata il<br />

scuola<br />

materiale e le strutture della scuola<br />

Rispetto del regolamento Viola frequentemente il<br />

regolamento. Riceve ammonizioni<br />

verbali e scritte e/o viene sanzionato<br />

con l’allontanamento dalla<br />

comunità scolastica per un periodo<br />

non superiore a sei giorni.<br />

Frequenza Si rende responsabile di assenze e<br />

ritardi strategici, e non giustifica<br />

Partecipazione al dialogo<br />

educativo e didattico<br />

regolarmente.<br />

Partecipa con scarso interesse al<br />

dialogo educativo ed è spesso fonte<br />

di disturbo durante le lezioni.<br />

Rispetto delle consegne Rispetta le consegne solo<br />

saltuariamente. Spesso non è<br />

munito del materiale scolastico


5<br />

Acquisizione di<br />

una coscienza<br />

morale e civile<br />

Partecipazione alla<br />

vita didattica<br />

Comportamento Si comporta in modo arrogante e<br />

irrispettoso nei confronti dei<br />

docenti, degli alunni e del personale<br />

Uso delle strutture della<br />

scuola<br />

della scuola.<br />

Utilizza in maniera trascurata e<br />

irresponsabile il materiale e le<br />

strutture della scuola.<br />

Rispetto del regolamento Viola di continuo il regolamento.<br />

Riceve ammonizioni verbali e<br />

scritte e/o viene sanzionato con<br />

l’allontanamento dalla comunità<br />

scolastica per violazioni anche<br />

gravi..<br />

Frequenza Si rende responsabile di ripetute<br />

assenze e/o ritardi che restano<br />

ingiustificati o che vengono<br />

Partecipazione al dialogo<br />

educativo e didattico<br />

giustificati in ritardo.<br />

Non dimostra alcun interesse per il<br />

dialogo educativo ed è<br />

sistematicamente fonte di disturbo<br />

durante le lezioni.<br />

Rispetto delle consegne Non rispetta le consegne.<br />

Sistematicamente è privo del<br />

materiale scolastico.<br />

Incidenza delle sanzioni disciplinari sul voto di condotta<br />

Ai fini un più chiaro rapporto tra le sanzioni disciplinari e l’attribuzione del voto in condotta si<br />

precisa quanto segue:<br />

1. I richiami verbali non hanno un’incidenza diretta sul voto di condotta, ma, se ripetuti,<br />

contribuiscono a determinare un quadro generale di scarso rispetto delle regole di<br />

comportamento. Al riguardo verrà prestata particolare attenzione al numero degli<br />

ingressi in ritardo alla prima ora di lezione non giustificati da disservizi dei mezzi di<br />

trasporto, all’ingresso in ritardo in aula alla fine dell’intervallo, alle soste fuori orario<br />

presso il bar dell’istituto, all’uso improprio delle uscite di sicurezza.<br />

2. Un solo richiamo scritto senza convocazione dei genitori, esclude automaticamente dalla<br />

fascia del voto 10, ma se non intervengono ulteriori fattori negativi e tenuto conto delle<br />

circostanze del richiamo stesso, può ancora permettere l’accesso alla fascia del voto 9.<br />

3. Due o più richiami scritti, con o senza convocazione dei genitori, escludono<br />

automaticamente dalla fascia del voto 9.<br />

4. La censura o la sospensione per un massimo di due giorni escludono automaticamente dalla<br />

fascia del voto 8.<br />

5. Una sola sospensione superiore a due giorni e inferiore a cinque giorni, se è seguite da una<br />

chiara dimostrazione di recupero comportamentale e tenuto conto delle circostanze della<br />

sospensione stessa, può ancora permettere l’accesso alla fascia del voto 7.<br />

6. Più sospensioni o una sola sospensione superiore a cinque giorni escludono<br />

automaticamente dalla fascia del voto 7.<br />

7. Più sospensioni o una sola sospensione superiore a cinque giorni, se non sono seguite da una<br />

chiara dimostrazione di recupero comportamentale, escludono dalla sufficienza in condotta.


Criteri per il riconoscimento del credito scolastico e<br />

del credito formativo<br />

Cambiano i criteri per il conseguimento dei crediti da parte degli studenti delle scuole secondarie<br />

superiori: a stabilirlo è il decreto ministeriale 16 dicembre 2009 n. 99, che prevede una media di<br />

voti più alta per conseguire il credito massimo che gli studenti possono ottenere prima degli esami<br />

di maturità.<br />

Il nuovo provvedimento (“Criteri per l’attribuzione della lode nei corsi di studio di istruzione<br />

secondaria superiore e tabelle di attribuzione del credito scolastico”) modifica le tabelle di<br />

attribuzione dei crediti scolastici allegate al decreto ministeriale 22 maggio 2007 n. 42.<br />

Mentre quest'ultimo prevedeva una media di voti tra l'otto e il dieci per arrivare a venticinque - il<br />

credito massimo che gli studenti possono vantare prima degli esami di maturità, credito che si può<br />

sommare ai quarantacinque punti conseguibili con uno scritto esemplare e ai trenta dell'orale -<br />

secondo i criteri stabiliti con il nuovo decreto soltanto una media tra il nove e il dieci negli ultimi tre<br />

anni potrà consentire il raggiungimento del credito massimo.<br />

Per aspirare a ottenere cento punti e un'eventuale lode, quindi, occorrerà una media più alta. Il<br />

recente decreto stabilisce anche i criteri per l'attribuzione della lode, con cui – recita l'articolo 2 -<br />

«la commissione di esame attesta il conseguimento di risultati di eccellenza negli ultimi tre anni del<br />

percorso scolastico e nelle prove d'esame».<br />

La nuova ripartizione dei punteggi del credito scolastico, indicata nelle tabelle allegate al decreto n.<br />

99, si applica già agli studenti che frequentano il terzo anno dell'attuale anno scolastico. Il secondo<br />

comma dell'articolo 1 dello stesso decreto chiarisce che «nell'anno scolastico 2010/<strong>2011</strong>,<br />

l'applicazione si estenderà agli studenti della penultima classe e nell'anno scolastico <strong>2011</strong>/<strong>2012</strong><br />

riguarderà anche quelli dell'ultima classe». Chi conseguirà il diploma nel 2010 e nel <strong>2011</strong>, invece,<br />

seguirà i vecchi criteri.


Dal Decreto Ministeriale 16 dicembre 2009, n. 99<br />

Criteri per l’attribuzione della lode nei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e tabelle<br />

di attribuzione del credito scolastico<br />

IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, UNIVERSITA’ E RICERCA<br />

(omissis)<br />

RAVVISATA altresì la necessità di stabilire criteri uniformi per l’attribuzione della lode da parte<br />

delle commissioni esaminatrici;<br />

Decreta<br />

Art. 1 Attribuzione del credito scolastico<br />

1. Nell’anno scolastico 2009/2010, la nuova ripartizione dei punteggi del credito scolastico, indicata<br />

nelle tabelle allegate al presente decreto, di cui costituiscono parte integrante, si applica nei<br />

confronti degli studenti frequentanti il terzultimo anno.<br />

2. Nell’anno scolastico 2010/<strong>2011</strong>, l’applicazione si estenderà agli studenti della penultima classe<br />

e nell’anno scolastico <strong>2011</strong>/<strong>2012</strong> riguarderà anche quelli dell’ultima classe.<br />

Art.2 Attribuzione della lode<br />

1. Con l’attribuzione della lode, prevista dalla legge 11 gennaio 2007,n. 1 art. 1, capoverso art. 3,<br />

comma 6, la commissione di esame attesta il conseguimento di risultati di eccellenza negli ultimi tre<br />

anni del percorso scolastico e nelle prove d’esame.<br />

Art. 3 Criteri per l’attribuzione della lode<br />

1. La commissione, all’unanimità, può attribuire la lode a coloro che conseguono il punteggio<br />

massimo di 100 punti senza fruire della integrazione di cui all’art. 3, comma 6, della legge 10<br />

dicembre 1997, n. 425 e successive modificazioni.<br />

2. La lode può essere attribuita ai candidati di cui al comma 1 a condizione che:<br />

a) abbiano conseguito il credito scolastico massimo complessivo attribuibile senza fruire della<br />

integrazione di cui all’art. 11, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 23 luglio 1998,<br />

n. 323;<br />

b) abbiano riportato negli scrutini finali relativi alle classi terzultima, penultima e ultima solo voti<br />

uguali o superiori a otto decimi, ivi compresa la valutazione del comportamento.<br />

3. Ai fini dell’attribuzione della lode, il credito scolastico annuale relativo al terzultimo, al<br />

penultimo e all’ultimo anno nonché il punteggio previsto per ogni prova d’esame devono essere<br />

stati attribuiti dal consiglio di classe o dalla commissione, secondo le rispettive competenze, nella<br />

misura massima all’unanimità.<br />

4. Il credito scolastico, nei casi di abbreviazione del corso di studi per merito ai sensi del D.P.R. 22<br />

giugno 2009, n. 122, art. 6, comma 2, è attribuito, per l’anno non frequentato, nella misura massima<br />

prevista per lo stesso dalla tabella A, in relazione alla media dei voti conseguita nel penultimo anno.


5. La commissione può attribuire la lode ai candidati di cui al D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122, art. 6,<br />

comma 2 che conseguano il punteggio massimo di 100 punti senza fruire della integrazione di cui<br />

all’art. 3, comma 6, della legge 10 dicembre 1997, n. 425 e successive modificazioni.<br />

6. La lode può essere attribuita ai candidati di cui al comma 5 a condizione che:<br />

a) abbiano conseguito il credito scolastico massimo complessivo attribuibile senza fruire della<br />

integrazione di cui all’art. 11, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 23 luglio 1998,<br />

n. 323;<br />

b) abbiano riportato negli scrutini finali relativi ai due anni antecedenti il penultimo solo voti uguali<br />

o superiori a otto decimi, ivi compresa la valutazione del comportamento.<br />

7. Ai fini dell’attribuzione della lode ai candidati di cui al comma 5, il credito scolastico annuale<br />

relativo al terzultimo e al penultimo anno nonché il punteggio previsto per ogni prova d’esame<br />

devono essere stati attribuiti dal consiglio di classe o dalla commissione, secondo le rispettive<br />

competenze, nella misura massima all’unanimità.<br />

In sintesi…


CREDITO <strong>SCOLASTICO</strong><br />

Il Collegio dei Docenti, esaminato il D.P.R. 23.7.1998 art. 11 e le tabelle annesse, nonché l’O.M.<br />

n.38, applicativa del decreto, verifica che in base al comma I del DPR “il consiglio di classe<br />

attribuisce ad ogni alunno nello scrutinio finale di ciascuno degli ultimi tre anni della scuola<br />

secondaria superiore un apposito punteggio per l’andamento degli studi, denominato credito<br />

scolastico”; al comma 2 “il punteggio esprime la valutazione del grado di preparazione complessiva<br />

raggiunta da ciascun alunno nell’anno scolastico in corso, con riguardo al profitto e tenendo in<br />

considerazione anche l’assiduità della frequenza scolastica, l’interesse e la partecipazione al dialogo<br />

educativo, alle attività complementari ed integrative ed eventuali crediti formativi” oltre alla media<br />

dei voti.<br />

1. In considerazione della molteplicità dei fattori che si richiede siano presi in considerazione anche<br />

dall’art. 8 comma 2 dell’O.M., si propone di assumere per ciascun candidato un punteggio di<br />

riferimento, che per gli alunni promossi con debiti formativi sarà quello minimo della banda di<br />

oscillazione e per gli altri studenti promossi senza debiti formativi sarà quello collegato alla media<br />

dei voti, come segue:<br />

A. Per le classi quinte (D.M 42 del 22 maggio 2007 tabella A )<br />

Media dei voti Banda di oscillazione<br />

M


2. Ai punteggi di riferimento sopra indicati, saranno apportate per gli studenti promossi senza debiti<br />

formativi le seguenti ulteriori modificazioni, singolarmente considerate, che non possono però<br />

comunque portare al superamento del voto massimo previsto per ciascuna fascia:<br />

A) L’incremento di un Punto per<br />

1. La mancanza di assenze ingiustificate (max 10% su 200 giorni di lezione)<br />

2. Il voto di condotta dal nove al dieci<br />

3. L’assidua partecipazione, valutata positivamente dal consiglio di classe, ad attività<br />

complementari ed integrative a partecipazione facoltativa svolte nella scuola al di fuori<br />

dell’orario curricolare, ed in particolare a:<br />

- gruppo sportivo d’Istituto;<br />

- rappresentanza correttamente svolta in organi collegiali d’Istituto.<br />

- partecipazione a progetti d’Istituto<br />

In presenza di due di questi requisiti e della media dei voti superiore allo 0,50 si attribuisce il<br />

punteggio massimo della banda.<br />

B) Il punteggio minimo per:<br />

1. Un numero di assenze ingiustificate superiori a 10;<br />

2. Come specificato nella nota della tabella A, “all’alunno che è stato promosso all’ultima o alla<br />

penultima classe con un debito formativo, va attribuito il punteggio minimo previsto nella relativa<br />

banda di oscillazione.<br />

Gli studenti potranno, per l’intero anno scolastico successivo a quello della promozione con il<br />

debito formativo, dimostrare l’avvenuto superamento del debito formativo. La stessa facoltà vale<br />

anche per gli studenti delle classi precedenti. Tuttavia gli interventi di recupero da parte della<br />

scuola, orientati al superamento dei debiti formativi dell’anno precedente, termineranno con<br />

gli scrutini del primo quadrimestre, come deliberato dal Collegio Docenti.<br />

CREDITO FORMATIVO<br />

L’esperienza sarà riconosciuta come credito formativo se:<br />

• Risulta coerente con il corso di studi<br />

• Risulta di durata maggiore o uguale a cinquanta ore<br />

• L’esperienza deve risultare integrativa e non sostitutiva della normale esperienza scolastica<br />

• L’esperienza risulta debitamente attestata e descritta dall’Ente, Associazione o Istituzione presso<br />

cui l’alunno ha realizzato l’esperienza, conformemente a quanto prescritto dalla norma<br />

Quanto all’attività sportiva, andrà esclusa dal riconoscimento ogni attività di allenamento o<br />

potenziamento fisico svolta in una chiave esclusivamente individualistica.


Incentivi alle eccellenze<br />

La scuola premierà e incentiverà i risultati di eccellenza degli studenti italiani del triennio delle<br />

superiori. Il certificato di eccellenza darà accesso non solo ai crediti formativi ma anche e<br />

soprattutto a incentivi che andranno dai benefici di tipo economico all'ammissione a tirocini<br />

formativi, dai viaggi di istruzione e visite a siti specialistici ai benefit e accreditamenti per l'accesso<br />

a biblioteche, musei e altri luoghi di cultura. E' quanto prevede il decreto legislativo del Ministro<br />

della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni approvato in via preliminare nel Consiglio dei Ministri<br />

del 20 luglio 2007 a cui fa seguito il Decreto ministeriale 27 luglio 2010 di definizione del<br />

programma nazionale di promozione delle eccellenze degli studenti delle scuole di istruzione<br />

secondaria superiore, statali e paritarie, per l'anno scolastico 2010/<strong>2011</strong> Il decreto attua quanto<br />

previsto dall'articolo 2, comma 2, lettera d) della legge n. 1/2007 sul nuovo esame finale di Stato.<br />

Incentivando i risultati di eccellenza si vuole promuovere un innalzamento dei livelli di<br />

apprendimento degli studenti nelle diverse discipline e garantire a tutti pari opportunità per vedere<br />

valorizzate le proprie capacità. Per rendere possibile il coinvolgimento di tutti gli studenti e<br />

l'accertamento degli autentici livelli elevati di conoscenza e saperi, le eccellenze verranno accertate<br />

attraverso l'organizzazione di momenti di confronto e di competizione previste dall’art.4 del<br />

D. Legislativo 29 dicembre 2007, n. 262 che di seguito si riportano:<br />

a) benefit e accreditamenti per l'accesso a biblioteche, musei, istituti e luoghi della cultura;<br />

b) ammissione a tirocini formativi;<br />

c) partecipazione ad iniziative formative organizzate da centri scientifici nazionali con destinazione<br />

rivolta alla qualità della formazione scolastica;<br />

d) viaggi di istruzione e visite presso centri specialistici;<br />

e) benefici di tipo economico<br />

f) altre forme di incentivo secondo intese e accordi stabiliti con soggetti pubblici e privati.<br />

Tutta l’offerta formativa del nostro Istituto concorre a promuovere le eccellenze.


Patto educativo di corresponsabilità<br />

(art. 3 d. p. r. 21 novembre 2007, n. 235)<br />

Diritti e doveri di alunni, docenti, genitori<br />

COSTITUISCE un’alleanza educativa tra scuola, studenti, genitori.<br />

COINVOLGE scuola, studenti e genitori per condividere i nuclei fondanti dell’attività educativa.<br />

IMPEGNA i docenti, gli studenti ed i genitori.<br />

Il Piano dell’offerta formativa si può realizzare solo attraverso la partecipazione responsabile di<br />

tutte le componenti della comunità scolastica. La sua realizzazione dipenderà quindi dall’assunzione<br />

di specifici impegni da parte di tutti.<br />

Il genitore/affidatario e il dirigente scolastico<br />

- Visto l’art. 3 del DPR 235/2007;<br />

- Preso atto che:<br />

1) LA COMUNITA’ SCOLASTICA<br />

La formazione e l’educazione sono processi complessi e continui che richiedono la cooperazione,<br />

oltre che dello alunno/studente, della scuola, della famiglia e dell’intera comunità scolastica;<br />

2) LA SCUOLA COME COMUNITA’ ORGANIZZATA<br />

La scuola non è soltanto il luogo in cui si realizza l’apprendimento ma una comunità organizzata<br />

dotata di risorse umane, materiali e immateriali, tempi, organismi ecc che necessitano di interventi<br />

complessi di gestione, ottimizzazione, conservazione, partecipazione e rispetto dei regolamenti;<br />

sottoscrivono il seguente patto educativo di corresponsabilità<br />

1) IL RAPPORTO SCUOLA-ALUNNO-FAMIGLIA<br />

Il rapporto scuola-alunno-famiglia costituisce il fondamento su cui sostiene l’impegno formativo e<br />

l’ecologia entro la quale si realizza la transazione educativa. Alla promozione ed allo sviluppo di<br />

questo rapporto genitori, studenti ed operatori dedicano impegno particolare i cui tratti essenziali<br />

sono richiamati nei punti che seguono.<br />

2) REGIME DI RECIPROCITA’ NEI DIRITTI E DOVERI<br />

Le carte fondamentali d’istituto (carta dei servizi, regolamento d’istituto, Piano dell’Offerta<br />

Formativa, programmazioni ecc) contengono una o più sezioni nelle quali sono esplicitati i diritti e<br />

doveri dei genitori/affidatari, diritti e doveri degli alunni e diritti e doveri degli operatori scolastici.<br />

Le carte fondamentali d’istituto sono adeguatamente pubblicizzate e a disposizione di chiunque ne<br />

abbia interesse.<br />

3) IMPEGNI DI CORRESPONSABILITA’<br />

Il genitore, sottoscrivendo l’istanza d’iscrizione, assume impegno:<br />

a) ad osservare le disposizioni contenute nel presente patto di corresponsabilità e nelle carte qui<br />

richiamate;<br />

b) a sollecitarne l’osservanza da parte dell’alunno/studente.<br />

Il dirigente scolastico, in quanto legale rappresentante dell’istituzione scolastica e responsabile<br />

gestionale assume impegno affinché i diritti degli studenti e dei genitori richiamati nel presente<br />

patto siano pienamente garantiti.


4) DISCIPLINA<br />

Il genitore/affidatario, nel sottoscrivere il presente patto è consapevole che:<br />

a) le infrazioni disciplinari da parte dell’alunno/studente possono dar luogo a sanzioni disciplinari;<br />

b) nell’eventualità di danneggiamenti o lesioni a persone la sanzione è ispirata al principio della<br />

riparazione del danno (art. 4, comma 5 del DPR 249/1998, come modificato dal DPR 235/2007);<br />

c) il regolamento d’istituto disciplina le modalità d’irrogazione delle sanzioni disciplinari e<br />

d’impugnazione.<br />

5) PROCEDURA OBBLIGATORIA DI COMPOSIZIONE; AVVISI E RECLAMI<br />

In caso di parziale o totale inosservanza dei diritti-doveri previsti o implicati nel presente patto si<br />

attua la procedura di composizione obbligatoria; la procedura di composizione obbligatoria<br />

comprende:<br />

a) segnalazione di inadempienza, tramite “avviso”, se prodotta dalla scuola, “reclamo” se prodotta<br />

dallo studente o dal genitore/affidatario; tanto gli avvisi che i reclami possono essere prodotti in<br />

forma orale che scritta.<br />

b) accertamento; una volta prodotto l’avviso, ovvero il reclamo, ove la fattispecie segnalata non<br />

risulti di immediata evidenza, il ricevente è obbligato a esperire ogni necessario accertamento o<br />

verifica circa le circostanze segnalate;<br />

c) ripristino; sulla base degli accertamenti di cui alla precedente lettera “b”, il ricevente, in caso di<br />

riscontro positivo, è obbligato ad intraprendere ogni opportuna iniziativa volta ad eliminare o<br />

ridurre la situazione di inadempienza e le eventuali conseguenze;<br />

d) informazione; il ricevente è obbligato ad informare l’emittente tanto sugli esiti degli accertamenti<br />

che sulle eventuali misure di ripristino adottate.<br />

Partendo dal presupposto che la scuola, oltre a promuovere le conoscenze e lo sviluppo della<br />

coscienza civile, è anche promotrice della crescita della persona in tutte le sue dimensioni ,<br />

attraverso il dialogo ,la ricerca e l'esperienza sociale, questo Istituto,in piena sintonia con quanto<br />

stabilito dal regolamento degli studenti,PROPONE il seguente Patto educativo di corresponsabilità<br />

finalizzato a definire in maniera puntuale e condivisa i diritti e doveri nel rapporto tra istituzione<br />

scolastica autonoma, famiglie e studenti.<br />

Il rispetto di tale Patto costituisce la condizione indispensabile per costruire un rapporto di fiducia<br />

reciproca, per potenziare le finalità dell'Offerta Formativa e per guidare gli studenti al successo<br />

scolastico.<br />

L'Istituto si impegna a:<br />

garantire una formazione culturale umana e professionale qualificata, nel rispetto<br />

dell'identità di ciascuno studente e volta ad evidenziarne e valorizzarne le potenzialità ;<br />

offrire progetti ed iniziative atte a promuovere il benessere ed il successo mediante la<br />

partecipazione attiva dello studente al dialogo educativo;<br />

rispettare, nella dinamica insegnamento/apprendimento, le modalità, i tempi e i ritmi propri<br />

di ciascuna persona intesa nella sua singolarità ed unicità;<br />

promuovere la formazione di una maturità orientativa in grado di porre lo studente nelle<br />

condizioni di operare scelte autonome e responsabili;<br />

offrire un ambiente educativo sereno basato su relazioni interpersonali aperte al dialogo ed<br />

alla collaborazione tra tutti i partecipanti al dialogo educativo;<br />

promuovere e sostenere l'integrazione, l'accoglienza, il rispetto di sé e dell'altro e gli<br />

atteggiamenti di solidarietà;<br />

promuovere il talento e le eccellenze e offrire iniziative per il recupero di situazioni di<br />

ritardo e di svantaggio, al fine di prevenire l'insuccesso e la dispersione;<br />

favorire la piena integrazione degli studenti diversamente abili, promuovere iniziative di<br />

accoglienza ed integrazione degli alunni stranieri;<br />

comunicare costantemente agli alunni stessi ed alle loro famiglie le informazioni<br />

sull'andamento didattico-disciplinare;<br />

garantire trasparenza, correttezza ed imparzialità nella valutazione.


Gli studenti si impegnano a:<br />

prendere coscienza responsabilmente dei propri diritti-doveri anche attraverso una adeguata<br />

conoscenza ed applicazione delle norme contenute nello Statuto degli studenti e nel<br />

Regolamento d'Istituto, in particolare le norme riguardanti le assenze, le giustifiche , i danni<br />

arrecati e le sanzioni disciplinari;<br />

rispettare la scuola intesa come insieme di persone, ambienti ed attrezzature;<br />

impegnarsi nei compiti richiesti ,allo scopo di raggiungere una preparazione adeguata a<br />

quanto programmato e nei tempi per loro stabiliti,<br />

accettare, rispettare e aiutare gli altri e i diversi da sé, impegnandosi a comprendere le<br />

ragioni dei loro comportamenti.<br />

I genitori, coscienti delle proprie responsabilità educative (art.30 Cost. , artt. 147, 155, 317 bis c.c.)<br />

e dell'eventuale "culpa in educando" (Cass. Sez III, 21.9.2000, n. 12501; 26.11.1998, n. 11984), si<br />

impegnano a:<br />

conoscere l'Offerta Formativa della scuola e sostenerne l'azione educativa collaborando e<br />

partecipando al dialogo educativo con i docenti , nel rispetto dei ruoli di ciascuno;<br />

sostenere e controllare i propri figli nel rispetto degli impegni scolastici;<br />

vigilare sulla costante frequenza,sulla puntualità di ingresso a scuola e giustificare<br />

tempestivamente il giorno del rientro secondo quanto stabilito dal Regolamento d'Istituto,<br />

controllare periodicamente il libretto personale dello studente;<br />

rendersi disponibili ad assicurare la frequenza ai corsi di recupero e di eccellenza;<br />

avvisare di eventuali problemi e difficoltà il coordinatore, gli insegnanti o la presidenza per<br />

concordare interventi ;<br />

intervenire tempestivamente e collaborare con l'ufficio di presidenza e con il Consiglio di<br />

classe nei casi di scarso profitto e/o indisciplina;<br />

tenersi costantemente informati sull'andamento didattico e disciplinare dei propri figli nei<br />

giorni e nelle ore di ricevimento dei docenti.<br />

Il genitore e l’alunno, presa visione delle regole che la scuola ritiene fondamentali per una corretta<br />

convivenza civile, sottoscrive, condividendone gli obiettivi e gli impegni, il presente Patto<br />

educativo di corresponsabilità insieme con il Dirigente scolastico, per conto dei docenti, copia del<br />

quale è parte integrante del Regolamento d'Istituto e del verbale del Consiglio d' Istituto.<br />

Anno scolastico 2010/11, classe………………..<br />

Approvato dal Consiglio d’Istituto del 5 dicembre 2008<br />

Il Dirigente scolastico L’alunno Il genitore

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