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Lisa Jane Smith - la setta dei vampiri - Il segreto - Liberi di Leggere

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<strong>Lisa</strong> <strong>Jane</strong> <strong>Smith</strong><br />

La Setta<br />

<strong>dei</strong> Vampiri<br />

IL SEGRETO<br />

ROMANZO<br />

Newton Compton E<strong>di</strong>tori<br />

1


Capitolo 1<br />

Era il primo giorno delle vacanze estive quando<br />

Poppy scoprì che stava per morire.<br />

Lunedì. <strong>Il</strong> primo vero giorno <strong>di</strong> vacanza (il fine settimana<br />

non contava). Poppy si svegliò con una magnifica<br />

sensazione <strong>di</strong> leggerezza e pensò: Niente scuo<strong>la</strong>. La luce<br />

del sole filtrava attraverso <strong>la</strong> finestra, colorando i leggeri<br />

tendaggi intorno al letto con una sfumatura dorata. Poppy<br />

li spinse da parte e saltò giù dal letto. Fece una smorfia <strong>di</strong><br />

dolore.<br />

Ahi. Di nuovo quel<strong>la</strong> fitta allo stomaco. Un dolore<br />

tormentoso, come se qualcuno si aprisse <strong>la</strong> strada a morsi<br />

verso <strong>la</strong> sua schiena. Piegarsi in avanti le dava un po’ <strong>di</strong><br />

sollievo.<br />

No, pensò Poppy. Mi rifiuto <strong>di</strong> star male durante le<br />

vacanze estive. Mi rifiuto. Un po’ <strong>di</strong> pensiero positivo era<br />

quel che ci voleva.<br />

Risolutamente, piegata in due, - pensa positivo, i<strong>di</strong>ota!<br />

- avanzò lungo il corridoio in <strong>di</strong>rezione del<strong>la</strong> stanza da<br />

bagno con le pareti piastrel<strong>la</strong>te color oro e turchese.<br />

Sulle prime pensò che avrebbe vomitato, ma poi il<br />

dolore si p<strong>la</strong>cò con <strong>la</strong> stessa rapi<strong>di</strong>tà con cui si era<br />

2


manifestato. Poppy si raddrizzò e guardò con aria trionfante<br />

l’arruffata immagine riflessa.<br />

«Stammi vicino, picco<strong>la</strong>, e andrà tutto bene», sussurrò<br />

al volto nello specchio, e gli fece l’occhiolino con aria<br />

d’intesa. Poi si avvicinò, vedendo i suoi occhi ver<strong>di</strong> socchiudersi<br />

e guardar<strong>la</strong> con sospetto. Là, sul suo naso,<br />

c’erano quattro lentiggini. Quattro e mezzo, a essere del<br />

tutto sincera, come lo era sempre Poppy North. Che infantile,<br />

che… carina! Poppy fece una linguaccia allo<br />

specchio e poi <strong>di</strong>stolse lo sguardo con grande <strong>di</strong>gnità,<br />

senza preoccuparsi <strong>di</strong> pettinare <strong>la</strong> massa ribelle <strong>di</strong> riccioli<br />

color rame.<br />

Conservò un’aria <strong>di</strong>gnitosa finchè non fu in cucina,<br />

dove Phillip, il fratello gemello, stava mangiando cereali<br />

Special K. Questa volta guardò lui con sospetto. Era già<br />

abbastanza spiacevole essere bassa, minuta e avere una<br />

testa coperta <strong>di</strong> riccioli rossi – e somigliare, infatti, ad<br />

uno <strong>di</strong> quegli elfi seduti sui ranuncoli che aveva sempre<br />

visto nelle illustrazioni <strong>di</strong> libri per bambini -, ma avere un<br />

gemello alto, biondo come un vichingo e <strong>di</strong> una bellezza<br />

c<strong>la</strong>ssica… bè, denotava una certa deliberata perfi<strong>di</strong>a nel<strong>la</strong><br />

natura dell’universo, no?<br />

«Ciao, Phillip», <strong>di</strong>sse con voce carica <strong>di</strong> minaccia.<br />

Phillip, abituato all’umore instabile del<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>, non<br />

si scompose. Per un attimo sollevò lo sguardo dal<strong>la</strong> pagina<br />

<strong>dei</strong> fumetti del «L.A. Times». Poppy dovette riconoscere<br />

che aveva due occhi favolosi: ver<strong>di</strong>, indagatori, con<br />

lunghe ciglia scure. Erano l’unica cosa che i due gemelli<br />

avessero in comune.<br />

«Ciao», replicò Phillip impassibile, e tornò ai suoi fumetti.<br />

Non molti ragazzi che Poppy conosceva leggevano<br />

3


il giornale, ma questo era tipico <strong>di</strong> Phil. L’anno precedente,<br />

come Poppy, aveva frequentato il terzo anno<br />

presso <strong>la</strong> El Camino High School e, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />

Poppy, aveva ottenuto una sfilza <strong>di</strong> A, oltre a primeggiare<br />

nel<strong>la</strong> squadra <strong>di</strong> football, nel<strong>la</strong> squadra <strong>di</strong> hockey e in<br />

quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> baseball. Era stato anche rappresentante <strong>di</strong><br />

c<strong>la</strong>sse. Una delle maggiori sod<strong>di</strong>sfazioni nel<strong>la</strong> vita <strong>di</strong><br />

Poppy era prenderlo in giro. Pensava che fosse troppo<br />

perfettino.<br />

Rise scioccamente scrol<strong>la</strong>ndo le spalle, e abbandonò<br />

quello sguardo minaccioso. «Dove sono Cliff e<br />

mamma?». Cliff Hilgard era da tre anni il loro patrigno,<br />

ed era persino più perfettino <strong>di</strong> Phil.<br />

«Cliff è al <strong>la</strong>voro, Mamma si sta vestendo. Faresti<br />

meglio a mangiare qualcosa prima che si arrabbi».<br />

«Certo, certo…». Poppy si avvicinò furtivamente al<strong>la</strong><br />

credenza. Prese una scato<strong>la</strong> <strong>di</strong> Frosted F<strong>la</strong>kes, ci ficcò<br />

dentro una mano e tirò delicatamente fuori un fiocco <strong>di</strong><br />

cereali. Lo mangiò così com’era, asciutto.<br />

Non era poi così male essere come un folletto. Mosse<br />

qualche passo <strong>di</strong> danza verso il frigorifero, agitando a<br />

tempo <strong>la</strong> scato<strong>la</strong> <strong>di</strong> cereali.<br />

«Sono… una sexy-fatina!», canticchiò, battendo il<br />

ritmo con i pie<strong>di</strong>.<br />

«No che non lo sei», ribattè Phil con una calma <strong>di</strong>sarmante.<br />

«E perché non ti metti qualcosa addosso?».<br />

Davanti al<strong>la</strong> porta aperta del frigorifero, Poppy abbassò<br />

gli occhi per guardarsi. Indossava <strong>la</strong> maglietta extra<br />

<strong>la</strong>rge con cui aveva dormito. Le faceva da minivestito.<br />

«Questo è qualcosa», osservò tranquil<strong>la</strong>mente, e prese<br />

una Diet Coke dal frigo.<br />

4


Qualcuno bussò al<strong>la</strong> porta esterna del<strong>la</strong> cucina. Poppy<br />

guardò chi fosse attraverso <strong>la</strong> zanzariera.<br />

«Ciao, James! Entra».<br />

James Rasmussen entrò, togliendosi i Ray-Ban avvolgenti.<br />

Guardandolo, Poppy provò una fitta <strong>la</strong> cuore. Non<br />

importava che lo vedesse praticamente ogni giorno, da<br />

<strong>di</strong>eci anni a questa parte. Ogni mattina, quando se lo trovava<br />

<strong>di</strong> fronte, sentiva ancora un palpito improvviso nel<br />

petto, un misto <strong>di</strong> tenerezza e dolore.<br />

Non era soltanto per <strong>la</strong> sua affascinante aria da ribelle,<br />

che le ricordava vagamente James Dean. Era anche i suoi<br />

serici capelli castani, l’espressione attenta e partecipe che<br />

aveva sul viso, e per quegli occhi grigi, a volte intensi e a<br />

volte pacati. Era il ragazzo più attraente al<strong>la</strong> El Camino<br />

High, ma non era questo che <strong>la</strong> affascinava. Era qualcosa<br />

dentro <strong>di</strong> lui, qualcosa <strong>di</strong> misterioso e irresistibile, che lei<br />

non riusciva mai a cogliere pienamente. Che le faceva<br />

battere forte il cuore e correre un fremito sul<strong>la</strong> pelle.<br />

Phillip reagì <strong>di</strong>versamente. Appena James entrò,<br />

s’irrigidì e lo gelò con un’occhiata. Fra i due ragazzi<br />

corse un <strong>la</strong>mpo <strong>di</strong> reciproca avversione.<br />

Poi James accennò un sorriso, come se trovasse <strong>di</strong>vertente<br />

<strong>la</strong> reazione <strong>di</strong> Phillip. «Ciao».<br />

«Ciao», rispose Phil, senza sciogliersi minimamente.<br />

Poppy ebbe <strong>la</strong> netta sensazione che il fratello avrebbe<br />

voluto impachettar<strong>la</strong> e portar<strong>la</strong> in tutta fretta fuori da<br />

quel<strong>la</strong> stanza. Esagerava sempre nel suo ruolo <strong>di</strong> fratello<br />

protettivo quando James era nei paraggi. «Allora, come<br />

stanno Jacklyn e Michae<strong>la</strong>?», aggiunse malignamente.<br />

James ci pensò un attimo. «Veramente non lo so».<br />

«Non lo sai? Oh, già, tu molli sempre le tue ragazze<br />

5


prima delle vacanze estive. Così hai libertà <strong>di</strong> manovra,<br />

giusto?»<br />

«Ovvio», rispose b<strong>la</strong>ndamente James, e sorrise.<br />

Phillip gli <strong>la</strong>nciò un’occhiata impassibile, carica <strong>di</strong><br />

astio.<br />

Poppy, da parte sua, si sentì sopraffatta dal<strong>la</strong> gioia.<br />

Ad<strong>di</strong>o, Jacklyn, ad<strong>di</strong>o Michae<strong>la</strong>. Ad<strong>di</strong>o alle lunghe<br />

gambe eleganti <strong>di</strong> Jacklyn e al seno giunonico <strong>di</strong> Michae<strong>la</strong>.<br />

Sarebbe stata un’estate magnifica.<br />

Molta gente pensava che <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione fra Poppy e James<br />

fosse p<strong>la</strong>tonica. Ma non era vero, Poppy sapeva da<br />

anni che l’avrebbe sposato. Era una delle sue due gran<strong>di</strong><br />

aspirazioni, l’altra era vedere il mondo. Semplicemente<br />

non aveva ancora trovato il tempo per farlo sapere a James.<br />

In quel momento lui credeva ancora <strong>di</strong> essere attratto<br />

da ragazze dalle gambe lunghe e affuso<strong>la</strong>te, con<br />

unghie da salone <strong>di</strong> bellezza e scarpe italiane.<br />

«È un CD nuovo?», gli chiese per <strong>di</strong>strarlo da quel<strong>la</strong><br />

sfida <strong>di</strong> sguar<strong>di</strong> con il suo futuro cognato.<br />

James lo sollevò. «È l’ultima novità ethno-techno».<br />

Poppy app<strong>la</strong>udì. «Ancora cantanti armonici <strong>di</strong> Tuva –<br />

non vedo l’ora <strong>di</strong> ascoltarlo. An<strong>di</strong>amo». Ma proprio allora<br />

sua madre entrò in cucina. Era una donna fredda,<br />

bionda, perfetta, come un’eroina <strong>di</strong> Alfred Hitchcock.<br />

Normalmente sfoggiava un’espressione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinvolta efficienza.<br />

Uscendo, Poppy andò quasi a sbatterle contro.<br />

«Scusa… ‘giorno!».<br />

«Aspetta un attimo», <strong>di</strong>sse <strong>la</strong> madre, afferrando<strong>la</strong> per<br />

<strong>la</strong> maglietta. «Buongiorno, Phil; buongiorno, James», aggiunse.<br />

Phil le restituì il buongiorno e James fece un<br />

cenno con il capo, con ironica cortesia.<br />

6


«Avete fatto tutti co<strong>la</strong>zione?», chiese, e quando i ragazzi<br />

risposero <strong>di</strong> sì, si voltò verso <strong>la</strong> figlia. «E tu?»,<br />

chiese fissando<strong>la</strong> negli occhi.<br />

Poppy agitò <strong>la</strong> scato<strong>la</strong> <strong>di</strong> Frosted F<strong>la</strong>kes e <strong>la</strong> madre<br />

fece una smorfia. «Perché non ci metti almeno un po’ <strong>di</strong><br />

<strong>la</strong>tte?»<br />

«Preferisco così», rispose Poppy con aria risoluta, ma<br />

quando <strong>la</strong> madre le <strong>di</strong>ede una leggera spinta in <strong>di</strong>rezione<br />

del frigo, andò a prendere il cartone <strong>di</strong> <strong>la</strong>tte a basso contenuto<br />

<strong>di</strong> grassi.<br />

«Cosa hai in mente <strong>di</strong> fare il tuo primo giorno <strong>di</strong> libertà»,<br />

le chiese, facendo correre lo sguardo da James a<br />

Poppy.<br />

«Oh, non saprei». Poppy guardò James. «Ascoltare un<br />

po’ <strong>di</strong> musica, magari fare un salto sulle colline. O in<br />

spiaggia?»<br />

«Tutto quel che vuoi», <strong>di</strong>sse James. «Abbiamo tutta<br />

l’estate».<br />

L’estate si allungava davanti a Poppy, calda, dorata e<br />

splen<strong>di</strong>da. Odorava <strong>di</strong> cloro del<strong>la</strong> piscina e <strong>di</strong> sale marino;<br />

le ricordava il calore dell’erba sotto <strong>la</strong> schiena. Tre<br />

interi mesi, pensò. È un’eternità. Tre mesi sono<br />

un’eternità.<br />

Fu strano che stesse pensando proprio questo quando<br />

accadde.<br />

«Potremmo andare a dare un’occhiata ai nuovi negozi<br />

al Vil<strong>la</strong>ge…», aveva cominciato a <strong>di</strong>re, quando il dolore<br />

<strong>la</strong> assalì all’improvviso e il respiro le morì in go<strong>la</strong>.<br />

Fu orribile - una fitta profonda, intensa e straziante<br />

che <strong>la</strong> fece piegare in due. <strong>Il</strong> cartone del <strong>la</strong>tte le scivolò<br />

dalle <strong>di</strong>ta e tutto si oscurò intorno a lei.<br />

7


Capitolo 2<br />

«Poppy!». Poppy sentiva <strong>la</strong> voce del<strong>la</strong> madre, ma<br />

non riusciva a vedere nul<strong>la</strong>. <strong>Il</strong> pavimento del<strong>la</strong> cucina era<br />

una danza confusa <strong>di</strong> puntini neri.<br />

«Poppy, stai bene?». In quel momento <strong>la</strong> ragazza sentì<br />

le mani del<strong>la</strong> madre che l’afferravano per le braccia e <strong>la</strong><br />

sostenevano con ansia. <strong>Il</strong> dolore si stava p<strong>la</strong>cando e <strong>la</strong> vista<br />

cominciava a snebbiarsi.<br />

Appena si tirò su, vide James <strong>di</strong> fronte a sé. <strong>Il</strong> volto<br />

del ragazzo non tra<strong>di</strong>va alcuna emozione, ma Poppy lo<br />

conosceva abbastanza per notare <strong>la</strong> preoccupazione nei<br />

suoi occhi. Si accorse che James aveva in mano il cartone<br />

del <strong>la</strong>tte. Doveva averlo preso al volo quando le era scivo<strong>la</strong>to<br />

dalle <strong>di</strong>ta – riflessi eccezionali, pensò <strong>di</strong>strattamente<br />

Poppy. Davvero sorprendenti.<br />

Phillip si era alzato in pie<strong>di</strong>. «Stai bene? Cosa ti è<br />

preso?»<br />

«Io… non lo so». Poppy si guardò intorno, poi si<br />

strinse nelle spalle, imbarazzata. Ora che si sentiva meglio<br />

avrebbe preferito che non <strong>la</strong> fissassero tutti così.<br />

L’unico modo per affrontare il dolore era ignorarlo, non<br />

pensarci.<br />

8


« È solo quello stupido dolore… Credo sia gastrononsochecosa.<br />

Sarà qualcosa che ho mangiato».<br />

La madre non <strong>di</strong>ede minimamente cre<strong>di</strong>to alle sue parole.<br />

«Poppy, non è gastroenterite. Hai già avuto un episo<strong>di</strong>o<br />

simile – circa un mese fa, giusto? È lo stesso tipo <strong>di</strong><br />

dolore?».<br />

Poppy si agitò, sentendosi a <strong>di</strong>sagio. In realtà il dolore<br />

non era mai scomparso del tutto. In qualche modo,<br />

nell’eccitazione delle attività <strong>di</strong> fine anno, era riuscita a<br />

non dargli importanza, e ormai si era abituata a conviverci.<br />

«Una specie», temporeggiò. «Ma…».<br />

Sua madre non ebbe bisogno <strong>di</strong> sentire altro. Diede a<br />

Poppy una picco<strong>la</strong> stretta e si <strong>di</strong>resse verso il telefono in<br />

cucina. «So che non ami i dottori, ma ho intenzione <strong>di</strong><br />

chiamare il dottor Franklin. Voglio che ti <strong>di</strong>a un’occhiata.<br />

Non possiamo far finta che non sia successo niente».<br />

«Oh, mamma, siamo in vacanza…».<br />

La madre coprì <strong>la</strong> cornetta con <strong>la</strong> mano. «Poppy, non è<br />

negoziabile. Vai a vestirti».<br />

Poppy brontolò qualcosa, ma sapeva che era inutile.<br />

Fece un cenno a James, che stava fissando un punto imprecisato,<br />

assorto nei suoi pensieri.<br />

«Ascoltiamo almeno il CD prima che io vada».<br />

<strong>Il</strong> ragazzo guardò il <strong>di</strong>sco come se si fosse scordato<br />

del<strong>la</strong> sua esistenza, e posò il cartone del <strong>la</strong>tte. Phillip li<br />

seguì nell’ingresso.<br />

«Ehi, amico, aspetta qui fuori mentre lei si veste».<br />

James si voltò appena. «Non rompere, Phil», <strong>di</strong>sse con<br />

<strong>la</strong> mente rivolta altrove.<br />

«Tieni giù le mani da mia sorel<strong>la</strong>, e non fare il furbo».<br />

9


Poppy scosse <strong>la</strong> testa ed entrò nel<strong>la</strong> camera da letto.<br />

Come se James ci tenesse a veder<strong>la</strong> svestita!<br />

Magari, pensò ostinatamente, tirando fuori dal cassetto<br />

un paio <strong>di</strong> pantaloncini. Li infilò, sempre scuotendo <strong>la</strong> testa.<br />

James era il suo migliore amico, il migliore amico in<br />

assoluto, e lei lo era per lui. Ma non aveva mai mostrato<br />

il minimo interesse a metterle le mani addosso. A volte si<br />

chiedeva se lui si rendesse conto che era una ragazza.<br />

Un giorno glielo farò capire, si <strong>di</strong>sse, e lo chiamò a<br />

gran voce.<br />

James entrò e le sorrise. Era un sorriso che altre persone<br />

vedevano <strong>di</strong> rado, non ironico o provocatorio, ma un<br />

sorrisetto simpatico, leggermente sghembo.<br />

«Mi spiace per <strong>la</strong> faccenda del dottore», <strong>di</strong>sse Poppy.<br />

«No. Devi andarci». James <strong>la</strong> guardò intensamente.<br />

«Tua madre ha ragione. È da troppo tempo che va avanti<br />

questa storia. Sei <strong>di</strong>magrita; ti tiene sveglia <strong>la</strong> notte…».<br />

Poppy lo guardò, al<strong>la</strong>rmata. Non aveva detto a nessuno<br />

che <strong>di</strong> notte il dolore era più intenso, neanche a James.<br />

Ma… a volte James sapeva le cose. Come se potesse<br />

leggerle nel<strong>la</strong> mente.<br />

«Ti conosco, tutto qui», le <strong>di</strong>sse, poi le <strong>la</strong>nciò<br />

un’occhiata maliziosa <strong>di</strong> traverso, mentre Poppy continuava<br />

a fissarlo. Scartò il CD.<br />

Poppy si strinse nelle spalle e si <strong>la</strong>sciò cadere sul letto,<br />

guardando il soffitto. «Comunque, vorrei che mamma mi<br />

<strong>la</strong>sciasse godere almeno un giorno <strong>di</strong> vacanza», <strong>di</strong>sse.<br />

Allungò il collo per guardare James con aria me<strong>di</strong>tabonda.<br />

«Vorrei avere una madre come <strong>la</strong> tua. La mia si<br />

preoccupa sempre e non fa altro che correggermi».<br />

10


«E <strong>la</strong> mia non si preoccupa affatto <strong>di</strong> quel che faccio.<br />

Cosa è peggio?», ribattè amaramente James.<br />

«I tuoi genitori ti hanno permesso <strong>di</strong> avere un appartamento<br />

tutto tuo».<br />

«In un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> loro proprietà. Perché costa meno<br />

che assumere qualcuno che se ne occupi». James scosse<br />

<strong>la</strong> testa, gli occhi fissi sul CD che stava inserendo nel<br />

lettore. «Non criticare i tuoi genitori, picco<strong>la</strong>. Sei più<br />

fortunata <strong>di</strong> quanto immagini».<br />

Poppy ci pensò su mentre partiva il CD. A lei e a James<br />

piaceva <strong>la</strong> musica trance – il suono elettronico underground<br />

arrivato dall’Europa. James apprezzava <strong>la</strong> techno<br />

beat. Poppy <strong>la</strong> adorava perché era pura, cruda e<br />

autentica, creata da gente che credeva nel<strong>la</strong> musica.<br />

Gente che lo faceva per passione, non per denaro.<br />

Inoltre, <strong>la</strong> world music <strong>la</strong> faceva sentire parte <strong>di</strong> luoghi<br />

sconosciuti. Ne amava <strong>la</strong> singo<strong>la</strong>rità, l’estraneità.<br />

Ora, che ci pensava, forse era anche quel che le piaceva<br />

<strong>di</strong> James. Piegò <strong>la</strong> testa per guardarlo. Mentre gli<br />

originali ritmi <strong>dei</strong> tamburi del Burun<strong>di</strong> riempivano l’aria.<br />

Conosceva James meglio <strong>di</strong> chiunque altro, ma c’era<br />

sempre qualcosa, qualcosa in lui che non riusciva a penetrare.<br />

Qualcosa che nessuno riusciva a raggiungere.<br />

Qualcuno <strong>la</strong> prendeva per arroganza, o freddezza, o<br />

in<strong>di</strong>fferenza, ma in realtà non era niente <strong>di</strong> tutto questo.<br />

Era soltanto… singo<strong>la</strong>rità. Era più singo<strong>la</strong>re <strong>di</strong> qualsiasi<br />

studente straniero del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>. Più volte Poppy aveva<br />

creduto <strong>di</strong> essere quasi vicina a sve<strong>la</strong>re il mistero, ma poi<br />

<strong>la</strong> soluzione le era sempre sfuggita <strong>di</strong> mano. E più <strong>di</strong> una<br />

volta, soprattutto a notte fonda, mentre ascoltavano mu-<br />

11


sica o guardavano l’oceano, aveva sentito che lui stava<br />

per <strong>di</strong>rle qualcosa.<br />

E aveva sempre pensato che, se lo avesse fatto, sarebbe<br />

stato qualcosa <strong>di</strong> importante, qualcosa <strong>di</strong> sbalor<strong>di</strong>tivo<br />

e <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario, come se un gatto randagio le<br />

avesse rivolto <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>.<br />

In quel momento lo guardò, il profilo nitidamente<br />

scolpito, le onde <strong>dei</strong> capelli castani che gli ricadevano<br />

sul<strong>la</strong> fronte, e pensò: Ha un’aria triste.<br />

«Jamie, va tutto bene, vero? Voglio <strong>di</strong>re, a casa, o<br />

roba del genere?». Era l’unica persona sul<strong>la</strong> faccia del<strong>la</strong><br />

Terra che aveva il permesso <strong>di</strong> chiamarlo Jamie. Nemmeno<br />

Jacklyn o Michae<strong>la</strong> ci avevano provato.<br />

«Cosa potrebbe non andar bene a casa?», <strong>di</strong>sse con un<br />

sorriso che non si rifletteva nei suoi occhi. Poi scosse <strong>la</strong><br />

testa con noncuranza. «Non ti preoccupare, Poppy. Non è<br />

niente <strong>di</strong> importante – solo un parente che minaccia <strong>di</strong><br />

farci visita. Un parente indesiderato».<br />

Questa volta il sorriso brillò anche nel suo sguardo.<br />

«O forse è che sono preoccupato per te», concluse.<br />

Poppy stava per <strong>di</strong>re: «Oh, macchè», e invece si ritrovò<br />

a chiedergli, stranamente: «Davvero?».<br />

La serietà <strong>di</strong> Poppy sembrò toccare qualche corda<br />

dentro James.<br />

<strong>Il</strong> sorriso scomparve dal volto del ragazzo, e Poppy si<br />

accorse che si stavano semplicemente guardando, senza<br />

che fra loro ci fosse <strong>la</strong> solita ironia a proteggerli l’uno<br />

dall’altra.<br />

Si guardavano fisso negli occhi, e basta. James sembrava<br />

indeciso, quasi in<strong>di</strong>feso.<br />

«Poppy…».<br />

12


La ragazza deglutì. «Sì?».<br />

James aprì <strong>la</strong> bocca, ma poi si alzò <strong>di</strong> scatto e andò a<br />

rego<strong>la</strong>re gli altopar<strong>la</strong>nti Tall-boy da 170 watt.<br />

Quando si voltò i suoi occhi erano cupi e impenetrabili.<br />

«Certo, se tu fossi davvero ma<strong>la</strong>ta, mi preoccuperei»,<br />

<strong>di</strong>sse con dolcezza. «A questo servono gli amici, giusto?».<br />

Poppy rimase delusa. «Giusto», ripetè malinconicamente,<br />

poi gli rivolse un sorriso deciso.<br />

«Ma tu non sei ma<strong>la</strong>ta», le <strong>di</strong>sse. «Hai solo bisogno <strong>di</strong><br />

una bel<strong>la</strong> cura. <strong>Il</strong> dottore probabilmente ti darà degli antibiotici<br />

o roba del genere… con un grosso ago», aggiunse<br />

perfidamente.<br />

«Oh, sta’ zitto», <strong>di</strong>sse Poppy. James sapeva che lei<br />

aveva il terrore delle iniezioni. Solo il pensiero <strong>di</strong> un ago<br />

che penetrava nel<strong>la</strong> pelle…<br />

«Ecco tua madre», <strong>di</strong>sse James, <strong>la</strong>nciando un’occhiata<br />

al<strong>la</strong> porta socchiusa. Poppy non capiva come potesse aver<br />

sentito che si stava avvicinando qualcuno – <strong>la</strong> musica era<br />

al massimo e nel corridoio il pavimento era rivestito <strong>di</strong><br />

mouquette. Ma un istante dopo <strong>la</strong> mamma aprì <strong>la</strong> porta.<br />

«Tutto a posto, tesoro», le <strong>di</strong>sse in tono vivace. «<strong>Il</strong><br />

dottor Franklin ci aspetta. Mi spiace, James, ma devo<br />

portar via Poppy».<br />

«Non c’è problema. Posso tornare oggi pomeriggio».<br />

Poppy capiva quando era con le spalle al muro. Lasciò<br />

che <strong>la</strong> madre <strong>la</strong> trascinasse fino al garage, fingendo <strong>di</strong><br />

non vedere James che mimava un’iniezione fatta con<br />

un’enorme siringa.<br />

13


Un’ora dopo era <strong>di</strong>stesa sul lettino del dottor Franklin,<br />

che le tastava l’addome tenendo educatamente lo sguardo<br />

rivolto altrove. <strong>Il</strong> dottore era alto, magro, con i capelli<br />

che si andavano ingrigendo e l’aria da me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> campagna.<br />

Qualcuno <strong>di</strong> cui potevi certamente fidarti.<br />

«È qui il dolore?»<br />

«Sì… ma è come se mi penetrasse <strong>la</strong> schiena. O forse<br />

è lo stiramento <strong>di</strong> un muscolo o roba del genere…».<br />

Le <strong>di</strong>ta continuarono a sondare delicatamente, poi si<br />

fermarono. <strong>Il</strong> dottore cambiò espressione. E per qualche<br />

motivo, in quel momento, Poppy capì che non si trattava<br />

<strong>di</strong> un muscolo stirato. Non era lo stomaco in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne,<br />

non era niente <strong>di</strong> così semplice. E le cose sarebbero cambiate<br />

per sempre.<br />

<strong>Il</strong> dottor Franklin si limitò a <strong>di</strong>re: «Vorrei che tu facessi<br />

un esame <strong>di</strong>agnostico».<br />

Parlò in tono gentile e <strong>di</strong>staccato, ma Poppy sentì<br />

ugualmente il panico serpeggiare dentro <strong>di</strong> sé.<br />

Non riusciva a spiegare quel che provava – una sorta<br />

<strong>di</strong> terribile premonizione, come un nero abisso che si<br />

spa<strong>la</strong>ncava nel terreno davanti a lei.<br />

«Perché?», sua madre stava chiedendo al dottore.<br />

«Be’». <strong>Il</strong> dottor Franklin sorrise e si sistemò gli occhiali.<br />

Tamburellò due <strong>di</strong>ta sul lettino. «Per restringere il<br />

campo delle possibilità. Poppy accusa dolore nel<strong>la</strong> parte<br />

superiore dell’addome, dolore che si irra<strong>di</strong>a fino al<strong>la</strong><br />

schiena e che <strong>di</strong> notte si fa più acuto. Ultimamente ha<br />

perso l’appetito, ed è <strong>di</strong>magrita. E <strong>la</strong> colecisti è palpabile<br />

– questo significa che è ingrossata. Ora, questi possono<br />

essere sintomi <strong>di</strong> molte cose, e un’ecografia aiuterà a<br />

escluderne qualcuna».<br />

14


Poppy si ri<strong>la</strong>ssò. Non si ricordava a cosa servisse <strong>la</strong><br />

colecisti, ma era sicura <strong>di</strong> non averne bisogno.<br />

Niente che coinvolgesse un organo con un nome così<br />

stupido poteva essere grave. <strong>Il</strong> dottore Franklin stava proseguendo,<br />

par<strong>la</strong>ndo <strong>di</strong> pancreas e pancreatiti e <strong>di</strong> fegato<br />

palpabile, e <strong>la</strong> madre <strong>di</strong> Poppy annuiva come se capisse<br />

ogni cosa. Poppy non capiva, ma il panico si era <strong>di</strong>ssolto.<br />

Come se quel nero abisso fosse stato accuratamente colmato,<br />

senza <strong>la</strong>sciar traccia del<strong>la</strong> sua esistenza.<br />

«Può fare l’ecografia al Children’s Hospital sull’altro<br />

<strong>la</strong>to del<strong>la</strong> strada», stava <strong>di</strong>cendo il dottore. «Tornate qui<br />

appena sarà terminata».<br />

La madre <strong>di</strong> Poppy continuava ad annuire, calma, seria,<br />

efficiente. Come Phil. O Cliff. Del genere: “Ok, faremo<br />

tutto il necessario”.<br />

Poppy si sentiva importante. Nessuno che lei conoscesse<br />

era mai stato in ospedale per sottoporsi a un esame<br />

<strong>di</strong>agnostico.<br />

La madre le arruffò i capelli mentre uscivano dallo<br />

stu<strong>di</strong>o del dottor Franklin. «Allora, picco<strong>la</strong>. Che cosa hai<br />

combinato?».<br />

Poppy le fece un sorriso birichino. L’ansia l’aveva<br />

completamente abbandonata. «Magari dovrò operarmi e<br />

mi resterà un’affascinante cicatrice», <strong>di</strong>sse per <strong>di</strong>vertire<br />

sua madre.<br />

«Speriamo <strong>di</strong> no», replicò lei, per niente <strong>di</strong>vertita.<br />

<strong>Il</strong> Suzanne G. Monteforte Children’s Hospital era un<br />

bell’e<strong>di</strong>ficio grigio con linee sinuose ed enormi finestre<br />

panoramiche. Passando davanti al negozio <strong>di</strong> articoli da<br />

regalo, Poppy gettò un’occhiata pensierosa al<strong>la</strong> vetrina.<br />

Era chiaramente un negozio per bambini, pieno <strong>di</strong> Slinky<br />

15


multicolori e <strong>di</strong> peluche che un adulto in visita poteva<br />

acquistare all’ultimo minuto.<br />

Dal negozio uscì una ragazza. Doveva avere qualche<br />

anno più <strong>di</strong> Poppy, forse <strong>di</strong>ciassette o <strong>di</strong>ciotto. Era carina,<br />

perfettamente truccata, e indossava una graziosa bandana<br />

che non riusciva a nascondere il fatto che non avesse capelli.<br />

Sembrava felice, con le guance tonde e gli orecchini<br />

che ciondo<strong>la</strong>vano allegramente sotto <strong>la</strong> bandana.<br />

Ma Poppy provò un moto <strong>di</strong> compassione.<br />

Compassione… e paura. Quel<strong>la</strong> ragazza era ma<strong>la</strong>ta sul<br />

serio. Certo, gli ospedali esistevano proprio per quelli<br />

come lei – per gente davvero ma<strong>la</strong>ta. D’un tratto Poppy<br />

desiderò finire in fretta i suoi esami per andarsene da lì.<br />

L’ecografia non fu dolorosa, ma vagamente inquietante.<br />

Un tecnico spalmò una specie <strong>di</strong> gel sull’addome <strong>di</strong><br />

Poppy, poi vi fece scorrere sopra un freddo scanner, inviando<br />

impulsi <strong>di</strong> onde sonore dentro <strong>di</strong> lei e trasformando<br />

in immagini l’interno del suo corpo. Poppy si ritrovò<br />

a pensare al<strong>la</strong> ragazza carina senza capelli.<br />

Per <strong>di</strong>strarsi si concentrò su James. E per chissà quale<br />

motivo, le tornò in mente <strong>la</strong> prima volta che lo aveva visto,<br />

il giorno che era arrivato all’asilo. Era un ragazzino<br />

pallido e smilzo con gran<strong>di</strong> occhi grigi, e c’era qualcosa<br />

<strong>di</strong> impercettibilmente strano in lui che spinse i ragazzi<br />

più gran<strong>di</strong> a prenderlo subito <strong>di</strong> mira. Nel cortile del<strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong> si coalizzarono contro <strong>di</strong> lui, come segugi intorno<br />

a una volpe – finchè Poppy non si accorse <strong>di</strong> quel che<br />

stava accadendo.<br />

Persino a cinque anni Poppy aveva un invi<strong>di</strong>abile gancio<br />

destro. Irruppe nel gruppo, tirando schiaffi in faccia e<br />

16


calci negli stinchi finchè i ragazzini più gran<strong>di</strong> non scapparono<br />

<strong>di</strong> corsa. A quel punto si girò verso James.<br />

«Vuoi essere mio amico?».<br />

Dopo una breve esitazione, il bambino annuì timidamente.<br />

C’era qualcosa <strong>di</strong> stranamente dolce nel suo sorriso.<br />

Ma presto Poppy scoprì che il suo nuovo amico era<br />

strano in tante piccole cose. Quando morì <strong>la</strong> lucerto<strong>la</strong><br />

del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse, lui raccolse il cadavere senza provare repulsione<br />

e chiese a Poppy se voleva tenerlo. La maestra rimase<br />

inorri<strong>di</strong>ta.<br />

James sapeva anche dove scovare animali morti. Una<br />

volta le mostrò un appezzamento <strong>di</strong> terreno libero dove<br />

varie carcasse <strong>di</strong> coniglio giacevano in mezzo alle alte<br />

sterpaglie. Era veramente pratico <strong>di</strong> queste cose.<br />

Quando crebbe, i ragazzini non lo presero più <strong>di</strong> mira.<br />

Diventò alto quanto loro e sorprendentemente sveglio e<br />

robusto, creandosi <strong>la</strong> reputazione <strong>di</strong> un tipo tosto e pericoloso.<br />

Quando si arrabbiava, nei suoi occhi grigi balenava<br />

una luce terrificante.<br />

Ma non si arrabbiò mai con Poppy. Rimasero gran<strong>di</strong><br />

amici anche negli anni seguenti. Quando iniziarono <strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong> me<strong>di</strong>a, James cominciò a uscire con le ragazze –<br />

tutte le ragazze del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> lo volevano -, ma non rimaneva<br />

mai a lungo con nessuna. E non si aprì mai con loro;<br />

per le ragazze rimase sempre un tipo poco raccomandabile,<br />

reticente e misterioso. Soltanto Poppy conosceva<br />

l’altro <strong>la</strong>to <strong>di</strong> lui, quello premuroso e vulnerabile.<br />

«Ok», <strong>di</strong>sse il tecnico, riportando <strong>di</strong> colpo Poppy al<strong>la</strong><br />

realtà. «Ho finito; adesso togliamo via questo gel».<br />

17


«Allora cosa si è visto?», chiese Poppy <strong>la</strong>nciando<br />

un’occhiata al monitor.<br />

«Oh, te lo <strong>di</strong>rà il dottore. <strong>Il</strong> ra<strong>di</strong>ologo esaminerà i risultati<br />

e li comunicherà al suo stu<strong>di</strong>o». <strong>Il</strong> tono del tecnico<br />

era assolutamente neutrale – talmente neutrale che Poppy<br />

lo guardò con attenzione.<br />

Tornate nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> d’aspetto del dottor Franklin, Poppy<br />

si agitava irrequieta mentre sua madre sfogliava vecchie<br />

riviste. Quando l’infermiera <strong>di</strong>sse: «Signora Hilgard», si<br />

alzarono entrambe.<br />

«Ah… no», aggiunse l’infermiera, turbata. «Signora<br />

Hilgard, il dottore vorrebbe par<strong>la</strong>rle per un minuto – da<br />

so<strong>la</strong>».<br />

Mamma e figlia si scambiarono un’occhiata. Poi, lentamente,<br />

<strong>la</strong> madre posò un vecchio numero <strong>di</strong> “People” e<br />

seguì l’infermiera.<br />

Poppy sentì il cuore batterle forte. Non in fretta, ma<br />

forte. Tum… tum… tum, in mezzo al petto, facendo vibrare<br />

tutto il corpo. Comunicandole un senso <strong>di</strong> vertigine<br />

e <strong>di</strong> irrealtà.<br />

Non ci pensare. Non sarà nul<strong>la</strong>. Leggi una rivista.<br />

Ma sembrava che le sue <strong>di</strong>ta non volessero muoversi.<br />

Quando riuscì finalmente ad aprire il giornale, gli occhi<br />

scorsero rapidamente le parole, senza però comunicarle<br />

al cervello.<br />

Ma <strong>di</strong> cosa stanno par<strong>la</strong>ndo? Che succede? Sono lì<br />

dentro da un’ora…<br />

L’attesa si protrasse. Mentre aspettava, Poppy si trovò<br />

ad alternare due linee <strong>di</strong> pensiero. 1)Non c’era niente che<br />

non andasse in lei, niente <strong>di</strong> grave almeno, e sua madre<br />

sarebbe uscita dallo stu<strong>di</strong>o prendendo<strong>la</strong> in giro perché<br />

18


aveva immaginato il peggio. 2)C’era qualcosa <strong>di</strong> terribile<br />

che non andava in lei, e per guarire avrebbe dovuto sottoporsi<br />

a cure spaventose. L’abisso chiuso e l’abisso<br />

spa<strong>la</strong>ncato. Quando era chiuso, tutto sembrava ri<strong>di</strong>colo, e<br />

lei si sentiva in imbarazzo per aver avuto pensieri così<br />

melodrammatici. Ma quando si spa<strong>la</strong>ncava, aveva <strong>la</strong> sensazione<br />

che <strong>la</strong> sua vita <strong>di</strong> prima fosse stata un sogno, e<br />

adesso avesse <strong>di</strong> fronte <strong>la</strong> dura realtà.<br />

Se solo potessi chiamare James, pensò.<br />

Al<strong>la</strong> fine l’infermiera <strong>di</strong>sse: «Poppy? Vieni».<br />

Lo stu<strong>di</strong>o del dottor Franklin era rivestito <strong>di</strong> pannelli<br />

<strong>di</strong> legno, e le pareti erano piene <strong>di</strong> <strong>di</strong>plomi e certificati.<br />

Poppy sedette su una poltrona <strong>di</strong> pelle e tentò <strong>di</strong> non<br />

scrutare il volto del<strong>la</strong> madre in modo troppo evidente.<br />

La mamma era… troppo calma. Una calma che tra<strong>di</strong>va<br />

<strong>la</strong> tensione. Stava sorridendo, con un sorriso strano, un<br />

po’ incerto.<br />

Oh, Dio, pensò Poppy. C’è sotto qualcosa.<br />

«Dunque, non c’è bisogno <strong>di</strong> al<strong>la</strong>rmarsi», esordì il<br />

dottore, e Poppy si sentì ancora più al<strong>la</strong>rmata.<br />

Appoggiò il palmo delle mani sui braccioli del<strong>la</strong> poltrona.<br />

«L’ecografia ha evidenziato qualcosa <strong>di</strong> insolito, e<br />

vorrei sottoporti a un altro paio <strong>di</strong> esami», <strong>di</strong>sse il dottor<br />

Franklin con voce calma e control<strong>la</strong>ta, rassicurante. «Per<br />

fare uno degli esami il paziente deve restare a <strong>di</strong>giuno<br />

dal<strong>la</strong> mezzanotte del giorno precedente. Ma tua madre mi<br />

ha detto che oggi non hai fatto co<strong>la</strong>zione».<br />

Poppy rispose meccanicamente: «Ho mangiato un<br />

Frosted F<strong>la</strong>ke».<br />

19


«Un Frosted F<strong>la</strong>ke? Penso che possiamo considerarlo<br />

come un <strong>di</strong>giuno. Faremo quegli esami oggi stesso, e<br />

penso sia meglio farti ricoverare in ospedale. Gli esami si<br />

chiamano TAC e CPRE – due sigle che in<strong>di</strong>cano <strong>dei</strong><br />

nomi che anche per me è <strong>di</strong>fficile pronunciare». Sorrise.<br />

Poppy continuò a fissarlo.<br />

«Non c’è niente <strong>di</strong> cui aver paura», riprese gentilmente.<br />

«La TAC è come una ra<strong>di</strong>ografia. La CPRE comporta<br />

il passaggio <strong>di</strong> un tubicino attraverso <strong>la</strong> go<strong>la</strong>, lo<br />

stomaco e all’interno del pancreas. Poi verrà iniettato in<br />

questo tubicino un liquido visibile ai raggi X…».<br />

La bocca del dottore continuò a muoversi, ma Poppy<br />

non sentiva più quel che <strong>di</strong>ceva. Era terrorizzata come<br />

non le accadeva da molto tempo.<br />

E io che scherzavo sull’affascinante cicatrice, pensò.<br />

Non voglio essere amma<strong>la</strong>ta sul serio. Non voglio andare<br />

in ospedale, e non voglio che mi infilino un tubo in go<strong>la</strong>.<br />

Guardò <strong>la</strong> madre con una muta supplica negli occhi.<br />

La mamma le prese <strong>la</strong> mano.<br />

«Non è niente <strong>di</strong> grave, tesoro. Dobbiamo solo tornare<br />

a casa e mettere qualcosa in valigia; poi torniamo qui».<br />

«Devo andare in ospedale oggi?»<br />

«Penso che sarebbe meglio», rispose il dottor Franklin.<br />

Poppy strinse forte <strong>la</strong> mano del<strong>la</strong> mamma. La sua<br />

mente vuota registrava solo un sordo ronzio.<br />

Quando <strong>la</strong>sciarono lo stu<strong>di</strong>o, sua madre <strong>di</strong>sse: «Grazie,<br />

Owen». Poppy non l’aveva mai sentita chiamare il<br />

dottore per nome prima d’allora.<br />

Ma non le chiese spiegazioni. Non <strong>di</strong>sse una paro<strong>la</strong>,<br />

mentre uscivano dall’e<strong>di</strong>ficio e salivano in macchina.<br />

Sul<strong>la</strong> strada verso casa, <strong>la</strong> mamma cominciò a par<strong>la</strong>re del<br />

20


più e del meno in tono sciolto e tranquillo, e Poppy si costrinse<br />

a rispondere. Fingendo che tutto fosse normale,<br />

quando invece quell’orribile sensazione <strong>di</strong> nausea infuriava<br />

dentro <strong>di</strong> lei.<br />

Solo quando fu nel<strong>la</strong> sua camera e iniziò a sistemare<br />

libri gialli e pigiami <strong>di</strong> cotone dentro una picco<strong>la</strong> valigia,<br />

chiese, quasi con in<strong>di</strong>fferenza: «Allora cosa pensa il dottore<br />

<strong>di</strong> preciso?».<br />

La madre non rispose subito. Teneva lo sguardo in<br />

basso, sul<strong>la</strong> valigia. Al<strong>la</strong> fine <strong>di</strong>sse: «Be’, non è sicuro<br />

che ci sia qualcosa che non vada».<br />

«Ma cosa pensa? Dovrà pensare qualcosa. Ha par<strong>la</strong>to<br />

del pancreas… Voglio <strong>di</strong>re, sembrerebbe che qualcosa<br />

non vada con il mio pancreas. Pensavo che stesse esaminando<br />

<strong>la</strong> mia colecisti o come si chiama. Non sapevo neanche<br />

che il mio pancreas fosse coinvolto in tutto questo…».<br />

«Tesoro». La mamma <strong>la</strong> prese per le spalle, e Poppy si<br />

rese conto che si stava agitando un po’ troppo. Fece un<br />

profondo respiro.<br />

«Voglio soltanto sapere <strong>la</strong> verità, ok? Voglio solo<br />

avere un’idea <strong>di</strong> quel che sta accadendo. È il mio corpo, e<br />

ho il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> sapere cosa stanno cercando… non ti<br />

pare?».<br />

Era stato un <strong>di</strong>scorso coraggioso, ma non esprimeva<br />

affatto quel che voleva. Aveva bisogno <strong>di</strong> essere rassicurata,<br />

<strong>di</strong> sentirsi <strong>di</strong>re che il dottore Franklin stava cercando<br />

qualcosa <strong>di</strong> banale. Che il peggio che le potesse capitare<br />

non sarebbe comunque stato così male. Ma non andò<br />

così.<br />

21


«Sì, hai <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> sapere». La madre fece un lungo respiro,<br />

poi parlò adagio. «Poppy, il dottor Franklin si è<br />

preoccupato per il tuo pancreas fin dall’inizio. A quanto<br />

pare, qualcosa che accade nel pancreas può determinare<br />

<strong>dei</strong> cambiamenti in altri organi, come <strong>la</strong> colecisti o il fegato.<br />

Quando il dottor Franklin ha riscontrato questi<br />

cambiamenti, ha deciso <strong>di</strong> verificare le sue ipotesi con<br />

un’ecografia».<br />

Poppy deglutì. «E ha detto che il risultato<br />

dell’ecografia era… insolito. In che senso insolito?»<br />

«Poppy, si tratta solo <strong>dei</strong> primi accertamenti…».<br />

Guardò il viso del<strong>la</strong> figlia e sospirò. Proseguì a fatica.<br />

«L’ecografia ha rive<strong>la</strong>to che potrebbe esserci qualcosa<br />

nel pancreas. Qualcosa che non dovrebbe esserci. Per<br />

questo il dottore Franklin ha richiesto altri esami che ce<br />

lo <strong>di</strong>ranno con certezza. Ma…».<br />

«Qualcosa che non dovrebbe esserci? Vuoi <strong>di</strong>re…<br />

come un tumore? Come… il cancro?». Strano, fu <strong>di</strong>fficile<br />

pronunciare quelle parole.<br />

Sua madre annuì una volta so<strong>la</strong>. «Sì. Come il cancro».<br />

22


Capitolo 3<br />

Poppy riusciva a pensare soltanto a quel<strong>la</strong> graziosa<br />

ragazza senza capelli.<br />

Cancro.<br />

«Ma… ma possono trovare un rime<strong>di</strong>o, vero?»,<br />

chiese, e persino alle sue orecchie <strong>la</strong> sua voce sembrò<br />

quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> una bambina. «Voglio <strong>di</strong>re… se è necessario,<br />

potrebbero levarmi il pancreas…».<br />

«Oh, tesoro, ma certo». La mamma prese Poppy fra le<br />

braccia. «Te lo prometto; se c’è qualcosa che non va, faremo<br />

tutto il possibile per rime<strong>di</strong>are. Andrei in capo al<br />

mondo purchè tu stia bene. Lo sai. E ora come ora non<br />

siamo neanche sicuri che ci sia qualcosa che non va. <strong>Il</strong><br />

dottor Franklin ha detto che sono molto rari i casi <strong>di</strong><br />

adolescenti con tumore al pancreas. Molto rari. Quin<strong>di</strong><br />

non preoccupiamoci prima del tempo».<br />

Poppy sentì allentarsi <strong>la</strong> tensione; l’abisso era <strong>di</strong><br />

nuovo chiuso. Ma da qualche parte, in fondo al cuore,<br />

provava ancora un senso <strong>di</strong> gelo.<br />

«Devo chiamare James».<br />

La madre annuì. «Però fai in fretta».<br />

Poppy incrociò le <strong>di</strong>ta mentre <strong>di</strong>gitava il numero<br />

dell’appartamento <strong>di</strong> James. Devi esserci, ti prego, devi<br />

23


esserci, ripetè. E, una volta tanto, c’era. Rispose <strong>la</strong>conicamente,<br />

ma appena riconobbe <strong>la</strong> sua voce, chiese: «Cosa<br />

c’è che non va?»<br />

«Niente… be’, tutto. Forse». Poppy sentì una specie <strong>di</strong><br />

strana risata delirante. Poi si rese conto che era stata lei.<br />

«Cos’è successo?», volle sapere James. «Hai litigato<br />

con Cliff?»<br />

«No, Cliff è in ufficio. E io sto andando all’ospedale».<br />

«Perché?»<br />

«Pensano che potrei avere il cancro».<br />

Provò un enorme sollievo nel <strong>di</strong>rlo, una sorta <strong>di</strong> liberazione<br />

emotiva. Rise <strong>di</strong> nuovo.<br />

Silenzio all’altro capo del telefono.<br />

«Pronto?»<br />

«Sono qui», <strong>la</strong> rassicurò James. Poi aggiunse: «Vengo<br />

subito».<br />

«No, è inutile. Fra un minuto devo andare». Si aspettava<br />

che le <strong>di</strong>cesse che sarebbe andato a trovar<strong>la</strong> in ospedale,<br />

ma non lo fece.<br />

«James, faresti una cosa per me? Ti va <strong>di</strong> cercare più<br />

informazioni possibili sul cancro del pancreas? Non si sa<br />

mai».<br />

«Credono che tu abbia questo? Un cancro al pancreas?»<br />

«Non ne sono sicuri. Devono farmi degli esami. Spero<br />

solo che non debbano usare aghi». Un’altra risata, ma<br />

dentro <strong>di</strong> sé si sentiva crol<strong>la</strong>re.<br />

24


«Vedrò cosa riesco a trovare su Internet». La voce <strong>di</strong><br />

James non tradì alcuna emozione, suonò quasi inespressiva.<br />

«Poi me lo <strong>di</strong>ci più tar<strong>di</strong>… probabilmente potrai telefonarmi<br />

all’ospedale».<br />

«Già».<br />

«Ok, devo andare. Mamma mi sta aspettando».<br />

«Abbi cura <strong>di</strong> te».<br />

Poppy riattaccò, con un senso <strong>di</strong> vuoto. La madre era<br />

già nell’ingresso.<br />

«Coraggio, Poppy. An<strong>di</strong>amo».<br />

James rimase seduto, immobile, a fissare il telefono<br />

senza vederlo.<br />

Lei era spaventata, e lui non era riuscito ad aiutar<strong>la</strong>.<br />

Non era mai stato molto bravo a conso<strong>la</strong>re con frasi <strong>di</strong><br />

circostanza. Non era nel<strong>la</strong> sua natura, pensò impietosamente.<br />

Per donare conforto dovevi avere una visione confortante<br />

del mondo. E James aveva visto fin troppe cose del<br />

mondo per conservare qualche illusione.<br />

Però poteva affrontare <strong>la</strong> cruda realtà <strong>dei</strong> fatti. Spinse<br />

da parte un mucchio <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> oggetti, accese il suo<br />

portatile e si collegò a Internet.<br />

Qualche minuto dopo stava usando Gopher per cercare<br />

informazioni nel servizio CancerNet del National Cancer<br />

Institute. <strong>Il</strong> primo file che trovò era registrato come<br />

25


“Cancro del pancreas_paziente”. Gli <strong>di</strong>ede una scorsa<br />

sommaria. Materiale sulle funzioni del pancreas, sta<strong>di</strong><br />

del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia, terapie. Niente <strong>di</strong> così raccapricciante.<br />

Poi entrò in “Tumore pancreatico_me<strong>di</strong>co”, un file destinato<br />

ai dottori. La prima riga <strong>di</strong> testo lo paralizzò.<br />

<strong>Il</strong> tumore del pancreas esocrino è curabile solo in rari<br />

casi.<br />

Lesse rapidamente le righe successive. Tasso <strong>di</strong> sopravvivenza<br />

complessiva… metastasi… scarsa risposta a<br />

chemioterapia, ra<strong>di</strong>oterapia e chirurgia… dolore…<br />

Dolore. Poppy era coraggiosa, ma dover sopportare un<br />

dolore costante avrebbe <strong>di</strong>strutto chiunque.<br />

Soprattutto quando le prospettive per il futuro erano<br />

così deprimenti.<br />

Lesse <strong>di</strong> nuovo <strong>la</strong> prima parte dell’articolo. <strong>Il</strong> tasso <strong>di</strong><br />

sopravvivenza complessiva era inferiore al tre per cento.<br />

Se il cancro era già <strong>di</strong>ffuso, meno dell’uno per cento.<br />

Dovevano esserci altre informazioni. James riprese <strong>la</strong><br />

sua ricerca e trovò vari articoli tratti da quoti<strong>di</strong>ani e riviste<br />

me<strong>di</strong>che. Erano anche peggiori del file del National<br />

Cancer Institute.<br />

La stragrande maggioranza <strong>dei</strong> pazienti muore, e<br />

anche in breve tempo, <strong>di</strong>cono gli esperti… <strong>Il</strong> cancro<br />

del pancreas è <strong>di</strong> solito incurabile, fulmineo, sfibrante<br />

e doloroso… Se il cancro è <strong>di</strong>ffuso, <strong>la</strong> sopravvivenza<br />

me<strong>di</strong>a può variare da tre settimane fino a tre mesi…<br />

Da tre settimane a tre mesi.<br />

26


James rimase a fissare lo schermo del portatile.<br />

Aveva una morsa che gli serrava il petto e <strong>la</strong> go<strong>la</strong>, <strong>la</strong><br />

vista annebbiata. Cercò <strong>di</strong> dominarsi, ripetendosi che<br />

non c’era ancora nul<strong>la</strong> <strong>di</strong> certo. Poppy doveva sottoporsi<br />

a degli esami; questo non voleva <strong>di</strong>re che aveva<br />

il cancro.<br />

Ma quelle parole gli suonarono false. Da qualche<br />

tempo si era accorto che qualcosa non andava in<br />

Poppy. Qualcosa dentro <strong>di</strong> lei, era… turbato. Aveva<br />

percepito che i ritmi del suo corpo erano leggermente<br />

sfasati; era sicuro che non riusciva più a dormire adeguatamente.<br />

E il dolore – capiva sempre quando il<br />

dolore si manifestava. Ma non si era mai reso conto <strong>di</strong><br />

quanto fosse grave.<br />

Poppy invece lo sa, pensò. Nel profondo<br />

dell’animo, lei sa che sta accadendo qualcosa <strong>di</strong> spaventoso,<br />

altrimenti non mi avrebbe chiesto <strong>di</strong> fare queste<br />

ricerche. Ma cosa si aspetta da me, che vada a <strong>di</strong>rle<br />

che morirà nel giro <strong>di</strong> pochi mesi?<br />

E io dovrei restare a guardare con le mani in mano?<br />

Stirò leggermente le <strong>la</strong>bbra, scoprendo i denti. Non<br />

era un sorriso, piuttosto una smorfia feroce.<br />

Aveva visto tante volte <strong>la</strong> morte in <strong>di</strong>ciassette anni.<br />

Ne conosceva le <strong>di</strong>verse fasi, conosceva <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza<br />

fra l’attimo in cui si ferma il respiro e l’attimo in cui il<br />

cervello smette <strong>di</strong> funzionare, l’inconfon<strong>di</strong>bile pallore<br />

spettrale <strong>di</strong> un cadavere fresco. <strong>Il</strong> modo in cui i bulbi<br />

27


ocu<strong>la</strong>ri si appiattiscono circa cinque minuti dopo <strong>la</strong><br />

morte. Era un dettaglio che pochi conoscevano. Cinque<br />

minuti dopo essere spirati, gli occhi si appiattiscono<br />

e si ve<strong>la</strong>no <strong>di</strong> grigio. Dopo <strong>di</strong> che il corpo comincia<br />

a ritirarsi. Si rimpicciolisce sul serio.<br />

Poppy era già così minuta.<br />

Aveva sempre avuto paura <strong>di</strong> farle male. Sembrava<br />

così fragile, e lui poteva ferire qualcuno molto più robusto<br />

se non stava attento. Quel<strong>la</strong> era una delle ragioni<br />

per cui James aveva mantenuto una certa <strong>di</strong>stanza fra<br />

loro due.<br />

Una ragione. Ma non <strong>la</strong> principale.<br />

L’altra non era neanche in grado <strong>di</strong> esprimer<strong>la</strong> a parole,<br />

nemmeno e se stesso. Lo portava dritto sull’orlo<br />

del proibito. A fronteggiare regole che gli erano state<br />

inculcate fin dal<strong>la</strong> nascita.<br />

Nessuno del Popolo delle Tenebre poteva innamorarsi<br />

<strong>di</strong> un umano. Infrangere <strong>la</strong> legge comportava <strong>la</strong><br />

condanna a morte.<br />

Non aveva importanza. Ora sapeva cosa doveva<br />

fare. Dove doveva andare.<br />

Pronto e impassibile, James si scollegò da Internet.<br />

Si alzò in pie<strong>di</strong>, prese gli occhiali da sole e li inforcò.<br />

Uscì fuori all’impietosa luce del sole <strong>di</strong> giugno, sbattendo<br />

<strong>la</strong> porta del suo appartamento.<br />

Poppy si guardò intorno nel<strong>la</strong> stanza d’ospedale<br />

con aria infelice. Non c’era niente <strong>di</strong> partico<strong>la</strong>rmente<br />

28


spiacevole, tranne che era così fredda, ma… era una<br />

stanza d’ospedale. Era questa <strong>la</strong> verità, nascosta <strong>di</strong>etro<br />

le graziose tende rosa e blu, <strong>la</strong> televisione a circuito<br />

chiuso e il menù <strong>dei</strong> pasti decorato con i personaggi<br />

<strong>dei</strong> cartoni animati. Un posto dove venivi solo se stavi<br />

dannatamente male.<br />

Oh, an<strong>di</strong>amo, si <strong>di</strong>sse. Tirati un po’ su. Cosa ne è<br />

stato del<strong>la</strong> forza del pensiero “Poppytivo”? Dov’è<br />

“Poppyanna” ora che ne ho bisogno? E Mary “Poppyins”?<br />

Dio, mi <strong>di</strong>co battute <strong>di</strong>vertenti da so<strong>la</strong>, pensò.<br />

Ma si scoprì a sorridere debolmente, se non altro<br />

con un po’ <strong>di</strong> umorismo autolesionista. E le infermiere<br />

erano simpatiche, e il letto era davvero uno sballo. Di<br />

<strong>la</strong>to aveva un telecomando che lo faceva inclinare in<br />

ogni posizione immaginabile.<br />

Sua madre entrò nel<strong>la</strong> stanza mentre stava giocando<br />

con i pulsanti.<br />

«Ho rintracciato Cliff; arriverà più tar<strong>di</strong>. Nel frattempo,<br />

penso che faresti meglio a cambiarti, così sarai<br />

pronta per gli esami».<br />

Poppy guardò il camice da ospedale <strong>di</strong> cotone<br />

bianco e blu e provò uno spasmo doloroso che <strong>la</strong> attraversò<br />

dallo stomaco al<strong>la</strong> schiena. E una voce dentro<br />

<strong>di</strong> lei, dal più profondo dell’animo, <strong>di</strong>sse: Ti prego,<br />

non ancora. Non mi sentirò mai pronta.<br />

29


James fermò <strong>la</strong> sua Integra in un’area <strong>di</strong> parcheggio<br />

lungo Ferry Street, vicino a Stoneham. Non era una<br />

bel<strong>la</strong> zona. I turisti in visita a Los Angeles <strong>la</strong> evitavano.<br />

L’e<strong>di</strong>ficio era fatiscente e decrepito. Diversi piani<br />

erano vuoti, c’erano cartoni fissati ai vetri rotti delle<br />

finestre. Dei graffiti coprivano <strong>la</strong> superficie scrostata<br />

<strong>dei</strong> muri <strong>di</strong> cemento.<br />

Persino lo smog sembrava addensarsi lì più che altrove.<br />

L’aria stessa era gial<strong>la</strong>stra e nauseante. Come<br />

un miasma velenoso, rendeva cupa quel<strong>la</strong> splen<strong>di</strong>da<br />

giornata e immergeva il mondo in una luce sinistra e<br />

irreale.<br />

James girò intorno al pa<strong>la</strong>zzo, <strong>di</strong>retto sul retro. Lì,<br />

fra gli ingressi per lo scarico merci <strong>dei</strong> negozi sul<strong>la</strong><br />

facciata dell’e<strong>di</strong>ficio, c’era una porta non segnata da<br />

graffiti. Sull’insegna non c’era scritto nul<strong>la</strong>. Solo<br />

l’immagine <strong>di</strong> un fiore nero.<br />

Un iris nero.<br />

James bussò. La porta si socchiuse <strong>di</strong> pochi centimetri,<br />

e si affacciò un ragazzino magro con una maglietta<br />

stropicciata e due occhi piccoli e luccicanti.<br />

«Sono io, Ulf», <strong>di</strong>sse James, resistendo al<strong>la</strong> tentazione<br />

<strong>di</strong> aprire <strong>la</strong> porta con un calcio. Licantropi,<br />

pensò. Perché devono essere così territoriali?<br />

30


La porta si aprì quanto bastava per far entrare James.<br />

<strong>Il</strong> ragazzino pelle e ossa <strong>la</strong>nciò un’occhiata sospettosa<br />

fuori dal<strong>la</strong> porta e poi <strong>la</strong> richiuse.<br />

«Vai a marcare una pompa antincen<strong>di</strong>o o qualcosa<br />

del genere», gli suggerì James.<br />

<strong>Il</strong> posto aveva l’aria <strong>di</strong> un piccolo caffè. Una sa<strong>la</strong><br />

semibuia, con tavolini roton<strong>di</strong> stipati uno <strong>di</strong> fianco<br />

all’altro e se<strong>di</strong>e <strong>di</strong> legno. Qua e là erano sedute poche<br />

persone, sembravano tutti adolescenti. Due tipi stavano<br />

giocando a biliardo in fondo al<strong>la</strong> sa<strong>la</strong>.<br />

James avanzò verso un tavolo, dove sedeva una ragazza.<br />

Si tolse gli occhiali da sole e si sedette.<br />

«Ciao, Gisèle».<br />

La ragazza alzò lo sguardo. Aveva i capelli neri e<br />

gli occhi azzurri. Occhi allungati, misteriosi, che sembravano<br />

contornati da un eyeliner nero – in stile antico<br />

Egitto.<br />

Sembrava una strega, e non a caso.<br />

«James, mi sei mancato». La voce era sommessa e<br />

roca. «Come te <strong>la</strong> passi in questi giorni?» Mise le<br />

mani a coppa intorno al<strong>la</strong> cande<strong>la</strong> spenta sul tavolo e<br />

fece una rapida mossa, come se avesse <strong>la</strong>sciato vo<strong>la</strong>r<br />

via un uccello. Quando allontanò le mani, lo stoppino<br />

del<strong>la</strong> cande<strong>la</strong> prese fuoco.<br />

«Sei affascinante come al solito», gli <strong>di</strong>sse, sorridendogli<br />

nel<strong>la</strong> calda luce danzante.<br />

«Anche tu. Ma <strong>la</strong> verità è che sono qui per affari».<br />

31


La ragazza inarcò un sopracciglio. «Come sempre».<br />

«Questa volta è <strong>di</strong>verso. Volevo avere una tua…<br />

opinione professionale».<br />

Lei <strong>di</strong>stese le mani affuso<strong>la</strong>te, le unghie color argento<br />

scintil<strong>la</strong>rono al<strong>la</strong> luce del<strong>la</strong> cande<strong>la</strong>.<br />

All’in<strong>di</strong>ce portava un anello con una dalia nera. «I<br />

miei poteri sono a tua <strong>di</strong>sposizione. Vuoi invocare una<br />

male<strong>di</strong>zione su qualcuno? O forse vuoi attirare buona<br />

sorte e prosperità. So che non ti può servire un filtro<br />

d’amore».<br />

«Voglio un incantesimo… per curare una ma<strong>la</strong>ttia.<br />

Non so se deve essere specifico per quel<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia, o<br />

se potrebbe funzionare qualcosa <strong>di</strong> più generico per <strong>la</strong><br />

salute…».<br />

«James». Ridacchiò con indolenza e gli sfiorò <strong>la</strong><br />

mano, accarezzando<strong>la</strong> leggermente. «Sei proprio agitato,<br />

vero? Non ti ho mai visto così».<br />

Era vero; stava perdendo il controllo. Cercò <strong>di</strong><br />

riacquistarlo, imponendosi una calma totale.<br />

«Di che partico<strong>la</strong>re ma<strong>la</strong>ttia stiamo par<strong>la</strong>ndo?»,<br />

domandò Gisèle, visto che James era rimasto zitto.<br />

«Cancro».<br />

Gisèle reclinò <strong>la</strong> testa e rise. «Vuoi farmi credere<br />

che gente come te si amma<strong>la</strong> <strong>di</strong> cancro? Non ci credo.<br />

Chie<strong>di</strong>mi pure tutto quel che vuoi, ma non cercare <strong>di</strong><br />

convincermi che le <strong>la</strong>mie prendono le ma<strong>la</strong>ttie degli<br />

umani».<br />

32


Questa era <strong>la</strong> parte più <strong>di</strong>fficile. James <strong>di</strong>sse con<br />

calma: «La persona ma<strong>la</strong>ta non è come me. E neanche<br />

come te. È umana».<br />

<strong>Il</strong> sorriso scomparve dal viso <strong>di</strong> Gisèle. La voce<br />

non suonò più roca o indolente quando <strong>di</strong>sse:<br />

«Un’estranea? Una parassita? Sei pazzo, James?»<br />

«Lei non sa niente <strong>di</strong> me o del Mondo delle Tenebre.<br />

Non voglio infrangere alcuna legge. Voglio solo<br />

che lei stia bene».<br />

Gli occhi azzurri e allungati scrutarono il volto <strong>di</strong><br />

James. «Sei sicuro <strong>di</strong> non averle già infrante?». E<br />

quando capì che James non voleva afferrare il senso<br />

del<strong>la</strong> domanda, aggiunse a voce più bassa: «Sei sicuro<br />

<strong>di</strong> non esserti innamorato <strong>di</strong> lei?».<br />

James sostenne il suo sguardo indagatore. Parlò in<br />

tono calmo e minaccioso. «Non <strong>di</strong>re una cosa simile,<br />

se non vuoi litigare».<br />

Gisèle <strong>di</strong>stolse lo sguardo. Giocherellò con l’anello.<br />

La fiamma del<strong>la</strong> cande<strong>la</strong> perse vigore e si spense.<br />

«James, ti conosco da molto tempo», <strong>di</strong>sse senza<br />

alzare lo sguardo. «Non voglio metterti nei guai. Ti<br />

credo quando <strong>di</strong>ci che non hai infranto alcuna legge –<br />

ma credo sia meglio se <strong>di</strong>mentichiamo entrambi questa<br />

conversazione. Ora esci <strong>di</strong> qui e io farò finta che<br />

non sia successo nul<strong>la</strong>».<br />

«E l’incantesimo?»<br />

33


«Non esiste niente del genere. E anche se ci fosse,<br />

non ti aiuterei. Ora vai».<br />

James se ne andò.<br />

C’era un’altra possibilità che aveva preso in considerazione.<br />

Guidò fino a Brentwood, una zona <strong>di</strong>versa<br />

da quel<strong>la</strong> quanto un <strong>di</strong>amante da un pezzo <strong>di</strong> carbone.<br />

Parcheggiò in un posto auto coperto, vicino a un caratteristico<br />

e<strong>di</strong>ficio in mattoni essiccati al sole con una<br />

fontana. Bougainville <strong>di</strong> colore rosso e porpora si arrampicavano<br />

sui muri fino alle tegole spagnole del<br />

tetto.<br />

Passò sotto un’arcata ed entrò nel cortile, fermandosi<br />

davanti a uno stu<strong>di</strong>o con una scritta in lettere dorate<br />

sul<strong>la</strong> porta. Jasper R. Rasmussen, Ph. D. Suo padre<br />

era uno psicologo.<br />

Prima che toccasse <strong>la</strong> maniglia, <strong>la</strong> porta si aprì e ne<br />

uscì una donna. Era come <strong>la</strong> maggior parte del<strong>la</strong> pazienti<br />

<strong>di</strong> suo padre: sul<strong>la</strong> quarantina, inequivocabilmente<br />

ricca, in tenuta da jogging griffata e sandali con<br />

il tacco alto.<br />

Aveva un’aria confusa e sognante, e sul collo presentava<br />

due piccole punture già in via <strong>di</strong> guarigione.<br />

James entrò nello stu<strong>di</strong>o. C’era una sa<strong>la</strong> d’attesa,<br />

ma nessuno a ricevere i pazienti. Dallo stu<strong>di</strong>o interno<br />

si <strong>di</strong>ffondeva un’aria <strong>di</strong> Mozart. James bussò al<strong>la</strong><br />

porta.<br />

«Papà?».<br />

34


La porta si aprì e apparve un uomo attraente con i<br />

capelli neri. Indossava un impeccabile completo grigio<br />

<strong>di</strong> sartoria e una camicia con polsini al<strong>la</strong> francese.<br />

Aveva un’aria autorevole e risoluta.<br />

Ma non c’era calore nel<strong>la</strong> sua espressione. Disse:<br />

«Cosa c’è, James», con lo stesso tono che riservava ai<br />

suoi clienti: premuroso, ponderato, sicuro <strong>di</strong> sé.<br />

«Hai un minuto?».<br />

<strong>Il</strong> padre <strong>la</strong>nciò un’occhiata al suo Rolex. «A <strong>di</strong>re il<br />

vero il prossimo paziente non sarà qui prima <strong>di</strong><br />

mezz’ora».<br />

«Devo par<strong>la</strong>rti <strong>di</strong> una cosa».<br />

Suo padre lo guardò intensamente, poi gli in<strong>di</strong>cò<br />

una se<strong>di</strong>a troppo imbottita. James si accomodò, ma poi<br />

si spostò in avanti e preferì sedersi sul bordo.<br />

«Cosa ti preoccupa?».<br />

James cercò le parole adatte. Era assolutamente necessario<br />

che suo padre capisse. Ma quali erano le parole<br />

adatte? Al<strong>la</strong> fine ripiegò sul<strong>la</strong> franchezza.<br />

«Si tratta <strong>di</strong> Poppy. È da un po’ che sta male, e ora<br />

pensano che abbia un cancro».<br />

<strong>Il</strong> dottor Rasmussen sembrò sorpreso. «Mi <strong>di</strong>spiace».<br />

Ma non c’era alcuna afflizione nel<strong>la</strong> sua voce.<br />

«Ed è uno <strong>dei</strong> peggiori. Incre<strong>di</strong>bilmente doloroso, e<br />

incurabile quasi al cento per cento».<br />

«Che <strong>di</strong>sgrazia». La voce del padre tradì solo una<br />

lieve sorpresa. E all’improvviso James ne intuì <strong>la</strong><br />

35


causa. Non era sorpreso che Poppy fosse ma<strong>la</strong>ta; era<br />

sorpreso che James fosse andato da lui a <strong>di</strong>rglielo.<br />

«Papà, se lei ha questa forma <strong>di</strong> cancro, morirà.<br />

Non ha alcuna importanza per te?».<br />

<strong>Il</strong> dottor Rasmussen unì le mani davanti al viso e<br />

fissò il piano lucido del<strong>la</strong> scrivania in mogano. Parlò<br />

adagio, ma con tono deciso. «James, abbiamo già affrontato<br />

questo argomento. Tu sai che tua madre e io<br />

siamo preoccupati perché sei troppo affezionato a<br />

Poppy. Troppo… attaccato… a lei».<br />

James provò un impeto <strong>di</strong> gelida rabbia. «Come mi<br />

ero affezionato al<strong>la</strong> signorina Emma?»<br />

<strong>Il</strong> padre non battè ciglio. «Qualcosa del genere».<br />

James cercò <strong>di</strong> scacciare le immagini che volevano<br />

formarsi nel<strong>la</strong> sua mente. Ora non poteva pensare al<strong>la</strong><br />

signorina Emma; doveva mantenere un atteggiamento<br />

<strong>di</strong>staccato. Era l’unico modo per convincere suo padre.<br />

«Papà, quel che sto cercando <strong>di</strong> <strong>di</strong>rti è che conosco<br />

Poppy praticamente da una vita. Mi serve».<br />

«In che modo? Non certo nel modo comune. Non ti<br />

sei mai nutrito da lei, vero?».<br />

James deglutì, provando un senso <strong>di</strong> nausea. Nutrirsi<br />

da Poppy? Usar<strong>la</strong> in quel modo? <strong>Il</strong> solo pensiero<br />

lo <strong>di</strong>sgustava.<br />

36


«Papà, è mia amica», <strong>di</strong>sse rinunciando a qualsiasi<br />

pretesa <strong>di</strong> obiettività. «Semplicemente non posso veder<strong>la</strong><br />

soffrire. Non ci riesco. Devo fare qualcosa».<br />

<strong>Il</strong> volto del padre si rischiarò. «Capisco».<br />

James si sentì stor<strong>di</strong>to da un senso <strong>di</strong> insperato sollievo.<br />

«Capisci?»<br />

«James, a volte è impossibile reprimere un certo<br />

sentimento <strong>di</strong>… compassione per gli umani. In generale,<br />

non lo incoraggerei, ma tu conosci Poppy da<br />

moltissimo tempo. Non vuoi che soffra. Se vuoi abbreviare<br />

le sue sofferenze, allora sì, ti capisco».<br />

<strong>Il</strong> senso <strong>di</strong> sollievo provato poco prima crollò miseramente.<br />

Fissò il padre per qualche secondo, poi <strong>di</strong>sse<br />

con calma: «Eutanasia? Pensavo che gli Anziani avessero<br />

vietato soluzioni simili».<br />

«Usa una ragionevole prudenza. Fino a quando<br />

sembrerà una morte naturale, nessuno <strong>di</strong> noi ci farà<br />

caso. Non ci sarà motivo per far intervenire gli Anziani».<br />

James sentì uno strano gusto metallico in bocca. Si<br />

alzò in pie<strong>di</strong> e rise brevemente. «Grazie, papà. Mi sei<br />

stato davvero <strong>di</strong> grande aiuto».<br />

Suo padre sembrò non cogliere il sarcasmo. «Ne<br />

sono felice, James. A proposito, come vanno le cose<br />

negli appartamenti?»<br />

«Bene», rispose James con in<strong>di</strong>fferenza.<br />

«E <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>?»<br />

37


«La scuo<strong>la</strong> è finita, papà», replicò James, e uscì.<br />

Nel cortile, si appoggiò al muro <strong>di</strong> mattoni e rimase<br />

a fissare gli zampilli d’acqua del<strong>la</strong> fontana.<br />

Non aveva altre alternative. Né speranze. Le leggi<br />

del Mondo delle Tenebre erano chiare.<br />

Se Poppy era ma<strong>la</strong>ta <strong>di</strong> cancro, sarebbe morta.<br />

38


Capitolo 4<br />

Poppy stava fissando senza appetito il vassoio del<strong>la</strong><br />

cena con pollo e patatine fritte, quando il dottor Franklin<br />

entrò nel<strong>la</strong> stanza.<br />

Aveva fatto i test. La TAC era stata sopportabile, anche<br />

se c<strong>la</strong>ustrofobica, ma il CPRE era stato orribile. Sentiva<br />

ancora <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> quel tubo in go<strong>la</strong> ogni volta che<br />

deglutiva.<br />

«Non vorrai rinunciare a questo delizioso cibo<br />

d’ospedale?», le chiese il dottor Franklin con garbato<br />

umorismo. Poppy riuscì a sorridergli.<br />

<strong>Il</strong> dottore continuò a par<strong>la</strong>rle del più e del meno. Non<br />

<strong>di</strong>sse nul<strong>la</strong> sui risultati degli esami clinici, e Poppy non<br />

aveva idea <strong>di</strong> quando avrebbe affrontato l’argomento.<br />

Eppure il comportamento del dottore <strong>la</strong> insospettì. Qualcosa<br />

nel<strong>la</strong> sua espressione, <strong>la</strong> delicatezza con cui le <strong>di</strong>ede<br />

un buffetto sul piede o quelle ombre sotto i suoi occhi…<br />

Quando suggerì con noncuranza che forse <strong>la</strong> madre <strong>di</strong><br />

Poppy avrebbe gra<strong>di</strong>to «fare due passi lungo il corridoio»,<br />

i sospetti <strong>di</strong> Poppy si concretizzarono.<br />

Vuole par<strong>la</strong>re con lei. Conosce i risultati degli esami,<br />

ma non vuole che io li sappia.<br />

39


Nello stesso istante, formulò un piano. Sba<strong>di</strong>gliò, poi<br />

<strong>di</strong>sse: «Vai pure, mamma; mi è venuto sonno». Si <strong>di</strong>stese<br />

e chiuse gli occhi.<br />

Non appena furono usciti dal<strong>la</strong> stanza, scese dal letto.<br />

Li osservò allontanarsi lungo il corridoio e oltrepassare<br />

una porta. Poi, con solo le calze ai pie<strong>di</strong>, li seguì.<br />

Perse qualche minuto davanti al<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> delle infermiere.<br />

«Ho bisogno <strong>di</strong> sgranchirmi le gambe», <strong>di</strong>sse<br />

quando ricevette un’occhiata interrogativa, e finse <strong>di</strong> passeggiare<br />

senza una meta precisa. Appena l’infermiera<br />

prese una cartel<strong>la</strong> ed entrò nel<strong>la</strong> stanza <strong>di</strong> un paziente,<br />

Poppy percorse in fretta il corridoio.<br />

La porta in fondo era quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> d’attesa –<br />

l’aveva vista prima. Era fornita <strong>di</strong> TV e <strong>di</strong> un angolo<br />

cottura per consentire ai parenti <strong>di</strong> mettersi a proprio<br />

agio. La porta era socchiusa, e Poppy si avvicinò furtivamente.<br />

Riconobbe il basso borbottio del<strong>la</strong> voce del<br />

dottor Franklin, ma non riuscì a capire cosa stesse <strong>di</strong>cendo.<br />

Con estrema caute<strong>la</strong> si accostò al<strong>la</strong> soglia e azzardò<br />

un’occhiata all’interno.<br />

Vide subito che non c’era bisogno <strong>di</strong> essere così circospetta.<br />

Tutti erano completamente assorbiti dal<strong>la</strong> conversazione.<br />

<strong>Il</strong> dottor Franklin sedeva su un <strong>di</strong>vano. Accanto a lui<br />

c’era una donna afroamericana con gli occhiali fissati a<br />

40


una catenel<strong>la</strong> intorno al collo. Anche lei indossava un<br />

camice bianco.<br />

Sull’altro <strong>di</strong>vano era seduto il patrigno <strong>di</strong> Poppy, Cliff.<br />

I capelli neri, <strong>di</strong> solito impeccabilmente in or<strong>di</strong>ne, erano<br />

un po’ spettinati, e <strong>la</strong> mascel<strong>la</strong> solida era contratta nervosamente.<br />

Cingeva <strong>la</strong> moglie con un braccio. <strong>Il</strong> dottor<br />

Franklin si stava rivolgendo a entrambi, con <strong>la</strong> mano posata<br />

sul<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> <strong>di</strong> sua madre.<br />

E <strong>la</strong> mamma stava singhiozzando.<br />

Poppy arretrò.<br />

Oh, mio Dio. Ce l’ho.<br />

Non aveva mai visto sua madre piangere prima<br />

d’allora. Neanche quando era morta <strong>la</strong> nonna, o durante il<br />

<strong>di</strong>vorzio del padre. La specialità <strong>di</strong> sua madre era far<br />

fronte alle <strong>di</strong>fficoltà: nessuno ci riusciva meglio <strong>di</strong> lei.<br />

Ma adesso…<br />

Ce l’ho. Senza dubbio.<br />

Eppure, forse non era così grave. La mamma era<br />

scioccata, ok, ma era naturale. Ma questo non voleva <strong>di</strong>re<br />

che Poppy stesse per morire o roba del genere. Poppy<br />

poteva contare su tutte le risorse del<strong>la</strong> me<strong>di</strong>cina moderna.<br />

Continuò a ripeterselo, mentre si allontanava lentamente<br />

dal<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> d’attesa.<br />

Forse troppo lentamente. Prima che fosse fuori portata<br />

d’orecchio, udì <strong>la</strong> voce del<strong>la</strong> mamma, resa stridu<strong>la</strong><br />

dall’angoscia.<br />

«La mia bambina. Oh, <strong>la</strong> mia picco<strong>la</strong>».<br />

41


Poppy si sentì ge<strong>la</strong>re.<br />

Poi fu <strong>la</strong> volta <strong>di</strong> Cliff, con voce alta e irritata: «Sta<br />

cercando <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi che non si può fare niente?».<br />

Ormai Poppy non sentiva più neanche il proprio respiro.<br />

Lottando contro se stessa, tornò in<strong>di</strong>etro, verso <strong>la</strong><br />

porta.<br />

«La dottoressa Loftus è oncologa; un’esperta <strong>di</strong> questo<br />

tipo <strong>di</strong> tumore. Può spiegarvi <strong>la</strong> situazione meglio <strong>di</strong><br />

quanto possa fare io», stava <strong>di</strong>cendo il dottor Franklin.<br />

Poi le giunse un’altra voce – <strong>la</strong> dottoressa. Sulle prime<br />

Poppy riuscì ad afferrare soltanto parole sparse che sembravano<br />

non voler <strong>di</strong>re nul<strong>la</strong>: adenocarcinoma, occlusione<br />

del<strong>la</strong> vena splenica, Fase 3. Linguaggio me<strong>di</strong>co.<br />

Poi <strong>la</strong> sentì aggiungere: «Per <strong>di</strong>r<strong>la</strong> in parole semplici, il<br />

problema è che il tumore è <strong>di</strong>ffuso. Si è esteso al fegato e<br />

ai linfono<strong>di</strong> intorno al pancreas. Questo significa che non<br />

è più possibile asportarlo – non possiamo operare».<br />

Intervenne Cliff: «Ma <strong>la</strong> chemioterapia…».<br />

«Potremmo tentare una combinazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia e<br />

chemioterapia con un farmaco chiamato fluorouracile. Ci<br />

ha già dato qualche risultato. Ma non voglio illudervi.<br />

Nel<strong>la</strong> migliore delle ipotesi può prolungare il tempo <strong>di</strong><br />

sopravvivenza <strong>di</strong> alcune settimane. A questo punto,<br />

stiamo considerando <strong>di</strong> intervenire con cure palliative –<br />

per ridurre il dolore e migliorare <strong>la</strong> qualità del tempo che<br />

le resta. È tutto chiaro?».<br />

42


Poppy sentiva i singhiozzi soffocati del<strong>la</strong> madre, ma<br />

non <strong>la</strong> commuovevano. Le sembrava <strong>di</strong> ascoltare un<br />

dramma al<strong>la</strong> ra<strong>di</strong>o. Qualcosa che non aveva niente a che<br />

fare con lei.<br />

<strong>Il</strong> dottor Franklin <strong>di</strong>sse: «Ci sono alcuni protocolli <strong>di</strong><br />

ricerca proprio qui nel<strong>la</strong> California del Sud. Sono in<br />

corso esperimenti con l’immunoterapia e <strong>la</strong> chirurgia<br />

criogenica. Tuttavia, anche in questo caso stiamo par<strong>la</strong>ndo<br />

<strong>di</strong> palliativi più che <strong>di</strong> una terapia vera e propria…».<br />

«Dannazione!», esplose Cliff. «Stiamo par<strong>la</strong>ndo <strong>di</strong><br />

una ragazzina! Come è potuta arrivare fino a… al<strong>la</strong> Fase<br />

3… senza che nessuno se ne accorgesse? Solo due giorni<br />

fa ha bal<strong>la</strong>to per tutta <strong>la</strong> notte».<br />

«Signor Hilgard, sono deso<strong>la</strong>ta», <strong>di</strong>sse <strong>la</strong> dottoressa<br />

Loftus con una voce così sommessa che Poppy riuscì a<br />

ma<strong>la</strong>pena a cogliere le parole. «Questa tipologia <strong>di</strong> tumore<br />

viene definita “ma<strong>la</strong>ttia silenziosa”, perché manifesta<br />

pochissimi sintomi prima <strong>di</strong> raggiungere uno sta<strong>di</strong>o<br />

avanzato. Per questo motivo il tasso <strong>di</strong> sopravvivenza è<br />

così basso. E devo riconoscere che Poppy è soltanto <strong>la</strong><br />

seconda adolescente con questo tipo <strong>di</strong> tumore che io abbia<br />

conosciuto. <strong>Il</strong> dottor Franklin ha formu<strong>la</strong>to una <strong>di</strong>agnosi<br />

estremamente accorta quando ha deciso <strong>di</strong> far<strong>la</strong> ricoverare<br />

qui per sottopor<strong>la</strong> agli esami».<br />

43


«Io avrei dovuto accorgermene», <strong>di</strong>sse <strong>la</strong> madre <strong>di</strong><br />

Poppy con <strong>la</strong> voce impastata. «Avrei dovuto portar<strong>la</strong> qui<br />

prima. Avrei dovuto… avrei dovuto…».<br />

Si udì il rumore <strong>di</strong> un colpo. Poppy sbirciò dal<strong>la</strong> soglia<br />

del<strong>la</strong> porta, <strong>di</strong>menticando ogni caute<strong>la</strong>. La madre stava<br />

battendo <strong>la</strong> mano sul tavolo <strong>di</strong> formica, più e più volte.<br />

Cliff stava cercando <strong>di</strong> fermar<strong>la</strong>.<br />

Poppy si ritrasse.<br />

Oh, Dio, devo andarmene da qui. Non posso assistere<br />

a tutto questo. Non lo sopporto.<br />

Si girò e percorse a ritroso il corridoio. Le gambe si<br />

muovevano. Proprio come sempre. Incre<strong>di</strong>bile che riuscisse<br />

a muoverle.<br />

E ogni cosa intorno a lei era come sempre. La sa<strong>la</strong><br />

delle infermiere era ancora addobbata per <strong>la</strong> festa del 4<br />

luglio. La sua valigia era ancora sul<strong>la</strong> panca imbottita<br />

sotto <strong>la</strong> finestra del<strong>la</strong> stanza. <strong>Il</strong> pavimento <strong>di</strong> legno era<br />

ancora solido sotto i suoi pie<strong>di</strong>.<br />

Tutto era come prima – ma come era possibile? Come<br />

potevano le mura stare ancora in pie<strong>di</strong>? E <strong>la</strong> TV trasmettere<br />

a tutto volume nel<strong>la</strong> stanza accanto?<br />

Sto per morire, pensò Poppy.<br />

Strano, ma non aveva paura. Quel che provava era un<br />

enorme stupore, che continuò a crescere, sempre più, e<br />

ogni pensiero veniva interrotto da quelle tre parole.<br />

È colpa mia perché (sto per morire) non sono andata<br />

prima dal dottore.<br />

44


Cliff ha detto “dannazione” per me (sto per morire).<br />

Non sapevo che tenesse a me al punto <strong>di</strong> imprecare.<br />

Una serie <strong>di</strong> pensieri continuava a vorticarle nel<strong>la</strong><br />

mente.<br />

Qualcosa dentro <strong>di</strong> me, pensò. Sto per morire per<br />

qualcosa che è dentro <strong>di</strong> me, come gli alieni in quel film.<br />

È dentro <strong>di</strong> me adesso. In questo preciso momento.<br />

Posò entrambe le mani sullo stomaco, poi si tirò su <strong>la</strong><br />

maglietta e scrutò l’addome. La pelle era liscia, immaco<strong>la</strong>ta.<br />

Non sentiva alcun dolore.<br />

Ma è qui dentro, e io sto per morire per causa sua.<br />

Morire presto. Tra quanto tempo? Non li ho sentiti par<strong>la</strong>re<br />

<strong>di</strong> tempi.<br />

Ho bisogno <strong>di</strong> James.<br />

Poppy si allungò per prendere il telefono, con <strong>la</strong> sensazione<br />

che <strong>la</strong> sua mano fosse staccata dal corpo. Digitò<br />

il numero, pensando: Ti prego, devi esserci.<br />

Ma questa volta non funzionò. <strong>Il</strong> telefono squillò a<br />

vuoto. Quando si inserì <strong>la</strong> segreteria telefonica, Poppy<br />

registrò: «Chiamami in ospedale». Poi attaccò e rimase a<br />

fissare <strong>la</strong> caraffa <strong>di</strong> p<strong>la</strong>stica con l’acqua fresca posata sul<br />

como<strong>di</strong>no.<br />

Rientrerà a casa più tar<strong>di</strong>, pensò. E mi chiamerà. Devo<br />

solo resistere fino ad allora.<br />

Non era sicura del perché le fosse venuto in mente, ma<br />

all’improvviso <strong>di</strong>venne il suo unico obiettivo. Resistere<br />

fin quando non avesse potuto par<strong>la</strong>re con James. Fino a<br />

45


quel momento non doveva pensare ad altro, doveva soltanto<br />

sopravvivere. Dopo aver par<strong>la</strong>to con James, sarebbe<br />

stata in grado <strong>di</strong> capire cosa avrebbe dovuto provare, e<br />

cosa avrebbe dovuto fare.<br />

Qualcuno bussò piano al<strong>la</strong> porta. Poppy trasalì, mentre<br />

sua madre e Cliff entravano nel<strong>la</strong> stanza. Per un istante<br />

riuscì a vedere solo i loro volti, che le comunicarono <strong>la</strong><br />

strana sensazione <strong>di</strong> essere sospesi nell’aria.<br />

La mamma aveva gli occhi gonfi e arrossati. Cliff era<br />

pallido, come un foglio <strong>di</strong> carta spiegazzato, e l’ombra<br />

scura del<strong>la</strong> barba non rasata faceva risaltare ancor <strong>di</strong> più<br />

il suo pallore.<br />

Oh, mio Dio, sono venuti per <strong>di</strong>rmelo? Non possono;<br />

non possono costringermi ad ascoltare.<br />

Provò l’improvviso impulso <strong>di</strong> fuggire. Stava per abbandonarsi<br />

al panico.<br />

Ma <strong>la</strong> madre <strong>di</strong>sse: «Tesoro, sono venuti a trovarti alcuni<br />

amici. Questo pomeriggio Phil li ha avvertiti che eri<br />

in ospedale, e sono appena arrivati».<br />

James, pensò Poppy, sentendosi libera dal peso che le<br />

opprimeva il petto. Ma James non era fra i ragazzi che si<br />

affol<strong>la</strong>rono nel vano del<strong>la</strong> porta. Erano più che altro<br />

compagne <strong>di</strong> scuo<strong>la</strong>.<br />

Non importa. Mi chiamerà più tar<strong>di</strong>. Non devo pensarci<br />

adesso.<br />

In realtà, fu impossibile pensare con <strong>la</strong> stanza piena <strong>di</strong><br />

ospiti. E fu un bene. Era incre<strong>di</strong>bile che Poppy riuscisse a<br />

46


stare lì seduta a chiacchierare, quando una parte <strong>di</strong> lei era<br />

più lontana <strong>di</strong> Nettuno. Ma lo fece, e servì a tenerle il<br />

cervello occupato.<br />

Nessuno <strong>di</strong> quei ragazzi aveva idea <strong>di</strong> quanto fossero<br />

gravi le sue con<strong>di</strong>zioni. Neanche Phil, che era nel suo<br />

miglior spirito fraterno, gentile e premuroso. Par<strong>la</strong>rono <strong>di</strong><br />

cose normali: feste, pattinaggio, musica, libri. Cose che<br />

appartenevano al<strong>la</strong> vecchia vita <strong>di</strong> Poppy, che d’un tratto<br />

sembrava lontano cento anni.<br />

Anche Cliff chiacchierò, più amabile <strong>di</strong> quanto fosse<br />

mai stato dai giorni in cui corteggiava <strong>la</strong> madre <strong>di</strong> Poppy.<br />

Ma al<strong>la</strong> fine se ne andarono tutti. Tranne <strong>la</strong> mamma.<br />

Di quando in quando <strong>la</strong> toccava, con le mani scosse da un<br />

lieve fremito. Se non lo sapessi già, lo capirei adesso, si<br />

<strong>di</strong>sse Poppy. Questo comportamento non è da lei.<br />

«Penso che stanotte mi fermerò qui», le <strong>di</strong>sse <strong>la</strong> madre,<br />

senza riuscire a far<strong>la</strong> apparire come una decisione<br />

presa sul momento. «L’infermiera ha detto che posso<br />

dormire sul<strong>la</strong> panca sotto <strong>la</strong> finestra; in effetti è un <strong>di</strong>vano<br />

per genitori. Devo solo decidere se è il caso che io<br />

vada prima a casa a prendere qualcosa».<br />

«Sì, vai», <strong>la</strong> incoraggiò Poppy. Non c’era altro che<br />

potesse <strong>di</strong>re, se doveva ancora fingere <strong>di</strong> non sapere<br />

niente. Inoltre, <strong>la</strong> mamma aveva certamente bisogno <strong>di</strong><br />

stare un po’ <strong>di</strong> tempo da so<strong>la</strong>, fuori da quell’ospedale.<br />

47


Appena sua madre fu uscita, entrò un’infermiera con<br />

una blusa a fiori e pantaloni ver<strong>di</strong> per misurarle <strong>la</strong> temperatura<br />

e <strong>la</strong> pressione. Poi Poppy rimase so<strong>la</strong>.<br />

Era tar<strong>di</strong>. C’era ancora una TV accesa, però lontano<br />

dal<strong>la</strong> sua stanza. La porta era socchiusa, ma il corridoio<br />

all’esterno era scarsamente illuminato. Sembrava che il<br />

silenzio fosse ca<strong>la</strong>to sull’intera corsia.<br />

Si sentì davvero so<strong>la</strong>, e il dolore cominciò a morder<strong>la</strong><br />

nel profondo. Sotto <strong>la</strong> pelle liscia dell’addome, il tumore<br />

si stava facendo riconoscere.<br />

E, peggio <strong>di</strong> ogni altra cosa, James non aveva telefonato.<br />

Come poteva non chiamar<strong>la</strong>? Non capiva che aveva<br />

bisogno <strong>di</strong> lui?<br />

Non sapeva per quanto tempo sarebbe riuscita a non<br />

pensare a Quello.<br />

Forse <strong>la</strong> cosa migliore era tentare <strong>di</strong> dormire. Perdere<br />

coscienza. Allora non avrebbe potuto pensare.<br />

Ma non appena spense <strong>la</strong> luce e provò a chiudere gli<br />

occhi, <strong>dei</strong> fantasmi cominciarono a turbinarle intorno.<br />

Non immagini <strong>di</strong> graziose ragazze senza capelli. Scheletri.<br />

Bare. E un’oscurità senza fine.<br />

Se muoio, non resterò qui. Andrò da qualche parte? O<br />

semplicemente smetterò <strong>di</strong> esistere?<br />

Era <strong>la</strong> cosa più terrificante che avesse mai immaginato,<br />

non esistere. E adesso ci stava decisamente pensando,<br />

era più forte <strong>di</strong> lei. Stava per perdere il controllo.<br />

Un’ansia galoppante <strong>la</strong> consumava, facendo<strong>la</strong> rabbrivi-<br />

48


<strong>di</strong>re sotto le lenzuo<strong>la</strong> ruvide e <strong>la</strong> coperta leggera. Sto per<br />

morire, sto per morire, sto per…<br />

«Poppy?»<br />

Spa<strong>la</strong>ncò gli occhi. Per un istante non riuscì a identificare<br />

<strong>la</strong> sagoma scura nel<strong>la</strong> stanza in penombra. Ebbe<br />

l’allucinante sensazione che <strong>la</strong> Morte in persona fosse<br />

venuta a prender<strong>la</strong>.<br />

Poi azzardò: «James?»<br />

«Non sapevo se ti eri già addormentata».<br />

Poppy allungò <strong>la</strong> mano verso l’interruttore del<strong>la</strong> luce<br />

accanto al letto, ma James <strong>di</strong>sse: «No, <strong>la</strong>scia stare. Sono<br />

dovuto passare <strong>di</strong> nascosto davanti al<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> delle infermiere<br />

e non voglio che mi buttino fuori».<br />

Poppy deglutì, stringendo fra le mani una piega del<br />

lenzuolo. «Sono felice che tu sia qui», <strong>di</strong>sse. «Credevo<br />

che non saresti venuto». Avrebbe tanto voluto gettarsi fra<br />

le sue braccia e singhiozzare, gridare.<br />

Ma non lo fece. Non perché non avesse mai fatto<br />

niente del genere con lui prima <strong>di</strong> allora, era per qualcosa<br />

che percepiva in lui e che <strong>la</strong> bloccava. Qualcosa che non<br />

riusciva a identificare, ma che le comunicava una sorta<br />

<strong>di</strong>… paura.<br />

Forse <strong>la</strong> sua postura? Oppure il fatto che non vedeva il<br />

suo volto? Tutto quel che sapeva era che all’improvviso<br />

James le pareva un estraneo.<br />

<strong>Il</strong> ragazzo si girò e chiuse adagio <strong>la</strong> porta massiccia.<br />

49


Buio. La luce adesso proveniva solo dal<strong>la</strong> finestra.<br />

Poppy si sentì stranamente iso<strong>la</strong>ta dal resto dell’ospedale,<br />

dal resto del mondo.<br />

E sarebbe stato magnifico trovarsi so<strong>la</strong> con James,<br />

protetta da qualsiasi pericolo. Se solo non avesse provato<br />

quel<strong>la</strong> strana sensazione <strong>di</strong> estraneità, come se non lo riconoscesse.<br />

«Hai saputo i risultati degli esami», le <strong>di</strong>sse con<br />

calma. Non era una domanda.<br />

«Mamma non sa che io so», replicò Poppy. Come riusciva<br />

a par<strong>la</strong>re in modo coerente quando avrebbe voluto<br />

soltanto gridare? «Ho sentito per caso quel che le <strong>di</strong>cevano<br />

i dottori… James, ce l’ho. E… non perdona; è un<br />

tipo <strong>di</strong> tumore che non perdona. Hanno detto che si è già<br />

esteso. Hanno detto che sto per…». Non riuscì a pronunciare<br />

l’ultima paro<strong>la</strong>, anche se le stava ur<strong>la</strong>ndo nel<strong>la</strong> testa.<br />

«Stai per morire», <strong>di</strong>sse per lei James. Eppure sembrava<br />

tranquillo e control<strong>la</strong>to. Distaccato.<br />

«Mi sono documentato», proseguì James, avvicinandosi<br />

al<strong>la</strong> finestra per guardare fuori. «So che non perdona.<br />

Gli articoli che ho letto par<strong>la</strong>no <strong>di</strong> grande sofferenza.<br />

Dolori terribili».<br />

«James», ansimò Poppy.<br />

«A volte devono intervenire chirurgicamente solo per<br />

eliminare il dolore. Ma qualunque cosa facciano, non<br />

servirà a salvarti. Possono imbottirti <strong>di</strong> sostanze chimiche<br />

50


e bersagliarti <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni, ma morirai comunque. Probabilmente<br />

prima del<strong>la</strong> fine dell’estate».<br />

«James…».<br />

«Sarà <strong>la</strong> tua ultima estate…».<br />

«James, per amor <strong>di</strong> Dio!». Fu quasi un grido. Poppy<br />

respirava con affanno, cercando <strong>di</strong> prendere grosse boccate<br />

d’aria, aggrappata alle coperte. «Perché mi fai questo?»<br />

Lui si voltò e le afferrò il polso, chiudendo le <strong>di</strong>ta sopra<br />

il braccialetto <strong>di</strong> p<strong>la</strong>stica dell’ospedale. «Voglio che<br />

tu capisca che non possono aiutarti», <strong>di</strong>sse, sfinito e rabbioso.<br />

«Lo capisci?»<br />

«Sì, lo capisco», <strong>di</strong>sse Poppy. Percepì l’isteria crescente<br />

nel<strong>la</strong> propria voce. «Sei venuto per <strong>di</strong>rmi questo?<br />

Vuoi uccidermi prima del tempo?»<br />

Le <strong>di</strong>ta del giovane, si serrarono dolorosamente intorno<br />

al suo polso. «No! Io voglio salvarti». Poi emise un<br />

lungo sospiro e ripetè quelle parole con più calma, ma<br />

con <strong>la</strong> stessa intensità. «Io voglio salvarti, Poppy».<br />

La ragazza passò alcuni minuti cercando <strong>di</strong> inspirare<br />

ed espirare rego<strong>la</strong>rmente. Non era facile riuscirci senza<br />

sciogliersi in singhiozzi. «Bene, non puoi», <strong>di</strong>sse al<strong>la</strong><br />

fine. «Nessuno può».<br />

«È qui che ti sbagli». Le liberò delicatamente il polso<br />

e afferrò <strong>la</strong> ringhiera del letto. «Poppy, c’è qualcosa che<br />

devo <strong>di</strong>rti. Qualcosa che mi riguarda».<br />

51


«James…». Ora Poppy riusciva <strong>di</strong> nuovo a respirare,<br />

ma non sapeva cosa <strong>di</strong>re. James sembrava impazzito. In<br />

un certo senso, se tutto il resto non fosse stato così orribile,<br />

si sarebbe sentita lusingata. James aveva abbandonato<br />

<strong>la</strong> consueta freddezza nei suoi confronti. Era talmente<br />

sconvolto dal<strong>la</strong> sua situazione da uscire completamente<br />

dai binari.<br />

«Ti importa davvero», gli <strong>di</strong>sse con un filo <strong>di</strong> voce ed<br />

una risatina che si spense in un singhiozzo. Posò <strong>la</strong> mano<br />

su quel<strong>la</strong> del ragazzo.<br />

James rispose con una brusca ridata. Sfilò <strong>la</strong> mano per<br />

afferrare con forza quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Poppy; poi <strong>la</strong> ritirò. «Tu non<br />

hai idea», <strong>di</strong>sse con voce tesa e innaturale.<br />

Guardando fuori dal<strong>la</strong> finestra, aggiunse: «Tu pensi <strong>di</strong><br />

conoscere tutto <strong>di</strong> me, ma non è così. C’è qualcosa <strong>di</strong><br />

molto importante che non sai».<br />

Ormai Poppy era completamente stor<strong>di</strong>ta. Non capiva<br />

come mai James continuasse a par<strong>la</strong>re <strong>di</strong> se stesso<br />

quando era lei quel<strong>la</strong> che stava per morire. Ma cercò <strong>di</strong><br />

chiamare a raccolta un po’ <strong>di</strong> dolcezza per il suo vecchio<br />

amico e <strong>di</strong>sse: «Puoi <strong>di</strong>rmi qualunque cosa. Lo sai».<br />

«Ma è qualcosa a cui non vorrai credere. Senza <strong>di</strong>re<br />

che così infrangerò <strong>la</strong> legge».<br />

«La legge?»<br />

«La legge. Agisco secondo leggi <strong>di</strong>verse dalle tue. Le<br />

leggi degli uomini non significano molto per noi, ma le<br />

nostre sono ritenute invio<strong>la</strong>bili».<br />

52


«James», <strong>di</strong>sse Poppy, sgomenta. L’amico stava davvero<br />

perdendo <strong>la</strong> ragione.<br />

«Non so quale sia il modo migliore per <strong>di</strong>rtelo. Mi<br />

sembra <strong>di</strong> essere un personaggio <strong>di</strong> qualche scadente film<br />

dell’orrore». Si strinse nelle spalle, e parlò senza voltarsi.<br />

«So che suona strano, ma… Poppy, io sono un vampiro».<br />

Per un momento, <strong>la</strong> ragazza rimase immobile, seduta<br />

sul letto. Poi allungò nervosamente <strong>la</strong> mano verso il como<strong>di</strong>no,<br />

cercando qualcosa a tentoni. Le <strong>di</strong>ta si chiusero<br />

su una pi<strong>la</strong> <strong>di</strong> ciotole <strong>di</strong> p<strong>la</strong>stica a forma <strong>di</strong> mezzaluna e<br />

le scaraventò tutte contro <strong>di</strong> lui.<br />

«Bastardo!», gridò, cercando qualcos’altro da <strong>la</strong>nciare.<br />

53


Capitolo 5<br />

James schivò il libro <strong>la</strong>nciatogli dall’amica.<br />

«Poppy…».<br />

«Bastardo! Serpe! Come puoi farmi questo? Sei un viziato,<br />

egoista, immaturo…».<br />

«Shhh! Ti sentiranno…».<br />

«Mi sentano pure! Eccomi qui, ho appena scoperto<br />

che sto per morire, e tutto quel che ti viene in mente è<br />

giocarmi questo brutto scherzo? Questo scherzo stupido e<br />

<strong>di</strong>sgustoso. Non riesco a crederci. Pensi che sia <strong>di</strong>vertente?»,<br />

infierì, finchè le mancò il fiato. James, che fino a<br />

quel momento aveva tentato <strong>di</strong> calmare a gesti <strong>la</strong> sua<br />

collera, si arrese e guardò in <strong>di</strong>rezione del<strong>la</strong> porta.<br />

«Ecco l’infermiera».<br />

«Bene, le chiederò <strong>di</strong> buttarti fuori», <strong>di</strong>sse Poppy. La<br />

rabbia si era consumata, <strong>la</strong>sciando il posto alle <strong>la</strong>crime.<br />

Non si era mai sentita così, completamente tra<strong>di</strong>ta e abbandonata.<br />

«Sai che ti <strong>di</strong>co? Ti o<strong>di</strong>o!», concluse.<br />

Si aprì <strong>la</strong> porta. Era l’infermiera con <strong>la</strong> blusa a fiori e i<br />

pantaloni ver<strong>di</strong>. «C’è qualcosa che non va qui?», domandò,<br />

accendendo <strong>la</strong> luce. Poi vide James. «Bene, bene,<br />

ve<strong>di</strong>amo un po’; non mi sembri un familiare», osservò.<br />

54


Sorrideva, ma <strong>la</strong> voce era sostenuta da un timbro autoritario.<br />

«Infatti non lo è, e voglio che esca <strong>di</strong> qui», <strong>di</strong>sse<br />

Poppy. L’infermiera sprimacciò il cuscino e le posò dolcemente<br />

una mano sul<strong>la</strong> fronte. «Solo ai familiari è permesso<br />

fermarsi per <strong>la</strong> notte», <strong>di</strong>sse a James.<br />

Poppy si concentrò sul<strong>la</strong> televisione, in attesa che<br />

l’amico se ne andasse. Ma James non lo fece. Girò intorno<br />

al letto e si fermò accanto all’infermiera, che alzò<br />

lo sguardo verso <strong>di</strong> lui continuando ad allisciare le coperte.<br />

Ma <strong>di</strong> colpo rallentò il movimento delle mani, fino<br />

a fermarsi.<br />

Poppy le <strong>la</strong>nciò un’occhiata, piena <strong>di</strong> sorpresa.<br />

La donna stava guardando James. Con le mani abbandonate<br />

sul<strong>la</strong> coperta e gli occhi sbarrati come fosse ipnotizzata.<br />

E James le restituiva lo sguardo. Con <strong>la</strong> luce accesa,<br />

Poppy vide bene il volto del ragazzo, e provò ancora<br />

quel<strong>la</strong> strana sensazione <strong>di</strong> estraneità. Era molto pallido e<br />

aveva un’espressione dura, come se quel che stava facendo<br />

gli richiedesse uno sforzo. Aveva <strong>la</strong> mascel<strong>la</strong> serrata<br />

e gli occhi rilucevano come argento. Vero argento,<br />

che risplendeva al<strong>la</strong> luce.<br />

Per qualche ragione, Poppy pensò a una pantera affamata.<br />

55


«Come vede, qui è tutto a posto», <strong>di</strong>sse James<br />

all’infermiera, come se stesso continuando una conversazione.<br />

La donna sbattè le palpebre, poi si guardò intorno con<br />

l’aria <strong>di</strong> chi si sia appena svegliato da un pisolino.<br />

«Certo, certo; va tutto bene», replicò. «Chiamami se…».<br />

Per un istante sembrò confusa, poi mormorò: «Se,ehm,<br />

hai bisogno <strong>di</strong> qualcosa».<br />

Uscì dal<strong>la</strong> camera. Poppy <strong>la</strong> seguì con lo sguardo, <strong>di</strong>menticandosi<br />

<strong>di</strong> respirare. Poi, lentamente, volse gli occhi<br />

in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> James.<br />

«So bene che è un clichè», si scusò il ragazzo.<br />

«Un’abusata <strong>di</strong>mostrazione pratica <strong>di</strong> potere. Ma serve a<br />

raggiungere lo scopo».<br />

«Ti eri messo d’accordo con lei», sussurrò appena<br />

Poppy.<br />

«No».<br />

«Oppure è una sorta <strong>di</strong> illusione psichica.<br />

L’Incre<strong>di</strong>bile Comesichiama».<br />

«No», ripetè James, e si sedette su una se<strong>di</strong>a <strong>di</strong> p<strong>la</strong>stica<br />

arancione.<br />

«Allora sto <strong>di</strong>ventando pazza». Per <strong>la</strong> prima volta,<br />

quel<strong>la</strong> sera, Poppy non stava pensando al<strong>la</strong> propria ma<strong>la</strong>ttia.<br />

In realtà non riusciva a concentrarsi su niente: <strong>la</strong><br />

mente era un guazzabuglio turbinoso e confuso <strong>di</strong> pensieri.<br />

Si sentiva come <strong>la</strong> casa <strong>di</strong> Dorothy dopo essere stata<br />

sra<strong>di</strong>cata dal tornado.<br />

56


«Non sei pazza. Probabilmente ho sbagliato io; ti ho<br />

detto che non sapevo come spiegartelo. Senti, capisco<br />

quanto sia <strong>di</strong>fficile per te credermi. <strong>Il</strong> mio popolo ha pre<strong>di</strong>sposto<br />

ogni cosa; fa tutto il possibile perché gli umani<br />

continuino a non credere. La nostra sopravvivenza <strong>di</strong>pende<br />

da questo».<br />

«James, mi spiace, è che io…». Poppy si accorse che<br />

le tremavano le mani. Chiuse gli occhi. «Forse sarebbe<br />

meglio che tu…».<br />

«Poppy, guardami. Ti sto <strong>di</strong>cendo <strong>la</strong> verità. Te lo<br />

giuro». Fissò il viso dell’amica per un momento, poi sospirò.<br />

«Ok. Non volevo arrivare a questo, ma…». Si alzò<br />

in pie<strong>di</strong>, e abbassò <strong>la</strong> testa vicino al<strong>la</strong> sua.<br />

La ragazza si rifiutò <strong>di</strong> tirarsi in<strong>di</strong>etro, ma sentì i propri<br />

occhi che si spa<strong>la</strong>ncavano, suo malgrado.<br />

«E adesso, guarda», <strong>di</strong>sse lui, stirando in<strong>di</strong>etro le <strong>la</strong>bbra<br />

per scoprire i denti.<br />

Un semplice gesto, ma l’effetto fu stupefacente. Tramutante.<br />

In quel preciso istante si trasformò dal pallido,<br />

ma tutto sommato normale James <strong>di</strong> un attimo prima, in<br />

qualcosa che Poppy non aveva mai visto in tutta <strong>la</strong> sua<br />

vita. Un essere umano <strong>di</strong> una specie <strong>di</strong>versa.<br />

Gli occhi bril<strong>la</strong>rono <strong>di</strong> luce argentea e sul volto apparve<br />

un’espressione da predatore. Ma Poppy lo notò appena:<br />

era rimasta a fissare i denti.<br />

Non denti. Zanne. Aveva i canini <strong>di</strong> un felino. Allungati<br />

e curvi, con le punte aguzze.<br />

57


Non somigliavano affatto ai falsi denti da vampiro in<br />

ven<strong>di</strong>ta nei negozi <strong>di</strong> chincaglierie. Erano forti, affi<strong>la</strong>ti,<br />

reali.<br />

Poppy gridò.<br />

Le mise una mano sul<strong>la</strong> bocca. «Non c’è bisogno che<br />

torni l’infermiera».<br />

Quando sollevò <strong>la</strong> mano, l’amica balbettò: «Oh, mio<br />

Dio; oh, mio Dio…».<br />

«Tutte le volte che mi <strong>di</strong>cevi che riuscivo a leggerti<br />

nel<strong>la</strong> mente», continuò James. «Ricor<strong>di</strong>? E le volte che<br />

captavo cose che tu non riuscivi a sentire, o ero più veloce<br />

<strong>di</strong> te nel muovermi?»<br />

«Oh, mio Dio».<br />

«È vero, Poppy». Sollevò <strong>la</strong> se<strong>di</strong>a arancione e piegò<br />

una delle gambe <strong>di</strong> metallo. Lo fece con estrema facilità<br />

ed eleganza. «Siamo più forti degli umani», spiegò. Raddrizzò<br />

<strong>di</strong> nuovo <strong>la</strong> gamba e posò <strong>la</strong> se<strong>di</strong>a a terra. «Ve<strong>di</strong>amo<br />

meglio al buio. Siamo fatti per cacciare».<br />

Al<strong>la</strong> fine Poppy riuscì a formu<strong>la</strong>re un pensiero completo.<br />

«Non m’importa cosa puoi fare», <strong>di</strong>sse con voce<br />

stridu<strong>la</strong>. «Tu non puoi essere un vampiro. Ti conosco da<br />

quando avevi cinque anni. E sei cresciuto, anno dopo<br />

anno, proprio come me. Spiegami questo».<br />

«Tutto quel che sai è sbagliato». Quando vide che<br />

l’amica continuava a fissarlo senza par<strong>la</strong>re, sospirò <strong>di</strong><br />

nuovo e proseguì. «Tutto quel che pensi <strong>di</strong> sapere riguardo<br />

ai <strong>vampiri</strong> lo hai appreso dai libri o dalle fiction<br />

58


televisive. Ed è tutto scritto da umani, te lo assicuro. Nessun<br />

membro del Mondo delle Tenebre violerebbe il co<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> segretezza».<br />

«<strong>Il</strong> Mondo delle Tenebre. E dove si trova?»<br />

«Non è un luogo. È una sorta <strong>di</strong> società segreta, per<br />

<strong>vampiri</strong>, streghe e licantropi. <strong>Il</strong> meglio del meglio. Dopo<br />

ti spiegherò tutto», aggiunse con aria cupa. «Per ora…<br />

guarda, è semplice. Sono un vampiro perché lo sono i<br />

miei genitori. Sono nato così. Noi siamo le <strong>la</strong>mie».<br />

Poppy riuscì solo a pensare al signore e al<strong>la</strong> signora<br />

Rasmussen nel<strong>la</strong> loro lussuosa vil<strong>la</strong> in stile ranch e al<strong>la</strong><br />

loro Mercedes color oro. «I tuoi genitori?»<br />

«Lamie è un termine antico per <strong>vampiri</strong>, ma per noi<br />

in<strong>di</strong>ca chi nasce già in questa forma», <strong>di</strong>sse James, ignorando<br />

<strong>la</strong> sua domanda. «Nasciamo e cresciamo come gli<br />

umani, solo che possiamo smettere <strong>di</strong> invecchiare ogni<br />

volta che vogliamo. Respiriamo. Possiamo girare al<strong>la</strong><br />

luce del sole. Possiamo persino mangiare cibo normale».<br />

«I tuoi genitori», ripetè debolmente Poppy.<br />

La guardò in viso. «Già. I miei genitori. Ascolta, perché<br />

cre<strong>di</strong> che mia madre si occupi <strong>di</strong> arredamento<br />

d’interni? Non certo perché ha bisogno <strong>di</strong> denaro. Le<br />

serve per incontrare un sacco <strong>di</strong> gente, e lo stesso vale<br />

per mio padre, lo strizzacervelli. Gli basta restare pochi<br />

minuti da soli con qualcuno, e dopo l’umano non ricorderà<br />

nul<strong>la</strong>».<br />

59


Poppy si agitò, con evidente <strong>di</strong>sagio. «Quin<strong>di</strong> voi,<br />

ehm, bevete sangue umano?». Nonostante quel che aveva<br />

appena visto, non riuscì a trattenere una risatina.<br />

James abbassò gli occhi sui <strong>la</strong>cci delle A<strong>di</strong>das. «Sì. Sì,<br />

certo», rispose a bassa voce. Poi sollevò lo sguardo e incontrò<br />

quello dell’amica.<br />

I suoi occhi erano argento puro.<br />

Poppy si appoggiò al<strong>la</strong> pi<strong>la</strong> <strong>di</strong> cuscini sul letto. Forse<br />

le riusciva più facile credergli, perché l’incre<strong>di</strong>bile le era<br />

già capitato quello stesso giorno. La realtà si era già capovolta;<br />

quin<strong>di</strong>, che <strong>di</strong>fferenza poteva fare un’altra assur<strong>di</strong>tà?<br />

Sto per morire, e il mio migliore amico è un mostro<br />

succhiasangue, pensò.<br />

L’argomento era esaurito, e si sentiva svuotata <strong>di</strong> ogni<br />

energia. I due si guardarono in silenzio.<br />

«Ok», <strong>di</strong>sse Poppy al<strong>la</strong> fine, per fargli capire ce aveva<br />

appena preso atto <strong>di</strong> tutto.<br />

«Non te l’ho rive<strong>la</strong>to solo per togliermi un peso dallo<br />

stomaco», <strong>la</strong> informò James, sempre a bassa voce. «Ti ho<br />

detto che potrei salvarti, ricor<strong>di</strong>?»<br />

«Vagamente». Sbattè lentamente le palpebre, poi aggiunse<br />

all’improvviso: «Salvarmi come?».<br />

<strong>Il</strong> ragazzo fissò un punto in<strong>di</strong>stinto. «Proprio come<br />

pensi».<br />

«Jamie, io non riesco più a pensare».<br />

60


Delicatamente, senza guardar<strong>la</strong>, le posò una mano<br />

sul<strong>la</strong> caviglia, sotto <strong>la</strong> coperta, e glie<strong>la</strong> strinse in un gesto<br />

affettuoso. «Ho intenzione <strong>di</strong> trasformarti in vampiro,<br />

picco<strong>la</strong>»<br />

Poppy nascose il viso <strong>di</strong>etro i pugni chiusi e cominciò<br />

a piangere.<br />

«Ehi». Lasciò andare <strong>la</strong> caviglia e <strong>la</strong> cinse goffamente<br />

con un braccio, tirando<strong>la</strong> su a sedere sul letto. «Non fare<br />

così. È tutto ok. È sempre meglio dell’alternativa».<br />

«Tu sei… un fottuto… pazzo», singhiozzò Poppy.<br />

Versate le prime <strong>la</strong>crime, fu impossibile trattenerle oltre:<br />

scoppiò in un pianto <strong>di</strong>rotto, senza riuscire a fermarsi.<br />

Piangere le fu <strong>di</strong> conforto, così come trovarsi fra le braccia<br />

<strong>di</strong> James. Era forte, affidabile, e aveva un buon odore.<br />

«Hai detto che bisogna nascerci», gli fece notare<br />

Poppy, fra i singhiozzi.<br />

«No. Ho detto che io sono nato così. In giro è pieno <strong>di</strong><br />

<strong>vampiri</strong> dell’altro tipo. Quelli che lo sono <strong>di</strong>ventati. Potrebbero<br />

essere anche <strong>di</strong> più, ma una legge vieta <strong>di</strong> trasformare<br />

qualsiasi i<strong>di</strong>ota incontrato per strada».<br />

«Ma io non posso. Io sono così come sono, sono io.<br />

Non posso essere… in quel modo».<br />

Lui <strong>la</strong> scostò dolcemente per poter<strong>la</strong> guardare negli<br />

occhi. «Allora morirai. Non hai altra scelta. Mi sono informato<br />

– mi sono persino rivolto ad una strega. Nel<br />

Mondo delle Tenebre non c’è altro che possa aiutarti. <strong>Il</strong><br />

61


problema si riduce a questo: vuoi continuare a vivere o<br />

no?».<br />

La domanda s’impresse nel<strong>la</strong> mente ancora confusa <strong>di</strong><br />

Poppy. Fu come il raggio <strong>di</strong> luce <strong>di</strong> una torcia in una<br />

stanza buia come <strong>la</strong> pece.<br />

Voleva vivere?<br />

Oh, Dio, ma certo che lo voleva.<br />

Fino a quel giorno aveva dato per scontato <strong>di</strong> avere<br />

pieno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> vivere. Non si era mai mostrata grata per<br />

il privilegio riservatole. Ma adesso capì che non si trattava<br />

<strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> scontato – e capì anche che avrebbe<br />

dovuto lottare per ottenerlo.<br />

Svegliati, Poppy! Ascolta <strong>la</strong> voce del<strong>la</strong> ragione. Ti sta<br />

<strong>di</strong>cendo che può salvarti <strong>la</strong> vita.<br />

«Aspetta un minuto, devo riflettere», <strong>di</strong>sse a James<br />

con fermezza. Le <strong>la</strong>crime erano cessate. Allontanò<br />

l’amico e si concentrò sul<strong>la</strong> coperta bianca da ospedale.<br />

Ok. Ok. Ora fai mente locale, ragazza.<br />

Sapevi che James custo<strong>di</strong>va un <strong>segreto</strong>. Certo non<br />

avresti mai immaginato che fosse qualcosa del genere, e<br />

con ciò? È sempre James. Sarà pure un terrificante demone<br />

vampiro, eppure si prende ancora cura <strong>di</strong> te. E non<br />

c’è nessun altro che possa aiutarti.<br />

Strinse forte <strong>la</strong> mano dell’amico, senza guardarlo.<br />

«Cosa si prova?», chiese a denti stretti.<br />

Calmo e pratico, le rispose: «È insolito. Non lo raccomanderei<br />

se ci fosse un’altra scelta, ma… è ok. Starai<br />

62


male mentre il tuo corpo si trasforma, ma dopo non prenderai<br />

più alcuna ma<strong>la</strong>ttia. Sarai forte, e agile, e… immortale».<br />

«Vivrei per sempre? Ma potrei fermare<br />

l’invecchiamento?». Già si vedeva come una vecchia befana<br />

immortale.<br />

<strong>Il</strong> ragazzo storse <strong>la</strong> bocca. «Poppy – smetteresti <strong>di</strong> invecchiare<br />

adesso. Questo è quel che accade a chi viene<br />

trasformato in vampiro. Sostanzialmente, finirai <strong>la</strong> tua<br />

esistenza mortale. Sembrerai morta e sarai priva <strong>di</strong> conoscenza<br />

per un po’. E dopo… ti risveglierai».<br />

«Ho capito». Un po’ come Giulietta nel<strong>la</strong> tomba, concluse<br />

Poppy. Poi pensò: Oh, Dio… mamma e Phil.<br />

«C’è qualcos’altro che devi sapere», le stava <strong>di</strong>cendo<br />

James. «Una certa percentuale <strong>di</strong> persone non ce <strong>la</strong> fa».<br />

«Non ce <strong>la</strong> fa?»<br />

«A superare <strong>la</strong> trasformazione. Le persone oltre i<br />

vent’anni non ci riescono quasi mai. Non si risvegliano<br />

più. I loro corpi non si adeguano al<strong>la</strong> nuova forma e si riducono<br />

in cenere. Invece gli adolescenti <strong>di</strong> solito sopravvivono,<br />

ma non sempre».<br />

Strano a <strong>di</strong>rsi, ma Poppy si sentì sollevata. Una speranza<br />

con riserva risultava più cre<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> una assoluta.<br />

Per vivere, avrebbe dovuto rischiare.<br />

Guardò James. «Come si fa?»<br />

63


«Nel modo tra<strong>di</strong>zionale», rispose, accennando appena<br />

un sorriso. Poi, con aria grave: «Ci scambieremo il sangue».<br />

Oh, magnifico, si <strong>di</strong>sse Poppy. E io ero terrorizzata da<br />

un semplice ago. Adesso subirò un prelievo tramite<br />

zanne. Deglutì e sbattè le palpebre, fissando il nul<strong>la</strong>.<br />

«Sta a te decidere, Poppy».<br />

Seguì una lunga pausa, e al<strong>la</strong> fine le <strong>di</strong>sse: «Io voglio<br />

vivere, Jamie».<br />

L’amico annuì. «Vorrà <strong>di</strong>re andar via da qui. Lasciare<br />

i tuoi genitori. Loro non possono sapere <strong>la</strong> verità».<br />

«Sì, me ne rendo conto. Una sorta <strong>di</strong> nuova identità<br />

assegnata dall’FBI, eh?»<br />

«Di più. Vivrai in un nuovo mondo, il Mondo delle<br />

Tenebre. Ed è un mondo solitario, pieno <strong>di</strong> segreti. Ma<br />

potrai camminarvi liberamente, invece <strong>di</strong> marcire sotto<br />

terra». Le strinse <strong>la</strong> mano. Poi <strong>di</strong>sse, con estrema calma e<br />

serietà: «Vuoi cominciare, adesso?».<br />

Non le venne altro in mente che chiudere gli occhi e<br />

prepararsi come faceva prima <strong>di</strong> un’iniezione. «Sono<br />

pronta», annunciò a denti stretti.<br />

James scoppiò a ridere – questa volta non riuscì a<br />

trattenersi. Piegò <strong>la</strong> ringhiera del letto e si sistemò accanto<br />

a lei. «Sono abituato a ipnotizzare <strong>la</strong> gente in situazioni<br />

del genere. È strano che tu sia sveglia e consapevole».<br />

64


«Sì, bene, se grido puoi ipnotizzarmi», acconsentì<br />

Poppy, sempre a occhi chiusi.<br />

Ri<strong>la</strong>ssati, si <strong>di</strong>sse. Non importa quanto sarà doloroso,<br />

non importa quanto sarà orribile, ma devi affrontarlo.<br />

Devi. La tua vita <strong>di</strong>pende da questo.<br />

<strong>Il</strong> cuore le batteva così forte che tutto il suo corpo tremava.<br />

«In questo punto», stava <strong>di</strong>cendo James, tastandole <strong>la</strong><br />

go<strong>la</strong> con le <strong>di</strong>ta gelide, in cerca del<strong>la</strong> vena.<br />

Sbrigati, pensò Poppy. Facciamo<strong>la</strong> finita.<br />

Provò un senso <strong>di</strong> calore quando James si chinò su lei,<br />

prendendo<strong>la</strong> delicatamente per le spalle. Ogni terminazione<br />

nervosa del suo corpo era cosciente del<strong>la</strong> presenza<br />

del ragazzo. Poi sentì un respiro fresco sul<strong>la</strong> go<strong>la</strong> e subito,<br />

prima che potesse ritrarsi, una doppia puntura.<br />

Quelle zanne sarebbero affondate nel<strong>la</strong> sua carne. Per<br />

creare due piccoli fori, e permettere a lui <strong>di</strong> bere il suo<br />

sangue…<br />

Adesso mi farà davvero male, pensò Poppy. Non<br />

aveva più tempo per prepararsi. La sua vita era nelle<br />

mani <strong>di</strong> un predatore. Era un coniglio intrappo<strong>la</strong>to fra le<br />

spire <strong>di</strong> un serpente, un topo fra gli artigli <strong>di</strong> un gatto.<br />

Non si sentiva <strong>la</strong> migliore amica <strong>di</strong> James, si sentiva un<br />

pasto…<br />

Poppy, che stai facendo? Non opporre resistenza, altrimenti<br />

sentirai dolore.<br />

65


James le stava par<strong>la</strong>ndo – ma le <strong>la</strong>bbra calde non si<br />

erano mosse dal<strong>la</strong> sua go<strong>la</strong>. La voce era nel<strong>la</strong> sua mente.<br />

Non sto resistendo, pensò Poppy. Sono solo pronta a<br />

sentire dolore, tutto qui.<br />

Provò una fitta intensa e bruciante quando i denti le<br />

incisero <strong>la</strong> pelle. Aspettò che il dolore si acuisse – ma<br />

non lo fece. Cambiò.<br />

Oh, pensò Poppy.<br />

Quel calore era davvero piacevole. Un senso <strong>di</strong> liberazione,<br />

<strong>di</strong> donazione.<br />

E <strong>di</strong> intimità. Lei e James erano sempre più vicini,<br />

come due gocce d’acqua che precipitano insieme prima<br />

<strong>di</strong> fondersi.<br />

Sentiva <strong>la</strong> mente <strong>di</strong> James. I pensieri, le sensazioni. Le<br />

sue emozioni fluivano in lei, attraverso <strong>di</strong> lei.<br />

Tenerezza… preoccupazione… affetto. Una rabbia<br />

cupa e determinata <strong>di</strong> fronte al<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia che <strong>la</strong> minacciava.<br />

Disperazione perché non c’era altro modo per aiutar<strong>la</strong>.<br />

E desiderio – desiderio <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre tutto con lei,<br />

<strong>di</strong> render<strong>la</strong> felice.<br />

Sì, pensò Poppy.<br />

Un’improvvisa ondata <strong>di</strong> dolcezza le <strong>di</strong>ede un senso <strong>di</strong><br />

vertigine. Cercò a tentoni <strong>la</strong> mano <strong>di</strong> James, intrecciò le<br />

<strong>di</strong>ta alle sue.<br />

James, pensò, in un misto fra gioia e stupore, che tentò<br />

<strong>di</strong> comunicare al ragazzo con una carezza esitante.<br />

Poppy. Percepì <strong>la</strong> sorpresa e <strong>la</strong> delizia che provava lui.<br />

66


E per tutto il tempo quell’impalpabile piacere continuò<br />

a crescere, sempre più intenso, fino a far<strong>la</strong> fremere.<br />

“Come ho potuto essere così stupida?”, si <strong>di</strong>sse<br />

Poppy. “Aver paura <strong>di</strong> questo. Non è orribile. È… naturale”.<br />

Non si era mai sentita così vicina a qualcuno. Insieme,<br />

era come se fossero un unico essere, non preda e predatore,<br />

ma partner in una danza. Poppy – e – James.<br />

Gli sfiorò l’anima.<br />

Strano, ma fu lui adesso ad aver paura. Lei lo avvertì<br />

chiaramente. Poppy, no – tante cose oscure – non voglio<br />

che tu veda…<br />

Oscure, certo, pensò Poppy. Ma non oscure e terrificanti.<br />

Oscure e tristi. Una tristezza immensa. La sensazione<br />

<strong>di</strong> non appartenere a nessuno <strong>dei</strong> due mon<strong>di</strong> che<br />

conosceva. Di non appartenere a nessun luogo. Tranne…<br />

D’un tratto Poppy scorse nel<strong>la</strong> mente <strong>di</strong> James<br />

un’immagine <strong>di</strong> se stessa. Fragile e graziosa, uno spirito<br />

dell’aria con occhi <strong>di</strong> smeraldo. Una silfide, con un cuore<br />

<strong>di</strong> puro acciaio.<br />

Non sono così, pensò. Non sono alta e attraente come<br />

Jacklyn o Michae<strong>la</strong>…<br />

Le parole che le giunsero in risposta non sembrarono<br />

<strong>di</strong>rette a lei. Ebbe <strong>la</strong> sensazione che James le stesse ripetendo<br />

a se stesso, o si ricordasse <strong>di</strong> averle lette in un libro<br />

<strong>di</strong>menticato da tempo.<br />

67


Non ami una ragazza per <strong>la</strong> sua bellezza. La mai perché<br />

intona un canto che solo tu puoi comprendere…<br />

A quel pensiero si unì un forte senso <strong>di</strong> protezione.<br />

Allora era questo che James provava per lei – l’aveva<br />

scoperto, finalmente. Lei era qualcosa <strong>di</strong> prezioso, che<br />

doveva essere protetto a ogni costo…<br />

A ogni costo. Non importava quel che gli sarebbe successo.<br />

Poppy cercò <strong>di</strong> seguire i pensieri più profon<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

James, per scoprirne il significato. C’erano <strong>di</strong> mezzo regole<br />

– no, leggi…<br />

Poppy, non è educato sondare <strong>la</strong> mente altrui quando<br />

non sei stata invitata a farlo. Le parole tra<strong>di</strong>rono una<br />

nota <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione.<br />

La ragazza si trattenne. Non voleva ficcare il naso,<br />

voleva solo essere d’aiuto…<br />

Lo so, le comunicò James, insieme a un flusso <strong>di</strong> affetto<br />

e gratitu<strong>di</strong>ne. Poppy si ri<strong>la</strong>ssò e si limitò a gustare<br />

quel<strong>la</strong> sensazione <strong>di</strong> unità con lui.<br />

Vorrei che durasse per sempre, pensò – e in quel preciso<br />

momento finì. Si spense il calore che le <strong>la</strong>mbiva il<br />

collo, e James si tirò in<strong>di</strong>etro, raddrizzando <strong>la</strong> schiena.<br />

Con un <strong>la</strong>mento <strong>di</strong> protesta, tentò <strong>di</strong> avvicinarlo <strong>di</strong><br />

nuovo a sé, ma il ragazzo non glielo permise.<br />

«No – c’è qualcos’altro che dobbiamo fare», le sussurrò.<br />

Ma non si mosse. La tenne semplicemente fra le<br />

braccia, con le <strong>la</strong>bbra posate sul<strong>la</strong> sua fronte. Poppy<br />

provò un senso <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> <strong>la</strong>nguore.<br />

68


«Non mi avevi detto che sarebbe stato così», gli <strong>di</strong>sse.<br />

«Non lo sapevo», ammise James. «Non è mai stato<br />

così prima d’ora».<br />

Rimasero seduti in silenzio, mentre James le accarezzava<br />

dolcemente i capelli.<br />

Che strano, pensò Poppy. Tutto è come prima – e tutto<br />

è così <strong>di</strong>verso. Come se avesse raggiunto <strong>la</strong> terraferma<br />

dopo essere quasi annegata nell’oceano. <strong>Il</strong> terrore che le<br />

aveva martel<strong>la</strong>to nel petto per tutto il giorno era svanito,<br />

e per <strong>la</strong> prima volta nel<strong>la</strong> vita si sentì totalmente al sicuro.<br />

Dopo qualche minuto James scosse <strong>la</strong> testa, risvegliandosi<br />

da quel dolce torpore.<br />

«Cos’altro dobbiamo fare?», volle sapere Poppy.<br />

Per tutta risposta, James si avvicinò il polso alle <strong>la</strong>bbra<br />

e fece un rapido movimento con il capo, come per strappare<br />

un pezzo <strong>di</strong> stoffa con i denti.<br />

Quando abbassò <strong>la</strong> mano, Poppy vide il sangue.<br />

Scorreva in un rivolo sottile lungo il braccio<br />

dell’amico, talmente rosso da sembrare quasi irreale.<br />

Poppy deglutì a fatica e scosse <strong>la</strong> testa.<br />

«Non è così male», le <strong>di</strong>sse pazientemente James.<br />

«Devi farlo. Senza il mio sangue dentro <strong>di</strong> te, non <strong>di</strong>venterai<br />

un vampiro quando morirai. Morirai e basta. Come<br />

ogni altra vittima umana».<br />

Non aveva il sapore del sangue, o almeno non era<br />

come il sapore che aveva sentito quando si era morsa <strong>la</strong><br />

69


lingua o tagliata un <strong>di</strong>to. Aveva un gusto… strano. Forte<br />

e intenso.<br />

Come un magico elisir, pensò Poppy leggermente<br />

stor<strong>di</strong>ta. E ancora una volta si sentì sfiorare dal<strong>la</strong> mente<br />

<strong>di</strong> James. Inebriata da quel senso <strong>di</strong> intimità, continuò a<br />

bere.<br />

“Va bene così. Devi prenderne molto”, le <strong>di</strong>sse il ragazzo.<br />

Ma <strong>la</strong> sua voce mentale le arrivò più debole <strong>di</strong><br />

prima. Poppy si mise subito in al<strong>la</strong>rme.<br />

“Ma a te cosa succederà?”<br />

«Starò bene», le rispose ad alta voce. «È <strong>di</strong> te che mi<br />

preoccupo. Se non ne pren<strong>di</strong> abbastanza, sarai in pericolo».<br />

Be’, era lui l’esperto. E Poppy era felice che quel<strong>la</strong><br />

strana, inebriante pozione continuasse a fluire nel suo<br />

corpo. Si crogiolò al calore del<strong>la</strong> luce che sembrava nascere<br />

dentro <strong>di</strong> sé. Si sentiva così tranquil<strong>la</strong>, serena…<br />

E poi, senza preavviso, una voce turbò quel<strong>la</strong> pace,<br />

una voce piena <strong>di</strong> aspro stupore.<br />

«Cosa state facendo?», s’intromise, e quando Poppy<br />

alzò lo sguardo vide suo fratello sul<strong>la</strong> soglia del<strong>la</strong> porta.<br />

70


Capitolo 6<br />

James entrò subito in azione. Prese il bicchiere <strong>di</strong><br />

p<strong>la</strong>stica sul como<strong>di</strong>no e lo porse a Poppy. Lei capì. Ancora<br />

stor<strong>di</strong>ta e scoor<strong>di</strong>nata nei movimenti, bevve una salutare<br />

sorsata d’acqua e si leccò le <strong>la</strong>bbra per eliminare<br />

ogni traccia <strong>di</strong> sangue.<br />

«Cosa state facendo?», ripetè Phillip, entrando nel<strong>la</strong><br />

stanza con passi lunghi e decisi. Aveva gli occhi fissi su<br />

James, e questo fu un bene, perché Poppy ebbe il tempo<br />

<strong>di</strong> ricomporsi in modo da nascondere il <strong>la</strong>to del collo con<br />

i segni del morso.<br />

«Non sono affari tuoi», rispose, e nello stesso istante<br />

capì <strong>di</strong> aver commesso un errore. Phillip, il cui secondo<br />

nome era Stabilità, quel<strong>la</strong> sera aveva un’aria decisamente<br />

instabile.<br />

Mamma glielo ha detto, pensò Poppy.<br />

«Cioè, non stiamo facendo niente», tentò <strong>di</strong> rime<strong>di</strong>are.<br />

Ma non servì. Phil era chiaramente dell’umore adatto per<br />

scorgere in qualsiasi cosa una minaccia per <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>. E<br />

non poteva certo biasimarlo – li aveva sorpresi in uno<br />

strano abbraccio su uno sgualcito letto d’ospedale.<br />

«James mi stava conso<strong>la</strong>ndo perché ero spaventata»,<br />

<strong>di</strong>sse. Non tentò nemmeno <strong>di</strong> spiegare come mai le stesse<br />

71


tenendo <strong>la</strong> testa contro il braccio. Ma <strong>la</strong>nciò un’occhiata<br />

furtiva al<strong>la</strong> pelle dell’amico e vide che <strong>la</strong> ferita si era già<br />

rimarginata, e il segno stava già sbiadendo.<br />

«È tutto a posto, come ve<strong>di</strong>», confermò James, alzandosi<br />

in pie<strong>di</strong> per rivolgere un argenteo sguardo ipnotizzatore<br />

su Phillip. Ma questi lo guardò a ma<strong>la</strong>pena: stava<br />

fissando <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>.<br />

Non funziona, pensò Poppy. Forse Phil è troppo arrabbiato<br />

per <strong>la</strong>sciarsi ipnotizzare. O troppo cocciuto.<br />

Rivolse a James uno sguardo interrogativo, a cui<br />

l’amico rispose con un cenno appena percettibile del<br />

capo. Neanche lui capiva quale fosse il problema.<br />

Ma entrambi sapevano cosa avrebbe comportato: James<br />

doveva andarsene. Poppy si sentì delusa e frustrata.<br />

Tutto quel che desiderava era par<strong>la</strong>re con lui, godere<br />

dell’inaspettata reciproca scoperta – e non poteva. Non<br />

con Phil presente.<br />

«Come mai sei qui?», chiese irritata al fratello.<br />

«Ho accompagnato mamma in macchina. Sai che non<br />

le piace guidare <strong>di</strong> notte. E ti ho portato questo». Sollevò<br />

lo stereo portatile <strong>di</strong> Poppy e lo mise sul como<strong>di</strong>no. «E<br />

questi». Posò accanto allo stereo un porta-CD nero.<br />

«Tutta <strong>la</strong> tua musica preferita».<br />

Poppy sentì <strong>la</strong> rabbia sbollire. «Sei stato carino»,<br />

<strong>di</strong>sse. Era commossa, soprattutto perché non aveva detto:<br />

«Tutta <strong>la</strong> tua stramba musica preferita», che era il modo<br />

in cui <strong>la</strong> definiva <strong>di</strong> solito. «Grazie».<br />

72


Phil si strinse nelle spalle, <strong>la</strong>nciando un’occhiata truce<br />

a James.<br />

Povero Phil, pensò Poppy. Aveva i capelli spettinati e<br />

gli occhi gonfi.<br />

«Dov’è mamma?», stava per chiedergli, quando <strong>la</strong><br />

madre entrò nel<strong>la</strong> stanza.<br />

«Sono tornata, tesoro», le <strong>di</strong>sse, con un sorriso festoso,<br />

davvero degno <strong>di</strong> lode. Parve sorpresa <strong>di</strong> trovare lì<br />

l’amico del<strong>la</strong> figlia. «James – sei stato gentile a venire».<br />

«Già, ma sta andando via», intervenne Phil in tono<br />

eloquente. «Lo accompagno fuori».<br />

James decise <strong>di</strong> non sprecare energie in una lotta che<br />

non poteva vincere. Si girò verso Poppy e <strong>di</strong>sse: «Ci ve<strong>di</strong>amo<br />

domani».<br />

Nei suoi occhi grigi-grigi, non argento, adesso – indugiò<br />

uno sguardo che era solo per lei. Uno sguardo che<br />

non c’era mai stato prima, in tutti gli anni del<strong>la</strong> loro amicizia.<br />

«Arrivederci, James», <strong>di</strong>sse dolcemente. «E… grazie».<br />

Sapeva che lui avrebbe capito.<br />

Solo quando fu uscito – con Phil alle calcagna come<br />

un buttafuori alle prese con un teppista – un pensiero le<br />

balenò in mente.<br />

James aveva detto che sarebbe stata in pericolo se non<br />

avesse preso abbastanza sangue. Ma erano stati interrotti<br />

subito. Ne aveva bevuto a sufficienza? E in caso contrario,<br />

cosa le sarebbe accaduto?<br />

73


Non ne aveva <strong>la</strong> minima idea, e non c’era modo <strong>di</strong><br />

domandarlo a James.<br />

Phil rimase alle costole <strong>di</strong> James finchè non furono<br />

fuori dall’ospedale.<br />

Non stasera, pensò James. Quel<strong>la</strong> sera non poteva<br />

proprio affrontare Phillip North. La sua pazienza era<br />

esaurita, e <strong>la</strong> mente era occupata a calco<strong>la</strong>re se Poppy<br />

avesse preso abbastanza sangue. Lui riteneva <strong>di</strong> sì – ma<br />

era meglio che ne bevesse ancora quanto prima.<br />

«“Ci ve<strong>di</strong>amo domani” – bene, tu non <strong>la</strong> vedrai domani»,<br />

gli <strong>di</strong>sse Phil a muso duro appena entrarono nel<br />

garage.<br />

«Pianta<strong>la</strong>, Phil».<br />

Invece il ragazzo gli sbarrò <strong>la</strong> strada e s’immobilizzò,<br />

costringendo James a fare altrettanto. Aveva il respiro affannato<br />

e gli occhi che ardevano <strong>di</strong> rabbia.<br />

«Ok, amico», esordì. «Non so cosa pensi <strong>di</strong> fare con<br />

Poppy - ma finisce qui. D’ora in poi stai lontano da lei.<br />

Chiaro?».<br />

L’idea <strong>di</strong> spezzare il collo <strong>di</strong> Phillip come fosse una<br />

matita aleggiò nel<strong>la</strong> mente <strong>di</strong> James. Ma Phil era il fratello<br />

<strong>di</strong> Poppy, e i suoi occhi ver<strong>di</strong> erano incre<strong>di</strong>bilmente<br />

simili a quelli <strong>di</strong> lei.<br />

«Non farei mai del male a Poppy», replicò stancamente.<br />

74


«Tu, pianta<strong>la</strong>. Non mi <strong>di</strong>rai che non vuoi provarci con<br />

lei?».<br />

James non riuscì a trovare subito una risposta. Fino al<br />

giorno prima avrebbe detto onestamente <strong>di</strong> no, perché<br />

provarci avrebbe comportato una sentenza <strong>di</strong> morte sia<br />

per lui che per Poppy. Solo quando l’amica aveva ricevuto<br />

<strong>la</strong> sua condanna a morte aveva permesso a se stesso<br />

<strong>di</strong> considerare i propri sentimenti.<br />

E adesso… adesso si era sentito così vicino a Poppy.<br />

Aveva raggiunto <strong>la</strong> sua mente, e aveva scoperto che era<br />

persino più forte e coraggiosa <strong>di</strong> quanto avesse mai pensato;<br />

anche più compassionevole – e più vulnerabile.<br />

Voleva rivivere quell’esperienza con Poppy. Teneva<br />

così tanto a lei da provare una morsa al<strong>la</strong> go<strong>la</strong>. Lui apparteneva<br />

a Poppy.<br />

Capiva anche che poteva non essere sufficiente.<br />

Lo scambio <strong>di</strong> sangue creava un forte legame fra due<br />

persone. Sarebbe stato un errore approfittare <strong>di</strong> quel vincolo<br />

– o del<strong>la</strong> gratitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Poppy. Finchè non avesse<br />

avuto <strong>la</strong> certezza che <strong>la</strong> mente <strong>di</strong> Poppy fosse libera e che<br />

<strong>la</strong> ragazza fosse in grado <strong>di</strong> prendere le proprie decisioni,<br />

si sarebbe tenuto a debita <strong>di</strong>stanza. Era giusto così.<br />

«L’ultima cosa che desidero è farle del male», ripetè.<br />

«Perché non mi cre<strong>di</strong>?». Fece un debole tentativo <strong>di</strong> catturare<br />

lo sguardo <strong>di</strong> Phil, ma fallì, come era accaduto<br />

poco prima dentro l’ospedale. Phillip sembrava uno <strong>di</strong><br />

75


quei rari umani che non potevano essere influenzati me<strong>di</strong>ante<br />

il controllo mentale.<br />

«Perché non ti credo? Perché ti conosco. Tu e le tue…<br />

ragazze». Phil riuscì a pronunciare quest’ultima paro<strong>la</strong><br />

come fosse un’oscenità. «Te ne fai sei o sette l’anno – e<br />

quando hai chiuso con loro, le butti via come spazzatura».<br />

James si <strong>di</strong>strasse un attimo, <strong>di</strong>vertito, perché Phil ci<br />

aveva colto in pieno. Lui aveva bisogno <strong>di</strong> sei ragazze<br />

l’anno. Dopo due mesi il legame fra loro <strong>di</strong>ventava pericolosamente<br />

forte.<br />

«Poppy non è <strong>la</strong> mia ragazza e non ho intenzione <strong>di</strong><br />

scaricar<strong>la</strong>», replicò, compiaciuto del<strong>la</strong> propria sagacia.<br />

Aveva evitato <strong>di</strong> <strong>di</strong>re una totale bugia: Poppy non era <strong>la</strong><br />

sua ragazza, almeno nel senso normale del termine. Avevano<br />

unito le loro anime, tutto qui – ma non avevano<br />

par<strong>la</strong>to <strong>di</strong> frequentarsi come coppia o roba del genere.<br />

«Così mi stai <strong>di</strong>cendo che non hai intenzione <strong>di</strong> provarci<br />

con lei? È così? Perché faresti meglio a esserne sicuro».<br />

Mentre par<strong>la</strong>va, Phil fece il gesto forse più pericoloso<br />

<strong>di</strong> tutta <strong>la</strong> sua vita. Agguantò James per <strong>la</strong> camicia.<br />

Stupido umano, pensò James. Considerò brevemente<br />

l’idea <strong>di</strong> rompere ogni osso del<strong>la</strong> mano <strong>di</strong> Phil. O <strong>di</strong> sollevarlo<br />

da terra e scaraventarlo dall’altra parte del garage<br />

contro qualche parabrezza. O…<br />

76


«Sei il fratello <strong>di</strong> Poppy», <strong>di</strong>sse a denti stretti. «Quin<strong>di</strong><br />

ti do <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> togliere le mani dal<strong>la</strong> mia camicia».<br />

Phil lo fissò per un istante, poi mollò <strong>la</strong> presa, leggermente<br />

scosso. Ma non abbastanza da tenere <strong>la</strong> bocca<br />

chiusa.<br />

«Devi <strong>la</strong>sciar<strong>la</strong> in pace», <strong>di</strong>sse. «Non capisci. La sua<br />

ma<strong>la</strong>ttia… è grave. In questo momento non ha bisogno <strong>di</strong><br />

altri casini nel<strong>la</strong> sua vita. Ha bisogno soltanto…».<br />

S’interruppe e deglutì a fatica.<br />

D’un tratto James si sentì molto stanco. Non poteva<br />

biasimare Phil per essere così turbato: <strong>la</strong> mente del ragazzo<br />

era piena <strong>di</strong> nitide immagini del<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> morente.<br />

Di solito James recepiva soltanto immagini generiche <strong>di</strong><br />

quel che gli umani stavano pensando, ma Phillip le stava<br />

trasmettendo con tanta energia da stor<strong>di</strong>rlo.<br />

Mezze verità e risposte evasive non avevano funzionato.<br />

Era arrivato il momento delle Bugie Totali. Qualsiasi<br />

cosa, pur <strong>di</strong> calmare Phil e <strong>di</strong>stricarsi da quel<strong>la</strong> situazione.<br />

«So che <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia <strong>di</strong> Poppy è grave», <strong>di</strong>sse. «Ho trovato<br />

un articolo su Internet. Per questo ero qui, ok? Sono<br />

addolorato per lei. Non m’interessa Poppy se non come<br />

amica, ma <strong>la</strong> fa sentire meglio se fingo <strong>di</strong> provare qualcosa<br />

<strong>di</strong> più per lei».<br />

Phillip esitò, guardandolo con severità e sospetto. Poi<br />

scosse lentamente <strong>la</strong> testa. «Una cosa è essere amici, ma<br />

non è giusto illuder<strong>la</strong>. Al<strong>la</strong> fine, fingere non le sarà <strong>di</strong> al-<br />

77


cun aiuto. Non credo neanche che <strong>la</strong> faccia sentire meglio<br />

adesso – aveva davvero una pessima cera là in ospedale».<br />

«Pessima?»<br />

«Pallida e tremante. Conosci Poppy; sai come si agita<br />

per qualsiasi cosa. Non dovresti giocare con le sue emozioni».<br />

Strinse gli occhi e aggiunse: «Quin<strong>di</strong> forse è meglio<br />

se le stai lontano per un po’. Tanto per essere sicuri<br />

che non si faccia qualche idea sbagliata».<br />

«Se lo <strong>di</strong>ci tu…», <strong>di</strong>sse James. Ma non stava realmente<br />

ascoltando.<br />

«Ok», <strong>di</strong>sse Phillip. Abbiamo fatto un accordo. Ma ti<br />

avverto, se non lo rispetti, te <strong>la</strong> farò pagare.<br />

James non ascoltò neanche queste ultime parole. E fu<br />

un errore.<br />

Distesa a letto nel<strong>la</strong> stanza buia dell’ospedale, Poppy<br />

ascoltava il respiro del<strong>la</strong> madre.<br />

Non stai dormendo, pensò, e neanche io. E tu sai che<br />

io sono sveglia, e io so che lo sei anche tu…<br />

Ma non riuscivano a par<strong>la</strong>re. Poppy desiderava con<br />

tutte le forze che <strong>la</strong> mamma sapesse che ogni cosa <strong>di</strong> sarebbe<br />

sistemata – ma come? Non poteva rive<strong>la</strong>re il <strong>segreto</strong><br />

<strong>di</strong> James. E anche se avesse potuto, non le avrebbe<br />

creduto.<br />

Devo trovare il modo, pensò Poppy. Devo. Poi si sentì<br />

pervadere da una profonda sonnolenza. Era stata <strong>la</strong> giornata<br />

più lunga del<strong>la</strong> sua vita, ed era piena <strong>di</strong> sangue<br />

78


alieno che stava già operando <strong>la</strong> sua strana magia<br />

all’interno del suo corpo. Non riusciva… proprio non riusciva…<br />

a tenere gli occhi aperti.<br />

Più volte, nel corso del<strong>la</strong> notte, un’infermiera venne a<br />

control<strong>la</strong>re le funzioni vitali, ma Poppy non si svegliò<br />

mai. Per <strong>la</strong> prima volta dopo settimane, nessun dolore<br />

interruppe i suoi sogni.<br />

<strong>Il</strong> mattino dopo aprì gli occhi con un senso <strong>di</strong> stor<strong>di</strong>mento<br />

e <strong>di</strong> spossatezza. Una nuvo<strong>la</strong> <strong>di</strong> puntini neri le<br />

danzò davanti agli occhi appena si mise a sedere.<br />

«Fame?», le chiese <strong>la</strong> madre. «Ti hanno <strong>la</strong>sciato il<br />

vassoio con <strong>la</strong> co<strong>la</strong>zione».<br />

L’odore delle uova le <strong>di</strong>ede <strong>la</strong> nausea. Ma siccome <strong>la</strong><br />

mamma <strong>la</strong> stava osservando con ansia, giocherellò con<br />

un po’ <strong>di</strong> cibo e poi andò a <strong>la</strong>varsi. Di fronte allo specchio<br />

del bagno, si esaminò il collo. Sorprendente: non<br />

c’era più alcun segno del morso.<br />

Quando rientrò nel<strong>la</strong> stanza, trovò <strong>la</strong> madre in <strong>la</strong>crime.<br />

Non un pianto <strong>di</strong>rotto, né singhiozzi. Si tamponava delicatamente<br />

gli occhi con un fazzoletto. Ma Poppy non riuscì<br />

a sopportarlo.<br />

«Mamma, se stai male perché non sai come <strong>di</strong>rmelo…<br />

io lo so già».<br />

Pronunciò tutta <strong>la</strong> frase ancora prima <strong>di</strong> pensarci.<br />

La madre sollevò <strong>di</strong> scatto <strong>la</strong> testa, inorri<strong>di</strong>ta. Guardò<br />

intensamente <strong>la</strong> figlia, con il viso rigato dalle <strong>la</strong>crime.<br />

«Tesoro – tu sai… ?»<br />

79


«So cosa ho e quanto sia grave», rispose Poppy. Forse<br />

era <strong>la</strong> strategia sbagliata, ma ormai era troppo tar<strong>di</strong>. «Ho<br />

sentito te e Cliff che par<strong>la</strong>vate con i dottori».<br />

«Oh, Signore mio».<br />

Che posso <strong>di</strong>re?, si chiese Poppy. È tutto ok, mamma,<br />

perché non morirò; sto per <strong>di</strong>ventare un vampiro. Spero.<br />

Non ne sono sicura, perché a volte non si riesce a sopravvivere<br />

al<strong>la</strong> trasformazione. Ma con un po’ <strong>di</strong> fortuna,<br />

dovrei iniziare a succhiare sangue nel giro <strong>di</strong> poche settimane.<br />

A proposito, non aveva chiesto a James quanto tempo<br />

ci sarebbe voluto esattamente per completare <strong>la</strong> trasformazione.<br />

La mamma stava facendo respiri profon<strong>di</strong>, tentando <strong>di</strong><br />

calmarsi. «Poppy, voglio che tu sappia quanto ti voglio<br />

bene. Io e Cliff faremo qualsiasi cosa – qualsiasi – per<br />

aiutarti. Proprio ora Cliff sta esaminando alcuni protocolli<br />

clinici, cioè stu<strong>di</strong> sperimentali che testano nuove terapie.<br />

Se solo riuscissimo a… guadagnare tempo… finchè<br />

una cura…».<br />

Per Poppy era troppo. Riusciva a sentire il dolore del<strong>la</strong><br />

madre. Nel vero senso del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>. Le arrivava in onde<br />

palpabili che sembravano <strong>di</strong>ffondersi nelle sue vene,<br />

dandole un senso <strong>di</strong> vertigine.<br />

Sarà quel sangue alieno, pensò. Mi sta… cambiando.<br />

Mentre pensava a questo, andò verso <strong>la</strong> madre. Voleva<br />

abbracciar<strong>la</strong>, e aveva bisogno <strong>di</strong> aiuto per tenersi in pie<strong>di</strong>.<br />

80


«Mamma, io non ho paura», le <strong>di</strong>sse, con il viso premuto<br />

contro <strong>la</strong> sua spal<strong>la</strong>. «Non so come spiegartelo, ma<br />

non ho paura. E non voglio che tu sia triste per me».<br />

La madre <strong>la</strong> strinse convulsamente a sé, come se <strong>la</strong><br />

Morte avesse potuto strapparle Poppy dalle braccia in<br />

quel preciso istante. E pianse.<br />

Anche Poppy pianse. Lacrime vere, perché, anche se<br />

non sarebbe realmente morta, avrebbe perso tanto del<strong>la</strong><br />

propria vita. La famiglia, le abitu<strong>di</strong>ni, tutto quel che le<br />

era più caro. Le fece bene piangere, ne aveva bisogno.<br />

Quando non ebbe più <strong>la</strong>crime, azzardò un altro tentativo.<br />

«L’unica cosa che non voglio è che tu sia triste o preoccupata<br />

per me», <strong>di</strong>sse, guardando<strong>la</strong> negli occhi. «Mi<br />

prometti che cercherai <strong>di</strong> non esserlo? Per amore mio?».<br />

Oh, Dio, sembro Beth in Piccole donne, pensò. Santa<br />

Poppy. E <strong>la</strong> verità è che, se stessi davvero per morire,<br />

non farei altro che ur<strong>la</strong>re e <strong>di</strong>sperarmi per tutto il tempo.<br />

Ciò nonostante, era riuscita a confortare sua madre,<br />

che si sciolse dall’abbraccio con il viso segnato dalle <strong>la</strong>crime,<br />

ma con un’espressione <strong>di</strong> calma fierezza. «Sei<br />

straor<strong>di</strong>naria, Poppy», fu tutto quel che riuscì a <strong>di</strong>rle con<br />

le <strong>la</strong>bbra tremanti.<br />

Santa Poppy <strong>di</strong>stolse lo sguardo, terribilmente imbarazzata<br />

– finchè fu colta da un’altra provvidenziale ondata<br />

<strong>di</strong> torpore. Lasciò che <strong>la</strong> madre <strong>la</strong> riaccompagnasse a<br />

letto.<br />

81


E fu allora che trovò finalmente il modo <strong>di</strong> porre <strong>la</strong><br />

domanda che le stava a cuore.<br />

«Mamma», cominciò a <strong>di</strong>re, «se ci fosse una cura per<br />

me, da qualche parte – come un altro Paese o che so io –<br />

e io potessi andare là e stare meglio, ma senza poter mai<br />

tornare in<strong>di</strong>etro? Voglio <strong>di</strong>re, tu sapresti che sto bene, ma<br />

non potresti rivedermi mai più». Guardò attentamente <strong>la</strong><br />

madre. «Cosa vorresti che facessi?».<br />

Non dovette attendere a lungo <strong>la</strong> risposta. «Tesoro,<br />

vorrei che tu guarissi, fosse pure sul<strong>la</strong> Luna. Purchè tu sia<br />

felice». Fece una pausa, poi riprese a par<strong>la</strong>re, con calma.<br />

«Ma, cara, non esiste un posto simile. Magari ci fosse».<br />

«Lo so». Poppy le <strong>di</strong>ede un colpetto affettuoso sul<br />

braccio. «Era solo una domanda. Ti voglio bene,<br />

mamma».<br />

Più tar<strong>di</strong>, quel<strong>la</strong> mattina, passarono il dottor Franklin e<br />

<strong>la</strong> dottoressa Loftus. Affrontarli non fu così terribile<br />

come aveva immaginato, ma si sentì un’ipocrita quando<br />

si meravigliarono del suo “splen<strong>di</strong>do atteggiamento”.<br />

Par<strong>la</strong>rono <strong>di</strong> qualità <strong>di</strong> tempo, del fatto che non esistevano<br />

due casi identici <strong>di</strong> cancro, e <strong>di</strong> gente che aveva<br />

sovvertito le statistiche con il decorso del<strong>la</strong> propria ma<strong>la</strong>ttia.<br />

Santa Poppy stava sulle spine, ma ascoltava e annuiva<br />

– finchè iniziarono a par<strong>la</strong>re <strong>di</strong> ulteriori esami.<br />

«Vorremmo sottoporti a un angiogramma e a una <strong>la</strong>parotomia»,<br />

<strong>di</strong>sse <strong>la</strong> dottoressa Loftus. «Un angiogramma<br />

è…».<br />

82


«Tubi infi<strong>la</strong>ti nelle mie vene?», non riuscì a trattenersi<br />

Poppy.<br />

Tutti rimasero sorpresi. Poi <strong>la</strong> dottoressa le rivolse un<br />

mesto sorriso. «Sembra che tu ti sia già documentata».<br />

«No, ho soltanto… credo <strong>di</strong> averlo letto da qualche<br />

parte», concluse Poppy. Sapeva dove l’aveva letto: nel<strong>la</strong><br />

testa del<strong>la</strong> dottoressa Loftus. E probabilmente avrebbe<br />

dovuto cercare <strong>di</strong> dare meno nell’occhio invece <strong>di</strong> continuare<br />

a par<strong>la</strong>re, ma era troppo angosciata. «E <strong>la</strong> <strong>la</strong>parotomia<br />

è un’operazione, giusto?».<br />

I due dottori si scambiarono un’occhiata. «Un intervento<br />

esplorativo, sì», rispose il dottor Franklin.<br />

«Ma io non ho bisogno <strong>di</strong> questi test, no? Sapete già<br />

cosa ho. E i test sono dolorosi».<br />

«Poppy», intervenne dolcemente <strong>la</strong> madre. Ma <strong>la</strong> dottoressa<br />

stava già rispondendo con calma.<br />

«Be’, a volte abbiamo bisogno <strong>di</strong> esami per confermare<br />

una <strong>di</strong>agnosi. Ma nel tuo caso… no, Poppy. Non ne<br />

abbiamo realmente bisogno. Siamo già sicuri».<br />

«Quin<strong>di</strong> non vedo perché dovrei farli», concluse tranquil<strong>la</strong>mente<br />

Poppy. «Preferirei andare a casa».<br />

I dottori si scambiarono un’altra occhiata, poi guardarono<br />

<strong>la</strong> madre. Infine, senza neanche mascherare <strong>la</strong> cosa,<br />

uscirono tutti e tre nel corridoio per deliberare.<br />

Quando rientrarono nel<strong>la</strong> stanza, Poppy capì <strong>di</strong> aver<br />

vinto.<br />

83


«Puoi andare a casa, Poppy», <strong>di</strong>sse semplicemente il<br />

dottor Franklin. «Almeno finchè non si manifesteranno<br />

altri sintomi. L’infermiera <strong>di</strong>rà a tua madre come riconoscerli».<br />

La prima cosa che fece fu chiamare James. Rispose al<br />

primo squillo. «Come ti senti?»<br />

«Stor<strong>di</strong>ta. Ma piuttosto bene», gli rispose sottovoce<br />

per non farsi sentire dal<strong>la</strong> madre, che era fuori a par<strong>la</strong>re<br />

con l’infermiera. «Torno a casa».<br />

«Verrò questo pomeriggio», <strong>di</strong>sse James. «Chiamami<br />

quando pensi <strong>di</strong> avere un’ora tutta per te. E, Poppy… non<br />

<strong>di</strong>re a Phil che passerò».<br />

«Perché no?»<br />

«Te lo spiego dopo».<br />

Quando arrivò a casa trovò una strana atmosfera. Cliff<br />

e Phil non erano usciti, e tutti erano insolitamente gentili<br />

con lei, pur facendo finta che non fosse accaduto niente<br />

<strong>di</strong> così insolito. (Poppy aveva sentito l’infermiera <strong>di</strong>re<br />

al<strong>la</strong> mamma che bisognava tentare <strong>di</strong> rispettare <strong>la</strong> normale<br />

routine).<br />

Sembra il mio compleanno, pensò sbalor<strong>di</strong>ta. Un<br />

compleanno partico<strong>la</strong>rmente importante e <strong>la</strong> consegna del<br />

<strong>di</strong>ploma, tutti e due insieme. <strong>Il</strong> campanello del<strong>la</strong> porta<br />

suonava in continuazione, man mano che venivano consegnate<br />

delle composizioni floreali. La camera da letto <strong>di</strong><br />

Poppy sembrava un giar<strong>di</strong>no.<br />

84


Era addolorata per Phil. Aveva un’aria così affranta –<br />

e così coraggiosa. Voleva conso<strong>la</strong>rlo come aveva fatto<br />

con <strong>la</strong> mamma – ma in che modo?<br />

«Vieni qui», gli intimò, optando per un’azione <strong>di</strong>retta.<br />

E appena il fratello obbedì, lo strinse forte fra le braccia.<br />

«Sconfiggerai questa ma<strong>la</strong>ttia», le sussurrò lui. «So<br />

che ci riuscirai. Nessuno ha mai avuto <strong>la</strong> tua stessa voglia<br />

<strong>di</strong> vivere. E mai nessuno è stato più testardo <strong>di</strong> te, mai».<br />

In quel momento Poppy capì quanto avrebbe sentito <strong>la</strong><br />

sua mancanza.<br />

Si liberò dall’abbraccio provando un senso <strong>di</strong> vertigine.<br />

«Forse faresti meglio a riposarti un po’», le suggerì<br />

premurosamente Cliff. E <strong>la</strong> mamma <strong>la</strong> accompagnò in<br />

camera.<br />

«Papà lo sa?», domandò al<strong>la</strong> madre che si attardava a<br />

rior<strong>di</strong>nare <strong>la</strong> stanza.<br />

«Ho cercato <strong>di</strong> mettermi in contatto con lui ieri, ma<br />

al<strong>la</strong> stazione <strong>di</strong> polizia hanno detto che si è trasferito da<br />

qualche parte nel Vermont. Non sapevano dove».<br />

Poppy annuì. Sembrava che suo padre fosse sempre in<br />

movimento. Era un DJ – quando non faceva l’artista o<br />

l’illusionista. Con <strong>la</strong> mamma era finita perché non se <strong>la</strong><br />

cavava bene in nessuna <strong>di</strong> queste attività – o almeno non<br />

abbastanza da guadagnare <strong>di</strong>scretamente.<br />

Cliff era il suo esatto opposto: responsabile, rigoroso,<br />

<strong>di</strong>ligente <strong>la</strong>voratore. Si armonizzava perfettamente con <strong>la</strong><br />

85


madre e con Phil. Così perfettamente che a volte Poppy si<br />

sentiva un’intrusa nel<strong>la</strong> propria famiglia.<br />

«Mi manca papà», <strong>di</strong>sse Poppy con un filo <strong>di</strong> voce.<br />

«Lo so. A volte manca anche a me», replicò <strong>la</strong><br />

mamma, sorprendendo<strong>la</strong>. Poi aggiunse, per rassicurar<strong>la</strong>:<br />

«Lo troveremo, Poppy. Non appena lo saprà, vorrà sicuramente<br />

venire».<br />

Lo sperava davvero. Immaginava che non avrebbe<br />

avuto più occasione <strong>di</strong> vederlo – dopo.<br />

Circa un’ora prima del<strong>la</strong> cena – Cliff e Phil erano<br />

usciti per fare qualche commissione e <strong>la</strong> mamma stava<br />

riposando – Poppy approfittò dell’occasione propizia per<br />

chiamare James.<br />

«Vengo subito», le <strong>di</strong>sse. «Entrerò da solo». Dieci minuti<br />

più tar<strong>di</strong> era nel<strong>la</strong> stanza dell’amica.<br />

Poppy provò una strana sensazione d’imbarazzo. Le<br />

cose erano cambiate fra lei e James. Non erano più semplici<br />

amici.<br />

Non si salutarono nemmeno con un “ciao”. Non appena<br />

lui entrò in camera, i loro sguar<strong>di</strong> si cercarono e, per<br />

un momento infinito, rimasero semplicemente a fissarsi.<br />

Questa volta Poppy avvertì quel<strong>la</strong> fitta nel petto che<br />

provava sempre quando vedeva James, e fu un fremito <strong>di</strong><br />

pura dolcezza. Lui le voleva bene: glielo leggeva negli<br />

occhi.<br />

86


Aspetta un attimo, fermati, le suggerì <strong>la</strong> coscienza.<br />

Non correre troppo. Ti vuole bene, ma non ha detto <strong>di</strong> essere<br />

innamorato <strong>di</strong> te. C’è una bel<strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza.<br />

Taci, si <strong>di</strong>sse saggiamente Poppy. A voce alta, si rivolse<br />

all’amico: «Come mai non volevi che Phil sapesse<br />

che saresti venuto?».<br />

James gettò <strong>la</strong> leggera giacca a vento sopra una se<strong>di</strong>a e<br />

si sedette sul letto del<strong>la</strong> ragazza. «Be’, non volevo essere<br />

interrotto <strong>di</strong> nuovo», rispose, con un gesto che non <strong>la</strong>sciava<br />

spazio a ulteriori spiegazioni. «Come va il dolore?»<br />

«Sparito», <strong>di</strong>sse Poppy. «Non è incre<strong>di</strong>bile? Questa<br />

notte non mi ha svegliato. E c’è qualcos’altro. Credo <strong>di</strong><br />

aver cominciato a… be’, leggere il pensiero degli altri».<br />

James accennò un sorriso, sollevando appena un angolo<br />

del<strong>la</strong> bocca. «Ottima notizia. Ero preoccupato…».<br />

Tacque improvvisamente e andò ad accendere lo stereo.<br />

Lamentosi suoni bantu si <strong>di</strong>ffusero nel<strong>la</strong> stanza.<br />

«Non ero sicuro che ieri sera avessi bevuto abbastanza<br />

sangue», riprese con calma, tornando a sedersi sul letto.<br />

«Questa volta dovrai prenderne <strong>di</strong> più – e anche io».<br />

Poppy sentì un fremito. Non provava più repulsione,<br />

ma paura sì, paura delle conseguenze. Non era soltanto<br />

un modo per entrare in intimità con James o per dargli<br />

nutrimento. Si sarebbe trasformata.<br />

«Non capisco perché non mi hai mai morso prima<br />

d’ora». Lo <strong>di</strong>sse allegramente, ma appena ebbe pronun-<br />

87


ciato quelle parole, capì che nascondevano qualcosa <strong>di</strong><br />

serio.<br />

«Voglio <strong>di</strong>re», precisò, «lo hai fatto con Michae<strong>la</strong> e<br />

con Jacklyn, vero? E con altre ragazze?»<br />

James <strong>di</strong>stolse lo sguardo, ma rispose con voce ferma.<br />

«Non ho scambiato sangue con loro. Ma mi sono nutrito<br />

da loro, sì».<br />

«Ma non da me».<br />

«No. Come posso spiegarti?» Alzò gli occhi per guardar<strong>la</strong>.<br />

«Poppy, prendere il sangue da altri può significare<br />

un sacco <strong>di</strong> cose <strong>di</strong>fferenti – e gli Anziani non vogliono<br />

che sia fatto per uno scopo <strong>di</strong>verso dal nutrimento. Dicono<br />

che bisognerebbe provare solo <strong>la</strong> gioia del<strong>la</strong> caccia.<br />

Ed è tutto quel che ho provato anch’io – finora».<br />

Poppy annuì, cercando <strong>di</strong> accontentarsi del<strong>la</strong> spiegazione.<br />

Non chiese chi fossero gli Anziani.<br />

«Inoltre, può essere pericoloso», continuò James. «Si<br />

può mordere con ostilità, e può uccidere. Uccidere per<br />

sempre, intendo».<br />

Lei sembrò <strong>di</strong>vertita da quell’ultima precisazione. «Tu<br />

non uccideresti nessuno».<br />

James <strong>la</strong> guardò intensamente. Fuori, il cielo si era<br />

rannuvo<strong>la</strong>to e nel<strong>la</strong> stanza <strong>di</strong> Poppy <strong>la</strong> luce era ormai<br />

fioca. Anche il volto <strong>di</strong> James mostrava uno strano pallore,<br />

e gli occhi una sfumatura argentea.<br />

«Ma l’ho fatto», replicò, con voce fredda e inespressiva.<br />

«Ho ucciso perché non ho scambiato una quantità<br />

88


sufficiente <strong>di</strong> sangue, e quel<strong>la</strong> persona non si è risvegliata<br />

per una nuova vita da vampiro».<br />

89


Capitolo 7<br />

«Allora dovevi avere i tuoi motivi», <strong>di</strong>sse Poppy<br />

chiaro e tondo. A quel commento, James <strong>la</strong> guardò, e lei<br />

si strinse nelle spalle. «Ti conosco». Lo conosceva come<br />

non aveva mai conosciuto nessuno.<br />

<strong>Il</strong> ragazzo <strong>di</strong>stolse lo sguardo. «Non avevo nessun<br />

motivo, ma c’erano alcune… circostanze attenuanti. Si<br />

potrebbe <strong>di</strong>re che mi avevano teso una trappo<strong>la</strong>. Ma ho<br />

ancora gli incubi».<br />

Le parve così stanco – così triste. È un mondo solitario,<br />

pieno <strong>di</strong> segreti, ricordò Poppy. E lui aveva dovuto<br />

tenere nascosto quell’enorme <strong>segreto</strong> a tutti, lei compresa.<br />

«Per te deve essere stato terribile», <strong>di</strong>sse, senza quasi<br />

rendersi conto che stava par<strong>la</strong>ndo ad alta voce. «Intendo<br />

<strong>di</strong>re, tutta <strong>la</strong> vita… tenerlo dentro <strong>di</strong> te. Senza par<strong>la</strong>rne<br />

con nessuno. Fingendo che…».<br />

«Poppy». Un brivido rivelò un’emozione repressa da<br />

tempo. «Non farlo».<br />

«Cosa? Essere solidale con te?».<br />

James scosse <strong>la</strong> testa. «Nessuno mi aveva mai capito<br />

prima d’ora». Fece una pausa, poi <strong>di</strong>sse: «Come puoi<br />

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preoccuparti per me? Con tutto quel che stai attraversando?».<br />

«Credo perché… ti voglio bene».<br />

«E io credo sia questo il motivo per cui non ti ho trattato<br />

come Michae<strong>la</strong> o Jacklyn», replicò.<br />

Poppy indugiò con lo sguardo sulle linee scolpite del<br />

suo volto, sull’onda <strong>di</strong> capelli castani che gli ricadevano<br />

sul<strong>la</strong> fronte come seta… e trattenne il respiro. Dì: “Ti<br />

amo”, gli or<strong>di</strong>nò mentalmente. Dillo, stupido testone.<br />

Ma non erano in contatto, e James non mostrò il minimo<br />

segno <strong>di</strong> aver recepito il messaggio. Anzi, assunse<br />

un’espressione energica e indaffarata. «Sarà meglio cominciare».<br />

Si alzò in pie<strong>di</strong> e chiuse le tende. «La luce del<br />

sole inibisce tutti i poteri <strong>di</strong> un vampiro», le spiegò, con il<br />

tono <strong>di</strong> voce <strong>di</strong> un professore universitario.<br />

Poppy approfittò del<strong>la</strong> pausa per avvicinarsi allo stereo,<br />

da cui veniva una musica popo<strong>la</strong>re o<strong>la</strong>ndese, ideale<br />

per eseguire una danza con i caratteristici saltelli, ma<br />

certo non molto romantica. Pigiò un tasto, e un vellutato<br />

fado portoghese si levò nell’aria.<br />

Tirò i leggeri tendaggi che riparavano il letto. Quando<br />

si sedette, lei e James si trovarono nel loro piccolo<br />

mondo, ve<strong>la</strong>to e appartato, come racchiusi nel biancore<br />

confuso <strong>di</strong> un guscio d’uovo.<br />

«Sono pronta», <strong>di</strong>sse dolcemente, e James le si avvicinò.<br />

Persino in quel<strong>la</strong> semioscurità, Poppy si sentì ipno-<br />

91


tizzata dai suoi occhi. Erano finestre affacciate su un altro<br />

mondo, misterioso e <strong>di</strong>stante.<br />

<strong>Il</strong> Mondo delle Tenebre, pensò, e sollevò il mento appena<br />

James <strong>la</strong> prese fra le braccia.<br />

Questa volta <strong>la</strong> doppia puntura nel collo fu un dolore<br />

quasi piacevole.<br />

Ma fu ancor meglio quando <strong>la</strong> mente <strong>di</strong> James si mise<br />

in contatto con <strong>la</strong> sua. Quel segno <strong>di</strong> profonda unione,<br />

d’improvvisa completezza, si <strong>di</strong>ffuse in tutto il suo essere<br />

come <strong>la</strong> luce <strong>di</strong> mille stelle.<br />

Ancora una volta provò <strong>la</strong> sensazione che si stessero<br />

fondendo insieme, annul<strong>la</strong>ndosi e amalgamandosi in tutti<br />

i punti in cui si toccavano. Sentì il battito del proprio<br />

cuore echeggiare dentro James.<br />

Più vicini, sempre più vicini… e poi lo sentì allontanarsi<br />

da lei.<br />

James? Cosa c’è che non va?<br />

Niente, le rispose, ma Poppy percepì che non era del<br />

tutto vero. Stava cercando <strong>di</strong> allentare il legame che si<br />

stava creando fra loro… ma perché?<br />

Poppy, è solo che non voglio costringerti a fare nul<strong>la</strong>.<br />

Quel che stiamo provando è… artificiale…<br />

Artificiale? Era <strong>la</strong> cosa più vera che avesse mai sperimentato.<br />

Più vera del vero. In mezzo al<strong>la</strong> gioia, Poppy<br />

provò un moto <strong>di</strong> rabbia dolorosa nei confronti <strong>di</strong> James.<br />

Non intendevo <strong>di</strong>re questo, aggiunse lui, e c’era una<br />

sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione nel suo pensiero. È solo che non<br />

92


puoi resistere al legame <strong>di</strong> sangue. Non potresti resistergli<br />

neanche se mi detestassi. Non è leale…<br />

A Poppy non interessava <strong>la</strong> lealtà. Se non puoi resistergli,<br />

perché stai cercando <strong>di</strong> farlo?, gli chiese in tono<br />

trionfante.<br />

Le giunse qualcosa come una risata mentale; poi si<br />

strinsero con forza l’uno all’altra, travolti da un’ondata <strong>di</strong><br />

pura emozione.<br />

<strong>Il</strong> legame <strong>di</strong> sangue, pensò Poppy quando James sollevò<br />

<strong>la</strong> testa. Non importa se non vuole <strong>di</strong>rmi che mi ama<br />

– ora siamo legati. E niente potrà cambiare <strong>la</strong> situazione.<br />

Un attimo ancora, e avrebbe suggel<strong>la</strong>to il patto tra loro<br />

prendendo il sangue <strong>di</strong> James. Prova a resistere a questo,<br />

pensò, e fu sorpresa <strong>di</strong> sentirlo ridere sommessamente.<br />

«Leggi <strong>di</strong> nuovo <strong>la</strong> mia mente?»<br />

«Non esattamente. Stai proiettando il tuo pensiero, e ci<br />

riesci molto bene. Sarai una persona dotata <strong>di</strong> forti poteri<br />

telepatici».<br />

Interessante… ma in quel preciso momento Poppy<br />

non si sentiva affatto forte. D’un tratto era debole come<br />

un gattino. Cascante come un fiore appassito. Aveva bisogno…<br />

«Lo so», le sussurrò James. Sostenendo<strong>la</strong>, si avvicinò<br />

il polso al<strong>la</strong> bocca.<br />

Poppy lo trattenne con una mano. «James? Quante<br />

volte dovremo farlo prima che io… mi trasformi?».<br />

93


«Ancora una, credo», le rispose tranquil<strong>la</strong>mente.<br />

«Questa volta ne ho preso molto, e voglio che tu faccia<br />

altrettanto. E <strong>la</strong> prossima volta…».<br />

Morirò, pensò Poppy. Be’, almeno so quanto mi è rimasto<br />

da vivere come umana.<br />

James tese le <strong>la</strong>bbra scoprendo lunghe zanne aguzze e<br />

si <strong>la</strong>cerò <strong>la</strong> pelle del polso. Lo stesso gesto <strong>di</strong> un serpente<br />

che vibra il colpa fatale al<strong>la</strong> preda. <strong>Il</strong> sangue sgorgò dal<strong>la</strong><br />

ferita, rosso come marmel<strong>la</strong>ta <strong>di</strong> ciliegie.<br />

Poppy si era appena protesa in avanti con le <strong>la</strong>bbra <strong>di</strong>schiuse,<br />

quando qualcuno bussò al<strong>la</strong> porta.<br />

I due ragazzi s’irrigi<strong>di</strong>rono, colti in f<strong>la</strong>grante.<br />

Bussarono ancora. Nel suo stato <strong>di</strong> confusione e <strong>di</strong><br />

estrema debolezza, Poppy non riuscì a muovere un <strong>di</strong>to.<br />

L’unico pensiero che riecheggiò nel<strong>la</strong> sua mente fu: Oh,<br />

ti prego, fa’ che non sia…<br />

La porta si aprì.<br />

…Phil<br />

Suo fratello stava <strong>di</strong>cendo qualcosa quando si affacciò<br />

al<strong>la</strong> porta. «Poppy, sei sveglia? Mamma <strong>di</strong>ce…».<br />

S’interruppe <strong>di</strong> colpo, poi allungò <strong>la</strong> mano verso<br />

l’interruttore del<strong>la</strong> luce sul<strong>la</strong> parete. La stanza s’illuminò<br />

all’improvviso.<br />

Oh, favoloso, pensò Poppy in preda al<strong>la</strong> sconforto.<br />

Phil faceva già capolino fra i leggeri tendaggi che circondavano<br />

il letto, e <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> gli restituì lo sguardo.<br />

94


«Cosa-<strong>di</strong>amine-succede?», domandò, con un tono <strong>di</strong><br />

voce che gli avrebbe garantito il ruolo del protagonista<br />

nel film I <strong>di</strong>eci comandamenti. Prima che Poppy riuscisse<br />

a riprendere sufficiente autocontrollo per dare una risposta,<br />

Phil si sporse in avanti e afferrò James per un braccio.<br />

«Phil, no», lo implorò Poppy. «Phil, non fare<br />

l’i<strong>di</strong>ota…».<br />

«Avevamo fatto un patto», ringhiò a James. «E tu<br />

l’hai infranto».<br />

Adesso anche James aveva afferrato Phil per un braccio,<br />

con <strong>la</strong> stessa rudezza. Poppy ebbe <strong>la</strong> sgradevole sensazione<br />

che i due avrebbero cominciato a prendersi a testate.<br />

Oh, Signore, se riuscissi solo a pensare coerentemente.<br />

Ma il cervello non voleva saperne <strong>di</strong> funzionare.<br />

«Ti sei fatto un’idea sbagliata», sibilò James a Phil a<br />

denti stretti.<br />

«Un’idea sbagliata? Arrivo qui e vi trovo tutti e due a<br />

letto, con le tende tirate, e tu mi <strong>di</strong>ci che mi sono fatto<br />

un’idea sbagliata?»<br />

«Sul letto, volle precisare Poppy», ma il fratello non le<br />

prestò ascolto.<br />

James <strong>di</strong>ede una scrol<strong>la</strong>ta a Phil. Lo fece con estrema<br />

facilità, con pochi gesti precisi, ma <strong>la</strong> testa del ragazzo<br />

venne sbatacchiata avanti e in<strong>di</strong>etro. Poppy si rese conto<br />

che in quel momento James non riusciva ad agire con il<br />

95


massimo del<strong>la</strong> razionalità. Si ricordò come aveva piegato<br />

<strong>la</strong> gamba del<strong>la</strong> se<strong>di</strong>a, e decise che era meglio intervenire.<br />

«Lascialo», <strong>di</strong>sse, stendendo le braccia in mezzo ai<br />

due litiganti, cercando <strong>di</strong> afferrare le mani, <strong>di</strong> chiunque<br />

fossero. «An<strong>di</strong>amo ragazzi!». Infine come ultima chance:<br />

«Phil, capisco che ti è <strong>di</strong>fficile crederlo, ma James sta<br />

cercando <strong>di</strong> aiutarmi…».<br />

«Aiutarti? Non credo». Poi, rivolto a James: «Guarda<strong>la</strong>.<br />

Non capisci che questa stupida messinscena <strong>la</strong> fa<br />

stare peggio? Ogni volta che <strong>la</strong> trovo insieme a te è pallida<br />

come un lenzuolo. Stai solo peggiorando <strong>la</strong> situazione».<br />

«Tu non ne sai nul<strong>la</strong>», gli ringhiò in faccia James. Ma<br />

Poppy stava ancora e<strong>la</strong>borando le frasi appena sentite.<br />

«Stupida? messinscena?», esc<strong>la</strong>mò. Non lo <strong>di</strong>sse a<br />

voce così alta, ma tutti si bloccarono.<br />

I due ragazzi si voltarono a guardar<strong>la</strong>.<br />

E fu a quel punto che tutti commisero qualche errore.<br />

In seguito, Poppy si rese conto che se ognuno <strong>di</strong> loro<br />

avesse mantenuto <strong>la</strong> calma, si sarebbe evitato<br />

l’inevitabile. Ma nessuno lo fece.<br />

«Mi <strong>di</strong>spiace», <strong>di</strong>sse Phil al<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>. «Non volevo<br />

che tu sapessi…».<br />

«Chiu<strong>di</strong> il becco», lo zittì James.<br />

«Ma devo farlo. Questo… bastardo… si sta prendendo<br />

gioco <strong>di</strong> te. Me lo ha confessato. Ha detto che è <strong>di</strong>spiaciuto<br />

per te e pensa che farti credere che tu gli piaci ti<br />

96


farà sentire meglio. Ha un ego che potrebbe riempire il<br />

Dodger Sta<strong>di</strong>um».<br />

«Messinscena?», ripetè Poppy, <strong>la</strong>sciandosi ricadere sul<br />

letto. Sentiva un ronzio nel<strong>la</strong> testa e un’imminente eruzione<br />

che le ribolliva nel petto.<br />

«Poppy, è assurdo», <strong>di</strong>sse James. «Ascolta…».<br />

Ma Poppy non stava ascoltando. <strong>Il</strong> problema era che<br />

sentiva quanto Phil fosse <strong>di</strong>spiaciuto. Era molto più convincente<br />

del<strong>la</strong> rabbia. E Phillip, lo schietto, sincero, affidabile<br />

Phillip, non mentiva quasi mai.<br />

E ora non stava mentendo. Significava che… era James<br />

che mentiva.<br />

Fase <strong>di</strong> eruzione.<br />

«Tu…», sibilò a James. «Tu…». Non riusciva a trovare<br />

una paro<strong>la</strong> abbastanza offensiva. In qualche modo si<br />

sentì più ferita, più tra<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> quanto lo fosse mai stata<br />

prima. Aveva creduto <strong>di</strong> conoscere James, si era fidata<br />

ciecamente <strong>di</strong> lui. E questo rendeva il tra<strong>di</strong>mento ancora<br />

più meschino. «Così era tutta una messinscena? È così?».<br />

Una voce interiore le stava <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong> aspettare e <strong>di</strong><br />

riflettere. Non era in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> prendere decisioni<br />

cruciali. Ma non era neanche in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ascoltare le<br />

voci interiori. La rabbia le impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> decidere se aveva<br />

una buona ragione per essere arrabbiata.<br />

«E così sei <strong>di</strong>spiaciuto per me?», sussurrò, e <strong>di</strong> colpo<br />

tutta <strong>la</strong> furia e l’angoscia che aveva soffocato per un<br />

giorno e mezzo tracimarono, abbattendo ogni argine.<br />

97


Provava un dolore cieco, e niente più aveva importanza<br />

tranne far soffrire James quanto stava soffrendo lei.<br />

James stava par<strong>la</strong>ndo in fretta, con affanno. «Poppy…<br />

per questo non volevo che Phil sapesse…».<br />

«E non mi sorprende», infierì Poppy. «E non mi sorprende<br />

che tu non mi abbia detto che mi ami», proseguì,<br />

senza preoccuparsi che il fratello <strong>la</strong> stesse ascoltando. «E<br />

non mi sorprende che tu mi abbia fatto tutto il resto, ma<br />

senza avermi mai baciata. Bene, non voglio <strong>la</strong> tua<br />

pietà….<br />

«Tutto il resto? Quale “tutto il resto”?», gridò Phil.<br />

«Io ti ammazzo, Rasmussen!».<br />

Si liberò dal<strong>la</strong> stretta <strong>di</strong> James e gli sferrò un colpo. <strong>Il</strong><br />

ragazzo si abbassò <strong>di</strong> scatto e il pugno arrivò soltanto a<br />

sfiorargli i capelli. Phil tornò all’attacco, ma James si<br />

piegò <strong>di</strong> <strong>la</strong>to e lo afferrò da <strong>di</strong>etro, bloccandogli <strong>la</strong> testa.<br />

Poppy sentì <strong>dei</strong> passi affrettati nel corridoio. «Cosa<br />

succede?», ansimò <strong>la</strong> madre sgomenta, entrando nel<strong>la</strong><br />

camera del<strong>la</strong> figlia.<br />

Quasi nello stesso istante, Cliff comparve alle spalle<br />

del<strong>la</strong> moglie. «Cos’è tutto questo gridare?», volle sapere,<br />

con espressione severa.<br />

«Sei tu che <strong>la</strong> stai mettendo in pericolo», stava ringhiando<br />

James nell’orecchio <strong>di</strong> Phil. «In questo preciso<br />

momento». Aveva un’espressione feroce, crudele.<br />

Inumana.<br />

98


«Lascia in pace mio fratello!», urlò Poppy, mentre gli<br />

occhi le si riempivano <strong>di</strong> <strong>la</strong>crime.<br />

«Oh, mio Dio. Cara…», esc<strong>la</strong>mò <strong>la</strong> mamma. Con due<br />

soli passi raggiunse il letto e prese <strong>la</strong> figlia fra le braccia.<br />

«E voi ragazzi, uscite da qui».<br />

L’espressione crudele scomparve dal volto <strong>di</strong> James,<br />

che allentò <strong>la</strong> presa su Phil. «Ascolta, mi <strong>di</strong>spiace. Devo<br />

restare, Poppy…».<br />

Phillip gli assestò una gomitata nello stomaco.<br />

Non doveva avergli fatto male quanto ne avrebbe fatto<br />

a un umano, ma Poppy vide <strong>la</strong> furia riaccendersi negli<br />

occhi del giovane appena riuscì a raddrizzare <strong>la</strong> schiena.<br />

Sollevò Phil da terra e lo scaraventò <strong>di</strong> testa in <strong>di</strong>rezione<br />

del cassettone.<br />

La madre <strong>la</strong>nciò un grido. Cliff andò a frapporsi fra i<br />

due litiganti.<br />

«Adesso basta!», tuonò. Poi, rivolto a Phil: «Stai<br />

bene?», e a James: «Che storia è questa?».<br />

Phil si stava massaggiando <strong>la</strong> testa con aria incredu<strong>la</strong>.<br />

James era rimasto in silenzio. Poppy non riuscì a <strong>di</strong>re<br />

nul<strong>la</strong>.<br />

«Va bene, non importa», concluse Cliff. «Immagino<br />

che siamo tutti un po’ tesi. Ma faresti meglio a tornare a<br />

casa, James».<br />

<strong>Il</strong> ragazzo guardò Poppy.<br />

99


Lei fremeva, percorsa da una sofferenza sorda e pulsante,<br />

come se avesse un dente infiammato; gli voltò <strong>la</strong><br />

schiena, nascondendosi fra le braccia del<strong>la</strong> madre.<br />

«Tornerò», <strong>di</strong>sse James senza scomporsi. Forse voleva<br />

essere una promessa, ma suonò come una minaccia.<br />

«No, non farti vedere per un po’», rimarcò Cliff con<br />

tono autoritario. Sbirciando sopra il braccio del<strong>la</strong> madre,<br />

Poppy vide che c’era del sangue sui capelli bion<strong>di</strong> del<br />

fratello. «Credo che tutti abbiamo bisogno <strong>di</strong> raffreddare<br />

gli animi. E ora, an<strong>di</strong>amo, muoviti».<br />

Accompagnò James al<strong>la</strong> porta. Poppy tirò su con il<br />

naso e rabbrividì, tentando <strong>di</strong> ignorare il senso <strong>di</strong> vertigine<br />

che l’aveva invasa e il concitato mormorio <strong>di</strong> voci<br />

nel<strong>la</strong> testa. Lo stereo stava suonando a tutto volume musica<br />

madcore inglese.<br />

Nei due giorni successivi James telefonò otto volte.<br />

Poppy in realtà rispose soltanto <strong>la</strong> prima volta. Era appena<br />

passata <strong>la</strong> mezzanotte quando suonò l’apparecchio<br />

del<strong>la</strong> sua linea privata. Ancora in dormiveglia, rispose<br />

meccanicamente.<br />

«Poppy, non riagganciare», le <strong>di</strong>sse James.<br />

E lei riagganciò. Un attimo dopo il telefono squillò <strong>di</strong><br />

nuovo.<br />

«Poppy, se non vuoi morire, devi ascoltarmi».<br />

100


«Questo è un ricatto. Sei <strong>di</strong>sgustoso», lo apostrofò<br />

Poppy, stringendo forte l’apparecchio. Aveva <strong>la</strong> lingua<br />

impastata e le doleva <strong>la</strong> testa.<br />

«È <strong>la</strong> verità. Ascolta, Poppy. Oggi non hai bevuto<br />

sangue. Quello che ti ho preso io ti ha indebolito, e tu<br />

non ne hai avuto in cambio. E questo potrebbe ucciderti».<br />

Poppy ascoltò le parole, ma non le sembrarono reali.<br />

Le <strong>la</strong>sciò cadere e si ritirò in uno stato nebuloso dove<br />

pensare era impossibile. «Non m’importa».<br />

«Deve importarti, e se riuscissi a ragionare, lo capiresti.<br />

È <strong>la</strong> trasformazione in corso che ti fa stare così. Hai <strong>la</strong><br />

mente totalmente confusa. Sei talmente paranoica e irrazionale<br />

e instabile che non ti ren<strong>di</strong> conto <strong>di</strong> esserlo».<br />

La spiegazione corrispondeva in modo sospetto a quel<br />

che provava. Era vagamente consapevole che si stava<br />

comportando come Marissa Schaffer, quando aveva bevuto<br />

una confezione <strong>di</strong> birra da sei al<strong>la</strong> festa <strong>di</strong> Capodanno<br />

<strong>di</strong> Jan Nedjar. Un’i<strong>di</strong>ota farneticante. Ma sembrava<br />

non riuscisse a evitarlo.<br />

«Voglio sapere soltanto una cosa», <strong>di</strong>sse. «È vero che<br />

ha detto quelle cretinate a Phil?».<br />

Sentì James sospirare. «È vero che lo ho dette. Ma<br />

quel che ho detto non è vero. L’ho fatto solo perché Phil<br />

<strong>la</strong> smettesse <strong>di</strong> assil<strong>la</strong>rmi».<br />

Ma ormai Poppy era troppo sconvolta anche solo per<br />

desiderare <strong>di</strong> calmarsi.<br />

101


«Perché dovrei credere a un ragazzo <strong>la</strong> cui vita è tutta<br />

una menzogna?», <strong>di</strong>sse, e riagganciò appena sentì cadere<br />

<strong>la</strong> prima <strong>la</strong>crima.<br />

Per tutto il giorno successivo rimase nel suo stato <strong>di</strong><br />

nebuloso rifiuto. Niente le sembrava reale: né il litigio<br />

con James, né l’avvertimento che le aveva dato, né <strong>la</strong><br />

propria ma<strong>la</strong>ttia. Soprattutto quel<strong>la</strong>. La mente aveva trovato<br />

il modo <strong>di</strong> accettare il trattamento premuroso che<br />

tutti le riservavano senza soffermarsi sul motivo <strong>di</strong> tante<br />

attenzioni.<br />

Riuscì persino a non badare ai commenti sul suo rapido<br />

peggioramento che <strong>la</strong> mamma sussurrava a Phil: i<br />

<strong>la</strong>menti su come <strong>la</strong> povera Poppy stesse <strong>di</strong>ventando sempre<br />

più esangue, debole, instabile. E soltanto Poppy sapeva<br />

che riusciva a sentire quel che <strong>di</strong>cevano nel corridoio<br />

come se stessero par<strong>la</strong>ndo nel<strong>la</strong> sua camera.<br />

Tutti i suoi sensi si erano affinati, anche se <strong>la</strong> mente<br />

era offuscata. Si sgomentava ogni volta che vedeva <strong>la</strong><br />

propria immagine riflessa nel<strong>la</strong> specchio, così pallida, <strong>la</strong><br />

pelle traslucida come <strong>la</strong> cera <strong>di</strong> una cande<strong>la</strong>. E i suoi occhi<br />

così ver<strong>di</strong> e intensi che sembravano ardere.<br />

Le altre sei volte che James chiamò, <strong>la</strong> madre gli <strong>di</strong>sse<br />

che Poppy stava riposando.<br />

Cliff osservò le finiture rotte del cassettone. «Chi<br />

avrebbe mai detto che quel ragazzo fosse così forte?».<br />

102


James chiuse il cellu<strong>la</strong>re e battè il pugno sul cruscotto<br />

del<strong>la</strong> Integra. Era giovedì pomeriggio.<br />

Ti amo. Questo avrebbe dovuto <strong>di</strong>re a Poppy. E adesso<br />

era troppo tar<strong>di</strong> – lei non voleva neanche par<strong>la</strong>rgli.<br />

Perché non lo aveva detto? Ora le sue ragioni gli sembrarono<br />

stupide. Così aveva approfittato dell’ingenuità e<br />

del<strong>la</strong> gratitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Poppy… bene, bravo. Era riuscito<br />

solo a spil<strong>la</strong>re sangue dalle sue vene e a spezzarle il<br />

cuore.<br />

Era riuscito solo ad accelerare <strong>la</strong> sua morte.<br />

Ma non era il momento <strong>di</strong> pensarci: adesso doveva<br />

interpretare una farsa.<br />

Scese dal<strong>la</strong> macchina e si aggiustò <strong>la</strong> giacca a vento<br />

con uno strattone, avviandosi verso <strong>la</strong> gigantesca casa in<br />

stile ranch.<br />

Aprì <strong>la</strong> porta ed entrò senza annunciare il proprio arrivo.<br />

Non aveva bisogno <strong>di</strong> chiamare ad alta voce: sua<br />

madre lo avrebbe “sentito”.<br />

All’interno risaltavano i soffitti spioventi e le pareti<br />

elegantemente spoglie. L’unica eccentricità era data dai<br />

molti lucernari ve<strong>la</strong>ti da raffinati drappi fatti su misura.<br />

In tal modo l’ambiente appariva spazioso ma poco illuminato.<br />

Ricordava.. un antro.<br />

«James», lo salutò <strong>la</strong> madre, arrivando dall’a<strong>la</strong> sul retro<br />

del<strong>la</strong> casa. Aveva i capelli neri e luci<strong>di</strong> come l’ebano,<br />

e perfette forme che venivano enfatizzate e non certo <strong>di</strong>ssimu<strong>la</strong>te<br />

dal<strong>la</strong> veste ricamata in oro e argento. Gli occhi<br />

103


or<strong>la</strong>ti da lunghe ciglia erano <strong>di</strong> un freddo grigio, come<br />

quelli <strong>di</strong> James. Baciò il figlio senza neanche sfiorargli le<br />

guance.<br />

«Ho ricevuto il tuo messaggio», le <strong>di</strong>sse. «Cosa<br />

vuoi?». «Preferirei aspettare che tuo padre torni a<br />

casa…». «Mamma, mi <strong>di</strong>spiace, ma io ho fretta. Ho delle<br />

cose da fare – oggi non ho neanche mangiato».<br />

«Si vede», replicò <strong>la</strong> madre. Lo osservò un momento<br />

senza battere ciglio. Poi sospirò, <strong>di</strong>rigendosi verso il soggiorno.<br />

«Sie<strong>di</strong>ti, almeno… Sei un po’ turbato in questi<br />

ultimi giorni, non è vero?».<br />

James sedette sul <strong>di</strong>vano cremisi in pelle scamosciata.<br />

Era arrivato il momento <strong>di</strong> mettere al<strong>la</strong> prova le sue capacità<br />

<strong>di</strong> attore. Se fosse riuscito a superare il minuto<br />

successivo senza che <strong>la</strong> madre intuisse <strong>la</strong> verità, era fatta.<br />

«Sono sicuro che papà ti avrà spiegato il perché»,<br />

<strong>di</strong>sse con voce calma.<br />

«Già. La picco<strong>la</strong> Poppy. È davvero increscioso, non<br />

trovi?». <strong>Il</strong> paralume dell’unica <strong>la</strong>mpada a stelo era <strong>di</strong> colore<br />

rosso intenso, e una luce vermiglia illuminava metà<br />

del viso del<strong>la</strong> madre.<br />

«All’inizio ero sconvolto, ma adesso mi è praticamente<br />

passata», <strong>di</strong>sse James. Mantenne un tono inespressivo<br />

e si concentrò per non inviare niente – niente – attraverso<br />

<strong>la</strong> propria aura. Avvertiva i tentativi appena accennati<br />

del<strong>la</strong> madre <strong>di</strong> sondare <strong>la</strong> sua mente. Come un in-<br />

104


setto che ti sfiora con le sue antenne, o un serpente che<br />

annusa l’aria con <strong>la</strong> nera lingua biforcuta.<br />

«Mi sorprende», commentò lei. «Pensavo che ti fosse<br />

sempatica».<br />

«È così. Ma, dopo tutto, non si tratta <strong>di</strong> persone nel<br />

vero senso del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>, no?». Si fermò a riflettere un<br />

istante, poi aggiunse: «È come perdere un animale domestico.<br />

Dovrò semplicemente trovarne un’altra».<br />

Fu una mossa audace, citare <strong>la</strong> “linea del partito”.<br />

James s’impose <strong>di</strong> mantenere ogni muscolo ri<strong>la</strong>ssato,<br />

mentre sentiva i tentacoli del pensiero del<strong>la</strong> madre stringersi<br />

intorno a sé, avvolgerlo, in cerca <strong>di</strong> un punto debole.<br />

Concentrò il proprio pensiero su Michae<strong>la</strong> Vasquez,<br />

tentando <strong>di</strong> trasmettere <strong>la</strong> giusta quantità <strong>di</strong> superficiale<br />

affettuosità.<br />

Funzionò. La madre ritirò i tentacoli dal<strong>la</strong> sua mente e<br />

si accomodò sul <strong>di</strong>vano, sorridendogli.<br />

«Sono felice che tu <strong>la</strong> stia prendendo così bene. Ma se<br />

mai dovessi sentire il bisogno <strong>di</strong> par<strong>la</strong>rne con qualcuno…<br />

tuo padre conosce alcuni psicoterapeuti veramente in<br />

gamba».<br />

Psicoterapeuti <strong>vampiri</strong>, voleva <strong>di</strong>re. Per ficcargli in testa<br />

che gli umani non servono altro che a nutrirsi.<br />

«So che vuoi evitare seccature quanto me», aggiunse<br />

lei. «Si ripercuotono sul<strong>la</strong> famiglia, capisci».<br />

«Certo», <strong>la</strong> rassicurò James, scrol<strong>la</strong>ndo le spalle. «Ora<br />

devo andare. Saluta papà da parte mia, ok?».<br />

105


Questa volta fu James a baciar<strong>la</strong> senza neanche sfiorarle<br />

le guance.<br />

«Oh, a proposito», gli <strong>di</strong>sse mentre si avviava verso <strong>la</strong><br />

porta. «Tuo cugino Ash verrà <strong>la</strong> prossima settimana.<br />

Penso che gra<strong>di</strong>rà stare con te, nel tuo appartamento – e<br />

sono sicura che ti farà piacere un po’ <strong>di</strong> compagnia».<br />

Dovrà passare sul mio cadavere, pensò James. Si era<br />

completamente <strong>di</strong>menticato del pericolo rappresentato da<br />

quel<strong>la</strong> visita. Ma ora non aveva tempo per <strong>di</strong>scuterne.<br />

Uscì, sentendosi come un giocoliere con troppe palle da<br />

far ruotare in aria.<br />

Tornato in macchina, prese il cellu<strong>la</strong>re, esitò, poi lo richiuse<br />

senza accenderlo.<br />

Continuare a telefonare non sarebbe servito a niente.<br />

Era ora <strong>di</strong> cambiare strategia.<br />

Bene. Niente più mezze misure. Un’offensiva decisa –<br />

<strong>di</strong>retta al punto in cui avrebbe ottenuto l’esito migliore.<br />

Si fermò qualche minuto a escogitare un piano, poi<br />

guidò fino a McDonnel Drive e parcheggiò l’auto a poche<br />

case <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza da quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Poppy.<br />

E rimase in attesa.<br />

Era pronto a restare lì seduto anche tutta <strong>la</strong> notte, se<br />

necessario, ma non ce ne fu bisogno. Verso il tramonto,<br />

<strong>la</strong> porta del garage si aprì e una Volkswagen Jetta bianca<br />

uscì in retromarcia. James vide una testa bionda al posto<br />

del guidatore.<br />

106


Ciao, Phil. Che piacere vederti.<br />

Quando <strong>la</strong> Jetta si avviò, <strong>la</strong> seguì.<br />

107


Capitolo 8<br />

La Jetta entrò nel parcheggio <strong>di</strong> un 7-Eleven, e James<br />

sorrise sod<strong>di</strong>sfatto. Dietro il negozio c’era una bel<strong>la</strong><br />

area iso<strong>la</strong>ta, e stava facendo buio.<br />

Svoltò anche lui, poi scese dal<strong>la</strong> macchina per tenere<br />

d’occhio l’entrata. Appena Phil uscì con una busta piena,<br />

lo assalì da <strong>di</strong>etro.<br />

<strong>Il</strong> ragazzo urlò e cercò <strong>di</strong> <strong>di</strong>vinco<strong>la</strong>rsi, <strong>la</strong>sciando cadere<br />

<strong>la</strong> busta a terra. Ma non servì a nul<strong>la</strong>. <strong>Il</strong> sole era ormai<br />

ca<strong>la</strong>to e James era nel pieno delle forze.<br />

Trascinò Phil sul retro e lo mise con <strong>la</strong> faccia al muro,<br />

accanto a un cassonetto <strong>di</strong> rifiuti. La c<strong>la</strong>ssica posizione<br />

imposta dal<strong>la</strong> polizia per eseguire una perquisizione.<br />

«Adesso ti <strong>la</strong>scerò libero. Non cercare <strong>di</strong> scappare. Sarebbe<br />

un errore».<br />

Al suono del<strong>la</strong> sua voce, Phil s’irrigidì. «Non voglio<br />

scappare. Voglio spaccarti <strong>la</strong> faccia, Rasmussen».<br />

«Avanti, provaci». James stava per aggiungere:<br />

«Fammi passare una serata <strong>di</strong>vertente», ma ci ripensò.<br />

Lasciò <strong>la</strong> presa, e Phil si girò a guardarlo con totale <strong>di</strong>sprezzo.<br />

«Che ti succede? Sei a corto <strong>di</strong> ragazze cui saltare addosso?»,<br />

<strong>di</strong>sse, respirando con <strong>di</strong>fficoltà.<br />

108


James <strong>di</strong>grignò i denti. Scambiarsi insulti non sarebbe<br />

servito a niente, ma sapeva già che sarebbe stata dura<br />

mantenere <strong>la</strong> calma. Phil gli faceva sempre quell’effetto.<br />

«Non ti ho portato qui per litigare, ma per farti una domanda.<br />

Ci tieni a Poppy?»<br />

«Questa sì che è una domanda i<strong>di</strong>ota», rispose Phil,<br />

muovendo <strong>la</strong> spal<strong>la</strong> come se si preparasse a tirare un pugno.<br />

«Perché se ci tieni davvero, devi far<strong>la</strong> par<strong>la</strong>re con me.<br />

Sei stato tu che l’hai convinta a non vedermi, e adesso<br />

tocca a te convincer<strong>la</strong> che deve incontrarmi».<br />

Phil si guardò intorno, come se cercasse un testimone<br />

<strong>di</strong> tanta insensatezza.<br />

James parlò lentamente ma con decisione, scandendo<br />

ogni singo<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>. «Posso fare qualcosa per aiutar<strong>la</strong>».<br />

«Perché tu sei Don Giovanni, giusto? La guarirai con<br />

il tuo amore». <strong>Il</strong> tono era frivolo, ma <strong>la</strong> voce <strong>di</strong> Phil tremava<br />

<strong>di</strong> puro o<strong>di</strong>o. Non solo nei confronti <strong>di</strong> James, ma<br />

anche <strong>di</strong> un mondo ingiusto che aveva colpito Poppy con<br />

il cancro.<br />

«No. Sei completamente fuori strada. Senti, tu pensi<br />

che io me <strong>la</strong> sia portata a letto, o abbia giocato con i suoi<br />

sentimenti o chissà cos’altro. Non è affatto così. Te l’ho<br />

<strong>la</strong>sciato credere perché ero stufo che tu mi facessi sempre<br />

il terzo grado – e perché non volevo che tu capissi quel<br />

che noi stavamo facendo».<br />

109


«Certo, certo», commentò Phil, con <strong>la</strong> voce carica in<br />

egual misura <strong>di</strong> sarcasmo e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo. «E allora cosa<br />

stavate facendo? Droga?»<br />

«Diciamo così».<br />

James aveva imparato <strong>la</strong> lezione dopo <strong>la</strong> prima visita a<br />

Poppy in ospedale: prima mostra, poi spiega. Questa<br />

volta non <strong>di</strong>sse niente. Afferrò Phil per i capelli e gli tirò<br />

in<strong>di</strong>etro <strong>la</strong> testa.<br />

C’era solo un <strong>la</strong>mpione <strong>di</strong>etro il negozio, ma fu sufficiente<br />

perché Phil scorgesse i canini affi<strong>la</strong>ti che incombevano<br />

su <strong>di</strong> lui. E <strong>di</strong> certo fu più che sufficiente per James,<br />

che grazie al<strong>la</strong> sua capacità <strong>di</strong> visione notturna, potè<br />

vedere nel dettaglio le pupille <strong>di</strong><strong>la</strong>tarsi negli occhi sgranati<br />

del ragazzo.<br />

Phillip urlò, poi parve sul punto <strong>di</strong> crol<strong>la</strong>re.<br />

Non per <strong>la</strong> paura, James lo sapeva. Non era un codardo.<br />

Ma per il repentino passaggio dall’incredulità al<strong>la</strong><br />

certezza.<br />

Imprecò. «Tu sei…».<br />

«Esatto». James lo <strong>la</strong>sciò andare.<br />

Sul punto <strong>di</strong> perdere l’equilibrio, Phil si aggrappò al<br />

cassonetto. «Non ci credo».<br />

«Devi crederci», ribadì James. Non aveva ancora retratto<br />

i canini, e sapeva che i suoi occhi emanavano luce<br />

argentea. Doveva crederci, con James proprio davanti a<br />

lui.<br />

110


Phil sembrava pensar<strong>la</strong> allo stesso modo. Continuava<br />

a fissare James come se volesse <strong>di</strong>stogliere lo sguardo ma<br />

non ci riusciva. Era sbiancato, e continuava a deglutire<br />

nervosamente come se stesse per vomitare.<br />

«Dio», <strong>di</strong>sse al<strong>la</strong> fine. «Sentivo che in te c’era qualcosa<br />

che non andava. Qualcosa <strong>di</strong> strano. Non riuscivo a<br />

capire perché mi dessi i brivi<strong>di</strong>. Ecco cos’era».<br />

Prova <strong>di</strong>sgusto per me, si rese conto James. Non è più<br />

semplice astio. Pensa che io non sia un essere umano.<br />

Non era <strong>di</strong> buon auspicio per il piano che aveva escogitato.<br />

«Ora hai capito come potrei aiutare Poppy?».<br />

Phil scosse lentamente <strong>la</strong> testa. Era appoggiato al<br />

muro, con <strong>la</strong> mano ancora aggrappata al cassonetto.<br />

Provò un moto d’impazienza. «Poppy ha una ma<strong>la</strong>ttia.<br />

I <strong>vampiri</strong> non si amma<strong>la</strong>no. Ti devo fare un <strong>di</strong>segnino?»<br />

A giu<strong>di</strong>care dall’espressione <strong>di</strong> Phil, sembrava proprio<br />

<strong>di</strong> sì.<br />

«Se», cominciò James senza usare mezzi termini,<br />

«scambio una quantità sufficiente <strong>di</strong> sangue con Poppy<br />

fino a trasformar<strong>la</strong> in vampiro, non avrà più il cancro.<br />

Ogni cellu<strong>la</strong> del suo corpo cambierà e finirà per render<strong>la</strong><br />

un esemp<strong>la</strong>re perfetto: senza <strong>di</strong>fetti né ma<strong>la</strong>ttie. Avrà<br />

poteri che gli umani non si sognano nemmeno. E, a proposito,<br />

<strong>di</strong>venterà immortale».<br />

Ci fu un lungo, lunghissimo silenzio mentre James<br />

aspettava che il concetto venisse recepito da Phil. I pen-<br />

111


sieri del ragazzo erano troppo confusi e mutevoli perché<br />

potesse decifrarli, ma i suoi occhi si spa<strong>la</strong>ncarono ancora<br />

<strong>di</strong> più e le ultime tracce <strong>di</strong> colore svanirono dal<strong>la</strong> sua faccia.<br />

Al<strong>la</strong> fine, Phil <strong>di</strong>sse: «Non puoi farle questo».<br />

Fu il modo in cui lo <strong>di</strong>sse. Non come se stesse contestando<br />

un’idea troppo ra<strong>di</strong>cale, o troppo insolita. Né<br />

come <strong>la</strong> reazione impulsiva ed esagerata che aveva avuto<br />

Poppy.<br />

Lo <strong>di</strong>sse con convinzione assoluta e totale orrore.<br />

Come se James avesse minacciato <strong>di</strong> rubare l’anima al<strong>la</strong><br />

sorel<strong>la</strong>.<br />

«È l’unico modo per salvarle <strong>la</strong> vita», confermò James.<br />

Phil scosse ancora <strong>la</strong> testa, lentamente, gli occhi aperti<br />

e fissi come in stato <strong>di</strong> trance. «No. No. Lei non vorrebbe.<br />

Non a quel prezzo».<br />

«Quale prezzo?» Adesso James non era solo impaziente,<br />

ma esasperato e <strong>di</strong>ffidente. Se avesse saputo che<br />

l’incontro con Phil sarebbe sfociato in un <strong>di</strong>battito filosofico,<br />

avrebbe scelto un luogo più appartato. Lì doveva tenere<br />

tutti i sensi all’erta per in<strong>di</strong>viduare possibili intrusi.<br />

Phil mollò <strong>la</strong> presa sul cassonetto e si raddrizzò in<br />

pie<strong>di</strong>. I suoi occhi tra<strong>di</strong>vano un misto <strong>di</strong> paura e <strong>di</strong> orrore,<br />

ma riuscì a guardare James dritto in faccia.<br />

112


«È che ci sono cose che gli umani considerano più<br />

importanti del rimanere in vita», cercò <strong>di</strong> spiegargli. «Lo<br />

scoprirai».<br />

Non ne sarei così certo, pensò James. Phil sembrava<br />

un giovane comandante <strong>di</strong> un’astronave che par<strong>la</strong>va agli<br />

invasori alieni in un film <strong>di</strong> serie B. Scoprirete che gli<br />

abitanti del<strong>la</strong> Terra non sono così sprovveduti come pensate.<br />

Non potè fare a meno <strong>di</strong> alzare <strong>la</strong> voce: «Ma sei<br />

matto? Senti, Phil, sono nato a San Francisco. Non sono<br />

un mostro con gli occhi sporgenti venuto da Alfa Centauri.<br />

Mangio cereali a co<strong>la</strong>zione».<br />

«E che mi <strong>di</strong>ci dello spuntino <strong>di</strong> mezzanotte?», chiese<br />

Phil, con un’espressione triste e innocente negli occhi<br />

ver<strong>di</strong>. «Oppure le zanne sono solo decorative?».<br />

Sono caduto dritto in trappo<strong>la</strong>, si <strong>di</strong>sse James.<br />

Distolse lo sguardo, a <strong>di</strong>sagio. «Ok. Touchè. Esistono<br />

delle <strong>di</strong>fferenze. Non ho mai detto <strong>di</strong> essere un umano.<br />

Ma non sono un…».<br />

«Se non sei un mostro, allora non so come definirti».<br />

Non ucciderlo, si ripetè freneticamente James. Devi<br />

convincerlo. «Phil, non siamo come i <strong>vampiri</strong> <strong>dei</strong> film.<br />

Non siamo onnipotenti. Non possiamo attraversare i muri<br />

o viaggiare nel tempo, e non abbiamo bisogno <strong>di</strong> uccidere<br />

per nutrirci. Non siamo malvagi, almeno non tutti.<br />

Né siamo dannati».<br />

113


«Siete contro natura», riprese Phil con calma, e James<br />

percepì che lo stava <strong>di</strong>cendo dal profondo del cuore.<br />

«Siete mostruosi. Non dovreste esistere».<br />

«Perché occupiamo un posto più alto rispetto a voi<br />

nel<strong>la</strong> catena alimentare?»<br />

«Perché <strong>la</strong> gente non è nata per… nutrirsi… <strong>di</strong> altra<br />

gente».<br />

James non precisò che <strong>la</strong> propria gente non considerava<br />

“gente” gli umani come Phillip. Disse: «Facciamo<br />

solo quel che ci è necessario per sopravvivere. E Poppy è<br />

già d’accordo».<br />

Phillip raggelò. «No. Non vorrebbe mai <strong>di</strong>ventare<br />

come te».<br />

«Vuole vivere – o, almeno, lo voleva prima che<br />

s’infuriasse con me. Adesso non riesce a ragionare perché<br />

non ha preso da me sangue sufficiente a completare<br />

<strong>la</strong> sua trasformazione. Grazie a te».<br />

Fece una pausa, poi <strong>di</strong>sse, volutamente: «Hai mai visto<br />

un cadavere <strong>di</strong> tre settimane, Phil? Perché è questo<br />

che <strong>di</strong>venterà se non vado da lei».<br />

Phil fece una smorfia. Si girò <strong>di</strong> scatto e battè il pugno<br />

contro il fianco metallico del cassonetto. «Cre<strong>di</strong> che non<br />

lo sappia? È una realtà con cui convivo da lunedì sera».<br />

James rimase immobile, ascoltando i battiti del proprio<br />

cuore. Percependo l’angoscia che Phil emanava insieme<br />

al<strong>la</strong> sofferenza per <strong>la</strong> mano dolorante. Trascorsero<br />

114


alcuni secon<strong>di</strong> prima che riuscisse a <strong>di</strong>re con calma: «E<br />

pensi che sia meglio <strong>di</strong> quel che posso offrirle io?»<br />

«È terribile. È inaccettabile. Eppure è meglio che trasformarsi<br />

in un essere che dà <strong>la</strong> caccia al<strong>la</strong> gente. Che<br />

usa <strong>la</strong> gente. Ecco perché passavi da una ragazza<br />

all’altra, eh?».<br />

Ancora una volta, James non riuscì a rispondere subito.<br />

<strong>Il</strong> problema <strong>di</strong> Phil era che pensava troppo ed era<br />

troppo sveglio. «Già. Ecco perché passo da una ragazza<br />

all’altra», <strong>di</strong>sse al<strong>la</strong> fine, seccato. Cercando <strong>di</strong> non considerare<br />

<strong>la</strong> faccenda dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> Phil.<br />

«Dimmi solo una cosa, Rasmussen». Phillip raddrizzò<br />

le spalle e lo guardò dritto negli occhi. «Ti sei mai…»,<br />

deglutì a fatica, «nutrito da Poppy – prima che si amma<strong>la</strong>sse?»<br />

«No».<br />

Phil fece un profondo respiro. «Buon per te. Perché se<br />

l’avessi fatto, ti avrei ucciso».<br />

James non ne dubitò. Lui era più forte <strong>di</strong> Phil, molto<br />

più veloce, e non aveva mai temuto un umano prima<br />

d’allora. Ma in quel momento seppe con certezza che<br />

Phil avrebbe trovato il modo <strong>di</strong> farlo.<br />

«Senti, non hai capito», gli <strong>di</strong>sse. «È Poppy che ha<br />

scelto, ed è un processo che abbiamo già avviato. La trasformazione<br />

<strong>di</strong> Poppy è solo all’inizio; se muore adesso,<br />

non <strong>di</strong>venterà un vampiro. Ma potrebbe anche non morire<br />

del tutto, e finirebbe per <strong>di</strong>ventare un cadavere ambu-<br />

115


<strong>la</strong>nte. Uno zombi, capisci? Priva del<strong>la</strong> ragione. Un corpo<br />

putrido, ma immortale».<br />

Le <strong>la</strong>bbra <strong>di</strong> Phil tremarono <strong>di</strong> ribrezzo. «Lo stai <strong>di</strong>cendo<br />

solo per spaventarmi».<br />

James girò <strong>la</strong> testa dall’altra parte. «L’ho visto accadere».<br />

«Non ti credo».<br />

«L’ho visto con i miei occhi!». James si rese vagamente<br />

conto <strong>di</strong> aver gridato e afferrato Phil per <strong>la</strong> maglietta.<br />

Aveva perso il controllo – e non gliene importava<br />

nul<strong>la</strong>. «L’ho visto accadere a una persona che amavo,<br />

chiaro?»<br />

Poi, vedendo che Phil continuava a scuotere il capo,<br />

continuò: «Avevo quattro anni. Era <strong>la</strong> mia tata. Tutti i<br />

bambini delle famiglie ricche <strong>di</strong> San Francisco ne avevano<br />

una. Era un’umana».<br />

«Lasciami», mormorò Phil, strattonando il polso <strong>di</strong><br />

James. Respirava a fatica e non voleva ascoltare oltre.<br />

«Le volevo un bene incre<strong>di</strong>bile. Mi dava tutto quel che<br />

mia madre non era capace <strong>di</strong> darmi. Amore, attenzione –<br />

aveva sempre tempo per me. La chiamavo signorina<br />

Emma».<br />

«Lasciami».<br />

«Ma i miei genitori pensavano che io mi fossi attaccato<br />

troppo a lei. E mi portarono a fare una breve vacanza<br />

– senza darmi niente per nutrirmi. Per tre giorni.<br />

Quando mi riportarono a casa, stavo morendo <strong>di</strong> fame.<br />

116


Mandarono <strong>la</strong> signorina Emma in camera mia perché mi<br />

mettesse a letto».<br />

Phil non cercò più <strong>di</strong> <strong>di</strong>vinco<strong>la</strong>rsi. Rimase immobile,<br />

con <strong>la</strong> testa china e girata <strong>di</strong> <strong>la</strong>to, per non dover guardare<br />

James negli occhi. <strong>Il</strong> vampiro continuò a par<strong>la</strong>re a quel<br />

viso rivolto altrove.<br />

«Avevo solo quattro anni. Non riuscii a fermarmi. E il<br />

fatto è che volevo fermarmi. Se mi avessero chiesto chi<br />

avrei voluto che morisse, io o <strong>la</strong> signorina Emma, avrei<br />

risposto “io”. Ma quando sei affamato, per<strong>di</strong> il controllo.<br />

Così mi nutrii da lei, piangendo per tutto il tempo e cercando<br />

<strong>di</strong> fermarmi. E quando finalmente ci riuscii, capii<br />

che era troppo tar<strong>di</strong>».<br />

Fece una pausa, rendendosi conto d’un tratto <strong>di</strong> avere<br />

le <strong>di</strong>ta contratte in uno spasmo <strong>di</strong> dolore. Lentamente,<br />

mollò <strong>la</strong> presa sul<strong>la</strong> maglietta <strong>di</strong> Phil. <strong>Il</strong> ragazzo non <strong>di</strong>sse<br />

niente.<br />

«Era là, <strong>di</strong>stesa sul pavimento. Pensai: Aspetta, se le<br />

do il mio sangue <strong>di</strong>venterà un vampiro, e si sistemerà<br />

tutto». James aveva abbassato <strong>la</strong> voce. In realtà non si<br />

stava rivolgendo a Phil, ma fissava un punto indefinito<br />

nel buio del parcheggio. «Così mi sono fatto un taglio e<br />

ho fatto co<strong>la</strong>re il sangue nel<strong>la</strong> sua bocca. Ne ha inghiottito<br />

un po’ prima che i miei genitori salissero in camera<br />

mia a fermarmi. Ma non è stato sufficiente».<br />

Ci fu una pausa più lunga – poi James si ricordò perché<br />

stava raccontando quel<strong>la</strong> storia, e guardò Phillip.<br />

117


«Morì quel<strong>la</strong> notte – ma non del tutto. I due tipi <strong>di</strong>versi<br />

<strong>di</strong> sangue facevano a pugni dentro <strong>di</strong> lei. Così <strong>la</strong><br />

mattina dopo era <strong>di</strong> nuovo in pie<strong>di</strong> – ma non era più <strong>la</strong> signorina<br />

Emma. Sbavava dal<strong>la</strong> bocca, <strong>la</strong> pelle era <strong>di</strong>ventata<br />

grigia e gli occhi erano spenti come quelli <strong>di</strong> un cadavere.<br />

E quando cominciò a… putrefarsi, mio padre <strong>la</strong><br />

portò a Inverness e <strong>la</strong> seppellì. Dopo aver<strong>la</strong> uccisa». James<br />

sentì in go<strong>la</strong> il sapore amaro del<strong>la</strong> bile e aggiunse,<br />

quasi in un sussurro. «Mi auguro che prima l’abbia uccisa».<br />

Phil girò piano <strong>la</strong> testa e lo guardò. Per <strong>la</strong> prima volta,<br />

quel<strong>la</strong> sera, l’espressione del suo volto non mostrava solo<br />

paura e orrore. C’era qualcosa che assomigliava al<strong>la</strong><br />

compassione, pensò James.<br />

Prese un profondo respiro. Dopo tre<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> silenzio<br />

era finalmente riuscito a raccontare quel<strong>la</strong> storia – a<br />

Phillip North, proprio a lui. Ma era inutile domandarsi il<br />

perché <strong>di</strong> quell’assur<strong>di</strong>tà. Aveva un punto da chiarire.<br />

«Quin<strong>di</strong> accetta il mio consiglio. Se non convinci<br />

Poppy a incontrarmi, assicurati che non le facciano<br />

un’autopsia. Non vorrai veder<strong>la</strong> andare i giro senza gli<br />

organi interni. E tieni pronto un palo <strong>di</strong> legno per quando<br />

non potrai più sopportare <strong>di</strong> veder<strong>la</strong> in quello stato.»<br />

Ogni pietà era sparita dagli occhi <strong>di</strong> Phil. La bocca era<br />

una linea tesa e tremante.<br />

«Non permetteremo che si trasformi… in una sorta <strong>di</strong><br />

abominio semivivo», <strong>di</strong>sse. «O in un vampiro. Mi <strong>di</strong>-<br />

118


spiace per quel che è accaduto al<strong>la</strong> tua signorina Emma,<br />

ma questo non cambia niente».<br />

«Dovrebbe essere Poppy a decidere…».<br />

Ma Phil aveva raggiunto il proprio limite <strong>di</strong> sopportazione,<br />

e continuava a scuotere <strong>la</strong> testa. «Stai lontano da<br />

mia sorel<strong>la</strong>», <strong>di</strong>sse. «Non ti chiedo altro. Se lo farai, ti <strong>la</strong>scerò<br />

in pace. Ma se non lo farai…».<br />

«Cosa?»<br />

«Dirò a tutti qui a El Camino che cosa sei. Chiamerò<br />

<strong>la</strong> polizia e il sindaco, e mi piazzerò in mezzo al<strong>la</strong> strada<br />

e lo urlerò ad alta voce».<br />

James sentì ge<strong>la</strong>rsi le mani. Quel che Phil non capiva<br />

era che aveva messo James nel<strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> doverlo<br />

uccidere. Non era strettamente necessario che ogni<br />

umano che avesse conosciuto per caso i segreti del<br />

Mondo delle Tenebre morisse; ma chi minacciava seriamente<br />

<strong>di</strong> rive<strong>la</strong>rli, doveva morire subito, senza alcuna<br />

spiegazione, senza alcuna pietà.<br />

D’un tratto James si sentì sopraffare dal<strong>la</strong> stanchezza.<br />

«Vattene, Phil», gli <strong>di</strong>sse, con una voce priva <strong>di</strong> energia<br />

e <strong>di</strong> ogni emozione. «Adesso. E se davvero vuoi proteggere<br />

Poppy, non <strong>di</strong>rai niente a nessuno. Perché risaliranno<br />

a lei e scopriranno che conosce i segreti. E <strong>la</strong> uccideranno<br />

– dopo aver<strong>la</strong> sottoposta a un interrogatorio. Non<br />

sarà <strong>di</strong>vertente».<br />

«Chi lo farà i tuoi genitori?»<br />

119


«<strong>Il</strong> Popolo delle Tenebre. Sono intorno a te, Phil. Potrebbe<br />

essere uno qualunque <strong>dei</strong> tuoi conoscenti, compreso<br />

il sindaco. Quin<strong>di</strong> tieni <strong>la</strong> bocca chiusa».<br />

Phillip lo guardò a occhi stretti, poi si girò e si <strong>di</strong>resse<br />

verso <strong>la</strong> facciata del negozio.<br />

James non avrebbe saputo <strong>di</strong>re da quanto tempo non si<br />

sentiva così svuotato. Tutti i suoi tentativi erano falliti.<br />

Poppy adesso era ancora più in pericolo <strong>di</strong> quanto avesse<br />

potuto prevedere.<br />

E Phillip North pensava che lui fosse un mostro malvagio.<br />

Ma quello che non sapeva era che spesso James <strong>la</strong><br />

pensava allo stesso modo.<br />

Era già a metà strada quando si ricordò <strong>di</strong> aver <strong>la</strong>sciato<br />

nel parcheggio <strong>la</strong> busta con il succo <strong>di</strong> mirtilli e i ghiaccioli<br />

al<strong>la</strong> ciliegia per Poppy. Negli ultimi due giorni <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong><br />

aveva a ma<strong>la</strong>pena toccato il cibo, e anche quando<br />

aveva manifestato un po’ <strong>di</strong> appetito aveva sempre richiesto<br />

alimenti partico<strong>la</strong>ri.<br />

No – chiedeva solo cose rosse, realizzò <strong>di</strong> colpo mentre<br />

pagava il conto per <strong>la</strong> seconda volta al<strong>la</strong> cassa del 7-<br />

Eleven. Provò un moto <strong>di</strong> nausea. Tutto quel che desiderava<br />

ultimamente era rosso e, come minimo semiliquido.<br />

Ma Poppy se ne rendeva conto?<br />

Quando entrò nel<strong>la</strong> sua camera per darle i ghiaccioli,<br />

<strong>la</strong> osservò attentamente. Ormai Poppy passava <strong>la</strong> maggior<br />

parte del tempo a letto.<br />

120


Ed era così pallida e inespressiva. Solo gli occhi ver<strong>di</strong><br />

conservavano ancora un barlume <strong>di</strong> vita. Risaltavano sul<br />

viso, risplendendo <strong>di</strong> una consapevolezza quasi feroce.<br />

Cliff e <strong>la</strong> mamma par<strong>la</strong>vano <strong>di</strong> assumere infermiere<br />

che <strong>la</strong> potessero seguire giorno e notte.<br />

«Non ti va un ghiacciolo?», le chiese Phil, avvicinando<br />

una se<strong>di</strong>a al letto del<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>.<br />

Poppy guardò il ghiacciolo con una sorta <strong>di</strong> ripugnanza.<br />

Gli <strong>di</strong>ede una leccatina e fece una smorfia.<br />

<strong>Il</strong> fratello continuò ad osservar<strong>la</strong>.<br />

Un’altra leccatina. Poi posò lo spuntino in una coppa<br />

<strong>di</strong> p<strong>la</strong>stica vuota sul como<strong>di</strong>no. «Non so… è che non ho<br />

fame», <strong>di</strong>sse, appoggiandosi <strong>di</strong> nuovo al cuscino.<br />

«Mi <strong>di</strong>spiace che tu sia uscito per niente».<br />

«Non c’è problema». Dio, ha un aspetto orribile,<br />

pensò Phil. «C’è qualcos’altro che posso fare per te?».<br />

Poppy scosse <strong>la</strong> testa, con gli occhi chiusi. Un cenno<br />

appena percettibile. «Sei un bravo fratello», <strong>di</strong>sse, senza<br />

alcuna emozione.<br />

Era così piena <strong>di</strong> vita, pensò Phil. Papà <strong>la</strong> chiamava<br />

Chilowatt o Duracell. Lei irra<strong>di</strong>ava energia.<br />

Senza averne <strong>la</strong> minima intenzione, Phil si trovò a<br />

<strong>di</strong>rle: «Oggi ho visto James Rasmussen».<br />

Poppy s’irrigidì. Serrò le <strong>di</strong>ta sul copriletto, stringendo<br />

i pugni. «Farà meglio a stare al<strong>la</strong> <strong>la</strong>rga da qui!».<br />

C’era qualcosa <strong>di</strong> oscuramente insolito nel<strong>la</strong> sua reazione.<br />

Qualcosa che non le apparteneva. Poppy poteva<br />

121


essere dura, certo, ma prima d’allora, Phil non aveva mai<br />

colto quel tono crudele nel<strong>la</strong> sua voce.<br />

Un’immagine balenò nel<strong>la</strong> mente <strong>di</strong> Phil. Una creatura<br />

del film La notte <strong>dei</strong> morti viventi, che camminava pur<br />

avendo le budel<strong>la</strong> <strong>di</strong> fuori. Un cadavere vivente, come <strong>la</strong><br />

signorina Emma <strong>di</strong> James.<br />

Sarebbe accaduta <strong>la</strong> stessa cosa a Poppy se fosse<br />

morta in quel momento? Si era già trasformata fino a<br />

quel punto?<br />

«Se osa presentarsi qui, gli cavo gli occhi!», esc<strong>la</strong>mò<br />

Poppy, aprendo e chiudendo le <strong>di</strong>ta come un gattino che<br />

chiede il <strong>la</strong>tte.<br />

«Poppy – mi ha detto tutta <strong>la</strong> verità su <strong>di</strong> sé, su quello<br />

che è».<br />

Stranamente, Poppy non ebbe alcuna reazione. «È una<br />

canaglia», <strong>di</strong>sse. «Una serpe».<br />

Qualcosa nel<strong>la</strong> voce del<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> fece venire a Phil <strong>la</strong><br />

pelle d’oca. «E gli ho detto che tu non vorresti mai <strong>di</strong>ventare<br />

come lui».<br />

«No che non lo vorrei», tagliò corto Poppy. «Se poi<br />

dovessi andare in giro con lui per l’eternità. Non voglio<br />

vederlo mai più».<br />

Phil <strong>la</strong> fissò per un lungo momento. Poi si abbandonò<br />

sul<strong>la</strong> se<strong>di</strong>a e chiuse gli occhi, premendosi il pollice sul<strong>la</strong><br />

tempia: il dolore al<strong>la</strong> testa era quasi insopportabile.<br />

Non c’era solo qualcosa <strong>di</strong> oscuramente insolito. Non<br />

voleva crederci, ma Poppy era strana. Irrazionale. E<br />

122


adesso che ci pensava, lo era <strong>di</strong>ventata ogni momento <strong>di</strong><br />

più da quando James era stato allontanato.<br />

Allora, forse si trovava realmente in un misterioso<br />

sta<strong>di</strong>o interme<strong>di</strong>o. Non più umana, ma neanche vampiro.<br />

E non era in grado <strong>di</strong> ragionare. Proprio come aveva<br />

detto James.<br />

Deve essere Poppy a decidere.<br />

Doveva assolutamente chiederle una cosa.<br />

«Poppy?». Aspettò che lo guardasse, con gli occhi<br />

ver<strong>di</strong> <strong>di</strong><strong>la</strong>tati e fissi. «Quando ho par<strong>la</strong>to con James, mi<br />

ha detto che eri d’accordo sul fatto che lui ti trasformasse.<br />

Prima che t’infuriassi con lui. È vero?».<br />

Poppy inarcò le sopracciglia. «Ce l’ho a morte con<br />

lui», confermò, come se fosse l’unica parte del<strong>la</strong> domanda<br />

che avesse registrato. «E sai perché tu mi piaci?<br />

Perché l’hai sempre detestato. E adesso siamo in due».<br />

Phil riflettè per un momento, poi ricominciò, soppesando<br />

le parole. «Ok. Ma quando non ce l’avevi con lui,<br />

in passato, volevi che ti rendesse… come lui?».<br />

D’un tratto un barlume <strong>di</strong> razionalità brillò negli occhi<br />

del<strong>la</strong> ragazza. «Non volevo morire, tutto qui», <strong>di</strong>sse.<br />

«Ero così spaventata… e volevo vivere. Se i dottori avessero<br />

potuto fare qualcosa per me, avrei tentato. Ma non<br />

possono fare nul<strong>la</strong>». Si era tirata su a sedere, e fissava un<br />

punto nello spazio, dove sembrava le fosse apparso qualcosa<br />

<strong>di</strong> orribile. «Non puoi capire come ci si sente<br />

quando sai che stai per morire», sussurrò.<br />

123


Phil si sentì invadere da un’ondata <strong>di</strong> gelo. No, non<br />

sapeva come ci si sentiva, ma sapeva – riusciva a immaginarlo<br />

chiaramente – come sarebbe stata <strong>la</strong> vita per lui<br />

dopo, quando Poppy non ci sarebbe stata più. Quanto gli<br />

sarebbe parso vuoto e insignificante il mondo senza <strong>di</strong><br />

lei.<br />

Rimasero a lungo in silenzio.<br />

Al<strong>la</strong> fine Poppy si abbandonò stancamente sui cuscini.<br />

Phillip notò delle ombre livide sotto gli occhi del<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>,<br />

come se <strong>la</strong> conversazione l’avesse sfinita. «Non<br />

credo sia importante», <strong>di</strong>sse lei con voce flebile ma paurosamente<br />

euforica. «Non morirò comunque. I dottori<br />

non sanno sempre tutto».<br />

Quin<strong>di</strong> è così che sta affrontando <strong>la</strong> situazione, pensò<br />

Phil. Rifiuto totale.<br />

Adesso aveva tutte le informazioni che gli occorrevano.<br />

E sapeva cosa doveva fare.<br />

«Ora ti <strong>la</strong>scio riposare un po’», <strong>di</strong>sse a Poppy, dandole<br />

un buffetto sul<strong>la</strong> mano. Era fredda e fragile, con le ossa<br />

sottili come l’a<strong>la</strong> <strong>di</strong> un uccello. «Ci ve<strong>di</strong>amo più tar<strong>di</strong>».<br />

Sgusciò fuori dal<strong>la</strong> casa senza <strong>di</strong>re a nessuno dove<br />

fosse <strong>di</strong>retto. Una volta in macchina, schiacciò a fondo<br />

l’acceleratore. Dopo soli <strong>di</strong>eci minuti aveva raggiunto il<br />

residence.<br />

Non era mai stato nell’appartamento <strong>di</strong> James prima<br />

d’allora.<br />

James lo accolse con un freddo: «Che <strong>di</strong> fai qui?»<br />

124


«Posso entrare? Devo par<strong>la</strong>rti».<br />

In<strong>di</strong>etreggiò con aria assente, e lo <strong>la</strong>sciò entrare.<br />

L’ambiente era vasto e spoglio. C’era un’unica se<strong>di</strong>a<br />

accanto a un tavolo ingombro <strong>di</strong> carte e oggetti, una scrivania<br />

altrettanto in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, e un antiestetico <strong>di</strong>vano<br />

squadrato. Scatoloni pieni <strong>di</strong> libri e CD erano incatastati<br />

negli angoli. Una porta dava su una spartana camera da<br />

letto.<br />

«Cosa vuoi?»<br />

«Prima <strong>di</strong> tutto, voglio spiegarmi. So che non puoi<br />

evitare <strong>di</strong> essere quello che sei, come io non posso evitare<br />

<strong>di</strong> provare quel che provo al riguardo. Tu non puoi cambiare,<br />

e neanche io. Ho bisogno che sia chiaro fin<br />

dall’inizio».<br />

James incrociò le braccia, con un atteggiamento circospetto<br />

e sprezzante allo stesso tempo. «Puoi saltare<br />

l’introduzione».<br />

«Voglio solo assicurarmi che tu abbia capito, ok?»<br />

«Cosa vuoi, Phil?».<br />

<strong>Il</strong> ragazzo deglutì a fatica. Dovette fare due o tre tentativi<br />

prima che le parole riuscissero a superare il blocco<br />

dell’orgoglio.<br />

«Voglio che aiuti mia sorel<strong>la</strong>».<br />

125


Capitolo 9<br />

Poppy si agitava nel letto.<br />

Era triste. Una tristezza ardente e inquieta che sembrava<br />

brulicarle sotto <strong>la</strong> pelle, che nasceva dal corpo e<br />

non dal<strong>la</strong> mente. Se non fosse stata così debole, si sarebbe<br />

alzata dal letto per tentare <strong>di</strong> scacciare quel<strong>la</strong> sensazione.<br />

Ma adesso aveva spaghetti scotti al posto <strong>dei</strong><br />

muscoli e non sarebbe andata da nessuna parte.<br />

<strong>Il</strong> cervello era perennemente confuso. Ormai non cercava<br />

più <strong>di</strong> pensare. Era più felice quando dormiva.<br />

Ma quel<strong>la</strong> sera non riusciva a prendere sonno. Sentiva<br />

ancora il sapore del ghiacciolo al<strong>la</strong> ciliegia negli angoli<br />

del<strong>la</strong> bocca. Forse doveva provare a sciacquar<strong>la</strong>, ma pensare<br />

all’acqua le dava un vago senso <strong>di</strong> nausea. L’acqua<br />

non era buona. Non era dell’acqua che aveva bisogno.<br />

Si girò nel letto e nascose il viso nel cuscino. Non sapeva<br />

con precisione <strong>di</strong> cosa avesse bisogno, ma era certa<br />

che ne sentiva <strong>la</strong> mancanza.<br />

Un rumore leggero arrivò dal corridoio. Passi, <strong>di</strong> almeno<br />

due persone. Non sembravano quelli <strong>di</strong> Cliff o<br />

del<strong>la</strong> mamma, e comunque loro erano già andati a letto.<br />

126


Qualcuno bussò delicatamente, e un triangolo <strong>di</strong> luce<br />

si proiettò sul pavimento appena <strong>la</strong> porta venne aperta.<br />

Phil sussurrò: «Poppy, dormi? Posso entrare?».<br />

Con un senso <strong>di</strong> crescente in<strong>di</strong>gnazione, Poppy notò<br />

che stava entrando, senza attendere <strong>la</strong> risposta. E c’era<br />

qualcuno con lui.<br />

Non qualcuno. Lui. Quello che aveva ferito Poppy più<br />

<strong>di</strong> chiunque altro. <strong>Il</strong> tra<strong>di</strong>tore. James.<br />

La rabbia <strong>di</strong>ede a Poppy <strong>la</strong> forza <strong>di</strong> tirarsi su a sedere.<br />

«Vattene! O te ne pentirai!». <strong>Il</strong> più primitivo ed essenziale<br />

tra i messaggi <strong>di</strong> avvertimento. Una reazione animale.<br />

«Poppy, ti prego, <strong>la</strong>sciami par<strong>la</strong>re», <strong>di</strong>sse James. E poi<br />

accadde qualcosa <strong>di</strong> sorprendente. Persino Poppy, nel suo<br />

stato confusionale, si reso conto che era sbalor<strong>di</strong>tivo.<br />

Suo fratello <strong>di</strong>sse: «Ti prego, Poppy. Ascoltalo».<br />

Phil si era schierato dal<strong>la</strong> parte <strong>di</strong> James?<br />

Era troppo sconcertata per protestare, e l’amico si avvicinò<br />

e s’inginocchiò accanto al letto.<br />

«Poppy, so che sei sconvolta. Ed è colpa mia; ho<br />

commesso un errore. Non volevo che Phil capisse quel<br />

che stava realmente accadendo, e gli ho detto che stavo<br />

fingendo <strong>di</strong> provare qualcosa per te. Ma non era vero».<br />

Poppy si accigliò.<br />

«Se son<strong>di</strong> i miei sentimenti, saprai che non è così. Stai<br />

acquisendo capacità telepatiche, e credo che tu abbia già<br />

poteri a sufficienza per leggere <strong>la</strong> mia mente».<br />

127


Dietro le spalle <strong>di</strong> James, Phil si agitò sentendo par<strong>la</strong>re<br />

<strong>di</strong> telepatia. «Io posso <strong>di</strong>rti che non è vero», <strong>di</strong>sse, attirando<br />

gli sguar<strong>di</strong> sorpresi <strong>di</strong> James e del<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>. «È una<br />

delle cose che ho scoperto par<strong>la</strong>ndo con lui», aggiunse<br />

rivolgendosi al vampiro, ma senza guardarlo negli occhi.<br />

«Forse sei una specie <strong>di</strong> mostro, ma tieni davvero a<br />

Poppy. Non stai cercando <strong>di</strong> farle del male».<br />

«Adesso l’hai capito, finalmente? Dopo aver creato<br />

questo casino?», lo interruppe James e scosse <strong>la</strong> testa,<br />

tornando a par<strong>la</strong>re a Poppy. «Poppy, concentrati. Senti<br />

quello che sento io. Scopri da so<strong>la</strong> <strong>la</strong> verità».<br />

Non intendo farlo e non potrai costringermi, pensò<br />

Poppy. Ma <strong>la</strong> parte <strong>di</strong> lei che voleva scoprire <strong>la</strong> verità era<br />

più forte <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> irrazionale, in collera. Esitante, si protese<br />

verso James – non con <strong>la</strong> mano, ma con <strong>la</strong> mente. In<br />

seguito non avrebbe saputo descrivere come aveva fatto.<br />

Lo fece e basta.<br />

E trovò <strong>la</strong> mente <strong>di</strong> James, splendente come un <strong>di</strong>amante<br />

e ardente come un fuoco. Non si sentiva una cosa<br />

so<strong>la</strong> con lui, come quando avevano con<strong>di</strong>viso il loro sangue.<br />

Era come guardarlo dall’esterno, percependo le sue<br />

emozioni a <strong>di</strong>stanza. Ma fu sufficiente. <strong>Il</strong> calore, il desiderio,<br />

<strong>la</strong> voglia <strong>di</strong> protegger<strong>la</strong> erano chiaramente percepibili,<br />

così come l’angoscia. <strong>Il</strong> dolore che provava sapendo<br />

che lei stava soffrendo – e che lo detestava.<br />

Gli occhi <strong>di</strong> Poppy si riempirono <strong>di</strong> <strong>la</strong>crime. «Ci tieni<br />

davvero», sussurrò.<br />

128


Incontrò gli occhi grigi <strong>di</strong> James, e vi lesse uno<br />

sguardo che non ricordava <strong>di</strong> avervi mai visto prima. «Ci<br />

sono due regole fondamentali nel Mondo delle Tenebre»,<br />

enunciò tranquil<strong>la</strong>mente. «Una è che non devi rive<strong>la</strong>re<br />

agli umani <strong>la</strong> sua esistenza. L’altra è che non devi innamorarti<br />

<strong>di</strong> un umano. Io le ho vio<strong>la</strong>te entrambe».<br />

Poppy si accorse vagamente che Phil stava uscendo<br />

dal<strong>la</strong> stanza. <strong>Il</strong> triangolo <strong>di</strong> luce si assottigliò quando socchiuse<br />

<strong>la</strong> porta <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé. <strong>Il</strong> volto <strong>di</strong> James rimase parzialmente<br />

in ombra.<br />

«Non ho mai potuto <strong>di</strong>rti quel che provavo», riprese<br />

James. Non potevo neanche ammetterlo a me stesso. Perché<br />

ti espone a un enorme pericolo. Non puoi immaginare<br />

che genere <strong>di</strong> pericolo.<br />

«Ma anche tu corri <strong>dei</strong> rischi», <strong>di</strong>sse Poppy. Era <strong>la</strong><br />

prima volta che ci rifletteva. L’idea affiorò nel<strong>la</strong> sua coscienza<br />

ottenebrata come una bol<strong>la</strong> in un tegame <strong>di</strong> stufato.<br />

«Voglio <strong>di</strong>re», cercò <strong>di</strong> chiarire i propri pensieri, «se<br />

è contro le regole par<strong>la</strong>rne a un umano o amare un<br />

umano, e tu infrangi le regole, dovrà esserci una punizione<br />

anche per te…». Prima ancora <strong>di</strong> finire, aveva già<br />

intuito quale sarebbe stato il castigo.<br />

James nascose il volto nell’ombra. «Tu non preoccuparti»,<br />

le <strong>di</strong>sse con <strong>la</strong> sua vecchia voce da rubacuori.<br />

Poppy non aveva mai accettato consigli, nemmeno da<br />

James. Provò un imme<strong>di</strong>ato impulso <strong>di</strong> rabbia e<br />

d’irritazione – un impulso animale, come <strong>la</strong> febbrile in-<br />

129


quietu<strong>di</strong>ne che l’aveva agitata fino a quel momento. Sentì<br />

gli occhi stringersi e le <strong>di</strong>ta piegarsi ad artiglio.<br />

«Non <strong>di</strong>rmi <strong>di</strong> cosa devo preoccuparmi!».<br />

<strong>Il</strong> giovane s’incupì. «Non <strong>di</strong>rmi <strong>di</strong> non <strong>di</strong>rti…»,<br />

s’interruppe <strong>di</strong> colpo. «Ma che sto facendo? Tu stai ancora<br />

male perché non hai completato <strong>la</strong> trasformazione, e<br />

io me ne sto qui seduto». Arrotolò una manica del<strong>la</strong><br />

giacca a vento e s’incise il polso con un’unghia.<br />

<strong>Il</strong> sangue parve nero nell’oscurità del<strong>la</strong> stanza, ma<br />

Poppy si scoprì a fissare affascinata quelle piccole perle<br />

liquide. Le <strong>la</strong>bbra si schiusero e il respiro si fece veloce.<br />

«Coraggio», <strong>la</strong> incitò James, e sollevò il polso davanti<br />

a lei. Un istante dopo <strong>la</strong> bocca <strong>di</strong> Poppy vi aderì come<br />

una ventosa, succhiando sangue come se dovesse salvarlo<br />

dal morso <strong>di</strong> un serpente.<br />

Era così naturale, così semplice. Era <strong>di</strong> questo che<br />

aveva bisogno quando aveva spe<strong>di</strong>to Phil a comprare<br />

ghiaccioli al<strong>la</strong> ciliegia e succo <strong>di</strong> mirtilli. Questa dolce,<br />

inebriante sostanza era <strong>la</strong> cosa giusta e niente altro poteva<br />

eguagliar<strong>la</strong>. Poppy bevve avidamente.<br />

Tutto era magnifico: l’intimità, il gusto ricco e intenso;<br />

<strong>la</strong> forza e <strong>la</strong> vitalità che sentiva scorrere nelle vene<br />

e il calore che si <strong>di</strong>ffondeva fino al<strong>la</strong> punta delle <strong>di</strong>ta. Ma<br />

ancor meglio <strong>di</strong> ogni altra sensazione era il contatto con<br />

<strong>la</strong> mente <strong>di</strong> James, che le provocava una piacevole vertigine.<br />

130


Come aveva potuto sospettare <strong>di</strong> lui? Le sembrò assurdo,<br />

adesso che riusciva a sentire <strong>di</strong>rettamente quel che<br />

James provava per lei. Non avrebbe mai conosciuto qualcuno<br />

così profondamente come conosceva James.<br />

Mi spiace, gli comunicò, e sentì che il proprio pensiero<br />

veniva accolto, perdonato, conservato. Cul<strong>la</strong>to dolcemente<br />

dal<strong>la</strong> mente <strong>di</strong> James.<br />

Non è stata colpa tua, le <strong>di</strong>sse.<br />

La mente <strong>di</strong> Poppy sembrava snebbiarsi ogni istante<br />

che passava. Era come risvegliarsi da un sonno profondo<br />

e agitato. Voglio che questo duri per sempre, pensò,<br />

senza rivolgersi <strong>di</strong>rettamente a James. Lo pensò e basta.<br />

Percepì una reazione nel ragazzo – e poi sentì che <strong>la</strong><br />

soffocava rapidamente. Ma non abbastanza in fretta.<br />

Poppy l’aveva avvertita.<br />

I <strong>vampiri</strong> non con<strong>di</strong>vidono il sangue fra loro.<br />

Rimase scioccata. Non avrebbero più vissuto questa<br />

inebriante beatitu<strong>di</strong>ne, una volta che lei si fosse trasformata?<br />

Non voleva crederci: si rifiutava. Doveva esserci<br />

un modo…<br />

Percepì <strong>di</strong> nuovo l’inizio <strong>di</strong> una reazione da parte <strong>di</strong><br />

James, ma proprio quando stava per catturar<strong>la</strong>, il giovane<br />

ritirò delicatamente il polso. Sarà meglio che ti fermi qui<br />

per stasera, le <strong>di</strong>sse, e <strong>la</strong> sua voce reale suonò strana alle<br />

orecchie <strong>di</strong> Poppy. Non riusciva a far<strong>la</strong> sentire in contatto<br />

con James quanto <strong>la</strong> voce mentale, e si sentì lontana da<br />

lui. Erano due esseri <strong>di</strong>stinti. La separazione fu orribile.<br />

131


Come poteva sopravvivere se non aveva più <strong>la</strong> possibilità<br />

<strong>di</strong> raggiungere <strong>la</strong> mente <strong>di</strong> James? Se doveva usare<br />

le parole, che <strong>di</strong> colpo le sembrarono inconsistenti come<br />

segnali <strong>di</strong> fumo? Se non poteva più viverlo pienamente,<br />

sentire il suo intero essere aprirsi a lei?<br />

Era crudele e ingiusto, e tutti i <strong>vampiri</strong> doveva essere<br />

degli i<strong>di</strong>oti se si accontentavano <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> meno.<br />

Prima che potesse aprire <strong>la</strong> bocca per esprimere verbalmente<br />

a James le proprie considerazioni, <strong>la</strong> porta <strong>di</strong><br />

scostò e Phil fece capolino.<br />

«Entra», <strong>di</strong>sse James. «Ci sono molte cose <strong>di</strong> cui dobbiamo<br />

par<strong>la</strong>re».<br />

Phil stava fissando Poppy. «Stai…». Si bloccò e deglutì,<br />

prima <strong>di</strong> finire <strong>la</strong> frase in un rauco sussurro. «Meglio?».<br />

Non c’era bisogno <strong>di</strong> telepatia per percepire il suo <strong>di</strong>sgusto.<br />

Aveva dato una rapida occhiata al<strong>la</strong> bocca del<strong>la</strong><br />

sorel<strong>la</strong>, poi aveva <strong>di</strong>stolto imme<strong>di</strong>atamente lo sguardo.<br />

Poppy capì cosa doveva aver notato. Le <strong>la</strong>bbra sporche <strong>di</strong><br />

rosso, come se avesse mangiato frutti <strong>di</strong> bosco. Si pulì<br />

con il dorso del<strong>la</strong> mano.<br />

Quel che voleva <strong>di</strong>re era che lei non lo trovava <strong>di</strong>sgustoso.<br />

Che parte del<strong>la</strong> Natura. Un modo <strong>di</strong> infondere <strong>la</strong><br />

vita, pura vita. Intimo e meraviglioso. Perfetto.<br />

Invece <strong>di</strong>sse: «Non criticare finchè non lo avrai provato».<br />

132


<strong>Il</strong> volto <strong>di</strong> Phil si contorse in una smorfia <strong>di</strong> orrore. E<br />

<strong>la</strong> cosa più strana era che James sembrava essere perfettamente<br />

d’accordo con lui sull’argomento. Poppy lo avvertì:<br />

James pensava che con<strong>di</strong>videre il sangue fosse<br />

qualcosa <strong>di</strong> oscuro e perverso. Si sentiva in colpa. Poppy<br />

emise un lungo sospiro <strong>di</strong> esasperazione, e <strong>di</strong>sse: «Ragazzi».<br />

«Ti senti meglio», constatò Phil, abbozzando un sorriso.<br />

«Credo <strong>di</strong> essermi comportata in modo piuttosto<br />

strano nei giorni scorsi», osservò Poppy. «Mi spiace».<br />

«Piuttosto non è <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> adatta».<br />

«Non era colpa sua», <strong>la</strong> giustificò James. «Stava morendo<br />

– ed era in preda ad allucinazioni, per così <strong>di</strong>re. <strong>Il</strong><br />

sangue al cervello non era sufficiente».<br />

Poppy scosse <strong>la</strong> testa. «Non capisco. L’ultima volta<br />

non mi hai preso più così tanto sangue. Come facevo a<br />

non averne abbastanza?»<br />

«Non è questione solo <strong>di</strong> quantità», le spiegò James.<br />

«I due <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> sangue reagiscono l’uno con l’altro<br />

– si contrastano. Se vuoi una spiegazione scientifica, è<br />

più o meno così. <strong>Il</strong> sangue <strong>dei</strong> <strong>vampiri</strong> <strong>di</strong>strugge<br />

l’emoglobina – i globuli rossi – nel sangue umano. Una<br />

volta che ha <strong>di</strong>strutto una certa quantità <strong>di</strong> globuli rossi,<br />

non ricevi più l’ossigeno necessario per pensare razionalmente.<br />

E quando ne <strong>di</strong>struggerà ancora altri, non avrai<br />

l’ossigeno necessario per vivere».<br />

133


«Quin<strong>di</strong> il sangue <strong>dei</strong> <strong>vampiri</strong> è come un veleno», osservò<br />

Phil con un tono saccente, come se l’avesse sempre<br />

saputo.<br />

James si strinse nelle spalle, senza guardare né Poppy,<br />

né Phil. «In un certo senso. Ma da un altro punto <strong>di</strong> vista<br />

è un rime<strong>di</strong>o universale. Fa rimarginare in fretta le ferite,<br />

rigenerare subito i tessuti. I <strong>vampiri</strong> possono vivere con<br />

pochissimo ossigeno perché le loro cellule hanno<br />

un’enorme capacità <strong>di</strong> recupero. <strong>Il</strong> sangue <strong>di</strong> un vampiro<br />

fa tutto – tranne che portare ossigeno».<br />

Una <strong>la</strong>mpa<strong>di</strong>na si accese nel cervello <strong>di</strong> Poppy. Una<br />

vera e propria rive<strong>la</strong>zione – spiegato il mistero del Conte<br />

Dracu<strong>la</strong>. «Aspetta un attimo», <strong>di</strong>sse. «È per questo che<br />

avete bisogno <strong>di</strong> sangue umano?»<br />

«È una delle ragioni», rispose James. «Ci sono alcune…<br />

altre ragioni <strong>di</strong> valore simbolico, ma quel<strong>la</strong> fondamentale<br />

è che il sangue umano ci mantiene in vita. Ne<br />

assumiamo un po’ perché porti ossigeno nel nostro organismo,<br />

prima che il nostro sangue lo <strong>di</strong>strugga. Così ne<br />

pren<strong>di</strong>amo ancora, e così via».<br />

Poppy si accomodò nel letto. «Allora è così. Ed è naturale…».<br />

«Non c’è niente <strong>di</strong> naturale in tutto questo», commentò<br />

Phil, mostrando <strong>di</strong> nuovo il proprio <strong>di</strong>sgusto.<br />

«Sì che lo è; è simile al<strong>la</strong> comesichiama, l’abbiamo<br />

imparato al corso <strong>di</strong> biologia. La simbiosi».<br />

134


«Non importa», <strong>la</strong> interruppe James. «Non possiamo<br />

restare qui seduti a chiacchierare. Dobbiamo fare progetti».<br />

Calò un silenzio improvviso appena Poppy capì a<br />

quali progetti si stesse riferendo. E vide che anche il fratello<br />

l’aveva intuito.<br />

«Non sei ancora fuori pericolo», le <strong>di</strong>sse dolcemente<br />

James, guardando<strong>la</strong> negli occhi. «Dovremo scambiare<br />

ancora una volta il nostro sangue, e dovremo farlo il<br />

prima possibile. Altrimenti, potresti avere una ricaduta.<br />

Ma dobbiamo pianificare il prossimo scambio con<br />

estrema attenzione».<br />

«Perché?», volle sapere Phil, facendo deliberatamente<br />

ostruzionismo.<br />

«Perché mi ucciderà», rispose Poppy con voce inespressiva,<br />

prima che James potesse intervenire. E pur vedendo<br />

il fratello trasalire, proseguì imp<strong>la</strong>cabile: «Di questo<br />

si tratta, Phil. Non è un giochetto quel che stiamo facendo<br />

io e James. Dobbiamo guardare in faccia <strong>la</strong> realtà,<br />

e <strong>la</strong> realtà è che in un modo o nell’altro io morirò presto.<br />

E preferisco morire e svegliarmi vampiro piuttosto che<br />

morire e non svegliarmi affatto».<br />

Seguì un altro silenzio, durante il quale James le sfiorò<br />

<strong>la</strong> mano. Solo allora Poppy si rese conto che stava tremando.<br />

Phil alzò gli occhi su <strong>di</strong> lei. Poppy vide il suo volto<br />

contratto, lo sguardo immensamente triste. «Siamo ge-<br />

135


melli. Come potrai sopravvivere tanto più a lungo <strong>di</strong><br />

me?», chiese con voce soffocata dall’emozione.<br />

Un’altra breve pausa, subito rotta da James: «Credo<br />

che domani sera sarebbe l’ideale. È venerdì – pensi <strong>di</strong><br />

poter convincere tua madre e Cliff a uscire?».<br />

Phil parve perplesso. «Credo – se Poppy sta meglio,<br />

potrebbero concedersi una serata fuori. Se assicuro loro<br />

che resterò a farle compagnia».<br />

«Convincili che hanno bisogno <strong>di</strong> staccare un po’ <strong>la</strong><br />

spina. Non li voglio fra i pie<strong>di</strong>».<br />

«Non puoi semplicemente evitare che se ne accorgano?<br />

Come hai fatto con l’infermiera all’ospedale?»,<br />

chiese Poppy.<br />

«Non se devo concentrarmi su <strong>di</strong> te», <strong>di</strong>sse James. «E<br />

poi ci sono persone che non sono minimamente influenzabili<br />

– tuo fratello, qui, ne è un esempio. Tua madre potrebbe<br />

esserne un altro».<br />

«Va bene, li convincerò a uscire», concluse Phil. Deglutì<br />

a fatica, evidentemente a <strong>di</strong>sagio, e senza riuscire a<br />

nasconderlo. «E una volta che saranno usciti… cosa accadrà?».<br />

James gli rivolse una sguardo impenetrabile. «Io e<br />

Poppy faremo quel che deve essere fatto. E poi tu e io<br />

guarderemo <strong>la</strong> televisione».<br />

«Guarderemo <strong>la</strong> televisione», ripetè meccanicamente<br />

Phil.<br />

136


«Devo essere presente quando arriverà il dottore – e<br />

l’incaricato delle pompe funebri».<br />

Sul volto <strong>di</strong> Phil si <strong>di</strong>pinse un’espressione <strong>di</strong> totale orrore<br />

quando furono menzionate le pompe funebri. E neanche<br />

Poppy <strong>la</strong> prese così a cuor leggero. Se non fosse<br />

stato per quel sangue alieno e sostanzioso che le correva<br />

nelle vene, p<strong>la</strong>cando ogni timore…<br />

«Perché?», Phil esigeva una spiegazione da James.<br />

James scosse adagio <strong>la</strong> testa, il volto inespressivo.<br />

«Devo esserci e basta», rispose. «Lo capirai più tar<strong>di</strong>. Per<br />

ora, fidati <strong>di</strong> me».<br />

Poppy decise <strong>di</strong> non approfon<strong>di</strong>re.<br />

«Allora, domani, voi ragazzi dovrete riappacificarvi»,<br />

<strong>di</strong>sse. «In presenza <strong>di</strong> Cliff e del<strong>la</strong> mamma. Altrimenti<br />

sarebbe strano se vi faceste trovare insieme a guardare <strong>la</strong><br />

TV».<br />

«Sarebbe strano in ogni caso», commentò Phil sottovoce.<br />

«D’accordo. Fai un salto qui domani pomeriggio e<br />

sistemeremo tutto. E li convincerò a <strong>la</strong>sciarci insieme a<br />

Poppy».<br />

James annuì. «Ora è meglio che vada». Si alzò in pie<strong>di</strong><br />

e Phil lo seguì per accompagnarlo al<strong>la</strong> porta, ma il giovane<br />

esitò, per via <strong>di</strong> Poppy.<br />

«Starai bene?», le chiese a bassa voce.<br />

Poppy rispose con un cenno deciso.<br />

«A domani, allora». Le sfiorò <strong>la</strong> guancia con <strong>la</strong> punta<br />

delle <strong>di</strong>ta. Un contatto così lieve, ma sufficiente a farle<br />

137


alzare il cuore in petto e a infondere verità in quelle parole.<br />

Sì, sarebbe stata bene.<br />

Si guardarono per un momento, poi James si voltò per<br />

andarsene.<br />

A domani, pensò Poppy, vedendo <strong>la</strong> porta chiudersi<br />

<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui. Domani morirò.<br />

Però, pensò Poppy, non sono molte le persone che<br />

hanno il privilegio <strong>di</strong> conoscere il giorno preciso del<strong>la</strong><br />

propria morte. Quin<strong>di</strong> non molte persone hanno<br />

l’opportunità <strong>di</strong> <strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>o come preferiscono.<br />

Non contava che lei non stesse realmente per morire.<br />

Quando un bruco si trasforma in farfal<strong>la</strong> rinuncia al<strong>la</strong> sua<br />

vita <strong>di</strong> bruco. Non si arrampica più sugli arbusti, non<br />

mangia più le foglie.<br />

Niente più scuo<strong>la</strong> superiore <strong>di</strong> El Camino, pensò<br />

Poppy. Non dormirò più nel mio letto.<br />

Avrebbe dovuto <strong>la</strong>sciare tutto <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé. La sua famiglia,<br />

<strong>la</strong> sua città. La sua esistenza umana. Stava per<br />

avviarsi verso un nuovo, insolito futuro, senza avere <strong>la</strong><br />

minima idea <strong>di</strong> quel che <strong>la</strong> aspettava. Poteva soltanto<br />

confidare in James – e nelle proprie capacità <strong>di</strong> adattamento.<br />

Era una strada incerta e tortuosa che si allungava davanti<br />

a lei, perdendosi nell’oscurità.<br />

Niente più pattinate sul lungomare <strong>di</strong> Venice Beach,<br />

pensò Poppy. Niente più “ciaf ciaf” <strong>di</strong> pie<strong>di</strong> bagnati sul<strong>la</strong><br />

138


pavimentazione del<strong>la</strong> piscina comunale Tamashaw.<br />

Niente più compere al Vil<strong>la</strong>ge.<br />

Si soffermò a guardare ogni angolo del<strong>la</strong> stanza. Ad<strong>di</strong>o<br />

cassettone bianco. Ad<strong>di</strong>o scrivania, dove ho scritto<br />

centinaia <strong>di</strong> lettere – come testimoniano le chiazze <strong>di</strong> cera<strong>la</strong>cca<br />

co<strong>la</strong>ta sul legno. Ad<strong>di</strong>o letto, ad<strong>di</strong>o bianche tende<br />

ve<strong>la</strong>te che mi avete fatto sentire una principessa de Le<br />

mille e una notte. Ad<strong>di</strong>o stereo.<br />

Ahi, pensò, il mio stereo. E i miei CD. Non posso <strong>la</strong>sciarli<br />

qui; non posso…<br />

Ma certo che poteva. Doveva.<br />

Probabilmente fu meglio salutare lo stereo prima <strong>di</strong><br />

uscire dal<strong>la</strong> stanza. Servì a preparar<strong>la</strong> ad affrontare il <strong>di</strong>stacco<br />

dalle persone.<br />

«Ciao, mamma», <strong>la</strong> salutò con voce turbata, entrando<br />

in cucina.<br />

«Poppy! Non sapevo che ti eri alzata».<br />

Strinse forte <strong>la</strong> madre fra le braccia, soffermandosi su<br />

ogni sensazione che avvertiva in quel preciso momento:<br />

le mattonelle del<strong>la</strong> cucina sotto i pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong>, il lieve profumo<br />

<strong>di</strong> noce <strong>di</strong> cocco che lo shampoo aveva <strong>la</strong>sciato sui<br />

capelli del<strong>la</strong> mamma. Le sue braccia che <strong>la</strong> avvolgevano,<br />

e il calore del suo corpo.<br />

«Hai fame, tesoro? Sembra che tu stia molto meglio».<br />

Poppy non riuscì a guardare <strong>la</strong> madre in viso, d’un<br />

tratto illuminato da un’ansiosa speranza, e il solo pensare<br />

139


al cibo le dava <strong>la</strong> nausea. Si rifugiò si nuovo fra le sue<br />

braccia.<br />

«Tienimi stretta ancora un minuto», <strong>di</strong>sse.<br />

Allora le venne in mente che non sarebbe riuscita a<br />

<strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>o a tutto. Non poteva sistemare tutte le faccende<br />

del<strong>la</strong> propria vita in un solo pomeriggio. Forse era una<br />

privilegiata perché sapeva che quello era il suo ultimo<br />

giorno, ma stava uscendo <strong>di</strong> scena esattamente come chiunque<br />

altro: impreparata.<br />

«Ricordati che ti voglio bene», sussurrò nascondendo<br />

il viso contro <strong>la</strong> spal<strong>la</strong> del<strong>la</strong> madre, ricacciando le <strong>la</strong>crime.<br />

Lasciò che <strong>la</strong> riaccompagnasse a letto. Passò il resto<br />

del<strong>la</strong> giornata a fare telefonate. Tentando <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re<br />

un po’ <strong>la</strong> conoscenza <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> vita che stava per <strong>la</strong>sciare,<br />

<strong>di</strong> quelle persone che ne facevano parte. Cercando <strong>di</strong> apprezzare<br />

ogni cosa, in fretta, prima <strong>di</strong> dover<strong>la</strong> abbandonare.<br />

«Mi manchi, E<strong>la</strong>ine», <strong>di</strong>sse al telefono, con lo sguardo<br />

fisso sul<strong>la</strong> luce del sole che filtrava dal<strong>la</strong> finestra.<br />

«Ciao, Brady, come va?»<br />

«Ehi, Laura, grazie <strong>dei</strong> fiori».<br />

«Poppy, è tutto ok?», le chiesero gli amici. «Quando<br />

ci rive<strong>di</strong>amo?».<br />

Non riuscì a rispondere. Avrebbe tanto voluto chiamare<br />

suo padre, ma nessuno sapeva dove fosse.<br />

140


E rimpianse <strong>di</strong> non aver letto l’opera teatrale Picco<strong>la</strong><br />

città quando le era stata assegnata l’anno precedente, invece<br />

<strong>di</strong> usare i Bignami per bluffare. Ricordava solo che<br />

par<strong>la</strong>va <strong>di</strong> una ragazza morta, cui veniva concesso il<br />

permesso <strong>di</strong> rivivere e apprezzare una normale giornata<br />

del<strong>la</strong> sua vita terrena. Forse l’avrebbe aiutata a chiarire<br />

quel che provava in quel momento – ma era troppo tar<strong>di</strong>.<br />

Ho impiegato male tanto del mio tempo a scuo<strong>la</strong>, si<br />

<strong>di</strong>sse Poppy. Ho usato <strong>la</strong> mia intelligenza per mettere nel<br />

sacco i professori – e in realtà non è stato un comportamento<br />

intelligente.<br />

Scoprì dentro <strong>di</strong> sé un profondo rispetto per Phil, che<br />

usava <strong>la</strong> materia grigia per apprendere. Forse suo fratello<br />

non era soltanto uno sgobbone perfettino, tutto sommato.<br />

Forse – oh Dio – aveva sempre avuto ragione.<br />

Come sto cambiando, pensò Poppy, e rabbrividì.<br />

Che <strong>di</strong>pendesse da quel sangue alieno che le scorreva<br />

nelle vene, o dal cancro, o semplicemente dal fatto che<br />

stesse maturando, questo non lo sapeva. Ma stava cambiando.<br />

Suonarono al<strong>la</strong> porta. Poppy capì chi fosse senza bisogno<br />

<strong>di</strong> uscire dal<strong>la</strong> stanza. Sentì che si trattava <strong>di</strong> James.<br />

Eccolo qui per cominciare <strong>la</strong> recita, pensò Poppy,<br />

guardando l’orologio. Incre<strong>di</strong>bile. Erano già quasi le<br />

quattro.<br />

<strong>Il</strong> tempo sembrava vo<strong>la</strong>re.<br />

141


Non farti prendere dal panico. Hai ancora ore davanti<br />

a te, si <strong>di</strong>sse, e prese <strong>di</strong> nuovo il telefono. Ma le parve<br />

che fossero passati soltanto pochi minuti quando <strong>la</strong> madre<br />

bussò al<strong>la</strong> porta.<br />

«Tesoro, Phil <strong>di</strong>ce che dovremmo uscire un po’… e<br />

James è venuto a trovarti… ma gli ho detto che non<br />

penso tu voglia vederlo… e non me <strong>la</strong> sento <strong>di</strong> <strong>la</strong>sciarti<br />

questa sera…». La mamma era sconvolta, e non era da<br />

lei.<br />

«No, mi fa piacere vedere James. Davvero. E credo<br />

che dovresti concederti una pausa. Sul serio».<br />

«Bene – sono contenta che tu e James abbiate fatto <strong>la</strong><br />

pace. Ma ancora non so…».<br />

Ci volle tempo per convincer<strong>la</strong>, per persuader<strong>la</strong> che<br />

Poppy stava molto meglio, che aveva ancora settimane o<br />

mesi da vivere. Che non c’era alcuna ragione partico<strong>la</strong>re<br />

per restare chiusi in casa proprio quel venerdì sera.<br />

Ma al<strong>la</strong> fine <strong>la</strong> mamma le <strong>di</strong>ede un bacio e acconsentì.<br />

E poi non restò altro che <strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>o a Cliff. Si <strong>la</strong>sciò abbracciare<br />

da lui e riuscì finalmente a perdonarlo per non<br />

essere suo padre.<br />

Hai fatto del tuo meglio, pensò, mentre riemergeva<br />

dall’abbraccio del suo impeccabile completo nero e si<br />

fermava a guardare <strong>la</strong> mascel<strong>la</strong> quadrata che gli conferiva<br />

quell’aria da eterno ragazzo. E sarai tu a prenderti cura<br />

del<strong>la</strong> mamma – dopo. Ti perdono. Sei un tipo a posto,<br />

davvero.<br />

142


E poi Cliff e <strong>la</strong> mamma <strong>la</strong>sciarono <strong>la</strong> stanza, ed era<br />

l’ultima volta, l’ultima volta in assoluto per <strong>di</strong>re loro ad<strong>di</strong>o.<br />

Li richiamò, ed entrambi si voltarono e le sorrisero.<br />

Quando furono usciti, James e Phil <strong>la</strong> raggiunsero.<br />

Poppy guardò l’amico. Gli occhi grigi erano opachi e<br />

non <strong>la</strong>sciavano trape<strong>la</strong>re alcuna emozione.<br />

«Ora?» La voce le tremò leggermente.<br />

«Ora».<br />

143


Capitolo 10<br />

«Bisogna organizzare tutto per bene», <strong>di</strong>sse Poppy.<br />

«Pre<strong>di</strong>sporre ogni cosa. Pren<strong>di</strong> delle candele, Phil».<br />

<strong>Il</strong> fratello era pallido e aveva un’aria smarrita. «Candele?».<br />

«Tutte quelle che riesci a trovare. E cuscini. Ho bisogno<br />

<strong>di</strong> un sacco <strong>di</strong> cuscini».<br />

S’inginocchiò accanto allo stereo per esaminare una<br />

pi<strong>la</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> CD. Phil rimase un istante a guardar<strong>la</strong>,<br />

poi uscì dal<strong>la</strong> stanza.<br />

«Structures from silence… no. Troppo ripetitivo», lo<br />

liquidò Poppy, frugando fra le copertine. «Deep forest –<br />

no. Troppo stimo<strong>la</strong>nte. Mi serve qualcosa ambient».<br />

«Che ne <strong>di</strong>ci <strong>di</strong> questo?», James prese un CD e fece<br />

leggere l’etichetta a Poppy.<br />

Music to Disappear In.<br />

Ma certo. Era perfetto. Prese il <strong>di</strong>sco e incontrò lo<br />

sguardo <strong>di</strong> James. Di solito il ragazzo definiva le melo<strong>di</strong>e<br />

delicate e ossessive del<strong>la</strong> musica ambient “sentimentalismo<br />

New Age”.<br />

«Cerca <strong>di</strong> capirmi», gli <strong>di</strong>sse semplicemente.<br />

«Sì. Ma non stai morendo, Poppy. Non devi imbastire<br />

una scena <strong>di</strong> morte».<br />

144


«Ma me ne sto andando. Sto cambiando». Non riuscì a<br />

spiegare esattamente cosa provava, ma qualcosa dentro <strong>di</strong><br />

lei le <strong>di</strong>sse che stava facendo <strong>la</strong> cosa giusta. Stava <strong>di</strong>cendo<br />

ad<strong>di</strong>o al<strong>la</strong> sua vecchia vita. Era un momento solenne,<br />

un Passaggio.<br />

E naturalmente, anche se nessuno <strong>dei</strong> due ne fece paro<strong>la</strong>,<br />

sapevano che avrebbe potuto morire per sempre.<br />

James era stato estremamente chiaro in proposito: alcune<br />

persone non riescono a sopravvivere al<strong>la</strong> trasformazione.<br />

Phil tornò con le candele: candele <strong>di</strong> Natale, candele<br />

<strong>di</strong> emergenza, candele votive profumate. Poppy gli chiese<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sporle in giro nel<strong>la</strong> stanza e <strong>di</strong> accenderle, poi andò<br />

nel bagno per indossare <strong>la</strong> sua camicia da notte migliore.<br />

Era <strong>di</strong> f<strong>la</strong>nel<strong>la</strong>, con un motivo a fragoline.<br />

Pensa, si <strong>di</strong>sse appena uscì dal bagno. Questa è<br />

l’ultima volta che percorro questo corridoio, l’ultima<br />

volta che apro <strong>la</strong> porta del<strong>la</strong> mia camera.<br />

L’ambiente era magnifico. <strong>Il</strong> tenue bagliore delle candele<br />

gli conferiva un’aura <strong>di</strong> sacralità e <strong>di</strong> mistero. La<br />

musica era dolce e sublime, e Poppy sentì che poteva abbandonarsi<br />

per sempre a quel<strong>la</strong> melo<strong>di</strong>a, come in un sogno.<br />

Aprì l’arma<strong>di</strong>o e con l’aiuto <strong>di</strong> un gancio appen<strong>di</strong>abiti<br />

tirò giù dal<strong>la</strong> menso<strong>la</strong> in alto un leone fulvo <strong>di</strong> pezza e un<br />

grigio, floscio Ih Oh. Li portò a letto e li sistemò accanto<br />

al<strong>la</strong> pi<strong>la</strong> <strong>di</strong> cuscini. Forse era sciocco, forse infantile, ma<br />

voleva averli vicino.<br />

145


Si sedette sul letto e guardò James e Phil.<br />

I due ragazzi <strong>la</strong> stavano osservando. Phil era palesemente<br />

sconvolto, con le <strong>di</strong>ta sulle <strong>la</strong>bbra per fermarne il<br />

tremito. Anche James era turbato, sebbene solo chi lo conoscesse<br />

bene quanto Poppy avrebbe potuto intuirlo.<br />

«È tutto a posto», <strong>di</strong>sse loro Poppy. «Non vedete? Io<br />

sto bene, quin<strong>di</strong> non dovete stare male voi».<br />

E <strong>la</strong> cosa strana era che aveva detto <strong>la</strong> verità. Stava<br />

bene. Era tranquil<strong>la</strong> e determinata, come se tutto fosse<br />

<strong>di</strong>ventato estremamente semplice. Vedeva <strong>la</strong> strada snodarsi<br />

davanti a sé, e tutto quel che doveva fare era seguir<strong>la</strong>,<br />

passo dopo passo.<br />

Phil si avvicinò e le strinse forte <strong>la</strong> mano. «Come…<br />

come funziona?», chiese a James con voce rauca.<br />

«Prima ci scambieremo il sangue», <strong>di</strong>sse James, rivolgendosi<br />

a Poppy. Guardando solo lei. «Non deve essere<br />

molto; sei già sull’orlo del cambiamento. Poi i due tipi <strong>di</strong><br />

sangue si contrasteranno – l’ultima battaglia, se capisci<br />

cosa intendo <strong>di</strong>re». Le rivolse un debole, mesto sorriso, e<br />

Poppy fece segno <strong>di</strong> aver capito.<br />

«Mentre <strong>la</strong> battaglia è in corso ti sentirai sempre più<br />

debole, finchè ti addormenterai – semplicemente. La trasformazione<br />

avverrà durante il sonno».<br />

«E quando mi sveglierò?», chiese Poppy.<br />

«Ti darò una sorta <strong>di</strong> suggerimento postipnotico al riguardo.<br />

Ti <strong>di</strong>rò <strong>di</strong> svegliarti quando verrò a prenderti.<br />

146


Non ti preoccupare; ho calco<strong>la</strong>to ogni dettaglio. Tutto<br />

quel che devi fare è stare tranquil<strong>la</strong>».<br />

Phil si passò nervosamente le <strong>di</strong>ta fra i capelli; forse<br />

solo in quel momento capiva <strong>di</strong> che genere <strong>di</strong> dettagli<br />

dovessero occuparsi lui e James. «Aspetta un momento»,<br />

<strong>di</strong>sse, <strong>la</strong> voce ridotta a un rauco graci<strong>di</strong>o. «Quando…<br />

quando tu <strong>di</strong>rai “dormi”, lei sembrerà…».<br />

«Morta», concluse Poppy per lui.<br />

James gli rivolse uno sguardo impenetrabile. «Sì. E<br />

avremo terminato».<br />

«E poi… dovremo… cosa accadrà a lei?».<br />

Lo fulminò con un’occhiata.<br />

«Ok», <strong>di</strong>sse piano Poppy. «Diglielo».<br />

«Lo sai cosa accadrà», gli rispose a denti stretti. «Non<br />

può semplicemente scomparire. Avremmo <strong>la</strong> polizia e il<br />

Popolo delle Tenebre alle calcagna, tutti sulle sue tracce.<br />

No, deve sembrare che sia morta <strong>di</strong> cancro, e questo significa<br />

che tutto deve svolgersi come se lei fosse realmente<br />

morta».<br />

L’espressione sofferente <strong>di</strong> Phil rivelò che non poteva<br />

più contare su tutta <strong>la</strong> sua razionalità. «Sei sicuro che non<br />

c’è un altro modo?»<br />

«Sicuro», replicò James.<br />

Phil s’inumidì le <strong>la</strong>bbra. «Oh, Dio».<br />

Poppy non voleva soffermarsi troppo sull’argomento.<br />

Parlò al fratello con tono deciso: «Affronta <strong>la</strong> situazione,<br />

Phil. Devi farlo. E ricordati che se non accadesse ora, ac-<br />

147


cadrebbe fra poche settimane – e non sarebbe una messinscena».<br />

<strong>Il</strong> ragazzo si era aggrappato a una delle colonne <strong>di</strong> ottone<br />

del letto con tanta forza che le sue nocche erano <strong>di</strong>ventate<br />

bianche. Ma aveva afferrato il concetto, e non<br />

c’era nessuno che sapesse chiamare a raccolta le proprie<br />

forze meglio <strong>di</strong> Phil. «Hai ragione», concluse con un filo<br />

<strong>di</strong> voce e una vaga parvenza del suo modo <strong>di</strong> fare efficiente.<br />

«Ok, <strong>la</strong> affronterò».<br />

«Allora cominciamo», <strong>di</strong>sse Poppy, mantenendo <strong>la</strong><br />

voce ferma e calma. Come se a lei affrontare tutto il resto<br />

non contasse alcuno sforzo.<br />

James si rivolse a Phil: «È meglio che tu non assista a<br />

questa parte. Vai a vedere <strong>la</strong> TV per qualche minuto».<br />

Phil esitò, poi annuì e uscì dal<strong>la</strong> camera.<br />

«Una cosa», Poppy <strong>di</strong>sse a James mentre si spostava<br />

al centro del letto. Stava ancora cercando <strong>di</strong>speratamente<br />

<strong>di</strong> par<strong>la</strong>re in tono noncurante. «Dopo il funerale… be’, io<br />

starò dormendo, vero? Non mi sveglierò per caso… capisci.<br />

Nel<strong>la</strong> mia graziosa picco<strong>la</strong> bara». Alzò gli occhi<br />

verso <strong>di</strong> lui. «È che soffro <strong>di</strong> c<strong>la</strong>ustrofobia, un po’».<br />

«Non ti sveglierai lì», <strong>la</strong> rassicurò James. «Poppy, non<br />

permetterò che ti accada. Fidati, ho pensato a tutto».<br />

Poppy annuì. Mi fido <strong>di</strong> te, pensò.<br />

Gli tese le braccia.<br />

148


<strong>Il</strong> giovane le sfiorò il collo, facendole sollevare il<br />

mento. Man mano che il sangue usciva dal suo corpo, <strong>la</strong><br />

sua mente venne attirata verso quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> James.<br />

Non ti preoccupare, Poppy. Non aver paura. Ogni<br />

pensiero che le comunicava era intensamente protettivo.<br />

E anche se serviva a confermare che c’era qualcosa <strong>di</strong><br />

cui aver paura, qualcosa che poteva non funzionare,<br />

Poppy si rasserenò. La percezione imme<strong>di</strong>ata dell’amore<br />

<strong>di</strong> James <strong>la</strong> p<strong>la</strong>cò, inondando<strong>la</strong> <strong>di</strong> luce.<br />

D’un tratto sperimentò a <strong>di</strong>stanza, altezza e profon<strong>di</strong>tà<br />

– vastità. Come se i suoi orizzonti si fossero ampliati<br />

all’infinito in un solo istante. Come se avesse scoperto<br />

una nuova <strong>di</strong>mensione. Come se non ci fossero limiti o<br />

ostacoli a quel che lei e James potevano fare insieme.<br />

Si sentì… libera.<br />

Cominciò a provare un senso <strong>di</strong> vertigine. Sentì il proprio<br />

corpo afflosciarsi fra le braccia <strong>di</strong> James. Languire<br />

come un fiore appassito.<br />

Ne ho preso abbastanza, le comunicò James. La calda<br />

bocca animale si staccò dal suo collo. «Adesso tocca a<br />

te».<br />

Questa volta, però, non si fece un taglio sul polso. Si<br />

tolse <strong>la</strong> maglietta e, con un gesto rapido e istintivo, tracciò<br />

un segno con l’unghia al<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> go<strong>la</strong>.<br />

Oh, pensò Poppy. Lentamente, quasi con deferenza, si<br />

piegò in avanti. James le sostenne <strong>la</strong> nuca con una mano.<br />

149


Lei lo circondò con le braccia, sentendo <strong>la</strong> sua pelle nuda<br />

contro <strong>la</strong> f<strong>la</strong>nel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> camicia da notte.<br />

Così era ancora meglio. Ma se James aveva detto <strong>la</strong><br />

verità, anche quel<strong>la</strong> sarebbe stata un’ultima volta. Non<br />

avrebbero mai più scambiato il sangue.<br />

Non lo accetto, pensò Poppy, ma non riuscì a concentrarsi<br />

a lungo. Questa volta, invece <strong>di</strong> sgombrarle <strong>la</strong><br />

mente, il sangue intenso e inebriante del vampiro aumentò<br />

il senso <strong>di</strong> stor<strong>di</strong>mento, <strong>di</strong> pesantezza, <strong>di</strong> torpore.<br />

James?<br />

Va tutto bene. È l’inizio del<strong>la</strong> trasformazione.<br />

Pesantezza… torpore… calore. Cul<strong>la</strong>ta dalle onde sa<strong>la</strong>te<br />

dell’oceano.<br />

Riusciva quasi a immaginare il sangue del vampiro<br />

avanzare lentamente nelle vene, conquistando ogni cosa<br />

sul suo cammino. Era sangue antico, primor<strong>di</strong>ale. La<br />

stava trasformando in qualcosa che esisteva dall’alba <strong>dei</strong><br />

tempi. Qualcosa <strong>di</strong> primitivo ed essenziale.<br />

Ogni moleco<strong>la</strong> nel suo corpo stava cambiando…<br />

Poppy, mi senti? James <strong>la</strong> stava scuotendo lievemente.<br />

Era talmente assorbita da quelle sensazioni che non si era<br />

nemmeno resa conto <strong>di</strong> aver smesso <strong>di</strong> bere. James <strong>la</strong><br />

stava cul<strong>la</strong>ndo.<br />

«Poppy».<br />

Fece uno sforzo per aprire gli occhi. «Sto bene. Ho<br />

solo… sonno».<br />

150


La strinse forte fra le braccia, poi <strong>la</strong> appoggiò dolcemente<br />

sul<strong>la</strong> pi<strong>la</strong> <strong>di</strong> cuscini. «Adesso puoi riposare. Vado<br />

a chiamare Phil».<br />

Prima <strong>di</strong> andare <strong>la</strong> baciò sul<strong>la</strong> fronte.<br />

<strong>Il</strong> mio primo bacio, pensò Poppy, mentre le si chiudevano<br />

gli occhi. E io sono in coma. Gran<strong>di</strong>oso.<br />

Sentì il letto cedere sotto il peso <strong>di</strong> qualcuno e riaprì<br />

gli occhi. Era Phil. Sembrava molto agitato; si era seduto<br />

con circospezione accanto a lei, e <strong>la</strong> fissava. «E ora cosa<br />

succede?», chiese.<br />

«<strong>Il</strong> sangue <strong>di</strong> vampiro sta prendendo il sopravvento»,<br />

rispose James.<br />

Poppy <strong>di</strong>sse: «Ho tanto sonno».<br />

Non c’era dolore. Solo <strong>la</strong> sensazione <strong>di</strong> voler scivo<strong>la</strong>re<br />

via. <strong>Il</strong> suo corpo era invaso da un caldo torpore, come se<br />

fosse protetta da un’aura densa e leggera.<br />

«Phil? Dimenticavo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rti… grazie. Per l’aiuto. E per<br />

tutto. Sei un bravo fratello, Phil».<br />

«Non devi <strong>di</strong>rmelo adesso», replicò brevemente Phil.<br />

«Puoi <strong>di</strong>rmelo più tar<strong>di</strong>. Ci sarò anch’io dopo, sai».<br />

Ma forse io no, pensò Poppy. È una scommessa. E<br />

non avrei mai dovuto rischiare, ma l’unica alternativa era<br />

arrendersi senza nemmeno combattere.<br />

Ci ho provato, vero? Almeno ci ho provato.<br />

«Sì, è così», rispose Phil, ma gli tremò <strong>la</strong> voce. Poppy<br />

non si era accorta <strong>di</strong> aver par<strong>la</strong>to ad alta voce. «Non ti sei<br />

151


mai rifiutata <strong>di</strong> lottare», continuò. «Ho imparato molto da<br />

te».<br />

Buffo, perché lei aveva imparato così tanto dal fratello,<br />

soprattutto nelle ultime ventiquattro ore. Voleva<br />

<strong>di</strong>rglielo, ma erano tante le cose da <strong>di</strong>re, ed era così<br />

stanca. La lingua era intorpi<strong>di</strong>ta; tutto il corpo <strong>la</strong>nguido e<br />

privo <strong>di</strong> forza.<br />

«Ehi… tienimi <strong>la</strong> mano», <strong>di</strong>sse, <strong>la</strong> voce ormai poco<br />

più <strong>di</strong> un sussurro. Phillip le prese una mano e James<br />

l’altra.<br />

Così andava bene. Questo era il modo giusto, con Ih<br />

Oh e il suo leone <strong>di</strong> pezza sul cuscino accanto a lei, e Phil<br />

e James che <strong>la</strong> tenevano per mano, ancorata e al sicuro.<br />

Una delle candele era al<strong>la</strong> vaniglia, una fragranza<br />

calda e familiare. Un odore che le ricordava quando era<br />

bambina. Wafer al<strong>la</strong> crema e ora del<strong>la</strong> nanna. Ecco cosa<br />

l’aspettava. Solo un pisolino nell’asilo del<strong>la</strong> signorina<br />

Spurgeon, con il sole che illuminava obliquamente il pavimento,<br />

e James sul tappetino accanto a lei.<br />

Così sicura, così serena…<br />

«Oh Poppy», mormorò Phil.<br />

«Stai andando al<strong>la</strong> grande, picco<strong>la</strong>. Tutto procede<br />

come stabilito», <strong>di</strong>sse James.<br />

Era quel che Poppy aveva bisogno <strong>di</strong> sentirsi <strong>di</strong>re. Si<br />

abbandonò al<strong>la</strong> musica, e fu come abbandonarsi a un sogno,<br />

senza paura. Come una goccia <strong>di</strong> pioggia che torna<br />

all’oceano che l’ha concepita.<br />

152


All’ultimo momento pensò: Non sono pronta. Ma conosceva<br />

già <strong>la</strong> risposta: nessuno lo è mai.<br />

Ma che stupida – aveva <strong>di</strong>menticato <strong>la</strong> cosa più importante.<br />

Non aveva detto a James che lo amava. Neanche<br />

quando glielo aveva detto lui.<br />

Tentò <strong>di</strong> riprendere fiato ed energia per riuscire a<br />

<strong>di</strong>rlo. Ma era troppo tar<strong>di</strong>. <strong>Il</strong> mondo circostante era perduto,<br />

e non sentiva più il proprio corpo. Fluttuò<br />

nell’oscurità e nel<strong>la</strong> musica, fino a precipitare nel sonno.<br />

«Dormi», le <strong>di</strong>sse James, chinandosi su <strong>di</strong> lei. «Non<br />

svegliarti finchè non ti chiamerò. Devo solo dormire».<br />

Ogni muscolo del corpo <strong>di</strong> Poppy era rigido. <strong>Il</strong> viso<br />

era così sereno: pallido, circondato da una nuvo<strong>la</strong> <strong>di</strong> riccioli<br />

ramati sparsi sul cuscino, le ciglia scure posate sulle<br />

guance, e le <strong>la</strong>bbra <strong>di</strong>schiuse in un lieve respiro. Una<br />

bambo<strong>la</strong> <strong>di</strong> porcel<strong>la</strong>na. Ma quanto più <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> appariva<br />

serena, tanto più Phil era terrorizzato.<br />

Non riesco a sopportarlo, pensò il ragazzo. Ma devo.<br />

Poppy esalò un lieve respiro, poi d’un tratto si mosse.<br />

<strong>Il</strong> petto si sollevò a fatica una, due volte. La mano strinse<br />

quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Phil e gli occhi si aprirono – ma sembravano<br />

non vedere nul<strong>la</strong>. Lo sguardo attonito.<br />

«Poppy!». Phil <strong>la</strong> afferrò, stringendo fra le mani <strong>la</strong><br />

f<strong>la</strong>nel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> camicia da notte. Era così fragile, e picco<strong>la</strong>,<br />

Poppy, dentro quel<strong>la</strong> stoffa. «Poppy!».<br />

153


<strong>Il</strong> respiro affaticato cessò. Per un momento Poppy rimase<br />

come sospesa in aria, poi gli occhi si chiusero e ricadde<br />

sui cuscini. La sua mano si afflosciò in quel<strong>la</strong> del<br />

fratello.<br />

Phil perse l’ultimo barlume <strong>di</strong> razionalità.<br />

«Poppy», gridò, avvertendo il tono pericolosamente<br />

squilibrato nel<strong>la</strong> propria voce. «Forza, Poppy. Poppy,<br />

svegliati!», ripetè in tono sempre più acuto. Le mani<br />

scosse da un tremito incontrol<strong>la</strong>bile si strinsero sulle<br />

spalle del<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>.<br />

Altre mani sciolsero quel<strong>la</strong> morsa. «Cosa <strong>di</strong>amine stai<br />

facendo?», gli <strong>di</strong>sse James perfettamente calmo.<br />

«Poppy? Poppy?». Phil continuava a fissar<strong>la</strong>: non respirava<br />

più. Sul viso aveva un’espressione <strong>di</strong> innocente<br />

sollievo. Quel<strong>la</strong> freschezza che hanno solo i bambini.<br />

E stava… cambiando. Era bianca, traslucida. Era inquietante,<br />

spettrale, e sebbene Phil non avesse mai visto<br />

un cadavere, istintivamente capì che quello era il pallore<br />

del<strong>la</strong> morte.<br />

Lo spirito <strong>di</strong> Poppy l’aveva abbandonata. <strong>Il</strong> suo corpo<br />

era vuoto e inespressivo, non più animato da un soffio<br />

vitale. La mano che Phil stringeva era inerte, non era <strong>la</strong><br />

mano <strong>di</strong> una persona immersa nel sonno. La pelle aveva<br />

perso <strong>la</strong> sua luminosità, come se qualcuno l’avesse spazzata<br />

via con un soffio.<br />

Phil reclinò <strong>la</strong> testa e si <strong>la</strong>sciò sfuggire un gemito animale.<br />

Non un <strong>la</strong>mento umano, era un ulu<strong>la</strong>to.<br />

154


«L’hai uccisa!». Saltò in pie<strong>di</strong> e barcollò verso James.<br />

«Hai detto che si sarebbe solo addormentata, ma l’hai uccisa!<br />

È morta!».<br />

James non si sottrasse a quell’assalto. Invece, afferrò<br />

Phil e lo trascinò fuori nel corridoio.<br />

«L’u<strong>di</strong>to è l’ultimo senso a spegnersi», ringhiò<br />

nell’orecchio del ragazzo. «Quin<strong>di</strong> lei potrebbe ancora<br />

sentirti».<br />

Phil si liberò con uno strattone e corse nel soggiorno.<br />

Non sapeva cosa stesse facendo, sapeva soltanto che<br />

aveva bisogno <strong>di</strong> fracassare qualcosa. Poppy era morta.<br />

Se ne era andata.<br />

Afferrò il <strong>di</strong>vano e lo spinse con forza, rovesciò il tavolino<br />

da caffè con un calcio. Agguantò una <strong>la</strong>mpada,<br />

tirò con violenza il cavo fuori dal<strong>la</strong> presa e <strong>la</strong> scagliò<br />

contro il camino.<br />

«Fermati!», urlò James per coprire quel frastuono.<br />

Appena lo vide, Phil gli si <strong>la</strong>nciò addosso. La pura forza<br />

dell’impeto sbattè James contro il muro. Caddero <strong>di</strong><br />

schianto a terra.<br />

«Tu… l’hai uccisa!», ansimò Phil, tentando <strong>di</strong> serrare<br />

le mani intorno al<strong>la</strong> go<strong>la</strong> <strong>di</strong> James.<br />

Argento. Gli occhi del vampiro mandarono un bagliore<br />

<strong>di</strong> metallo fuso. Afferrò il polso <strong>di</strong> Phil in una<br />

morsa dolorosa.<br />

«Fermati Phillip», sibilò.<br />

155


Qualcosa nel modo in cui lo <strong>di</strong>sse fece fermare il ragazzo.<br />

Quasi singhiozzando, tentò faticosamente <strong>di</strong> inspirare<br />

aria nei polmoni.<br />

«Ucciderò te se sarà necessario, per salvare Poppy»,<br />

<strong>di</strong>sse James, con voce ancora spietata e minacciosa. «E<br />

lei si salverà solo se tu <strong>la</strong> pianti e fai esattamente quello<br />

che ti <strong>di</strong>co. Esattamente quello che ti <strong>di</strong>co. Chiaro?».<br />

Diede una violenta scrol<strong>la</strong>ta a Phil, sbattendogli quasi <strong>la</strong><br />

testa contro <strong>la</strong> parete.<br />

Strano, ma aveva detto <strong>la</strong> cosa giusta. James stava <strong>di</strong>cendo<br />

che teneva a Poppy. E per quanto bizzarro potesse<br />

apparire, Phil gli credette.<br />

La furia rabbiosa che lo aveva sconvolto svanì d’un<br />

tratto, e il ragazzo prese un profondo respiro.<br />

«Ok. Ho capito», <strong>di</strong>sse con voce rauca. Era abituato ad<br />

assumersi responsabilità – per sé e per gli altri. Non gli<br />

piaceva che James gli desse or<strong>di</strong>ni. Ma in questo caso<br />

non aveva scelta. «Ma… è morta, vero?»<br />

«Dipende da come <strong>la</strong> ve<strong>di</strong>», rispose James, <strong>la</strong>sciando<br />

andare Phil e rialzandosi adagio dal pavimento. Esaminò<br />

il soggiorno, con le <strong>la</strong>bbra tirate. «Niente è andato storto,<br />

Phil. Tutto si è svolto come previsto – tranne questo.<br />

Volevo che fossero i tuoi genitori ad accorgersi che era<br />

morta, al loro rientro, ma ora non è più possibile. Non c’è<br />

altro modo per spiegare questo casino se non <strong>di</strong>cendo <strong>la</strong><br />

verità».<br />

«E quale sarebbe?»<br />

156


«Che tu sei entrato nel<strong>la</strong> stanza e l’hai trovata morta e<br />

hai dato <strong>di</strong> matto. E poi hai chiamato i tuoi genitori – sai<br />

a quale ristorante sono andati, no?»<br />

«Si chiama Valentino’s. Mamma ha detto che sono<br />

stati fortunati a trovare posto».<br />

«Ok. Funzionerà. Ma prima dobbiamo sgombrare <strong>la</strong><br />

camera da letto. Togliere le candele e tutto il resto. Deve<br />

sembrare che sia andata semplicemente a dormire, come<br />

tutte le sere».<br />

Phil <strong>la</strong>nciò un’occhiata al<strong>la</strong> porta scorrevole a vetri.<br />

Stava facendo buio. Ma Poppy aveva dormito molto negli<br />

ultimi giorni. «Diremo che era stanca e ci ha detto <strong>di</strong> andare<br />

a vedere <strong>la</strong> TV», <strong>di</strong>sse lentamente, cercando <strong>di</strong> dominare<br />

quel<strong>la</strong> sensazione <strong>di</strong> stor<strong>di</strong>mento e snebbiare <strong>la</strong><br />

mente. «E poi io dopo un po’ sono andato a vedere come<br />

stava».<br />

«Perfetto», lo rassicurò James con un debole sorriso<br />

che non si riflesse nel suo sguardo.<br />

Non ci volle molto per sistemare <strong>la</strong> camera. La cosa<br />

più dura da sopportare per Phil fu <strong>la</strong> vista <strong>di</strong> Poppy, e<br />

ogni volta che <strong>la</strong> guardava, si sentiva mancare il cuore.<br />

Sembrava così minuta, delicata. Un angelo <strong>di</strong> Natale a<br />

giugno.<br />

Non ebbe <strong>la</strong> forza <strong>di</strong> togliere gli animali <strong>di</strong> pezza che<br />

le erano accanto.<br />

«Si sveglierà, vero?», chiese, senza guardare James.<br />

157


«Dio, lo spero», rispose, <strong>la</strong> voce esausta. Sembrò più<br />

una preghiera che un desiderio. «Se non si sveglia, non<br />

dovrai darmi <strong>la</strong> ciccia con un palo <strong>di</strong> legno, Phil. Me ne<br />

occuperò personalmente».<br />

Phil s’in<strong>di</strong>gnò. «Non essere stupido», gli <strong>di</strong>sse senza<br />

mezzi termini. «Se Poppy ha incarnato qualcosa – se incarna<br />

qualcosa – è <strong>la</strong> vita. Gettare via <strong>la</strong> tua, sarebbe<br />

come darle uno schiaffo. E poi, anche se qualcosa andasse<br />

storto, tu hai fatto del tuo meglio. Sarebbe stupido<br />

prenderte<strong>la</strong> con te stesso».<br />

James lo guardò esterrefatto, e Phil capì che erano riusciti<br />

a sorprendersi a vicenda. L’amico annuì adagio.<br />

«Grazie».<br />

Era una pietra miliare, <strong>la</strong> prima volta che si erano sintonizzati<br />

esattamente sul<strong>la</strong> stessa lunghezza d’onda. Fra<br />

loro si era creato uno strano legame, pensò Phil.<br />

Distolse lo sguardo e propose: «È ora <strong>di</strong> chiamare il<br />

ristorante?».<br />

James sbirciò l’orologio. «Fra qualche minuto».<br />

«Se aspettiamo troppo, <strong>la</strong>sceranno il ristorante prima<br />

che gli arrivi <strong>la</strong> telefonata».<br />

«Non importa. Quel che conta è che non ci siano parame<strong>di</strong>ci<br />

che tentino <strong>di</strong> rianimar<strong>la</strong> e <strong>la</strong> portino<br />

all’ospedale. Deve essere fredda prima che arrivi chiunque».<br />

Phil provò un moto <strong>di</strong> sconcertato orrore. «Tutto<br />

sommato, sei una serpe a sangue freddo».<br />

158


«Ho solo senso pratico», replicò stancamente James,<br />

come se par<strong>la</strong>sse ad un bambino. Sfiorò una delle mani<br />

bianche come il marmo adagiate sul<strong>la</strong> coperta. «Va bene.<br />

È ora. Vado a telefonare. Tu puoi dare ancora <strong>di</strong> matto,<br />

se vuoi».<br />

Phil scosse <strong>la</strong> testa. Non aveva più energia sufficiente.<br />

Ma aveva voglia <strong>di</strong> piangere, e anche questo sarebbe<br />

stato d’aiuto. Piangere e ancora piangere, come un ragazzino<br />

solo e smarrito.<br />

«Fatti passare mia madre», farfugliò.<br />

S’inginocchiò accanto al letto <strong>di</strong> Poppy e attese. La<br />

musica era finita e gli arrivò il vocio del<strong>la</strong> TV dall’altra<br />

stanza. Non si accorse del tempo che passava finchè non<br />

sentì una macchina fermarsi sul viale d’ingresso. Appoggiò<br />

<strong>la</strong> fronte sul materasso <strong>di</strong> Poppy. Le <strong>la</strong>crime furono<br />

assolutamente sincere. In quel momento ebbe <strong>la</strong> certezza<br />

<strong>di</strong> aver<strong>la</strong> persa per sempre.<br />

«Preparati», gli <strong>di</strong>sse James da <strong>di</strong>etro. «Sono arrivati».<br />

159


Capitolo 11<br />

Le ore che seguirono furono le peggiori del<strong>la</strong> vita <strong>di</strong><br />

Phil.<br />

Principalmente per via <strong>di</strong> sua madre. Non appena entrò<br />

in casa, <strong>la</strong> priorità <strong>di</strong> Phil non fu più cercare conforto:<br />

ora toccava a lui confortare lei. Ma naturalmente non<br />

c’era conforto possibile. Tutto quel che potè fare fu stringer<strong>la</strong><br />

fra le braccia.<br />

È troppo crudele, pensò vagamente. Ci deve essere un<br />

modo per <strong>di</strong>rglielo.<br />

Ma non ci avrebbe mai creduto, e se lo avesse fatto,<br />

sarebbe stata in pericolo…<br />

Al<strong>la</strong> fine erano arrivati i parame<strong>di</strong>ci, ma solo dopo il<br />

dottor Franklin.<br />

«L’ho chiamato io», <strong>di</strong>sse James a Phil in uno <strong>di</strong> quei<br />

momenti in cui <strong>la</strong> mamma si metteva a piangere sul<strong>la</strong><br />

spal<strong>la</strong> <strong>di</strong> Cliff.<br />

«Perché?»<br />

«Per semplificare le cose. In questo Stato, i dottori<br />

possono re<strong>di</strong>gere il certificato <strong>di</strong> morte se ti hanno visitato<br />

negli ultimi venti giorni e conoscono <strong>la</strong> causa del decesso.<br />

Non vogliamo ospedali o me<strong>di</strong>ci legali».<br />

160


Phil scosse <strong>la</strong> testa. «Perché? Che problema hai con<br />

gli ospedali?»<br />

«<strong>Il</strong> mio problema», replicò James scandendo nettamente<br />

le parole, «è che gli ospedali fanno le autopsie».<br />

Phil raggelò. Aprì <strong>la</strong> bocca, ma non ne uscì alcun<br />

suono.<br />

«E alle pompe funebri eseguono l’imbalsamazione.<br />

Per questo devo essere qui quando verranno a prendere il<br />

corpo. Devo influenzare le loro menti perché non <strong>la</strong> imbalsamino,<br />

o le cuciano le <strong>la</strong>bbra, o…».<br />

Phil corse in bagno a vomitare. Detestava <strong>di</strong> nuovo<br />

James.<br />

Ma nessuno portò Poppy all’ospedale, e il dottor<br />

Franklin non parlò <strong>di</strong> autopsia. Si limitò a stringere <strong>la</strong><br />

mano del<strong>la</strong> madre <strong>di</strong> Phil e a spiegare con calma che queste<br />

cose accadono all’improvviso, e che Poppy almeno<br />

aveva evitato <strong>di</strong> soffrire.<br />

«Ma oggi stava molto meglio», sussurrò <strong>la</strong> mamma fra<br />

le <strong>la</strong>crime. «Oh, <strong>la</strong> mia bambina, <strong>la</strong> mia bambina. Avevo<br />

notato un peggioramento, ma oggi stava meglio».<br />

«A volte è così», commentò il dottor Franklin. «È<br />

come se raccogliessero le forze per un ultimo sprazzo <strong>di</strong><br />

vita».<br />

«Ma io non ero qui quando ha avuto bisogno <strong>di</strong> me»,<br />

continuò <strong>la</strong> mamma, e stavolta non parlò fra le <strong>la</strong>crime,<br />

ma <strong>la</strong> voce tradì <strong>la</strong> nota stridu<strong>la</strong> del senso <strong>di</strong> colpa. «È<br />

morta da so<strong>la</strong>».<br />

161


Intervenne Phil. «È morta nel sonno. È andata a dormire<br />

e non si è più risvegliata. Se <strong>la</strong> guar<strong>di</strong>, vedrai che<br />

espressione serena ha sul viso».<br />

Continuò a confortare <strong>la</strong> madre, e così fece Cliff, e anche<br />

il dottore, e al<strong>la</strong> fine i parame<strong>di</strong>ci se ne andarono. E<br />

poco dopo, mentre <strong>la</strong> mamma era seduta sul letto <strong>di</strong><br />

Poppy e le accarezzava i capelli, arrivarono gli incaricati<br />

delle pompe funebri.<br />

«Datemi solo qualche minuto», <strong>di</strong>sse <strong>la</strong> madre, pallida<br />

e senza più <strong>la</strong>crime. «Ho bisogno <strong>di</strong> restare qualche minuto<br />

da so<strong>la</strong> con lei».<br />

Gli inservienti si sedettero in soggiorno con aria imbarazzata,<br />

e James cominciò a fissarli. Phil sapeva perchè:<br />

l’amico stava imprimendo nel<strong>la</strong> loro mente il fatto che<br />

non dovevano procedere all’imbalsamazione.<br />

«Per motivi religiosi, è così?», chiese a Cliff uno degli<br />

uomini, rompendo un lungo silenzio.<br />

Cliff lo guardò sbalor<strong>di</strong>to, aggrottando <strong>la</strong> fronte. «Di<br />

cosa sta par<strong>la</strong>ndo?».<br />

L’uomo annuì. «Capisco. Non c’è problema».<br />

Anche Phil aveva capito. Qualunque cosa avesse sentito<br />

quel tizio, non era stato Cliff a <strong>di</strong>r<strong>la</strong>.<br />

«Resta solo da concordare se volete organizzare una<br />

veglia funebre», <strong>di</strong>sse un altro degli incaricati a Cliff.<br />

«Altrimenti <strong>la</strong> bara verrà chiusa».<br />

«Sì, è stato del tutto inaspettato», replicò Cliff, con il<br />

volto impassibile. «Una ma<strong>la</strong>ttia fulminante».<br />

162


Adesso era lui che non ascoltava quel che gli uomini<br />

<strong>di</strong>cevano. Phil guardò James, e notò gocce <strong>di</strong> sudore che<br />

gli co<strong>la</strong>vano dal<strong>la</strong> fronte. Chiaramente control<strong>la</strong>re tre<br />

menti allo stesso tempo gli richiedeva uno sforzo notevole.<br />

Al<strong>la</strong> fine Cliff entrò nel<strong>la</strong> stanza e portò fuori <strong>la</strong> moglie.<br />

La accompagnò nel<strong>la</strong> loro camera da letto perché<br />

non assistesse al resto del<strong>la</strong> procedura.<br />

I due uomini entrarono nel<strong>la</strong> stanza <strong>di</strong> Poppy portando<br />

una barel<strong>la</strong> e un sacco per trasportare il cadavere.<br />

Quando uscirono c’era un piccolo, delicato rigonfiamento<br />

nel sacco.<br />

Phil sentì che stava per perdere <strong>di</strong> nuovo il controllo.<br />

Voleva scaraventare oggetti a terra. Voleva mettersi a<br />

correre, scappare da lì.<br />

Invece, sentì le ginocchia cedere e <strong>la</strong> vista oscurarsi.<br />

Due braccia robuste lo sorressero, e lo accompagnarono<br />

verso una se<strong>di</strong>a. «Resisti», gli <strong>di</strong>sse James. «Ancora<br />

pochi minuti. È quasi finita».<br />

In quel momento Phil lo perdonò per essere un mostro<br />

succhiasangue.<br />

Era molto tar<strong>di</strong>, quel<strong>la</strong> sera, quando tutti andarono finalmente<br />

a letto. A letto, non a dormire. Phil era ridotto a<br />

un unico blocco rigido <strong>di</strong> pena e <strong>di</strong> dolore, dal<strong>la</strong> go<strong>la</strong> ai<br />

pie<strong>di</strong>, e rimase sveglio con <strong>la</strong> luce accesa, finchè il sole<br />

non si affacciò nel<strong>la</strong> stanza.<br />

163


L’agenzia <strong>di</strong> pompe funebri somigliava a un e<strong>di</strong>ficio<br />

vittoriano, e <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> in cui avevano collocato Poppy era<br />

piena <strong>di</strong> fiori e <strong>di</strong> gente. Era in una bara bianca con arre<strong>di</strong><br />

in oro, e da lontano sembrava stesse dormendo.<br />

Phil non voleva guardar<strong>la</strong>. Cominciò a osservare il<br />

flusso continuo <strong>di</strong> visitatori che riempivano <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> e le<br />

panche <strong>di</strong> legno allineate. Non si era mai reso conto <strong>di</strong><br />

quante persone volessero bene a Poppy.<br />

«Era così piena <strong>di</strong> vita», <strong>di</strong>sse l’insegnante d’inglese.<br />

«Non riesco a credere che non ci sia più», <strong>di</strong>sse un ragazzo<br />

del<strong>la</strong> squadra <strong>di</strong> football <strong>di</strong> Phil.<br />

«Non <strong>la</strong> <strong>di</strong>menticherò mai», mormorò fra le <strong>la</strong>crime<br />

una delle amiche.<br />

Phil indossava un completo nero e stava in pie<strong>di</strong> insieme<br />

al<strong>la</strong> mamma e a Cliff. Sembravano in fi<strong>la</strong> per salutare<br />

gli ospiti, come fosse un matrimonio. Sua madre<br />

continuava a ripetere: «Grazie per essere venuti», e ad<br />

abbracciare le persone. Ognuno poi si avvicinava al feretro<br />

e lo sfiorava delicatamente, fra le <strong>la</strong>crime.<br />

E mentre accoglievano gli ospiti, avvenne qualcosa <strong>di</strong><br />

strano. Phil si <strong>la</strong>sciò coinvolgere. La realtà del<strong>la</strong> morte <strong>di</strong><br />

Poppy era così vera che tutta <strong>la</strong> faccenda <strong>dei</strong> <strong>vampiri</strong><br />

cominciò a sembrargli pura fantasia. A poco a poco cominciò<br />

a credere al<strong>la</strong> storia che stava recitando.<br />

In fin <strong>dei</strong> conti, tutti gli altri ne erano così sicuri.<br />

Poppy si era amma<strong>la</strong>ta <strong>di</strong> cancro, e ora era morta. I <strong>vampiri</strong><br />

erano frutto del<strong>la</strong> superstizione.<br />

164


James non si era presentato al<strong>la</strong> veglia funebre.<br />

Poppy stava sognando.<br />

Camminava lungo <strong>la</strong> riva dell’oceano insieme a James.<br />

L’aria era calda, odorava <strong>di</strong> sale, e aveva i pie<strong>di</strong><br />

umi<strong>di</strong> e coperti <strong>di</strong> sabbia. Indossava un nuovo costume,<br />

del tipo che cambia colore una volta bagnato. Sperava<br />

che James notasse il costume, ma il ragazzo non fece alcun<br />

commento.<br />

Poi si accorse che James portava una maschera.<br />

Strano, perché l’abbronzatura avrebbe <strong>la</strong>sciato un segno<br />

davvero bizzarro sul viso così coperto.<br />

«Perché non <strong>la</strong> togli?», gli chiese, pensando che forse<br />

aveva bisogno <strong>di</strong> aiuto.<br />

«La indosso per motivi <strong>di</strong> salute», rispose James. Solo<br />

che non era <strong>la</strong> voce <strong>di</strong> James.<br />

Poppy rimase sconvolta. Allungò una mano e gli tolse<br />

<strong>la</strong> maschera.<br />

Non era James. Era un ragazzo con i capelli biondo<br />

cenere, persino più chiari <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> Phil. Come mai non<br />

aveva notato prima i suoi capelli? Gli occhi erano ver<strong>di</strong> –<br />

e poi azzurri.<br />

«Chi sei?», volle sapere Poppy, spaventata.<br />

«Ti piacerebbe saperlo, eh?». Sorrise. Gli occhi adesso<br />

erano vio<strong>la</strong>. Sollevò una mano, e Poppy vide che stringeva<br />

un papavero [<strong>Il</strong> termine inglese per papavero è poppy (n.d.t.)]. Al-<br />

165


meno, aveva <strong>la</strong> forma <strong>di</strong> un papavero, ma era nero. Le<br />

accarezzò <strong>la</strong> guancia con il fiore.<br />

«Ricorda», le <strong>di</strong>sse, con uno strano sorriso. «A volte <strong>la</strong><br />

magia non riesce».<br />

«Cosa?»<br />

«A volte <strong>la</strong> magia non riesce», ripetè, e si allontanò. Si<br />

ritrovò a stringere il papavero fra le <strong>di</strong>ta. <strong>Il</strong> ragazzo non<br />

aveva <strong>la</strong>sciato impronte sul<strong>la</strong> sabbia.<br />

Poppy era so<strong>la</strong> davanti al fragore dell’oceano. Le nuvole<br />

si stavano addensando in alto nel cielo. Voleva svegliarsi,<br />

ma non ci riuscì; era so<strong>la</strong>, e spaventata. Lasciò<br />

care il fiore, sopraffatta dall’angoscia.<br />

«James!».<br />

Phil saltò a sedere nel letto, con il cuore che batteva<br />

all’impazzata.<br />

Dio, cos’era stato? Sembrava un grido – <strong>la</strong> voce <strong>di</strong><br />

Poppy.<br />

Ho le allucinazioni.<br />

Non c’era da sorprendersi. Era lunedì, il giorno del funerale.<br />

Da lì a – Phil <strong>la</strong>nciò un’occhiata all’orologio –<br />

circa quattro ore doveva trovarsi in chiesa. Era normale<br />

che <strong>la</strong> stesse sognando.<br />

Ma sembrava così spaventata…<br />

Phil scacciò quel pensiero, senza troppa <strong>di</strong>fficoltà. Si<br />

era convinto che Poppy era morta, e le persone morte non<br />

gridano.<br />

166


Al funerale, però Phil rimase scioccato. Suo padre era<br />

lì. Per <strong>di</strong> più indossava qualcosa che assomigliava a un<br />

completo, anche se <strong>la</strong> giacca non si abbinava ai pantaloni<br />

e <strong>la</strong> cravatta era storta.<br />

«Sono venuto appena ho saputo…».<br />

«Ma dove eri?», chiese <strong>la</strong> madre <strong>di</strong> Phil, con rughe <strong>di</strong><br />

tensione intorno agli occhi, come accadeva sempre ogni<br />

volta che doveva affrontare il padre <strong>di</strong> Phil.<br />

«Sui monti Blue Ridge con uno zaino in spal<strong>la</strong>. La<br />

prossima volta, lo giuro, <strong>la</strong>scerò un in<strong>di</strong>rizzo. Controllerò<br />

i messaggi…». Scoppiò a piangere. La mamma non aggiunse<br />

altro. Gli tese le braccia, e Phil sentì una fitta al<br />

cuore quando vide come si aggrapparono l’uno all’altra.<br />

Sapeva che suo padre era un’irresponsabile, irreparabilmente<br />

in arretrato con i contributi per i figli, un tipo<br />

stravagante e un fallito. Ma nessuno aveva mai amato<br />

Poppy più <strong>di</strong> lui. In quel momento, Phil non riuscì a <strong>di</strong>sapprovarlo,<br />

neanche con Cliff presente per fare il confronto.<br />

Lo shock arrivò quando il padre si rivolse a Phil prima<br />

del<strong>la</strong> cerimonia. «Sai, è venuta da me ieri notte», gli <strong>di</strong>sse<br />

sottovoce. «<strong>Il</strong> suo spirito, intendo. È venuta a trovarmi».<br />

Phil lo guardò: erano state proprio singo<strong>la</strong>ri affermazioni<br />

come quel<strong>la</strong> a provocare il <strong>di</strong>vorzio. Suo padre<br />

aveva sempre par<strong>la</strong>to <strong>di</strong> strani sogni e sosteneva <strong>di</strong> vedere<br />

cose che non esistevano. Per non par<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> colle-<br />

167


zione <strong>di</strong> articoli sull’astrologia, <strong>la</strong> numerologia e gli<br />

UFO.<br />

«Non l’ho vista, ma l’ho sentita gridare. Vorrei solo<br />

che non fosse così spaventata. Non <strong>di</strong>rlo a tua madre, ma<br />

ho <strong>la</strong> sensazione che non riposi in pace». Si coprì il volto<br />

con <strong>la</strong> mano.<br />

Phil sentì drizzarsi ogni singolo capello sul<strong>la</strong> nuca.<br />

Ma l’inquietante sensazione fu sopita quasi subito dal<br />

puro dolore del funerale. Nell’ascoltare frasi come<br />

“Poppy vivrà per sempre nei nostri cuori e nei nostri ricor<strong>di</strong>”.<br />

Un carro funebre color argento aprì <strong>la</strong> strada<br />

verso il cimitero <strong>di</strong> Forest Park, dove tutti ascoltarono il<br />

celebrante pronunciare le ultime parole sul<strong>la</strong> bara <strong>di</strong><br />

Poppy, nel sole <strong>di</strong> giugno. Quando toccò a lui posare una<br />

rosa sul feretro, Phil si accorse che stava tremando.<br />

Fu un momento terribile. Due amiche <strong>di</strong> Poppy si abbandonarono<br />

a singhiozzi isterici. La madre <strong>di</strong> Phil, ripiegata<br />

su se stessa dal dolore, fu accompagnata lontano<br />

dal<strong>la</strong> tomba. Non ci fu tempo per pensare – né allora né<br />

durante il pasto frugale che seguì a casa <strong>di</strong> Phil.<br />

Ma fu a casa che i due mon<strong>di</strong> <strong>di</strong> Phil entrarono in collisione.<br />

In mezzo al<strong>la</strong> confusione turbinosa, emerse James.<br />

Non sapeva cosa fare. James non c’entrava nul<strong>la</strong> con<br />

quel che stava accadendo. Ebbe una mezza idea <strong>di</strong> cacciarlo<br />

via, <strong>di</strong> <strong>di</strong>rgli che quel <strong>di</strong>sgustoso scherzo era finito.<br />

168


Prima che potesse decidersi, James si avvicinò e gli<br />

<strong>di</strong>sse sottovoce: «Tieniti pronto stanotte alle un<strong>di</strong>ci».<br />

Phil sussultò. «Per fare cosa?»<br />

«Tieniti pronto e basta, ok? E porta con te qualche indumento<br />

<strong>di</strong> Poppy. Qualunque abito <strong>di</strong> cui non si noti <strong>la</strong><br />

mancanza». Phil non <strong>di</strong>sse nul<strong>la</strong>, e James gli <strong>la</strong>nciò<br />

un’occhiata <strong>di</strong> traverso, esasperato.<br />

«Dobbiamo tirar<strong>la</strong> fuori, i<strong>di</strong>ota. O vuoi <strong>la</strong>sciar<strong>la</strong> lì?».<br />

Crash. <strong>Il</strong> rumore <strong>di</strong> due mon<strong>di</strong> che entravano in collisione.<br />

Per un istante Phil vorticò nello spazio senza riuscire<br />

ad ancorarsi a nessuno <strong>dei</strong> due universi.<br />

Poi, con il mondo normale che crol<strong>la</strong>va a pezzi intorno<br />

a lui, si appoggiò al<strong>la</strong> parete e sussurrò: «Non posso. Non<br />

posso farlo. Tu sei pazzo».<br />

«Sei tu pazzo. Ti comporti come se non fosse successo<br />

nul<strong>la</strong>. E devi aiutarmi, perché non posso farce<strong>la</strong> da solo.<br />

In un primo momento sarà <strong>di</strong>sorientata, una specie <strong>di</strong><br />

sonnambu<strong>la</strong>. Avrà bisogno <strong>di</strong> te».<br />

Queste parole scossero Phil. Si raddrizzò <strong>di</strong> colpo e<br />

chiese sottovoce: «L’hai sentita ieri notte?».<br />

James guardò altrove. «Non era sveglia. Stava semplicemente<br />

sognando».<br />

«Come potevamo sentir<strong>la</strong> da una tale <strong>di</strong>stanza? Persino<br />

mio padre l’ha sentita. Ascolta». Afferrò James per<br />

il risvolto del<strong>la</strong> giacca. «Sei sicuro che stia bene?»<br />

«Un minuto fa eri convinto che fosse morta e sepolta.<br />

Adesso vuoi garanzie che stia bene. Ma non posso dar-<br />

169


tene». Fissò Phil con gli occhi duri come ghiaccio grigio.<br />

«Non l’ho mai fatto prima, va bene? Ho solo seguito le<br />

istruzioni. E c’è sempre qualcosa che può andare storto.<br />

Ma», continuò con aria decisa appena Phil aprì <strong>la</strong> bocca,<br />

«l’unica cosa che so con certezza è che se <strong>la</strong> <strong>la</strong>sciamo lì<br />

dov’è, avrà un risveglio davvero spiacevole. Afferrato il<br />

concetto?».<br />

Phil allentò adagio <strong>la</strong> presa sul<strong>la</strong> giacca. «Sì. Scusa. È<br />

che non riesco a crederci». Quando alzò lo sguardo vide<br />

che l’espressione <strong>di</strong> James si era lievemente addolcita.<br />

«Ma se ieri notte stava ur<strong>la</strong>ndo, allora era viva, giusto?»<br />

«È forte», concluse James. «Non ho mai conosciuto<br />

nessuno che abbia poteri telepatici così forti. Diventerà<br />

qualcosa <strong>di</strong> eccezionale».<br />

Phil cercò <strong>di</strong> non immaginare cosa in partico<strong>la</strong>re. Naturalmente,<br />

James era un vampiro, e aveva un aspetto<br />

perfettamente normale – il più delle volte. Ma <strong>la</strong> mente <strong>di</strong><br />

Phil continuava a proiettargli immagini <strong>di</strong> Poppy in versione<br />

mostro hollywoo<strong>di</strong>ano. Occhi rossi, pelle cinerea e<br />

denti goccio<strong>la</strong>nti <strong>di</strong> sangue.<br />

Se fosse venuta fuori in quel modo, avrebbe cercato <strong>di</strong><br />

amar<strong>la</strong>. Ma una parte <strong>di</strong> lui forse avrebbe preferito procurarsi<br />

un palo <strong>di</strong> legno.<br />

Di notte, il cimitero <strong>di</strong> Forest Park cambiava completamente<br />

aspetto. L’oscurità era molto fitta. Sulle sbarre <strong>di</strong><br />

170


ferro, un avviso recitava: «Vietato l’ingresso dopo il tramonto»,<br />

ma il cancello era aperto.<br />

Quanto vorrei non essere qui, pensò Phil.<br />

James guidò lungo <strong>la</strong> stretta strada che girava intorno<br />

al cimitero e parcheggiò sotto un vecchio e imponente<br />

ginkgo.<br />

«E se qualcuno ci vede? Non c’è un custode o roba del<br />

genere?»<br />

«C’è un guar<strong>di</strong>ano notturno. Sta dormendo. Me ne<br />

sono occupato io prima <strong>di</strong> passare a prenderti». Scese<br />

dal<strong>la</strong> macchina e cominciò a scaricare un’incre<strong>di</strong>bile<br />

quantità <strong>di</strong> attrezzi dal se<strong>di</strong>le posteriore dell’Integra.<br />

Due grosse torce. Un piede <strong>di</strong> porco. Alcune vecchie<br />

tavole <strong>di</strong> legno. Un paio <strong>di</strong> teli impermeabili. E due pale<br />

nuove <strong>di</strong> zecca.<br />

«Aiutami a portare questa roba».<br />

«A cosa serve?», esc<strong>la</strong>mò. Ma al<strong>la</strong> fine lo aiutò. La<br />

ghiaia scricchiolò sotto i suoi pie<strong>di</strong> mentre seguiva James<br />

lungo uno <strong>dei</strong> sinuosi sentieri. Salirono una scalinata <strong>di</strong><br />

legno rovinata dalle intemperie e scesero dall’altra parte,<br />

nel Paese <strong>dei</strong> Balocchi.<br />

Era così che qualcuno l’aveva definito, al funerale.<br />

Phil aveva ascoltato per caso due colleghi <strong>di</strong> Cliff che ne<br />

stavano par<strong>la</strong>ndo. Era un settore del cimitero dove erano<br />

sepolti in prevalenza bambini. Non c’era bisogno <strong>di</strong> leggere<br />

sulle <strong>la</strong>pi<strong>di</strong> per capirlo: sulle tombe erano posati orsacchiotti<br />

e altri giocattoli.<br />

171


La tomba <strong>di</strong> Poppy era proprio al limitare del Paese<br />

<strong>dei</strong> Balocchi. Non aveva ancora una <strong>la</strong>pide, naturalmente.<br />

C’era solo un in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> p<strong>la</strong>stica verde.<br />

James gettò il carico sull’erba e s’inginocchiò a esaminare<br />

il terreno al<strong>la</strong> luce <strong>di</strong> una torcia.<br />

Phil rimase in pie<strong>di</strong>, in silenzio, guardandosi intorno.<br />

Era ancora spaventato: in parte era il normale timore che<br />

potessero sorprenderli prima che avessero completato il<br />

<strong>la</strong>voro, e in parte <strong>la</strong> paura soprannaturale che non avrebbero<br />

dovuto farlo. Gli unici suoni erano il frinire <strong>dei</strong> grilli<br />

e il traffico in lontananza. I rami degli alberi e i cespugli<br />

ondeggiavano lievemente al vento.<br />

«Ok», <strong>di</strong>sse James. «Prima dobbiamo staccare questa<br />

zol<strong>la</strong> erbosa».<br />

«Eh?». Phil non si era neppure chiesto come mai ci<br />

fosse già dell’erba su una fossa appena chiusa. Ma era<br />

evidente che fossero state impiantate delle zolle d’erba.<br />

James aveva trovato il bordo <strong>di</strong> una striscia e <strong>la</strong> stava arroto<strong>la</strong>ndo<br />

come un tappeto.<br />

Phil in<strong>di</strong>viduò un altro bordo. Le strisce erano lunghe<br />

circa due metri l’una e <strong>la</strong>rghe una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> centimetri.<br />

Erano pesanti, ma non fu troppo faticoso arroto<strong>la</strong>rle ai<br />

pie<strong>di</strong> del<strong>la</strong> tomba.<br />

«Lasciamole qui. Dopo dovremo rimetterle a posto»,<br />

borbottò James. «Non deve sembrare che questo luogo<br />

sia stato vio<strong>la</strong>to».<br />

172


Improvvisamente Phil capì. «Ecco perché quei teli<br />

impermeabili e tutto il resto».<br />

«Già. Un po’ <strong>di</strong> confusione non desterà sospetti. Ma<br />

se <strong>la</strong>sciamo tracce dappertutto, qualcuno comincerà a<br />

porsi qualche domanda». James <strong>di</strong>spose le tavole <strong>di</strong> legno<br />

intorno al perimetro del<strong>la</strong> fossa, poi spiegò i teli su entrambi<br />

i <strong>la</strong>ti. Phil lo aiutò a <strong>di</strong>stenderli.<br />

Al posto delle zolle erbose c’era adesso terreno fresco<br />

e argilloso. Phil sistemò una torcia e prese una pa<strong>la</strong>.<br />

Non posso credere a quel che sto per fare, pensò.<br />

Ma lo fece. E finchè dovette pensare soltanto al<strong>la</strong> fatica<br />

fisica <strong>di</strong> scavare un buco nel terreno, non ebbe problemi.<br />

Si concentrò sul <strong>la</strong>voro, pigiando il piede sul<strong>la</strong><br />

pa<strong>la</strong>.<br />

Affondò nel terriccio, senza trovare alcuna resistenza.<br />

Era facile sollevare una pa<strong>la</strong>ta <strong>di</strong> terra e scaricar<strong>la</strong> sul<br />

telo. Ma al<strong>la</strong> trentesima pa<strong>la</strong>ta cominciò a essere stanco.<br />

«È da pazzi. Ci serve un’escavatrice», <strong>di</strong>sse, asciugandosi<br />

il sudore del<strong>la</strong> fronte.<br />

«Riposati un po’, se vuoi», replicò freddamente James.<br />

Phil comprese. Era James l’escavatrice. Era più<br />

forte <strong>di</strong> chiunque avesse mai conosciuto. Lanciava una<br />

pa<strong>la</strong>ta <strong>di</strong> terra dopo l’altra senza alcuno sforzo. Lo faceva<br />

apparire un gioco.<br />

«Perché non abbiamo uno come te nel<strong>la</strong> squadra <strong>di</strong><br />

football?», <strong>di</strong>sse Phil, appoggiandosi stancamente al<strong>la</strong><br />

pa<strong>la</strong>.<br />

173


«Preferisco gli sport in<strong>di</strong>viduali. Tipo il wrestling», rispose<br />

James, rivolgendo un rapido sorriso a Phil. Era <strong>la</strong><br />

tipica risposta che i ragazzi si scambiano dentro uno spogliatoio,<br />

e il significato era inequivocabile. Intendeva il<br />

wrestling insieme, per esempio, a Jacklyn, o a Michae<strong>la</strong>.<br />

E, a quel<strong>la</strong> battuta, Phil non potè fare a meno <strong>di</strong> sorridere<br />

a sua volta. Non riuscì a trovare alcuna nota <strong>di</strong> giusta<br />

riprovazione.<br />

Nonostante <strong>la</strong> forza <strong>di</strong> James, ci volle molto tempo per<br />

scavare <strong>la</strong> fossa. Era più <strong>la</strong>rga <strong>di</strong> quanto Phil si aspettasse.<br />

E quando <strong>la</strong> sua pa<strong>la</strong> cozzò contro qualcosa <strong>di</strong> solido,<br />

capì a cosa serviva tutta quello spazio.<br />

«È <strong>la</strong> doppia cassa», <strong>di</strong>sse James.<br />

«Quale cassa?»<br />

«La cassa <strong>di</strong> protezione esterna. La bara viene collocata<br />

all’interno, così se il terreno dovesse cedere non verrebbe<br />

danneggiata. Esci fuori, e passami il pie<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

porco».<br />

Phil risalì dal<strong>la</strong> fossa e gli passò l’attrezzo. Adesso<br />

riusciva a vedere <strong>la</strong> cassa: era <strong>di</strong> calcestruzzo grezzo, e<br />

doveva essere un semplice contenitore rettango<strong>la</strong>re con<br />

un coperchio. James lo stava aprendo facendo leva con il<br />

pa<strong>la</strong>nchino.<br />

«Ecco», <strong>di</strong>sse James, grugnendo per lo sforzo quando<br />

sollevò <strong>la</strong> <strong>la</strong>stra e <strong>la</strong> fece scivo<strong>la</strong>re adagio <strong>di</strong>etro <strong>la</strong> cassa.<br />

Per questo <strong>la</strong> fossa era così <strong>la</strong>rga: per contenere il coperchio<br />

da un <strong>la</strong>to e James dall’altro.<br />

174


Guardando in fondo al<strong>la</strong> cavità, Phil vide <strong>la</strong> bara, coperta<br />

da una pioggia <strong>di</strong> rose gialle appassite.<br />

James aveva l’affanno, ma Phil non pensava che fosse<br />

per lo sforzo appena compiuto. Gli sembrava che i suoi<br />

polmoni fossero schiacciati sotto un peso immane e il<br />

cuore martel<strong>la</strong>va nel petto con tanta intensità da far tremare<br />

tutto il corpo.<br />

«Oh, Dio», esc<strong>la</strong>mò, senza partico<strong>la</strong>re enfasi.<br />

James alzò lo sguardo. «Ok. Ci siamo». Spinse le rose<br />

verso i pie<strong>di</strong> del<strong>la</strong> bara. Poi, con movimenti che a Phil<br />

parvero eseguiti al rallentatore, cominciò ad aprire i chiavistelli<br />

sul fianco dello scrigno.<br />

Una volta aperti, fece una breve pausa con le mani<br />

aperte posate sul<strong>la</strong> superficie liscia del feretro. Infine<br />

sollevò il pannello, e Phillip poté guardare all’interno.<br />

175


Capitolo 12<br />

Poppy giaceva sul<strong>la</strong> morbida fodera bianca, gli occhi<br />

chiusi. Era molto pallida e <strong>di</strong> una strana bellezza – ma<br />

era morta?<br />

«Svegliati», <strong>di</strong>sse James. Posò una mano su quelle<br />

del<strong>la</strong> ragazza. Phillip ebbe <strong>la</strong> sensazione che <strong>la</strong> stesse<br />

chiamando con <strong>la</strong> mente e non solo con <strong>la</strong> voce.<br />

Seguì un lungo momento angoscioso durante il quale<br />

non accadde nul<strong>la</strong>. James passò l’altra mano sotto il collo<br />

<strong>di</strong> Poppy e <strong>la</strong> sollevò leggermente. «Poppy, è ora. Svegliati.<br />

Svegliati».<br />

Un fremito <strong>di</strong> ciglia.<br />

Qualcosa vibrò violentemente dentro Phillip. Avrebbe<br />

voluto <strong>la</strong>nciare un grido <strong>di</strong> vittoria e battere i pie<strong>di</strong><br />

sull’erba. Ma anche scappare via. Al<strong>la</strong> fine le ginocchia<br />

cedettero <strong>di</strong> colpo, e crollò a terra accanto al<strong>la</strong> fossa.<br />

«An<strong>di</strong>amo, Poppy. Alzati. Dobbiamo andare». James<br />

le par<strong>la</strong>va con tono dolce e insistente, lo stesso che si usa<br />

con un paziente che si sta risvegliando da un’anestesia.<br />

Ed era esattamente l’impressione che dava Poppy.<br />

Davanti agli occhi affascinati, sgomenti e terrorizzati <strong>di</strong><br />

Phil, sbatté le palpebre e girò appena <strong>la</strong> testa. Poi aprì gli<br />

176


occhi. Li richiuse quasi subito, ma James continuò a par<strong>la</strong>rle,<br />

finché li riaprì.<br />

Spronata delicatamente dall’amico, si levò a sedere.<br />

«Poppy», <strong>di</strong>sse Phil, senza riuscire a trattenersi. Qualcosa<br />

si gonfiava nel suo animo, gli ardeva nel petto, sul<br />

punto <strong>di</strong> esplodere.<br />

Poppy sollevò lo sguardo, ma socchiuse gli occhi e si<br />

sottrasse imme<strong>di</strong>atamente al fascio <strong>di</strong> luce del<strong>la</strong> torcia.<br />

Sembrava infasti<strong>di</strong>ta.<br />

«Coraggio», <strong>la</strong> sollecitò James, aiutando<strong>la</strong> a uscire<br />

dal<strong>la</strong> metà aperta del<strong>la</strong> bara. Non fu <strong>di</strong>fficile: Poppy era<br />

minuta. Sorretta da James, salì in pie<strong>di</strong> sul coperchio;<br />

Phil si protese nel<strong>la</strong> fossa e <strong>la</strong> tirò su.<br />

La strinse in un abbraccio convulso.<br />

Quando si tirò in<strong>di</strong>etro per guardar<strong>la</strong>, Poppy lo esaminò<br />

battendo le palpebre. Aggrottò lievemente <strong>la</strong> fronte,<br />

s’inumidì un <strong>di</strong>to e lo passò sul<strong>la</strong> guancia del fratello.<br />

«Sei sporco», gli <strong>di</strong>sse.<br />

Par<strong>la</strong>va. Non aveva gli occhi rossi o il viso terreo. Era<br />

viva, davvero.<br />

Sopraffatto da un senso <strong>di</strong> sollievo, <strong>la</strong> strinse <strong>di</strong> nuovo<br />

fra le braccia. «Oh, Dio, Poppy, stai bene. Stai bene».<br />

Quasi non si accorse che <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> non gli stava restituendo<br />

l’abbraccio.<br />

James si arrampicò fuori dal<strong>la</strong> fossa. «Come ti senti,<br />

Poppy?», le chiese. Non era una gentilezza, ma una domanda<br />

precisa e indagatrice.<br />

177


Poppy guardò prima lui, poi Phil. «Mi sento… bene».<br />

«Ottimo», replicò James, continuando a tener<strong>la</strong><br />

d’occhio come se fosse un goril<strong>la</strong> schizofrenico <strong>di</strong> trecento<br />

chili.<br />

«Ho… fame», aggiunse Poppy, con <strong>la</strong> sua consueta<br />

voce gradevole e melo<strong>di</strong>osa.<br />

Phil esitò, senza sapere cosa fare.<br />

«Perché non vieni qui, Phil?», <strong>di</strong>sse James, facendogli<br />

segno <strong>di</strong> allontanarsi dal<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>.<br />

Phil cominciò ad avvertire un profondo senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio.<br />

Poppy stava… lo stava fiutando? Non erano annusate<br />

umide e sonore, ma le delicate sniffatine <strong>di</strong> un gatto.<br />

Gli sta fiutando una spal<strong>la</strong>.<br />

«Phil, credo che dovresti venire qui da me», ripetè<br />

James con maggior enfasi. Ma quel che accadde dopo<br />

avvenne con tale rapi<strong>di</strong>tà che Phil non riuscì neanche a<br />

muoversi.<br />

Mani delicate strinsero in una morsa d’acciaio i bicipiti<br />

del ragazzo. Poppy gli sorrise mostrando i denti affi<strong>la</strong>ti,<br />

poi gli saltò al<strong>la</strong> go<strong>la</strong> come un cobra che sferra il suo<br />

attacco mortale.<br />

Sto per morire, pensò Phil con insolita calma. Non<br />

poteva competere con lei. Ma il primo colpo fallì. I denti<br />

aguzzi gli graffiarono <strong>la</strong> go<strong>la</strong> come due punte infuocate.<br />

«No, non farlo», intervenne James. Le cinse <strong>la</strong> vita<br />

con un braccio e <strong>la</strong> staccò da Phil.<br />

178


Poppy emise un gemito <strong>di</strong> delusione. Mentre Phil cercava<br />

<strong>di</strong> riprendersi, <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> lo puntò come un gatto che<br />

abbia in<strong>di</strong>viduato un insolito insetto. Non gli tolse mai gli<br />

occhi <strong>di</strong> dosso, nemmeno quando James le parlò.<br />

«È tuo fratello, Phil. <strong>Il</strong> tuo gemello. Ricor<strong>di</strong>?».<br />

Poppy continuò semplicemente a fissarlo con le pupille<br />

enormemente <strong>di</strong><strong>la</strong>tate. Phil notò che <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> non<br />

era soltanto pallida e bel<strong>la</strong>, ma anche confusa e famelica.<br />

«Mio fratello? Uno <strong>di</strong> noi?», chiese Poppy, perplessa.<br />

Gli tremarono le narici e le <strong>la</strong>bbra si schiusero. «Ha un<br />

odore <strong>di</strong>verso».<br />

«No, non è uno <strong>di</strong> noi, ma non devi morderlo comunque.<br />

Dovrai aspettare ancora un po’ prima <strong>di</strong> nutrirti».<br />

Rivolgendosi a Phil, <strong>di</strong>sse: «Riempiamo questa fossa,<br />

svelto».<br />

Sul momento, Phil non riuscì a muoversi. La sorel<strong>la</strong> lo<br />

stava ancora osservando con quello sguardo intenso e sognante.<br />

Rimase ferma nell’oscurità, con il suo bel vestito<br />

bianco, esile come un giglio, il volto incorniciato dai riccioli.<br />

E lo guardava con gli occhi <strong>di</strong> un giaguaro.<br />

Non era più umana. Era qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso. Era stata<br />

Poppy a <strong>di</strong>rlo: lei e James erano <strong>di</strong> una specie e Phil <strong>di</strong><br />

un’altra. Ormai apparteneva al Mondo delle Tenebre.<br />

Oh, Dio, forse avremmo dovuto <strong>la</strong>sciar<strong>la</strong> morire,<br />

pensò Phil, e sollevò una pa<strong>la</strong>ta <strong>di</strong> terra con mani fiacche<br />

e tremanti. James aveva già richiuso il coperchio del<strong>la</strong><br />

cassa esterna. Phil scaricò il contenuto del<strong>la</strong> pa<strong>la</strong> senza<br />

179


guardare dove andasse a cadere. La testa gli dondo<strong>la</strong>va<br />

come se avesse un nettapipe al posto del collo.<br />

«Non fare l’i<strong>di</strong>ota», <strong>di</strong>sse una voce, e <strong>di</strong>ta forti si serrarono<br />

intorno al suo polso. In un’immagine confusa, riuscì<br />

a <strong>di</strong>stinguere James.<br />

«Non starebbe meglio se fosse morta. È solo confusa.<br />

È una con<strong>di</strong>zione temporanea, ok?».<br />

Gli parlò aspramente, ma Phil si sentì confortato.<br />

Forse James aveva ragione. La vita è bel<strong>la</strong>, in qualsiasi<br />

forma. E Poppy aveva scelto questa.<br />

Eppure, era cambiata, e solo il tempo avrebbe detto<br />

fino a che punto.<br />

L’unico problema era che Phil aveva commesso<br />

l’errore <strong>di</strong> pensare che i <strong>vampiri</strong> fossero come gli umani.<br />

Si era sentito così a proprio agio in compagnia <strong>di</strong> James<br />

che aveva quasi <strong>di</strong>menticato <strong>la</strong> loro <strong>di</strong>versità.<br />

Non avrebbe commesso lo stesso errore un’altra volta.<br />

Poppy si sentiva magnificamente bene – sotto ogni<br />

aspetto.<br />

Si sentiva forte, e avvolta da un’aura <strong>di</strong> mistero. Ispirata<br />

e piena <strong>di</strong> possibilità. Le sembrava <strong>di</strong> essersi liberata<br />

del vecchio corpo come un serpente che avesse cambiato<br />

pelle, per scoprire un nuovo corpo intatto sotto <strong>di</strong> essa.<br />

Ed era sicura – pur non sapendo da dove venisse questa<br />

certezza – <strong>di</strong> non avere più il cancro.<br />

180


Era sparito, quell’orribile essere che si andava espandendo<br />

in modo incontrol<strong>la</strong>to dentro <strong>di</strong> lei. <strong>Il</strong> nuovo corpo<br />

l’aveva ucciso e in qualche modo assorbito. O forse, più<br />

semplicemente, ogni cellu<strong>la</strong> che costituiva Poppy North,<br />

ogni moleco<strong>la</strong>, si era trasformata.<br />

Comunque fosse, era sana e piena <strong>di</strong> vita. Si sentiva in<br />

forma come prima <strong>di</strong> amma<strong>la</strong>rsi <strong>di</strong> cancro, anzi, come<br />

non si era mai sentita in vita sua. Era insolitamente consapevole<br />

del proprio corpo, i cui muscoli e legamenti<br />

sembravano funzionare in modo fluido e quasi magico.<br />

L’unico problema era che aveva fame. Stava impiegando<br />

tutta <strong>la</strong> propria forza <strong>di</strong> volontà per non avventarsi<br />

su quel ragazzo biondo nel<strong>la</strong> fossa. Phillip. Suo fratello.<br />

Sapeva che era suo fratello, ma era anche un umano, e<br />

lei fiutava quel sostanzioso alimento, ricco <strong>di</strong> vita, che gli<br />

scorreva nelle vene. <strong>Il</strong> fluido inebriante che era necessario<br />

per vivere.<br />

Dai, saltagli addosso, le bisbigliava una parte del<strong>la</strong> sua<br />

mente. Poppy si concentrò, cercando <strong>di</strong> allontanare quel<br />

pensiero. Avvertì qualcosa nel<strong>la</strong> bocca che premeva leggermente<br />

sul <strong>la</strong>bbro inferiore, e istintivamente lo toccò<br />

con il pollice.<br />

Era un dente. Un fine dente ricurvo. Entrambi i canini<br />

erano lunghi e appuntiti, e molto sensibili.<br />

Che strano. Passò delicatamente il <strong>di</strong>to sui nuovi denti,<br />

poi li saggiò piano con <strong>la</strong> lingua. Li premette contro il<br />

<strong>la</strong>bbro.<br />

181


Un istante dopo si ritrassero, tornando alle loro normali<br />

<strong>di</strong>mensioni. Se pensava agli umani, pieni <strong>di</strong> succo<br />

come frutti <strong>di</strong> bosco, si allungavano <strong>di</strong> nuovo.<br />

Ehi, guarda un po’ cosa riesco a fare!<br />

Ma non importunò <strong>di</strong> due ragazzi sporchi <strong>di</strong> terra che<br />

continuavano a riempire <strong>la</strong> fossa. Si guardò intorno, tentando<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>strarsi.<br />

Strano – sembrava che non fosse né giorno né notte.<br />

Forse si tratta <strong>di</strong> un’eclissi. C’era troppa foschia per essere<br />

giorno, ma anche troppa luce per essere notte. Riusciva<br />

a <strong>di</strong>stinguere le foglie sugli aceri e le griglie Til<strong>la</strong>ndsia<br />

frondose che pendevano dalle querce. Vide le ali<br />

chiare <strong>di</strong> esili falene che svo<strong>la</strong>zzavano tra le piante.<br />

Quando alzò lo sguardo verso il cielo, rimase scioccata.<br />

C’era qualcosa che galleggiava <strong>la</strong>ssù, una sfera gigante<br />

che risplendeva <strong>di</strong> luce argentea. Pensò a qualche<br />

astronave, a mon<strong>di</strong> alieni, prima <strong>di</strong> capire.<br />

Era <strong>la</strong> Luna. Una normale luna piena. E le appariva<br />

così enorme e pulsante <strong>di</strong> luce a causa del<strong>la</strong> sua capacità<br />

<strong>di</strong> visione notturna. Ecco perché vedeva anche le falene.<br />

Tutti i suoi sensi si erano affinati. Deliziose fragranze<br />

le aleggiavano intorno: l’odore <strong>di</strong> piccoli animali rintanati<br />

sottoterra e <strong>di</strong> prelibati vo<strong>la</strong>tili. <strong>Il</strong> vento le portò un<br />

allettante sentore <strong>di</strong> coniglio.<br />

Anche l’u<strong>di</strong>to <strong>la</strong> sorprese. Una volta girò <strong>di</strong> scatto <strong>la</strong><br />

testa quando un cane abbaiò proprio accanto a lei. Ma poi<br />

182


si rese conto che era lontano, fuori da cimitero. Eppure le<br />

era parso così vicino.<br />

Scommetto che riesco anche a correre velocemente,<br />

pensò. Sentì un fremito nelle gambe. Aveva voglia <strong>di</strong><br />

correre, <strong>di</strong> immergersi in quel<strong>la</strong> notte deliziosa e piena <strong>di</strong><br />

profumi, <strong>di</strong> confondersi in essa. Adesso ne era <strong>di</strong>ventata<br />

parte.<br />

James, <strong>di</strong>sse. E <strong>la</strong> cosa strana fu che non lo chiamò ad<br />

alta voce, come se per lei fosse abituale comunicare in<br />

quell’altro modo.<br />

James sollevò gli occhi dal<strong>la</strong> pa<strong>la</strong>. Resisti, le rispose<br />

allo stesso modo. Abbiamo quasi finito, picco<strong>la</strong>.<br />

Poi m’insegnerai a cacciare?<br />

<strong>Il</strong> giovane annuì appena con il capo. I capelli gli ricadevano<br />

sul<strong>la</strong> fronte ed era adorabilmente sporco. A<br />

Poppy parve <strong>di</strong> non averlo mai visto realmente prima<br />

d’allora – perché adesso lo viveva con nuovi sensi. James<br />

non era soltanto serici capelli castani ed enigmatici occhi<br />

grigi, e muscoli flessuosi. Era l’odore del<strong>la</strong> pioggia<br />

d’inverno e il battito del suo cuore <strong>di</strong> predatore, e l’aura<br />

argentea <strong>di</strong> potere che percepiva intorno a lui. Capiva <strong>la</strong><br />

sua indole, scattante e spietata come una tigre, ma allo<br />

stesso tempo gentile e in qualche modo malinconica.<br />

Adesso siamo compagni <strong>di</strong> caccia, gli comunicò con<br />

impazienza, e James le rispose con un sorriso d’intesa.<br />

Ma Poppy avvertì che era preoccupato. Oppure c’era<br />

183


qualcosa che lo rattristava o lo angosciava, e non voleva<br />

<strong>di</strong>rle cosa fosse.<br />

Ma non poté pensarci a lungo. Non aveva più fame…<br />

si sentiva strana. Non riusciva a respirare fino in fondo.<br />

James e Phillip stavano scuotendo i teli e sroto<strong>la</strong>ndo le<br />

strisce <strong>di</strong> zolle erbose per ricoprire <strong>la</strong> tomba. La sua<br />

tomba. Buffo che non ci avesse ancora pensato. Era stata<br />

chiusa in una tomba – avrebbe dovuto provare repulsione<br />

o paura.<br />

Non ricordava affatto <strong>di</strong> esserci stata – non ricordava<br />

nul<strong>la</strong> dal momento in cui si era addormentata nel<strong>la</strong> sua<br />

stanza fino a quando si era svegliata al richiamo <strong>di</strong> James.<br />

Niente, tranne un sogno…<br />

«Ok», <strong>di</strong>sse James. Stava ripiegando un telo. «Possiamo<br />

andare. Come ti senti?»<br />

«Uhm… un po’ scombusso<strong>la</strong>ta. Non riesco a inspirare<br />

profondamente».<br />

«Neanche io», <strong>di</strong>sse Phil, ansimando e asciugandosi <strong>la</strong><br />

fronte. «Non sapevo che scavare tombe fosse così faticoso».<br />

James <strong>la</strong>nciò a Poppy un’occhiata indagatrice. «Pensi<br />

<strong>di</strong> farce<strong>la</strong> ad arrivare al mio appartamento?»<br />

«Uhm? Credo <strong>di</strong> sì». Poppy non capì <strong>di</strong> cosa stesse<br />

par<strong>la</strong>ndo. Farce<strong>la</strong> come? E perché andare nel suo appartamento<br />

avrebbe dovuto aiutar<strong>la</strong> a respirare?<br />

184


«Conosco un paio <strong>di</strong> donatori sicuri nel condominio»,<br />

<strong>di</strong>sse James. «Non voglio assolutamente che tu vada in<br />

giro, e penso che ce <strong>la</strong> farai ad arrivare».<br />

Poppy non fece altre domande. Cominciava ad avere<br />

<strong>di</strong>fficoltà a pensare razionalmente.<br />

James le consigliò <strong>di</strong> nascondersi nel se<strong>di</strong>le posteriore<br />

del<strong>la</strong> macchina, ma Poppy si rifiutò. Aveva bisogno <strong>di</strong><br />

sedersi davanti e sentire l’aria del<strong>la</strong> notte sul<strong>la</strong> faccia.<br />

«Ok», si rassegnò James. «Ma almeno nascon<strong>di</strong> il viso<br />

<strong>di</strong>etro il braccio. Passerò per strade secondarie. Non puoi<br />

farti vedere, Poppy».<br />

Sembrava che in strada non ci fosse proprio nessuno<br />

che potesse veder<strong>la</strong>. L’aria che le sferzava le guance era<br />

fresca e piacevole, ma non <strong>la</strong> aiutò a respirare. Per quanto<br />

si sforzasse, non riusciva a prendere aria come si deve.<br />

Sto andando in iperventi<strong>la</strong>zione, pensò. <strong>Il</strong> cuore le<br />

batteva all’impazzata, le <strong>la</strong>bbra e <strong>la</strong> lingua erano secche<br />

come pergamena. E avvertiva sempre quel senso <strong>di</strong> mancanza<br />

d’aria.<br />

Cosa mi sta succedendo?<br />

Poi cominciò il dolore.<br />

Contratture <strong>la</strong>ncinanti ai muscoli – come i crampi che<br />

le venivano quando partecipava alle corse su pista al<strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong> me<strong>di</strong>a. Ricordò vagamente quel che le aveva detto<br />

l’insegnante <strong>di</strong> educazione fisica. «I crampi vengono<br />

quando i muscoli non ricevono abbastanza sangue. Un<br />

185


crampo da sforzo è un gruppo <strong>di</strong> muscoli che sta morendo<br />

<strong>di</strong> fame».<br />

Oh, che male. Che male. Ormai non riusciva neanche<br />

a chiedere aiuto a James; poteva solo restare aggrappata<br />

al<strong>la</strong> portiera del<strong>la</strong> macchina e tentare <strong>di</strong> respirare. Inspirava<br />

convulsamente ed espirava sibi<strong>la</strong>ndo, ma senza risultato.<br />

Crampi ovunque – e adesso provava un tale senso <strong>di</strong><br />

vertigine che vedeva il mondo attraverso uno scintillio <strong>di</strong><br />

luci.<br />

Stava morendo. Qualcosa era andato terribilmente<br />

storto. Era sott’acqua, annaspava <strong>di</strong>speratamente in cerca<br />

<strong>di</strong> ossigeno – solo che non c’era ossigeno.<br />

E d’un tratto trovò <strong>la</strong> soluzione.<br />

O <strong>la</strong> fiutò, a <strong>di</strong>re il vero. La macchina si era fermata al<br />

semaforo. Poppy aveva <strong>la</strong> testa e le spalle fuori dal finestrino<br />

– a all’improvviso percepì l’odore <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong><br />

vivo.<br />

Vita. Era ciò <strong>di</strong> cui aveva bisogno. Non pensò, agì e<br />

basta. Con un unico movimento, aprì <strong>la</strong> portiera e si <strong>la</strong>nciò<br />

fuori dal<strong>la</strong> macchina.<br />

Sentì Phil gridare <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lei e l’urlo <strong>di</strong> James echeggiarle<br />

nel<strong>la</strong> testa. Non badò a nessuno <strong>dei</strong> due. Niente<br />

aveva importanza, se non fare cessare <strong>la</strong> sofferenza.<br />

Tentò <strong>di</strong> afferrare l’uomo sul marciapiede come un<br />

uomo che sta annegando si aggrappa al soccorritore.<br />

Istintivamente. Era alto e robusto, per essere un umano.<br />

186


Indossava una tuta nera e un giubbotto da pilota. <strong>Il</strong> volto<br />

era ispido e <strong>la</strong> pelle non proprio pulita, ma non contava.<br />

A Poppy non interessava il recipiente, ma solo quel delizioso,<br />

denso contenuto rosso.<br />

Questa volta colpì con assoluta precisione. I formidabili<br />

canini si allungarono come artigli e affondarono nel<strong>la</strong><br />

go<strong>la</strong> del malcapitato, bucando<strong>la</strong> come uno <strong>dei</strong> quegli<br />

apribottiglie vecchio stile. L’uomo cercò <strong>di</strong> <strong>di</strong>vinco<strong>la</strong>rsi,<br />

poi si afflosciò a terra.<br />

Finalmente stava bevendo, <strong>la</strong> go<strong>la</strong> inondata <strong>di</strong> quel<strong>la</strong><br />

dolcezza ramata. Sopraffatta da una pura avi<strong>di</strong>tà animale,<br />

attingeva linfa vitale dalle sue vene. <strong>Il</strong> liquido che le<br />

riempiva <strong>la</strong> bocca era selvatico, puro, primitivo, e ogni<br />

sorsata le infondeva nuova vita.<br />

Continuò a bere finché il dolore scomparve, <strong>la</strong>sciando<br />

il posto a un senso <strong>di</strong> euforica leggerezza. Quando si<br />

fermò a riprendere fiato, sentì i polmoni riempirsi <strong>di</strong> aria<br />

fresca e benefica.<br />

Si chinò per continuare a bere, succhiare, leccare, inebriarsi.<br />

L’uomo racchiudeva in sé un limpido ruscello<br />

gorgogliante, e lei voleva prosciugarlo.<br />

Fu a questo punto che James le sollevò <strong>la</strong> testa.<br />

Le parlò sia ad alta voce che attraverso <strong>la</strong> mente, con<br />

tono calmo ma intenso. «Poppy, scusa. Mi <strong>di</strong>spiace. È<br />

stata colpa mia. Non avrei dovuto farti aspettare così a<br />

lungo. Ma ora ne hai preso abbastanza. Puoi fermarti».<br />

187


Oh… confusione. Poppy scorse Phillip con <strong>la</strong> coda<br />

dell’occhio, suo fratello Phillip, che <strong>la</strong> guardava inorri<strong>di</strong>to.<br />

James aveva detto che poteva fermarsi, ma non significava<br />

che fosse costretta. Lei non voleva. L’uomo<br />

non si <strong>di</strong>batteva più ormai. Sembrava privo <strong>di</strong> sensi.<br />

Si chinò ancora. Stavolta James <strong>la</strong> tirò in<strong>di</strong>etro piuttosto<br />

rudemente.<br />

«Ascolta», le <strong>di</strong>sse. Lo sguardo era pacato, ma <strong>la</strong> voce<br />

risoluta. «Puoi scegliere, Poppy. Vuoi davvero ucciderlo?».<br />

Quelle parole <strong>la</strong> scossero e le fecero riacquistare <strong>la</strong><br />

consapevolezza. Uccidere… quello era il modo per ottenere<br />

potere, lo sapeva. <strong>Il</strong> sangue era potere, vita, energia,<br />

cibo e bevanda. Se avesse prosciugato quest’uomo spremendolo<br />

come un agrume, avrebbe acquisito <strong>la</strong> forza<br />

del<strong>la</strong> sua essenza. Chissà cosa sarebbe riuscita a fare<br />

dopo.<br />

Ma… era un uomo, non un limone. Un essere umano.<br />

Una volta lo era stata anche lei.<br />

Lentamente, a malincuore, si rialzò e James tirò un<br />

lungo respiro <strong>di</strong> sollievo. Le batté <strong>la</strong> mano sul<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> e<br />

si sedette sul marciapiede, troppo stanco per restare in<br />

pie<strong>di</strong>.<br />

Phil si era accasciato contro il muro del pa<strong>la</strong>zzo vicino.<br />

Era sgomento, e Poppy lo percepì chiaramente. Riuscì<br />

anche a cogliere alcune parole <strong>dei</strong> suoi pensieri – parole<br />

188


come orrendo e amorale. Un’intera frase che <strong>di</strong>ceva più<br />

o meno così: È valsa <strong>la</strong> pena salvarle <strong>la</strong> vita per farle<br />

perdere l’anima?<br />

James si girò <strong>di</strong> scatto per guardare Phil, e Poppy sentì<br />

<strong>la</strong> vampa del<strong>la</strong> sua rabbia. «Non capisci, vero?», lo apostrofò.<br />

«Avrebbe potuto attaccare te in qualsiasi momento,<br />

ma non l’ha fatto, anche se stava morendo. Tu<br />

non sai cosa si prova quando si ha bisogno <strong>di</strong> sangue.<br />

Non è come avere sete – è come soffocare. Le tue cellule<br />

cominciano a morire per mancanza <strong>di</strong> ossigeno, perché il<br />

tuo sangue non è in grado <strong>di</strong> veico<strong>la</strong>rlo. È <strong>la</strong> peggior sofferenza<br />

che esista, ma lei non ti ha dato <strong>la</strong> caccia per p<strong>la</strong>car<strong>la</strong>».<br />

Phillip parve sbigottito. Guardò fisso <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>, poi le<br />

tese una mano esitante.<br />

«Mi spiace…».<br />

«Non parliamone più», tagliò corto James. Voltò le<br />

spalle a Phil e si chinò a esaminare l’uomo. Poppy sentì<br />

che cercava <strong>di</strong> comunicare con <strong>la</strong> sua mente. «Gli sto <strong>di</strong>cendo<br />

che deve <strong>di</strong>menticare l’accaduto», le spiegò. «Ha<br />

solo bisogno <strong>di</strong> riposare, e potrà farlo anche qui. Guarda,<br />

le ferite si stanno già rimarginando».<br />

Lei ne prese atto, ma non riuscì a esserne felice. Sapeva<br />

che Phil <strong>la</strong> <strong>di</strong>sapprovava. Non per qualcosa che<br />

aveva fatto, ma per quello che era.<br />

Cosa mi è successo?, chiese a James, gettandosi fra le<br />

sue braccia. Mi sono trasformata in un mostro?<br />

189


La strinse forte. Sei semplicemente <strong>di</strong>versa. Non un<br />

mostro. Phil è un i<strong>di</strong>ota.<br />

Le venne da ridere. Ma percepì ancora una nota <strong>di</strong> tristezza<br />

nel suo amore protettivo. La stessa tristezza che<br />

aveva avvertito prima. A James non piaceva essere un<br />

predatore, e adesso aveva reso Poppy uguale a sé. <strong>Il</strong> loro<br />

piano era bril<strong>la</strong>ntemente riuscito – e Poppy non sarebbe<br />

stata mai più <strong>la</strong> Poppy North <strong>di</strong> una volta.<br />

Sebbene riuscisse a sentire i pensieri <strong>di</strong> James, non era<br />

più un fondersi l’uno nell’altra come quando si erano<br />

scambiati il sangue. Non avrebbero sperimentato più<br />

quel<strong>la</strong> intimità.<br />

«Non c’era altra scelta», <strong>di</strong>chiarò risolutamente<br />

Poppy, e questa volta ad alta voce. «Abbiamo fatto quel<br />

che era necessario. Adesso dobbiamo fare buon viso a<br />

cattivo gioco».<br />

Sei una ragazza coraggiosa. Te l’avevo mai detto?<br />

No. E anche se l’avessi fatto, non mi <strong>di</strong>spiace sentirmelo<br />

ripetere.<br />

Percorsero il tragitto fino all’appartamento <strong>di</strong> James in<br />

silenzio, gravati dal peso dello sconforto <strong>di</strong> Phil, seduto<br />

sul se<strong>di</strong>le posteriore.<br />

«Senti, puoi tornare a casa con <strong>la</strong> mia macchina», gli<br />

<strong>di</strong>sse James, scaricando l’attrezzatura e i vestiti <strong>di</strong> Poppy<br />

non posto auto coperto. «Non ho intenzione <strong>di</strong> portare<br />

Poppy da nessuna parte, né <strong>di</strong> <strong>la</strong>sciar<strong>la</strong> so<strong>la</strong>».<br />

190


Phil <strong>di</strong>ede un’occhiata allo scuro e<strong>di</strong>ficio a due piani<br />

come se gli fosse venuto in mente qualcosa. Poi si schiarì<br />

<strong>la</strong> go<strong>la</strong>. Poppy sapeva il perché: l’appartamento <strong>di</strong> James<br />

non godeva <strong>di</strong> una buona fama, e lei non aveva mai avuto<br />

il permesso <strong>di</strong> andarci <strong>di</strong> sera. A quanto pareva, Phil<br />

aveva ancora qualche fraterna preoccupazione per <strong>la</strong> sorellina<br />

vampiro. «Ma, ehm, non puoi portar<strong>la</strong> a casa <strong>dei</strong><br />

tuoi genitori?»<br />

«Quante volte te lo devo spiegare? No, non posso<br />

portar<strong>la</strong> dai miei, perché loro non sanno che è un vampiro.<br />

Per il momento è un vampiro illegale, una rinnegata,<br />

e significa che deve restare nascosta finchè non sistemeremo<br />

<strong>la</strong> faccenda – in un modo o nell’altro».<br />

«Come…». Phil s’interruppe e scosse <strong>la</strong> testa. «Ok.<br />

Non stasera. Ne parleremo un’altra volta».<br />

«No, “noi” non ne parleremo», replicò aspramente<br />

James. «Tu non fai più parte <strong>di</strong> questa storia. È affar mio<br />

e <strong>di</strong> Poppy. Devi solo tornare a casa e vivere <strong>la</strong> tua vita<br />

normale, e tenere <strong>la</strong> bocca chiusa».<br />

Phil stava per aggiungere qualcosa, ma si frenò. Prese<br />

le chiavi che gli stava porgendo James. Poi guardò<br />

Poppy.<br />

«Sono felice che tu sia viva. Ti voglio bene», le <strong>di</strong>sse.<br />

Poppy sapeva che avrebbe voluto abbracciar<strong>la</strong>, ma<br />

nessuno <strong>dei</strong> due riuscì a farsi avanti. Provò un senso <strong>di</strong><br />

vuoto nel petto.<br />

«Ciao, Phil». <strong>Il</strong> fratello salì in macchina e si allontanò.<br />

191


Capitolo 13<br />

«Lui non capisce», <strong>di</strong>sse Poppy sottovoce, mentre<br />

James apriva <strong>la</strong> porta dell’appartamento. «Non ha ancora<br />

capito che anche tu stai rischiando <strong>la</strong> vita».<br />

L’ambiente era spoglio e funzionale. I soffitti alti e i<br />

locali ampi rive<strong>la</strong>vano che si trattava <strong>di</strong> un appartamento<br />

costoso, ma l’arredo era scarno. Nel soggiorno c’erano<br />

un <strong>di</strong>vano basso e squadrato, una scrivania con il computer<br />

e un paio <strong>di</strong> quadri in stile orientale appesi alle pareti.<br />

E libri. Scatole <strong>di</strong> cartone erano accatastate negli angoli.<br />

Poppy si girò per guardare James dritto negli occhi.<br />

«Jamie… io capisco».<br />

<strong>Il</strong> ragazzo le sorrise. Era sudato, sporco e aveva<br />

un’aria stanca, ma <strong>la</strong> sua espressione <strong>di</strong>ceva che ne era<br />

valsa <strong>la</strong> pena: Poppy stava bene, e solo questo importava.<br />

«Non biasimare Phil», <strong>di</strong>sse lui con un gesto <strong>di</strong> noncuranza.<br />

«In effetti sta gestendo piuttosto bene <strong>la</strong> situazione.<br />

Non sono ancora uscito allo scoperto con un<br />

umano prima d’ora, ma credo che se l’avessi fatto sarebbe<br />

fuggito gridando e non sarebbe mai più tornato.<br />

Almeno lui ci sta provando».<br />

192


Poppy annuì e <strong>la</strong>sciò cadere l’argomento. James era<br />

stanco, e questo voleva <strong>di</strong>re che dovevano andare a dormire.<br />

Prese <strong>la</strong> sacca sportiva con gli indumenti che le<br />

aveva portato Phil e si <strong>di</strong>resse al bagno.<br />

Non si cambiò subito. Era affascinata dal<strong>la</strong> propria<br />

immagine riflessa nello specchio. Allora era questo<br />

l’aspetto <strong>di</strong> Poppy vampiro.<br />

Era più graziosa, notò con <strong>di</strong>stratto compiacimento. Le<br />

quattro lentiggini sul naso erano sparite. La pelle era pallida<br />

e vellutata: sembrava <strong>la</strong> pubblicità <strong>di</strong> una crema per<br />

il viso. Gli occhi ver<strong>di</strong> risplendevano come gemme. <strong>Il</strong><br />

vento le aveva spettinato i riccioli ribelli color rame.<br />

Non ho più l’aria <strong>di</strong> un elfo che potrebbe star seduto<br />

su un ranuncolo, pensò. Adesso c’è qualcosa <strong>di</strong> selvaggio,<br />

<strong>di</strong> pericoloso e <strong>di</strong> esotico in me. Come una modello.<br />

O una rock star. Come James.<br />

Si avvicinò allo specchio per esaminare i denti, punzecchiando<br />

i canini per farli allungare. Fece un balzo in<strong>di</strong>etro,<br />

senza fiato.<br />

I suoi occhi. Non se ne era accorta. Oh, Dio, certo che<br />

Phil si era spaventato. Appena erano spuntati i canini<br />

aguzzi, gli occhi avevano assunto un inquietante colore<br />

verde argento. Gli occhi <strong>di</strong> un ghepardo.<br />

Di colpo fu sopraffatta dallo sgomento. Dovette aggrapparsi<br />

al <strong>la</strong>van<strong>di</strong>no per non cadere.<br />

Non voglio che sia così, non voglio che sia così…<br />

193


Oh, affronta <strong>la</strong> situazione, ragazza. Basta piagnuco<strong>la</strong>re.<br />

Cosa ti aspettavi, <strong>di</strong> assomigliare a Shirley Temple?<br />

Ora sei una predatrice. E gli occhi ti <strong>di</strong>ventano argento e<br />

il sangue ha per te il gusto del<strong>la</strong> marmel<strong>la</strong>ta <strong>di</strong> ciliegie. E<br />

questo è quanto, e l’unica alternativa era “riposare in<br />

pace”. Quin<strong>di</strong> affronta <strong>la</strong> situazione.<br />

A poco a poco il respiro si calmò. Nei pochi minuti<br />

successivi qualcosa accadde dentro <strong>di</strong> lei: ci riuscì davvero.<br />

Non sentì più <strong>la</strong> morsa al<strong>la</strong> go<strong>la</strong> e allo stomaco.<br />

Non provò più quel senso <strong>di</strong> estraneità e confusione sperimentato<br />

quando si era risvegliata nel cimitero; riusciva<br />

a valutare con chiarezza <strong>la</strong> propria situazione. E ad accettar<strong>la</strong>.<br />

E ci sono riuscita senza correre da James, realizzò <strong>di</strong><br />

colpo, stupita. Non ho bisogno che mi consoli e mi <strong>di</strong>ca è<br />

tutto ok. Io posso fare in modo che sia così.<br />

Forse è quel che accade quando ti trovi a fronteggiare<br />

<strong>la</strong> cosa peggiore che possa capitarti nel<strong>la</strong> vita.<br />

Aveva perso <strong>la</strong> propria famiglia e <strong>la</strong> vita cui era stata<br />

abituata, e forse anche <strong>la</strong> propria fanciullezza, ma aveva<br />

trovato se stessa. Discorso chiuso.<br />

Si sfilò l’abito bianco e indossò una maglietta e i pantaloni<br />

<strong>di</strong> una tuta. Poi andò a cercare James, a testa alta.<br />

Era in camera, <strong>di</strong>steso su un letto a due piazze con<br />

lenzuo<strong>la</strong> color noccio<strong>la</strong>. Aveva ancora addosso gli indumenti<br />

sporchi e si copriva gli occhi con un braccio. Appena<br />

Poppy entrò, si scosse.<br />

194


«Dormirò sul <strong>di</strong>vano», annunciò.<br />

«No», replicò Poppy, decisa. Si <strong>la</strong>sciò cadere sul letto<br />

accanto a lui. «Sei esausto. E so che con te sono al sicuro».<br />

James sorrise senza sollevare il braccio dagli occhi.<br />

«Perché sono esausto?»<br />

«Perché con te lo sono sempre stata». Ne era certa.<br />

Anche quando era un’umana e il suo sangue doveva essere<br />

per lui una tentazione, era stata <strong>la</strong> sicuro.<br />

Lo osservò, <strong>di</strong>steso sul letto, con i capelli arruffati, il<br />

corpo ri<strong>la</strong>ssato, le A<strong>di</strong>das s<strong>la</strong>cciate e incrostate <strong>di</strong> fango.<br />

S’intenerì guardando <strong>la</strong> piega del gomito.<br />

«Prima ho <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> <strong>di</strong>rti una cosa», continuò.<br />

«Me ne sono resa conto solo quando stavo… per addormentarmi.<br />

Ho <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> <strong>di</strong>rti che ti amo».<br />

James si drizzò a sedere. «Hai solo <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rlo a parole».<br />

Un sorriso le increspò le <strong>la</strong>bbra. Era questa <strong>la</strong> cosa<br />

sorprendente, l’unica assolutamente valida in tutto quel<br />

che le era capitato. Lei e James erano insieme. <strong>Il</strong> loro<br />

rapporto era cambiato – ma conservava ancora tutto quel<br />

che lo aveva reso prezioso fin dall’inizio. La comprensione,<br />

l’amicizia. Ora, a coronare il tutto, l’inaspettata<br />

eccitazione <strong>di</strong> scoprire che non erano solo gran<strong>di</strong> amici.<br />

E aveva conosciuto quel<strong>la</strong> parte <strong>di</strong> lui che non era mai<br />

riuscita a raggiungere prima. I suoi segreti, il suo animo.<br />

Gli umani non potrebbero mai conoscersi così a fondo.<br />

195


Non riuscirebbero mai a penetrare <strong>la</strong> mente <strong>di</strong> un altro.<br />

Tutti i <strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> questo mondo non potrebbero mai <strong>di</strong>mostrare<br />

che due persone vedono il colore rosso allo<br />

stesso modo.<br />

E anche se lei e James non si fossero più fusi come<br />

due gocce d’acqua, lei sarebbe sempre stata in grado <strong>di</strong><br />

raggiungere <strong>la</strong> sua mente.<br />

Timidamente, si appoggiò al<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> <strong>di</strong> James. Tutte<br />

le volte che si erano trovati vicini, non si erano mai baciati<br />

o scambiati tenerezze. Per il momento, essere lì con<br />

lui era sufficiente, sentire il suo respiro e il battito del suo<br />

cuore, e assorbire il suo calore. E il suo braccio intorno<br />

alle spalle era quasi troppo, una sensazione troppo intensa<br />

da sopportare, ma allo stesso tempo serena e rassicurante.<br />

Era come una canzone, uno <strong>di</strong> quei brani dolci e<br />

struggenti che ti fanno venire <strong>la</strong> pelle d’oca. Che ti fanno<br />

desiderare <strong>di</strong> buttarti sul pavimento a cantare a squarciago<strong>la</strong>.<br />

Oppure <strong>di</strong> abbandonarti, e arrenderti totalmente al<strong>la</strong><br />

musica. Ecco, una <strong>di</strong> quelle canzoni.<br />

James le prese una mano, posò il palmo sulle <strong>la</strong>bbra e<br />

v’impresse un bacio.<br />

Te l’ho detto. Non ami qualcuno per <strong>la</strong> sua bellezza o<br />

i suoi vestiti o <strong>la</strong> sua macchina. Lo ami perché intona un<br />

canto che solo tu puoi comprendere.<br />

Poppy senti il cuore gonfiarsi fino a farle male.<br />

196


Disse ad alta voce: «Noi abbiamo sempre intonato <strong>la</strong><br />

stessa canzone, anche quando eravamo piccoli».<br />

«Nel Mondo delle Tenebre esiste un concetto chiamato<br />

“principio dell’anima gemel<strong>la</strong>”. Dice che ogni persona<br />

ne ha una, ma una soltanto. E che quel<strong>la</strong> persona è<br />

perfetta per te e per il tuo destino. <strong>Il</strong> problema è che quasi<br />

nessuno trova mai <strong>la</strong> propria anima gemel<strong>la</strong>, se non altro<br />

per <strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza che li separa. Così <strong>la</strong> maggior parte del<strong>la</strong><br />

gente vive tutta <strong>la</strong> vita sentendosi incompleta».<br />

«Credo sia vero. Io ho sempre saputo che tu eri perfetto<br />

per me».<br />

«Non sempre».<br />

«Oh, sì. Da quando avevo cinque anni. Ne ero certa».<br />

«Anch’io sapevo che eri perfetta per me – ma tutto<br />

quel che mi era stato inculcato mi <strong>di</strong>ceva che era impossibile».<br />

Si schiarì <strong>la</strong> go<strong>la</strong> e proseguì. «Ecco perché uscivo<br />

con Michae<strong>la</strong> e le altre ragazze, capisci. Non<br />

m’importava <strong>di</strong> loro. Potevo frequentarle senza infrangere<br />

<strong>la</strong> legge».<br />

«Lo so», <strong>di</strong>sse Poppy. «Voglio <strong>di</strong>re – penso <strong>di</strong> aver<br />

sempre capito che sotto c’era un motivo del genere».<br />

Poi gli chiese: «James? Cosa sono, adesso?». Istintivamente,<br />

lo sapeva, lo sentiva nel proprio sangue. Ma<br />

voleva saperne <strong>di</strong> più, ed era certa che James avrebbe capito<br />

il motivo. Adesso era questa <strong>la</strong> sua vita. E doveva<br />

impararne le regole.<br />

197


«Allora». Si accomodò a sedere contro <strong>la</strong> testiera del<br />

letto e appoggiò <strong>la</strong> testa in<strong>di</strong>etro, accogliendo il viso <strong>di</strong><br />

Poppy sotto il mento. «Sei praticamente come me. Solo<br />

che non puoi invecchiare o avere una famiglia: per il resto,<br />

chi viene trasformato in vampiro è fondamentalmente<br />

come una <strong>la</strong>mia». Si sistemò meglio a sedere.<br />

«Ve<strong>di</strong>amo. Sai già <strong>di</strong> essere in grado <strong>di</strong> vedere e u<strong>di</strong>re<br />

meglio degli umani. E sei un mago nel<strong>la</strong> lettura del<strong>la</strong><br />

mente».<br />

«Non <strong>di</strong> tutti».<br />

«Nessun vampiro è in grado <strong>di</strong> leggere <strong>la</strong> mente <strong>di</strong><br />

chiunque. Molte volte riporto soltanto una sensazione<br />

generale <strong>di</strong> quel che <strong>la</strong> gente sta pensando. L’unico modo<br />

certo per entrare in contatto è…». James aprì <strong>la</strong> bocca e<br />

fece scattare in fuori i canini. Poppy ridacchiò sentendo il<br />

rumore dello scatto.<br />

«E quanto spesso devo…?». Fece scattare a sua volta i<br />

canini.<br />

«Nutrirti». James si fece improvvisamente serio. «In<br />

me<strong>di</strong>a una volta al giorno. Altrimenti andrai in crisi per<br />

mancanza <strong>di</strong> sangue. Puoi mangiare il cibo degli umani,<br />

ma non c’è alcun nutrimento. <strong>Il</strong> sangue è tutto per noi».<br />

«E più ne bevi, più acquisti potere».<br />

«Sì, fondamentalmente è così».<br />

«Par<strong>la</strong>mi del potere. Possiamo… be’, cosa siamo in<br />

grado <strong>di</strong> fare?»<br />

198


«Abbiamo un maggior controllo sul nostro corpo rispetto<br />

agli umani. Possiamo guarire da quasi ogni genere<br />

<strong>di</strong> lesione – a meno che non sia provocata dal legno. <strong>Il</strong><br />

legno può ferirci, ad<strong>di</strong>rittura ucciderci». Sbuffò. «Solo su<br />

questo i film hanno ragione – un palo <strong>di</strong> legno piantato<br />

nel cuore può realmente uccidere un vampiro. Come il<br />

fuoco».<br />

«Possiamo trasformarci in animali?»<br />

«Non ho mai incontrato un vampiro così potente. Ma<br />

in teoria è possibile, e i mutaforma e i licantropi lo fanno<br />

continuamente».<br />

«E trasformarsi in nebbia?»<br />

«Non ho mai conosciuto un mutaforma che fosse in<br />

grado <strong>di</strong> farlo».<br />

Poppy battè il tallone sul letto. «E ovviamente non<br />

siamo costretti a dormire dentro una bara».<br />

«No, e non abbiamo bisogno <strong>di</strong> una tana. Personalmente,<br />

preferisco un materasso Sealy Posturepe<strong>di</strong>c, ma se<br />

preferisci il fango…».<br />

Poppy gli <strong>di</strong>ede una gomitata. «Unm, possiamo attraversare<br />

l’acqua che scorre?»<br />

«Certo. E possiamo entrare nelle case degli umani<br />

senza essere invitati, e roto<strong>la</strong>rci nell’aglio, se non ci <strong>di</strong>spiace<br />

perdere qualche amico. Altro?»<br />

«Sì. Par<strong>la</strong>mi del Mondo delle Tenebre». Adesso era il<br />

suo mondo.<br />

199


«Ti ho par<strong>la</strong>to <strong>dei</strong> club? Abbiamo club in ogni grande<br />

città. E anche in qualche citta<strong>di</strong>na».<br />

«Che genere <strong>di</strong> club?»<br />

«Be’, alcune sono semplici bettole, altri somigliano<br />

più a <strong>dei</strong> bar, altri sono locali notturni, e poi ci sono i veri<br />

e propri club – ma questo sono soprattutto per adulti. Ne<br />

conosco uno per ragazzi: è un vecchio magazzino, dove<br />

hanno creato rampe per lo skateboard. Puoi vederti lì con<br />

gli amici e <strong>di</strong>vertirti. E poi ogni settimana si organizzano<br />

serate <strong>di</strong> poesia al B<strong>la</strong>ck Iris».<br />

Iris nero, pensò Poppy. Le ricordava qualcosa. Qualcosa<br />

<strong>di</strong> sgradevole…<br />

Ma <strong>di</strong>sse soltanto: «Che nome strano».<br />

«Tutti i club hanno il nome <strong>di</strong> un fiore. I fiori neri<br />

sono il simbolo del Popolo delle Tenebre». Girò il polso<br />

per mostrarle l’orologio. Un orologio analogico, con un<br />

iris nero al centro del quadrante. «Ve<strong>di</strong>?»<br />

«Sì. Sai, avevo notato quel simbolo nero, ma non<br />

l’avevo mai guardato con attenzione. Forse ho dato per<br />

scontato che fosse Topolino».<br />

Le <strong>di</strong>ede un colpetto <strong>di</strong> rimprovero sul naso. «È una<br />

faccenda seria, picco<strong>la</strong>. Uno <strong>di</strong> questi ti rende identificabile<br />

dagli altri del Popolo delle Tenebre – anche se sono<br />

stupi<strong>di</strong> come i licantropi».<br />

«Cosa hai contro i licantropi?»<br />

«Sono favolosi se ti accontenti <strong>di</strong> un quoziente<br />

d’intelligenza a due cifre».<br />

200


«Ma li fate entrare nei club».<br />

«Non in tutti. Al Popolo delle Tenebre non è permesso<br />

sposarsi al <strong>di</strong> fuori del<strong>la</strong> propria specie, ma ci frequentiamo<br />

tutti: <strong>la</strong>mie, <strong>vampiri</strong> trasformati, licantropi, i due<br />

tipi <strong>di</strong> streghe…».<br />

Poppy, che si stava <strong>di</strong>vertendo a intrecciare in vari<br />

mo<strong>di</strong> le loro <strong>di</strong>ta, si mosse, incuriosita. «Che vuol <strong>di</strong>re<br />

due tipi <strong>di</strong> streghe?»<br />

«Oh… c’è chi è consapevole del proprio retaggio e riceve<br />

un’apposita istruzione, e il secondo tipo. Fra queste<br />

rientrano quelle che gli umani definiscono sensitive. A<br />

volte hanno solo poteri nascosti, e alcune non sono abbastanza<br />

sensitive da scoprire il Mondo delle Tenebre, per<br />

cui non vi entrano».<br />

Poppy annuì. «Ok. Ho capito. Ma cosa succede se un<br />

umano entra in uno <strong>di</strong> quei club?»<br />

«Nessuno lo farebbe entrare. I club non sono riconoscibili<br />

come tali, e sono sempre sorvegliati».<br />

«Ma se uno…».<br />

James si strinse nelle spalle. La voce <strong>di</strong> colpo cupa.<br />

«Verrebbe ucciso. A meno che qualcuno non voglia farne<br />

il proprio giocattolo o burattino. Significa che gli viene<br />

fatto il <strong>la</strong>vaggio del cervello – <strong>di</strong>venta un umano che vive<br />

con i <strong>vampiri</strong> ma non ne è consapevole, perché <strong>la</strong> sua<br />

mente è sotto controllo. Una specie <strong>di</strong> sonnambulo. Una<br />

volta avevo una tata…». La voce si spezzò, e Poppy avvertì<br />

<strong>la</strong> sua angoscia.<br />

201


«Me lo racconterai più tar<strong>di</strong>». Voleva che non dovesse<br />

soffrire mai più.<br />

«Uhm». Le sembrò assonnato. Si sistemò meglio accanto<br />

a lui.<br />

Era incre<strong>di</strong>bile – ripensando all’ultima volta che si era<br />

addormentata – che avesse ancora il coraggio <strong>di</strong> chiudere<br />

gli occhi. Ma ci riuscì. Era insieme al<strong>la</strong> sua anima gemel<strong>la</strong>:<br />

cosa poteva accaderle? Niente poteva ferir<strong>la</strong>.<br />

Phil non riusciva a chiudere gli occhi.<br />

Ogni volta che ci provava, vedeva Poppy. Poppy addormentata<br />

nel<strong>la</strong> bara. Poppy che lo puntava con lo<br />

sguardo penetrante <strong>di</strong> un felino affamato. Poppy che sollevava<br />

<strong>la</strong> testa dal<strong>la</strong> go<strong>la</strong> <strong>di</strong> quel tipo con <strong>la</strong> bocca tinta <strong>di</strong><br />

rosso, come se avesse mangiato frutti <strong>di</strong> bosco.<br />

Non era più umana.<br />

E il fatto che l’avesse saputo fin dall’inizio non lo<br />

aiutava ad accettare <strong>la</strong> realtà.<br />

Non poteva – non poteva – tollerare che qualcuno<br />

saltasse addosso al<strong>la</strong> gente <strong>la</strong>cerandole <strong>la</strong> go<strong>la</strong> solo per<br />

procurarsi <strong>la</strong> cena. E non era neanche sicuro che fosse<br />

meglio incantare le persone e morderle per poi indurle a<br />

<strong>di</strong>menticare quanto accaduto. L’intero sistema era profondamente<br />

spaventoso.<br />

Forse James aveva detto bene: gli umani non riescono<br />

ad accettare l’idea che ci sia qualcuno più in alto <strong>di</strong> loro<br />

nel<strong>la</strong> catena alimentare. Avevano perso ogni legame con i<br />

202


loro antenati cavernicoli, che sapevano cosa voleva <strong>di</strong>re<br />

essere cacciati. Ormai consideravano superata tutta <strong>la</strong><br />

faccenda del<strong>la</strong> preistoria.<br />

Phil avrebbe potuto raccontare loro un paio <strong>di</strong> cosette.<br />

La conclusione era che Poppy non poteva cambiare, e<br />

lui non poteva accettare <strong>la</strong> situazione. E l’unica cosa che<br />

<strong>la</strong> rendeva sopportabile era che in qualche modo lui<br />

amava comunque sua sorel<strong>la</strong>.<br />

<strong>Il</strong> giorno dopo, Poppy si svegliò nel<strong>la</strong> penombra creata<br />

dalle tende chiuse. L’altra metà del letto era vuota. Non<br />

si al<strong>la</strong>rmò. Istintivamente si mise in contatto con <strong>la</strong><br />

mente, e… ecco. James era nell’angolo cottura.<br />

Si sentiva… piena <strong>di</strong> energia. Come un cagnolino che<br />

tira il guinzaglio prima <strong>di</strong> essere liberato sul prato. Ma<br />

non appena s’incamminò verso il soggiorno, sentì le proprie<br />

forze scemare. E le dolevano gli occhi. Li socchiuse<br />

appena <strong>la</strong> investì l’insopportabile luminosità del<strong>la</strong> finestra.<br />

«È il sole», <strong>di</strong>sse James. «Inibisce ogni potere <strong>dei</strong><br />

<strong>vampiri</strong>, ricor<strong>di</strong>?». Andò a chiudere le tende: erano a<br />

oscuramento totale, come quelle del<strong>la</strong> camera da letto. La<br />

luce so<strong>la</strong>re del primo pomeriggio venne <strong>la</strong>sciata fuori.<br />

«La penombra dovrebbe agevo<strong>la</strong>rti – ma è meglio che per<br />

oggi resti in casa finchè non sarà buio. I neo<strong>vampiri</strong> sono<br />

molto sensibili».<br />

203


Poppy percepì un significato nascosto al <strong>di</strong> là delle parole.<br />

«Stai uscendo?»<br />

«Devo». Storse <strong>la</strong> bocca. «Mi ero <strong>di</strong>menticato: mio<br />

cugino Ash dovrebbe farsi vivo questa settimana. Devo<br />

avvertire i miei genitori <strong>di</strong> non farlo venire qui da me».<br />

«Non sapevo che avessi un cugino».<br />

Fece un’altra smorfia. «Ne ho un sacco, a <strong>di</strong>re il vero.<br />

Sono tornati nell’Est, in una città sicura – un’intera città<br />

control<strong>la</strong>ta dal Mondo delle Tenebre. Quasi tutti sono ok,<br />

ma non Ash».<br />

«Che cosa ha che non va?»<br />

«È fuori <strong>di</strong> testa. Crudele, spietato…».<br />

«Sembri Phil quando par<strong>la</strong>va <strong>di</strong> te».<br />

«No, Ash è davvero così. <strong>Il</strong> vampiro per eccellenza.<br />

Pensa solo a se stesso, e gli piace creare casini».<br />

Poppy era pronta ad accettare tutti i cugini <strong>di</strong> James<br />

per amor suo, ma dovette riconoscere che Ash sembrava<br />

un tipo pericoloso.<br />

«Ora come ora, non mi fido <strong>di</strong> par<strong>la</strong>re <strong>di</strong> te a nessuno»,<br />

<strong>di</strong>sse James, «e Ash è fuori questione. Dirò ai<br />

miei che non può venire qui, punto e basta».<br />

E ora che facciamo?, pensò Poppy. Non poteva restare<br />

chiusa in casa per sempre. Apparteneva al Mondo delle<br />

Tenebre – ma quel mondo non l’avrebbe accettata.<br />

Doveva esserci una soluzione – e poteva soltanto augurarsi<br />

che lei e James <strong>la</strong> trovassero al più presto.<br />

204


«Non stare via troppo», gli <strong>di</strong>sse. La baciò sul<strong>la</strong><br />

fronte, un gesto carino. Stava <strong>di</strong>ventando un’abitu<strong>di</strong>ne.<br />

Appena James fu uscito, Poppy si fece <strong>la</strong> doccia e indossò<br />

abiti puliti. Buon vecchio Phil: aveva infi<strong>la</strong>to nel<strong>la</strong><br />

borsa i suoi jeans preferiti. Si mise a sfaccendare per<br />

casa, perché non aveva alcuna intenzione <strong>di</strong> starsene seduta<br />

a pensare. Nessuno dovrebbe mettersi a pensare il<br />

giorno dopo il proprio funerale.<br />

<strong>Il</strong> telefono accanto al <strong>di</strong>vano <strong>la</strong> guardava con aria <strong>di</strong><br />

sfida. Dovette frenare così spesso l’impulso <strong>di</strong> afferrarlo<br />

che al<strong>la</strong> fine aveva il braccio indolenzito.<br />

Ma chi avrebbe potuto chiamare? Nessuno. Neanche<br />

Phil: se qualcuno avesse ascoltato <strong>di</strong> nascosto? E se rispondeva<br />

<strong>la</strong> mamma?<br />

No, no, non pensare al<strong>la</strong> mamma, i<strong>di</strong>ota.<br />

Ma era troppo tar<strong>di</strong>. All’improvviso fu sopraffatta da<br />

un <strong>di</strong>sperato bisogno <strong>di</strong> sentire <strong>la</strong> voce del<strong>la</strong> madre. Anche<br />

un semplice “pronto”. Sapeva che non avrebbe potuto<br />

par<strong>la</strong>rle. Voleva soltanto accertarsi che <strong>la</strong> mamma ci<br />

fosse ancora.<br />

Digitò i numeri senza concedersi tempo per riflettere.<br />

Contò gli squilli. Uno, due, tre…<br />

«Pronto?».<br />

Era <strong>la</strong> voce del<strong>la</strong> mamma. Ed era già tutto finito, e non<br />

era sufficiente. Poppy rimase seduta cercando <strong>di</strong> prendere<br />

fiato, con le <strong>la</strong>crime che le rigavano le guance. Sospesa,<br />

torcendo il filo del telefono fra le <strong>di</strong>ta, ascoltando il de-<br />

205


ole ronzio dall’altra parte del<strong>la</strong> cornetta. Un detenuto <strong>di</strong><br />

fronte al<strong>la</strong> corte, in attesa <strong>di</strong> u<strong>di</strong>re <strong>la</strong> sentenza <strong>di</strong> condanna.<br />

«Pronto? Pronto». La voce del<strong>la</strong> mamma era stanca e<br />

inespressiva. Non alterata. Gli scherzi telefonici non sono<br />

granchè quando hai appena perso tua figlia.<br />

Poi un clic segnalò che <strong>la</strong> comunicazione era stata<br />

chiusa.<br />

Poppy si strinse <strong>la</strong> cornetta al petto e pianse, dondo<strong>la</strong>ndosi<br />

lievemente. Al<strong>la</strong> fine <strong>la</strong> rimise sul<strong>la</strong> forcel<strong>la</strong>.<br />

Bene, non l’avrebbe fatto un’altra volta. Era peggio<br />

che non poter più sentire <strong>la</strong> sua voce. E non l’aiutava <strong>di</strong><br />

certo ad affrontare <strong>la</strong> realtà. Provò una continua sensazione<br />

<strong>di</strong> esclusione pensando che <strong>la</strong> mamma era a casa,<br />

che tutti erano a casa, e che Poppy non era lì. In quel<strong>la</strong><br />

casa <strong>la</strong> vita continuava, ma lei non ne faceva più parte.<br />

Non poteva più entrarvi, non più <strong>di</strong> quanto potesse entrare<br />

in casa <strong>di</strong> estranei.<br />

Vuoi proprio farti del male, eh? Perché non <strong>la</strong> smetti<br />

<strong>di</strong> pensare e fai qualcosa per <strong>di</strong>strarti?<br />

Stava curiosando tra i documenti <strong>di</strong> James quando<br />

sentì aprirsi <strong>la</strong> porta dell’appartamento.<br />

Aveva sentito il tintinnio delle chiavi, quin<strong>di</strong> immaginò<br />

che fosse James. Invece, ancor prima <strong>di</strong> voltarsi,<br />

capì che non si trattava <strong>di</strong> James. Non era <strong>la</strong> mente <strong>di</strong><br />

James.<br />

Si girò e vide un ragazzo con i capelli biondo cenere.<br />

206


Era molto attraente, il fisico come quello <strong>di</strong> James, ma<br />

un po’ più alto, e forse aveva un anno <strong>di</strong> più. Portava i<br />

capelli piuttosto lunghi. La forma del viso era gradevole,<br />

con i lineamenti ben marcati, e gli occhi leggermente allungati<br />

gli davano un’aria maliziosa.<br />

Ma non era questo il motivo per cui era rimasta a fissarlo.<br />

Le <strong>la</strong>nciò un sorriso luminoso.<br />

«Sono Ash», si presentò. «Salve».<br />

Poppy non riusciva a <strong>di</strong>stogliere lo sguardo. «Tu eri<br />

nel mio sogno», <strong>di</strong>sse. «Hai detto: “A volte <strong>la</strong> magia non<br />

riesce”».<br />

«Allora sei una sensitiva?»<br />

«Cosa?»<br />

«I tuoi sogni si avverano?»<br />

«Di solito no». Poppy riprese subito il controllo.<br />

«Senti, ehm, non so come tu abbia fatto ad entrare…».<br />

Fece tintinnare le chiavi. «Zia Maddy mi ha dato queste.<br />

Scommetto che James ti ha detto <strong>di</strong> non farmi entrare».<br />

Poppy decise che <strong>la</strong> miglior <strong>di</strong>fesa era un buon attacco.<br />

«Perché dovrebbe avermelo detto?», chiese, e incrociò<br />

le braccia.<br />

Le <strong>la</strong>nciò un’occhiata maliziosa e <strong>di</strong>vertita. In quel<strong>la</strong><br />

luce gli occhi sembravano color noccio<strong>la</strong>, quasi dorati.<br />

«Sono cattivo», rispose semplicemente.<br />

207


Poppy cercò <strong>di</strong> assumere un’espressione <strong>di</strong> legittima<br />

<strong>di</strong>sapprovazione – come Phil. Non ci riuscì più <strong>di</strong> tanto.<br />

«James sa che sei qui? Dov’è adesso?»<br />

«Non ne ho idea. Zia Maddy mi ha consegnato le<br />

chiavi a pranzo, poi è uscita per <strong>la</strong>voro. Com’era il tuo<br />

sogno?».<br />

Poppy scosse <strong>la</strong> testa, tentando <strong>di</strong> ragionare. Probabilmente<br />

James era in giro a cercare sua madre. Appena<br />

l’avesse trovata e scoperto che Ash era andato lì, sarebbe<br />

tornato subito. Voleva <strong>di</strong>re che… be’, che lei avrebbe<br />

dovuto tenere occupato Ash fino all’arrivo <strong>di</strong> James.<br />

Ma come? Non era certo una <strong>di</strong> quelle ragazze che<br />

sanno intrattenere i ragazzo con fare adorabile e seducente.<br />

E temeva <strong>di</strong> par<strong>la</strong>re troppo, e <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>rsi.<br />

Oh, bene. Nel dubbio, chiu<strong>di</strong> gli occhi e buttati.<br />

«Conosci qualche storiel<strong>la</strong> carina sui licantropi?», gli<br />

domandò.<br />

<strong>Il</strong> ragazzo scoppiò a ridere. Aveva una risata gradevole,<br />

e gli occhi non erano noccio<strong>la</strong>, dopo tutto. Erano<br />

grigi, come quelli <strong>di</strong> James.<br />

«Non mi hai ancora detto come ti chiami, picco<strong>la</strong> sognatrice»,<br />

replicò.<br />

«Poppy», rispose, e subito dopo desiderò non averlo<br />

mai detto. E se <strong>la</strong> signora Rasmussen gli avesse riferito<br />

che una delle amiche <strong>di</strong> James, <strong>di</strong> nome Poppy, erea appena<br />

morta? Per nascondere il proprio nervosismo, si<br />

alzò e andò a chiudere <strong>la</strong> porta.<br />

208


«Un bel nome <strong>la</strong>mia», commentò. «Non mi piace questa<br />

moda <strong>di</strong> adottare nomi umani, non trovi? Ho tre sorelle,<br />

e hanno tutte nomi c<strong>la</strong>ssici: Rowan, Kestrel e Jade.<br />

A mio padre scoppierebbe una vena se una <strong>di</strong> loro volesse<br />

d’un tratto chiamarsi Susan».<br />

«O Maddy?», chiese Poppy, incuriosita suo malgrado.<br />

«Eh? È il <strong>di</strong>minutivo <strong>di</strong> Madder [In inglese, robbia (n.d.t.)]».<br />

Poppy non sapeva con certezza cosa fosse <strong>la</strong> robbia.<br />

Una pianta, forse.<br />

«Naturalmente non ho niente contro James», si affrettò<br />

a <strong>di</strong>re Ash, e dal<strong>la</strong> sua voce era perfettamente<br />

chiaro che aveva qualcosa in contrario. «Per voi è <strong>di</strong>verso,<br />

qui in California. Dovete mesco<strong>la</strong>rvi più spesso<br />

agli umani; dovete essere più prudenti. Così, se adottate i<br />

nome <strong>di</strong> quei parassiti può semplificare le cose…».<br />

Si strinse nelle spalle.<br />

«Oh, certo, sono veri parassiti», <strong>di</strong>sse Poppy, a caso.<br />

Stava pensando: Si sta prendendo gioco <strong>di</strong> me? Oppure<br />

no?<br />

Aveva <strong>la</strong> deso<strong>la</strong>nte sensazione che sapesse già tutto.<br />

Era troppo agitata per restare ferma. Si <strong>di</strong>resse verso lo<br />

stereo <strong>di</strong> James.<br />

«Ti piace <strong>la</strong> musica parassita?», gli chiese. «Techno?<br />

Acid jazz? Trip hop? Jungle?». Sventolò un <strong>di</strong>sco <strong>di</strong> vinile.<br />

«Questa è roba seria, vera jungle jump-up». <strong>Il</strong> ragazzo<br />

battè le palpebre, perplesso. «Oh, e questa è mu-<br />

209


sica industrial noise, magnifica. E questa invece è acid<br />

house con un pizzico <strong>di</strong> madcore…».<br />

Adesso era lui sul<strong>la</strong> <strong>di</strong>fensiva. Nessuno poteva fermare<br />

Poppy quando attaccava a par<strong>la</strong>re <strong>di</strong> musica. Continuò<br />

a guardarlo con gli occhi spa<strong>la</strong>ncati e a b<strong>la</strong>terare, con<br />

un’aria stravagante.<br />

«E penso che <strong>la</strong> musica freestyle stia tornando <strong>di</strong><br />

moda. Del tutto underground, finora, ma in crescita. La<br />

eurodance, d’altra parte…».<br />

Ash era seduto sul <strong>di</strong>vano, con le gambe <strong>di</strong>stese davanti<br />

a sé. Gli occhi erano <strong>di</strong> un azzurro intenso e leggermente<br />

vitrei.<br />

«Dolcezza», <strong>di</strong>sse al<strong>la</strong> fine, «detesto interromperti. Ma<br />

io e te dobbiamo par<strong>la</strong>re».<br />

Poppy era troppo sveglia per chiedergli <strong>di</strong> cosa.<br />

«…questa sorta <strong>di</strong> continui vuoti e suoni <strong>la</strong>mentosi<br />

che ti fanno pensare: “C’è qualcuno là fuori?”», concluse,<br />

e dovette riprendere fiato. Ash colse l’occasione al<br />

volo.<br />

«Dobbiamo par<strong>la</strong>re, davvero», ripetè. «Prima che torni<br />

James».<br />

Ormai non c’era modo <strong>di</strong> evitarlo. Poppy aveva <strong>la</strong><br />

bocca asciutta. <strong>Il</strong> ragazzo si protese verso <strong>di</strong> lei; adesso<br />

gli occhi erano turchesi come i mari tropicali. Sì, cambiano<br />

proprio colore, si <strong>di</strong>sse Poppy.<br />

«Non è colpa tua», <strong>di</strong>sse.<br />

«Cosa?».<br />

210


Non è colpa tua. Che non riesci a schermare <strong>la</strong> tua<br />

mente. Imparerai a farlo, le <strong>di</strong>sse, e Poppy capì solo a<br />

metà <strong>di</strong>scorso che Ash non stava par<strong>la</strong>ndo ad alta voce.<br />

Oh… cavolo. Avrebbe dovuto pensarci. Avrebbe dovuto<br />

concentrarsi e proteggere i propri pensieri. Tentò <strong>di</strong><br />

farlo adesso.<br />

«Ascolta, non ti preoccupare. So che non sei una <strong>la</strong>mia.<br />

Sei stata trasformata, e contro <strong>la</strong> legge. James ha<br />

voluto fare il bambino cattivo».<br />

Dal momento che era inutile negare l’evidenza, Poppy<br />

alzò il mento e gli rivolse uno sguardo penetrante. «Bene,<br />

lo sai. E cosa hai intenzione <strong>di</strong> fare?»<br />

«Dipende».<br />

«Da cosa?».<br />

Le sorrise. «Da te».<br />

211


Capitolo 14<br />

«Ve<strong>di</strong>, in fondo James mi piace», <strong>di</strong>sse Ash. «Penso<br />

sia un po’ indulgente con i parassiti, ma non voglio vederlo<br />

nei guai. E <strong>di</strong> certo non voglio vederlo morto».<br />

Poppy si sentì come <strong>la</strong> notte precedente, quando il suo<br />

corpo soffriva per mancanza d’aria. Era pietrificata,<br />

troppo irrigi<strong>di</strong>ta per riuscire a respirare.<br />

«Intendo <strong>di</strong>re, tu lo vuoi morto?», le chiese, come se<br />

fosse <strong>la</strong> domanda più logica <strong>di</strong> questo mondo.<br />

Poppy scosse <strong>la</strong> testa.<br />

«Bene», concluse Ash.<br />

Finalmente lei riuscì a fare un respiro. «Cosa stai <strong>di</strong>cendo?»<br />

Poi, senza aspettare una risposta, proseguì: «Stai<br />

<strong>di</strong>cendo che lo uccideranno se verranno a sapere <strong>di</strong> me.<br />

Ma non devono venire a saperlo. A meno che non glielo<br />

<strong>di</strong>ca tu».<br />

Ash si guardò le unghie, pensosamente, con<br />

un’espressione che voleva significare che <strong>la</strong> questione era<br />

penosa per lui quanto per Poppy.<br />

«Esaminiamo i fatti», <strong>di</strong>sse. «Tu sei, <strong>di</strong> fatto, una ex<br />

umana».<br />

«Oh, sì, ero una parassita, d’accordo».<br />

212


Le <strong>la</strong>nciò un’occhiata <strong>di</strong>vertita. «Non prender<strong>la</strong> così<br />

sul personale. È quel che sei adesso, che conta. Ma James,<br />

<strong>di</strong> fatto, ti ha trasformata senza spiegare <strong>la</strong> faccenda<br />

a nessuno. Giusto? E, <strong>di</strong> fatto, è uscito allo scoperto e ti<br />

ha par<strong>la</strong>to del Mondo delle Tenebre prima che tu venissi<br />

trasformata. Giusto?»<br />

«Come puoi esserne certo? Forse mi ha trasformata<br />

senza <strong>di</strong>rmi nul<strong>la</strong>».<br />

Fece cenno <strong>di</strong> no con un <strong>di</strong>to. «Ah, ma James non farebbe<br />

una cosa simile. Lui ha queste convinzioni ra<strong>di</strong>cali<br />

e tolleranti riguardo agli umani e al loro libero arbitrio».<br />

«Se sai già tutto, perché me lo chie<strong>di</strong>?», ribattè Poppy<br />

visibilmente tesa. «E se hai capito <strong>la</strong> situazione…».<br />

«La situazione è che James ha commesso almeno due<br />

reati che prevedono <strong>la</strong> morte. Tre, scommetto». Sul volto<br />

ricomparve quell’affascinante, crudele sorriso. «Deve essersi<br />

innamorato <strong>di</strong> te per fare tutto il resto».<br />

Qualcosa si agitò nell’animo <strong>di</strong> Poppy, come se dentro<br />

<strong>la</strong> gabbia toracica avesse un uccello intrappo<strong>la</strong>to, in cerca<br />

<strong>di</strong> una via <strong>di</strong> fuga. Sbottò: «Non capisco come possiate<br />

stabilire leggi che vietano <strong>di</strong> innamorarsi. È insensato!».<br />

«Ma non capisci perché? Tu ne sei l’esempio perfetto.<br />

A causa dell’amore che nutre per te, James ti ha rive<strong>la</strong>to<br />

tutto e ti ha trasformata. Se avesse avuto il buon senso <strong>di</strong><br />

reprimere i suoi sentimenti fin dall’inizio, l’intera faccenda<br />

sarebbe stata bloccata sul nascere».<br />

213


«E se non riesci a soffocare i tuoi sentimenti? Non<br />

puoi impe<strong>di</strong>re al<strong>la</strong> gente <strong>di</strong> provare sentimenti».<br />

«No, certo che no», replicò Ash, e Poppy si irrigidì,<br />

guardandolo intensamente.<br />

<strong>Il</strong> giovane fece una smorfia e le <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> avvicinarsi.<br />

«Ti confido un <strong>segreto</strong>. Gli Anziani sanno che non possono<br />

realmente legiferare sui sentimenti. Perciò ti terrorizzano,<br />

in modo che non oserai mai rive<strong>la</strong>re quel che<br />

provi – e, in teoria, neanche ammetterlo a te stesso».<br />

Poppy si appoggiò <strong>di</strong> nuovo allo schienale. Raramente<br />

si era sentita così smarrita. Par<strong>la</strong>re con Ash le dava il capogiro,<br />

<strong>la</strong> faceva sentire troppo giovane e sciocca per<br />

avere una qualsiasi certezza.<br />

Si <strong>la</strong>sciò sfuggire un gesto d’impotenza e <strong>di</strong>sperazione.<br />

«Ma cosa posso fare adesso? Non posso cambiare<br />

il passato…».<br />

«No, ma puoi agire nel presente». Balzò in pie<strong>di</strong> con<br />

un movimento agile e aggraziato, e cominciò a percorrere<br />

<strong>la</strong> stanza a lunghi passi. «Dunque. Dobbiamo pensare in<br />

fretta. Probabilmente tutti credono che tu sia morta».<br />

«Sì, ma…».<br />

«Allora <strong>la</strong> soluzione è semplice. Devi <strong>la</strong>sciare questa<br />

zona e restarne al<strong>la</strong> <strong>la</strong>rga. Andare in qualche posto dove<br />

non possano riconoscerti, dove a nessuno interessa che tu<br />

sia stata appena trasformata o sia contro <strong>la</strong> legge. Streghe.<br />

Ci siamo! Ho alcune cugine acquisite a Las Vegas<br />

214


che potranno ospitarti. La cosa essenziale è che tu parta<br />

adesso».<br />

Ora <strong>la</strong> testa <strong>di</strong> Poppy non girava più, vorticava. Aveva<br />

le vertigini e un senso <strong>di</strong> nausea, come se fosse appena<br />

scesa dal<strong>la</strong> Space Mountain a Disney<strong>la</strong>nd. «Cosa? Non<br />

riesco a capire quel che stai <strong>di</strong>cendo», <strong>di</strong>sse con un filo <strong>di</strong><br />

voce.<br />

«Te lo spiegherò strada facendo. An<strong>di</strong>amo, sbrigati!<br />

Vuoi prendere <strong>dei</strong> vestiti?».<br />

Poppy piantò saldamente i pie<strong>di</strong> a terra e scosse <strong>la</strong> testa,<br />

cercando <strong>di</strong> schiarirsi le idee. «Senti, non capisco <strong>di</strong><br />

cosa parli, ma io ora non posso andare da nessuna parte.<br />

Devo aspettare James».<br />

«Ma non capisci?». Ash si fermò e si girò verso <strong>di</strong> lei.<br />

Adesso gli occhi erano ver<strong>di</strong> e scintil<strong>la</strong>vano in modo ipnotico.<br />

«È proprio questo che non devi fare. James non<br />

deve sapere dove sei <strong>di</strong>retta».<br />

«Cosa?»<br />

«Non capisci?», ripetè Ash. Aprì le mani e le parlò<br />

con aria quasi compassionevole. «Tu sei l’unico elemento<br />

che mette James in pericolo. Finchè resti qui, chiunque<br />

può vederti e mettere insieme gli in<strong>di</strong>zi. Sei <strong>la</strong> prova circostanziale<br />

che lui ha commesso un crimine».<br />

Poppy capì. «Ma posso aspettare James, e poi lui verrà<br />

con me. Sicuramente lo vorrà».<br />

«Ma non funzionerebbe», precisò Ash. «Non importa<br />

dove andate; se siete insieme, rappresenti un pericolo per<br />

215


lui. Basterebbe guardarti, e ogni vampiro degno <strong>di</strong> questo<br />

nome intuirebbe <strong>la</strong> verità».<br />

Poppy sentì le ginocchia molli.<br />

Ash riprese a par<strong>la</strong>re con aria grave. «Con questo, non<br />

voglio <strong>di</strong>rti che tu sarai al sicuro se parti. <strong>Il</strong> rischio ti accompagnerà<br />

sempre, proprio per quel che sei. Ma finchè<br />

sarai lontana da James, nessuno potrà collegarti a lui. È<br />

l’unico modo per tenerlo al sicuro. Capisci?»<br />

«Sì. Sì, ora ho capito». Le mancò il terreno sotto i<br />

pie<strong>di</strong>. Stava cadendo, non nel<strong>la</strong> musica, ma in una gelida<br />

voragine oscura. Senza alcun appiglio.<br />

«Ovviamente, è una bel<strong>la</strong> pretesa chiederti <strong>di</strong> <strong>la</strong>sciare<br />

James. Forse non vorrai compiere un simile sacrificio…».<br />

Poppy sollevò il mento. Era sconvolta, svuotata, frastornata,<br />

ma parlò al giovane con totale <strong>di</strong>sprezzo, pronunciando<br />

con stizza ogni singo<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>. «Dopo tutto<br />

quel che ha sacrificato per me? Per chi mi hai preso?»<br />

Ash chinò il capo. «Sei coraggiosa, picco<strong>la</strong> sognatrice.<br />

Non riesco a credere che fossi un’umana». Poi sollevò lo<br />

sguardo e le <strong>di</strong>sse vivacemente: «Vuoi fare i bagagli?»<br />

«Non ho molto con me», rispose Poppy, adagio, perché<br />

muoversi e par<strong>la</strong>re le causava dolore. Si avviò verso<br />

<strong>la</strong> camera da letto camminando a fatica come se il pavimento<br />

fosse coperto da schegge <strong>di</strong> vetro. «Quasi nul<strong>la</strong>.<br />

Ma devo scrivere un biglietto a James».<br />

216


«No, no», <strong>la</strong> sconsigliò Ash. «È l’ultima cosa che devi<br />

fare. Be’, in fin <strong>dei</strong> conti», aggiunse, mentre Poppy si<br />

voltava lentamente a guardarlo, «James è stato così nobile<br />

e premuroso eccetera eccetera – se gli fai sapere<br />

dove sei <strong>di</strong>retta, ti verrà subito <strong>di</strong>etro. E a quel punto che<br />

succederebbe?».<br />

Poppy scosse <strong>la</strong> testa. «Io… ok». Sempre scuotendo <strong>la</strong><br />

testa, barcollò verso <strong>la</strong> stanza.<br />

Non aveva intenzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere con Ash, ma non<br />

aveva neanche intenzione <strong>di</strong> seguire il suo consiglio.<br />

Chiuse <strong>la</strong> porta del<strong>la</strong> camera e cercò con tutte le forze <strong>di</strong><br />

schermare <strong>la</strong> propria mente. Visualizzò un muro <strong>di</strong> pietra<br />

che circondava i propri pensieri.<br />

Infi<strong>la</strong>re i pantaloni del<strong>la</strong> tuta, <strong>la</strong> maglietta e il vestito<br />

bianco nel<strong>la</strong> borsa sportiva le richiese trenta secon<strong>di</strong>.<br />

Trovò un libro sotto il como<strong>di</strong>no e un pennarello nel cassetto.<br />

Strappò il risguardo del libro e scrisse in fretta poche<br />

righe.<br />

Caro James,<br />

sono deso<strong>la</strong>ta, ma se restassi per spiegarti cosa è successo, sono sicura<br />

che cercheresti <strong>di</strong> fermarmi. Ash mi ha messo <strong>di</strong> fronte al<strong>la</strong> realtà: finchè io<br />

resto nei paraggi <strong>la</strong> tua vita sarà in pericolo. E non posso permetterlo. Se ti<br />

accadesse qualcosa per causa mia, morirei. Davvero.<br />

Sto andando via. Ash mi porterà da qualche parte in cui non riuscirai a<br />

trovarmi. Dove non importerà a nessuno quel che sono. Là sarò al sicuro. Tu<br />

sarai al sicuro qui. E anche se non saremo insieme, non saremo mai realmente<br />

<strong>di</strong>visi.<br />

Ti amo. Ti amerò per sempre. Ma devo andare.<br />

217


Ti prego, saluta Phil da parte mia.<br />

La tua anima gemel<strong>la</strong>, Poppy.<br />

Le <strong>la</strong>crime bagnarono <strong>la</strong> firma sul foglio.<br />

Mise il risguardo sul cuscino e tornò da Ash.<br />

«Su, su», le <strong>di</strong>sse. «Non piangere. Stai facendo <strong>la</strong> cosa<br />

giusta». Le mise un braccio intorno alle spalle, e Poppy<br />

era talmente infelice che non riuscì a scrol<strong>la</strong>rselo <strong>di</strong><br />

dosso.<br />

Lo guardò. «Aspetta. Non metterò te in pericolo se<br />

an<strong>di</strong>amo insieme? Voglio <strong>di</strong>re, qualcuno potrebbe pensare<br />

che sei stato tu a trasformarmi in vampiro contro <strong>la</strong><br />

legge».<br />

Spa<strong>la</strong>ncò gli occhi, colpito. In quel momento avevano<br />

una sfumatura vio<strong>la</strong>.<br />

«Sono <strong>di</strong>sposto a correre il rischio», rispose. «Perché<br />

ho un profondo rispetto per te».<br />

James salì i gra<strong>di</strong>ni a due a due, inviando messaggi<br />

con <strong>la</strong> mente e rifiutandosi <strong>di</strong> credere a quel che i propri<br />

sensi gli stavano <strong>di</strong>cendo.<br />

Doveva essere lì. Poppy doveva esserci…<br />

Picchiò al<strong>la</strong> porta, infi<strong>la</strong>ndo allo stesso tempo <strong>la</strong><br />

chiave nel<strong>la</strong> toppa. La sua mente continuava a gridare.<br />

Poppy! Poppy, rispon<strong>di</strong>! Poppy!<br />

Anche <strong>di</strong> fronte al<strong>la</strong> porta spa<strong>la</strong>ncata e al<strong>la</strong> mente che<br />

riecheggiava nel vuoto dell’appartamento, non voleva<br />

ancora crederci. Corse da una stanza all’altra, con il<br />

218


cuore che gli martel<strong>la</strong>va nel petto. La borsa non c’era più.<br />

I vestiti non c’erano più. Poppy non c’era più.<br />

Si appoggiò contro il vetro del<strong>la</strong> finestra del soggiorno.<br />

In strada non c’era traccia <strong>di</strong> Poppy.<br />

E neanche <strong>di</strong> Ash.<br />

Era tutta colpa sua. Aveva rincorso sua madre per<br />

tutto il pomeriggio, da un appuntamento <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro<br />

all’altro, sperando <strong>di</strong> raggiunger<strong>la</strong> e par<strong>la</strong>rle. Solo per<br />

scoprire, al<strong>la</strong> fine, che Ash era già a El Camino ed era<br />

andato al suo appartamento ore prima. Con <strong>la</strong> chiave.<br />

Solo con Poppy.<br />

James aveva telefonato subito, ma non aveva risposto<br />

nessuno. Si era affrettato a tornare, superando tutti i limiti<br />

<strong>di</strong> velocità. Ma era troppo tar<strong>di</strong>.<br />

Ash, serpe velenosa, pensò. Se le fai del male, se solo<br />

le metti un <strong>di</strong>to addosso…<br />

Si ritrovò <strong>di</strong> nuovo a vagare da una stanza all’altra,<br />

cercando in<strong>di</strong>zi su quel che era accaduto. Poi, in camera<br />

da letto, notò qualcosa <strong>di</strong> chiaro sul<strong>la</strong> federa color noccio<strong>la</strong>.<br />

Un foglio. Lo afferrò e cominciò a leggere. Provò un<br />

senso crescente <strong>di</strong> gelo, riga dopo riga. Quando arrivò in<br />

fondo, era duro come il ghiaccio e pronto a uccidere.<br />

Fra le lettere, c’erano piccole chiazze d’inchiostro <strong>di</strong>luito.<br />

Lacrime. Avrebbe spezzato le ossa ad Ash, una a<br />

una.<br />

219


Piegò delicatamente il foglio e lo mise in tasca. Radunò<br />

alcune cose dall’arma<strong>di</strong>o e fece una telefonata dal<br />

cellu<strong>la</strong>re, mentre scendeva le scale del complesso.<br />

«Mamma, sono io», <strong>di</strong>sse, appena sentì il bip del<strong>la</strong> segreteria<br />

telefonica. «Sarò fuori per qualche giorno. Una<br />

faccenda da sistemare. Se ve<strong>di</strong> Ash, <strong>la</strong>sciami un messaggio.<br />

Voglio par<strong>la</strong>rgli».<br />

Non chiese “per favore”. Era consapevole <strong>di</strong> aver<br />

par<strong>la</strong>to in tono brusco e conciso, ma non gliene importava.<br />

Anzi, sperò <strong>di</strong> aver messo in al<strong>la</strong>rme <strong>la</strong> madre.<br />

In quel momento era pronto ad affrontare sua madre,<br />

suo padre e tutti gli Anziani del Mondo delle Tenebre.<br />

Una palo <strong>di</strong> legno per ciascuno.<br />

Non era più un bambino. Nel corso dell’ultima settimana<br />

aveva superato <strong>la</strong> prova del fuoco. Aveva sfidato <strong>la</strong><br />

morte e scoperto l’amore. Era un adulto.<br />

E carico <strong>di</strong> una gelida furia che avrebbe <strong>di</strong>strutto ogni<br />

ostacolo sul proprio cammino, pur <strong>di</strong> raggiungere Poppy.<br />

Fece altre telefonate mentre guidava l’Integra con<br />

mano esperta lungo le strade <strong>di</strong> El Camino. Chiamò il<br />

B<strong>la</strong>ck Iris per assicurarsi che Ash non si fosse fatto vivo<br />

al locale. Chiamò <strong>di</strong>versi club con il nome <strong>di</strong> un fiore<br />

nero, anche se non si aspettava <strong>di</strong> avere notizie. Poppy<br />

aveva scritto che Ash l’avrebbe portata lontano.<br />

Ma dove?<br />

Che tu sia dannato, Ash. Dove?<br />

220


Phil aveva gli occhi incol<strong>la</strong>ti al<strong>la</strong> TV, ma in realtà non<br />

<strong>la</strong> stava guardando. Come poteva <strong>la</strong>sciarsi assorbire da un<br />

talk show o dagli spot pubblicitari, quando non riusciva a<br />

pensare ad altro che al<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>? Sua sorel<strong>la</strong>, che forse<br />

stava guardando lo stesso programma oppure era in giro<br />

ad azzannare qualcuno?<br />

Sentì uno stri<strong>di</strong>o <strong>di</strong> pneumatici e una macchina fermarsi<br />

<strong>di</strong> colpo. Saltò in pie<strong>di</strong> prima <strong>di</strong> rendersene conto.<br />

Strano, ma sapeva già chi era, con assoluta certezza. Doveva<br />

aver riconosciuto il rombo dell’Integra.<br />

Aprì <strong>la</strong> porta mentre James raggiungeva il portico.<br />

«Che succede?»<br />

«An<strong>di</strong>amo». James stava già tornando verso <strong>la</strong> macchina.<br />

I suoi movimenti tra<strong>di</strong>vano un’energia mici<strong>di</strong>ale,<br />

una forza a stento control<strong>la</strong>ta, che Phil non aveva mai visto<br />

prima. Furia incandescente, compressa, ma pronta a<br />

scattare.<br />

«Cosa c’è che non va?».<br />

James si girò verso <strong>di</strong> lui. «Poppy è scomparsa!».<br />

Phil si guardò nervosamente intorno. Per strada non<br />

c’era nessuno, ma <strong>la</strong> porta <strong>di</strong> casa era rimasta aperta. E<br />

James stava gridando come se non gli importasse <strong>di</strong> farsi<br />

sentire.<br />

Al<strong>la</strong> fine recepì le parole dell’amico. «Cosa vuoi <strong>di</strong>re,<br />

che lei…». S’interruppe e corse a chiudere <strong>la</strong> porta. Poi<br />

tornò verso <strong>la</strong> macchina; James gli aveva già aperto lo<br />

sportello.<br />

221


«Cosa vuol <strong>di</strong>re che è scomparsa?», ripetè Phil appena<br />

montato in macchina.<br />

James <strong>la</strong>nciò il motore a tutto gas. «Mio cugino Ash<br />

l’ha portata da qualche parte».<br />

«Chi è Ash?»<br />

«È un uomo morto», ribattè James, e Phil ebbe <strong>la</strong> vaga<br />

sensazione che non volesse intendere che il cugino era un<br />

morto vivente, ma che sarebbe morto, e molto presto.<br />

«E dove l’ha portata?»<br />

«Non lo so», sibilò James. «Non ne ho idea».<br />

Phil lo fissò un istante, poi <strong>di</strong>sse: «Ok, ok». Non capiva<br />

cosa stesse succedendo, ma una cosa gli era chiara.<br />

James era troppo infuriato e desideroso <strong>di</strong> vendetta per<br />

pensare logicamente. Forse sembrava razionale, ma era<br />

da folli guidare a novanta all’ora in una zona residenziale<br />

senza una meta precisa.<br />

Strano che Phil riuscisse a mantenere <strong>la</strong> calma – aveva<br />

trascorso l’ultima settimana a dare <strong>di</strong> matto mentre James<br />

sosteneva il ruolo del duro. Ma avere accanto qualcuno in<br />

preda all’isteria aveva sempre fatto sentire Phil padrone<br />

<strong>di</strong> sé.<br />

«Ok, senti», cominciò. «Facciamo un passo al<strong>la</strong> volta.<br />

Rallenta, ok? Magari stiamo andando nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione<br />

sbagliata». Al<strong>la</strong> fine James sollevò un po’ il piede<br />

dall’acceleratore.<br />

«Ok, adesso par<strong>la</strong>mi <strong>di</strong> questo Ash. Perché sta portando<br />

via Poppy? L’ha rapita?»<br />

222


«No. L’ha convinta. Le ha messo in testa che se lei resta<br />

nei paraggi io sarò in pericolo. L’unico argomento<br />

che poteva indur<strong>la</strong> a seguirlo». Con una mano sul vo<strong>la</strong>nte,<br />

James tirò fuori dal<strong>la</strong> tasca il biglietto e lo porse a<br />

Phil.<br />

Era una pagina strappata da un libro. Lesse il messaggio<br />

e deglutì a fatica. Guardò James, che aveva gli occhi<br />

fissi sul<strong>la</strong> strada.<br />

Phil si agitò sul se<strong>di</strong>le, in evidente imbarazzo per aver<br />

ficcato il naso in un territorio privato, e per le <strong>la</strong>crime che<br />

gli bruciavano gli occhi. La tua anima gemel<strong>la</strong>, Poppy?<br />

Bene, bene.<br />

«Ti ama molto», osservò al<strong>la</strong> fine, a <strong>di</strong>sagio. «E sono<br />

contento che mi abbia detto ad<strong>di</strong>o». Ripiegò con cura il<br />

biglietto e lo infilò sotto <strong>la</strong> leva del freno a mano. James<br />

lo prese e lo rimise in tasca.<br />

«Ash ha usato i sentimenti <strong>di</strong> Poppy per convincer<strong>la</strong><br />

ad andarsene. Nessuno può permettersi <strong>di</strong> trattare una<br />

persona come se fosse un burattino».<br />

«Ma perché l’avrebbe fatto?»<br />

«Primo, perché gli piacciono le ragazze. Lui è un vero<br />

dongiovanni». James gettò a Phil un’occhiata caustica.<br />

«E adesso è solo con lei. Secondo, perché gli piace giocare.<br />

Come il gatto con il topo. Si trastullerà con lei per<br />

un po’, e quando si sarà stancato, <strong>la</strong> consegnerà».<br />

Phillip raggelò. «A chi?»<br />

223


«Agli Anziani. Andrà da qualche parte, e <strong>la</strong> darà ai responsabili<br />

locali che si accorgeranno che lei è un vampiro<br />

contro <strong>la</strong> legge».<br />

«E poi?»<br />

«La uccideranno».<br />

Phil si aggrappò al cruscotto. «Aspetta un minuto. Mi<br />

stai <strong>di</strong>cendo che un tuo cugino ha intenzione <strong>di</strong> consegnare<br />

Poppy a <strong>dei</strong> tizi in modo che <strong>la</strong> uccidano?»<br />

«È <strong>la</strong> legge. Ogni bravo vampiro si comporterebbe<br />

così. Mai madre lo farebbe, senza pensarci due volte». La<br />

sua voce era amara.<br />

«E lui è un vampiro. Ash», osservò stupidamente Phil.<br />

James gli <strong>la</strong>nciò un’altra occhiata. «Tutti i miei cugini<br />

sono <strong>vampiri</strong>», <strong>di</strong>sse, con una breve risata. Poi cambiò<br />

espressione, e pigiò <strong>di</strong> nuovo sull’acceleratore.<br />

«Cosa… ehi, quello è uno stop!», strillò Phil.<br />

James frenò bruscamente e <strong>la</strong> macchina ruotò <strong>di</strong> centottanta<br />

gra<strong>di</strong> in mezzo al<strong>la</strong> strada, finendo sul prato <strong>di</strong><br />

un’abitazione.<br />

«Che c’è adesso?», volle sapere Phil, ancora rigidamente<br />

aggrappato al cruscotto.<br />

James sembrava assorto nei suoi pensieri. «Ho appena<br />

capito dove possono essere andati. Dove l’ha portata. Le<br />

ha par<strong>la</strong>to <strong>di</strong> un posto sicuro, dove a nessuno importa chi<br />

lei sia. Ma ai <strong>vampiri</strong> importerebbe».<br />

«Allora sono insieme a umani?»<br />

224


«No. Ash detesta gli umani. La vorrà portare in qualche<br />

luogo nel Mondo delle Tenebre, un luogo in cui lui è<br />

un pezzo grosso. E <strong>la</strong> città più vicina control<strong>la</strong>ta dal<br />

Mondo delle Tenebre è Las Vegas».<br />

Phil rimase a bocca aperta. Las Vegas? Control<strong>la</strong>ta dal<br />

Mondo delle Tenebre? Provò l’improvviso impulso <strong>di</strong> ridere.<br />

Certo, era possibile, naturalmente. «E io ho sempre<br />

pensato che fosse control<strong>la</strong>ta dal<strong>la</strong> mafia», commentò.<br />

«Lo è», replicò gravemente James, svoltando sul<strong>la</strong><br />

rampa del<strong>la</strong> superstrada. «Solo <strong>di</strong> genere <strong>di</strong>verso».<br />

«Ma, senti, aspetta. Las Vegas è una grande città».<br />

«Non proprio, in realtà. E comunque, non importa. So<br />

dove sono. Perché non tutti i miei cugini sono <strong>vampiri</strong>.<br />

Alcune sono streghe».<br />

Phil aggrottò <strong>la</strong> fronte. «Ah sì? E come hai fatto?»<br />

«Io non ho fatto niente. Ci hanno pensato i miei bisnonni,<br />

circa quattrocento anni fa. Hanno eseguito il rito<br />

del legame <strong>di</strong> sangue con una famiglia <strong>di</strong> streghe. Le<br />

streghe non sono effettivamente mie cugine; non sono<br />

parenti. Sono cugine acquisite; famiglia <strong>di</strong> adozione.<br />

Probabilmente non penseranno neanche che Poppy possa<br />

essere un vampiro illegale. Ed è lì che sta andando Ash».<br />

«Sono parenti acquisite», <strong>di</strong>sse Ash a Poppy. Erano a<br />

bordo del<strong>la</strong> vecchia Mercedes dorata <strong>dei</strong> Rasmussen che,<br />

secondo Ash, <strong>la</strong> zia Maddy aveva tanto insistito per prestargli.<br />

«Non sospetteranno <strong>di</strong> te. E le streghe non rie-<br />

225


scono a in<strong>di</strong>viduare un neovampiro, come fanno i <strong>vampiri</strong>».<br />

Poppy fissava l’orizzonte lontano. Era sera, e un sole<br />

rosso stava ca<strong>la</strong>ndo lentamente alle loro spalle.<br />

Tutt’intorno si estendeva un paesaggio sconosciuto e misterioso:<br />

non <strong>di</strong> un monotono colore bruno, come Poppy<br />

si sarebbe aspettata dal deserto. Più verde spento, con<br />

chiazze grigiastre.<br />

Gli alberi <strong>di</strong> yucca avevano un loro singo<strong>la</strong>re fascino:<br />

non aveva mai visto piante che sembrassero formate da<br />

tentacoli.<br />

Quasi ogni forma <strong>di</strong> vegetazione era munita <strong>di</strong> spine.<br />

Si prestava bene, come luogo d’esilio. Poppy sentì <strong>di</strong> essersi<br />

<strong>la</strong>sciata alle spalle non solo <strong>la</strong> sua vecchia vita, ma<br />

anche tutto quel che le era familiare sul<strong>la</strong> Terra.<br />

«Avrò cura <strong>di</strong> te», le <strong>di</strong>sse premurosamente Ash.<br />

Poppy non battè ciglio.<br />

<strong>Il</strong> Nevada apparve a Phil come una fi<strong>la</strong> <strong>di</strong> luci che<br />

bril<strong>la</strong>vano nell’oscurità davanti a loro. Man mano che si<br />

avvicinavano al confine, le luci si rive<strong>la</strong>vano insegne al<br />

neon con messaggi intermittenti, <strong>la</strong>mpeggianti, sfolgoranti.<br />

Whishy Pete’s, annunciavano. Buffalo Bill’s. Prima<br />

Donna.<br />

E un tipo con una reputazione da dongiovanni stava<br />

portando Poppy in quel posto?<br />

226


«Accelera», <strong>di</strong>sse a James appena si <strong>la</strong>sciarono le luci<br />

alle spalle e si addentrarono in un deserto buio e monotono.<br />

«An<strong>di</strong>amo. Questa macchina può fare i centocinquanta».<br />

«Eccoci. Las Vegas», esordì Ash, come se l’intera<br />

città fosse un regalo per lei. Poppy però non vide una<br />

città, soltanto un chiarore <strong>di</strong> nuvole davanti a loro, una<br />

luna crescente. Ma appena <strong>la</strong> superstrada curvò, si accorse<br />

che non era <strong>la</strong> Luna, ma il riflesso delle luci del<strong>la</strong><br />

città. Las Vegas era una piscina sfavil<strong>la</strong>nte in una conca<br />

piatta, in mezzo alle montagne.<br />

Suo malgrado, Poppy provò un senso <strong>di</strong> eccitazione.<br />

Aveva sempre desiderato vedere il mondo. Luoghi lontani.<br />

Terre esotiche. E sarebbe stato perfetto – se solo<br />

James fosse stato con lei. Più da vicino, tuttavia, <strong>la</strong> città<br />

non era affatto quel<strong>la</strong> gemma che si vedeva risplendere<br />

da lontano. Ash uscì dal<strong>la</strong> superstrada, e Poppy si trovò<br />

in un mondo <strong>di</strong> colori, luci e movimento – e <strong>di</strong> cattivo<br />

gusto.<br />

«La Strip», le annunciò Ash. «Sai, dove si trovano<br />

tutti i casinò. Non esiste un altro posto come questo».<br />

«Ci scommetto», replicò Poppy, guardandosi intorno<br />

meravigliata. Su un <strong>la</strong>to del<strong>la</strong> strada torreggiava un hotel:<br />

un’enorme piramide nera con l’ingresso <strong>di</strong>feso da una<br />

sfinge a grandezza naturale, che <strong>la</strong>nciava raggi <strong>la</strong>ser dagli<br />

227


occhi. Sull’altro <strong>la</strong>to uno squallido motel che esibiva<br />

l’insegna «Camere a 18 dol<strong>la</strong>ri».<br />

«Così questo è il Mondo delle Tenebre», <strong>di</strong>sse con una<br />

punta <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertito cinismo che <strong>la</strong> fece sentire molto<br />

adulta.<br />

«Ma no, questo è per i turisti», <strong>di</strong>sse Ash. «Ma rende<br />

bene e ti offre tante occasioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento. Ti mostrerò<br />

anche il vero Mondo delle Tenebre, comunque.<br />

Prima, voglio fare un salto dalle mie cugine».<br />

Poppy considerò l’idea <strong>di</strong> <strong>di</strong>rgli che non voleva che lui<br />

le facesse conoscere il Mondo delle Tenebre. Qualcosa<br />

nel modo <strong>di</strong> fare <strong>di</strong> Ash cominciava a infasti<strong>di</strong>r<strong>la</strong>. Si<br />

comportava come se fossero al loro primo appuntamento<br />

e non come se <strong>la</strong> stesse accompagnando verso l’esilio.<br />

Ma è l’unica persona che conosco qui, realizzò Poppy<br />

con un deprimente senso <strong>di</strong> vuoto allo stomaco. E non<br />

aveva denaro o altro con sé – nemmeno <strong>di</strong>ciotto dol<strong>la</strong>ri<br />

per quel sor<strong>di</strong>do motel.<br />

E c’era qualcosa <strong>di</strong> più grave. Ormai era da un po’ che<br />

aveva fame, e cominciava a mancarle il respiro. Ma<br />

adesso non era quell’animale trasformato e irriflessivo<br />

che era stata <strong>la</strong> sera prima. Non voleva attaccare nessun<br />

essere umano lungo <strong>la</strong> strada.<br />

«Siamo arrivati», le comunicò Ash. Erano in una traversa<br />

buia, non certo affol<strong>la</strong>ta come <strong>la</strong> Strip. Fermò <strong>la</strong><br />

macchina in un vicolo. «Ok, fammi solo control<strong>la</strong>re che<br />

siano in casa».<br />

228


Su entrambi i <strong>la</strong>ti si ergevano e<strong>di</strong>fici con i muri in <strong>la</strong>terizio.<br />

In alto, un intrico <strong>di</strong> cavi elettrici oscurava il cielo.<br />

Ash bussò a una porta incassata nel muro – una porta<br />

senza manopo<strong>la</strong> esterna. Non c’era alcuna targa, solo<br />

graffiti rozzamente tracciati con lo spray. Rappresentavano<br />

una dalia nera.<br />

Poppy fissò un cassonetto e tentò <strong>di</strong> gestire il proprio<br />

respiro. Inspira, espira. Lentamente e profondamente. Ok,<br />

l’aria c’è. Forse non sembra, ma l’aria c’è.<br />

La porta si aprì e Ash le fece cenno <strong>di</strong> avvicinarsi.<br />

«Questa è Poppy», <strong>la</strong> presentò, cingendo<strong>la</strong> con un<br />

braccio, mentre <strong>la</strong> ragazza entrava con passo incerto. <strong>Il</strong><br />

locale aveva l’aria <strong>di</strong> un negozio – erbe, candele e cristalli.<br />

E un sacco <strong>di</strong> altre strane cose che Poppy non riconobbe.<br />

Articoli per streghe.<br />

«E queste sono le mie cugine. Lei è B<strong>la</strong>ise, e questa è<br />

Thea». B<strong>la</strong>ise era una bellissima ragazza piena <strong>di</strong> curve e<br />

con una massa <strong>di</strong> capelli neri. Thea era più snel<strong>la</strong> e<br />

bionda. Le loro figure continuavano a confondersi, <strong>la</strong> vista<br />

<strong>di</strong> Poppy era sempre più annebbiata.<br />

«Salve», <strong>di</strong>sse, il saluto più cor<strong>di</strong>ale che riuscì a imbastire.<br />

«Ash, cosa c’è che non va? Sembra che stia male.<br />

Cosa le hai fatto?». Thea stava guardando Poppy con gli<br />

occhi castani pieni <strong>di</strong> comprensione.<br />

«Eh? Niente», rispose Ash, sorpreso, come se avesse<br />

notato lo stato <strong>di</strong> Poppy solo in quel momento. Poppy<br />

229


immaginò che non dovesse essere uno che si preoccupava<br />

per il <strong>di</strong>sagio altrui. «Ha fame, suppongo. Dovremo<br />

fare una scappata fuori e nutrirci…».<br />

«Oh, no, non è possibile. Non qui vicino. Per <strong>di</strong> più,<br />

non credo che possa farce<strong>la</strong>», <strong>di</strong>sse Thea. «An<strong>di</strong>amo,<br />

Poppy. Farò <strong>la</strong> donatrice, per questa volta».<br />

Prese Poppy per un braccio e <strong>la</strong> condusse <strong>di</strong>etro una<br />

tenda <strong>di</strong> perline, in un’altra stanza. Poppy si <strong>la</strong>sciò guidare.<br />

Non riusciva più a pensare – e aveva <strong>la</strong> mascel<strong>la</strong><br />

superiore dolorante. Persino <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> nutrire le stimo<strong>la</strong>va<br />

i canini.<br />

Ho bisogno… devo…<br />

Ma non sapeva come. Vide <strong>la</strong> propria immagine confusa,<br />

riflessa nello specchio: occhi argentei e feroci canini.<br />

Non voleva trasformarsi <strong>di</strong> nuovo in un animale e<br />

saltare al<strong>la</strong> go<strong>la</strong> <strong>di</strong> Thea. E non poteva chiederle cosa doveva<br />

fare – si sarebbe tra<strong>di</strong>ta come neovampiro. Rimase<br />

in pie<strong>di</strong>, tremante, incapace <strong>di</strong> muoversi.<br />

230


Capitolo 15<br />

«An<strong>di</strong>amo, è tutto a posto», <strong>la</strong> incoraggiò Thea. Dimostrava<br />

<strong>la</strong> stessa età <strong>di</strong> Poppy, ma aveva un modo <strong>di</strong><br />

fare accorto e garbato che le conferiva una certa autorità.<br />

«Sie<strong>di</strong>ti. Qui». Fece accomodare Poppy su un logoro <strong>di</strong>vano<br />

e le offrì il polso. Poppy lo fissò per un istante e poi<br />

si ricordò.<br />

James le aveva dato il proprio sangue dal polso. Ecco<br />

come si faceva. In modo amichevole e civile.<br />

In<strong>di</strong>viduò le vene <strong>di</strong> un pallido azzurro sotto <strong>la</strong> pelle.<br />

E quel<strong>la</strong> vista spazzò via ogni esitazione. L’istinto prese<br />

il sopravvento, e afferrò il braccio <strong>di</strong> Thea. Poi si accorse<br />

che stava bevendo.<br />

Calda dolcezza sa<strong>la</strong>ta. Vita. Sollievo dal dolore. Era<br />

così buono che avrebbe voluto gridare dal<strong>la</strong> gioia. Non<br />

c’era da stupirsi che i <strong>vampiri</strong> o<strong>di</strong>assero gli umani, pensò<br />

vagamente. Gli umani non dovevano cacciare per procurarsi<br />

questo delizioso alimento; ne erano già pieni.<br />

Ma – fece notare un’altra parte del<strong>la</strong> sua mente – Thea<br />

non era un’umana. Era una strega. Strano, perché il suo<br />

sangue aveva proprio quel sapore. Ogni senso <strong>di</strong> Poppy<br />

era pronto a confermarlo.<br />

231


Quin<strong>di</strong> le streghe sono umane, ma umane con speciali<br />

poteri, concluse Poppy. Interessante.<br />

Dovette sforzarsi per mantenere il controllo e capire<br />

quando fermarsi. Ma ci riuscì. Lasciò andare il polso <strong>di</strong><br />

Thea e si appoggiò allo schienale, lievemente imbarazzata,<br />

leccandosi le <strong>la</strong>bbra e i denti. Non aveva il coraggio<br />

<strong>di</strong> incontrare lo sguardo <strong>di</strong> Thea.<br />

Solo allora si rese conto <strong>di</strong> aver protetto i propri pensieri<br />

per tutto il tempo. Non aveva creato una comunicazione<br />

mentale, come era accaduto con James quando si<br />

erano scambiati il sangue. Così era già riuscita a control<strong>la</strong>re<br />

un potere da vampiro. Più in fretta <strong>di</strong> quanto James o<br />

Ash potessero prevedere.<br />

E adesso si sentiva bene. Così piena <strong>di</strong> energia da aver<br />

voglia <strong>di</strong> esibirsi nel<strong>la</strong> danza popo<strong>la</strong>re o<strong>la</strong>ndese. Abbastanza<br />

sicura <strong>di</strong> sé da sorridere a Thea.<br />

«Grazie», le <strong>di</strong>sse.<br />

Le sorrise a sua volta, come se trovasse Poppy stravagante<br />

o bizzarra, ma simpatica. Non sembrò avere sospetti.<br />

«Non c’è <strong>di</strong> che», <strong>di</strong>sse, piegando il polso e accennando<br />

una smorfia.<br />

Per <strong>la</strong> prima volta Poppy fu in grado <strong>di</strong> guardarsi intorno.<br />

La stanza aveva più l’aria <strong>di</strong> un soggiorno che del<br />

retro <strong>di</strong> un negozio. Accanto al <strong>di</strong>vano c’erano un televisore<br />

e varie se<strong>di</strong>e. All’estremità opposta, un tavolo con<br />

candele e bastoncini d’incenso che bruciavano.<br />

232


«Questa è <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> per <strong>la</strong> <strong>di</strong>dattica», spiegò Thea. «È qui<br />

che <strong>la</strong> nonna fa gli incantesimi e permette agli studenti <strong>di</strong><br />

assistere».<br />

«E dall’altra parte c’è il negozio», azzardò cautamente<br />

Poppi, non volendo esporsi troppo.<br />

Thea non parve sorpresa. «Sì. Forse penserai che non<br />

ci siano abbastanza streghe in circo<strong>la</strong>zione per mandare<br />

avanti un negozio, ma in realtà vengono da tutto il Paese.<br />

Nonna è famosa. E i suoi studenti comprano un sacco <strong>di</strong><br />

roba».<br />

Poppy annuì, mostrandosi giustamente colpita. Non<br />

osò porre altre domande, ma quel senso <strong>di</strong> freddo che<br />

provava nel cuore si attenuò un pochino. Non tutti i<br />

membri del Popolo delle Tenebre erano sgradevoli e<br />

malvagi. Sentì che avrebbe potuto <strong>di</strong>ventare amica <strong>di</strong><br />

quel<strong>la</strong> ragazza, se ne avesse avuto l’opportunità. Forse<br />

sarebbe riuscita a sopravvivere nel Mondo delle Tenebre,<br />

dopo tutto.<br />

«Be’, grazie ancora», mormorò a bassa voce.<br />

«Non <strong>di</strong>rlo neanche. Ma non <strong>la</strong>sciare che Ash ti faccia<br />

esaurire le energie fino a questo punto. Lui è così irresponsabile».<br />

«Così mi offen<strong>di</strong>, Thea. Davvero», s’intromise Ash. Si<br />

era materializzato sul<strong>la</strong> soglia, sollevando i fili <strong>di</strong> perle<br />

del<strong>la</strong> tenda con una mano. «Ma a proposito, anche io mi<br />

sento un po’ fiacco…». Inarcò le sopracciglia con aria<br />

sorniona.<br />

233


«Va a farti un bagno nel Lago Mead, Ash», replicò<br />

dolcemente Thea.<br />

Ash assunse un’espressione innocente e desiderosa.<br />

«Solo un morsetto. Uno spuntino. Un sorso», insistette.<br />

«Hai una go<strong>la</strong> così deliziosamente bianca…».<br />

«Chi?», <strong>di</strong>sse B<strong>la</strong>ise, aprendosi un varco nell’altra<br />

metà del<strong>la</strong> tenda. A Poppy parve che avesse par<strong>la</strong>to solo<br />

per attirare l’attenzione su <strong>di</strong> sé. Si fermò al centro del<strong>la</strong><br />

stanza e mosse i lunghi capelli neri, con l’aria <strong>di</strong> una ragazza<br />

abituata a essere ammirata.<br />

«Entrambe», precisò ga<strong>la</strong>ntemente Ash. Poi parve ricordarsi<br />

del<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> Poppy. «E, naturalmente, questa<br />

picco<strong>la</strong> sognatrice è tutta deliziosamente bianca».<br />

<strong>Il</strong> sorriso <strong>di</strong> B<strong>la</strong>ise si trasformò in un’espressione<br />

ostile. Fissò Poppy, a lungo e attentamente. Con avversione<br />

– e qualcos’altro.<br />

Sospetto. Crescente sospetto.<br />

Poppy lo sentì. I pensieri <strong>di</strong> B<strong>la</strong>ise erano luminosi, taglienti<br />

e infi<strong>di</strong>, come aguzzi cocci <strong>di</strong> vetro.<br />

All’improvviso B<strong>la</strong>ise sorrise <strong>di</strong> nuovo e si rivolse ad<br />

Ash: «Immagino che siate venuti per <strong>la</strong> festa», <strong>di</strong>sse.<br />

«No. Quale festa?».<br />

La ragazza sospirò in un modo che fece risaltare<br />

l’ampia scol<strong>la</strong>tura del<strong>la</strong> blusa. «La festa del solstizio,<br />

naturalmente. Thierry darà un grande party. Ci saranno<br />

tutti».<br />

234


Ash parve tentato. Nel<strong>la</strong> fioca luce del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica<br />

i suoi occhi bril<strong>la</strong>rono in modo sinistro. Scosse <strong>la</strong> testa.<br />

«No, non faremo in tempo. Mi spiace. Ho intenzione<br />

<strong>di</strong> mostrare <strong>la</strong> città a Poppy».<br />

«Be’, potete venire al party più tar<strong>di</strong>. Andrà avanti sicuramente<br />

fin dopo <strong>la</strong> mezzanotte». B<strong>la</strong>ise stava fissando<br />

Ash con una strana insistenza. <strong>Il</strong> giovane si morse un<br />

<strong>la</strong>bbro, poi scosse <strong>di</strong> nuovo <strong>la</strong> testa e sorrise.<br />

«Be’, forse», <strong>di</strong>sse. «Vedrò come si mettono le cose».<br />

Poppy intuì che le sue parole nascondevano altri significati.<br />

Un messaggio inespresso sembrò correre tra lui e<br />

B<strong>la</strong>ise. Ma non era telepatico, e Poppy non potè coglierlo.<br />

«Ok, <strong>di</strong>vertitevi, <strong>di</strong>sse Thea, e rivolse a Poppy un rapido<br />

sorriso mentre Ash <strong>la</strong> accompagnava fuori.<br />

Ash scrutò <strong>la</strong> Strip che si allungava davanti a loro. «Se<br />

ci sbrighiamo potremo assistere all’eruzione del vulcano»,<br />

<strong>di</strong>sse. Poppy gli <strong>di</strong>ede un’occhiata, ma non approfondì<br />

l’argomento.<br />

Invece, gli domandò: «Cos’è <strong>la</strong> festa del solstizio?»<br />

«<strong>Il</strong> solstizio d’estate. <strong>Il</strong> giorno più lungo dell’anno. È<br />

un giorno <strong>di</strong> festa per il Popolo delle Tenebre. Come il<br />

Giorno del<strong>la</strong> Marmotta per gli umani».<br />

«Perché?»<br />

235


«Oh, lo è da sempre. Ha qualcosa <strong>di</strong> magico, sai. Ti<br />

porterei al<strong>la</strong> festa, ma sarebbe troppo rischioso. Thierry è<br />

un vampiro Anziano». Poi aggiunse: «Ecco il vulcano».<br />

Era un vulcano. Di fronte all’hotel. Cascate d’acqua<br />

scrosciavano lungo i suoi fianchi e luci rosse balenavano<br />

fuori dal cono. Ash parcheggiò in doppia fi<strong>la</strong>.<br />

«Da qui avremo un’ottima vista», <strong>di</strong>sse. «Como<strong>di</strong><br />

come a casa».<br />

<strong>Il</strong> vulcano cominciò a bronto<strong>la</strong>re. Davanti agli occhi<br />

increduli <strong>di</strong> Poppy, una colonna <strong>di</strong> fuoco schizzò fuori<br />

dal cratere. Fuoco vero. Poi le cascate s’incen<strong>di</strong>arono.<br />

Fiamme rosse e oro si allungarono lungo i fianchi <strong>di</strong> roccia<br />

nera, riempiendo il <strong>la</strong>go che circondava <strong>la</strong> base del<br />

cono.<br />

«Esaltante vero?», sussurrò Ash, molto vicino<br />

all’orecchio <strong>di</strong> Poppy.<br />

«Be’, è…».<br />

«Emozionante?», continuò a chiedere. «Stimo<strong>la</strong>nte?<br />

Travolgente?». <strong>Il</strong> suo braccio si stava insinuando sulle<br />

spalle <strong>di</strong> Poppy, e <strong>la</strong> voce era dolcemente ipnotica.<br />

Poppy non <strong>di</strong>sse nul<strong>la</strong>.<br />

«Sai», mormorò Ash, «vedrai molto meglio se ti sposti<br />

da questa parte. Non mi dà fasti<strong>di</strong>o se ci stringiamo». <strong>Il</strong><br />

braccio <strong>la</strong> stava spingendo gentilmente, ma inesorabilmente,<br />

più vicino a lui. <strong>Il</strong> suo respiro le arruffò i capelli.<br />

Poppy gli <strong>di</strong>ede una violenta gomitata nello stomaco.<br />

236


«Ehi!», gemette il ragazzo. Gli ho fatto male, pensò<br />

Poppy. Bene.<br />

Ritirò il braccio e le rivolse uno sguardo addolorato.<br />

«Perché l’hai fatto?»<br />

«Perché mi andava», <strong>di</strong>sse Poppy senza mezzi termini.<br />

Fremeva <strong>di</strong> sangue nuovo ed era pronta a combattere.<br />

«Senti, Ash, non cosa ti abbia fatto pensare che io sia <strong>la</strong><br />

tua ragazza. Ma toglitelo subito dal<strong>la</strong> testa».<br />

Ash piegò il capo e fece un sorriso sgradevole. «È solo<br />

perché non mi conosci abbastanza», suggerì. «Quando ci<br />

conosceremo meglio…».<br />

«No. Mai. Non m’interessano gli altri ragazzi. Se non<br />

posso avere James…». Dovette interrompersi per control<strong>la</strong>re<br />

<strong>la</strong> voce. «Non voglio nessun altro», <strong>di</strong>sse apertamente.<br />

«Nessuno».<br />

«Be’, non adesso, forse, ma…».<br />

«Mai». Non sapeva come spiegare quel che provava.<br />

Poi ebbe un’idea. «Conosci il principio dell’anima gemel<strong>la</strong>?».<br />

Ash aprì <strong>la</strong> bocca e poi <strong>la</strong> richiuse. La riaprì ancora:<br />

«Oh, no. Non quelle fesserie».<br />

«Sì. James è <strong>la</strong> mia anima gemel<strong>la</strong>. Mi spiace se ti<br />

sembra stupido, ma è <strong>la</strong> verità».<br />

<strong>Il</strong> ragazzo si portò una mano al<strong>la</strong> fronte e cominciò a<br />

ridere. «Stai <strong>di</strong>cendo sul serio».<br />

«Sì».<br />

«Ed è <strong>la</strong> tua ultima paro<strong>la</strong>».<br />

237


«Sì».<br />

Rise ancora, sospirò e alzò gli occhi al cielo. «Ok. Ok.<br />

Avrei dovuto saperlo». Continuò a ridacchiare, con una<br />

sfumatura <strong>di</strong> autoderisione.<br />

Poppy si sentì sollevata. Aveva temuto che si sarebbe<br />

sentito offeso o contrariato – o che si sarebbe comportato<br />

in modo ignobile. Nonostante il suo fascino, Poppy avvertiva<br />

in lui una sorta <strong>di</strong> freddezza nascosta sotto <strong>la</strong> superficie,<br />

come un fiume ghiacciato.<br />

Ma adesso sembrava <strong>di</strong> buon umore. «Ok», <strong>di</strong>sse.<br />

«Allora se le re<strong>la</strong>zioni amorose non sono nel menù, an<strong>di</strong>amo<br />

al<strong>la</strong> festa».<br />

«Credevo che avessi detto che era troppo rischioso».<br />

Agitò una mano. «Era una picco<strong>la</strong> bugia. Per averti<br />

tutta per me». La guardò <strong>di</strong> sottecchi. «Scusa».<br />

Poppy esitò. Non ci teneva ad andare a quel party. Ma<br />

non voleva neanche restare so<strong>la</strong> con Ash.<br />

«Forse potresti riaccompagnarmi dalle tue cugine».<br />

«Saranno uscite», <strong>di</strong>sse. «Sono sicuro che ormai sono<br />

andate al party. Oh, an<strong>di</strong>amo, sarà <strong>di</strong>vertente. Conce<strong>di</strong>mi<br />

l’opportunità <strong>di</strong> farmi perdonare».<br />

Sottili volute <strong>di</strong> inquietu<strong>di</strong>ne si stavano agitando dentro<br />

Poppy. Ma Ash sembrava così pentito e convincente…<br />

e poi, aveva forse altra scelta?<br />

«Ok», <strong>di</strong>sse al<strong>la</strong> fine. «Ma solo per poco».<br />

Ash le rivolse un sorriso abbagliante. «Solo per poco»,<br />

confermò.<br />

238


«Quin<strong>di</strong> potrebbero essere ovunque lungo <strong>la</strong> Strip»,<br />

<strong>di</strong>sse James.<br />

Thea sospirò. «Mi spiace. Avrei dovuto capire che<br />

Ash stava architettando qualcosa. Ma portarti via <strong>la</strong> ragazza…».<br />

Alzò le mani, scandalizzata. «Per quel che<br />

vale, lei non sembrava partico<strong>la</strong>rmente coinvolta. Se Ash<br />

aveva in mente <strong>di</strong> provarci, riceverà una bel<strong>la</strong> sorpresa».<br />

Sì, pensò James, e <strong>la</strong> riceverà anche lei. Poppy serviva<br />

al cugino solo finchè lui pensava <strong>di</strong> poter giocare con lei.<br />

Una volta resosi conto che non poteva…<br />

Non volle fermarsi a pensare a cosa sarebbe accaduto.<br />

Una breve visita all’Anziano più vicino, suppose.<br />

<strong>Il</strong> cuore gli martel<strong>la</strong>va nel petto, e aveva un fasti<strong>di</strong>oso<br />

ronzio nelle orecchie.<br />

«B<strong>la</strong>ise è andata con loro?», domandò.<br />

«No, è andata al<strong>la</strong> festa del solstizio. Ha cercato <strong>di</strong><br />

convincere Ash, ma lui ha detto che voleva mostrare <strong>la</strong><br />

città a Poppy». Si fermò a riflettere, alzando un <strong>di</strong>to.<br />

«Aspetta – potresti dare un’occhiata al party. Ash ha<br />

detto che forse ci avrebbe fatto un salto più tar<strong>di</strong>».<br />

James indugiò un altro istante, imponendosi <strong>di</strong> respirare.<br />

Poi riprese, con estrema gentilezza: «E chi dà questo<br />

party?»<br />

«Thierry Descouedres. Organizza sempre una grande<br />

festa per l’occasione».<br />

«Ed è un Anziano».<br />

«Come?»<br />

239


«Niente. Non importa». James si avviò all’uscita.<br />

«Grazie per l’aiuto. Ti farò sapere».<br />

«James…». Lo guardò con un senso <strong>di</strong> impotenza.<br />

Vuoi entrare e sederti per un po’. Non hai una bel<strong>la</strong><br />

cera…».<br />

«Sto bene», <strong>la</strong> rassicurò, già fuori dal<strong>la</strong> porta.<br />

Appena risalito in macchina, <strong>di</strong>sse: «Ora puoi tirarti<br />

su».<br />

Phillip emerse da sotto il se<strong>di</strong>le posteriore. «Cos’è<br />

successo? Sei stato via un sacco <strong>di</strong> tempo».<br />

«Credo <strong>di</strong> sapere dove si trova Poppy».<br />

«Cre<strong>di</strong>?»<br />

«Sta’ zitto, Phil». Non aveva energia per litigare. Era<br />

interamente concentrato su Poppy.<br />

«Ok, allora dov’è?».<br />

James rispose soppesando ogni paro<strong>la</strong>. «Adesso è, o ci<br />

andrà più tar<strong>di</strong>, a un party. Una festa in grande, piena <strong>di</strong><br />

<strong>vampiri</strong>. E vi parteciperà almeno un Anziano. <strong>Il</strong> luogo<br />

ideale per denunciar<strong>la</strong>».<br />

Phil restò senza fiato. «E tu pensi che Ash abbia intenzione<br />

<strong>di</strong> andarci?»<br />

«So che Ash ha intenzione <strong>di</strong> andarci».<br />

«Allora dobbiamo fermarlo».<br />

«Forse è troppo tar<strong>di</strong>».<br />

240


Era uno strano party. Poppy si stupì nel vedere quanto<br />

fossero giovani gli invitati. C’erano solo pochi, spora<strong>di</strong>ci<br />

adulti, e molti adolescenti.<br />

«Trasformati in <strong>vampiri</strong>», si premurò <strong>di</strong> spiegarle Ash.<br />

Poppy ricordò quel che le aveva detto James: chi viene<br />

trasformato in vampiro conserverà sempre l’età che<br />

aveva al momento del<strong>la</strong> morte, mentre le <strong>la</strong>mie possono<br />

smettere <strong>di</strong> invecchiare in qualsiasi momento. Allora James<br />

avrebbe potuto crescere finchè avesse voluto, mentre<br />

lei sarebbe rimasta per sempre una se<strong>di</strong>cenne. Non che<br />

avesse importanza. Se volevano vivere insieme, potevano<br />

restare entrambi giovani – a meno che lui non desiderasse<br />

altrimenti.<br />

Ma era curioso vedere un tipo che <strong>di</strong>mostrava <strong>di</strong>ciannove<br />

anni par<strong>la</strong>re seriamente con un ragazzino che ne<br />

poteva avere quattro. <strong>Il</strong> piccolo era adorabile, con luci<strong>di</strong><br />

capelli neri e occhi leggermente allungati, ma nel<strong>la</strong> sua<br />

espressione c’era qualcosa <strong>di</strong> innocente e <strong>di</strong> crudele allo<br />

stesso tempo.<br />

«Ve<strong>di</strong>amo, quel<strong>la</strong> è Circe. Una strega rinomata. E<br />

quel<strong>la</strong> è Sekhmet, una mutaforma. Ti consiglio <strong>di</strong> non<br />

far<strong>la</strong> arrabbiare», <strong>di</strong>sse allegramente Ash. Lui e Poppy<br />

erano in una picco<strong>la</strong> anticamera, che si affacciava sul<strong>la</strong><br />

sa<strong>la</strong> principale del<strong>la</strong> casa, situata più in basso. Più che<br />

una casa, era un vero e proprio pa<strong>la</strong>zzo: era <strong>la</strong> più sfarzosa<br />

residenza privata che Poppy avesse mai visto – ed<br />

era stata a Bel Air e a Beverly Hills.<br />

241


«Ok», commentò <strong>di</strong>strattamente Poppy, guardando<br />

nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione in<strong>di</strong>catale. Vide due ragazze alte e avvenenti,<br />

ma non capì chi fosse una e chi l’altra.<br />

«E quello è Thierry, il nostro ospite. È un Anziano».<br />

Un Anziano? <strong>Il</strong> tipo che Ash le stava in<strong>di</strong>cando non<br />

<strong>di</strong>mostrava più <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciannove anni. Era splen<strong>di</strong>do, come<br />

tutti i <strong>vampiri</strong>, alto e biondo, e me<strong>di</strong>tabondo. Aveva<br />

un’aria malinconica.<br />

«Quanti anni ha?»<br />

«Oh, l’ho <strong>di</strong>menticato. Fu morso da una mia antenata<br />

tanto tempo fa. Risale al tempo delle caverne».<br />

Poppy pensò che stesse scherzando. Ma forse no.<br />

«Cosa fanno <strong>di</strong> preciso gli Anziani?»<br />

«Fissano le regole. E badano che <strong>la</strong> gente le rispetti.<br />

Un inquietante sorriso aleggiò sulle <strong>la</strong>bbra <strong>di</strong> Ash quando<br />

si girò a guardare Poppy.<br />

Con gli occhi neri <strong>di</strong> un serpente.<br />

Poppy in<strong>di</strong>etreggiò prontamente. Ma Ash <strong>la</strong> seguì, con<br />

altrettanta rapi<strong>di</strong>tà. La ragazza vide una porta sul <strong>la</strong>to opposto<br />

dell’anticamera e si <strong>di</strong>resse da quel<strong>la</strong> parte. La aprì<br />

e si trovò su un terrazzo.<br />

Con un’occhiata valutò l’altezza rispetto al suolo. Ma<br />

prima che potesse fare un’altra mossa, Ash l’aveva afferrata<br />

per un braccio.<br />

Non lottare ancora, fu il consiglio <strong>di</strong>sperato del<strong>la</strong> sua<br />

mente. Lui è forte. Aspetta un’occasione favorevole.<br />

242


Riuscì a calmarsi un pochino e affrontò lo sguardo misterioso<br />

<strong>di</strong> Ash. «Mi hai portata qui».<br />

«Sì».<br />

«Per consegnarmi».<br />

«Sì».<br />

Le sorrise.<br />

«Ma perché?».<br />

Ash reclinò <strong>la</strong> testa e rise. Una risata piacevole, melo<strong>di</strong>osa,<br />

che procurò a Poppy un senso <strong>di</strong> nausea.<br />

«Tu sei un’umana», <strong>di</strong>sse. «O dovresti esserlo. James<br />

non avrebbe mai dovuto fare quel che ha fatto».<br />

<strong>Il</strong> cuore le batteva all’impazzata, ma <strong>la</strong> mente era stranamente<br />

lucida. Forse aveva sempre intuito quali fossero<br />

le vere intenzioni <strong>di</strong> Ash. Forse era ad<strong>di</strong>rittura <strong>la</strong> cosa<br />

giusta da fare. Se non poteva vivere con James né con <strong>la</strong><br />

propria famiglia, che importanza aveva tutto il resto? Desiderava<br />

realmente far parte del Mondo delle Tenebre, se<br />

era pieno <strong>di</strong> gente come B<strong>la</strong>ise e Ash?<br />

«Quin<strong>di</strong> non ti’importa niente <strong>di</strong> James», concluse.<br />

«Sei <strong>di</strong>sposto a metterlo in pericolo pur <strong>di</strong> liberarti <strong>di</strong><br />

me».<br />

Ash considerò le sue parole, poi fece un ampio sorriso:<br />

«James sa badare a se stesso», commentò.<br />

Era quel<strong>la</strong> l’unica filosofia <strong>di</strong> Ash. Ognuno bada a se<br />

stesso, e nessuno aiuta gli altri.<br />

243


«E anche B<strong>la</strong>ise ne era al corrente», dedusse Poppy.<br />

«Sapeva cosa avevi intenzione <strong>di</strong> fare e non gliene importava<br />

nul<strong>la</strong>».<br />

«Poche cose toccano B<strong>la</strong>ise», <strong>di</strong>sse Ash. Stava per aggiungere<br />

qualcos’altro, quando Poppy capì che era quel<strong>la</strong><br />

l’occasione favorevole.<br />

Gli <strong>di</strong>ede un calcio, forte, e simultaneamente si girò<br />

cercando <strong>di</strong> scavalcare <strong>la</strong> ringhiera del terrazzo.<br />

«Resta qui», <strong>di</strong>sse James a Phil, prima ancora <strong>di</strong> fermare<br />

<strong>la</strong> macchina. Erano davanti a un’imponente casa signorile<br />

circondata da palme. James spa<strong>la</strong>ncò <strong>la</strong> portiera,<br />

ma si prese tempo per ripetere all’amico: «Resta qui.<br />

Qualunque cosa accada, non entrare in quel<strong>la</strong> casa. E se<br />

qualcuno che non sia io si accosta al<strong>la</strong> macchina, metti in<br />

moto e vattene».<br />

«Ma…».<br />

«Fallo e basta, Phil! Se non vuoi scoprire <strong>di</strong> persona<br />

cosa sia <strong>la</strong> morte – stasera».<br />

James si <strong>la</strong>nciò in una corsa folle. Era troppo assorto<br />

nei propri pensieri per sentire il rumore <strong>di</strong> una portiera<br />

che si apriva <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui.<br />

«E <strong>di</strong>re che sembravi una ragazza così delicata», boccheggiò<br />

Ash. Le aveva bloccato le braccia <strong>di</strong>etro <strong>la</strong><br />

schiena e stava tentando <strong>di</strong> tenersi fuori dal<strong>la</strong> portata <strong>dei</strong><br />

suoi calci. «No, no. Adesso smetti<strong>la</strong>».<br />

244


Era troppo forte per lei. Non c’era niente che Poppy<br />

potesse fare. A poco a poco <strong>la</strong> stava trascinando in<strong>di</strong>etro<br />

nell’anticamera.<br />

Tanto vale che ti arren<strong>di</strong>, le consigliò <strong>la</strong> mente. È inutile.<br />

Sei spacciata.<br />

S’immaginò l’intera scena: trascinata al cospetto <strong>di</strong><br />

tutti quegli eleganti e attraenti esponenti del Popolo delle<br />

Tenebre, e smascherata. Immaginò i loro occhi impietosi.<br />

Quel tipo dall’aria malinconica le sarebbe andato vicino e<br />

il suo volto avrebbe perso quell’aria triste e pensierosa.<br />

Sarebbe <strong>di</strong>ventato crudele. I denti allungati, un balenio<br />

argenteo negli occhi. Poi avrebbe ringhiato – e colpito.<br />

E sarebbe stata <strong>la</strong> fine <strong>di</strong> Poppy.<br />

Forse non era quel<strong>la</strong> <strong>la</strong> procedura, forse nel Mondo<br />

delle Tenebre giustiziavano in altro modo i criminali. Ma<br />

non sarebbe stato piacevole comunque.<br />

“Ma non vi renderò il compito facile!”, pensò Poppy.<br />

Lo comunicò al<strong>la</strong> mente <strong>di</strong> Ash, scaricandogli addosso<br />

tutta <strong>la</strong> propria rabbia, il dolore e <strong>la</strong> perfi<strong>di</strong>a. Istintivamente.<br />

Come un ragazzino che fa le bizze e grida.<br />

Ma ottenne un effetto che <strong>di</strong> solito le grida non raggiungono.<br />

Ash sussultò, perdendo quasi <strong>la</strong> presa sulle sue braccia.<br />

Fu solo un ce<strong>di</strong>mento momentaneo, ma <strong>di</strong>ede a<br />

Poppy il tempo <strong>di</strong> spa<strong>la</strong>ncare gli occhi per <strong>la</strong> sorpresa.<br />

L’ho ferito! L’ho ferito!<br />

245


Nello stesso istante smise <strong>di</strong> <strong>di</strong>vinco<strong>la</strong>rsi. Concentrò<br />

tutte le proprie energie in un’esplosione mentale. Un pensiero-bomba.<br />

LASCIAMI, MALEDETTO VISCIDO VAMPIRO!<br />

Ash barcollò. Poppy ritentò, questa volta convogliando<br />

nel proprio pensiero <strong>la</strong> forza del getto d’acqua <strong>di</strong><br />

una manichetta, <strong>di</strong> corrente d’aria d’alta quota…<br />

LASCIAMIIIIIIII!<br />

<strong>Il</strong> vampiro mollò <strong>la</strong> presa. Poi, mentre Poppy esauriva<br />

le energie, fece un goffo tentativo <strong>di</strong> riacciuffar<strong>la</strong>.<br />

«Non credo sia una buona idea», <strong>di</strong>sse una voce dura<br />

come l’acciaio. Poppy guardò nell’anticamera e vide James.<br />

<strong>Il</strong> cuore le balzò nel petto e poi, senza neanche accorgersene,<br />

era fra le sue braccia.<br />

Oh, James, come sei riuscito a trovarmi?<br />

Ma lui continuava a ripeterle: Stai bene?<br />

«Sì», <strong>di</strong>sse al<strong>la</strong> fine Poppy ad alta voce. Era una gioia<br />

indescrivibile essere <strong>di</strong> nuovo insieme a lui, sentire il<br />

calore del suo abbraccio. Era come risvegliarsi da un incubo<br />

e trovarsi davanti agli occhi il volto sorridente del<strong>la</strong><br />

mamma. Nascose il viso sul petto del ragazzo.<br />

«Sei sicura <strong>di</strong> stare bene?»<br />

«Sì, sì».<br />

«Perfetto. Allora aspetta un attimo che elimino questo<br />

bastardo e poi an<strong>di</strong>amo».<br />

246


Era assolutamente serio. Poppy percepì <strong>la</strong> sua determinazione<br />

in ogni pensiero, in ogni muscolo e ten<strong>di</strong>ne<br />

del suo corpo. Voleva ucciderlo.<br />

Sollevò <strong>la</strong> testa al suono del<strong>la</strong> risata <strong>di</strong> Ash.<br />

«Bene, dovrebbe essere una bel<strong>la</strong> gara, comunque»,<br />

<strong>di</strong>sse.<br />

No, pensò Poppy. Ash era infido e pericoloso, e <strong>di</strong><br />

pessimo umore. E anche se James l’avesse battuto, sarebbe<br />

rimasto ferito. Anche se lei avesse combattuto a<br />

fianco <strong>di</strong> James, non ne sarebbe uscito illeso.<br />

«An<strong>di</strong>amocene», suggerì a James. «Subito». Aggiunse<br />

in silenzio: Credo che voglia trattenerci qui finchè non<br />

intervenga qualcuno degli invitati.<br />

«No, no», <strong>di</strong>sse Ash, con una sfumatura <strong>di</strong> gioia maligna<br />

nel<strong>la</strong> voce. «Sistemiamo <strong>la</strong> faccenda fra <strong>vampiri</strong>».<br />

«Direi <strong>di</strong> no», ansimò una voce familiare. Poppy girò<br />

<strong>di</strong> scatto <strong>la</strong> testa. A cavallo del<strong>la</strong> ringhiera del terrazzo,<br />

impolverato ma trionfante, c’era Phil.<br />

«Ascolti mai quel che ti si <strong>di</strong>ce?», lo apostrofò James.<br />

«Bene, bene», <strong>di</strong>sse Ash. «Un umano nel<strong>la</strong> casa <strong>di</strong> un<br />

Anziano. Che cosa ne faremo?»<br />

«Senti, amico», <strong>di</strong>sse Phil, ancora senza fiato, pulendosi<br />

le mani. «Non so chi sei né su quale cavallo hai<br />

puntato. Ma è mia sorel<strong>la</strong> quel<strong>la</strong> su cui hai messo le mani<br />

addosso, e quin<strong>di</strong> ho tutto il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> romperti <strong>la</strong> faccia».<br />

Seguì una pausa in cui Poppy, James e Ash rimasero a<br />

guardarlo. La pausa si protrasse. Poppy avvertì un im-<br />

247


provviso, irrefrenabile impulso <strong>di</strong> scoppiare a ridere. E si<br />

reso conto che James stava cercando <strong>di</strong>speratamente <strong>di</strong><br />

soffocare una risata.<br />

Ash esaminò Phil dal<strong>la</strong> testa ai pie<strong>di</strong>, poi <strong>la</strong>nciò<br />

un’occhiata <strong>di</strong> traverso a James.<br />

«Questo ragazzo capisce qualcosa <strong>di</strong> <strong>vampiri</strong>?», volle<br />

sapere.<br />

«Oh, ma certo», rispose soavemente James.<br />

«E vuole spaccarmi <strong>la</strong> faccia?»<br />

«Già», intervenne Phil, e fece scrocchiare le <strong>di</strong>ta.<br />

«Cosa c’è <strong>di</strong> così sorprendente?».<br />

Ci fu un’altra pausa. Poppy sentì che James era scosso<br />

da impercettibili fremiti. Risate represse. Al<strong>la</strong> fine James<br />

<strong>di</strong>sse, in tono meravigliosamente serio: «Phil <strong>di</strong>venta<br />

molto suscettibile quando gli toccano <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>».<br />

Ash tornò a guardare Phil, poi James, e infine Poppy.<br />

«Be’… voi siete in tre», <strong>di</strong>sse.<br />

«Già, siamo in tre», ripetè James, adesso realmente serio.<br />

Spietato.<br />

«Quin<strong>di</strong> suppongo <strong>di</strong> essere in svantaggio. D’accordo,<br />

mi arrendo». Alzò le mani in segno <strong>di</strong> resa. «Coraggio,<br />

fi<strong>la</strong>te. Non combatterò».<br />

«E non ci denuncerai», aggiunse James. Non era una<br />

semplice domanda.<br />

«Non ne avevo comunque intenzione», <strong>di</strong>sse Ash producendosi<br />

nel<strong>la</strong> sua espressione più can<strong>di</strong>da e ingenua.<br />

«So che cre<strong>di</strong> che io abbia portato qui Poppy per sma-<br />

248


scherar<strong>la</strong>, ma non mi sarei mai spinto fino a questo. Mi<br />

stavo solo <strong>di</strong>vertendo. Era tutto uno scherzo».<br />

«Oh, ma certo», <strong>di</strong>sse Phil.<br />

«Risparmiati le menzogne», <strong>di</strong>sse James.<br />

Ma Poppy, stranamente, non era così sicura. Continuava<br />

a guardare i gran<strong>di</strong> occhi <strong>di</strong> Ash – i suoi gran<strong>di</strong> occhi<br />

vio<strong>la</strong> – e sentì il dubbio agitarsi irrequieto dentro <strong>di</strong><br />

sé.<br />

Era <strong>di</strong>fficile capire Ash, lo era stato fin dall’inizio.<br />

Forse perché voleva sempre <strong>di</strong>re proprio quel che aveva<br />

detto – o forse perché non voleva mai <strong>di</strong>re quel che aveva<br />

detto. In ogni caso, era <strong>la</strong> persona più irritante, frustrante,<br />

impossibile che avesse mai incontrato.<br />

«Ok, adesso ce ne an<strong>di</strong>amo», <strong>di</strong>sse James. «Attraverseremo<br />

tranquil<strong>la</strong>mente questa picco<strong>la</strong> stanza e il salone<br />

giù in basso, e non ci fermeremo per nessun motivo –<br />

Phillip. A meno che tu non preferisca tornare per <strong>la</strong><br />

strada da cui sei venuto», aggiunse.<br />

Phil scosse <strong>la</strong> testa. James strinse <strong>di</strong> nuovo a sé Poppy,<br />

poi si voltò a guardare Ash.<br />

«Sai, tu non hai mai voluto veramente bene a nessuno»,<br />

<strong>di</strong>sse al cugino. «Ma un giorno ti capiterà, e soffrirai.<br />

Soffrirai – molto».<br />

Ash gli restituì lo sguardo, e Poppy non lesse nul<strong>la</strong> nei<br />

suoi occhi mutevoli. Ma appena James si voltò per andarsene,<br />

gli <strong>di</strong>sse: «Penso che tu sia un pessimo profeta. Ma<br />

249


<strong>la</strong> tua ragazza invece se <strong>la</strong> cava molto bene. Forse un<br />

giorno vorrai chiederle <strong>dei</strong> suoi sogni».<br />

James si immobilizzò, accigliato. «Come?»<br />

«E tu, picco<strong>la</strong> sognatrice, forse dovresti esaminare<br />

bene il tuo albero genealogico. Hai un urlo veramente<br />

acuto». Le rivolse un sorriso affascinante. «Ad<strong>di</strong>o per<br />

ora.»<br />

James rimase fermo qualche minuto a fissare il cugino,<br />

che sostenne tranquil<strong>la</strong>mente il suo sguardo. Poppy<br />

contò i battiti del proprio cuore mentre i due giovani si<br />

scrutavano, immobili.<br />

Poi James si scosse lievemente e guidò Poppy verso<br />

l’anticamera. Phil li seguì a ruota.<br />

Uscirono dal<strong>la</strong> casa con estrema calma. Nessuno cercò<br />

<strong>di</strong> fermarli.<br />

Ma Poppy non si sentì al sicuro finchè non furono in<br />

strada.<br />

«Cosa voleva <strong>di</strong>re con quell’uscita sul tuo albero genealogico?»,<br />

le domandò Phil dal se<strong>di</strong>le posteriore.<br />

James gli <strong>la</strong>nciò uno strano sguardo, e gli rispose con<br />

una domanda. «Phil, come sapevi dove trovare Poppy<br />

dentro quel<strong>la</strong> casa? L’avevi vista sul balcone?»<br />

«No, l’ho sentita ur<strong>la</strong>re».<br />

Poppy si girò a guardare il fratello.<br />

James chiese ancora: «Che hai sentito?»<br />

«L’urlo. L’urlo <strong>di</strong> Poppy. “Lasciami, maledetto viscido<br />

vampiro”».<br />

250


Poppy si rivolse a James. «Lui è stato in grado <strong>di</strong> sentirlo?<br />

Pensavo <strong>di</strong> ur<strong>la</strong>re contro Ash. L’hanno sentito tutti<br />

al<strong>la</strong> festa?»<br />

«No»<br />

«Ma allora…».<br />

James <strong>la</strong> interruppe. «Di quale sogno par<strong>la</strong>va Ash?»<br />

«Un sogno che ho fatto», rispose Poppy, sconcertata.<br />

«L’ho segnato prima <strong>di</strong> incontrarlo <strong>di</strong> persona».<br />

L’espressione sul volto <strong>di</strong> James si fece davvero<br />

strana. «Oh, davvero?»<br />

«Sì, James, <strong>di</strong> cosa si tratta? Cosa voleva <strong>di</strong>re, perché<br />

dovrei esaminare il mio albero genealogico?»<br />

«Voleva <strong>di</strong>re che tu – e Phil – non siete umani, in fin<br />

<strong>dei</strong> conti. Da qualche parte, fra i vostri antenati, c’è una<br />

strega».<br />

251


Capitolo 16<br />

«Ma stai scherzando?», <strong>di</strong>sse Poppy.<br />

Phil era rimasto a bocca aperta.<br />

«No, sono perfettamente serio. Sei una strega del secondo<br />

tipo. Ricor<strong>di</strong> quel che ti ho detto?»<br />

«Esistono streghe che sono consapevoli del loro retaggio<br />

e vengono istruite – e quelle che non lo sono. Che<br />

hanno comunque <strong>dei</strong> poteri. E gli umani le chiamano…».<br />

«Sensitive!», <strong>di</strong>sse James, in coro con Poppy. «Soggetti<br />

telepatici. Chiaroveggenti», proseguì da solo. La<br />

voce sospesa tra il pianto e il riso. «Poppy, tu sei così.<br />

Per questo hai imparato così presto <strong>la</strong> telepatia. Per questo<br />

hai avuto sogni premonitori».<br />

«E per questo Phil mi ha sentita», aggiunse Poppy.<br />

«Oh, no», <strong>di</strong>sse Phil. «Io no, dai».<br />

«Phil, voi siete gemelli», intervenne James. «Avete gli<br />

stessi antenati. Guarda in faccia <strong>la</strong> realtà, sei uno stregone.<br />

Ecco perché non riuscivo a control<strong>la</strong>re <strong>la</strong> tua<br />

mente».<br />

«Oh, no», ripetè Phil. «No». Si abbandonò contro lo<br />

schienale del se<strong>di</strong>le. «No», <strong>di</strong>sse ancora, ma con meno<br />

convinzione.<br />

252


«Ma da quale linea genealogica l’abbiamo ere<strong>di</strong>tato?»,<br />

si chiese Poppy.<br />

«Da quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> papà. Senza dubbio». La voce proveniente<br />

dal se<strong>di</strong>le posteriore suonò molto fiacca.<br />

«Be’, sembrerebbe logico, ma…».<br />

«È <strong>la</strong> verità. Non ti ricor<strong>di</strong> che papà raccontava sempre<br />

che vedeva cose strane? Che sognava qualcosa prima<br />

che accadesse? E, Poppy, ti ha sentito gridare nel tuo sogno.<br />

Quando stavi chiamando James. James ti ha sentita,<br />

anche io, e anche papà».<br />

«Questo conferma tutto. Oh, e spiega altre cose riguardo<br />

al<strong>la</strong> nostra famiglia – tutte le volte che abbiamo<br />

avuto sensazioni, intuizioni, cose così. Persino tu hai<br />

delle intuizioni, Phil».<br />

«Sentivo che James nascondeva qualcosa <strong>di</strong> raccapricciante,<br />

e avevo ragione».<br />

«Phil…».<br />

«E forse anche in altre circostanze», continuò Phil<br />

preso dal <strong>di</strong>scorso. «Questo pomeriggio ho sentito che<br />

era James che stava arrivando in auto. Pensavo <strong>di</strong> avere<br />

semplicemente un buon orecchio per i motori».<br />

Poppy fremeva <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> stupore, ma non riusciva a<br />

comprendere James: il vampiro era assolutamente raggiante.<br />

Pieno <strong>di</strong> incredu<strong>la</strong> euforia, che Poppy avvertiva<br />

nell’aria come un volo <strong>di</strong> stelle fi<strong>la</strong>nti e fuochi d’artificio.<br />

«Che c’è, James?»<br />

253


«Poppy, non capisci?». James battè le mani sul vo<strong>la</strong>nte,<br />

entusiasta. «Significa che anche prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />

un vampiro, tu eri una Creatura delle Tenebre. Una<br />

strega non <strong>di</strong>chiarata. Hai tutto il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> conoscere il<br />

Mondo delle Tenebre. Vi appartieni».<br />

<strong>Il</strong> mondo si era capovolto e Poppy non riusciva a respirare.<br />

Al<strong>la</strong> fine sussurrò: «Oh…».<br />

«E vi apparteniamo entrambi. Nessuno può separarci.<br />

Non dobbiamo più nasconderci».<br />

«Oh…», sussurrò <strong>di</strong> nuovo Poppy. Poi <strong>di</strong>sse: «James,<br />

accosta <strong>la</strong> macchina. Voglio darti un bacio».<br />

Quando furono ripartiti, Phil chiese: «Ma dove andrete,<br />

adesso? Poppy non può venire a casa».<br />

«Lo so», <strong>di</strong>sse Poppy a bassa voce. Ormai se ne era<br />

fatta una ragione. Per lei non c’era più ritorno; <strong>la</strong> vecchia<br />

vita era finita. Non c’era altro da fare che costruirne una<br />

nuova.<br />

«E non potete vagabondare da un luogo all’altro»,<br />

continuò Phil, con tenace insistenza.<br />

«Non lo faremo», replicò Poppy tranquil<strong>la</strong>mente.<br />

«Andremo da papà».<br />

Era perfetto. Poppy sentì James che pensava. Ma<br />

certo. Sarebbero andati da lui, il padre sempre in ritardo,<br />

sempre privo <strong>di</strong> senso pratico, sempre affettuoso. Suo<br />

padre: lo stregone che non sapeva <strong>di</strong> esserlo. Che proba-<br />

254


ilmente pensava <strong>di</strong> essere pazzo quando i suoi poteri si<br />

manifestavano.<br />

Avrebbe offerto loro un posto dove stare, e questo era<br />

tutto quello <strong>di</strong> cui avevano bisogno. Di questo, e <strong>di</strong> stare<br />

insieme. L’intero Mondo delle Tenebre si sarebbe aperto<br />

davanti a loro, ogni volta che avessero voluto esplorarlo.<br />

Forse sarebbero tornati a far visita a Thea. Forse avrebbero<br />

bal<strong>la</strong>to a una delle feste <strong>di</strong> Thierry.<br />

«Cioè, se riusciamo a trovare papà», precisò Poppy,<br />

improvvisamente al<strong>la</strong>rmata.<br />

«Certo che puoi», <strong>la</strong> rassicurò Phil. «Ieri sera è ripartito<br />

in aereo, ma ha <strong>la</strong>sciato un in<strong>di</strong>rizzo. Per <strong>la</strong> prima<br />

volta».<br />

«Forse in qualche modo l’aveva previsto», commentò<br />

James.<br />

<strong>Il</strong> viaggio proseguì per un po’ in silenzio, poi Phil si<br />

schiarì <strong>la</strong> go<strong>la</strong> e <strong>di</strong>sse: «Sentite, ho pensato una cosa. Non<br />

voglio aver niente a che fare con il Mondo delle Tenebre,<br />

capite – non m’importa quale sia il mio retaggio. Voglio<br />

solo vivere <strong>la</strong> mia vita umana – e voglio che sia chiaro a<br />

tutti…».<br />

«Per noi è chiaro, Phil», lo interruppe James. «Cre<strong>di</strong>mi.<br />

Nessuno nel Mondo delle Tenebre ha intenzione <strong>di</strong><br />

costringerti a farne parte. Puoi vivere da umano purchè<br />

eviti il Popolo delle Tenebre e tieni <strong>la</strong> bocca chiusa».<br />

«Ok. Perfetto. Ma ecco cosa ho pensato. Ancora non<br />

approvo i <strong>vampiri</strong>, ma mi è passato per <strong>la</strong> mente che<br />

255


forse non tutti sono così malvagi come sembrano. Voglio<br />

<strong>di</strong>re, i <strong>vampiri</strong> non trattano il loro cibo peggio degli<br />

umani. Se pensi a quel che facciamo alle vacche… almeno<br />

i <strong>vampiri</strong> non allevano gli uomini in recinti».<br />

«Non ci scommetterei», <strong>di</strong>sse James, <strong>di</strong> colpo serio.<br />

«Ho sentito voci sui tempi andati…».<br />

«Devi sempre fare obiezioni, eh? Ma ho pensato anche<br />

che siete parte del<strong>la</strong> Natura, e <strong>la</strong> Natura non si può cambiare.<br />

Non è sempre gradevole, ma… bè, è <strong>la</strong> Natura, e<br />

non c’è altro da <strong>di</strong>re». Concluse con tono mesto. «Forse<br />

non ha senso».<br />

«Per me sì», <strong>di</strong>sse James, convinto. «E… grazie».<br />

Fece una pausa per <strong>la</strong>nciare un’occhiata <strong>di</strong> apprezzamento<br />

a Phil. Poppy sentì le <strong>la</strong>crime bruciarle gli occhi.<br />

Se Phil riconosce che siamo parte del<strong>la</strong> Natura, pensò,<br />

allora non ci considera più <strong>dei</strong> mostri.<br />

Significava molto per lei.<br />

«Bene, sapete», <strong>di</strong>sse Poppy, «anch’io stavo pensando.<br />

E mi è venuto in mente che forse esistono altri<br />

mo<strong>di</strong> per nutrirsi oltre ad assalire gli umani quando meno<br />

se lo aspettano. Gli animali, per esempio. C’è qualche ragione<br />

per cui il loro sangue non dovrebbe bastare?»<br />

«Non è <strong>la</strong> stessa cosa del sangue umano», rispose James.<br />

«Ma è una possibilità. Io mi sono nutrito da animali.<br />

<strong>Il</strong> cervo è buono. <strong>Il</strong> coniglio <strong>di</strong>screto. L’opossum è <strong>di</strong>sgustoso».<br />

256


«E poi ci sono alcune persone <strong>di</strong>sposte a prestarsi<br />

come donatori. Thea lo ha fatto per me. Potremmo chiedere<br />

al altre streghe».<br />

«Forse», <strong>di</strong>sse James. D’un tratto sorrise. «Ho conosciuto<br />

una strega, in città, che era estremamente <strong>di</strong>sponibile.<br />

Si chiama Gisèle. Ma non puoi chiederglielo ogni<br />

giorno, sai. Devi <strong>la</strong>sciare al donatore il tempo per riprendersi».<br />

«Lo so, ma forse potremmo alternare. Un giorno animali<br />

e un altro streghe. Ehi, magari licantropi nei finesettimana!»<br />

«Piuttosto morderei un opossum», commentò sarcastico<br />

James.<br />

Poppy gli <strong>di</strong>ede un pugno sul braccio. «<strong>Il</strong> punto è che<br />

forse non dobbiamo essere per forza orribili mostri succhiasangue.<br />

Forse possiamo essere rispettabili mostri<br />

succhiasangue».<br />

«Forse», replicò calmo James, con una punta <strong>di</strong> malinconia.<br />

«Senti, senti», si intromise Phil dal se<strong>di</strong>le posteriore.<br />

«E possiamo farlo insieme», Poppy <strong>di</strong>sse a James. <strong>Il</strong> ragazzo<br />

<strong>di</strong>stolse gli occhi dal<strong>la</strong> strada e le sorrise. E non<br />

c’era niente <strong>di</strong> malinconico nel suo sguardo. Né <strong>di</strong>stacco,<br />

né mistero, né reticenza.<br />

«Insieme», ripetè ad alta voce. E aggiunse mentalmente:<br />

Non vedo l’ora. Con i tuoi poteri telepatici – ti<br />

ren<strong>di</strong> conto <strong>di</strong> quel che potremo fare, vero?<br />

257


Poppy lo guardò sbalor<strong>di</strong>ta, poi sentì montare dentro<br />

<strong>di</strong> sé un’ondata <strong>di</strong> gioia effervescente che quasi <strong>la</strong> fece<br />

schizzare fuori dal<strong>la</strong> macchina. Oh, James – lo pensi<br />

davvero?<br />

Ne sono certo. L’unica cosa che rende lo scambio del<br />

sangue così speciale è il fatto che incrementa <strong>la</strong> telepatia.<br />

Ma tu non hai bisogno <strong>di</strong> alcun incremento – tu, picco<strong>la</strong><br />

sognatrice.<br />

Poppy si abbandonò sul se<strong>di</strong>le tentando <strong>di</strong> calmare i<br />

battiti del proprio cuore.<br />

Avrebbero potuto ancora unire lo loro menti. Ogni<br />

volta che avessero voluto. Già lo immaginava: indugiare<br />

nel<strong>la</strong> mente <strong>di</strong> James, sentendo i loro pensieri abbandonarsi<br />

gli uni agli altri.<br />

Fondersi come due gocce d’acqua. Insieme, in un<br />

modo che gli umani non potranno mai conoscere.<br />

Anche io non vedo l’ora, gli <strong>di</strong>sse. Credo che essere<br />

una strega finirà per piacermi.<br />

Phil si schiarì <strong>la</strong> go<strong>la</strong>. «Se voi due desiderate un po’<br />

d’intimità…».<br />

«Non possiamo aver<strong>la</strong>», ribattè James. «Non con te fra<br />

i pie<strong>di</strong>, ovviamente».<br />

«Non posso evitarlo», <strong>di</strong>sse Phil senza mezzi termini.<br />

«Siete voi che ur<strong>la</strong>te».<br />

«Non stiamo ur<strong>la</strong>ndo. Sei tu che stai ficcando il naso».<br />

«Fate<strong>la</strong> finita, tutti e due», <strong>di</strong>sse Poppy. Ma si sentì<br />

invadere da un’ondata <strong>di</strong> caldo entusiasmo. Non potè fare<br />

258


a meno <strong>di</strong> aggiungere: «Allora, se sei <strong>di</strong>sposto a concederci<br />

un po’ <strong>di</strong> privacy, vuol <strong>di</strong>re che ti fi<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>la</strong>sciare<br />

James solo con tua sorel<strong>la</strong>…».<br />

«Non ho detto questo».<br />

«Non era necessario», <strong>di</strong>sse Poppy.<br />

Era felice.<br />

Era molto tar<strong>di</strong>, il giorno dopo. Quasi mezzanotte.<br />

L’ora delle streghe. Poppy si trovava in un luogo che<br />

pensava non avrebbe mai più rivisto: <strong>la</strong> stanza <strong>di</strong> sua madre.<br />

James <strong>la</strong> stava aspettando fuori con il portabagagli carico<br />

<strong>di</strong> roba, compresa una grande valigia piena <strong>dei</strong> CD <strong>di</strong><br />

Poppy, consegnati <strong>di</strong> nascosto da Phil. Entro pochi minuti<br />

sarebbero partiti verso <strong>la</strong> costa orientale, da suo padre.<br />

Ma prima, c’era qualcosa che Poppy doveva fare.<br />

Scivolò silenziosamente verso il grande letto, silenziosa<br />

come un’ombra, per non <strong>di</strong>sturbare i due dormienti.<br />

Si fermò accanto al<strong>la</strong> figura immobile del<strong>la</strong> mamma.<br />

Abbassò lo sguardo su <strong>di</strong> lei e cominciò a par<strong>la</strong>rle con<br />

<strong>la</strong> mente.<br />

So che pensi sia un sogno, mamma. So che non cre<strong>di</strong><br />

negli spiriti. Ma volevo <strong>di</strong>rti che sto bene. Sto bene e<br />

sono felice, e anche se non compren<strong>di</strong>, ti prego, cerca <strong>di</strong><br />

crederci. Solo per questa volta, cre<strong>di</strong> in quel che non<br />

puoi vedere.<br />

259


Si prese una pausa, poi aggiunse: Ti voglio bene,<br />

mamma. Te ne vorrò sempre.<br />

Quando <strong>la</strong>sciò <strong>la</strong> stanza, <strong>la</strong> madre era ancora addormentata<br />

– e sorrideva.<br />

Fuori, Phil <strong>la</strong> aspettava accanto al<strong>la</strong> Integra. Poppy lo<br />

strinse forte e il fratello restituì l’abbraccio.<br />

«Ad<strong>di</strong>o», sussurrò, e salì in macchina.<br />

James sporse <strong>la</strong> mano fuori dal finestrino e <strong>la</strong> tese a<br />

Phil, che <strong>la</strong> strinse senza esitazioni.<br />

«Grazie», gli <strong>di</strong>sse James. «Di tutto».<br />

«No, grazie a te», sorrise Phil, le <strong>la</strong>bbra scosse da un<br />

tremito. «Abbi cura <strong>di</strong> lei… e <strong>di</strong> te». Fece un passo in<strong>di</strong>etro,<br />

sbattendo le palpebre.<br />

Poppy gli mandò un bacio. Poi lei e James si allontanarono<br />

insieme nel<strong>la</strong> notte.<br />

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p. 2 Capitolo 1<br />

8 Capitolo 2<br />

23 Capitolo 3<br />

39 Capitolo 4<br />

54 Capitolo 5<br />

71 Capitolo 6<br />

90 Capitolo 7<br />

108 Capitolo 8<br />

126 Capitolo 9<br />

144 Capitolo 10<br />

160 Capitolo 11<br />

176 Capitolo 12<br />

192 Capitolo 13<br />

212 Capitolo 14<br />

231 Capitolo 15<br />

252 Capitolo 16<br />

INDICE<br />

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