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I diari delle streghe: L'iniziazione - Liberi di Leggere

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Lisa Jane Smith<br />

I <strong><strong>di</strong>ari</strong> <strong>delle</strong> <strong>streghe</strong><br />

<strong>L'iniziazione</strong><br />

(The Secret Circle: The Initiation, 1992)<br />

Traduzione <strong>di</strong> Paolo Falcone<br />

A mia madre, paziente e amorevole come Madre Natura<br />

A mio padre, cavaliere senza macchia e senza paura<br />

INDICE<br />

Capitolo 1...................................................................................................2<br />

Capitolo 2...................................................................................................7<br />

Capitolo 3.................................................................................................17<br />

Capitolo 4.................................................................................................25<br />

Capitolo 5.................................................................................................34<br />

Capitolo 6.................................................................................................43<br />

Capitolo 7.................................................................................................52<br />

Capitolo 8.................................................................................................62<br />

Capitolo 9.................................................................................................71<br />

Capitolo 10...............................................................................................81<br />

Capitolo 11...............................................................................................90<br />

Capitolo 12.............................................................................................100<br />

Capitolo 13............................................................................................. 111<br />

Capitolo 14.............................................................................................122<br />

Capitolo 15.............................................................................................133<br />

Capitolo 16.............................................................................................143


1<br />

Cape Cod non avrebbe dovuto essere così calda e umida. Cassie lo<br />

aveva letto sulla guida turistica; tutto avrebbe dovuto essere perfetto lì,<br />

come a Camelot.<br />

Tranne, aggiungeva <strong>di</strong>strattamente la guida, per l'edera velenosa, le<br />

zecche, i pidocchi, i molluschi tossici e le correnti sottomarine nelle acque<br />

apparentemente tranquille.<br />

La guida consigliava inoltre <strong>di</strong> non avventurarsi sulle lingue <strong>di</strong> terra che<br />

scivolavano in mare perché c'era il rischio che arrivasse l'alta marea e ti<br />

trascinasse via. In quel preciso istante, però, Cassie avrebbe dato qualsiasi<br />

cosa pur <strong>di</strong> trovarsi arenata in qualche penisola in mezzo all'oceano<br />

Atlantico, sempre che Portia Bainbridge rimanesse dall'altra parte del<br />

mondo.<br />

Non era mai stata così infelice in vita sua.<br />

«...e l'altro mio fratello, quello del gruppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito del MIT e che due<br />

anni fa ha partecipato al torneo <strong>di</strong> Dibattito mon<strong>di</strong>ale in Scozia...», stava<br />

<strong>di</strong>cendo Portia. Cassie sentì gli occhi chiudersi e scivolò <strong>di</strong> nuovo<br />

nell'apatia. Entrambi i fratelli <strong>di</strong> Portia frequentavano il MIT con risultati<br />

eccellenti, tanto nel campo intellettuale che in quello sportivo. Portia non<br />

era da meno, anche se stava per iscriversi soltanto al primo anno del liceo,<br />

come Cassie. E, visto che l'argomento preferito <strong>di</strong> Portia era Portia,<br />

nell'ultimo mese non aveva fatto altro che parlare <strong>di</strong> sé a Cassie.<br />

«...e dopo che lo scorso anno mi sono classificata al quinto posto al<br />

National Forensic League Championship per la sezione <strong>di</strong> <strong>di</strong>zione<br />

improvvisata, il mio ragazzo ha detto: "Be', <strong>di</strong>venterai un'eroina<br />

americana..."».<br />

"Un'altra settimana", pensò Cassie. "Solo un'altra settimana e tornerò a<br />

casa". Il pensiero le provocò una tale nostalgia che le vennero le lacrime<br />

agli occhi. A casa, dove vivevano i suoi amici, dove non si sentiva<br />

un'estranea e un'analfabeta noiosa e stupida solo perché non sapeva cosa<br />

fosse un quahog. Dove avrebbe riso <strong>di</strong> tutto questo: la sua meravigliosa<br />

vacanza sulla costa orientale.<br />

«...così mio padre ha detto: "Perché non lasci semplicemente che io te lo<br />

compri?". Ma io gli ho detto: "No... be', magari..."».<br />

Cassie fissava il mare.<br />

Non che Cape Cod fosse un brutto posto. I cottage con i tetti in cedro, le<br />

palizzate bianche ricoperte <strong>di</strong> rose, le se<strong>di</strong>e a dondolo <strong>di</strong> vimini sui portici<br />

e i gerani che pendevano dalle travi, erano deliziosi come quelli che si<br />

2


vedono in cartolina. E i prati, le chiese con gli alti campanili e gli e<strong>di</strong>fici<br />

scolastici all'antica davano a Cassie l'impressione <strong>di</strong> essere tornata in<strong>di</strong>etro<br />

nel tempo.<br />

Ogni giorno, però, c'era Portia con cui doversela vedere. E anche se tutte<br />

le notti Cassie pensava a qualche commento incre<strong>di</strong>bilmente sarcastico da<br />

rivolgerle il mattino seguente, chissà perché decideva sempre <strong>di</strong> rimandare.<br />

Di gran lunga peggiore <strong>di</strong> qualunque cosa Portia potesse farle, era la forte<br />

sensazione <strong>di</strong> non appartenenza che provava. Di essere un'estranea in quel<br />

posto, <strong>di</strong> essere approdata sulla costa sbagliata, <strong>di</strong> essere completamente<br />

fuori dal proprio elemento. Il suo piccolo appartamento californiano ormai<br />

le sembrava un luogo para<strong>di</strong>siaco.<br />

"Un'altra settimana", pensò. "Devi resistere solo un'altra settimana".<br />

E poi c'era sua madre, ultimamente così pallida e silenziosa... Cassie<br />

avvertì una morsa <strong>di</strong> preoccupazione e scacciò subito quel pensiero. "La<br />

mamma sta bene", si <strong>di</strong>sse. "È nata qui, ma anche lei, come te, non si sente<br />

a suo agio. Forse sta contando i giorni che ci separano da casa nostra,<br />

proprio come fai tu".<br />

Le cose stavano così, naturalmente, era questo il motivo per cui sua<br />

madre sembrava tanto infelice quando Cassie le <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> provare<br />

nostalgia <strong>di</strong> casa. Si sentiva in colpa per averla portata a Cape Cod, per<br />

averle fatto credere che fosse un para<strong>di</strong>so turistico. Una volta a casa, tutto<br />

si sarebbe aggiustato: per entrambe.<br />

«Cassie! Mi stai ascoltando? O stai sognando <strong>di</strong> nuovo a occhi aperti?»<br />

«Oh, sì, ti stavo ascoltando», rispose subito Cassie.<br />

«Cos'è che ho appena detto?».<br />

Cassie s'impappinò. "Ragazzi", pensò <strong>di</strong>sperata, "il gruppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito, il<br />

college, il National Forensic League...". Spesso la gente le dava della<br />

sognatrice, ma mai come da quelle parti.<br />

«Stavo <strong>di</strong>cendo che non dovrebbero permettere a certe persone <strong>di</strong> venire<br />

in spiaggia», <strong>di</strong>sse Portia. «Soprattutto se hanno un cane. Cioè, so che non<br />

siamo a Oyster Harbors, ma almeno la spiaggia è pulita. E ora, guarda».<br />

Cassie seguì lo sguardo <strong>di</strong> Portia. Tutto ciò che vedeva era un ragazzo che<br />

camminava sulla spiaggia. Si voltò verso Portia esitando.<br />

«Lavora su un peschereccio», <strong>di</strong>sse Portia tirando su col naso come<br />

annusando un cattivo odore. «L'ho visto stamattina sul molo mentre<br />

scaricava la merce da una barca. Credo che non si sia neppure cambiato i<br />

vestiti. Che soggetto sgradevole e rivoltante».<br />

A Cassie, il ragazzo non sembrava così sgradevole. Aveva i capelli rosso<br />

3


scuro, era alto, e anche a quella <strong>di</strong>stanza si vedeva che stava sorridendo.<br />

Dietro <strong>di</strong> lui c'era un cane.<br />

«Non parliamo mai con chi lavora sui pescherecci. Non li guar<strong>di</strong>amo<br />

nemmeno», <strong>di</strong>sse Portia. Cassie sapeva che era la verità. In spiaggia c'era<br />

un'altra dozzina <strong>di</strong> ragazze, in gruppi <strong>di</strong> due o tre, qualcuna in compagnia<br />

<strong>di</strong> ragazzi, la maggior parte no. Al passaggio del giovane, tutte<br />

<strong>di</strong>stoglievano lo sguardo, girando la testa dall'altra parte. Ma non era il<br />

tipico sguardo civettuolo <strong>delle</strong> ragazze che ammirano un ragazzo e poi<br />

ridacchiano con le amiche. Era un rifiuto sprezzante. Quando lui le fu<br />

abbastanza vicino, Cassie notò che il suo sorriso stava assumendo una<br />

piega amara.<br />

Le due ragazze vicino a Cassie e Portia si girarono, quasi tirando su col<br />

naso. Cassie vide che il ragazzo scrollava leggermente le spalle, come non<br />

si aspettasse altro. Non riusciva ancora a capire cosa ci fosse <strong>di</strong> tanto<br />

o<strong>di</strong>oso in lui. Indossava un paio <strong>di</strong> pantaloni logori tagliati al ginocchio e<br />

una maglietta che aveva visto giorni migliori, ma molti giovani vestivano<br />

alla stessa maniera. E il suo cane, che gli trotterellava <strong>di</strong>etro sco<strong>di</strong>nzolante,<br />

era amichevole e vivace. Non stava infastidendo nessuno. Cassie alzò la<br />

testa verso il volto del ragazzo, curiosa <strong>di</strong> vedere i suoi occhi.<br />

«Abbassa lo sguardo», bisbigliò Portia. Il ragazzo stava passando<br />

proprio davanti a loro. Cassie si affrettò a guardare per terra, obbedendo<br />

meccanicamente, ma avvertì un moto <strong>di</strong> ribellione nel cuore. Sembrava un<br />

comportamento scorretto e inutile e crudele. Si vergognava <strong>di</strong> comportarsi<br />

come le altre ragazze, <strong>di</strong> essere come loro, ma non poteva fare a meno <strong>di</strong><br />

assecondare Portia.<br />

Guardava le sue <strong>di</strong>ta che giocavano con la sabbia. Riusciva a <strong>di</strong>stinguere<br />

ogni singolo granello illuminato dai brillanti raggi del sole. Da lontano, la<br />

sabbia sembrava bianca, ma osservandola con attenzione si vedeva che era<br />

ricca <strong>di</strong> colori vivaci: granelli <strong>di</strong> mica nera e verde, frammenti <strong>di</strong><br />

conchiglie pastello, schegge <strong>di</strong> quarzo rosso come minuscoli granati. "Non<br />

è giusto", pensò, ma ovviamente il ragazzo non poteva sentirla. "Mi<br />

<strong>di</strong>spiace, tutto questo è <strong>di</strong>sonesto. Vorrei poter fare qualcosa, ma non<br />

posso".<br />

Un naso umido le spinse la mano.<br />

Cassie trasalì e un risolino le morì in gola. Il cane le spinse <strong>di</strong> nuovo la<br />

mano, reclamando la sua attenzione. Cassie lo accarezzò e gli lisciò i<br />

baffetti ispi<strong>di</strong> sul naso. Era un pastore tedesco, o almeno qualcosa <strong>di</strong><br />

simile, un grosso e bellissimo cane con occhi marroni limpi<strong>di</strong> e intelligenti<br />

4


e un muso allegro. Cassie sentì sciogliersi la rigida maschera <strong>di</strong> imbarazzo<br />

che aveva indossato fino ad allora e cominciò a ridere.<br />

Poi, incapace <strong>di</strong> trattenersi, alzò gli occhi verso il proprietario<br />

dell'animale. Incontrò il suo sguardo.<br />

In seguito, Cassie avrebbe ripensato spesso a quel momento, il momento<br />

in cui lei aveva alzato la testa verso <strong>di</strong> lui e lui aveva chinato il capo verso<br />

<strong>di</strong> lei. I suoi occhi erano tra il grigio e l'azzurro, come il mare in tempesta,<br />

misteriosi. Aveva un volto particolare: non una bellezza convenzionale, ma<br />

affascinante e intrigante, con zigomi alti e un'espressione decisa.<br />

Orgoglioso, in<strong>di</strong>pendente, arguto, sensibile: tutto allo stesso tempo. Mentre<br />

guardava Cassie, il suo sorriso amaro si addolcì e una scintilla balenò in<br />

quegli strani occhi, come il sole che risplende sulle onde.<br />

Solitamente Cassie era timida con i ragazzi, soprattutto con quelli che<br />

non conosceva, ma in questo caso aveva <strong>di</strong> fronte solo un povero mozzo<br />

che lavorava sulle navi da pesca; si sentì <strong>di</strong>spiaciuta per lui, voleva essere<br />

carina e, in realtà, non poteva farne a meno. Così, quando sentì che stava<br />

per restituirgli la stessa espressione intensa e contraccambiare il suo<br />

sorriso, non fece nulla per trattenersi. In quel momento era come se lei e il<br />

ragazzo stessero con<strong>di</strong>videndo un segreto, qualcosa che nessun altro sulla<br />

spiaggia potesse comprendere. Il cane si <strong>di</strong>menò eccitato, come se la cosa<br />

riguardasse anche lui.<br />

«Cassie», sibilò Portia, fumante <strong>di</strong> rabbia.<br />

Cassie si sentì avvampare e <strong>di</strong>stolse lo sguardo dal viso del giovane.<br />

Portia la stava squadrando furibonda.<br />

«Raj!», <strong>di</strong>sse il ragazzo. Il sorriso era sparito. «An<strong>di</strong>amo!».<br />

Con apparente riluttanza, il cane si allontanò da Cassie, ancora<br />

sco<strong>di</strong>nzolando. Poi, in una nuvola <strong>di</strong> sabbia, corse dal suo padrone. "Non è<br />

giusto", pensò <strong>di</strong> nuovo Cassie. La voce del ragazzo la fece sobbalzare.<br />

«La vita non è giusta», <strong>di</strong>sse.<br />

Scioccata, la ragazza cercò con lo sguardo il volto del giovane.<br />

I suoi occhi erano cupi come il mare in burrasca. Cassie li vide<br />

chiaramente, e per un attimo ne fu quasi spaventata, come se vi avesse<br />

visto qualcosa <strong>di</strong> proibito, qualcosa che andava ben oltre la sua<br />

comprensione. Qualcosa <strong>di</strong> potente. Qualcosa <strong>di</strong> potente e inaccessibile.<br />

Poi il ragazzo si allontanò, con il cane che gli saltellava <strong>di</strong>etro. Non si<br />

voltò più.<br />

Sbalor<strong>di</strong>ta, Cassie lo guardò andar via. Non aveva parlato ad alta voce,<br />

ne era certa. Allora lui come aveva fatto a sentirla?<br />

5


I suoi pensieri vennero interrotti bruscamente da un sibilo accanto a lei.<br />

Si fece piccola, ben sapendo cosa Portia stava per <strong>di</strong>rle. Che quel cane<br />

probabilmente aveva la rogna e le pulci, oltre ai vermi e alla scrofola. Che<br />

il suo asciugamano da mare adesso brulicava <strong>di</strong> parassiti.<br />

Portia, però, non <strong>di</strong>sse niente. Anche lei stava fissando il ragazzo e il<br />

cane che, dopo essersi arrampicati su una duna, avevano imboccato uno<br />

stretto sentiero scomparendo tra la vegetazione che lambiva la spiaggia.<br />

Benché fosse chiaramente <strong>di</strong>sgustata, c'era qualcosa sul suo volto – una<br />

sorta <strong>di</strong> lugubre attenzione e cupo sospetto che Cassie non aveva mai visto<br />

prima.<br />

«Portia, che ti succede?».<br />

Portia socchiuse gli occhi. «Credo», <strong>di</strong>sse lentamente, a labbra strette,<br />

«<strong>di</strong> averlo già visto una volta».<br />

«Lo hai visto sul molo. Me lo hai detto prima».<br />

Portia scosse la testa con impazienza. «Non quella, intendevo un'altra<br />

volta. Adesso sta' zitta e lasciami pensare».<br />

Confusa, Cassie si zittì.<br />

Portia continuava a fissare il ragazzo, e dopo qualche secondo cominciò<br />

ad annuire, piccoli cenni per confermare qualcosa a se stessa. Aveva le<br />

guance in fiamme, e non per via del sole.<br />

Improvvisamente, mentre continuava ad annuire, bisbigliò qualcosa e<br />

scattò in pie<strong>di</strong>. Adesso respirava affannosamente.<br />

«Portia?»<br />

«Devo andare, ho qualcosa da fare», <strong>di</strong>sse, stringendo la mano a Cassie<br />

senza guardarla. «Tu resta qui».<br />

«Che sta succedendo?»<br />

«Niente!». Portia le rivolse uno sguardo ostile. «Non sta succedendo<br />

niente. Dimentica tutto. Ci ve<strong>di</strong>amo dopo». Corse via, <strong>di</strong>retta verso le dune<br />

oltre le quali si trovava il cottage <strong>di</strong> proprietà della sua famiglia.<br />

Solo <strong>di</strong>eci minuti prima, Cassie avrebbe fatto i salti <strong>di</strong> gioia se Portia<br />

fosse sparita dalla circolazione e l'avesse lasciata sola. Ma adesso si<br />

accorse che la cosa non le procurava alcun piacere. Aveva la mente in<br />

subbuglio, come il mare increspato e nero prima <strong>di</strong> una burrasca. Era<br />

agitata e turbata, quasi spaventata.<br />

La cosa più strana era la parola che Portia aveva bisbigliato prima <strong>di</strong><br />

andarsene. L'aveva pronunciata con un filo <strong>di</strong> voce, e Cassie non era sicura<br />

<strong>di</strong> aver sentito bene. Doveva trattarsi certamente <strong>di</strong> qualcos'altro, qualcosa<br />

come "sega", o "strema", o "frega".<br />

6


Doveva aver sentito male. Santo cielo, non si può chiamare un ragazzo<br />

"strega"!<br />

"Adesso sta' calma", si <strong>di</strong>sse. "Non preoccuparti. Almeno Portia se n'è<br />

andata, e adesso finalmente sei sola. Don't worry, be happy!".<br />

Per qualche ragione, però, non riusciva a rilassarsi. Si alzò e raccolse<br />

l'asciugamano. Dopo esserselo avvolto intorno alla vita, s'incamminò nella<br />

<strong>di</strong>rezione presa dal ragazzo.<br />

2<br />

Quando arrivò al punto in cui il ragazzo aveva svoltato, Cassie si<br />

arrampicò sulle dune destreggiandosi nel groviglio <strong>di</strong> vegetazione<br />

selvaggia che si stendeva tutto intorno alla spiaggia. Arrivata in cima, si<br />

guardò intorno. Non c'erano che pini e querce. Nessun ragazzo. Nessun<br />

cane. Silenzio.<br />

Aveva caldo.<br />

"Va bene", si <strong>di</strong>sse, "tutto ok". Si girò verso il mare, ignorando la morsa<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e la strana sensazione <strong>di</strong> vuoto che l'attanagliarono<br />

all'improvviso. Avrebbe nuotato un po' per rinfrescarsi. I problemi <strong>di</strong> Portia<br />

non la riguardavano. In quanto al ragazzo coi capelli rossi... be',<br />

probabilmente non l'avrebbe più rivisto, e comunque neanche quello era un<br />

suo problema.<br />

Un brivido leggero le attraversò il corpo, <strong>di</strong> quelli che ti fanno chiedere<br />

se per caso non stai male. "Ho troppo caldo", decise; tanto caldo che<br />

cominciava a sentire freddo. "Ho bisogno <strong>di</strong> un bel tuffo in acqua".<br />

Il mare era freddo, perché in quel punto Cape Cod si affacciava<br />

<strong>di</strong>rettamente sull'Atlantico. Cassie s'immerse fino alle ginocchia e<br />

cominciò a camminare in acqua parallelamente alla spiaggia.<br />

Quando raggiunse un pontile, uscì dal mare e ci si arrampicò. C'erano<br />

solo tre barche: due a remi e una a motore. Il pontile era deserto.<br />

Proprio ciò <strong>di</strong> cui aveva bisogno.<br />

Sganciò la fune spessa e logora che doveva tenere lontani quelli come<br />

lei, ed entrò. Arrivò quasi in fondo alla passerella, il legno consumato da<br />

pioggia e vento che le scricchiolava sotto i pie<strong>di</strong>, l'acqua che si stendeva<br />

tutt'intorno. Quando si voltò verso la spiaggia, si accorse <strong>di</strong> essersi<br />

allontanata molto dagli altri bagnanti. Una brezza leggera le accarezzò il<br />

volto, sollevandole i capelli e facendole rabbrivi<strong>di</strong>re le gambe bagnate.<br />

All'improvviso sentì qualcosa <strong>di</strong>... indefinibile. Come un palloncino<br />

7


catturato dal vento e sollevato in aria. Si sentiva leggera, eterea. Si sentiva<br />

libera.<br />

Avrebbe voluto abbracciare il vento e l'oceano, ma non ebbe il coraggio<br />

<strong>di</strong> farlo. Non era così libera. Ma sorrise quando arrivò in fondo al pontile.<br />

Il cielo e l'oceano erano dello stesso blu zaffiro intenso, anche se il<br />

primo era più chiaro all'orizzonte, dove s'incontrava con l'acqua. Cassie<br />

pensò <strong>di</strong> riuscire a vedere chiaramente la curvatura della terra, ma doveva<br />

essere solo la sua immaginazione. Ron<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> mare e gabbiani reali<br />

danzavano in cielo.<br />

"Dovrei scrivere una poesia", pensò. A casa, sotto il letto, conservava un<br />

quaderno pieno <strong>di</strong> poesie. Le aveva mostrate a qualcuno pochissime volte,<br />

quasi mai, ma le leggeva ogni sera. In quel momento, però, non riusciva a<br />

pensare a nessuna parola.<br />

Eppure era meraviglioso trovarsi là, annusando l'odore del sale marino,<br />

sentendo il calore <strong>delle</strong> tavole <strong>di</strong> legno sotto i pie<strong>di</strong>, ascoltando il lieve<br />

infrangersi <strong>delle</strong> onde contro i piloni <strong>di</strong> legno.<br />

Era un suono ipnotico e ritmato, come il gigantesco battito car<strong>di</strong>aco del<br />

pianeta, o il suo respiro, e stranamente familiare. Quando si sedette ad<br />

ascoltare e a osservare, si accorse che il suo respiro stava rallentando. Per<br />

la prima volta da quando era arrivata nel New England, sentì <strong>di</strong><br />

appartenere a quel luogo. Era parte dell'immensità del cielo, della terra e<br />

del mare; una parte minuscola, certo, ma pur sempre una parte.<br />

Dopo un po' si rese conto che forse non era una parte così piccola. Se<br />

prima si era sentita immersa nel ritmo della terra, adesso le sembrava quasi<br />

<strong>di</strong> poterlo controllare. Era come se si fosse unita agli elementi, come se<br />

fosse in grado <strong>di</strong> dominarli. Riusciva a sentire il battito della vita del<br />

pianeta pulsare dentro <strong>di</strong> lei, intenso e profondo e vibrante. Il palpito<br />

cresceva lentamente, aumentava la tensione, come se aspettasse...<br />

qualcosa.<br />

Ma cosa?<br />

Mentre fissava il mare, le vennero alla mente alcune parole. Solo una<br />

semplice filastrocca, come quelle che impari da bambino, ma pur sempre<br />

una poesia.<br />

Cielo e mare, allontanate il male.<br />

La cosa strana era che non sembravano parole sue, ma qualcosa che<br />

aveva letto o sentito tanto tempo prima. Le sovvenne un'immagine fugace:<br />

era abbracciata a qualcuno, gli occhi rivolti all'oceano. Qualcuno la<br />

stringeva e lei sentiva <strong>delle</strong> parole.<br />

8


Cielo e mare, allontanate il male, fuoco e terra, ne ho bisogno,<br />

portatemi...<br />

"No".<br />

La pelle cominciò a formicolarle. Riusciva a percepire, in un modo fino<br />

ad allora sconosciuto, la volta del cielo, la soli<strong>di</strong>tà granitica della terra e la<br />

sterminata vastità dell'oceano, onda su onda su onda, fino all'orizzonte e<br />

oltre. Ed era come se gli elementi la stessero aspettando, osservando,<br />

ascoltando.<br />

"Non continuare", pensò. "Non <strong>di</strong>re altro". Un'improvvisa certezza<br />

irrazionale s'impossessò <strong>di</strong> lei. Fino a che non avesse pensato le ultime<br />

parole <strong>di</strong> quella poesia, era al sicuro. Tutto sarebbe rimasto come prima;<br />

sarebbe tornata a casa, alla sua vita tranquilla e or<strong>di</strong>naria, in pace. Finché<br />

fosse riuscita a non pronunciare quelle parole, tutto sarebbe andato bene.<br />

Ma la poesia continuava a girarle nella testa, come l'eco <strong>di</strong> una musica<br />

gelida in lontananza, e le ultime parole arrivarono. Non riuscì a bloccarle.<br />

Cielo e mare, allontanate il male, fuoco e terra, ne ho bisogno,<br />

portatemi... il mio sogno.<br />

"Sì".<br />

Od<strong>di</strong>o, cosa ho fatto?<br />

Fu come se un filo si fosse spezzato. Cassie si ritrovò in pie<strong>di</strong> a fissare<br />

l'oceano. Era successo qualcosa, lo aveva sentito. E ora poteva percepire<br />

gli elementi che l'abbandonavano: il legame che la univa a loro si era<br />

spezzato.<br />

Non si sentiva più libera e leggera, ma confusa e fuori fase, pervasa <strong>di</strong><br />

elettricità statica. Improvvisamente l'oceano sembrava più vasto che mai e<br />

non necessariamente benevolo. Si voltò <strong>di</strong> scatto e si <strong>di</strong>resse a riva.<br />

"I<strong>di</strong>ota", pensò, mentre si avvicinava <strong>di</strong> nuovo alla spiaggia bianca e<br />

ogni timore scivolava via. "Di cosa avevi paura? Che il cielo e il mare ti<br />

stessero davvero ascoltando? Che quelle parole avrebbero davvero fatto<br />

succedere qualcosa?".<br />

Adesso riusciva quasi a riderne, ed era imbarazzata e infasti<strong>di</strong>ta dal<br />

proprio comportamento. "Quando si <strong>di</strong>ce un'immaginazione troppo<br />

fervida", si rimproverò. Era al sicuro, e il mondo era quello <strong>di</strong> sempre. Le<br />

parole erano solo parole.<br />

Poi un movimento catturò la sua attenzione, e in seguito avrebbe sempre<br />

ricordato che la cosa non l'aveva sorpresa.<br />

Qualcosa stava succedendo. C'era del fermento a riva.<br />

Il ragazzo con i capelli rossi era sbucato tra i pini e stava scendendo <strong>di</strong><br />

9


corsa la china <strong>di</strong> una duna. Improvvisamente e inspiegabilmente calma,<br />

Cassie si affrettò per incrociarlo sulla spiaggia.<br />

Il cane correva agilmente accanto al suo padrone, guardandolo come se<br />

volesse <strong>di</strong>rgli che si stava <strong>di</strong>vertendo un mondo, che quel gioco gli piaceva<br />

tantissimo. Dall'espressione del ragazzo e dal modo in cui correva, però,<br />

Cassie capì che non stavano giocando.<br />

Il ragazzo squadrò da cima a fondo la spiaggia deserta. A un centinaio <strong>di</strong><br />

metri sulla sinistra c'era un promontorio che bloccava la visuale. Quando<br />

guardò nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Cassie, i loro sguar<strong>di</strong> s'incrociarono. Poi,<br />

girandosi <strong>di</strong> scatto, il ragazzo iniziò a correre verso il promontorio.<br />

Il cuore <strong>di</strong> Cassie batteva all'impazzata.<br />

«Aspetta!», urlò.<br />

Quello si voltò, esaminandola in fretta con i suoi occhi grigio-azzurri.<br />

«Chi ti corre <strong>di</strong>etro?», chiese Cassie, anche se credeva <strong>di</strong> saperlo.<br />

La voce del ragazzo era ferma, le sue parole essenziali: «Due tizi che<br />

sembrano i <strong>di</strong>fensori dei New York Giants».<br />

Cassie annuì, avvertendo il rumore sordo del suo cuore che accelerava.<br />

La sua voce, però, era ancora calma: «Si chiamano Jordan e Logan<br />

Bainbridge».<br />

«Ma pensa».<br />

«Li conosci?»<br />

«No. Ma pensavo potessero avere nomi simili».<br />

Ci mancò un soffio che Cassie scoppiasse a ridere. Le piaceva l'aspetto<br />

<strong>di</strong> quel ragazzo, arruffato e sveglio, ancora pieno <strong>di</strong> fiato nonostante la<br />

corsa. E le piaceva l'aria temeraria dei suoi occhi e il modo in cui<br />

scherzava anche se era in pericolo.<br />

«Raj e io avremmo potuto affrontarli, ma quelli hanno portato un paio <strong>di</strong><br />

amici», <strong>di</strong>sse voltandosi <strong>di</strong> nuovo. Poi, facendo qualche passo in<strong>di</strong>etro,<br />

aggiunse: «È meglio se pren<strong>di</strong> un'altra strada... Non sono tipi che ti<br />

piacerebbe incontrare. E sarebbe carino se facessi finta <strong>di</strong> non avermi<br />

visto».<br />

«Aspetta!», urlò Cassie.<br />

Qualunque cosa stesse succedendo non erano affari suoi... ma si ritrovò<br />

a parlare senza alcuna esitazione. C'era qualcosa in quel ragazzo, qualcosa<br />

che la spingeva ad aiutarlo.<br />

«Di là non si va da nessuna parte, è un vicolo cieco... Dietro il<br />

promontorio ci sono solo rocce. Finirai in trappola».<br />

«Ma dall'altra parte non c'è niente <strong>di</strong>etro cui possa nascondermi. Mi<br />

10


vedrebbero. Non sono molto lontani».<br />

I pensieri <strong>di</strong> Cassie frullavano veloci nella sua testa, ma all'improvviso la<br />

ragazza seppe cosa fare. «Nascon<strong>di</strong>ti nella barca».<br />

«Cosa?»<br />

«Nella barca. Nella barca a motore attraccata vicino al pontile». La<br />

in<strong>di</strong>cò con la mano. «Se ti nascon<strong>di</strong> nella cabina, non ti vedrà nessuno».<br />

Gli occhi del ragazzo seguirono i suoi. Scosse la testa. «Se scoprono che<br />

sono nascosto lì dentro, allora sì che sarò in trappola. E a Raj non piace<br />

nuotare».<br />

«Non ti troveranno», <strong>di</strong>sse Cassie. «Non si avvicineranno neppure. Dirò<br />

loro che sei scappato».<br />

La guardò, con il sorriso che gli stava morendo negli occhi. «Non<br />

capisci», bisbigliò. «Quei tizi fanno sul serio».<br />

«Non m'interessa», <strong>di</strong>sse Cassie, quasi spingendolo verso il pontile.<br />

"Presto, presto, presto", urlava una voce nella sua testa. La timidezza era<br />

sparita. Adesso le importava solo che quel ragazzo si nascondesse. «Cosa<br />

cre<strong>di</strong>, che mi picchieranno? Sono una passante innocente», <strong>di</strong>sse.<br />

«Ma...».<br />

«Oh, per favore. Non <strong>di</strong>scutere. Fallo e basta!».<br />

Il ragazzo la guardò un'ultima volta, poi si voltò e si <strong>di</strong>ede una pacca su<br />

una coscia per richiamare l'attenzione del cane. «An<strong>di</strong>amo, bello!». Corse<br />

sul pontile, saltò agilmente a bordo della barca a motore e si accucciò nella<br />

cabina, scomparendo alla vista. Il cane abbaiò e lo seguì con uno scatto<br />

straor<strong>di</strong>nario.<br />

"Zitto! ", pensò Cassie. I due nella barca ora erano ben nascosti, ma se<br />

qualcuno si fosse avventurato sul pontile li avrebbe visti senz'altro. Cassie<br />

agganciò la corda logora all'ultima bitta e bloccò l'accesso al pontile.<br />

Dopo aver dato un'occhiata frenetica in giro si <strong>di</strong>resse verso il mare ed<br />

entrò in acqua. S'inginocchiò, raccolse una manciata <strong>di</strong> sabbia e poi la<br />

lasciò scivolare tra le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong>schiuse. Un paio <strong>di</strong> piccole conchiglie le<br />

rimasero in mano. Si chinò <strong>di</strong> nuovo e prese un'altra manciata <strong>di</strong> sabbia.<br />

Fu allora che sentì <strong>delle</strong> grida che provenivano dalle dune.<br />

"Sto raccogliendo conchiglie, sto solo raccogliendo conchiglie", pensò.<br />

"Non ho bisogno <strong>di</strong> guardare che succede. Non sono affari che mi<br />

riguardano".<br />

«Ehi!».<br />

Cassie alzò la testa.<br />

Erano in quattro; i due davanti erano i fratelli <strong>di</strong> Portia. Jordan, che<br />

11


faceva parte del gruppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito, e Logan, iscritto al Club <strong>delle</strong> armi. O<br />

era il contrario?<br />

«Ehi, hai visto un tipo che correva da questa parte?», chiese Jordan.<br />

Stavano guardando in tutte le <strong>di</strong>rezioni, eccitati come cani che seguono<br />

una pista, e improvvisamente un altro verso della poesia si materializzò<br />

nella mente <strong>di</strong> Cassie. Quattro agili segugi acquattati e felici. Solo che<br />

questi quattro non erano agili, ma robusti e sudati. "E senza fiato", notò<br />

Cassie con una punta <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo.<br />

«È un'amica <strong>di</strong> Portia... Cathy», <strong>di</strong>sse Logan. «Ehi, Cathy, hai visto un<br />

tipo che correva da questa parte?».<br />

Cassie si avvicinò lentamente ai quattro con le mani piene <strong>di</strong> conchiglie.<br />

Il cuore le batteva contro la gabbia toracica con una tale forza che era<br />

sicura potessero vederlo. Aveva la lingua paralizzata.<br />

«Non riesci a parlare? Che ci fai qui?».<br />

Cassie aprì le mani e le tese verso <strong>di</strong> loro senza <strong>di</strong>re nulla.<br />

I quattro si scambiarono occhiate e grugniti, e in quel momento Cassie si<br />

rese conto <strong>di</strong> come doveva apparire a questi ragazzi in età da college: una<br />

ragazzina con banali capelli castani e occhi azzurri, una sciocca liceale<br />

californiana la cui idea <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento consisteva nel raccogliere inutili<br />

conchiglie.<br />

«Hai visto qualcuno passare <strong>di</strong> qui?», chiese Jordan, con impazienza ma<br />

lentamente, come se Cassie avesse problemi <strong>di</strong> u<strong>di</strong>to.<br />

Con la bocca secca, Cassie annuì e guardò in <strong>di</strong>rezione del promontorio.<br />

Jordan indossava una giacca a vento aperta sulla maglietta, una stranezza,<br />

con quel caldo. Ancor più strano era il rigonfiamento sotto la giacca.<br />

Quando il ragazzo si voltò, Cassie notò un luccichio metallico.<br />

Una pistola?<br />

"Jordan dev'essere quello del Club <strong>delle</strong> armi", pensò <strong>di</strong>strattamente.<br />

Avendo visto qualcosa che davvero la spaventava, Cassie ritrovò la voce<br />

e <strong>di</strong>sse debolmente: «Pochi minuti fa è passato un ragazzo con un cane.<br />

Sono andati <strong>di</strong> là».<br />

«È nostro! Di là ci sono solo le rocce!», <strong>di</strong>sse Logan e cominciò a<br />

correre seguito dai due che Cassie non conosceva. Jordan, però, non si<br />

mosse.<br />

«Ne sei certa?».<br />

Cassie lo guardò con aria sorpresa. Perché quella domanda? Sgranò<br />

palesemente gli occhi e cercò <strong>di</strong> assumere l'espressione più infantile e<br />

stupida possibile. «Sì...».<br />

12


«Perché è importante», <strong>di</strong>sse il ragazzo afferrandole un polso<br />

all'improvviso. Cassie abbassò lo sguardo, troppo stupita per <strong>di</strong>re qualcosa.<br />

Le conchiglie le caddero sulla sabbia. «Molto importante», <strong>di</strong>sse Jordan.<br />

Cassie percepì la tensione che scorreva nel corpo del ragazzo, ne annusò<br />

l'asprezza del sudore. Un moto <strong>di</strong> repulsione l'aggredì e si sforzò <strong>di</strong><br />

mantenere l'espressione inespressiva e stupefatta. Temeva che Jordan<br />

l'avrebbe tirata a sé, ma quello si limitò a torcerle il polso.<br />

Avrebbe preferito non urlare, ma non poté farne a meno. In parte fu una<br />

reazione al dolore e in parte qualcosa che vide nei suoi occhi, qualcosa <strong>di</strong><br />

folle e terribile che ardeva come un fuoco. Cominciò ad ansimare; non si<br />

sentiva così spaventata da quando era bambina.<br />

«Sì, sono sicura», <strong>di</strong>sse senza fiato, fissando quegli occhi malvagi senza<br />

<strong>di</strong>stogliere lo sguardo. «È andato da quella parte, oltre il promontorio».<br />

«An<strong>di</strong>amo, Jordan, lasciala in pace!», urlò Logan. «È solo una bambina.<br />

Muoviti!».<br />

Jordan esitò. "Sa che sto mentendo", pensò Cassie provando una strana<br />

attrazione. "Lo sa, ma ha paura <strong>di</strong> credere a quello che sa perché non sa<br />

come fa a saperlo".<br />

"Cre<strong>di</strong>mi", pensò, fissandolo in profon<strong>di</strong>tà, cercando <strong>di</strong> convincerlo a<br />

fidarsi <strong>di</strong> lei. "Cre<strong>di</strong>mi e vattene. Cre<strong>di</strong>mi. Cre<strong>di</strong>mi".<br />

Jordan le lasciò il polso.<br />

«Scusami», bisbigliò goffamente. Poi si voltò e raggiunse gli amici ad<br />

ampie falcate.<br />

«Figurati», sussurrò Cassie, senza muoversi <strong>di</strong> un centimetro.<br />

Osservò con un brivido i quattro che correvano sulla sabbia bagnata, con<br />

i gomiti e le ginocchia che andavano su e giù, la giacca a vento <strong>di</strong> Jordan<br />

che svolazzava. La sensazione <strong>di</strong> debolezza si estese dallo stomaco alle<br />

gambe, e fu come se le ginocchia le fossero <strong>di</strong>ventate <strong>di</strong> gelatina.<br />

Improvvisamente tornò a essere cosciente del rumore dell'oceano, un<br />

suono rassicurante che sembrava avvolgerla. Quando le quattro sagome<br />

sparirono oltre il promontorio, Cassie si voltò verso il pontile per <strong>di</strong>re al<br />

ragazzo con i capelli rossi che adesso poteva uscire.<br />

Ma lui era già fuori.<br />

Lentamente, Cassie riuscì a muovere le gambe gelatinose fino al molo,<br />

dove il ragazzo la stava aspettando con un'espressione che la metteva a<br />

<strong>di</strong>sagio.<br />

«Faresti meglio a levarti da lì... o forse a nasconderti <strong>di</strong> nuovo», <strong>di</strong>sse<br />

Cassie perplessa. «Potrebbero tornare da un momento all'altro...».<br />

13


«Non credo».<br />

«Be'...», farfugliò Cassie fissandolo, quasi spaventata. «Il tuo cane se n'è<br />

stato buono», riuscì a <strong>di</strong>re alla fine con voce incerta. «Cioè, non ha mai<br />

abbaiato».<br />

«Sa come deve comportarsi».<br />

«Oh». Cassie abbassò gli occhi sulla sabbia, cercando <strong>di</strong> pensare a<br />

qualcos'altro da <strong>di</strong>re. La voce del ragazzo era dolce, tutt'altro che brusca,<br />

ma c'era un'espressione penetrante e sinistra che non lo abbandonava mai.<br />

«Credo che se ne siano andati», <strong>di</strong>sse.<br />

«Grazie», rispose lui. I loro sguar<strong>di</strong> s'incrociarono. «Non so come<br />

ringraziarti», aggiunse, «<strong>di</strong> aver corso questo rischio per me. Nemmeno mi<br />

conosci».<br />

Cassie si sentiva sempre più strana. Guardarlo la faceva sentire stor<strong>di</strong>ta,<br />

eppure non riusciva a togliergli gli occhi <strong>di</strong> dosso. La scintilla che ardeva<br />

prima nel suo sguardo era sparita: adesso aveva le iri<strong>di</strong> grigie come<br />

l'acciaio. Irresistibili, ipnotiche. L'attiravano a sé.<br />

"Ma io ti conosco", pensò Cassie. In quell'istante, una strana immagine<br />

le balenò nella mente. Stava fluttuando fuori dal proprio corpo e riusciva a<br />

vedere entrambi, sé e il ragazzo, in pie<strong>di</strong> sulla spiaggia, il sole che brillava<br />

sui capelli <strong>di</strong> lui e lei che lo guardava. Tra loro c'era un filo d'argento che<br />

vibrava e riecheggiava <strong>di</strong> forza.<br />

Un fascio <strong>di</strong> energia che li collegava. Era così reale che quasi allungò<br />

una mano per toccarlo. Correva da cuore a cuore, e stava cercando <strong>di</strong><br />

avvicinarli l'uno all'altra.<br />

Un pensiero, quasi una debole voce che veniva dal profondo del suo<br />

essere, le attraversò la mente. La voce <strong>di</strong>ceva: "Il filo d'argento non potrà<br />

mai essere spezzato, le vostre vite sono collegate. Non potete fuggire l'uno<br />

dall'altra più <strong>di</strong> quanto non potete sfuggire al destino".<br />

All'improvviso, con la stessa velocità con cui erano comparsi,<br />

l'immagine e la voce si <strong>di</strong>ssolsero. Cassie sbatté le palpebre e scosse la<br />

testa per schiarirsi le idee. Il ragazzo, in attesa <strong>di</strong> una risposta, la stava<br />

ancora fissando.<br />

«È stato un piacere aiutarti», <strong>di</strong>sse Cassie, accorgendosi <strong>di</strong> quanto<br />

fossero deboli e inadeguate le sue parole. «E, non mi interessa... quel che è<br />

successo». Il ragazzo le guardò il polso e un lampo argentato gli balenò<br />

negli occhi.<br />

«A me sì», <strong>di</strong>sse. «Sarei dovuto uscire prima».<br />

Cassie scosse <strong>di</strong> nuovo la testa. Per nulla al mondo avrebbe permesso<br />

14


che qualcuno facesse del male a quel ragazzo. «Volevo solo aiutarti»,<br />

ripeté con un filo <strong>di</strong> voce, leggermente confusa. Poi chiese: «Perché ti<br />

stanno inseguendo?».<br />

Lui <strong>di</strong>stolse lo sguardo, respirando a pieni polmoni. Cassie ebbe la<br />

sensazione <strong>di</strong> aver osato troppo. «Va bene. Non avrei dovuto<br />

chiedertelo...», cominciò.<br />

«No». Il ragazzo le rivolse un mezzo sorriso beffardo. «Se qualcuno ha<br />

il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> chiederlo, sei tu. Ma non è facile da spiegare. Qui... sono un po'<br />

fuori dalla mia zona. Da dove vengo, nessuno avrebbe il coraggio <strong>di</strong> darmi<br />

la caccia. Non oserebbero neppure guardarmi negli occhi. Ma qui sono<br />

una preda facile».<br />

Cassie ancora non capiva. «A questa gente non piacciono i... <strong>di</strong>versi»,<br />

<strong>di</strong>sse. «E io sono <strong>di</strong>verso da loro. Sono molto, molto <strong>di</strong>verso».<br />

"Sì", pensò lei. Chiunque lui fosse, <strong>di</strong> certo non era come Jordan o<br />

Logan. Era <strong>di</strong>verso da chiunque avesse mai incontrato in vita sua.<br />

«Mi <strong>di</strong>spiace. Mi rendo conto che come spiegazione non è un granché»,<br />

<strong>di</strong>sse. «Soprattutto dopo quello che hai fatto. Mi hai aiutato e io non lo<br />

<strong>di</strong>menticherò». Abbassò gli occhi e le rivolse un sorriso. «Certo, non<br />

sembra che ci sia molto che io possa fare per te, vero? Non qui, almeno.<br />

Tuttavia...», fece una breve pausa, poi aggiunse: «Aspetta un attimo».<br />

Infilò una mano in tasca in cerca <strong>di</strong> qualcosa. Cassie ebbe quasi un<br />

mancamento: il sangue le fluì con forza verso le guance. Stava cercando<br />

<strong>delle</strong> monete? Pensava davvero <strong>di</strong> ripagarla per l'aiuto con del denaro? Si<br />

sentiva umiliata, peggio <strong>di</strong> quando Jordan le aveva afferrato il polso, e<br />

quasi non riuscì a trattenere le lacrime.<br />

Ma il ragazzo tirò fuori dalla tasca una pietra, <strong>di</strong> quelle che si trovano sul<br />

fondo dell'oceano. Almeno questo era quel che sembrava a una prima<br />

occhiata. Un lato, simile al guscio <strong>di</strong> una piccola conchiglia, era ruvido e<br />

grigio, con minuscole spirali nere all'interno. Ma poi lui la girò. L'altro lato<br />

era grigio con striature azzurre, cristallizzato, e brillava sotto la luce del<br />

sole come se fosse ricoperto <strong>di</strong> zucchero can<strong>di</strong>to. Era meravigliosa.<br />

Il ragazzo la posò sul palmo della mano <strong>di</strong> Cassie, chiudendo le <strong>di</strong>ta<br />

della ragazza intorno alla pietra. Appena la toccò, Cassie avvertì una specie<br />

<strong>di</strong> scossa elettrica che dalla mano si propagò al braccio. La pietra sembrava<br />

viva in un modo che non riusciva a spiegare. Nonostante le pulsassero le<br />

tempie, riuscì a sentire le parole del ragazzo, che parlò velocemente e con<br />

un filo <strong>di</strong> voce.<br />

«È calcedonio, una... pietra della fortuna. Se mai dovessi trovarti nei<br />

15


guai o in pericolo o qualcosa <strong>di</strong> simile, se mai dovessi sentirti sola e non<br />

c'è nessuno a cui chiedere aiuto, stringila forte – forte – e pensa a me».<br />

Cassie era rapita. Respirava a fatica e il petto le pesava. Erano così<br />

vicini; Cassie riusciva a vedere i suoi occhi, lo stesso colore del cristallo, e<br />

poteva sentiva il suo respiro sulla pelle e il calore del suo corpo che<br />

rifletteva quello del sole. I suoi capelli non erano solo rossi, ma ricchi <strong>di</strong><br />

ogni sorta <strong>di</strong> colore e sfumatura, alcuni ciuffi talmente scuri da essere<br />

quasi viola, altri bordeaux, altri ancora dorati.<br />

"Diverso", pensò <strong>di</strong> nuovo Cassie; era <strong>di</strong>verso da qualsiasi ragazzo<br />

avesse mai conosciuto. Sentì una dolce sensazione <strong>di</strong> calore lungo il corpo,<br />

che sapeva <strong>di</strong> libertà e possibilità. Stava tremando, riusciva a sentire il<br />

battito del cuore nelle <strong>di</strong>ta, ma non era in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>re se fosse il suo o<br />

quello del ragazzo. Sembrava che prima le avesse letto nel pensiero, ma<br />

adesso aveva la sensazione che le fosse penetrato nella mente. Era così<br />

vicino e la stava fissando...<br />

«E cosa succede dopo?», bisbigliò Cassie.<br />

«E poi... forse la tua fortuna girerà». Il ragazzo fece un brusco passo<br />

all'in<strong>di</strong>etro, come se si fosse ricordato qualcosa, e il tono della voce si fece<br />

più aspro. Il momento era passato. «Vale la pena provarci, non cre<strong>di</strong>?»,<br />

<strong>di</strong>sse allegramente.<br />

Incapace <strong>di</strong> aprire bocca, Cassie annuì. A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> prima, adesso<br />

sembrava che la stesse schernendo. Ma prima no, prima stava parlando<br />

molto seriamente.<br />

«Devo andare. Non mi sarei dovuto fermare così a lungo», <strong>di</strong>sse.<br />

Cassie deglutì. «Fa' attenzione. Credo che Jordan abbia una pistola...».<br />

«Non mi sorprenderebbe», la interruppe, impedendole <strong>di</strong> aggiungere<br />

altro. «Non preoccuparti, sto per lasciare Cape Cod. Per il momento,<br />

almeno. Tornerò e, chissà, forse ci rivedremo». Si girò per andarsene. Poi<br />

si fermò, all'ultimo momento, e prese <strong>di</strong> nuovo la mano <strong>di</strong> Cassie tra le<br />

sue. Cassie fu troppo sorpresa dal contatto con la sua pelle per fare<br />

qualcosa. Il ragazzo girò la sua mano e guardò i segni rossi che aveva sul<br />

polso, poi li sfiorò con la punta <strong>delle</strong> <strong>di</strong>ta. Quando la guardò, i suoi occhi<br />

erano <strong>di</strong> nuovo fred<strong>di</strong>, pieni <strong>di</strong> quella luce metallica. «Cre<strong>di</strong>mi», le<br />

sussurrò, «un giorno mi sdebiterò anche per questo. Te lo prometto».<br />

E poi fece qualcosa che scioccò Cassie più <strong>di</strong> ogni altra cosa successa in<br />

quel giorno sconvolgente. Avvicinò il polso ferito alle labbra e lo baciò. Fu<br />

il più lieve, il più delicato dei tocchi, e avvampò dentro Cassie come un<br />

incen<strong>di</strong>o. Lei lo guardò, confusa e incredula, incapace <strong>di</strong> parlare. Non<br />

16


iusciva nemmeno a muoversi o a pensare; poteva solo restare lì e<br />

percepire, sentire.<br />

Poi il ragazzo si decise ad andarsene davvero. Fischiò per richiamare il<br />

suo cane, che intanto correva intorno a Cassie, e s'incamminò con lui.<br />

Cassie rimase sola, gli occhi fissi sulla schiena del ragazzo, le <strong>di</strong>ta che<br />

stringevano con forza la piccola pietra ruvida contro il palmo della mano.<br />

Solo allora si rese conto <strong>di</strong> non avergli chiesto come si chiamava.<br />

3<br />

Solo qualche istante dopo Cassie si riscosse da quello stupore che<br />

l'aveva come frastornata. Avrebbe fatto meglio ad andarsene, Logan e<br />

Jordan potevano tornare da un momento all'altro. E se avessero scoperto<br />

che aveva mentito...<br />

La ragazza si arrampicò con un po' <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà sul fianco ripido della<br />

duna. Il mondo intorno a lei sembrava <strong>di</strong> nuovo banale, or<strong>di</strong>nario, privo<br />

della magia e del mistero <strong>di</strong> qualche istante prima. Era come se tutto fosse<br />

accaduto in sogno e ora si fosse svegliata. Cos'aveva pensato? Qualche<br />

stupidaggine su fili d'argento, destini incrociati e un ragazzo <strong>di</strong>verso da<br />

tutti gli altri. Che sciocchezze. La pietra nella sua mano era solo una pietra.<br />

E le parole non erano che parole. Persino quel ragazzo... Non poteva averle<br />

letto nel pensiero, era ovvio. Nessuno è in grado <strong>di</strong> farlo, doveva esserci<br />

una spiegazione razionale...<br />

Allentò la presa sulla piccola pietra. La mano era intorpi<strong>di</strong>ta nel punto in<br />

cui aveva stretto il dono <strong>di</strong> quello strano in<strong>di</strong>viduo, e la pelle che lui le<br />

aveva toccato sentiva in modo <strong>di</strong>verso da tutto il resto del suo corpo.<br />

Cassie pensò che qualsiasi cosa le fosse accaduta in futuro, non importava:<br />

avrebbe avvertito per sempre quel tocco.<br />

Entrò nel cottage che lei e sua madre avevano affittato per l'estate e<br />

chiuse a chiave la porta. Si fermò. Riusciva a <strong>di</strong>stinguere la voce della<br />

madre in cucina; dal tono intuì che qualcosa non andava.<br />

La signora Blake era al telefono, schiena alla porta, la testa leggermente<br />

inclinata per bloccare la cornetta tra l'orecchio e la spalla. Cassie restò<br />

come al solito a bocca aperta davanti alla figura snella e slanciata della<br />

madre. Coi lunghi capelli neri fermati sulla nuca da un semplice fermaglio,<br />

la signora Blake sembrava una ragazzina. Per questo motivo Cassie era<br />

protettiva nei suoi confronti, e a volte si comportava come se lei fosse la<br />

madre e la madre fosse sua figlia.<br />

17


Decise <strong>di</strong> non interromperla. La signora Blake era sconvolta, e a<br />

intervalli <strong>di</strong>ceva nel microfono «Sì», o «Lo so», con la voce piena <strong>di</strong><br />

dolore.<br />

Cassie si girò e andò nella sua camera.<br />

Si affacciò alla finestra e guardò fuori, chiedendosi <strong>di</strong>strattamente cosa<br />

stesse succedendo a sua madre. Ma non riusciva a togliersi dalla mente il<br />

ragazzo incontrato in spiaggia: in realtà, pensava solo a quello.<br />

Anche nel caso in cui Portia avesse conosciuto il suo nome, non glielo<br />

avrebbe mai rivelato, Cassie ne era certa. E senza il nome, come poteva<br />

riuscire a ritrovarlo?<br />

Non poteva. Quella era la cruda verità ed era meglio affrontarla subito.<br />

Anche se avesse scoperto come si chiamava, non era una <strong>di</strong> quelle che<br />

vanno a caccia <strong>di</strong> ragazzi. Non avrebbe saputo nemmeno da cosa iniziare.<br />

«E tra una settimana torno a casa», bisbigliò. Per la prima volta queste<br />

parole non suscitarono in lei conforto e speranza. Poggiò il pezzo <strong>di</strong><br />

calcedonio grezzo sul como<strong>di</strong>no producendo un suono secco.<br />

«Cassie? Hai detto qualcosa?».<br />

Cassie si voltò <strong>di</strong> scatto e vide sua madre sulla porta. «Mamma! Pensavo<br />

che fossi ancora al telefono». Siccome la madre continuava a guardarla<br />

con aria interrogativa, Cassie aggiunse: «Stavo pensando ad alta voce.<br />

Dicevo che tra una settimana torneremo a casa».<br />

Una strana espressione attraversò il volto della madre, come un lampo <strong>di</strong><br />

dolore represso. Poi cominciò a camminare nervosamente per la stanza, le<br />

profonde occhiaie scure che le circondavano i larghi occhi neri.<br />

«Mamma, che sta succedendo?», chiese Cassie.<br />

«Ero al telefono con tua nonna. Ti ricor<strong>di</strong> che stavo pensando <strong>di</strong> andare a<br />

trovarla insieme a te, la settimana prossima?».<br />

Cassie lo ricordava perfettamente. Aveva detto a Portia che lei e la<br />

mamma sarebbero partite per la costa settentrionale, e Portia era scattata<br />

<strong>di</strong>cendo che non era così che si chiamava. Da Boston fino a Cape Cod<br />

c'era la "riva meri<strong>di</strong>onale", da Boston fino al New Hampshire c'era la "riva<br />

settentrionale", mentre se andavi nel Maine eri <strong>di</strong>retta a "sud-est". «E<br />

comunque, dov'è che vive tua nonna?», le aveva chiesto Portia. Cassie non<br />

lo sapeva: sua madre non glielo aveva mai detto.<br />

«Sì», <strong>di</strong>sse. «Ricordo».<br />

«Era lei al telefono. È vecchia, Cassie, e non sta molto bene. Sta peggio<br />

<strong>di</strong> quanto pensassi».<br />

«Oh, mamma. Mi <strong>di</strong>spiace». Cassie non aveva mai incontrato sua nonna,<br />

18


non l'aveva mai vista neanche in foto, eppure era molto <strong>di</strong>spiaciuta. Sapeva<br />

che la madre e la nonna si erano allontanate anni prima, quando era nata<br />

lei. Era a conoscenza del fatto che il litigio tra la nonna e sua madre<br />

c'entrasse con la decisione della signora Blake <strong>di</strong> lasciare la casa <strong>di</strong><br />

famiglia, ma non sapeva altro. Negli ultimi anni, tuttavia, c'era stato uno<br />

scambio <strong>di</strong> lettere, e Cassie pensava che in fondo si volessero ancora bene. Sperava<br />

che fosse così e comunque non vedeva l'ora <strong>di</strong> conoscere la nonna. «Mi<br />

<strong>di</strong>spiace davvero, mamma», <strong>di</strong>sse. «Cre<strong>di</strong> che si riprenderà?»<br />

«Non lo so. Vive da sola in quella casa enorme e soffre <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne... Ci<br />

sono giorni in cui per colpa della flebite non può neanche camminare». Il<br />

volto della madre era percorso da strisce <strong>di</strong> luce e ombra. Parlava con<br />

lentezza, quasi formalmente, come se si stesse sforzando <strong>di</strong> trattenere una<br />

forte emozione.<br />

«Cassie, tua nonna e io abbiamo avuto i nostri problemi, ma siamo pur<br />

sempre una famiglia e lei non ha nessun altro. È tempo <strong>di</strong> seppellire i<br />

nostri <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>».<br />

La madre non aveva mai parlato così apertamente del suo<br />

allontanamento. «Cosa successe, mamma?»<br />

«Adesso non ha più importanza. Tua nonna voleva che... seguissi una<br />

strada che non m'interessava. Pensava che fosse la cosa giusta... Ma adesso<br />

è sola e ha bisogno <strong>di</strong> aiuto».<br />

Un brivido <strong>di</strong> paura s'insinuò nella mente <strong>di</strong> Cassie. Paura per la nonna<br />

che non aveva mai conosciuto... e per qualcos'altro. Un lampo cupo<br />

illuminò gli occhi <strong>di</strong> sua madre: la signora Blake ora aveva uno sguardo<br />

triste, perso, sembrava dovesse darle una brutta notizia e non riuscisse a<br />

trovare le parole. Cassie si allarmò.<br />

«Cassie, ci ho pensato a lungo, ma la soluzione è una sola. E mi<br />

<strong>di</strong>spiace, perché ti sconvolgerà la vita, e non sarà facile ... Ma tu sei<br />

giovane. Ti adatterai. So che ce la farai».<br />

Una fitta <strong>di</strong> panico trapassò Cassie come un pugno. «Mamma, è tutto<br />

ok», <strong>di</strong>sse in fretta. «Tu resta pure qui e fa' quel che devi fare. Alla scuola<br />

penserò io. Non sarà un problema, mi farò aiutare da Beth e dalla signora<br />

Freeman...». La madre <strong>di</strong> Cassie stava scuotendo la testa, e all'improvviso<br />

Cassie capì che non doveva fermarsi, che doveva sommergerla con un<br />

fiume <strong>di</strong> parole. «Non ho bisogno <strong>delle</strong> nuove <strong>di</strong>vise scolastiche...».<br />

«Cassie, mi <strong>di</strong>spiace così tanto. Ho bisogno che tu cerchi <strong>di</strong> capire,<br />

tesoro, e che ti comporti da adulta. So che i tuoi amici ti mancheranno. Ma<br />

dobbiamo provare entrambe a fare la cosa migliore». Gli occhi <strong>di</strong> sua<br />

19


madre erano fissi sulla finestra, come se non riuscisse a reggere lo sguardo<br />

della figlia.<br />

Cassie parlò con prudenza: «Mamma, che stai cercando <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi?»<br />

«Sto <strong>di</strong>cendo che non torneremo a casa, almeno non in quella <strong>di</strong> Reseda.<br />

Andremo a casa mia, dove vive tua nonna. Ha bisogno <strong>di</strong> noi. Vivremo là,<br />

con lei».<br />

Cassie non sentì niente: torpore, forse, e stupore, nulla <strong>di</strong> più. Riuscì a<br />

<strong>di</strong>re scioccamente, come fosse la cosa più importante: «"Là" dove? Dove<br />

vive la nonna?».<br />

Per la prima volta la mamma si allontanò dalla finestra e si girò verso <strong>di</strong><br />

lei. I suoi occhi sembravano più gran<strong>di</strong> e più scuri del solito. Cassie non<br />

l'aveva mai vista così, prima <strong>di</strong> allora.<br />

«A New Salem», <strong>di</strong>sse in un fil <strong>di</strong> voce. «La città si chiama New<br />

Salem».<br />

Qualche ora dopo, Cassie era ancora seduta vicino alla finestra con lo<br />

sguardo perso nel vuoto e i pensieri che si accavallavano nella sua mente.<br />

"Restare qui... Restare nel New England...".<br />

Una scossa elettrica le attraversò il corpo. "Lui. Sapevo che ci saremmo<br />

incontrati ancora", <strong>di</strong>sse una voce dentro <strong>di</strong> lei, ed era una voce felice. Ma<br />

era solo una voce tra le tante, e tutte parlavano contemporaneamente.<br />

"Restare. Non tornare a casa. E che importa se quel ragazzo è qui, da<br />

qualche parte nel Massachusetts? Non conosci il suo nome, o dove vive.<br />

Non lo ritroverai mai".<br />

"Ma c'è una possibilità", pensò <strong>di</strong>speratamente. E la voce dentro <strong>di</strong> sé,<br />

quella felice, sussurrò: "Più <strong>di</strong> una possibilità. È il tuo destino".<br />

"Il destino!", risposero beffardamente le altre voci. "Non essere ri<strong>di</strong>cola!<br />

Il tuo destino è passare il primo anno del college nel New England. Dove<br />

non conosci nessuno. Dove sarai sola".<br />

"Sola, sola, sola", intonarono le voci, tutte insieme.<br />

Quella felice venne sopraffatta e ridotta al silenzio. Scomparve. Cassie<br />

sentì scivolare via ogni speranza <strong>di</strong> rivedere il ragazzo con i capelli rossi.<br />

Dentro <strong>di</strong> lei non rimase che <strong>di</strong>sperazione.<br />

"Non potrò neppure salutare le mie amiche", pensò. Aveva pregato la<br />

madre <strong>di</strong> tornare a casa per poterle vedere, ma la signora Blake le aveva<br />

detto che non avevano né il tempo né il denaro per farlo. I biglietti aerei<br />

erano stati già rimborsati. Una sua amica avrebbe spe<strong>di</strong>to le loro cose a<br />

New Salem.<br />

20


«Se torni a casa», le <strong>di</strong>sse la madre con dolcezza, «partire una seconda<br />

volta ti farà sentire peggio. Almeno così il <strong>di</strong>stacco sarà indolore. E potrai<br />

rivedere i tuoi amici l'estate prossima».<br />

"L'estate prossima?", si <strong>di</strong>sse Cassie. Mancava un secolo all'estate<br />

successiva. Cassie pensò alle sue amiche: l'innocente, buonissima Beth, la<br />

silenziosa Clover, e Miriam, la prima della classe. Aggiungeteci la timida e<br />

sognante Cassie, e avrete un'idea del loro gruppo. Forse non frequentavano<br />

le compagnie giuste, ma se la spassavano e si conoscevano dalle<br />

elementari. Come avrebbe fatto senza <strong>di</strong> loro fino all'estate successiva?<br />

Ma la voce <strong>di</strong> sua madre era stata così lieve e <strong>di</strong>stratta, e i suoi occhi si<br />

erano mossi per la stanza in modo talmente vago e preoccupato che Cassie<br />

non aveva avuto cuore <strong>di</strong> fare una scenata come avrebbe desiderato.<br />

In verità, Cassie aveva avuto la tentazione <strong>di</strong> gettare le braccia al collo<br />

della madre e <strong>di</strong>rle che tutto si sarebbe risolto per il meglio. Ma non ci era<br />

riuscita. Il piccolo ma cocente focolaio <strong>di</strong> risentimento che le bruciava nel<br />

petto non glielo aveva permesso. Per quanto sua madre potesse essere<br />

preoccupata, pure non sarebbe stata lei madre a dover affrontare la<br />

prospettiva <strong>di</strong> andare in una scuola tutta nuova in uno Stato a cinquemila<br />

chilometri da casa.<br />

A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> Cassie. "Nuovi corridoi, nuovi arma<strong>di</strong>etti, nuove classi,<br />

nuovi banchi", pensò. "Nuovi volti al posto <strong>delle</strong> amiche che conosco da<br />

una vita". Oh, non poteva essere vero.<br />

Quel pomeriggio Cassie non aveva alzato la voce con la madre, ma non<br />

l'aveva neppure abbracciata. Si era voltata silenziosamente verso la finestra<br />

e lì era rimasta, mentre la luce moriva poco alla volta e il cielo <strong>di</strong>ventava<br />

rosa salmone, poi viola, e infine nero.<br />

Era passato molto tempo, quando andò a letto. Si rese conto che aveva<br />

<strong>di</strong>menticato completamente il calcedonio della fortuna. Prese la pietra dal<br />

como<strong>di</strong>no e la infilò sotto il cuscino.<br />

Portia arrivò mentre Cassie e la madre stavano caricando i bagagli<br />

nell'auto a noleggio.<br />

«Andate a casa?», chiese.<br />

Cassie <strong>di</strong>ede un ultimo spintone alla sua valigia affinché entrasse nel<br />

portabagagli. In quel momento capì <strong>di</strong> non volere che Portia sapesse che<br />

sarebbe rimasta nel New England. Non voleva metterla a parte della sua<br />

infelicità: sarebbe stato come servirle su un piatto d'argento una sorta <strong>di</strong><br />

vittoria su <strong>di</strong> lei.<br />

21


Quando alzò gli occhi per guardarla, fece del suo meglio per sorridere.<br />

«Sì», <strong>di</strong>sse lanciando un'occhiata veloce alla madre che stava sistemando<br />

<strong>delle</strong> valigie sul se<strong>di</strong>le posteriore dopo aver inclinato quello del guidatore.<br />

«Credevo saresti rimasta fino al prossimo weekend».<br />

«Abbiamo cambiato idea». Cassie guardò gli occhi color nocciola <strong>di</strong><br />

Portia, sorpresa dalla loro freddezza. «Non che non mi sia <strong>di</strong>vertita. È stato<br />

bello», si affrettò stupidamente ad aggiungere.<br />

Portia si spostò un ciuffo <strong>di</strong> capelli color paglia dalla fronte. «Forse è<br />

meglio se non ti fai più vedere da queste parti», <strong>di</strong>sse. «Qui i bugiar<strong>di</strong> non<br />

ci piacciono».<br />

Cassie aprì la bocca ma la richiuse imme<strong>di</strong>atamente, le guance in<br />

fiamme. Quin<strong>di</strong> sapevano che aveva mentito in spiaggia. Era il momento<br />

giusto per uno <strong>di</strong> quei commenti terribilmente caustici a cui pensava la<br />

notte ma, ovviamente, non riuscì a spiccicare parola e serrò con forza le<br />

labbra.<br />

«Fa' buon viaggio», concluse Portia. Dopo aver lanciato un'ultima<br />

occhiata a Cassie, si voltò per andarsene.<br />

«Portia!». Lo stomaco <strong>di</strong> Cassie era contratto per la tensione,<br />

l'imbarazzo e la rabbia, ma non poteva lasciarsi sfuggire una simile<br />

occasione. «Mi <strong>di</strong>resti una cosa, prima che io parta?»<br />

«Cosa?»<br />

«Ormai non fa alcuna <strong>di</strong>fferenza, ma volevo sapere... mi chiedevo... se<br />

conosci il suo nome».<br />

«Il nome <strong>di</strong> chi?».<br />

Cassie sentì <strong>di</strong> nuovo le guance che avvampavano, ma continuò<br />

caparbiamente. «Il suo nome. Quello del ragazzo con i capelli rossi che<br />

abbiamo visto in spiaggia».<br />

Gli occhi nocciola <strong>di</strong> Portia non si mossero. Continuavano a fissare<br />

quelli <strong>di</strong> Cassie, le pupille contratte simili a capocchie <strong>di</strong> spillo. Cassie<br />

sapeva <strong>di</strong> non avere alcuna speranza.<br />

Aveva ragione.<br />

«Quale ragazzo con i capelli rossi sulla spiaggia?», <strong>di</strong>sse Portia<br />

scandendo le parole. Ciò detto, girò sui tacchi e se ne andò. Questa volta<br />

Cassie non la fermò.<br />

Verde. Questo è quel che Cassie notò durante il viaggio da Cape Cod<br />

verso nord. Su entrambi i lati della strada cresceva una vera foresta. In<br />

California, alberi così alti si vedevano solo in un parco nazionale...<br />

22


«Quelli sono aceri da zucchero», <strong>di</strong>sse sua madre con allegria forzata,<br />

mentre Cassie girava leggermente la testa per guardare un gruppo <strong>di</strong> piante<br />

particolarmente belle. «E quelli più bassi sono aceri rossi. Diventano rossi<br />

in autunno, un meraviglioso e lucente rosso tramonto. Aspetta e vedrai».<br />

Cassie non rispose. Non voleva vedere gli alberi in autunno perché in<br />

autunno non voleva essere là.<br />

Dopo aver attraversato Boston, si <strong>di</strong>ressero verso la costa settentrionale<br />

– la "riva settentrionale", si corresse Cassie con decisione – superando<br />

villaggi pittoreschi, pontili e spiagge rocciose. Cassie sospettava che la<br />

madre avesse preso la strada panoramica, e sentì del risentimento ribollirle<br />

nel petto. Perché non si sbrigava, così la facevano finita?<br />

«Non c'è una strada più veloce?», <strong>di</strong>sse, aprendo il vano portaoggetti e<br />

prendendo la mappa in dotazione con l'auto noleggiata. «Perché non pren<strong>di</strong><br />

la Route 1? O l'Interstate 95?».<br />

La madre guidava con gli occhi incollati sulla strada. «È passato molto<br />

tempo dall'ultima volta che sono stata qui, Cassie. Questa è l'unica strada<br />

che conosco».<br />

«Ma se tagli <strong>di</strong> qua, per Salem...», <strong>di</strong>sse Cassie osservando l'uscita che si<br />

allontanava. «Ok, come non detto». Tra tutti i posti del Massachusetts,<br />

Salem era l'unico che forse avrebbe avuto voglia <strong>di</strong> visitare. La sua storia<br />

macabra si adattava perfettamente al suo umore attuale. «È qui che<br />

bruciavano le <strong>streghe</strong>, vero?», <strong>di</strong>sse. «New Salem prende il nome da<br />

questo posto? Anche a New Salem bruciavano le <strong>streghe</strong>?»<br />

«Non hanno mai bruciato nessuna strega, semmai le impiccavano. E poi<br />

non erano <strong>streghe</strong>, ma donne innocenti che avevano la sfortuna <strong>di</strong> essere<br />

antipatiche ai propri vicini». La voce della madre era fiacca e paziente.<br />

«Inoltre Salem era un nome comune ai tempi <strong>delle</strong> colonie; deriva da<br />

"Jerusalem"».<br />

La mappa tremava sotto gli occhi <strong>di</strong> Cassie. «Dove si trova? Qui non<br />

c'è», <strong>di</strong>sse.<br />

Ci fu un breve silenzio, prima che la madre rispondesse. «È una piccola<br />

città, e la maggior parte <strong>delle</strong> mappe non la riporta. A <strong>di</strong>re la verità, si tratta<br />

<strong>di</strong> un'isola».<br />

«Un'isola?»<br />

«Non preoccuparti. C'è un ponte che la collega alla terraferma».<br />

Ma tutto quello a cui Cassie riusciva a pensare era: "Un'isola. Sto<br />

andando a vivere su un'isola. In una città che non è segnata neppure sulle<br />

mappe".<br />

23


Dopo aver svoltato su una strada senza nome e attraversato un ponte,<br />

Cassie e la madre arrivarono a New Salem. Quando la ragazza si accorse<br />

che non era minuscola come se l'aspettava, il suo umore migliorò un poco.<br />

C'erano negozi normali – non solo chioschi turistici – ammucchiati in<br />

quello che doveva essere il centro della città. C'era un Dunkin' Donuts e<br />

una International House of Pancakes con un cartello che annunciava una<br />

STRAORDINARIA INAUGURAZIONE. Davanti al cartello, c'era un<br />

tizio vestito da frittella gigante che ballava.<br />

Il nodo allo stomaco <strong>di</strong> Cassie si stava sciogliendo. Una città con una<br />

frittella che balla non poteva essere poi così malvagia, no?<br />

Ma subito dopo sua madre imboccò un'altra strada, che s'inerpicava<br />

verso l'alto e <strong>di</strong>ventava sempre più desolata man mano che la città<br />

scompariva alle loro spalle.<br />

Cassie si rese conto che la madre stava guidando verso l'estremità<br />

dell'isola, dove il sole tingeva <strong>di</strong> rosso le finestre <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> case sulla<br />

scogliera. Cassie le vide avvicinarsi: prima provò una sensazione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sagio, poi <strong>di</strong> ansia e infine <strong>di</strong> sgomento.<br />

Perché quelle case erano vecchie. Terribilmente vecchie. Non pittoresche<br />

o carine, ma antiche. Qualcuna era in buono stato, ma altre sembravano sul<br />

punto <strong>di</strong> crollare in una nuvola <strong>di</strong> polvere e detriti <strong>di</strong> legno.<br />

"Ti prego, fa' che sia quella", pensò Cassie guardando una bellissima<br />

costruzione gialla con numerose torri e finestroni. Ma sua madre la superò<br />

senza rallentare. E fece lo stesso con un'altra, e un'altra ancora.<br />

Finché non ne rimase soltanto una, l'ultima casa sulla scogliera. E la<br />

madre stava andando proprio in quella <strong>di</strong>rezione. Sembrava una grossa T<br />

capovolta, con un'ala che si affacciava sulla strada e l'altra sul retro.<br />

Quando la madre girò introno alla costruzione, Cassie notò che l'ala<br />

posteriore era molto <strong>di</strong>versa da quella anteriore. Aveva un tetto a spiovente<br />

e finestrelle a forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante sistemate quasi a casaccio. Le pareti non<br />

erano neppure <strong>di</strong>pinte, ma rivestite <strong>di</strong> pannelli grigio spento.<br />

L'ala anteriore, invece, era stata verniciata... un giorno <strong>di</strong> tanto tempo fa.<br />

Il colore residuo veniva via a striscioline. I due comignoli erano instabili e<br />

malmessi, il tetto con le tegole <strong>di</strong> ardesia sembrava sul punto <strong>di</strong> cedere. Le<br />

finestre erano <strong>di</strong>sposte in modo regolare, ma sembrava che nessuno le<br />

lavasse da anni.<br />

Cassie ammutolì. Non aveva mai visto una casa più deprimente in tutta<br />

la sua vita. Non poteva essere proprio quella.<br />

24


«Be'», <strong>di</strong>sse la madre con la stessa allegria forzata <strong>di</strong> poco prima, mentre<br />

imboccava il vialetto ghiaioso, «eccola, la casa in cui sono cresciuta.<br />

Siamo arrivate».<br />

Cassie non riusciva a parlare. La bolla <strong>di</strong> orrore, rabbia e risentimento<br />

dentro <strong>di</strong> lei stava crescendo sempre più, e la ragazza pensò che <strong>di</strong> lì a<br />

poco, pochissimo, sarebbe esplosa.<br />

4<br />

Sua madre stava ancora parlando con il suo tono <strong>di</strong> finta allegria, ma<br />

Cassie riusciva a sentire solo brandelli <strong>di</strong> frasi: «...ala originale prerivoluzionaria,<br />

un piano e mezzo... ala anteriore georgiana postrivoluzionaria...».<br />

E così via. Cassie spalancò lo sportello dell'auto e poté finalmente dare<br />

un'occhiata completa alla casa. Più la guardava e peggio le sembrava.<br />

Sua madre, con voce concitata e ansiosa, stava <strong>di</strong>cendo qualcosa a<br />

proposito <strong>di</strong> un traverso sopra la porta principale: «...rettangolare, non<br />

come le lunette a ventaglio che sono venute dopo...».<br />

«La o<strong>di</strong>o!», urlò Cassie interrompendola, la voce troppo alta –<br />

straor<strong>di</strong>nariamente alta – in quell'atmosfera tranquilla. Non si riferiva alla<br />

lunetta a ventaglio, qualunque cosa fosse. «La o<strong>di</strong>o!», urlò <strong>di</strong> nuovo con<br />

forza. La madre, alle sue spalle, non <strong>di</strong>sse nulla, ma Cassie non si girò a<br />

guardarla; stava fissando la casa, le finestre sporche, i cornicioni cadenti,<br />

la mole mostruosa, piatta e orribile. Tremava. «È la cosa più brutta che<br />

abbia mai visto in vita mia, e la o<strong>di</strong>o. Voglio tornare a casa. Voglio tornare<br />

a casa!».<br />

Si voltò e vide il volto pallido e gli occhi pieni <strong>di</strong> pena <strong>di</strong> sua madre.<br />

Scoppiò a piangere.<br />

«Oh, Cassie», la signora Blake allungò un braccio sopra il tettuccio <strong>di</strong><br />

vinile dell'auto. «Cassie, tesoro». Anche lei aveva le lacrime agli occhi.<br />

Quando alzò la testa per guardare la casa, la sua espressione lasciò Cassie<br />

a bocca aperta. Era uno sguardo carico <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> paura, più intenso <strong>di</strong><br />

qualunque emozione stesse provando Cassie in quel momento.<br />

«Cassie, tesoro, ascoltami», <strong>di</strong>sse. «Se davvero non ti va <strong>di</strong> restare...».<br />

Si bloccò. Cassie stava ancora piangendo, ma sentì un rumore <strong>di</strong>etro <strong>di</strong><br />

lei. Quando si girò, vide che la porta della casa si era aperta. Sull'uscio<br />

c'era una donna anziana con i capelli grigi, in pie<strong>di</strong>, con la mano poggiata<br />

su un bastone da passeggio.<br />

25


Cassie si voltò verso sua madre: «Mamma?», quasi supplicò.<br />

Ma la madre stava fissando la porta. Pian piano, un'espressione <strong>di</strong><br />

rassegnazione le invase il volto. Quando si girò per parlare a Cassie, la sua<br />

voce era <strong>di</strong> nuovo falsamente spensierata e allegra.<br />

«Quella è tua nonna, cara», <strong>di</strong>sse. «Non facciamola aspettare, dài».<br />

«Mamma...», bisbigliò Cassie. Era una preghiera <strong>di</strong>sperata. Gli occhi<br />

della madre, però, erano <strong>di</strong>ventati spenti e opachi. Bianchi.<br />

«An<strong>di</strong>amo, Cassie», <strong>di</strong>sse.<br />

Cassie avvertì la folle tentazione <strong>di</strong> chiudersi nell'auto e rimanere lì<br />

dentro finché qualcuno non fosse andato a salvarla. Ma la stessa<br />

sensazione <strong>di</strong> sconforto che si era abbattuta su sua madre sembrò colpire<br />

anche lei. Erano arrivate. Non c'era più nulla da fare. Cassie chiuse lo<br />

sportello e seguì la madre in silenzio sino alla casa.<br />

La donna sull'ingresso era molto vecchia. Abbastanza da poter essere<br />

almeno la sua bisnonna. Cassie cercò invano <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare qualche tratto<br />

in comune con la madre.<br />

«Cassie, lei è nonna Howard».<br />

Cassie riuscì a biascicare qualcosa. La vecchia fece un passo verso <strong>di</strong><br />

loro, puntando gli occhi incavati su Cassie. Un pensiero bizzarro balenò<br />

nella mente della ragazza: "M'infilerà nel forno". Ma poi sentì <strong>delle</strong><br />

braccia intorno alle sue spalle, un abbraccio sorprendentemente deciso.<br />

Allungò meccanicamente le braccia per rispondere al gesto della vecchia.<br />

La nonna in<strong>di</strong>etreggiò per guardarla. «Cassie! Finalmente, dopo tutti<br />

questi anni!». Cassie notò con inquietu<strong>di</strong>ne che la donna continuava a<br />

fissarla con quello che sembrava un misto <strong>di</strong> preoccupazione e speranza<br />

ansiosa. «Finalmente», sussurrò <strong>di</strong> nuovo, quasi tra sé.<br />

«È bello rivederti, mamma», <strong>di</strong>sse la signora Blake con voce pacata e<br />

formale. Solo allora i vecchi occhi intensi si allontanarono da Cassie.<br />

«Alexandre. Oh, mia cara, è passato tanto tempo, troppo». Le due donne<br />

si abbracciarono, anche se un'indefinibile atmosfera <strong>di</strong> tensione rimase tra<br />

loro, vibrando.<br />

«Ma non restiamo qui fuori. Entrate, entrate in casa voi due», <strong>di</strong>sse la<br />

nonna asciugandosi gli occhi. «Temo che questo vecchio posto non sia uno<br />

splendore, ma vi ho riservato le camere migliori. Vieni, Cassie, ti mostro la<br />

tua».<br />

La luce rossastra del tramonto donava all'interno della casa un'atmosfera<br />

oscura e cupa. Tutto sembrava trasandato, dalle logore imbottiture <strong>delle</strong><br />

se<strong>di</strong>e al liso tappeto orientale sul pavimento <strong>di</strong> pino.<br />

26


Percorsero prima una scalinata – lentamente, con la nonna <strong>di</strong> Cassie che<br />

si teneva alla ringhiera – e poi un lungo corridoio. Il pavimento <strong>di</strong> legno<br />

scricchiolava sotto le Reebok <strong>di</strong> Cassie e le lampade in alto, fissate alle<br />

pareti, tremolavano al loro passaggio. "Le manca solo un candelabro in<br />

mano", pensò Cassie. Da un momento all'altro si aspettava <strong>di</strong> veder<br />

sopraggiungere dall'altra parte del corridoio Lurch o il cugino It.<br />

«L'impianto d'illuminazione è opera <strong>di</strong> tuo nonno», si scusò la nonna.<br />

«Voleva fare tutto lui. Ecco la tua stanza, Cassie. Spero ti piaccia il rosa».<br />

Quando la nonna aprì la porta, Cassie sentì i suoi occhi spalancarsi.<br />

Sembrava una camera da letto allestita per un museo. C'era un letto a<br />

baldacchino con tanto <strong>di</strong> tende, pie<strong>di</strong> e tettuccio – il tutto decorato con un<br />

motivo floreale rosa pallido. C'erano <strong>delle</strong> se<strong>di</strong>e rosa antico in tinta col<br />

baldacchino, con alti schienali imbottiti. Sopra un camino con una cappa<br />

molto alta, c'erano un candeliere <strong>di</strong> peltro, un orologio <strong>di</strong> ceramica cinese<br />

e, per finire, un intero corredo <strong>di</strong> mobili antichi, massicci e tirati a lucido.<br />

L'insieme era meraviglioso, ma davvero eccessivo...<br />

«Puoi mettere i vestiti in questa cassapanca... È <strong>di</strong> solido mogano», stava<br />

<strong>di</strong>cendo la nonna. «È bombé, uno stile tipico del Massachusetts... l'unica<br />

regione <strong>delle</strong> colonie in cui veniva realizzato».<br />

"Le colonie?", pensò Cassie fissando il coperchio decorato della<br />

cassapanca.<br />

«E qui ci sono il comò e l'arma<strong>di</strong>o... Ti sei già affacciata alle finestre?<br />

Ho pensato che potesse piacerti una camera ad angolo, perché è esposta sia<br />

a sud che a est».<br />

Cassie guardò fuori. Una finestra dava sulla strada, l'altra sull'oceano,<br />

che in quel momento era una cupa <strong>di</strong>stesa grigio piombo sotto un cielo<br />

nero, in perfetta sintonia con il suo umore.<br />

«Adesso ti lascio sola, così potrai ambientarti», <strong>di</strong>sse la nonna.<br />

«Alexandra, per te ho scelto la camera verde dall'altra parte del<br />

corridoio...».<br />

La mamma <strong>di</strong> Cassie le <strong>di</strong>ede un abbraccio veloce e quasi timido. E<br />

Cassie rimase finalmente sola. Sola con gli enormi mobili luccicanti, il<br />

camino spento e i pesanti drappeggi. Si sedette cautamente su una se<strong>di</strong>a<br />

perché il letto le incuteva timore.<br />

Ripensò alla sua vecchia camera, ai mobili bianchi <strong>di</strong> legno compresso,<br />

ai poster del Fantasma dell'Opera e al lettore CD che aveva comprato con<br />

i sol<strong>di</strong> guadagnati facendo la babysitter. Aveva <strong>di</strong>pinto la libreria <strong>di</strong> azzurro<br />

per abbinarla alla sua collezione <strong>di</strong> unicorni. Collezionava unicorni d'ogni<br />

27


tipo – <strong>di</strong> peluche, <strong>di</strong> vetro soffiato, <strong>di</strong> ceramica, <strong>di</strong> peltro. Una volta Clover<br />

aveva detto che anche Cassie era un unicorno: occhi azzurri, timida, e<br />

unica. Tutto questo sembrava ormai appartenere a una vita precedente.<br />

Cassie non sapeva da quanto era seduta, ma a un certo punto si accorse<br />

<strong>di</strong> avere il pezzo <strong>di</strong> calcedonio in mano. Doveva averlo tirato fuori dalla<br />

tasca, e ora lo stava stringendo con forza.<br />

"Se mai dovessi trovarti nei guai o in pericolo", pensò, e fu invasa da<br />

un'ondata <strong>di</strong> desiderio, seguita da un moto <strong>di</strong> rabbia. "Non fare la sciocca",<br />

si <strong>di</strong>sse con fermezza. "Non sei in pericolo. E soprattutto nessuna pietra ti<br />

aiuterà". Resistette all'impulso <strong>di</strong> scagliarla lontano. Invece, se la strofinò<br />

sulla guancia, avvertendo le fredda e irregolare levigatezza dei cristalli.<br />

Ciò le riportò alla mente il tocco del ragazzo: com'era stato delicato,<br />

com'era riuscito a penetrare nella sua anima. Si passò audacemente la<br />

pietra sulle labbra, e sentì un improvviso torpore sulla pelle, in un ogni<br />

singolo punto che il ragazzo aveva toccato. La mano che lui aveva stretto...<br />

Riusciva ancora a sentire le sue <strong>di</strong>ta impresse sul palmo, sul polso, come<br />

un marchio... Percepì nuovamente il tocco leggero <strong>delle</strong> sue <strong>di</strong>ta fredde,<br />

che le avevano fatto rizzare i peli del braccio... Chiuse gli occhi e trattenne<br />

il respiro mentre ricordava il bacio. Come sarebbe stato, si chiese, se le<br />

labbra <strong>di</strong> quel ragazzo avessero sfiorato il punto in cui il cristallo, adesso,<br />

era a contatto con la sua pelle? Lasciò che la testa le scivolasse in<strong>di</strong>etro,<br />

verso le spalle, guidando la pietra fredda dalle sue labbra alla gola fino al<br />

petto, nel punto in cui le batteva il cuore. Le sembrava che lui la stesse<br />

baciando, come nessun altro aveva mai fatto; le sembrava che le labbra del<br />

ragazzo coi capelli rossi fossero davvero sulle sue. "A te lo permetterei",<br />

pensò, "a te e a nessun altro... Di te mi fiderei...".<br />

Ma lui se n'era andato. Improvvisamente, Cassie tornò alla realtà. Fu un<br />

forte shock. Lui l'aveva lasciata e se n'era andato, proprio come aveva fatto<br />

l'unico altro uomo davvero importante della sua vita.<br />

Raramente Cassie pensava a suo padre. Raramente permetteva a se<br />

stessa <strong>di</strong> farlo. Se n'era andato quando Cassie era solo una bambina,<br />

lasciando lei e sua madre a vedersela da sole su tutto. La signora Blake<br />

raccontava in giro che suo marito era morto, ma a Cassie aveva detto la<br />

verità: semplicemente, le aveva abbandonate. Poteva anche essere che<br />

ormai fosse morto davvero, o che fosse andato a vivere da qualche altra<br />

parte, o che si fosse fatto un'altra famiglia, che avesse un'altra figlia. Non<br />

l'avrebbero mai saputo. E benché sua madre non affrontasse mai<br />

l'argomento, a meno che qualcuno non le domandasse qualcosa in merito,<br />

28


Cassie sapeva che il padre le aveva spezzato il cuore.<br />

"Gli uomini ti abbandonano sempre", pensò Cassie con un groppo in<br />

gola. "Sono stata lasciata da entrambi. E adesso sono sola... in questo<br />

posto. Se solo potessi confidarmi con qualcuno... una sorella, un'amica...".<br />

Chiuse gli occhi e lasciò scivolare sulle gambe la mano che stringeva il<br />

cristallo. Tutte quelle emozioni l'avevano spossata al punto che non aveva<br />

neanche la forza <strong>di</strong> raggiungere il letto. Rimase semplicemente seduta, con<br />

il respiro che rallentava sempre <strong>di</strong> più, finché non si addormentò quando<br />

ormai era buio.<br />

Quella notte fece un sogno – o forse non era un sogno. Sognò che la<br />

madre e la nonna entravano nella sua camera, senza fare rumore, quasi<br />

fluttuando sul pavimento. Nel sogno era cosciente della loro presenza, ma<br />

non riusciva a muoversi quando loro la sollevavano dalla se<strong>di</strong>a, la<br />

svestivano e la mettevano sotto le coperte. Le due donne rimanevano ai<br />

pie<strong>di</strong> del letto a guardarla dormire. Gli occhi della madre, oscuri e<br />

impenetrabili, avevano un'aria strana.<br />

«Piccola Cassie», sospirava la nonna. «Finalmente. Ma che peccato...».<br />

«Shhh!», <strong>di</strong>ceva bruscamente la mamma. «La sveglierai».<br />

La nonna sospirava <strong>di</strong> nuovo. «Sai che non c'è altra via...».<br />

«Sì», <strong>di</strong>ceva la madre con voce spenta e rassegnata. «So che al proprio<br />

destino non si può sfuggire. Io per prima non avrei dovuto provarci».<br />

"È quel che ho pensato anch'io", pensò Cassie mentre il sogno si<br />

<strong>di</strong>ssolveva. "Non puoi sfuggire al tuo destino". Riuscì a <strong>di</strong>stinguere come<br />

attraverso una nebbia vaga la madre e la nonna che si <strong>di</strong>rigevano alla porta<br />

sussurrando tra loro. Non capiva cosa si <strong>di</strong>cevano, finché un'unica parola<br />

arrivò sibilando alle sue orecchie.<br />

«...sacrificio...».<br />

Non sapeva chi l'avesse pronunciata, ma quella parola continuò a<br />

riecheggiarle nella mente a lungo, molto a lungo. Mentre le tenebre<br />

l'avvolgevano, ancora la sentiva. "Sacrificio... sacrificio... sacrificio...".<br />

Il mattino dopo Cassie si risvegliò nel letto a baldacchino con il sole che<br />

entrava dalla finestra a est. I suoi raggi facevano sembrare la stanza un<br />

petalo <strong>di</strong> rosa illuminato. Cassie avvertiva una sensazione calda e<br />

luminosa. Oltre la finestra, fuori, un uccellino cinguettava.<br />

Si mise a sedere. Ricordava stralci <strong>di</strong> uno strano sogno, ma erano vaghi<br />

e in<strong>di</strong>stinti. Aveva il naso tappato – probabilmente a causa <strong>delle</strong> lacrime –<br />

29


e le girava leggermente la testa. Era come se si fosse svegliata da un sonno<br />

profondo e riposante in seguito a una malattia o a un avvenimento<br />

scioccante: si sentiva stranamente <strong>di</strong>sorientata e in pace con se stessa. La<br />

quiete dopo la tempesta.<br />

Si vestì. Stava per uscire dalla stanza, quando vide il pezzo <strong>di</strong> calcedonio<br />

sul pavimento. Lo raccolse e se lo mise in tasca.<br />

Sembrava che tutti dormissero ancora. Nonostante fosse giorno, il lungo<br />

corridoio era buio e freddo, illuminato solo dalla luce che penetrava<br />

attraverso le finestre poste alle due estremità. Cassie tremava mentre<br />

scendeva al piano <strong>di</strong> sotto, e le deboli luci <strong>delle</strong> lampade a muro<br />

tremolavano con lei, quasi a <strong>di</strong>mostrare la loro solidarietà.<br />

Il piano <strong>di</strong> sotto era più soleggiato. Ma c'erano così tante stanze che<br />

Cassie si perse quando provò a esplorarle. Alla fine, decise <strong>di</strong> imboccare il<br />

corridoio centrale e <strong>di</strong> uscire.<br />

Lo fece senza domandarsene il perché – forse voleva conoscere il<br />

quartiere. Imboccò la lunga e stretta strada sterrata, lasciandosi alle spalle<br />

una costruzione dopo l'altra. Era presto, e non c'era nessuno nei paraggi. Si<br />

fermò davanti alla bella casa gialla con le torri.<br />

Una finestra in una <strong>delle</strong> torri era illuminata.<br />

Cassie la stava fissando, chiedendosi il motivo <strong>di</strong> quella luce accesa,<br />

quando un movimento <strong>di</strong>etro una finestra al pianoterra catturò la sua<br />

attenzione. Si trattava forse <strong>di</strong> una biblioteca o <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o, e dentro c'era<br />

una ragazza alta e snella, con un'incre<strong>di</strong>bile cascata <strong>di</strong> capelli che le<br />

nascondeva il volto chino su una scrivania sotto la finestra. Quei capelli...<br />

Cassie non riusciva a <strong>di</strong>stogliere lo sguardo. Era come se racchiudessero la<br />

luce del sole e quella della luna. Ed erano naturali. Nessuna ra<strong>di</strong>ce scura.<br />

Cassie non aveva mai visto nulla <strong>di</strong> così bello.<br />

Erano talmente vicine: Cassie in pie<strong>di</strong> <strong>di</strong>etro una siepe, e la ragazza<br />

dall'altra parte della finestra, ma con lo sguardo rivolto verso il basso.<br />

Cassie guardò, rapita, l'operazione che la ragazza stava compiendo seduta<br />

alla scrivania. Le sue mani muovevano con grazia un attrezzo, macinando<br />

qualcosa con un pestello che batteva ritmicamente in un mortaio. Spezie?<br />

Qualunque cosa fosse, i suoi movimenti erano rapi<strong>di</strong> e precisi e le mani<br />

agili ed eleganti.<br />

Cassie provò una stranissima sensazione ... "Se solo alzasse la testa e<br />

guardasse verso <strong>di</strong> me", pensò. "Se solo lanciasse un'occhiata fuori dalla<br />

finestra". Se l'avesse fatto, allora... sarebbe successo certamente qualcosa.<br />

Cassie non sapeva cosa, ma aveva la pelle d'oca. Avvertiva un legame tra<br />

30


lei e la ragazza, una certa... affinità. Se solo avesse alzato la testa e<br />

guardato verso <strong>di</strong> lei...<br />

"Urla. Lancia un sassolino contro la finestra". Cassie stava cercando un<br />

sasso quando un altro movimento <strong>di</strong>etro la finestra la bloccò. La ragazza<br />

con i capelli luccicanti si era voltata, come se qualcuno all'interno della<br />

casa l'avesse chiamata. Cassie intravide per un brevissimo istante un volto<br />

fresco e delizioso. Poi la ragazza si girò e corse via, i capelli che le<br />

sventolavano <strong>di</strong>etro le spalle come seta.<br />

Cassie sospirò.<br />

Sarebbe stato comunque stupido, si <strong>di</strong>sse mentre tornava a casa. Che bel<br />

modo <strong>di</strong> presentarsi ai vicini – lanciare pietre contro le loro finestre. Ma la<br />

sensazione <strong>di</strong> cocente delusione restò. Per qualche motivo, sentiva che non<br />

avrebbe avuto un'altra occasione – che non avrebbe mai trovato il coraggio<br />

<strong>di</strong> presentarsi a quella ragazza. Certamente una persona così bella era<br />

piena <strong>di</strong> amici e non aveva alcun bisogno <strong>di</strong> Cassie. Senza dubbio,<br />

frequentava gente ben al <strong>di</strong> fuori, e al <strong>di</strong> sopra, dell'orbita <strong>di</strong> Cassie.<br />

La casa banale e squadrata della nonna sembrava più brutta dopo la<br />

luminosa costruzione vittoriana. Sconsolata, Cassie deviò verso la<br />

scogliera per guardare l'oceano.<br />

Blu. Un colore così intenso che non trovava le parole per descriverlo.<br />

Osservando le onde che s'infrangevano su una roccia scura, provò uno<br />

strano brivido. Il vento le spingeva in<strong>di</strong>etro i capelli mentre lei osservava il<br />

sole del mattino che luccicava sulle onde. Avvertiva ancora quella...<br />

affinità. Come se una voce parlasse al suo sangue, a qualcosa che si<br />

trovava nascosta, nel profondo, dentro lei. Cos'aveva quel posto – e quella<br />

ragazza? Sentiva <strong>di</strong> essere sul punto <strong>di</strong> capirlo...<br />

«Cassie!».<br />

Spaventata, Cassie si voltò <strong>di</strong> scatto. La nonna la stava chiamando<br />

dall'ingresso dell'ala più vecchia.<br />

«Stai bene? Per l'amor del cielo, allontanati dal ciglio della scogliera!».<br />

Cassie guardò <strong>di</strong> sotto provando un'improvvisa vertigine. Le punte dei<br />

pie<strong>di</strong> erano quasi nel vuoto. «Non mi ero accorta <strong>di</strong> essere così vicina»,<br />

<strong>di</strong>sse, facendo un passo in<strong>di</strong>etro.<br />

La nonna la guardò, poi annuì. «Be', entra in casa, così ti preparo la<br />

colazione», <strong>di</strong>sse. «Ti piacciono le frittelle?».<br />

Cassie, un po' intimorita, annuì. Nonostante ricordasse vagamente un<br />

sogno che la faceva sentire ancora a <strong>di</strong>sagio, stava decisamente meglio del<br />

giorno prima. Seguì la nonna oltre la porta, più spessa e pesante <strong>di</strong> quelle<br />

31


moderne.<br />

«Questo era l'ingresso principale della casa, in origine», le spiegò la<br />

nonna. Cassie notò che la gamba malata oggi non le dava molti problemi.<br />

«È strano che porti <strong>di</strong>rettamente nella cucina, vero? Ma in passato si usava<br />

così. Sie<strong>di</strong>ti. Intanto ti preparo le frittelle».<br />

Ma Cassie non riusciva a muoversi. Era sbalor<strong>di</strong>ta: non aveva mai visto<br />

una cucina simile. C'era una cucina a gas e un frigorifero, persino un forno<br />

a microonde in bella vista su una mensola <strong>di</strong> legno – ma il resto sembrava<br />

provenire da un set cinematografico. Un enorme camino incassato nella<br />

parete, grosso quanto un arma<strong>di</strong>o, occupava gran parte della stanza; era<br />

spento, ma lo spesso strato <strong>di</strong> cenere <strong>di</strong>mostrava che era ancora attivo. Al<br />

suo interno c'era una pentola <strong>di</strong> metallo agganciata a una traversa <strong>di</strong> ferro.<br />

Sulla mensola fiori e piante secche sprigionavano una gradevole fragranza.<br />

In quanto alla donna davanti al focolare...<br />

Le nonne dovrebbero essere rosa e rassicuranti, con un grembo morbido<br />

e un conto corrente abbondante. Quella donna, invece, era curva e rugosa,<br />

con i capelli grigi e un enorme neo su una guancia. Cassie si aspettava che<br />

da un momento all'altro si sarebbe avvicinata alla pentola <strong>di</strong> metallo e<br />

avrebbe iniziato a mescolare mormorando: «Aumenta, aumenta, fatica e<br />

tormenta...».<br />

Subito, si vergognò <strong>di</strong> quel brutto pensiero. "È tua nonna", si <strong>di</strong>sse con<br />

rabbia. "Oltre sua figlia, sei l'unica parente che le è rimasta. Non è colpa<br />

sua se è vecchia e brutta. Quin<strong>di</strong> non restartene seduta e dì qualcosa <strong>di</strong><br />

carino".<br />

«Oh, grazie», <strong>di</strong>sse, mentre la nonna le metteva davanti un piatto <strong>di</strong><br />

frittelle fumanti. Poi aggiunse: «Uh, sono fiori secchi quelli sul camino?<br />

Hanno un buon odore».<br />

«Lavanda e issopo», <strong>di</strong>sse la nonna. «Se ti va, quando finisci <strong>di</strong><br />

mangiare potrei mostrarti il giar<strong>di</strong>no».<br />

«Mi piacerebbe tantissimo», <strong>di</strong>sse Cassie sinceramente.<br />

Quando la nonna la condusse <strong>di</strong> fuori, però, ciò che Cassie vide era<br />

molto <strong>di</strong>verso da come se l'era immaginato. C'era qualche fiore, ma per lo<br />

più il "giar<strong>di</strong>no" consisteva <strong>di</strong> erbacce e piante – cespugli su cespugli <strong>di</strong><br />

erbacce e piante incolte.<br />

«Oh... gradevole», <strong>di</strong>sse Cassie. Forse la nonna soffriva <strong>di</strong> demenza<br />

senile. «Che piante... insolite».<br />

La nonna le lanciò un'occhiata furba e <strong>di</strong>vertita. «È solo erba», <strong>di</strong>sse.<br />

«Ecco, questa è melissa. Annusa».<br />

32


Cassie prese la foglia a forma <strong>di</strong> cuore, grinzosa come una foglia <strong>di</strong><br />

menta ma un po' più grande, e l'annusò. Odorava <strong>di</strong> limone fresco appena<br />

sbucciato. «Questo è davvero gradevole», <strong>di</strong>sse sorpresa.<br />

«E questa è acetosella. Assaggiala».<br />

Cassie prese con prudenza la piccola foglia tondeggiante e ne<br />

mangiucchiò un'estremità. Il sapore era deciso e rinfrescante. «È buona...<br />

Sembra erba brusca», <strong>di</strong>sse, guardando la nonna che le sorrideva <strong>di</strong><br />

rimando. «E queste», chiese, in<strong>di</strong>cando alcuni fiori gialli mentre masticava<br />

un altro pezzo <strong>di</strong> foglia, «cosa sono?»<br />

«Quello è tanaceto. E quelle che sembrano margherite sono amarelle. Le<br />

foglie <strong>di</strong> amarella sono ottime per l'insalata».<br />

Cassie era molto incuriosita. «E quelle?», domandò ancora, ad<strong>di</strong>tando<br />

dei fiori color crema avvolti ad altre piante.<br />

«Caprifogli. Li coltivo solo per l'odore. Le api e le farfalle lo adorano. In<br />

estate qui sembra <strong>di</strong> essere alla Grand Central Station».<br />

Cassie si chinò per cogliere un gambo profumato da cui sbocciavo dei<br />

germogli delicati, ma si fermò. «Potrei... Pensavo <strong>di</strong> portarne un po' in<br />

camera. Sempre che non ti <strong>di</strong>spiaccia».<br />

«Oh, santo cielo, pren<strong>di</strong>ne quanti ne vuoi. Sono qui apposta».<br />

"Dopo tutto non è così vecchia e brutta", pensò Cassie, cogliendo un po'<br />

<strong>di</strong> quei fiori color crema. "È solo... <strong>di</strong>versa, e <strong>di</strong>verso non vuol <strong>di</strong>re<br />

necessariamente cattivo".<br />

«Grazie... nonna», <strong>di</strong>sse mentre rientravano in casa. Poi aprì la bocca per<br />

chiederle notizie sulla casa gialla e su chi ci abitava, ma la nonna andò a<br />

prendere qualcosa accanto al forno a microonde.<br />

«Sono per te, Cassie. Sono arrivati ieri per posta». Così <strong>di</strong>cendo, le<br />

passò due opuscoli, uno rosso e uno bianco, avvolti in un foglio <strong>di</strong> carta.<br />

Il primo era il Manuale per gli studenti e i genitori della New Salem<br />

High School e l'altro era l'Or<strong>di</strong>ne degli stu<strong>di</strong> della New Salem High<br />

School.<br />

"Oh, mio Dio", pensò Cassie. "La scuola".<br />

Nuovi corridoi, nuovi arma<strong>di</strong>etti, nuove classi, nuove facce. Tra i due<br />

opuscoli c'era un foglio con su scritto, a lettere gran<strong>di</strong> e vivaci, Orario<br />

<strong>delle</strong> lezioni. E sotto c'erano il suo nome e il suo in<strong>di</strong>rizzo: Crowhaven<br />

Road n. 12, New Salem.<br />

Magari la nonna non era poi così male come aveva pensato; e anche la<br />

casa non era terribile. Ma la scuola? Come poteva affrontare la scuola qui<br />

a New Salem?<br />

33


5<br />

Il pullover <strong>di</strong> cachemire grigio o il car<strong>di</strong>gan blu e bianco Fair Isle,<br />

questo era il <strong>di</strong>lemma. Cassie era davanti allo specchio con la cornice<br />

dorata, con un capo in ciascuna mano. Il car<strong>di</strong>gan blu, decise; il blu era il<br />

suo colore preferito, e metteva in risalto l'azzurro dei suoi occhi. I paffuti<br />

cherubini che le sorridevano con approvazione dalla cima dello specchio<br />

antiquato sembravano essere d'accordo con lei.<br />

Adesso che il primo giorno <strong>di</strong> scuola era arrivato, Cassie scoprì <strong>di</strong> essere<br />

eccitata. Era anche nervosa, certo, ma non c'era traccia <strong>di</strong> quel terrore<br />

cieco che si aspettava <strong>di</strong> provare. Andare a scuola in un posto nuovo aveva<br />

degli aspetti interessanti. Era come cominciare una nuova vita. Forse<br />

avrebbe esibito una nuova personalità. Probabilmente le sue amiche<br />

l'avrebbero descritta come una ragazza "carina ma timida", oppure<br />

"<strong>di</strong>vertente ma tranquilla". Qui, però, nessuno lo sapeva. Forse quest'anno<br />

sarebbe stata Cassie l'Estroversa o persino Cassie la Festaiola. Forse<br />

sarebbe stata anche all'altezza della ragazza con i capelli luccicanti. A<br />

quell'idea il cuore cominciò a batterle più forte.<br />

Tutto <strong>di</strong>pendeva dalla prima impressione. Era <strong>di</strong> vitale importanza<br />

cominciare con il piede giusto. Indossò il car<strong>di</strong>gan blu e si rimirò nello<br />

specchio, ansiosa.<br />

Avrebbe voluto fare qualcosa ai capelli. Erano soffici e leggermente<br />

ondulati, con <strong>delle</strong> belle meches, ma avrebbe desiderato qualcosa <strong>di</strong> più<br />

elaborato. "Come la ragazza in questa pubblicità", pensò, guardando la<br />

rivista che aveva acquistato la settimana prima, quando era andata in città<br />

per dare un'occhiata ai vestiti e agli accessori più in voga per il ritorno a<br />

scuola. Non aveva avuto più il coraggio <strong>di</strong> avventurarsi a pie<strong>di</strong> fino alla<br />

casa gialla, ma ci era passata accanto nella Golf della nonna, sperando <strong>di</strong><br />

imbattersi casualmente nella ragazza.<br />

Alla fine decise: il giorno dopo si sarebbe pettinata i capelli all'in<strong>di</strong>etro,<br />

come la modella della rivista.<br />

Stava per andarsene, quando qualcosa sulla pagina successiva della<br />

rivista catturò la sua attenzione. L'oroscopo. Il suo segno, il cancro,<br />

sembrava fissarla. I suoi occhi andarono automaticamente alle parole sotto<br />

il <strong>di</strong>segno.<br />

Quello spiacevole senso <strong>di</strong> insicurezza che credevate passato è tornato alla ribalta.<br />

È tempo <strong>di</strong> pensare positivo! Se non dovesse funzionare, ricordate che nulla dura per<br />

sempre. Cercate <strong>di</strong> non complicare le vostre relazioni. Avete già abbastanza problemi<br />

34


<strong>di</strong> cui occuparvi.<br />

"Gli oroscopi sono spazzatura", pensò Cassie chiudendo la rivista con<br />

una manata. Lo <strong>di</strong>ceva sempre sua madre, e aveva ragione. "Lo spiacevole<br />

senso <strong>di</strong> insicurezza": <strong>di</strong>re a una persona che è un'insicura contribuisce a<br />

renderla tale! Non c'era niente <strong>di</strong> soprannaturale in tutto questo.<br />

Ma, se non credeva al soprannaturale, che ci faceva quel pezzo <strong>di</strong><br />

calcedonio nel suo zaino? Serrò la mascella, prese la pietra e la mise nel<br />

portagioie; poi scese a salutare la madre e la nonna.<br />

La scuola era un imponente e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> tre piani in mattoni rossi.<br />

Talmente imponente che Cassie, dopo aver parcheggiato la Golf, aveva<br />

quasi timore ad avvicinarsi. C'erano <strong>di</strong>verse stra<strong>di</strong>ne che salivano lungo il<br />

fianco della collina, e la ragazza alla fine si decise a imboccarne una. In<br />

cima alla collina, mentre fissava la scuola, le si chiuse la gola.<br />

Dio, sembrava un college o qualcosa del genere. Una specie <strong>di</strong> luogo<br />

storico. Sulla lastra massiccia all'entrata c'era scritto NEW SALEM HIGH<br />

SCHOOL, e sotto, su una specie <strong>di</strong> targa, CITTÀ DI NEW SALEM,<br />

FONDATA NEL 1693. Era davvero così antica? Trecento anni? A Reseda,<br />

gli e<strong>di</strong>fici più vecchi ne avevano al massimo una cinquantina.<br />

"Non sono timida", si <strong>di</strong>sse Cassie, costringendosi a muoversi. "Io sono<br />

Cassie l'Intrepida".<br />

Un rombo incre<strong>di</strong>bilmente fragoroso le fece voltare <strong>di</strong> scatto la testa; si<br />

scansò istintivamente un attimo prima <strong>di</strong> essere investita. Con il cuore che<br />

le martellava in petto, guardò intontita ciò che le era quasi finito addosso.<br />

C'era una motocicletta, sul viale pedonale. E, cosa ancor più sorprendente,<br />

il pilota era una ragazza. Indossava jeans neri attillati e una giacca da<br />

motociclista; aveva un fisico slanciato e atletico che sembrava molto<br />

robusto. Ma, quando si voltò, dopo aver parcheggiato la moto al posto<br />

riservato alle biciclette, Cassie vide che la ragazza aveva un volto<br />

straor<strong>di</strong>nariamente bello. Era minuto e femminile, incorniciato da riccioli<br />

neri, e rovinato solo da un'espressione imbronciata e aggressiva.<br />

«Che hai da guardare?», chiese bruscamente la ragazza.<br />

Cassie sobbalzò, accorgendosi che la motociclista la stava fissando. La<br />

ragazza fece un passo in avanti e Cassie si scoprì a in<strong>di</strong>etreggiare.<br />

«Mi spiace... Non volevo...». Cercò <strong>di</strong> ricacciare in<strong>di</strong>etro le lacrime, ma<br />

non era facile. La ragazza indossava uno striminzito top nero alla vita,<br />

sotto il quale Cassie intravide quello che sembrava un tatuaggio. Il<br />

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tatuaggio <strong>di</strong> una luna crescente. «Mi <strong>di</strong>spiace», ripeté Cassie, impotente.<br />

«Vorrei vedere. Non capitarmi mai più tra i pie<strong>di</strong>, intesi?».<br />

"Sei stata tu che mi hai quasi investita", pensò Cassie. Ma si affrettò ad<br />

annuire vigorosamente e, con suo grande sollievo, la ragazza se ne andò.<br />

"Dio, che modo orribile <strong>di</strong> cominciare la scuola", pensò Cassie,<br />

raggiungendo in fretta l'ingresso. "E che persona orribile con cui scambiare<br />

le prime parole". Be', dopo un simile inizio, però, le cose potevano solo<br />

migliorare.<br />

Intorno a Cassie, gruppi <strong>di</strong> teenager si baciavano e salutavano gli uni<br />

con gli altri: le ragazze ridacchiando e abbracciandosi, i ragazzi<br />

prendendosi in giro. Era una confusione euforica, e sembrava che tutti<br />

conoscessero tutti.<br />

Tranne Cassie. Avvolta dalle fragranze dei numerosi profumi e dei<br />

dopobarba non necessari, la neofita fissava i tagli impeccabili dei ragazzi e<br />

i vestiti nuovi <strong>di</strong> zecca <strong>delle</strong> ragazze. Non si era mai sentita così sola in<br />

vita sua.<br />

"Continua a camminare", si <strong>di</strong>sse con decisione. "Non pensare a quella<br />

ragazza, cerca la tua classe. Forse troverai qualcuno con cui parlare. Devi<br />

sembrare estroversa se vuoi che la gente pensi che tu lo sia".<br />

La prima lezione era un corso <strong>di</strong> scrittura propedeutico alla<br />

pubblicazione, e Cassie era felice <strong>di</strong> poterlo frequentare. Le piaceva la<br />

scrittura creativa, e sull'or<strong>di</strong>ne degli stu<strong>di</strong> c'era scritto che seguendo il<br />

corso sarebbe stato possibile pubblicare sulla rivista letteraria o sul<br />

giornalino della scuola. Aveva scritto per il giornale della sua vecchia<br />

scuola; forse poteva farlo anche qui.<br />

Ovviamente sugli opuscoli c'era scritto anche che, per partecipare alle<br />

lezioni, bisognava iscriversi in primavera, e Cassie non riusciva a capire<br />

come avesse fatto la nonna a registrarla pochi giorni prima dell'inizio della<br />

scuola. Forse aveva una certa influenza sui membri dell'amministrazione o<br />

qualcosa del genere.<br />

Dopo aver trovato l'aula senza troppi problemi, Cassie scelse un banco<br />

nelle ultime file per non dare troppo nell'occhio. L'aula stava cominciando<br />

a riempirsi, e chiunque sembrava avere qualcuno con cui parlare. Nessuno<br />

le prestò la minima attenzione.<br />

Cassie iniziò a scribacchiare frenetica sul quaderno, cercando <strong>di</strong><br />

sembrare completamente presa da quel che faceva, e sperando che nessuno<br />

si accorgesse che lei era l'unica nell'aula a non avere un compagno <strong>di</strong><br />

banco.<br />

36


«Sei nuova, vero?».<br />

Il ragazzo seduto davanti a lei si era voltato. Il suo sorriso era<br />

sinceramente amichevole, e abbagliante, e Cassie aveva l'impressione che<br />

lui ne fosse pienamente consapevole. I capelli ricci castano chiaro<br />

mandavano riflessi ramati e, anche se era seduto, era chiaro che doveva<br />

essere molto alto.<br />

«Sei nuova», ripeté.<br />

«Sì», <strong>di</strong>sse Cassie, furiosa perché le tremava la voce. Ma quel ragazzo<br />

era così affascinante... «Mi chiamo Cassie Blake. Mi sono trasferita da<br />

poco dalla California».<br />

«Io sono Jeffrey Lovejoy».<br />

«Oh», <strong>di</strong>sse Cassie, fingendo <strong>di</strong> aver già sentito il suo nome, poiché<br />

sembrava che lui se l'aspettasse.<br />

«Pivot della squadra <strong>di</strong> basket», aggiunse. «E capitano».<br />

«Oh, che bello». Oh, che stupida. Doveva fare <strong>di</strong> meglio. Sembrava una<br />

cerebrolesa. «Volevo <strong>di</strong>re... dev'essere davvero interessante».<br />

«Ti piace il basket? Forse potremmo parlarne qualche volta». Cassie<br />

provò un'improvvisa gratitu<strong>di</strong>ne per quel ragazzo che stava ignorando la<br />

sua goffaggine e il suo imbarazzo. Ok, forse gli piaceva essere ammirato<br />

dalle ragazze, ma che importava? Era carino, e la popolarità <strong>di</strong> Cassie<br />

sarebbe certo migliorata se l'avessero vista in giro per il campus al suo<br />

fianco.<br />

«Sarebbe bello», <strong>di</strong>sse, desiderando <strong>di</strong> riuscire a pensare a un altro<br />

aggettivo. «Forse... forse durante l'intervallo...».<br />

Un'ombra cadde su <strong>di</strong> lei. O almeno fu ciò che Cassie avvertì. In ogni<br />

caso, sentì, tutto in un colpo, dal nulla, una presenza al suo fianco, una<br />

presenza che la fece ammutolire mentre si voltava con gli occhi spalancati.<br />

C'era una ragazza vicino a lei, la ragazza più bella che Cassie avesse mai<br />

visto. Una ragazza meravigliosa, alta e sensuale. Aveva capelli neri come<br />

la pece e la sua carnagione pallida sprigionava sicurezza e potere.<br />

«Ciao, Jeffrey», <strong>di</strong>sse. Aveva un tono basso per una ragazza, vibrante e<br />

quasi maschile.<br />

«Faye». La voce <strong>di</strong> Jeffrey, invece, era decisamente priva <strong>di</strong> entusiasmo.<br />

Sembrava nervoso. «Ciao».<br />

La ragazza si chinò su <strong>di</strong> lui, poggiando una mano sullo schienale della<br />

se<strong>di</strong>a. Cassie sentì la sua scia <strong>di</strong> profumo inebriante. «Non ti sei fatto<br />

vedere molto durante le vacanze estive», <strong>di</strong>sse. «Dove sei stato?»<br />

«In giro», rispose Jeffrey allegramente, ma il sorriso era forzato e il<br />

37


corpo rigido.<br />

«Non dovresti nasconderti. Sei un ragazzaccio». Faye si chinò un altro<br />

po'. Indossava un top che le lasciava scoperte le spalle, completamente.<br />

C'era un bel po' <strong>di</strong> pelle nuda all'altezza degli occhi <strong>di</strong> Jeffrey. Ma era il<br />

suo volto che Cassie non poteva fare a meno <strong>di</strong> guardare. Aveva labbra<br />

carnose e sensuali e straor<strong>di</strong>nari occhi color miele. Sembravano brillare <strong>di</strong><br />

una strana luce dorata. «Al Capri danno un nuovo film dell'orrore, questa<br />

settimana, lo sapevi?», <strong>di</strong>sse. «Io adoro gli horror, Jeffrey».<br />

«A me non fanno né caldo né freddo», rispose Jeffrey.<br />

Faye ridacchiò, un suono intenso e fasti<strong>di</strong>oso. «Forse non ne hai ancora<br />

visto uno con la ragazza giusta», sussurrò. «In certe circostanze, credo che<br />

possano essere molto... stimolanti».<br />

Cassie, imbarazzata, sentì il sangue che le arrossava le guance, anche se<br />

nemmeno lei sapeva perché. Jeffrey si passò la lingua sulle labbra.<br />

Sembrava attratto da quella ragazza contro la sua stessa volontà, ma anche<br />

spaventato. Come un coniglio in trappola.<br />

«Ho in programma <strong>di</strong> portare Sally a Gloucester per il weekend...»,<br />

cominciò Jeffrey, tirato.<br />

«Be', dovrai <strong>di</strong>re a Sally che... c'è stato un cambio <strong>di</strong> programma», <strong>di</strong>sse<br />

Faye, squadrandolo da cima a fondo. «Puoi passare a prendermi sabato alle<br />

sette».<br />

«Faye, io...».<br />

«Oh, e non fare tar<strong>di</strong>, va bene? O<strong>di</strong>o i ragazzi che mi fanno aspettare».<br />

Fino a quel momento, la ragazza con i capelli neri non aveva mai<br />

guardato Cassie. Ma ora, mentre si tirava su per andarsene, la guardò. Fu<br />

uno sguardo d'intesa, come se sapesse perfettamente che Cassie aveva<br />

ascoltato ogni parola. Sembrava che la cosa le procurasse piacere. Poi si<br />

voltò <strong>di</strong> nuovo verso Jeffrey.<br />

«Oh, e comunque», <strong>di</strong>sse, sollevando una mano con un gesto languido<br />

che mise in mostra le sue lunghe unghie rosse, «anche lei abita in<br />

Crowhaven Road».<br />

Jeffrey spalancò la bocca, guardando Cassie con un'espressione<br />

scioccata e <strong>di</strong>sgustata, e poi si voltò <strong>di</strong> scatto fissando il muro. Faye andò a<br />

sedersi in ultima fila ridacchiando.<br />

"Ma che succede?", pensò Cassie <strong>di</strong>sorientata. "Che importanza può<br />

avere il mio in<strong>di</strong>rizzo?". L'unica cosa che adesso riusciva a vedere <strong>di</strong><br />

Jeffrey-sorriso-abbagliante era la sua schiena rigida.<br />

Non aveva tempo per pensarci, perché l'insegnante stava già parlando.<br />

38


Era un uomo dall'aspetto mite con un paio <strong>di</strong> occhiali e una barba<br />

brizzolata. Si presentò come il professor Humphries.<br />

«E poiché avete avuto tutti la possibilità <strong>di</strong> parlare durante le vacanze<br />

estive, adesso vi darò l'occasione <strong>di</strong> scrivere», <strong>di</strong>sse. «Componete una<br />

poesia, in modo spontaneo. Dopo ne leggeremo qualcuna alla classe.<br />

Potete affrontare qualunque argomento, ma se avete <strong>di</strong>fficoltà a trovarne,<br />

scrivete dei vostri sogni».<br />

I mugugni che si levarono nell'aula cedettero poco alla volta il passo al<br />

silenzio e alle penne mor<strong>di</strong>cchiate. Cassie si chinò sul quaderno con il<br />

cuore che le batteva velocemente nel petto. Il vago ricordo del sogno della<br />

settimana prima – quello in cui la madre e la nonna entravano nella sua<br />

camera – cercò <strong>di</strong> insinuarsi nella sua mente. Cassie, però, non voleva<br />

scrivere <strong>di</strong> quel sogno. Voleva scrivere <strong>di</strong> lui.<br />

Dopo qualche minuto buttò giù un verso. Quando il professor<br />

Humphries <strong>di</strong>sse che il tempo era scaduto, Cassie aveva la sua poesia, e<br />

rileggendola provò un leggero brivido <strong>di</strong> eccitazione. Era buona – o<br />

almeno lei pensava che lo fosse.<br />

Cosa sarebbe successo se l'insegnante le avesse chiesto <strong>di</strong> leggere la<br />

poesia davanti a tutti? Ovviamente Cassie non se lo augurava, ma se fosse<br />

stata costretta? E se qualcun altro avesse pensato che la sua poesia era<br />

valida e avesse voluto parlarne con lei al termine della lezione? Se le<br />

avessero chiesto del protagonista della poesia, avrebbe potuto raccontare la<br />

romantica e misteriosa storia che lo riguardava. Forse avrebbe cominciato<br />

a girare la voce che anche lei era una tipa romantica e misteriosa. Forse la<br />

ragazza nella casa vittoriana avrebbe sentito parlare <strong>di</strong> lei...<br />

Il professor Humphries stava cercando qualche volontario. Com'era<br />

preve<strong>di</strong>bile, nessuno si offrì. Finché qualcuno, dal fondo dell'aula, alzò la<br />

mano.<br />

L'insegnante esitò. Cassie si girò e vide che la mano alzata aveva lunghe<br />

unghie rosse.<br />

«Faye Chamberlain», <strong>di</strong>sse finalmente il professor Humphries. Si sedette<br />

sul bordo della scrivania mentre l'alta e affascinante ragazza si piazzava in<br />

pie<strong>di</strong> al suo fianco. Cassie ebbe l'impressione che, se avesse potuto, il<br />

professore avrebbe preferito allontanarsi. Una tensione quasi palpabile<br />

riempì l'aula; tutti gli occhi erano puntati su Faye.<br />

Faye si gettò la sua splen<strong>di</strong>da chioma nera sulla schiena e scrollò le<br />

spalle, facendo scivolare un poco più giù il top scollato. Inclinò con grazia<br />

la testa all'in<strong>di</strong>etro e sorrise debolmente alla classe. «Questa è la mia<br />

39


poesia», <strong>di</strong>sse con voce roca e indolente. «Parla del fuoco».<br />

Sconvolta, Cassie guardò la poesia sul suo banco. Poi la voce <strong>di</strong> Faye<br />

catturò la sua attenzione.<br />

Ho sognato il fuoco...<br />

lingue <strong>di</strong> fuoco a lambirmi.<br />

I miei capelli ardono come una torcia;<br />

il mio corpo brucia per te.<br />

Toccami e le tue <strong>di</strong>ta mi resteranno attaccate<br />

brucerai come cenere.<br />

Ma ti spegnerai sorridendo;<br />

e allora, anche tu sarai parte del fuoco.<br />

Mentre la classe ancora la guardava stor<strong>di</strong>ta, sbalor<strong>di</strong>ta, Faye tirò fuori<br />

un fiammifero, lo accese e in qualche modo – Cassie non capì come –<br />

<strong>di</strong>ede fuoco al foglio <strong>di</strong> carta. Toccò la carta, e la carta prese fuoco. Poi,<br />

camminando lentamente, si <strong>di</strong>resse al banco dov'era seduto Jeffrey<br />

Lovejoy e si fermò davanti a lui, sventolandogli davanti agli occhi il foglio<br />

che bruciava.<br />

L'aula cominciò a urlare, fischiare e battere le mani sui banchi. Molti<br />

erano spaventati, ma la maggior parte <strong>di</strong> loro sembrava anche eccitata.<br />

Pareva che alcune <strong>delle</strong> ragazze avrebbero desiderato trovare il coraggio <strong>di</strong><br />

fare qualcosa <strong>di</strong> simile.<br />

Una voce urlò: «Così impari a essere tanto carino, Jeffrey!», «Dacci<br />

dentro, fratello!», «Sta' attento, Jeff. Sally verrà a saperlo!».<br />

Jeffrey non si mosse, non parlò, ma poco alla volta il suo viso assumeva<br />

un colorito sempre più rosso, a chiazze.<br />

Quando il foglio stava per bruciarle le <strong>di</strong>ta, Faye lo gettò nel cestino <strong>di</strong><br />

metallo accanto alla scrivania dell'insegnante. Il professor Humphries non<br />

batté ciglio quando il contenuto del cestino prese fuoco. Cassie lo ammirò<br />

per il suo comportamento.<br />

«Grazie, Faye», <strong>di</strong>sse con calma. «Ragazzi, credo che possiamo definire<br />

quello cui abbiamo appena assistito un esempio <strong>di</strong>... poesia concreta.<br />

Domani affronteremo meto<strong>di</strong> più tra<strong>di</strong>zionali. Potete andare».<br />

Faye fu la prima a uscire. Ci fu una pausa e poi, come fossero stati<br />

sganciati da una molla che li tratteneva, tutti gli altri la seguirono. Jeffrey<br />

afferrò il suo quaderno e sparì.<br />

Cassie guardò il foglio con la sua poesia. Fuoco. Anche lei aveva scritto<br />

una poesia sul fuoco, come Faye...<br />

40


Strappò la pagina, l'accartocciò e la infilò nello zaino. E tanti saluti ai<br />

suoi sogni <strong>di</strong> apparire romantica e misteriosa. Con una ragazza come<br />

quella in giro, chi mai si sarebbe accorto <strong>di</strong> lei?<br />

"Eppure, tutti sembrano temerla", pensò. Persino l'insegnante. "Perché<br />

non l'ha messa in punizione? Oppure dare fuoco ai fogli <strong>di</strong> carta è normale,<br />

qui a New Salem?".<br />

"E perché Jeffrey si è fatto trattare in quel modo? E che gliene importa<br />

<strong>di</strong> dove abito io, per l'amor del cielo?".<br />

Nel corridoio, si fece coraggio e chiese a una ragazza dove fosse l'aula<br />

C310.<br />

«È al terzo piano», le rispose la ragazza. «Le lezioni <strong>di</strong> matematica sono<br />

tutte al terzo piano. Pren<strong>di</strong> quella rampa <strong>di</strong> scale e...».<br />

Uno scoppio <strong>di</strong> urla la interruppe. «Yo! Attenti! Scansatevi». Qualcuno<br />

stava sfrecciando per il corridoio, costringendo chiunque a farsi da parte.<br />

Erano due ragazzi. Sbalor<strong>di</strong>ta, Cassie si accorse che avevano dei<br />

rollerblade ai pie<strong>di</strong>. Ridevano e urlavano mentre si facevano largo tra gli<br />

studenti. Cassie intravide dei capelli bion<strong>di</strong> scarmigliati lunghi fino alle<br />

spalle e un paio <strong>di</strong> occhi turchesi a mandorla – e poi, <strong>di</strong> nuovo, gli stessi<br />

tratti anche nel secondo ragazzo. I due erano identici, tranne per una<br />

particolarità: uno indossava una maglietta dei Megadeth e l'altro una dei<br />

Mötley Crüe.<br />

I due stavano causando un putiferio, facendo cascare i libri dalle mani<br />

degli studenti e afferrando le gonne <strong>delle</strong> ragazze. Raggiunta la fine del<br />

corridoio, uno dei due afferrò la minigonna <strong>di</strong> una graziosa studentessa dai<br />

capelli rossi e gliela sollevò in alto, scoprendola sino alla vita. La ragazza<br />

lanciò un urlo e lasciò cadere lo zaino per abbassarsela.<br />

«Perché qualcuno non fa qualcosa?», sbottò Cassie. Ma erano tutti matti,<br />

in quella scuola? «Perché qualcuno non li ferma, non chiama il preside, o<br />

fa qualcosa...?»<br />

«Stai scherzando? Quelli sono i fratelli Henderson», <strong>di</strong>sse la ragazza<br />

allontanandosi da Cassie e avvicinandosi un'amica. Cassie colse uno<br />

stralcio della loro conversazione: «...non sa neppure del club...». Le due<br />

ragazze si allontanarono dopo averla guardata un'ultima volta.<br />

Quale club? La ragazza aveva pronunciato quella parola come se avesse<br />

la maiuscola. Che relazione poteva esserci tra appartenere a un club e<br />

infrangere le regole <strong>di</strong> una scuola? Che razza <strong>di</strong> posto era quello?<br />

Suonò la campanella e Cassie si rese conto <strong>di</strong> essere in ritardo per la<br />

lezione. Prese lo zaino, se lo lanciò in fretta sulle spalle, e raggiunse <strong>di</strong><br />

41


corsa le scale.<br />

Per quanto ci avesse provato, al momento dell'intervallo aveva<br />

scambiato poco più <strong>di</strong> un "ciao" o <strong>di</strong> un "ehi" con gli altri studenti.<br />

Nient'altro. E non aveva nemmeno visto la ragazza con i capelli luccicanti,<br />

ma, considerati i tre piani e i numerosi corridoi della scuola, la cosa non la<br />

meravigliava. Nel suo attuale stato d'insicurezza, Cassie non avrebbe avuto<br />

il coraggio <strong>di</strong> avvicinarla neanche se l'avesse vista. Una sensazione<br />

opprimente e mortificante le strinse lo stomaco.<br />

E un'occhiata alla mensa con le pareti in vetro, brulicante <strong>di</strong> studenti<br />

vivaci, le fece tremare le gambe.<br />

Non ce la poteva fare. Semplicemente, non ne aveva il coraggio.<br />

Si allontanò con le braccia incrociate sul petto. Si <strong>di</strong>resse all'entrata<br />

principale e uscì dall'e<strong>di</strong>ficio. Non aveva idea <strong>di</strong> dove stesse andando –<br />

forse a casa. Fu allora che notò il rigoglioso manto erboso della collina.<br />

"No", decise. "Mangerò all'aperto". C'erano grosse rocce che affioravano<br />

dal terreno. Cassie scoprì che poteva sedersi comodamente in un piccolo<br />

incavo sotto una <strong>di</strong> esse, all'ombra <strong>di</strong> un albero. La roccia la proteggeva<br />

dalla scuola, ed era come se quest'ultima non esistesse. Dal posto in cui era<br />

seduta riusciva a vedere la serpeggiante rampa <strong>di</strong> scale che portava ai pie<strong>di</strong><br />

della collina e alla strada <strong>di</strong> sotto, ma dall'alto nessuno poteva vedere lei.<br />

Si sedette. Mentre osservava i denti <strong>di</strong> leone sul prato, la tensione<br />

lentamente le scivolava fuori dal corpo. Chi se ne importava se la giornata<br />

non era cominciata nel migliore dei mo<strong>di</strong>. Nel pomeriggio le cose<br />

sarebbero migliorate. Il cielo blu sembrava <strong>di</strong>rle questo.<br />

E la roccia alle sue spalle – il famoso granito rosso del New England –<br />

le donò una sensazione <strong>di</strong> sicurezza. Era strano, ma riusciva quasi a sentire<br />

un ronzio al suo interno, come un battito car<strong>di</strong>aco iper-accelerato. Un<br />

suono vitale. "Chissà che succederebbe se ci poggiassi sopra una guancia",<br />

pensò Cassie con una strana eccitazione.<br />

Delle voci la riportarono alla realtà. Impaurita, Cassie guardò oltre la<br />

pietra... e si irrigidì.<br />

Era quella ragazza, Faye. Con lei c'erano due amiche: la motociclista che<br />

quella mattina per poco non l'aveva investita e un'altra ragazza con capelli<br />

biondo paglia, una vita sottile e il seno più sviluppato che Cassie avesse<br />

mai visto addosso a un'adolescente. Ridevano e scendevano i gra<strong>di</strong>ni,<br />

<strong>di</strong>rigendosi verso <strong>di</strong> lei.<br />

"Adesso mi alzo e le saluto", pensò Cassie, ma non lo fece. Il ricordo <strong>di</strong><br />

42


quegli inquietanti occhi color miele non l'aveva ancora abbandonata.<br />

Rimase in silenzio, calma, sperando che le tre passassero oltre senza<br />

notarla e si allontanassero dal campus scendendo per il dorso della collina.<br />

Si fermarono invece sulla radura dov'era la roccia <strong>di</strong>etro la quale si era<br />

accucciata Cassie, si sedettero poggiando i pie<strong>di</strong> sui gra<strong>di</strong>ni e tirarono fuori<br />

i sacchetti <strong>di</strong> carta con il pranzo.<br />

Erano così vicine che Cassie riusciva a <strong>di</strong>stinguere una gemma rossa che<br />

luccicava sul petto <strong>di</strong> Faye. Anche se in quel momento era all'ombra se si<br />

fosse mossa l'avrebbero vista. Era in trappola.<br />

«Deborah, ci ha seguite qualcuno?», chiese Faye con indolenza mentre<br />

rovistava nel suo zaino.<br />

La motociclista grugnì. «Nessuno è così stupido da provarci».<br />

«Bene. Perché quel che ci <strong>di</strong>remo è top secret. Non voglio che tu-sai-chi<br />

senta quel che abbiamo da <strong>di</strong>rci», <strong>di</strong>sse Faye. Tirò fuori un quaderno da<br />

stenografo con una copertina rossa e se lo posò sulle ginocchia. «Allora,<br />

ve<strong>di</strong>amo, come lo inauguriamo quest'anno? Ho voglia <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong><br />

davvero perfido».<br />

6<br />

«Be', ci sarebbe Jeffrey...», <strong>di</strong>sse la ragazza con i capelli biondo paglia.<br />

«Già iniziato», <strong>di</strong>sse Faye sorridendo. «Non perdo tempo, io, Suzan».<br />

Suzan rise. Quando lo fece, il suo seno straor<strong>di</strong>nario sobbalzò in un<br />

modo strano: Cassie capì che la ragazza non indossava nulla, sotto il<br />

maglioncino color albicocca.<br />

«Ancora non capisco cosa ci troviate in Jeffrey Lovejoy», <strong>di</strong>sse la<br />

motociclista con lo sguardo corrucciato.<br />

«Tu non trovi niente in nessun ragazzo, Deborah, è questo il tuo<br />

problema», <strong>di</strong>sse Suzan.<br />

«E il tuo è che non riesci a pensare ad altro», ribatté Deborah. «Jeffrey è<br />

uno dei peggiori. Ha più denti che cervello».<br />

«I suoi denti non m'interessano», <strong>di</strong>sse Faye pensierosa. «Suzan, tu con<br />

chi hai intenzione <strong>di</strong> cominciare?»<br />

«Oh, non saprei. Non è facile decidere. Ci sono Mark Flemming, Brant<br />

Hegerwood e David Downey – lui è nel mio corso <strong>di</strong> recupero d'inglese, e<br />

durante l'estate ha sviluppato un corpo da infarto. Poi ci sarebbe sempre<br />

Nick...».<br />

Deborah fischiò. «Il nostro Nick? Ti degnerebbe della sua attenzione<br />

43


solo se avessi quattro ruote e la frizione».<br />

«E poi è già prenotato», <strong>di</strong>sse Faye. Il suo sorriso ricordò a Cassie un<br />

felino pronto ad attaccare.<br />

«Ma se hai appena detto che a te interessa Jeffrey...».<br />

«Servono entrambi a qualcosa. Chiariamo una cosa, Suzan. Io e Nick<br />

abbiamo un... accordo. Quin<strong>di</strong> lascialo stare e scegliti un bell'esterno,<br />

ok?».<br />

Ci fu un momento <strong>di</strong> tensione, dopo <strong>di</strong> che la ragazza con i capelli<br />

biondo paglia scrollò le spalle. «Ok, allora vada per David Downey. E poi<br />

Nick non mi piaceva davvero. È un'iguana».<br />

Deborah alzò la testa. «Ma è mio cugino!».<br />

«È comunque un'iguana. Ci siamo baciati all'ultimo ballo studentesco,<br />

ed è stato come baciare un rettile».<br />

«Possiamo tornare ai nostri affari?», <strong>di</strong>sse Faye. «Chi c'è sulla lista<br />

nera?»<br />

«Sally Waltman», <strong>di</strong>sse subito Suzan. «Siccome è rappresentante <strong>di</strong><br />

classe crede <strong>di</strong> poterci tenere testa. E se gli soffi Jeffrey, andrà su tutte le<br />

furie».<br />

«Sally...», ripeté Faye tra sé. «Sì, dobbiamo pensare a qualcosa <strong>di</strong><br />

speciale per la nostra piccola Sally... Che succede, Deborah?».<br />

Deborah si era irrigi<strong>di</strong>ta e si era voltata verso la scuola. «Allarme<br />

intrusi», <strong>di</strong>sse. «Ha l'aria <strong>di</strong> essere una vera e propria delegazione».<br />

Anche Cassie si era accorta che un gruppo <strong>di</strong> studenti stava scendendo i<br />

gra<strong>di</strong>ni, procedendo verso <strong>di</strong> loro dall'entrata principale della scuola.<br />

Avvertì un'ondata <strong>di</strong> speranza. Forse, mentre Faye e le altre due erano<br />

occupate con loro, lei poteva filarsela <strong>di</strong> nascosto. Con il cuore che le<br />

batteva forte, guardò il gruppo che si avvicinava.<br />

Un ragazzo con le spalle larghe, che era davanti agli altri e che sembrava<br />

il leader, parlò:<br />

«Faye, la mensa è piena zeppa. Oggi mangeremo qui... Ok?». Il suo<br />

tono, aggressivo all'inizio, si era attenuato verso la fine, trasformando<br />

l'affermazione in una domanda.<br />

Faye lo guardò con indolenza, poi gli rivolse il suo solito sorriso pigro e<br />

meraviglioso. «No», <strong>di</strong>sse delicatamente. «Non è ok». E tornò a<br />

concentrarsi sul suo pranzo.<br />

«E perché?», urlò il ragazzo, cercando <strong>di</strong> mantenere un tono deciso.<br />

«L'anno scorso non ce lo impe<strong>di</strong>vi».<br />

«L'anno scorso», <strong>di</strong>sse Faye, «eravamo ancora matricole». Quest'anno<br />

44


siamo veterane – e siamo più cattive. Più cattive <strong>di</strong> quanto potresti mai<br />

immaginare».<br />

Deborah e Suzan sorrisero.<br />

Frustrata, Cassie spostò il peso del corpo da una parte all'altra. Non c'era<br />

stato ancora un momento in cui tutte e tre avevano guardato da un'altra<br />

parte. "An<strong>di</strong>amo, voltatevi", pensò <strong>di</strong>speratamente.<br />

Gli studenti si attardarono qualche altro minuto, scambiandosi sguar<strong>di</strong><br />

pieni <strong>di</strong> rabbia. Ma alla fine girarono sui tacchi e tornarono alla scuola –<br />

tranne uno.<br />

«Ehi, Faye? Devo andarmene anche io?», chiese. Era una ragazza molto<br />

carina, con il volto arrossato, forse una studentessa del secondo anno.<br />

Cassie pensò che sarebbe stata allontanata come gli altri, ma con sua<br />

sorpresa Faye inarcò le sopracciglia e la invitò a sedersi.<br />

«Cavolo, Kori», <strong>di</strong>sse, «certo che puoi restare. Pensavo che preferissi<br />

mangiare in mensa con la Principessa della purezza e gli altri santarellini».<br />

Kori si sedette. «Troppa bontà può annoiare», <strong>di</strong>sse.<br />

Faye inclinò la testa e sorrise. «E io che credevo che fossi una piccola e<br />

leziosa puritana. Che sciocca sono stata», <strong>di</strong>sse. «Be', lo sai che qui sei<br />

sempre la benvenuta. Sei quasi una <strong>di</strong> noi, <strong>di</strong>co bene?».<br />

Kori piegò la testa. «Tra due settimane compio quin<strong>di</strong>ci anni».<br />

«Visto?», <strong>di</strong>sse Faye alle altre. «Ha quasi tutti i requisiti. Allora, <strong>di</strong> che<br />

stavamo parlando? Di quel nuovo film pulp, vero?».<br />

«Esatto», <strong>di</strong>sse Deborah mostrando i denti. «Quello in cui quel tipo fa a<br />

pezzi la gente e ci fa hamburger per il suo ristorante».<br />

Suzan stava scartando un Kit Kat. «Oh, Deborah, smettila. Mi fai venire<br />

il voltastomaco».<br />

«Be', tu me lo fai venire con quella roba», <strong>di</strong>sse Deborah. «Non fai che<br />

mangiarne. Ecco <strong>di</strong> cosa sono fatte le sue tette», <strong>di</strong>sse a Kori in<strong>di</strong>cando il<br />

seno <strong>di</strong> Suzan. «Due Kit Kat giganti. Se la Nestlé dovesse fallire,<br />

porterebbe <strong>di</strong> nuovo una prima».<br />

Faye emise una risata gutturale, e persino Suzan ridacchiò. Anche Kori<br />

stava sorridendo, anche se sembrava a <strong>di</strong>sagio.<br />

«Kori! Non ti stiamo mettendo in imbarazzo, vero?», esclamò Faye<br />

spalancando gli occhi dorati.<br />

«Non essere sciocca. Non m'imbarazzo per così poco», rispose Kori.<br />

«Be', con i fratelli che hai, credo proprio <strong>di</strong> no. Eppure», proseguì Faye,<br />

«sembri così giovane, quasi... verginale. Ma probabilmente è solo<br />

un'impressione sbagliata, <strong>di</strong>co bene?».<br />

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Kori arrossì. Le tre ragazze la stavano guardando con sorrisi insinuanti.<br />

«Be', certo – cioè, è un'impressione sbagliata – non sono poi così<br />

giovane...». Kori deglutì; sembrava confusa. «In estate sono uscita con<br />

Jimmy Clark», concluse sulla <strong>di</strong>fensiva.<br />

«Perché non ce ne parli?», sussurrò Faye. Kori sembrava sempre più<br />

confusa.<br />

«Io, be', io credo che sia meglio che vada, ora. Ho una lezione <strong>di</strong><br />

ginnastica e devo arrivare all'ala E. Ci ve<strong>di</strong>amo, ragazze». Si alzò <strong>di</strong> scatto<br />

e se ne andò.<br />

«Strano, ha lasciato qui il suo pranzo», constatò Faye, aggrottando<br />

leggermente la fronte. «Oh, be'». Tirò fuori dal sacchetto <strong>di</strong> Kori un<br />

pacchetto <strong>di</strong> tortini e li lanciò a Suzan, che ridacchiò.<br />

Deborah era accigliata. «Non è stata una bella mossa, Faye. Avremo<br />

bisogno <strong>di</strong> lei – tipo tra due settimane. Un posto vacante, un can<strong>di</strong>dato,<br />

ricor<strong>di</strong>?»<br />

«Vero», <strong>di</strong>sse Faye. «Oh, be', penserò io a Kori. Non preoccuparti,<br />

quando sarà il momento si schiererà dalla nostra parte».<br />

«Mi sa che anche noi dovremmo andare», <strong>di</strong>sse Suzan. Dietro la roccia,<br />

Cassie chiuse gli occhi per il sollievo. «Devo sbattermi fino al terzo piano<br />

per la lezione <strong>di</strong> algebra».<br />

«Ti ci vorranno <strong>delle</strong> ore», <strong>di</strong>sse Deborah malignamente. «Ma non è<br />

ancora il momento. Abbiamo un'altra visita».<br />

Faye sospirò esasperata, senza voltarsi. «Chi è, ora? Che bisogna fare<br />

per avere un po' <strong>di</strong> pace in questo posto?»<br />

«È Madame Rappresentante d'Istituto in persona. Sally. E le stanno<br />

fumando le orecchie».<br />

L'espressione <strong>di</strong> fasti<strong>di</strong>o sul volto <strong>di</strong> Faye si trasformò in qualcosa <strong>di</strong> più<br />

affascinante e infinitamente pericoloso. Senza voltarsi, Faye sorrise e<br />

mosse le lunghe <strong>di</strong>ta con le unghie rosse come un gatto che agita i suoi<br />

artigli. «E io che pensavo che sarebbe stata una giornata noiosa», mormorò<br />

schioccando la lingua. «È proprio vero che non si può mai <strong>di</strong>re, nella vita.<br />

Be', ciao, Sally», <strong>di</strong>sse ad alta voce, alzandosi e voltandosi in un unico<br />

movimento fluido. «Che magnifica sorpresa. Come hai trascorso le<br />

vacanze estive?»<br />

«Risparmiati i convenevoli, Faye», <strong>di</strong>sse la nuova arrivata. Era più bassa<br />

<strong>di</strong> Faye <strong>di</strong> circa <strong>di</strong>eci centimetri e aveva una corporatura più esile, ma le<br />

braccia e le gambe sembravano più robuste. Teneva i pugni serrati, come<br />

fosse pronta allo scontro fisico. «Non sono qui per chiacchierare».<br />

46


«Ma non parliamo da così tanto tempo... Cos'hai fatto ai capelli? Sono...<br />

interessanti».<br />

Cassie guardò i capelli <strong>di</strong> Sally. Avevano una sfumatura ramata e<br />

sembravano arricciati e troppo gonfi. Quando Sally sollevò una mano per<br />

nascondersi la testa, Cassie avrebbe anche riso, se non si fosse trovata in<br />

quella orribile situazione.<br />

«Non sono venuta per parlare dei miei capelli!», sbottò Sally. Aveva una<br />

voce stridula che saliva <strong>di</strong> tono a ogni frase. «Sono qui per parlare <strong>di</strong><br />

Jeffrey. Lascialo in pace!».<br />

Faye sorrise molto lentamente. «Perché?», bisbigliò. In contrasto con la<br />

voce <strong>di</strong> Sally, la sua sembrava più bassa e sensuale. «Hai paura <strong>di</strong> quello<br />

che potrebbe fare se non ci sei tu a tenergli la mano?»<br />

«Non gli interessi!».<br />

«È questo che ti ha detto? Mmm... Stamattina sembrava invece molto<br />

interessato. Sabato sera mi porta al cinema».<br />

«Lo hai costretto».<br />

«Costretto? Stai <strong>di</strong>cendo che un ragazzo grande e grosso come Jeffrey<br />

non è capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no?». Faye scosse la testa. «E perché non è venuto<br />

a parlarmi <strong>di</strong> persona? Ti svelerò una cosa, Sally», aggiunse, abbassando la<br />

voce come se stesse per rivelarle un segreto. «Oggi non si è opposto più <strong>di</strong><br />

tanto. Anzi, non si è opposto per niente».<br />

Sally sollevò un braccio e prese la rincorsa come se avesse intenzione <strong>di</strong><br />

colpire la ragazza più grossa, ma si trattenne. «Cre<strong>di</strong> <strong>di</strong> poter fare come<br />

vuoi, Faye – tu e il resto del tuo club! Be', è ora che qualcuno ti <strong>di</strong>mostri<br />

che le cose non stanno così. Siamo <strong>di</strong> più, molti <strong>di</strong> più, e siamo stanchi <strong>di</strong><br />

essere trattati a questa maniera. È ora che qualcuno faccia qualcosa».<br />

«È questo che hai intenzione <strong>di</strong> fare?», <strong>di</strong>sse Faye affabilmente. Sally le<br />

stava girando intorno come un bulldog che cerca un varco; poi si fermò sul<br />

limite della radura, con la schiena rivolta ai gra<strong>di</strong>ni che portavano ai pie<strong>di</strong><br />

della collina. «Sì!», urlò Sally con aria <strong>di</strong> sfida.<br />

«Divertente», mormorò Faye, «perché avrai dei problemi stando a terra<br />

sulla schiena». E così <strong>di</strong>cendo, allungò le lunghe <strong>di</strong>ta con le unghie rosse<br />

verso il volto <strong>di</strong> Sally.<br />

Non la toccò. Cassie, che stava osservando attentamente la scena in<br />

<strong>di</strong>sperata attesa <strong>di</strong> un'opportunità per scappare, ne fu sicura.<br />

Ma qualcosa colpì Sally. O almeno fu come se qualcosa l'avesse colpita.<br />

Qualcosa d'invisibile. Di grosso. Sally, spinta all'in<strong>di</strong>etro, cercò<br />

<strong>di</strong>speratamente <strong>di</strong> mantenere l'equilibrio sul bordo del gra<strong>di</strong>no. Agitando<br />

47


convulsamente le braccia, barcollò per un istante interminabile e infine<br />

cadde schiena a terra.<br />

In seguito, Cassie non avrebbe mai ricordato esattamente quel che era<br />

successo dopo. Un attimo prima era accucciata <strong>di</strong>etro la roccia, al sicuro, e<br />

un attimo dopo si era lanciata sulla ragazza e l'aveva spinta sul prato.<br />

Cassie pensò che sarebbero rotolate entrambe ai pie<strong>di</strong> della collina, ma<br />

chissà come si fermarono su una radura, con Cassie sotto il corpo <strong>di</strong> Sally.<br />

«Lasciami! Mi hai strappato la maglia», esclamò una voce stridula. Un<br />

colpo ingrato colpì lo stomaco <strong>di</strong> Cassie, mentre Sally si rialzava in pie<strong>di</strong> a<br />

fatica. Cassie la guardò con la bocca spalancata. Era stata proprio lei a<br />

colpirla. Quando si <strong>di</strong>ce la gratitu<strong>di</strong>ne...<br />

«In quanto a te, Faye Chamberlain, hai cercato <strong>di</strong> uccidermi. Ma avrai<br />

quel che ti meriti, aspetta e vedrai!».<br />

«Anche tu, Sally», promise Faye, sorridendo, ma la tranquillità del suo<br />

sorriso non era più sincera. Sembrava che <strong>di</strong>etro le labbra stesse<br />

<strong>di</strong>grignando i denti.<br />

«Aspetta e vedrai», ripeté Sally con veemenza. «Un giorno potrebbero<br />

trovare te in fondo alla collina con il collo spezzato». Detto questo,<br />

cominciò a salire i gra<strong>di</strong>ni battendo i pie<strong>di</strong> su ognuno <strong>di</strong> essi come se<br />

stesse calpestando il volto <strong>di</strong> Faye. Non si voltò a guardare Cassie, anzi: fu<br />

come se non si fosse nemmeno accorta della sua esistenza.<br />

Cassie si alzò lentamente, lanciando un'occhiata alla lunga e<br />

serpeggiante rampa <strong>di</strong> scale che portava ai pie<strong>di</strong> della collina. Si rese conto<br />

che non avrebbe potuto fare altro. Sally sarebbe stata fortunata se si fosse<br />

spezzata solo il collo prima <strong>di</strong> raggiungere il fondo del burrone. Ma ora...<br />

Si voltò a guardare le tre veterane sopra <strong>di</strong> lei.<br />

Erano ancora ferme in una posa spontanea e naturale, ma <strong>di</strong>etro la loro<br />

<strong>di</strong>sinvolta eleganza covava la violenza. Cassie la vide nella cupa oscurità<br />

degli occhi <strong>di</strong> Deborah e nelle labbra ricurve e perfide <strong>di</strong> Suzan. Ma,<br />

soprattutto, la vide in Faye.<br />

Pensò, quasi per caso, che probabilmente erano le ragazze più belle che<br />

avesse mai visto in vita sua. Non solo per via della loro carnagione<br />

perfetta, priva <strong>di</strong> qualsiasi traccia dei tipici <strong>di</strong>fetti adolescenziali. E<br />

neppure per gli splen<strong>di</strong><strong>di</strong> capelli: i riccioli scuri e ribelli <strong>di</strong> Deborah, la<br />

chioma nera come la pece <strong>di</strong> Faye e la nuvola rossiccia <strong>di</strong> Suzan. E<br />

neppure per come vestivano, con lo stile <strong>di</strong> ciascuna che esaltava quello<br />

<strong>delle</strong> altre anziché sminuirlo. Si trattava <strong>di</strong> qualcos'altro, qualcosa che<br />

veniva da dentro. Un tipo <strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong> padronanza che nessuna ragazza<br />

48


<strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci o <strong>di</strong>ciassette anni avrebbe dovuto possedere. Una forza interiore,<br />

una specie <strong>di</strong> energia. Un potere.<br />

Che la terrorizzava.<br />

«Bene, bene, guarda un po'. Chi abbiamo qui?», <strong>di</strong>sse Faye con voce<br />

roca. «Una spia? O un topolino bianco?».<br />

"Scappa", pensò Cassie, ma le sue gambe non volevano saperne <strong>di</strong><br />

muoversi.<br />

«L'ho vista stamattina», <strong>di</strong>sse Deborah. «Era ferma davanti al<br />

parcheggio <strong>delle</strong> bici e mi fissava».<br />

«Oh, io l'ho vista ancora prima, Debby», <strong>di</strong>sse Faye. «La settimana<br />

scorsa, al numero 12. È una nostra vicina».<br />

«Vuoi <strong>di</strong>re che lei è...», sbottò Suzan.<br />

«Sì».<br />

«Chiunque sia, adesso è carne morta», <strong>di</strong>sse Deborah. Il suo volto<br />

minuto era <strong>di</strong>storto da una smorfia.<br />

«Non c'è nessuna fretta», mormorò Faye. «Anche i topi possono servire<br />

a qualcosa. Da quanto eri nascosta <strong>di</strong>etro quella roccia?».<br />

C'era una sola risposta a quella domanda, e Cassie si sforzò <strong>di</strong><br />

allontanarla. Non era il momento per fare un commento ironico. Alla fine<br />

cedette, perché era la verità, e perché non riuscì a pensare <strong>di</strong> meglio.<br />

«Abbastanza», <strong>di</strong>sse chiudendo gli occhi.<br />

Faye scese lentamente i gra<strong>di</strong>ni fino a che non fu all'altezza degli occhi<br />

<strong>di</strong> Cassie. «Origliare le conversazioni altrui è una cosa che fai spesso?»<br />

«Ero qui prima <strong>di</strong> voi», <strong>di</strong>sse Cassie, con tutto il coraggio che riusci a<br />

trovare. Se solo Faye avesse smesso <strong>di</strong> fissarla a quel modo. Gli occhi<br />

della ragazza sembravano brillare <strong>di</strong> una luce innaturale e inquietante.<br />

Erano puntati su Cassie come raggi laser che le succhiavano la volontà, le<br />

prosciugavano ogni goccia <strong>di</strong> energia. Era come se Faye volesse<br />

costringere Cassie a fare qualcosa – o volesse qualcosa da lei. La faceva<br />

sentire <strong>di</strong>sorientata, spiazzata e debole...<br />

E poi avvertì un'improvvisa scarica <strong>di</strong> energia che sembrò salirle dalla<br />

punta dei pie<strong>di</strong>. O meglio dal terreno sotto <strong>di</strong> loro, dal granito rosso del<br />

New England che poco prima aveva sentito pulsare <strong>di</strong> vita. Quella terra le<br />

<strong>di</strong>ede forza, raddrizzandole la spina dorsale, così che la ragazza poté alzare<br />

la testa e guardare dritta in quegli occhi dorati senza battere ciglio.<br />

«Ero qui da prima <strong>di</strong> voi», <strong>di</strong>sse con aria <strong>di</strong> sfida.<br />

«Molto bene», mormorò Faye. C'era una strana espressione nei suoi<br />

occhi. Poi la ragazza si voltò. «Qualcosa d'interessante nel suo zaino?».<br />

49


Cassie constatò con in<strong>di</strong>gnazione che Deborah stava frugando nel suo<br />

zaino, tirando fuori le sue cose una alla volta. «Niente <strong>di</strong> che», <strong>di</strong>sse la<br />

motociclista, lanciando la borsa a terra e sparpagliandone il contenuto<br />

sull'erba.<br />

«Va bene». Faye stava sorridendo <strong>di</strong> nuovo, un sorriso particolarmente<br />

spiacevole che conferiva alle sue labbra una sfumatura <strong>di</strong> crudeltà. «Avevi<br />

ragione tu, Deborah. È carne morta». Poi guardò Cassie. «Sei nuova, e<br />

forse non ti ren<strong>di</strong> conto dell'errore che hai commesso. E io non ho tempo<br />

per spiegartelo. Ma lo scoprirai. Lo scoprirai da te... Cassie».<br />

Allungò le lunghe <strong>di</strong>ta con lo smalto rosso e agguantò il mento <strong>di</strong><br />

Cassie. Cassie avrebbe voluto scansarsi, ma i suoi muscoli erano bloccati.<br />

Avvertì la forza <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong>ta e la durezza <strong>delle</strong> unghie lunghe e<br />

leggermente ricurve. "Sembrano artigli", pensò. Gli artigli <strong>di</strong> un rapace.<br />

Cassie notò che nella pietra rossa che Faye portava al collo c'era<br />

l'immagine <strong>di</strong> una stella, una sorta <strong>di</strong> gemma a forma <strong>di</strong> stella. Lo zaffiro<br />

brillava sotto i raggi del sole, e Cassie si accorse che non riusciva a<br />

<strong>di</strong>stogliere lo sguardo da quel bagliore.<br />

Faye scoppiò improvvisamente a ridere e lasciò la presa.<br />

«An<strong>di</strong>amo», <strong>di</strong>sse alle sue amiche. Le tre si girarono e cominciarono a<br />

salire i gra<strong>di</strong>ni.<br />

L'aria esplose dai polmoni <strong>di</strong> Cassie come fossero palloncini appena<br />

bucati. Dentro <strong>di</strong> sé stava tremando. Era stato... Era stato assolutamente...<br />

"Ripren<strong>di</strong>ti! È solo la leader <strong>di</strong> una banda <strong>di</strong> adolescenti", si <strong>di</strong>sse.<br />

"Almeno il mistero del club è risolto. È una gang. Sapevi della loro<br />

esistenza, ci sono gang <strong>di</strong> bulli dappertutto, anche se non eri mai stata in<br />

una scuola in cui ce ne fosse una. Fintanto che starai lontana da loro e non<br />

gli darai fasti<strong>di</strong>o, andrà tutto bene".<br />

Ma quell'esortazione suonava vuota nella sua testa. Le ultime parole <strong>di</strong><br />

Faye erano sembrate una minaccia. Ma che tipo <strong>di</strong> minaccia?<br />

Nel pomeriggio, quando Cassie tornò a casa, sua madre non era al piano<br />

<strong>di</strong> sotto. Dopo aver girato <strong>di</strong> stanza in stanza chiamandola, vide sua nonna<br />

sulle scale. La sua espressione le fece venire un nodo allo stomaco.<br />

«Che succede? Dov'è la mamma?»<br />

«È <strong>di</strong> sopra, nella sua stanza. Non si sente molto bene. Ma non devi<br />

preoccuparti...».<br />

Cassie salì <strong>di</strong> corsa i vecchi gra<strong>di</strong>ni cigolanti fino alla stanza verde. La<br />

madre, con gli occhi chiusi e il volto pallido, era <strong>di</strong>stesa sopra l'enorme<br />

50


letto a baldacchino. Era leggermente sudata.<br />

«Mamma?».<br />

I larghi occhi neri si aprirono. La madre deglutì e si sforzò <strong>di</strong> sorridere.<br />

Un sorriso pieno <strong>di</strong> dolore. «Credo sia solo un po' <strong>di</strong> influenza», <strong>di</strong>sse, ma<br />

la sua voce era debole e <strong>di</strong>stante, una voce che ben si intonava al pallore<br />

del volto. «Tra un paio <strong>di</strong> giorni starò meglio, tesoro. Com'è andata a<br />

scuola?».<br />

La bontà d'animo <strong>di</strong> Cassie lottò con la voglia <strong>di</strong> scaricarle addosso il<br />

suo tormento. La madre sospirò debolmente e chiuse gli occhi, come se la<br />

luce le provocasse dolore.<br />

Vinse la bontà d'animo. Cassie si piantò le unghie nei palmi <strong>delle</strong> mani e<br />

<strong>di</strong>sse con calma: «Oh, bene».<br />

«Hai conosciuto qualcuno <strong>di</strong> interessante?»<br />

«Oh, puoi <strong>di</strong>rlo forte».<br />

Non voleva preoccupare neppure la nonna. A cena, però, quando la<br />

nonna le chiese perché fosse così silenziosa, le parole sembrarono uscire<br />

spontaneamente dalla sua bocca.<br />

«C'è questa ragazza a scuola... Si chiama Faye, ed è terribile. Un Attila<br />

al femminile. E il mio primo giorno <strong>di</strong> scuola sono già riuscita a<br />

inimicarmela». Poi le raccontò tutta la storia. Quando finì, la nonna guardò<br />

nel camino come se fosse preoccupata.<br />

«Le cose si sistemeranno, Cassie», <strong>di</strong>sse.<br />

"E se non fosse così?", pensò Cassie. «Oh, ne sono certa», <strong>di</strong>sse.<br />

Poi la nonna fece una cosa che la sorprese. Si guardò intorno come se<br />

volesse accertarsi che nessuno potesse sentirla e si chinò su Cassie. «No,<br />

Cassie, <strong>di</strong>co davvero. Lo so. Ve<strong>di</strong>, tu hai... un vantaggio speciale. Qualcosa<br />

<strong>di</strong> molto speciale...». La voce si ridusse a un sussurro.<br />

Cassie si sporse in avanti. «Di che si tratta?».<br />

La nonna aprì la bocca, ma poi un lieve crepitio nel camino la <strong>di</strong>strasse e<br />

le fece <strong>di</strong>stogliere lo sguardo. Andò a sistemare i ciocchi <strong>di</strong> legno.<br />

«Nonna, <strong>di</strong> che si tratta?»<br />

«Lo scoprirai».<br />

Cassie era scioccata. Era la seconda volta in un giorno che sentiva quelle<br />

parole. «Nonna...».<br />

«Per prima cosa, sei giu<strong>di</strong>ziosa», <strong>di</strong>sse la nonna, questa volta con tono<br />

allegro. «E hai due gambe sane. Ecco, porta questo brodo a tua madre.<br />

Non ha mangiato nulla tutto il giorno».<br />

Quella notte Cassie non riuscì a dormire. La paura la tenne sveglia<br />

51


facendole notare più scricchiolii e tintinnii del solito, oppure c'era dell'altro<br />

oltre ai tipici rumori <strong>di</strong> una casa antica. Ma non sapeva cosa, e non le<br />

importava; continuava ad addormentarsi e a risvegliarsi all'improvviso.<br />

Ogni tanto infilava una mano sotto il cuscino per toccare il pezzo <strong>di</strong><br />

calcedonio. Se solo fosse riuscita a dormire... avrebbe sognato lui.<br />

Si tirò a sedere sul letto.<br />

Poi si alzò e camminò scalza sul pavimento <strong>di</strong> legno fino allo zaino. Tirò<br />

fuori le cose che aveva raccolto dal prato della collina, ogni penna, ogni<br />

libro. Alla fine osservò il materiale che aveva poggiato sul copriletto.<br />

Non si era sbagliata. Non se n'era accorta subito, era troppo preoccupata<br />

dalla minaccia <strong>di</strong> Faye. Ma la poesia che aveva scritto quella mattina e che<br />

aveva appallottolato per la rabbia era sparita.<br />

7<br />

Il giorno dopo, la prima persona che Cassie vide a scuola fu Faye. Era<br />

con altri studenti davanti all'ingresso secondario da cui Cassie aveva<br />

deciso <strong>di</strong> entrare per non dare nell'occhio.<br />

Del gruppo facevano parte Deborah, la motociclista, e Suzan, la bionda<br />

pneumatica. Cassie riconobbe anche i due bion<strong>di</strong> che il giorno prima erano<br />

sfrecciati per i corridoi della scuola con i rollerblade ai pie<strong>di</strong>. C'erano altri<br />

due ragazzi, uno basso con un'espressione furtiva e un sorriso scaltro, e un<br />

altro più alto, con i capelli neri e un volto freddo e affascinante. Il secondo<br />

indossava una maglietta con le maniche arrotolate e un paio <strong>di</strong> jeans neri<br />

come quelli <strong>di</strong> Deborah e stava fumando una sigaretta. "Nick?", pensò<br />

Cassie, ricordando la conversazione del giorno prima. "Il rettile?".<br />

Cassie si appiattì contro il muro <strong>di</strong> mattoni rossi e in<strong>di</strong>etreggiò il più<br />

velocemente e silenziosamente possibile. Prese l'entrata principale e corse<br />

alla lezione <strong>di</strong> inglese.<br />

Si sfiorò la tasca posteriore con una mano, quasi sentendosi in colpa. Era<br />

da stupi<strong>di</strong> portarselo <strong>di</strong>etro, ma il piccolo pezzo <strong>di</strong> calcedonio la fece<br />

sentire davvero meglio. E ovviamente era ri<strong>di</strong>colo pensare che portasse<br />

fortuna – eppure era riuscita a entrare senza imbattersi in Faye, no?<br />

Trovò un banco libero in fondo all'aula, sul lato opposto a quello dove<br />

Faye era seduta il giorno prima. Non voleva trovarsi accanto a lei e<br />

neppure averla alle spalle. Lì era protetta da un gruppo nutrito <strong>di</strong> studenti.<br />

Ma quando si sedette, attorno a lei ci fu una specie <strong>di</strong> tramestio. Due<br />

ragazze si spostarono più avanti, e anche il ragazzo accanto cambiò posto.<br />

52


Per un istante non riuscì a muoversi, o a respirare.<br />

"Non essere paranoica. Solo perché si spostano non significa che tu<br />

c'entri qualcosa". Ma non poteva fare a meno <strong>di</strong> notare che intorno a lei si<br />

era creato il vuoto.<br />

Faye entrò nell'aula parlando <strong>di</strong>sinvolta con un Jeffrey Lovejoy<br />

imbronciato. Cassie la vide con la coda dell'occhio e <strong>di</strong>stolse subito lo<br />

sguardo.<br />

Non riusciva a concentrarsi sulla lezione del professor Humphrey. Come<br />

poteva pensare con tutto quello spazio intorno a lei? Doveva trattarsi <strong>di</strong><br />

una coincidenza, ma la cosa la turbava lo stesso.<br />

Al termine della lezione, quando si alzò, si sentì osservata. Faye la stava<br />

guardando con un sorriso sulle labbra.<br />

Poi, la ragazza abbassò lentamente una palpebra e le fece l'occhiolino.<br />

Cassie lasciò l'aula e andò al suo arma<strong>di</strong>etto. Mentre <strong>di</strong>gitava la<br />

combinazione, si accorse che c'era qualcuno vicino a lei e, sobbalzando,<br />

riconobbe il ragazzo basso e con l'aria furtiva che quella mattina aveva<br />

visto in compagnia <strong>di</strong> Faye.<br />

Il suo arma<strong>di</strong>etto era aperto e Cassie intravide alcuni annunci<br />

pubblicitari <strong>di</strong> attrezzi per addominali attaccati con del nastro adesivo alla<br />

porta. Il ragazzo le stava sorridendo. Sulla fibbia della cinta argentata e<br />

decorata con pietre brillanti e specchiate era inciso il nome "SEAN".<br />

Cassie gli rivolse la tipica occhiata <strong>di</strong>staccata che riservava ai bambini<br />

cui faceva la babysitter a Reseda e aprì il suo arma<strong>di</strong>etto.<br />

E urlò.<br />

In realtà fu più una specie <strong>di</strong> urlo strozzato, perché la gola le si chiuse.<br />

Nel suo arma<strong>di</strong>etto c'era una bambola impiccata con dello spago. La testa<br />

della bambola, strappata via dal resto del corpo, ciondolava goffamente da<br />

un lato. Un occhio azzurro era aperto, l'altro era socchiuso in modo<br />

grottesco.<br />

Sembrava che le stesse facendo l'occhiolino.<br />

Il ragazzo la stava guardando con una strana espressione <strong>di</strong> impazienza.<br />

Come se stesse assaporando il suo orrore. Come se questo lo inebriasse.<br />

«Non dovresti andare dal preside a riferire l'accaduto?», <strong>di</strong>sse. La sua<br />

voce era alta ed eccitata.<br />

Cassie lo fissò, il respiro che accelerava.<br />

«Sì, certo, sto andando», <strong>di</strong>sse subito dopo liberando la bambola dallo<br />

spago. Dopo aver chiuso <strong>di</strong> schianto l'arma<strong>di</strong>etto, si <strong>di</strong>resse verso le scale.<br />

L'ufficio del preside era al secondo piano. Cassie pensò che avrebbe<br />

53


dovuto aspettare, ma il preside la fece accomodare appena la segretaria gli<br />

comunicò il suo nome.<br />

«Come posso aiutarti?». Il preside era alto, con un volto severo e ostile.<br />

Nell'ufficio c'era un camino, notò Cassie <strong>di</strong>strattamente, e l'uomo era in<br />

pie<strong>di</strong>, lì <strong>di</strong> fronte, con le mani <strong>di</strong>etro la schiena.<br />

«Oh», <strong>di</strong>sse Cassie con voce tremante. Non era più convinta che la sua<br />

fosse stata una buona idea. «Sono nuova, qui a scuola. Mi chiamo Cassie<br />

Blake...».<br />

«So come ti chiami». La sua voce suonava secca e brusca.<br />

«B-be'...», Cassie balbettò. «Volevo solo riferirle che... Ieri ho visto due<br />

ragazze che litigavano, e una è stata spinta...». Ma <strong>di</strong> che stava parlando?<br />

Stava blaterando. «E io l'ho vista, e lei mi ha minacciata. Fa parte <strong>di</strong> un<br />

club – ma il punto è che mi ha minacciata. Avrei fatto finta <strong>di</strong> niente, ma<br />

oggi ho trovato questa nel mio arma<strong>di</strong>etto».<br />

Il preside prese la bambola con due <strong>di</strong>ta, reggendola per il vestito, come<br />

se Cassie gli avesse dato qualcosa che il cane aveva seppellito in giar<strong>di</strong>no.<br />

Le sue labbra arricciate le ricordavano quelle <strong>di</strong> Portia.<br />

«Molto <strong>di</strong>vertente», <strong>di</strong>sse. «E decisamente appropriato».<br />

Cassie non aveva idea <strong>di</strong> cosa il preside intendesse. In che senso era<br />

"appropriato"? Era appropriato che qualcuno impiccasse bambole nel suo<br />

arma<strong>di</strong>etto?<br />

«È stata Faye Chamberlain», <strong>di</strong>sse Cassie.<br />

«Oh, non lo metto in dubbio», <strong>di</strong>sse il preside. «Sono perfettamente<br />

conscio dei problemi d'interazione tra la signorina Chamberlain e gli altri<br />

studenti. Ma <strong>di</strong> questa storia – <strong>di</strong> come hai cercato <strong>di</strong> spingere Sally<br />

Waltman giù per i gra<strong>di</strong>ni – sono già stato informato ieri».<br />

Cassie lo fissò un istante, prima <strong>di</strong> esplodere: «Che avrei fatto io? Chi<br />

gliel'ha raccontato?»<br />

«Suzan Whittier, se non ricordo male».<br />

«Non è vero! Non ho mai...».<br />

«Sia quel che sia», la interruppe il preside, «credo che sarebbe meglio se<br />

i vostri problemi ve li risolveste da voi, non cre<strong>di</strong>? Invece <strong>di</strong> chiedere...<br />

aiuto esterno».<br />

Cassie continuava a guardarlo, ammutolita.<br />

«È tutto». Il preside gettò la bambola nel cestino della spazzatura<br />

provocando un rumore <strong>di</strong> plastica sordo e rimbombante.<br />

Cassie capì che era stata congedata. Non c'era altro da fare che<br />

andarsene.<br />

54


Era in ritardo per la lezione successiva. Mentre camminava per il<br />

corridoio, tutti gli occhi si voltavano a guardarla. Sentì un'improvvisa<br />

ondata <strong>di</strong> paranoia. In aula, però, nessuno cambiò banco quando si sedette.<br />

L'insegnante stava illustrando una serie <strong>di</strong> esempi alla lavagna, quando il<br />

suo zaino si mosse.<br />

Si trovava per terra, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lei, e con la coda dell'occhio Cassie vide un<br />

rigonfiamento sotto il tessuto <strong>di</strong> nylon blu. O almeno pensò <strong>di</strong> averlo visto.<br />

Quando si girò a guardare, lo zaino era immobile.<br />

"Immaginazione.<br />

Appena la ragazza tornò a concentrarsi sulla lavagna, lo zaino si mosse<br />

<strong>di</strong> nuovo.<br />

Se lo guardava non succedeva niente, ma quando si voltava verso la<br />

lavagna, ecco che quello si muoveva. Come se qualcosa si <strong>di</strong>menasse al<br />

suo interno.<br />

Dovevano essere le correnti <strong>di</strong> aria calda, o qualcosa non andava coi suoi<br />

occhi.<br />

Cassie spostò con molta attenzione e molto, molto lentamente, un piede<br />

verso lo zaino. Poi, senza allontanare gli occhi dalla lavagna, sollevò il<br />

piede e lo abbassò <strong>di</strong> colpo sul "rigonfiamento".<br />

Sotto il piede, sentì solo la copertina dura del libro <strong>di</strong> francese.<br />

Si rese conto che stava trattenendo il fiato solo quando buttò fuori l'aria.<br />

I suoi occhi si chiusero per il sollievo...<br />

E poi, qualcosa sotto il piede si mosse. Lo sentì sotto la sua Reebok.<br />

Cassie balzò in pie<strong>di</strong> lanciando un urlo lacerante.<br />

«Qual è il problema?», urlò l'insegnante. Adesso tutti la stavano<br />

fissando.<br />

«C'è qualcosa.... qualcosa nel mio zaino. Si è mosso». Cassie fece un<br />

grosso sforzo per non afferrare il braccio dell'insegnante. «No, non... Non<br />

lo tocchi...».<br />

L'insegnante allontanò Cassie, aprì lo zaino, vi infilò una mano dentro e<br />

tirò fuori un serpente <strong>di</strong> gomma.<br />

Gomma.<br />

«Dovrebbe essere <strong>di</strong>vertente?», le chiese l'insegnante.<br />

«Non è mio», <strong>di</strong>sse stupidamente Cassie. «Non ce l'ho messo io».<br />

Fissava ipnotizzata la testa floscia e ciondolante del serpente <strong>di</strong> gomma,<br />

la lingua nera che gli pendeva fuori dalla bocca. Sembrava vero, ma era<br />

inanimato. "Carne morta?".<br />

«Si è mosso», sussurrò. «L'ho sentito muoversi... O almeno così<br />

55


credevo. Dev'essermi scivolato il piede».<br />

La classe la guardava in silenzio. Cassie credette <strong>di</strong> vedere qualcosa <strong>di</strong><br />

simile alla pietà negli occhi dell'insegnante, ma durò solo un istante.<br />

«Va bene, ragazzi. Torniamo al lavoro», <strong>di</strong>sse l'insegnante, poggiando il<br />

serpente sulla scrivania e tornando alla lavagna. Cassie passò il resto della<br />

lezione con gli occhi incollati sull'animale <strong>di</strong> gomma. Ma quello non si<br />

mosse più.<br />

Dalle pareti in vetro della mensa Cassie vedeva gli studenti che<br />

scherzavano e parlavano tra loro. La lezione <strong>di</strong> francese era passata in un<br />

attimo. E la paranoia, la sensazione che la gente la evitasse <strong>di</strong> proposito,<br />

aumentava.<br />

"Devo uscire", pensò, ma ovviamente era una sciocchezza. Ricordò le<br />

conseguenze della decisione <strong>di</strong> mangiare all'aperto del giorno prima. No,<br />

oggi avrebbe fatto quel che avrebbe dovuto fare ieri: sarebbe entrata e<br />

avrebbe chiesto a qualcuno <strong>di</strong> sedersi accanto a lui.<br />

"Va bene. Fallo". Sarebbe stato più facile senza quel mal <strong>di</strong> testa.<br />

"Mancanza <strong>di</strong> sonno", pensò Cassie.<br />

Si fermò con il vassoio pieno davanti a un tavolo quadrato occupato da<br />

due ragazze. Sembravano tipe a posto e, cosa più importante, avevano<br />

l'aria <strong>di</strong> essere studentesse del secondo anno. Sarebbero state felici <strong>di</strong> avere<br />

una matricola al loro tavolo.<br />

«Ciao», si sentì <strong>di</strong>re con voce impersonale ma educata. «Posso<br />

sedermi?».<br />

Le ragazze si scambiarono un'occhiata. Cassie quasi riuscì a interpretare<br />

i loro sguar<strong>di</strong> telegrafici e frenetici. Poi, una <strong>di</strong> loro parlò: «Certo... sie<strong>di</strong>ti<br />

pure. Ma noi stavamo andando via», <strong>di</strong>sse. Prese il vassoio e si <strong>di</strong>resse al<br />

bidone della spazzatura. L'altra ragazza guardò il proprio vassoio per un<br />

istante, confusa. Poi imitò l'amica.<br />

Cassie rimase ferma, come avesse messo ra<strong>di</strong>ci in quel quadrato <strong>di</strong><br />

mattonelle.<br />

"Ok... Non ti è andata bene... Hai beccato due che se ne stavano<br />

andando, ok. Ma non c'è motivo <strong>di</strong> allarmarsi".<br />

Anche se erano andate via a metà del pranzo?<br />

Compiendo uno sforzo supremo, Cassie si spostò verso un tavolo<br />

rotondo con sei posti a sedere. C'era solo una se<strong>di</strong>a libera.<br />

"Non chiedere", pensò. "Sie<strong>di</strong>ti e basta". Poggiò il vassoio davanti alla<br />

se<strong>di</strong>a, si sfilò lo zaino dalle spalle e si sedette. Gli occhi incollati sul<br />

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vassoio, si concentrò su un pezzo <strong>di</strong> salame piccante che le faceva<br />

l'occhiolino dal trancio <strong>di</strong> pizza. Non voleva dare l'impressione <strong>di</strong> chiedere<br />

il permesso a chiunque.<br />

La conversazione al tavolo morì. Poi Cassie sentì un rumore <strong>di</strong> se<strong>di</strong>e<br />

spostate.<br />

"Oh mio Dio, non ci credo non ci credo non sta succedendo non è<br />

vero...".<br />

Ma era così. Il suo incubo peggiore. Qualcosa <strong>di</strong> molto peggio <strong>di</strong> una<br />

bambola impiccata o <strong>di</strong> un serpente <strong>di</strong> gomma.<br />

In una nube <strong>di</strong> irrealtà, alzò la testa e vide che tutti stavano lasciando il<br />

proprio posto, portandosi <strong>di</strong>etro il pranzo. A <strong>di</strong>fferenza <strong>delle</strong> due ragazze<br />

del secondo anno, però, non stavano andando al bidone della spazzatura.<br />

Semplicemente, si sedevano ad altri tavoli, uno qui, uno là, ovunque ci<br />

fosse un posto libero.<br />

Lontano da lei. Ovunque, ma lontano da lei.<br />

«Mamma?», <strong>di</strong>sse Cassie fissando gli occhi chiusi sotto le folte ciglia<br />

nere che risaltavano sul volto pallido.<br />

Non capiva come avesse fatto a trascorrere il resto della giornata a<br />

scuola. Ma il peggio era che, tornata a casa, la nonna le aveva detto che le<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sua madre si erano aggravate. Non <strong>di</strong> molto, niente <strong>di</strong> cui<br />

preoccuparsi, ma erano peggiorate. Aveva bisogno <strong>di</strong> pace e tranquillità.<br />

Aveva preso un sonnifero.<br />

Cassie guardava le occhiaie scure <strong>di</strong> sua madre sotto gli occhi chiusi. La<br />

donna aveva una brutta cera. Sembrava fragile. Vulnerabile. E talmente<br />

giovane.<br />

«Mamma...», <strong>di</strong>sse con tono supplichevole ma vuoto. La madre si agitò,<br />

e una fitta <strong>di</strong> dolore le attraversò il volto. Poi s'immobilizzò <strong>di</strong> nuovo.<br />

Cassie notò che sua madre scivolava sempre più nel suo torpore. Non<br />

c'era nessuno che potesse aiutarla.<br />

Si girò e lasciò la stanza.<br />

Nella sua camera, mise il pezzo <strong>di</strong> calcedonio nel portagioie e non lo<br />

toccò più. E tanti saluti alla fortuna.<br />

Gli scricchiolii e i fruscii della casa la tennero sveglia anche quella notte.<br />

Giovedì mattina trovò un uccello nel suo arma<strong>di</strong>etto. Un gufo impagliato<br />

che la fissava con i suoi scintillanti occhi gialli e ton<strong>di</strong>. Cassie richiamò<br />

57


l'attenzione <strong>di</strong> un bidello e glielo in<strong>di</strong>cò con la mano che le tremava. Il<br />

bidello se ne sbarazzò.<br />

Nel pomeriggio trovò un pesce rosso morto. Lo raccolse con un foglio <strong>di</strong><br />

carta piegato a mo' <strong>di</strong> imbuto. Non si avvicinò più al suo arma<strong>di</strong>etto per il<br />

resto della giornata.<br />

E non si avvicinò neppure alla mensa. Trascorse l'ora dell'intervallo<br />

nell'angolo più remoto della biblioteca.<br />

Fu lì che rivide la ragazza.<br />

La ragazza con i capelli luccicanti, la ragazza che credeva non avrebbe<br />

mai più incontrato. Non c'era da meravigliarsi che non l'avesse mai vista<br />

fino a quel momento. In quei giorni, Cassie si stava muovendo per la<br />

scuola come un'ombra, camminando con gli occhi fissi sul pavimento, e<br />

non rivolgendo la parola a nessuno. Non sapeva neppure perché ci<br />

restasse, a scuola. Forse perché non sapeva dove altro andare. E se la<br />

ragazza l'avesse vista, probabilmente avrebbe cambiato <strong>di</strong>rezione. Il<br />

pensiero <strong>di</strong> essere respinta anche da lei, come aveva fatto chiunque altro<br />

nella scuola, risultò intollerabile a Cassie.<br />

Ma in quel momento, Cassie sollevò la testa dal banco in fondo alla<br />

biblioteca e vide qualcosa che riluceva, come un fascio <strong>di</strong> raggi solari.<br />

Quei capelli. Erano esattamente come li ricordava, incre<strong>di</strong>bilmente<br />

lunghi, <strong>di</strong> un colore irreale. La ragazza stava scherzando con la<br />

bibliotecaria al banco dell'accoglienza. Cassie avvertiva la ra<strong>di</strong>osità della<br />

sua presenza dall'altra parte della sala.<br />

Ebbe l'impulso sfrenato <strong>di</strong> saltare in pie<strong>di</strong> e correrle incontro. E poi...<br />

cosa? Non lo sapeva. Ma era quasi impossibile tenere a bada<br />

quell'impulso. La gola le faceva male, le lacrime le riempirono gli occhi.<br />

Si rese conto <strong>di</strong> essere in pie<strong>di</strong>. Le sarebbe corsa incontro, e poi... e poi...<br />

Una miriade <strong>di</strong> immagini si accumulò nella sua mente: la madre che<br />

l'abbracciava quando era bambina, che le me<strong>di</strong>cava un ginocchio<br />

sbucciato, che la riempiva <strong>di</strong> baci. Benessere. Aiuto. Amore.<br />

«Diana!».<br />

Una seconda ragazza la raggiunse <strong>di</strong> corsa. «Diana, ma lo sai che ore<br />

sono? Muoviti!».<br />

Cominciò a spintonare la ragazza con i capelli luccicanti, ridendo e<br />

salutando la bibliotecaria. Un istante dopo erano sparite.<br />

Cassie rimase sola. La ragazza non aveva mai guardato dalla sua parte.<br />

Venerdì mattina Cassie si fermò davanti al suo arma<strong>di</strong>etto. Non aveva<br />

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nessuna voglia <strong>di</strong> aprirlo, anche se esercitava su <strong>di</strong> lei uno strano fascino.<br />

Non riusciva a sopportare l'idea <strong>di</strong> non sapere cosa ci fosse dentro.<br />

Digitò lentamente la combinazione. Ogni suo movimento era ben<br />

marcato.<br />

La porta dell'arma<strong>di</strong>etto si aprì.<br />

Questa volta, Cassie non riuscì neppure a urlare. Sentì i suoi occhi che si<br />

spalancavano come quelli del gufo impagliato. Dalla bocca le uscì un<br />

gemito sordo. Lo stomaco le si rivoltò. Il tanfo...<br />

Il suo arma<strong>di</strong>etto era pieno <strong>di</strong> hamburger. Cru<strong>di</strong> e rossi come pezzi <strong>di</strong><br />

carne spellati, con una sfumatura violacea nei punti in cui stavano<br />

marcendo. Chili e chili <strong>di</strong> carne. Puzzavano come...<br />

Carne. Carne morta.<br />

Cassie chiuse l'arma<strong>di</strong>etto <strong>di</strong> colpo, facendo cadere alcuni hamburger<br />

gocciolanti sul fondo. Si voltò <strong>di</strong> scatto e scappò via, con la vista<br />

annebbiata.<br />

Una mano la bloccò. Cassie pensò a un'offerta <strong>di</strong> aiuto. Poi qualcuno le<br />

strappò lo zaino dalle spalle.<br />

Si girò e vide un bellissimo viso imbronciato. Occhi scuri e maliziosi.<br />

Una giacca da motociclista. Deborah lanciò lo zaino oltre la testa <strong>di</strong><br />

Cassie, che cercò <strong>di</strong> prenderlo al volo seguendone la traiettoria<br />

istintivamente.<br />

Girandosi per afferrare lo zaino, vide dei capelli bion<strong>di</strong> lunghi fino alle<br />

spalle. Occhi a mandorla turchesi con un pizzico <strong>di</strong> follia. Una bocca che<br />

rideva. Era uno dei ragazzi con i rollerblade... Uno dei fratelli Henderson.<br />

«Welcome to the jungle», cantò. Poi lanciò lo zaino a Deborah che lo<br />

prese al volo intonando un altro verso della canzone.<br />

Cassie non poteva fare altro che correre da una parte all'altra, tra i due<br />

ragazzi che si scambiavano il suo zaino, avanti e in<strong>di</strong>etro, come un gatto<br />

che insegue un topo o un gomitolo.<br />

Gli occhi le si riempirono <strong>di</strong> lacrime. Le risate e la canzone risuonavano<br />

nelle sue orecchie, sempre più alte e più veloci.<br />

Un braccio scuro entrò improvvisamente nel suo campo visivo. Una<br />

mano afferrò lo zaino al volo. Le risate morirono.<br />

Cassie si voltò, e attraverso una coltre <strong>di</strong> lacrime vide il volto freddo e<br />

affascinate del ragazzo con i capelli neri che due giorni prima aveva notato<br />

insieme a Faye... Davvero erano passati solo due giorni?<br />

Indossava una maglietta <strong>di</strong>versa dalla volta precedente, con le maniche<br />

arrotolate, e gli stessi jeans neri e logori.<br />

59


«Ehi, Nick», si lamentò uno dei fratelli Henderson. «C'hai rovinato il<br />

<strong>di</strong>vertimento».<br />

«Sparite», fece Nick.<br />

«Sparisci tu», ringhiò Deborah alle spalle <strong>di</strong> Cassie. «Io e Doug stavamo<br />

solo...».<br />

«Sì, "stavamo solo"...».<br />

«Sta' zitto». Nick guardò l'arma<strong>di</strong>etto <strong>di</strong> Cassie con i brandelli <strong>di</strong> carne<br />

che penzolavano dal bordo <strong>di</strong> metallo, e restituì lo zaino a Cassie. «Tu,<br />

vattene», or<strong>di</strong>nò.<br />

Cassie lo guardò negli occhi. Erano marroni, come il mogano dei mobili<br />

della nonna. E, come i mobili, sembravano riflettere le luci del soffitto su<br />

<strong>di</strong> lei. Non erano ostili, non proprio. Solo... <strong>di</strong>staccati. Come se nulla<br />

riuscisse a toccarli.<br />

«Grazie», gli <strong>di</strong>sse, ricacciando in<strong>di</strong>etro le lacrime.<br />

Vide qualcosa brillare in quegli occhi scuri. «Non devi ringraziarmi»,<br />

<strong>di</strong>sse Nick. La sua voce era come un vento gelido, ma a Cassie non<br />

interessava. Prese lo zaino e se ne andò.<br />

Fu durante l'ora <strong>di</strong> fisica che le consegnarono il biglietto.<br />

Una certa Tina lo lasciò cadere sul suo banco, cercando <strong>di</strong> farlo sembrare<br />

un gesto casuale. Poi andò a sedersi al lato opposto dell'aula. Cassie<br />

squadrò il foglio <strong>di</strong> carta piegato come se, toccandolo, potesse bruciarsi le<br />

<strong>di</strong>ta. Sopra, con una calligrafia che riusciva a essere elaborata e <strong>di</strong>screta<br />

allo stesso tempo, c'era il suo nome.<br />

Cassie spiegò il foglio con molta lentezza.<br />

Cassie, ve<strong>di</strong>amoci alla fine <strong>delle</strong> lezioni nel vecchio istituto <strong>di</strong> scienze, al secondo<br />

piano. Credo che potremmo aiutarci a vicenda.<br />

Un'amica.<br />

Cassie fissò le parole fino a che non cominciarono a sfocarsi. Terminata<br />

la lezione, costrinse Tina in un angolo.<br />

«Chi ti ha detto <strong>di</strong> darmelo?».<br />

La ragazza guardò il bigliettino come se ne ignorasse l'esistenza. «Di che<br />

stai parlando? Io non...».<br />

«Sì che lo sai. Chi te l'ha dato?».<br />

Tina si guardò intorno. Poi sussurrò: «Sally Waltman, va bene? Ma mi<br />

ha detto <strong>di</strong> non <strong>di</strong>rlo a nessuno. Ora devo andare».<br />

Cassie la bloccò. «Dov'è il vecchio istituto <strong>di</strong> scienze?»<br />

«Senti...».<br />

60


«Dov'è?».<br />

Tina sibilò: «Sull'altro lato dell'ala E, <strong>di</strong>etro il parcheggio. Lasciami<br />

andare, ora!». Dopo essersi liberata dalla presa <strong>di</strong> Cassie, Tina si allontanò<br />

<strong>di</strong> corsa.<br />

"Un'amica", pensò Cassie ironicamente. Un'amica le avrebbe parlato<br />

davanti a tutti, un'amica quel giorno non l'avrebbe abbandonata da sola con<br />

Faye. Le avrebbe detto: "Grazie per avermi salvato la vita".<br />

Ma forse era pentita.<br />

Il vecchio istituto <strong>di</strong> scienze sembrava abbandonato; c'era un lucchetto<br />

all'entrata, ma qualcuno l'aveva forzato. Cassie spinse la porta e quella si<br />

aprì.<br />

Dentro era buio, e la ragazza riuscì a <strong>di</strong>stinguere solo una rampa <strong>di</strong> scale.<br />

Cominciò a salirle usando una mano appoggiata al muro come guida.<br />

Arrivata in cima, notò qualcosa <strong>di</strong> strano. Le sue <strong>di</strong>ta stavano toccando<br />

qualcosa <strong>di</strong>... morbido. Quasi peloso. Mosse le <strong>di</strong>ta davanti alla faccia,<br />

aguzzando la vista. Fuliggine?<br />

Qualcosa si mosse nella stanza, proprio <strong>di</strong> fronte a lei.<br />

«Sally?». Cassie fece un passo prudente. Si chiese per quale motivo<br />

dalle finestre entrasse così poca luce. Riusciva a intravedere solo qualche<br />

spiraglio <strong>di</strong> sole che penetrava qua e là nella stanza. Mosse un altro passo<br />

strascicato, poi un altro, e un altro ancora.<br />

«Sally?».<br />

Quando pronunciò <strong>di</strong> nuovo il suo nome, il suo cervello stanco capì.<br />

Non si trattava <strong>di</strong> Sally. Chiunque – o qualunque cosa – ci fosse là dentro,<br />

non era Sally.<br />

"Torna in<strong>di</strong>etro, i<strong>di</strong>ota. Esci. Adesso".<br />

Si voltò goffamente e sgranò gli occhi che si stavano abituando al buio,<br />

in cerca dell'oscurità più fitta della rampa <strong>di</strong> scale...<br />

E improvvisamente entrò una luce fortissima, aggredendola,<br />

accecandola. Sentì uno scricchiolio straziante e nella sala entrò altra luce.<br />

Capì che proveniva da una <strong>delle</strong> finestre chiusa con le assi. Davanti a lei<br />

c'era qualcuno con un pezzo <strong>di</strong> legno in mano.<br />

Si girò <strong>di</strong> nuovo verso le scale. Ma alle sue spalle c'era qualcun altro.<br />

Ormai la sala era abbastanza illuminata da permetterle <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere i<br />

lineamenti della ragazza che le andava incontro.<br />

«Ciao, Cassie», <strong>di</strong>sse Faye. «Temo che Sally non ce l'abbia fatta a<br />

venire. Ma forse noi due potremmo aiutarci a vicenda».<br />

61


8<br />

«L'hai mandato tu, il bigliettino», <strong>di</strong>sse Cassie con voce piatta.<br />

Faye le rivolse il suo terribile sorriso indolente. «Chissà perché ho<br />

pensato che se lo avessi firmato col mio nome non saresti venuta», rispose.<br />

"E io ci sono cascata!", pensò Cassie. "Ha istruito quella Tina su cosa<br />

doveva <strong>di</strong>rmi... E io mi sono bevuta tutto".<br />

«Ti sono piaciuti i miei regalini?».<br />

Gli occhi <strong>di</strong> Cassie si bagnarono <strong>di</strong> lacrime. Non riusciva a<br />

controbattere. Si sentiva logorata, in<strong>di</strong>fesa... Se solo fosse riuscita a<br />

pensare.<br />

«Hai dormito male <strong>di</strong> recente?», continuò Faye con voce roca e<br />

innocente. «Hai una bruttissima cera. O forse sono i sogni a tenerti<br />

sveglia?».<br />

Cassie si gettò una veloce occhiata alle spalle. L'unica via <strong>di</strong> fuga era<br />

bloccata da Suzan.<br />

«Oh, non è ancora il momento <strong>di</strong> andare», <strong>di</strong>sse Faye. «Non mi sognerei<br />

neppure <strong>di</strong> lasciarti andare».<br />

Cassie la fissò: «Faye, lasciami in pace...».<br />

«Continua a sognare», <strong>di</strong>sse Deborah ridendo selvaggiamente.<br />

Cassie non capiva, ma poi si accorse che Faye aveva un foglio in mano.<br />

Era spiegato, ma era chiaro che in precedenza era stato appallottolato.<br />

La sua poesia.<br />

La rabbia ebbe il sopravvento sulla stanchezza. Divampò con così tanta<br />

forza che per un istante Cassie si sentì piena <strong>di</strong> energia, come spinta in<br />

avanti dal furore. Si lanciò su Faye urlando: «È mia!».<br />

Faye fu colta <strong>di</strong> sorpresa. Barcollò all'in<strong>di</strong>etro per schivarla, tenendo la<br />

poesia fuori dalla sua portata.<br />

Qualcuno afferrò le braccia <strong>di</strong> Cassie e gliele bloccò <strong>di</strong>etro la schiena.<br />

«Grazie, Deborah», <strong>di</strong>sse Faye leggermente senza fiato. Poi si rivolse a<br />

Cassie: «Immagino che anche un topolino bianco sia in grado <strong>di</strong> reagire.<br />

Bisogna che me lo ricor<strong>di</strong>. Ma ora», continuò, «è tempo <strong>di</strong> improvvisare<br />

un rea<strong>di</strong>ng <strong>di</strong> poesia. Mi <strong>di</strong>spiace che l'atmosfera non sia più... appropriata,<br />

ma che vogliamo farci? Un tempo questo era il laboratorio <strong>di</strong> scienze, ma<br />

ormai è abbandonato da tempo. Da quando Doug e Chris Henderson fecero<br />

un piccolo errore nel corso <strong>di</strong> un esperimento <strong>di</strong> chimica. Probabilmente<br />

hai conosciuto i fratelli Henderson – è <strong>di</strong>fficile che passino inosservati.<br />

Sono carini, ma un po' imprudenti. Costruirono accidentalmente una<br />

bomba».<br />

62


Adesso che i suoi occhi si erano abituati alle tenebre, Cassie vide che il<br />

laboratorio era bruciato. Le pareti erano nere <strong>di</strong> fuliggine.<br />

«Ovviamente qualcuno pensa che questo non sia un posto sicuro»,<br />

continuò Faye, «così lo tengono chiuso a chiave. Ma una sciocchezza del<br />

genere non può certo fermarci. E poi è riservato. Possiamo fare tutto il<br />

rumore che vogliamo e nessuno ci sentirà».<br />

La stretta <strong>di</strong> Deborah le faceva male, ma Cassie riprese a <strong>di</strong>menarsi<br />

quando Faye si schiarì la gola per cominciare a leggere.<br />

«Ve<strong>di</strong>amo... I miei sogni, <strong>di</strong> Cassie Blake. Be', è un titolo originale, devo<br />

<strong>di</strong>re».<br />

«Non hai nessun <strong>di</strong>ritto...», cominciò Cassie, ma Faye la ignorò. Prese a<br />

leggere con voce melodrammatica e teatrale: «"Ogni notte mi addormento<br />

e ho un'unica speranza"...».<br />

«È personale!», urlò Cassie.<br />

«"Rivedere colui che mi baciò risvegliando la mia fantasia"...».<br />

«Lasciami andare!».<br />

«"Ho trascorso un'ora sola in sua compagnia"...».<br />

«Non è giusto...».<br />

«"E da allora nei miei giorni il fuoco avvampa e danza"». Faye alzò la<br />

testa. «Che te ne pare, Deborah?»<br />

«Fa schifo», <strong>di</strong>sse Deborah strattonando le braccia <strong>di</strong> Cassie che cercava<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>vincolarsi. «È una cretinata».<br />

«Oh, non <strong>di</strong>rei. C'è qualche bella immagine. Quella del fuoco, per<br />

esempio. Ti piace il fuoco, Cassie?».<br />

Cassie s'irrigidì. La voce roca e indolente aveva una sfumatura nuova<br />

che Cassie riconobbe all'istante. "Pericolo", si <strong>di</strong>sse.<br />

«Pensi spesso al fuoco, Cassie? Lo sogni la notte?».<br />

Cassie guardò Faye con la bocca secca. I suoi occhi color miele erano<br />

cal<strong>di</strong>, brillanti. Eccitati.<br />

«Ti va <strong>di</strong> vedere un trucco pirotecnico?».<br />

Cassie scosse la testa. In quel momento si rese conto che l'umiliazione<br />

non era il male peggiore. Per la prima volta in quella settimana aveva<br />

paura, ma per la sua vita, non per l'orgoglio.<br />

Faye fece schioccare il foglio <strong>di</strong> carta e lo trasformò in un cono da cui<br />

fuoriuscivano <strong>delle</strong> fiamme.<br />

«Perché non ci <strong>di</strong>ci a chi è de<strong>di</strong>cata, Cassie? Questo ragazzo che ti ha<br />

risvegliata... Chi è?».<br />

Cassie spostò la testa in<strong>di</strong>etro per sfuggire alle fiamme che le<br />

63


guizzavano davanti al viso.<br />

«Fa' attenzione», <strong>di</strong>sse ironicamente Deborah. «Non avvicinarla troppo<br />

ai capelli».<br />

«Inten<strong>di</strong> così vicino?», <strong>di</strong>sse Faye. «O così?».<br />

Cassie fu costretta a torcere il collo per evitare la fiamma. Brandelli <strong>di</strong><br />

carta bruciata volavano in tutte le <strong>di</strong>rezioni. La luce viva del fuoco le<br />

rimase impressa nell'iride, come quando si guarda troppo a lungo il sole.<br />

Avvertiva il calore che le bruciava la pelle.<br />

«Ops, era troppo vicino. Credo comunque che le sue ciglia siano<br />

decisamente lunghe, vero, Deborah?».<br />

Adesso Cassie stava lottando per liberarsi, ma Deborah era<br />

incre<strong>di</strong>bilmente forte. E più si <strong>di</strong>menava, più la stretta della ragazza le<br />

procurava dolore.<br />

«Lasciami andare», annaspò.<br />

«Credevo che il fuoco ti piacesse, Cassie. Guardalo. Cosa ve<strong>di</strong>?».<br />

Cassie non voleva obbe<strong>di</strong>re, ma non riuscì a trattenersi. Il foglio avrebbe<br />

già dovuto essersi consumato, ma continuava a bruciare. "Giallo", pensò<br />

Cassie. "Il fuoco è giallo e arancione, non rosso come <strong>di</strong>cono".<br />

Tutti i suoi sensi erano concentrati sulla fiamma. Il calore le intorpi<strong>di</strong>va<br />

le guance, sentiva la pelle sempre più secca. U<strong>di</strong>va il foglio che crepitava,<br />

la puzza <strong>di</strong> bruciato. Ma non riusciva a vedere altro.<br />

Cenere grigia e fiamme gialle. Sul fondo la fiamma era blu, come quella<br />

sprigionata da una macchina a gas. Il fuoco cambiava forma ogni secondo,<br />

la sua ra<strong>di</strong>osità saliva all'infinito verso l'alto. Sfogando tutta la sua<br />

energia...<br />

Energia.<br />

"Il fuoco è potere", pensò. Riusciva quasi a sentire la forza della fiamma<br />

dorata. Non era nulla <strong>di</strong> simile alla vasta quiete del cielo e del mare, o alla<br />

soli<strong>di</strong>tà della roccia. Questa era una forza attiva. Un potere <strong>di</strong> cui<br />

approfittare, da usare...<br />

«Sì», sussurrò Faye.<br />

Quel suono risvegliò Cassie dalla sua trance. "Non essere folle", si <strong>di</strong>sse.<br />

Le sue fantasie sul fuoco si <strong>di</strong>ssolsero. "Questo è ciò che ti succede quando<br />

dormi poco. Quando lo stress si fa insopportabile e scopri <strong>di</strong> aver esaurito<br />

ogni risorsa". Cassie stava impazzendo.<br />

Cominciò a piangere; le lacrime le scivolarono lungo le guance.<br />

«Oh, dopotutto è solo una bambina», <strong>di</strong>sse Faye, con una nota <strong>di</strong> feroce<br />

<strong>di</strong>sgusto nella voce. Disgusto, certo, e qualcosa che poteva sembrare<br />

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delusione. «An<strong>di</strong>amo, bambina, non sei capace <strong>di</strong> piangere più forte? Se<br />

piangi più forte, forse riuscirai a spegnerla».<br />

Cassie singhiozzava dondolando la testa avanti e in<strong>di</strong>etro mentre le<br />

fiamme si facevano sempre più vicine. Così vicine che qualche lacrima vi<br />

cadde sopra. Cassie non stava più pensando; era semplicemente<br />

terrorizzata. Come un animale in trappola, un <strong>di</strong>sperato e patetico animale<br />

in trappola.<br />

Carne morta carne morta carne morta carne morta.<br />

«Che state facendo? Lasciala andare... Subito!».<br />

La voce arrivò dal nulla, e sulle prime Cassie non cercò neppure <strong>di</strong><br />

localizzarla. Tutto il suo essere era concentrato sul fuoco che, dopo<br />

un'ultima e improvvisa fiammata, si spense in una nuvola soffice <strong>di</strong> cenere<br />

grigia. Faye rimase con un cono <strong>di</strong> carta bruciacchiato in mano.<br />

«Ti ho detto <strong>di</strong> lasciarla!». Qualcosa <strong>di</strong> splendente investì Deborah, ma<br />

non splendente come il fuoco. Splendente come i raggi del sole. O della<br />

luna, quando è piena e talmente luminosa che puoi ad<strong>di</strong>rittura leggere.<br />

Era lei.<br />

La ragazza della casa gialla, la ragazza con i capelli scintillanti. Cassie<br />

era sbalor<strong>di</strong>ta, la fissava come se la vedesse per la prima volta.<br />

Era alta quasi quanto Faye, ma per il resto erano completamente <strong>di</strong>verse.<br />

Faye era prosperosa, lei era magra. Faye era vestita <strong>di</strong> rosso e lei <strong>di</strong> bianco.<br />

Faye aveva una folta chioma <strong>di</strong> capelli neri, lei aveva capelli lunghi, lisci e<br />

scintillanti – come la luce che filtrava dalle finestre.<br />

E ovviamente era bellissima, più bella da vicino <strong>di</strong> quanto aveva intuito<br />

Cassie quando l'aveva vista da lontano. Ma era una bellezza così <strong>di</strong>versa<br />

da quella <strong>di</strong> Faye che <strong>di</strong>fficilmente si poteva pensare che fossero la stessa<br />

cosa. Quella <strong>di</strong> Faye era mozzafiato ma spaventosa. I suoi strani occhi<br />

dorati erano incantevoli, ma ti facevano venir voglia <strong>di</strong> fuggire.<br />

Questa ragazza, invece, sembrava appena uscita da una vetrata colorata.<br />

Per la prima volta Cassie vide i suoi occhi, ver<strong>di</strong> e brillanti, come se<br />

qualcosa li illuminasse dall'interno. Il rosa sulle guance era il suo colore<br />

naturale, non si trattava <strong>di</strong> trucco.<br />

Il petto le andava su e giù per l'in<strong>di</strong>gnazione, e la voce, benché chiara e<br />

musicale, era piena <strong>di</strong> rabbia.<br />

«Quando Tina mi ha detto <strong>di</strong> aver consegnato un bigliettino da parte tua,<br />

ho capito che avevi qualcosa in mente», <strong>di</strong>sse. «Ma questo è inconcepibile!<br />

Per l'ultima volta, Deborah, lasciala andare!».<br />

Lentamente, con riluttanza, Deborah allentò la presa.<br />

65


«Guardatevi... Avreste potuto farle davvero male!», esplose la ragazza<br />

con i capelli bion<strong>di</strong>. Stava ripulendo il volto <strong>di</strong> Cassie dalla cenere e dalle<br />

lacrime con un fazzoletto. «Stai bene?», le chiese dolcemente.<br />

Cassie riusciva solo a guardarla. La ragazza scintillante era venuta a<br />

salvarla. Era come se fosse uscita da un sogno.<br />

«È spaventata a morte», <strong>di</strong>sse la ragazza a Faye. «Come hai potuto,<br />

Faye? Come puoi essere così crudele?»<br />

«Mi viene naturale», mormorò Faye. I suoi occhi socchiusi erano scuri.<br />

Come il volto <strong>di</strong> Deborah.<br />

«In quanto a te, Suzan... Sono veramente stupita. Non ti ren<strong>di</strong> conto che<br />

tutto questo è sbagliato?».<br />

Suzan biascicò qualcosa e <strong>di</strong>stolse lo sguardo.<br />

«Perché volevate farle del male? Chi è questa ragazza?». Mentre<br />

spostava lo sguardo da Faye alle altre, teneva un braccio intorno alle spalle<br />

<strong>di</strong> Cassie, in un gesto protettivo. Nessuna <strong>delle</strong> tre rispose.<br />

«Mi chiamo Cassie», <strong>di</strong>sse Cassie. La voce le tremò e lei provò a<br />

fermarla. Sentiva solo il braccio della ragazza sulle sue spalle. «Cassie<br />

Blake», riuscì a finire. «Mi sono trasferita a New Salem un paio <strong>di</strong><br />

settimane fa. Sono la nipote della signora Howard».<br />

La ragazza sembrava sorpresa. «La signora Howard? Quella del numero<br />

12? Vivi con lei?».<br />

La paura attanagliò Cassie. Ricordava ancora la reazione <strong>di</strong> Jeffrey<br />

quando aveva scoperto dove abitava. Sarebbe morta, se la ragazza avesse<br />

reagito allo stesso modo. Annuì con aria triste.<br />

La ragazza bionda si voltò <strong>di</strong> scatto verso Faye. «Allora è una <strong>di</strong> noi!<br />

Una nostra vicina!», <strong>di</strong>sse seccamente mentre Faye strabuzzava gli occhi.<br />

«Oh, non credo proprio», <strong>di</strong>sse Faye.<br />

«È solo mezza...», cominciò Suzan.<br />

«Sta' zitta!», sbottò Deborah.<br />

«È una vicina», ripeté la bionda caparbiamente. Poi guardò Cassie. «Mi<br />

<strong>di</strong>spiace; non sapevo che ti fossi trasferita a New Salem. Se lo avessi<br />

saputo», <strong>di</strong>sse, lanciando un'occhiata piena <strong>di</strong> rabbia a Faye, «sarei venuta<br />

a salutarti. Io abito all'inizio <strong>di</strong> Crowhaven Road, al numero 1». Strinse<br />

Cassie in un altro abbraccio protettivo. «An<strong>di</strong>amo. Se vuoi, ora ti<br />

riaccompagno a casa».<br />

Cassie annuì. Avrebbe accettato felicemente anche se le avesse chiesto <strong>di</strong><br />

buttarsi da una finestra.<br />

«Non mi sono ancora presentata», <strong>di</strong>sse la ragazza, fermandosi un attimo<br />

66


prima <strong>di</strong> imboccare le scale. «Mi chiamo Diana».<br />

«Lo so».<br />

Diana aveva una Integra Acura blu. Prima <strong>di</strong> salirci, chiese a Cassie se<br />

voleva prendere qualcosa dal suo arma<strong>di</strong>etto.<br />

Cassie scosse la testa e scrollò le spalle.<br />

«Perché no?».<br />

Dopo una breve esitazione, Cassie le raccontò ogni cosa.<br />

Diana ascoltava con le braccia conserte, tamburellando con le <strong>di</strong>ta<br />

sempre più velocemente mano a mano che la storia proseguiva. I suoi<br />

occhi ver<strong>di</strong> cominciarono a brillare <strong>di</strong> una furia quasi incandescente.<br />

«Non preoccuparti <strong>di</strong> niente», fu tutto quello che Diana <strong>di</strong>sse alla fine<br />

del racconto. «Dirò al bidello <strong>di</strong> ripulirti l'arma<strong>di</strong>etto. Per ora,<br />

an<strong>di</strong>amocene da qui».<br />

Si sedette al posto <strong>di</strong> guida <strong>di</strong>cendo a Cassie <strong>di</strong> non stare in pensiero per<br />

la Golf. «Sistemeremo anche questo, dopo». E Cassie le credette. Se Diana<br />

<strong>di</strong>ceva che avrebbero sistemato anche questo, allora così sarebbe stato.<br />

Sicuro.<br />

Durante il tragitto, Cassie non riuscì a far altro che guardare una ciocca<br />

dei lunghi e lucenti capelli <strong>di</strong> Diana che le era scivolata sul freno a mano.<br />

Sembrava <strong>di</strong> seta, del colore dei raggi del sole. O, meglio, dei raggi del<br />

sole e della luna. Per un istante, in un angolo della mente <strong>di</strong> Cassie spuntò<br />

un pensiero su qualcun altro i cui capelli non erano <strong>di</strong> un solo colore, ma<br />

quando cercò <strong>di</strong> afferrarlo quello era già andato via.<br />

Per quanto desiderasse scoprire se quei capelli fossero anche soffici<br />

come la seta, non ebbe il coraggio <strong>di</strong> toccarli. Invece, tentava <strong>di</strong> prestare<br />

ascolto alle parole <strong>di</strong> Diana.<br />

«...E non capisco cosa le prenda, a Faye. A volte non pensa. Non si<br />

rende conto <strong>di</strong> cosa fa».<br />

Lo sguardo <strong>di</strong> Cassie si spostò prudentemente sul volto <strong>di</strong> Diana. Era<br />

convinta che Faye sapesse benissimo quel che faceva, ma non lo <strong>di</strong>sse. Si<br />

stavano avvicinando alla bella casa vittoriana.<br />

«An<strong>di</strong>amo», <strong>di</strong>sse Diana smontando dall'auto. «È meglio che ti dai una<br />

ripulita prima <strong>di</strong> tornare a casa tua».<br />

Una ripulita? Cassie si rese conto <strong>di</strong> quello che intendeva quando Diana<br />

l'accompagnò nel bagno in stile antico al secondo piano. Il car<strong>di</strong>gan grigio,<br />

le mani e i jeans erano ricoperti <strong>di</strong> fuliggine. I capelli erano un <strong>di</strong>sastro. Il<br />

trucco e le lacrime le avevano impiastricciato il volto. Sembrava un'orfana<br />

67


<strong>di</strong> guerra.<br />

«Ti presto qualcosa da metterti mentre <strong>di</strong>amo una pulita ai tuoi vestiti.<br />

Intanto puoi lavarti qui». Diana stava rovesciando dell'acqua calda e<br />

qualcosa <strong>di</strong> profumato in una vasca da bagno con i pie<strong>di</strong> a zampa <strong>di</strong> leone.<br />

Poi preparò un asciugamano, il bagnoschiuma e lo shampoo con una<br />

velocità che stupì Cassie.<br />

«Lascia i tuoi vestiti fuori. Dopo, potrai mettere questo», <strong>di</strong>sse,<br />

appendendo un accappatoio bianco e soffice sulla maniglia della porta.<br />

«Ok, hai tutto quello che ti occorre».<br />

Quando la ragazza uscì, Cassie rimase a fissare la porta chiusa del<br />

bagno. Poi guardò lo specchio leggermente appannato e la vasca. Aveva<br />

freddo e si sentiva indolenzita. I muscoli le tremavano per la tensione.<br />

L'acqua calda e profumata sembrava perfetta e quando vi si immerse emise<br />

un sospiro involontario <strong>di</strong> beatitu<strong>di</strong>ne.<br />

"Oh, che meraviglia", pensò mentre scivolava nell'acqua calda. "Proprio<br />

ciò che ci voleva". Rimase per un po' a mollo, lasciando che il calore le<br />

penetrasse nelle ossa e il profumo le riempisse i polmoni. Quel bagno<br />

sembrò staccare le ultime ragnatele dalla sua mente.<br />

Si grattò la sporcizia dal viso e dal corpo con una spugna da bagno.<br />

Anche lo shampoo aveva un buon odore. Quando uscì dalla vasca e si<br />

avvolse nell'ampio accappatoio bianco e spugnoso, si sentiva più pulita,<br />

calda e rilassata <strong>di</strong> quanto riuscisse a ricordare a partire dal momento in cui<br />

sua madre le aveva annunciato che sarebbero partite. Ancora non era<br />

convinta che tutto questo stesse succedendo per davvero, ma si sentiva<br />

comunque riempita <strong>di</strong> luce.<br />

"Il bagno è all'antica, ma non in un'accezione negativa: più vintage che<br />

vecchio", decise Cassie. Asciugamani graziosi, barattoli colorati con sali<br />

da bagno e quel che sembrava un potpourri lo rendevano molto<br />

accogliente.<br />

Dopo aver infilato le soffici pantofole che Diana le aveva prestato, uscì<br />

dal bagno.<br />

La porta dall'altra parte del corridoio era socchiusa. Cassie bussò piano,<br />

esitando; poi l'aprì e si fermò sulla soglia.<br />

Diana era seduta alla finestra, china sul car<strong>di</strong>gan grigio <strong>di</strong> Cassie che<br />

teneva fermo sulle ginocchia. Sopra <strong>di</strong> lei, davanti al vetro, dondolavano<br />

dei prismi cullati dal vento. Trapassandoli, il sole creava nella stanza<br />

piccoli triangoli dei colori dell'arcobaleno: sfumature violetto, verde e<br />

arancione che scivolavano in strisce <strong>di</strong> luce sui muri e danzavano sul<br />

68


pavimento, sulle braccia <strong>di</strong> Diana, sulla se<strong>di</strong>a. Era come se Diana fosse nel<br />

mezzo <strong>di</strong> un caleidoscopio. "Ecco perché la finestra risplendeva a quel<br />

modo", pensò Cassie.<br />

Diana alzò la testa e sorrise.<br />

«Entra pure. Stavo togliendo la fuliggine dal car<strong>di</strong>gan».<br />

«Oh, è <strong>di</strong> cachemire...».<br />

«Lo so. Non preoccuparti». Diana prese il libro aperto sul davanzale<br />

della finestra e lo mise dentro un grosso arma<strong>di</strong>o a muro. "Lo sta<br />

chiudendo a chiave", notò Cassie. Poi la ragazza uscì dalla stanza con il<br />

car<strong>di</strong>gan in mano.<br />

Cassie guardava incuriosita la se<strong>di</strong>a sotto la finestra. Non c'era nessuno<br />

smacchiatore. Solo un sacchetto <strong>di</strong> potpourri e quella che sembrava una<br />

parte <strong>di</strong> una collezione <strong>di</strong> pietre.<br />

La stanza era magnifica. Riusciva ad abbinare bei mobili dall'aria antica<br />

con oggetti moderni, come se in quello spazio il passato e il presente<br />

coesistessero in armonia.<br />

Le tende del letto erano azzurro pallido, leggere e ariose, con un delicato<br />

motivo <strong>di</strong> piante rampicanti. Sulle pareti, invece dei poster cinematografici<br />

o <strong>delle</strong> foto dei modelli, c'erano stampe artistiche. Quel posto sembrava<br />

avere... classe. Era elegante e raffinato, ma anche accogliente.<br />

«Ti piacciono le stampe?».<br />

Cassie si girò e vide che Diana era rientrata nella stanza senza far<br />

rumore. Annuì, desiderando <strong>di</strong> poter pensare a qualcosa d'intelligente da<br />

<strong>di</strong>re a quella ragazza che sembrava esserle così superiore. «Chi sono?»,<br />

chiese, sperando che non fosse qualcosa che avrebbe dovuto già sapere.<br />

«Sono dèi greci. O meglio, dee. Questa è Afro<strong>di</strong>te, la dea dell'amore.<br />

Ve<strong>di</strong> i cherubini e le colombe che le svolazzano intorno?».<br />

Cassie osservò la donna adagiata su una specie <strong>di</strong> <strong>di</strong>vano, bellissima e<br />

indolente. Quella posa – o forse il seno scoperto – le ricordò Suzan.<br />

«E questa è Artemide», <strong>di</strong>sse Diana in<strong>di</strong>cando un'altra stampa. «Era la<br />

dea della caccia. Non si sposò mai e mandava i suoi cani a sbranare tutti<br />

gli uomini che la spiavano mentre faceva il bagno».<br />

La donna nella seconda stampa era magra e agile, con braccia e gambe<br />

toniche. Era inginocchiata e imbracciava un arco. I capelli neri le<br />

scendevano come onde sulla schiena; sul volto aveva un'espressione<br />

intensa e piena <strong>di</strong> sfida. "Come Deborah, a volte", pensò Cassie. Poi<br />

guardò la stampa successiva e <strong>di</strong>sse: «E questa?»<br />

«Lei è Era, la regina degli dèi. Una donna molto... gelosa».<br />

69


Cassie ci avrebbe scommesso. La giovane donna era alta e orgogliosa,<br />

con un mento pronunciato. Ma furono i suoi occhi a catturare l'attenzione<br />

<strong>di</strong> Cassie. Sembravano fuoriuscire dalla stampa, ricchi <strong>di</strong> passione e<br />

volontà, e molto pericolosi. Come un felino pronto a saltarti addosso...<br />

Cassie si voltò tremando incontrollabilmente.<br />

«Stai bene?», chiese Diana. Cassie annuì, deglutendo. Adesso che era al<br />

sicuro, le stava tornando tutto alla mente. Non solo gli avvenimenti <strong>di</strong> quel<br />

giorno, ma tutto quanto le era successo nell'ultima settimana. Il dolore,<br />

l'umiliazione. La bambola impiccata nel suo arma<strong>di</strong>etto. La mensa. Il<br />

serpente <strong>di</strong> gomma. Lo zaino lanciato da una parte all'altra...<br />

«Cassie?». Una mano le sfiorò la spalla.<br />

Era troppo. Cassie si voltò e si lanciò tra le braccia <strong>di</strong> Diana, scoppiando<br />

a piangere.<br />

«È tutto ok. Sistemeremo ogni cosa, davvero. Non preoccuparti...».<br />

Diana le accarezzava la schiena. Cassie stava versando tutte le lacrime che<br />

non era riuscita a versare davanti alla madre e alla nonna. Abbracciata a<br />

Diana, singhiozzava come una bambina.<br />

Di colpo, si sentì <strong>di</strong> nuovo come si era sentita in biblioteca, quando<br />

aveva avuto quella visione. Si sentì come se avesse sette anni e sua madre<br />

la stesse confortando. Diana riusciva a convincerla davvero che tutto<br />

sarebbe andato bene.<br />

Dopo un po', quando i singhiozzi <strong>di</strong>minuirono, Cassie alzò la testa.<br />

«Ascolta», <strong>di</strong>sse Diana porgendole un fazzoletto. «Perché non resti per<br />

cena? Mio padre rincasa tar<strong>di</strong>... Fa l'avvocato. Chiamo un paio <strong>di</strong> amiche e<br />

or<strong>di</strong>niamo della pizze. Che te ne pare?»<br />

«Oh... grande», <strong>di</strong>sse Cassie mordendosi un labbro. «Grande, davvero».<br />

«Puoi metterti questi vestiti aspettando che i tuoi si asciughino – ti<br />

andranno un po' gran<strong>di</strong>, ma non sono così male. Raggiungimi <strong>di</strong> sotto<br />

quando sei pronta». Diana fece una pausa, i suoi occhi verde smeraldo fissi<br />

sul volto <strong>di</strong> Cassie. «C'è qualcosa che non va?»<br />

«No... non proprio, ma...». S'impappinò; poi scosse la testa con rabbia.<br />

«È solo che... solo che... Perché sei così gentile con me?», sbottò. Le<br />

sembrava ancora che fosse un sogno.<br />

Diana la guardò per un minuto, poi le sorrise con gli occhi, anche se<br />

l'espressione rimase seria. «Non lo so... Credo che tu sia una persona<br />

carina e che te lo meriti. Se vuoi, posso provare a comportarmi male».<br />

Cassie scosse <strong>di</strong> nuovo la testa, ma questa volta senza rabbia. Sentì le<br />

sue labbra che si contraevano in una smorfia.<br />

70


«E...». Diana aveva gli occhi ver<strong>di</strong> persi nel vuoto, <strong>di</strong>stanti. «Siamo tutte<br />

sorelle, sai?».<br />

Cassie trattenne il respiro. «Davvero?», sussurrò.<br />

«Sì», <strong>di</strong>sse Diana con decisione, sempre con lo sguardo perso in<br />

lontananza. «Sì, lo siamo. Nonostante tutto». Poi cambiò espressione e<br />

guardò Cassie. «Puoi chiamare tua madre da qui», <strong>di</strong>sse, in<strong>di</strong>cando un<br />

telefono. «Io scendo <strong>di</strong> sotto a or<strong>di</strong>nare la pizza». Così <strong>di</strong>cendo, se ne<br />

andò.<br />

9<br />

Le amiche <strong>di</strong> Diana erano Laurel e Melanie. Laurel era la ragazza che<br />

Cassie aveva visto in biblioteca in compagnia <strong>di</strong> Diana. Da vicino era<br />

molto magra, con capelli castano chiaro lunghi quasi quanto quelli <strong>di</strong><br />

Diana e con un viso allegro e delizioso. Indossava un abito floreale e un<br />

paio <strong>di</strong> scarpe rosa alte sulla caviglia.<br />

«È pizza vegetariana, vero?», <strong>di</strong>sse, chiudendosi la porta alle spalle con<br />

un calcio, dal momento che aveva una pila <strong>di</strong> contenitori <strong>di</strong> plastica tra le<br />

braccia. «Non avrai mica or<strong>di</strong>nato una virile pizza al salame piccante o ai<br />

peperoni, vero?»<br />

«Niente carne», la tranquillizzò Diana riaprendo la porta, <strong>di</strong>etro la quale<br />

c'era un'altra ragazza in paziente attesa.<br />

«Ops... scusa!», urlò Laurel filando in cucina. «Ho portato qualcosa per<br />

fare un'insalata».<br />

Diana e la nuova ragazza si voltarono e <strong>di</strong>ssero all'unisono: «Niente<br />

tofu!».<br />

«Solo verdura», rispose Laurel. Diana e la nuova ragazza si scambiarono<br />

un'occhiata sollevata.<br />

Cassie stava lottando contro la sua timidezza. La nuova ragazza era<br />

decisamente una veterana, alta e affascinante in modo sofisticato. Aveva<br />

capelli lisci e castani tirati in<strong>di</strong>etro da un cerchietto, e occhi grigi fred<strong>di</strong> e<br />

calcolatori. Era l'unica persona che Cassie avesse mai visto che sembrava<br />

portare gli occhiali anche se non li aveva.<br />

«Questa è Melanie», <strong>di</strong>sse Diana. «Abita al numero 4. Melanie, lei è<br />

Cassie Blake... Si è trasferita da poco al numero 12. È la nipote della<br />

signora Howard».<br />

Gli occhi grigi e pensierosi erano puntati su Cassie; poi Melanie fece un<br />

cenno col capo. «Ciao».<br />

71


«Ciao», <strong>di</strong>sse Cassie. Era felice <strong>di</strong> aver fatto un bagno e sperava <strong>di</strong> non<br />

sembrare sciocca negli abiti <strong>di</strong> Diana.<br />

«Melanie è il nostro cervello», <strong>di</strong>sse orgogliosamente Diana. «È sveglia<br />

da morire. E sa tutto quello che c'è da sapere sui computer».<br />

«Non tutto», <strong>di</strong>sse Melanie seriamente. «A volte penso <strong>di</strong> non saperne<br />

niente». Guardò Diana. «Avevo sentito parlare in giro <strong>di</strong> una certa Cassie,<br />

e c'era anche Faye <strong>di</strong> mezzo, ma nessuno ha voluto <strong>di</strong>rmi <strong>di</strong> più».<br />

«Lo so. Io sono venuta a saperlo solo oggi. Forse sto perdendo contatto<br />

con quello che succede a scuola, ma almeno tu avresti dovuto <strong>di</strong>rmi che<br />

avevi sentito qualcosa».<br />

«Non puoi combattere le battaglie <strong>di</strong> chiunque, Diana».<br />

Diana la guardò senza <strong>di</strong>re niente e poi scosse leggermente la testa.<br />

«Cassie, perché non vai ad aiutare Laurel con l'insalata? Andrete<br />

d'accordo, anche lei è una matricola».<br />

Laurel stava affettando la verdura in cucina.<br />

«Diana mi ha detto <strong>di</strong> darti una mano», <strong>di</strong>sse Cassie.<br />

Laurel si voltò. «Grande! Occupati della borsapastore – è fresca, potresti<br />

trovare qualche insetto tra le foglie».<br />

"Borsapastore? Cos'è?", si <strong>di</strong>sse Cassie, e osservò incerta alcuni<br />

mucchietti <strong>di</strong> verdure. Era qualcosa che avrebbe dovuto conoscere?<br />

«Uh... questa?», <strong>di</strong>sse prendendo una foglia triangolare verde scuro con<br />

il lato inferiore pallido.<br />

«No, quelli sono spinaci selvatici», <strong>di</strong>sse Laurel. Sollevando un gomito,<br />

in<strong>di</strong>cò un mucchio <strong>di</strong> foglie lunghe e affusolate dai bor<strong>di</strong> irregolari. «La<br />

borsapastore è quella. Ma puoi lavarle entrambe».<br />

«Ci mettete mai la – mmm – amarella, nell'insalata?», chiese Cassie con<br />

esitazione mentre sciacquava la verdura. Era felice <strong>di</strong> poter contribuire in<br />

qualche modo. Queste ragazze erano così sveglie, così competenti, così<br />

unite; voleva <strong>di</strong>speratamente dar loro una buona impressione <strong>di</strong> sé.<br />

Laurel sorrise e annuì: «Sì, ma bisogna fare attenzione a non mangiarne<br />

troppa, potrebbe causarti uno sfogo cutaneo. L'amarella è buona anche per<br />

altro; è un ottimo rime<strong>di</strong>o contro le punture degli insetti e un grande<br />

amore...». Laurel si interruppe bruscamente e prese a tagliuzzare più in<br />

fretta. «Ecco, la salvastrella è pronta. È meglio mangiarla fresca», si<br />

affrettò ad aggiungere, «perché ha un sapore migliore e conserva l'essenza<br />

vitale della Madre Terra».<br />

Cassie la guardò con <strong>di</strong>ffidenza. Forse questa ragazza non era poi così<br />

equilibrata. "'Essenza vitale della Madre Terra'? Ma come parla?", si <strong>di</strong>sse.<br />

72


Poi improvvisamente ricordò quando aveva poggiato l'orecchio sul granito<br />

rosso e aveva sentito quel suono al suo interno. O meglio: quando aveva<br />

immaginato <strong>di</strong> sentirlo. Sì, riusciva a capire in che senso quella verdura<br />

fresca era piena <strong>di</strong> vita.<br />

«Ok, finito. Puoi <strong>di</strong>re a Di e Melanie che è pronto in tavola. Intanto io<br />

preparo i piatti», <strong>di</strong>sse Laurel.<br />

Cassie tornò nello spazioso ingresso. Melanie e Diana erano assorte in<br />

una conversazione, e non si accorsero del suo arrivo.<br />

«...raccolta dalla strada come un cucciolo. Sei sempre la solita», stava<br />

<strong>di</strong>cendo Melanie con veemenza. Diana la ascoltava con le braccia conserte.<br />

«Ma cosa succederà, dopo...».<br />

Melanie s'interruppe quando Diana vide Cassie e si toccò la fronte.<br />

«È pronto», <strong>di</strong>sse Cassie imbarazzata. Stavano parlando <strong>di</strong> lei? Avevano<br />

detto che era un cucciolo raccolto dalla strada? No, lo aveva detto Melanie,<br />

non Diana. Disse a se stessa che non le importava quel che pensava<br />

Melanie.<br />

A cena, tuttavia, i fred<strong>di</strong> occhi grigi <strong>di</strong> Melanie non sembravano ostili.<br />

Solo... inquieti. E quando arrivò la pizza, Cassie non poté fare a meno <strong>di</strong><br />

non ammirare la <strong>di</strong>sinvoltura con cui le tre parlarono e scherzarono con il<br />

fattorino in età da college. Il ragazzo era talmente interessato a Melanie<br />

che praticamente si autoinvitò in casa, ma Diana, ridendo, gli chiuse la<br />

porta in faccia.<br />

Dopo, Melanie raccontò numerosi aneddoti <strong>di</strong>vertenti sulle vacanze<br />

estive in Canada, e Cassie quasi <strong>di</strong>menticò il suo commento. Era piacevole<br />

chiacchierare in maniera così amichevole e semplice, non sentirsi esclusa.<br />

Ed essere lì perché era stata invitata da Diana, con lei che le sorrideva...<br />

Ancora non riusciva a crederci.<br />

Quando si stava preparando ad andare via, però, le prese un colpo. Diana<br />

le porse una pila <strong>di</strong> vestiti puliti – sul car<strong>di</strong>gan grigio non c'erano più<br />

tracce <strong>di</strong> fuliggine – e <strong>di</strong>sse: «Ti accompagno a casa. Non preoccuparti<br />

dell'auto <strong>di</strong> tua nonna. Se mi lasci le chiavi, <strong>di</strong>rò a uno dei fratelli<br />

Henderson <strong>di</strong> riportarla a casa».<br />

Cassie s'irrigidì mentre le consegnava le chiavi. «Henderson? Vuoi<br />

<strong>di</strong>re... Stai parlando <strong>di</strong> quei fratelli Henderson?».<br />

Diana sorrise mentre apriva la Integra. «Quin<strong>di</strong> hai sentito parlare <strong>di</strong><br />

loro. Chris è davvero carino, solo un po' irresponsabile. Non preoccuparti».<br />

In auto, Cassie ricordò che quello che aveva giocato con il suo zaino si<br />

chiamava Doug, non Chris. Ma non poteva fare a meno <strong>di</strong> essere<br />

73


spaventata.<br />

«In Crowhaven Road ci conosciamo tutti», le spiegò Diana con tono<br />

rassicurante. «Ve<strong>di</strong>, quella è casa <strong>di</strong> Laurel, e accanto abita Faye. Diciamo<br />

che i ragazzi che sono cresciuti in questa strada fanno comunella. Andrà<br />

tutto bene».<br />

«Comunella?». Cassie ebbe un pensiero improvviso e inquietante.<br />

«Sì». La voce <strong>di</strong> Diana era volutamente spensierata. «Facciamo parte <strong>di</strong><br />

una specie <strong>di</strong> club...».<br />

«Il club?». Cassie era talmente sorpresa che la interruppe. «Vuoi <strong>di</strong>re...<br />

che anche tu ne fai parte? Tu, Laurel e Melanie?»<br />

«Mm», <strong>di</strong>sse Diana. «Siamo arrivate. Ti chiamo domani – forse passo a<br />

trovarti. E lunedì potremmo andare a scuola insieme...». Si fermò a causa<br />

dell'espressione <strong>di</strong> Cassie. «Che c'è, Cassie?», <strong>di</strong>sse delicatamente.<br />

Cassie stava scuotendo la testa. «Non lo so... Sì, in realtà lo so. Ti ho<br />

raccontato del mio primo giorno <strong>di</strong> scuola, <strong>di</strong> quando ho ascoltato la<br />

conversazione tra Faye, Deborah e Suzan... <strong>di</strong> come sono cominciati i miei<br />

guai. Ho sentito <strong>di</strong> cosa parlavano, e so che fanno parte del club. È stata<br />

un'esperienza terribile... Non capisco come tu possa far parte dello stesso<br />

circolo».<br />

«Non è come pensi...». La voce gentile <strong>di</strong> Diana si affievolì. «E non<br />

posso spiegarti tutto. Ma ti <strong>di</strong>rò quanto basta... Non giu<strong>di</strong>care il club a<br />

partire da Faye. Nonostante abbia anche lei un sacco <strong>di</strong> pregi, se cerchi<br />

bene».<br />

Cassie pensò che le sarebbe servito un microscopio a scansione<br />

elettronica per trovare qualcosa. Aspettò una manciata <strong>di</strong> secon<strong>di</strong> e lo <strong>di</strong>sse<br />

a Diana.<br />

Diana rise. «No, davvero. La conosco da quando eravamo in fasce. Qui<br />

ci conosciamo tutti da quando eravamo bambini».<br />

«Ma...», Cassie la guardò preoccupata. «Non hai paura <strong>di</strong> lei? Non pensi<br />

che potrebbe farti qualcosa <strong>di</strong> terribile?»<br />

«No», <strong>di</strong>sse Diana. «Non lo penso. Per prima cosa, lei ha... promesso <strong>di</strong><br />

non farlo. E poi...», fissò lo sguardo su Cassie quasi scusandosi, anche se<br />

un sorriso fece capolino da un angolo della bocca, «Be', non o<strong>di</strong>armi, ma<br />

io e Faye siamo cugine <strong>di</strong> primo grado».<br />

Cassie rimase senza fiato.<br />

«Qui siamo quasi tutti cugini», <strong>di</strong>sse Diana con calma. «A volte <strong>di</strong><br />

secondo grado, o <strong>di</strong> terzo, e così via, ma molti anche <strong>di</strong> primo. Eccoti un<br />

infuso alle erbe che Laurel mi ha preparato quest'estate», aggiunse<br />

74


porgendo qualcosa a Cassie. «Bevine un po' se hai problemi ad<br />

addormentarti. Potrebbe aiutarti. Ci ve<strong>di</strong>amo domani mattina».<br />

Diana si presentò alla porta con i capelli raccolti in una lunga e<br />

splen<strong>di</strong>da coda <strong>di</strong> cavallo. Sembrava una nappa <strong>di</strong> seta. In mano aveva<br />

<strong>delle</strong> foglie secche e profumate avvolte nella mussola.<br />

«Ieri hai detto che tua madre ha l'influenza, così le ho portato un po' <strong>di</strong><br />

tè. È buono per la tosse e i brivi<strong>di</strong>. Hai provato la tisana che ti ho dato ieri<br />

sera?».<br />

Cassie annuì. «È stato incre<strong>di</strong>bile. Sono andata a dormire e questa<br />

mattina mi sono svegliata in gran forma. Che c'era dentro?»<br />

«Be', per prima cosa, erba gatta triturata», <strong>di</strong>sse Diana sorridendo <strong>di</strong><br />

fronte alla reazione <strong>di</strong> Cassie. «Non preoccuparti, sugli esseri umani non<br />

agisce come sui gatti. Ha un effetto rilassante».<br />

Era questo che stava facendo la prima mattina che Cassie l'aveva vista?<br />

Stava preparando un qualche tipo <strong>di</strong> infuso? Cassie non ebbe il coraggio <strong>di</strong><br />

confessarle che quel giorno l'aveva spiata, ma fu felice quando Diana le<br />

<strong>di</strong>sse che le avrebbe fatto piacere preparare il tè e portarlo personalmente a<br />

sua madre.<br />

«È una normale tisana <strong>di</strong> erbe e gemme per l'influenza», <strong>di</strong>sse Diana alla<br />

signora Blake. C'era qualcosa <strong>di</strong> rassicurante nella sua voce. La madre <strong>di</strong><br />

Cassie ebbe una piccola esitazione, poi prese la tazza. Dopo averlo<br />

assaggiato, alzò la testa e sorrise a Diana. Cassie si sentì inondata <strong>di</strong><br />

calore.<br />

Persino il volto invecchiato e stanco della nonna si aprì in un sorriso,<br />

quando incrociò Diana e Cassie <strong>di</strong>rette nella stanza della sua nipotina.<br />

«Dev'essere meraviglioso avere una nonna così», <strong>di</strong>sse Diana.<br />

«Conoscerà sicuramente un mucchio <strong>di</strong> storie».<br />

Cassie era sollevata. Temeva che Diana non sarebbe andata oltre il neo,<br />

la schiena ingobbita e la zazzera <strong>di</strong> capelli grigi della nonna. «È davvero<br />

grande», <strong>di</strong>sse, meravigliandosi <strong>di</strong> come il suo atteggiamento fosse<br />

cambiato dal primo giorno in cui l'aveva vista sull'uscio della porta. «Ed è<br />

bello averla finalmente conosciuta, visto che è l'unica che mi è rimasta. Gli<br />

altri nonni sono tutti morti».<br />

«Anche i miei», <strong>di</strong>sse Diana. «E anche la mia mamma. È triste, perché<br />

ho sempre desiderato avere una sorellina, ma mia madre morì lo stesso<br />

anno in cui nacqui io, e mio padre non si è mai risposato. Quin<strong>di</strong> non c'è<br />

mai stata nessuna possibilità».<br />

75


«Anch'io avrei desiderato una sorella», mormorò Cassie.<br />

Ci fu un attimo <strong>di</strong> silenzio. Poi Diana <strong>di</strong>sse: «Hai una camera<br />

meravigliosa».<br />

«Lo so», <strong>di</strong>sse Cassie guardando i mobili massicci e lucenti, le tende<br />

eleganti e le se<strong>di</strong>e con lo schienale rigido. «È bellissima, ma sembra <strong>di</strong><br />

essere in un museo. Quella è la roba che mi hanno spe<strong>di</strong>to dalla mia<br />

vecchia casa». In<strong>di</strong>cò una pila <strong>di</strong> cartoni in un angolo. «Ho provato a<br />

sistemarla, ma ho paura <strong>di</strong> graffiare o rompere qualcosa».<br />

Diana rise. «Fossi in te, non me ne preoccuperei. Questi mobili sono<br />

sopravvissuti per tre secoli, resisteranno ancora un po'. Hai solo bisogno <strong>di</strong><br />

sistemare la stanza in modo che le tue cose trovino il giusto spazio.<br />

Potremmo provarci nel fine settimana. Sono certa che anche Laurel e<br />

Melanie ci daranno una mano. Ci <strong>di</strong>vertiremo».<br />

Cassie pensò alla camera ariosa, luminosa e armoniosa <strong>di</strong> Diana e sentì<br />

un'ondata <strong>di</strong> speranza. Se la sua camera fosse <strong>di</strong>ventata bella solo la metà<br />

<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Diana, avrebbe fatto i salti <strong>di</strong> gioia.<br />

«Sei troppo carina con me», <strong>di</strong>sse Cassie senza riflettere. Poi trasalì e si<br />

portò una mano alla fronte. «Mi rendo conto <strong>di</strong> quanto possa suonare<br />

stupido quello che ho detto», <strong>di</strong>sse sconsolata, «ma è vero. Voglio <strong>di</strong>re, stai<br />

facendo tutto questo per me, senza chiedere nulla in cambio. E... io non<br />

capisco per quale motivo lo fai».<br />

Diana rivolse il suo sguardo verso l'oceano che brontolava e riluceva,<br />

riflettendo il cielo settembrino terso e azzurro. «Te l'ho già detto», sorrise.<br />

«Credo che tu sia una bella persona. Hai aiutato Sally, e sei stata<br />

coraggiosa ad affrontare Faye. Sono cose che ammiro. Inoltre», aggiunse<br />

scrollando le spalle, «mi piace essere carina con la gente. E poi non è vero<br />

che non ottengo nulla in cambio. Non faccio che chiedermi per quale<br />

motivo le persone siano sempre così gentili con me».<br />

Cassie le lanciò un'occhiata. Diana era inondata dai raggi del sole che<br />

producevano un'aura sfolgorante tutto intorno a lei. I suoi capelli<br />

sembravano brillare letteralmente, il profilo era perfetto, come un cammeo<br />

delicatamente intagliato. Davvero Diana non lo immaginava?<br />

«Be', penso che uno dei motivi potrebbe essere che tu cerchi <strong>di</strong> trovare<br />

del buono in chiunque», <strong>di</strong>sse Cassie. «Forse le persone trovano<br />

irresistibile questa tua propensione verso il prossimo. E poi non sei<br />

vanitosa e sei davvero interessata a quello che gli altri hanno da <strong>di</strong>re... E<br />

credo che aiuti anche il fatto che tu sia la persona più bella che io abbia<br />

mai visto in tutta la mia vita», concluse.<br />

76


Diana scoppiò a ridere. «Mi <strong>di</strong>spiace che tu sia cresciuta tra brutte<br />

persone», <strong>di</strong>sse. Poi si ricompose e tornò a guardare l'oceano e a giocare<br />

con il cordone della tenda. «Ma, sai», iniziò, con un tono che la faceva<br />

sembrare insicura, timida. Poi si voltò verso Cassie, gli occhi <strong>di</strong> un verde<br />

tanto brillante che Cassie rimase senza fiato.<br />

«Sai, è strano che entrambe desideriamo una sorella», <strong>di</strong>sse. «Da quando<br />

ti ho vista nel laboratorio <strong>di</strong> scienze... Be', mi è parso <strong>di</strong> sentire che tu sei<br />

la mia sorellina. Sembra strano, ma è la verità».<br />

A Cassie non sembrava strano. Sin dal primo momento che l'aveva vista,<br />

aveva sentito che in qualche modo loro due erano legate.<br />

«E... non so come <strong>di</strong>rlo. Sento che con te posso parlare, in qualche<br />

modo. Anche se ci conosciamo solo da un giorno, e più che con Laurel e<br />

Melanie. Sento che in qualche modo tu mi capisci e che... posso fidarmi <strong>di</strong><br />

te».<br />

«Puoi», <strong>di</strong>sse Cassie con calma, ma con un impeto che sorprese lei per<br />

prima. «Anche io non so perché, ma so che puoi fidarti <strong>di</strong> me, e potrai<br />

farlo sempre e comunque».<br />

«Se vuoi, quin<strong>di</strong>...». Diana aggrottò leggermente la fronte, mordendosi<br />

le labbra, con lo sguardo ancora rivolto verso il basso mentre giocherellava<br />

con le frange della tenda. «Be'... Stavo pensando che potremmo essere<br />

sorellastre. Adottarci l'un l'altra. Così io avrei una sorellina e tu una sorella<br />

maggiore. Ma solo se lo desideri», aggiunse velocemente, alzando <strong>di</strong><br />

nuovo lo sguardo.<br />

"Se lo desidero?". Il problema <strong>di</strong> Cassie era che non sapeva che fare: se<br />

gettarle le braccia al collo, ballare per la stanza, scoppiare a ridere o<br />

piangere.<br />

«Sarebbe ok», riuscì a <strong>di</strong>re dopo un minuto. Quin<strong>di</strong>, con il cuore che<br />

cantava dalla gioia, sorrise timidamente a Diana e la guardò dritta negli<br />

occhi: «No, sarebbe... gran<strong>di</strong>oso».<br />

«Oggi sembri più in forma, mamma», <strong>di</strong>sse Cassie. Sua madre, seduta<br />

sul bordo del letto, le sorrise.<br />

«Si è trattato <strong>di</strong> una brutta influenza, ma adesso sto meglio», rispose la<br />

donna. «Anche tu mi sembri più felice, tesoro».<br />

«Sì», ammise Cassie baciando la madre su una guancia. "Non<br />

immagineresti mai quanto", pensò.<br />

A proposito <strong>di</strong> euforia e trepidazione, quella mattina le ricordava il suo<br />

primo giorno <strong>di</strong> scuola. "Non m'interessa se tutti gli altri in questa scuola<br />

77


mi o<strong>di</strong>ano", pensò Cassie. "Ci sarà Diana al mio fianco". Quel semplice<br />

pensiero faceva passare tutto il resto in secondo piano.<br />

Quel giorno Diana sembrava particolarmente bella: indossava una giacca<br />

<strong>di</strong> pelle verde scamosciata con nastrini <strong>di</strong> seta blu e un paio <strong>di</strong> pantaloni<br />

sbia<strong>di</strong>ti, quasi bianchi. Al collo portava una collana con una pietra color<br />

latte dai riflessi bianchi e blu. Cassie era orgogliosa <strong>di</strong> entrare a scuola con<br />

lei.<br />

Nei corridoi si accorse <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> strano. Era <strong>di</strong>fficile fare più <strong>di</strong> tre<br />

passi senza che qualcuno le fermasse.<br />

«Oh, ciao, Diana! Hai un minuto?». «Diana! Sono così felice <strong>di</strong><br />

vederti...». «Diana, mi stai facendo impazzire. Vuoi almeno pensarci, per<br />

quanto riguarda questo fine settimana?» (questo lo <strong>di</strong>sse un ragazzo). Tutti<br />

volevano parlare con Diana, e chi non aveva nulla da <strong>di</strong>rle si limitava ad<br />

ascoltare.<br />

Diana, osservò Cassie, non ignorava nessuno. Gli unici che allontanava,<br />

ma sempre con un sorriso, erano i ragazzi che le chiedevano <strong>di</strong> uscire.<br />

Qualcuno lanciava occhiate nervose a Cassie, ma nessuno si scansò o<br />

pronunciò qualche cattiveria. A quanto pareva, Diana aveva il potere <strong>di</strong><br />

neutralizzare persino Faye.<br />

Qualche minuto prima che suonasse la campanella, Diana si allontanò<br />

dalla ressa e accompagnò Cassie alla lezione <strong>di</strong> inglese. Non solo entrò<br />

con lei, ma si sedette nel posto accanto a quello <strong>di</strong> Cassie e chiacchierò<br />

affabilmente con lei, ignorando tutti quelli che la guardavano.<br />

«Dovremmo organizzare un'altra pizza, questa settimana», <strong>di</strong>sse con<br />

voce chiara e vivace. «E ho già parlato con Laurel <strong>di</strong> come potremmo<br />

ridecorare la tua camera, sempre che a te vada. Laurel ha un certo gusto<br />

artistico. E poi penso che dovresti passare al mio corso <strong>di</strong> storia. È<br />

all'ultima ora, e l'insegnante, la professoressa Lanning, è davvero<br />

grande...».<br />

Diana continuò a parlare, apparentemente incurante del resto della<br />

classe. Ma Cassie riusciva a sentire qualcosa che le ribolliva dentro come<br />

il bicarbonato sul fondo <strong>di</strong> una bottiglia <strong>di</strong> acqua gassata. Quelle stesse<br />

ragazze che la scorsa settimana l'avevano evitata ed erano scappate al suo<br />

passaggio, adesso stavano ascoltando avidamente il monologo <strong>di</strong> Diana,<br />

annuendo come se anche loro stessero prendendo parte alla conversazione.<br />

«Be', è meglio che adesso vada. Ci ve<strong>di</strong>amo alle un<strong>di</strong>ci e un quarto per il<br />

pranzo», <strong>di</strong>sse Diana.<br />

«Dove?», chiese Cassie andando quasi nel panico. Non aveva mai visto<br />

78


Diana – o Laurel, o Melanie – durante l'intervallo.<br />

«Oh, in mensa... sul retro. Dietro la porta a vetri. Lo chiamiamo "il<br />

salottino". Vedrai», <strong>di</strong>sse Diana. Le ragazze che circondavano il suo banco<br />

si stavano scambiando occhiate piene <strong>di</strong> meraviglia. Dopo che Diana fu<br />

uscita dall'aula, qualcuno le chiese con invi<strong>di</strong>a: «Mangerai nel salottino?»<br />

«Immagino <strong>di</strong> sì», rispose Cassie con aria assente, gli occhi incollati su<br />

Diana.<br />

«Ma...». Le ragazze si scambiarono un'altra occhiata. «Fai parte del<br />

club?», chiese una <strong>di</strong> loro.<br />

Cassie si sentiva a <strong>di</strong>sagio. «No... non proprio. Sono solo amica <strong>di</strong><br />

Diana».<br />

Una pausa. Poi le ragazze si voltarono, confuse e impressionate.<br />

Cassie quasi non se ne rese conto. Era concentrata sulla ragazza che<br />

Diana, uscendo, aveva incrociato sulla porta.<br />

Anche Faye quella mattina sembrava più bella del solito. I suoi capelli<br />

neri splendevano, la sua carnagione pallida luccicava. Le sue labbra,<br />

evidenziate da un nuovo rossetto color ciliegia, sembravano più sensuali<br />

che mai. Indossava un maglioncino rosso che le metteva in risalto le<br />

forme.<br />

Si fermò sull'ingresso, bloccando il passaggio a Diana. Poi lei e Diana si<br />

guardarono negli occhi a vicenda.<br />

Fu un'occhiata lunga e misurata, occhi dorati socchiusi che fissavano<br />

occhi ver<strong>di</strong> ridotti a fessure. Nessuna <strong>delle</strong> due <strong>di</strong>sse niente, ma l'aria tra<br />

loro sembrava crepitare <strong>di</strong> elettricità. Cassie quasi riuscì a sentire le due<br />

forti volontà che lottavano per avere il sopravvento. Alla fine fu Faye a<br />

farsi da parte, ma accompagnò Diana fuori dall'aula con un gesto ironico<br />

della mano che sembrava più <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo che <strong>di</strong> cortesia. Quando Diana la<br />

superò, Faye <strong>di</strong>sse qualcosa senza girarsi.<br />

«Cosa le ha detto?», chiese una <strong>delle</strong> ragazze a Cassie.<br />

«Non ho sentito», rispose Cassie.<br />

Ma era una bugia. Aveva sentito, anche se non aveva capito. Faye aveva<br />

detto: "Vinci una battaglia, per<strong>di</strong> la guerra".<br />

A pranzo, Cassie si chiese come avesse fatto a non notare mai il<br />

salottino, anche se capiva come mai Diana e le sue amiche non avessero<br />

mai visto lei: l'entrata era piena <strong>di</strong> studenti. Studenti in pie<strong>di</strong>, studenti che<br />

speravano <strong>di</strong> essere invitati a entrare, o studenti che semplicemente<br />

passavano lì il loro tempo, coprendo a chi era seduto dentro qualsiasi<br />

79


visuale della mensa vera e propria.<br />

Non era <strong>di</strong>fficile capire perché questa sala facesse così gola a tutti. C'era<br />

un televisore montato su una parete, anche se l'eccessivo rumore impe<strong>di</strong>va<br />

<strong>di</strong> sentire una parola. C'erano persino un forno a microonde e un<br />

<strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> succhi <strong>di</strong> frutta. Quando entrò e andò a sedersi accanto a<br />

Diana, Cassie era consapevole degli sguar<strong>di</strong> che le si incollavano addosso<br />

come sempre: ma oggi erano sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> invi<strong>di</strong>a.<br />

C'erano anche Laurel, Melanie, Sean – il ragazzo basso e con<br />

l'espressione furba che l'aveva sollecitata ad andare dal preside – e uno<br />

studente con capelli bion<strong>di</strong> scarmigliati e occhi turchesi leggermente a<br />

mandorla. "Oh, Dio", pensò Cassie "è uno dei fratelli Henderson!". Cassie<br />

cercò <strong>di</strong> non guardarlo con aria allarmata, quando Diana gli rivolse un<br />

cenno e li presentò: «Questo è Christopher Henderson. Dì ciao, Chris. Lei<br />

invece è Cassie. Hai guidato la sua Golf».<br />

Il ragazzo biondo si mise sulla <strong>di</strong>fensiva. «Io non ne so niente. Non l'ho<br />

neanche vista, ok? Ero da un'altra parte».<br />

Diane e Melanie si scambiarono un'occhiata paziente. «Chris», <strong>di</strong>sse<br />

Diana, «<strong>di</strong> che stai parlando?»<br />

«L'auto <strong>di</strong> questa tipa. Non l'ho rubata. Io non rubo auto. Siamo tutti<br />

fratelli, giusto?».<br />

Diana lo fissò per un istante, poi scosse la testa. «Continua a mangiare,<br />

Chris. Lascia stare».<br />

Chris aggrottò la fronte, scrollò le spalle e tornò a parlare con Sean.<br />

«Allora, c'è questo nuovo gruppo, i Colera, che ha fatto questo nuovo<br />

album...».<br />

«Qualcuno deve aver guidato la mia auto», provò a <strong>di</strong>re timidamente<br />

Cassie.<br />

«È stato lui», <strong>di</strong>sse Laurel. «Solo che non ha una buona memoria per le<br />

cose quoti<strong>di</strong>ane. Però conosce un sacco <strong>di</strong> gruppi musicali».<br />

Cassie notò che Sean era <strong>di</strong>verso da come lo ricordava quel giorno<br />

vicino agli arma<strong>di</strong>etti. Sembrava oltremodo educato, desideroso <strong>di</strong> piacere<br />

a tutti, e spesso si offriva <strong>di</strong> dare una mano alle ragazze che, invece, lo<br />

trattavano come un fratello minore fasti<strong>di</strong>oso. Oltre Cassie, Sean e Laurel<br />

erano le uniche matricole del gruppo.<br />

Stavano mangiando da qualche minuto, quando una testa ricoperta <strong>di</strong><br />

capelli biondo paglia apparve sulla porta. Era Suzan.<br />

«Deborah è in punizione e Faye ha da fare. Mangio qui», annunciò.<br />

Diana alzò la testa. «Bene», <strong>di</strong>sse tranquillamente, poi aggiunse: «Lei è<br />

80


la mia amica Cassie, Suzan. Cassie, lei è Suzan Whittier».<br />

«Ciao», <strong>di</strong>sse Cassie cercando <strong>di</strong> apparire <strong>di</strong>sinvolta.<br />

Ci fu un attimo <strong>di</strong> tensione. Poi Suzan alzò gli occhi azzurri su <strong>di</strong> lei.<br />

«Ciao», <strong>di</strong>sse. Quin<strong>di</strong> si sedette e cominciò a tirare fuori il pranzo dal suo<br />

sacchetto.<br />

Cassie rivolse lo sguardo su Suzan che si preparava per mangiare e poi<br />

lanciò un'occhiata veloce a Laurel. Quin<strong>di</strong> guardò Diana e sollevò le<br />

sopracciglia con aria interrogativa.<br />

Sentì un rumore <strong>di</strong> plastica che s'increspava mentre Suzan estraeva<br />

qualcosa dal suo sacchetto; poi un urlo stridulo da parte <strong>di</strong> Laurel.<br />

«Oh, mio Dio... Non mangerai quella roba! Lo sai che c'è lì dentro,<br />

Suzan? Grasso <strong>di</strong> manzo, lardo e olio <strong>di</strong> palma... e il cinquanta per cento <strong>di</strong><br />

zuccheri...».<br />

Diana si morse le labbra e Cassie prese a scuotere silenziosamente la<br />

testa, cercando <strong>di</strong> mantenere un'espressione <strong>di</strong> contegno. Ma la situazione<br />

era troppo grottesca, e alla fine si lasciò sfuggire una risatina. Anche Diana<br />

scoppiò a ridere.<br />

Le guardavano tutti, confusi.<br />

Cassie sorrise fissando il suo panino al tonno. Dopo tante settimane <strong>di</strong><br />

solitu<strong>di</strong>ne, finalmente aveva capito qual era il luogo cui sentiva <strong>di</strong><br />

appartenere. Era un'amica <strong>di</strong> Diana, la sua sorella adottiva. Il suo posto era<br />

accanto a Diana.<br />

10<br />

Quel venerdì Kori pranzò nel salottino. Sembrava intimorita dalle<br />

ragazze più gran<strong>di</strong> ed era quasi riverente nei confronti <strong>di</strong> Cassie, e questo<br />

non era male. Suzan e Deborah non mostravano certo lo stesso rispetto. La<br />

ragazza con i capelli biondo paglia sembrava accorgersi della sua esistenza<br />

solo quando le chiedeva <strong>di</strong> passarle qualcosa attraverso il tavolo; la<br />

motociclista le lanciava occhiate cupe ogni volta che la incrociava nei<br />

corridoi. Deborah e Doug – l'altro fratello Henderson – si erano fatti<br />

vedere nel salottino solo una volta da quando Cassie aveva cominciato a<br />

frequentarlo, e avevano passato tutto il tempo a <strong>di</strong>scutere animatamente <strong>di</strong><br />

una band heavy-metal.<br />

Faye e Nick, il ragazzo alto e <strong>di</strong> una bellezza glaciale che aveva<br />

recuperato lo zaino <strong>di</strong> Cassie, non si erano visti per niente, quella<br />

settimana.<br />

81


Ma Kori Henderson era carina. Dopo aver scoperto che era la sorella <strong>di</strong><br />

Chris e Doug, Cassie in<strong>di</strong>viduò qualche somiglianza tra <strong>di</strong> loro: oltre ai<br />

capelli bion<strong>di</strong>, gli occhi turchesi che Kori metteva in risalto indossando<br />

sempre una collana e un anello dello stesso colore. Kori, però, non era<br />

irresponsabile come i fratelli. Sembrava una normale e tranquilla ragazza<br />

<strong>di</strong> quasi quin<strong>di</strong>ci anni.<br />

«Lo aspetto da così tanto tempo che ancora non riesco a credere che stia<br />

per succedere», <strong>di</strong>sse alla fine dell'intervallo. «Cioè, pensateci, martedì è il<br />

gran giorno! E mio padre ha detto che possiamo fare un party in spiaggia –<br />

o, meglio, non ha detto che non possiamo – e io voglio che sia davvero<br />

speciale, perché sarà una festa e...». La sua voce si affievolì fino a sparire.<br />

Cassie, seguendone lo sguardo, vide che Diana si stava mor<strong>di</strong>cchiando un<br />

labbro e scuoteva il capo in maniera quasi impercettibile.<br />

"Che ha detto <strong>di</strong> sbagliato?", si chiese Cassie. Poi capì: era la prima<br />

volta che sentiva parlare <strong>di</strong> un party, anche se era chiaro che per gli altri<br />

non si trattava <strong>di</strong> una novità. Lei non era stata invitata?<br />

«Allora, mmm, cre<strong>di</strong> che Adam tornerà in tempo per... per... cioè,<br />

quando cre<strong>di</strong> che tornerà Adam?», farfugliò Kori.<br />

«Non saprei. Spero presto, ma...». Diana scrollò leggermente le spalle.<br />

«Chi può <strong>di</strong>rlo? Chi lo sa?».<br />

«Chi è Adam?», domandò Cassie. Voleva <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> non essere<br />

interessata al party.<br />

«Stai <strong>di</strong>cendo che Diana non ti ha parlato <strong>di</strong> Adam? Diana, c'è un limite<br />

anche alla modestia», <strong>di</strong>sse Melanie, i fred<strong>di</strong> occhi grigi increduli.<br />

Diana avvampò per l'imbarazzo. «Non c'è stato ancora il tempo...»,<br />

cominciò. Laurel e Melanie fischiarono.<br />

Cassie era sorpresa. Era la prima volta che vedeva Diana reagire a quel<br />

modo. «No, davvero», <strong>di</strong>sse. «Chi è? È il tuo ragazzo?»<br />

«Solo dall'infanzia», <strong>di</strong>sse Laurel. «Stanno insieme da sempre».<br />

«Ma dov'è? Al college? Che aspetto ha?»<br />

«No, è andato a... trovare <strong>delle</strong> persone», <strong>di</strong>sse Diana. «È un veterano,<br />

anche se non ha ancora cominciato l'anno. In quanto al suo aspetto... Be', è<br />

carino. Credo che ti piacerà». Sorrise.<br />

Cassie guardò Laurel in cerca <strong>di</strong> altre informazioni. Laurel stava facendo<br />

roteare una forchetta con un pezzo <strong>di</strong> zucchina. «Adam è...».<br />

Kori <strong>di</strong>sse: «Sì, è...».<br />

Persino Melanie sembrava non trovare le parole giuste. «Devi vederlo»,<br />

<strong>di</strong>sse.<br />

82


Cassie era curiosa. «Hai una sua foto?», chiese a Diana.<br />

«A <strong>di</strong>re la verità, no», <strong>di</strong>sse Diana. Poi si accorse della delusione <strong>di</strong><br />

Cassie e proseguì: «Ve<strong>di</strong>, da queste parti la gente ha una sciocca<br />

superstizione sulle fotografie... Non ci piacciono molto. E così molti <strong>di</strong> noi<br />

evitano <strong>di</strong> farsi fotografare».<br />

Cassie provò a fingere che la cosa non fosse bizzarra. "Come gli<br />

aborigeni", pensò con meraviglia. "Gli aborigeni credono che le fotografie<br />

rubino le loro anime. Chi può credere ancora a una cosa del genere nel XX<br />

secolo?".<br />

«Comunque è carino», <strong>di</strong>sse Kori <strong>di</strong> slancio.<br />

Suzan, concentrata sul pranzo, alzò la testa e <strong>di</strong>chiarò con tono<br />

appassionato: «Che fisico».<br />

«Che occhi», <strong>di</strong>sse Laurel.<br />

«Andateci piano», <strong>di</strong>sse Melanie sorridendo. «Diana impazzirà prima<br />

che ritorni».<br />

«Al punto da dare a qualcun altro una possibilità?», chiese Sean con<br />

voce stridula. Le ragazze si scambiarono sguar<strong>di</strong> comprensivi.<br />

«Forse, Sean... Nel prossimo millennio», commentò Laurel. Ma,<br />

siccome era una ragazza educata, non parlò a voce troppo alta.<br />

Melanie spiegò a Cassie <strong>di</strong>vertita: «Diana e Adam non considerano<br />

proprio altre persone dell'altro sesso. Per anni Adam ha pensato che noi<br />

fossimo tutti ragazzi».<br />

«Cosa che, nel caso <strong>di</strong> Suzan, richiede moltissima immaginazione»,<br />

aggiunse Laurel.<br />

Suzan tirò su col naso squadrando il petto piatto <strong>di</strong> Laurel. «Mentre, nel<br />

caso <strong>di</strong> altre persone, l'immaginazione non serve affatto».<br />

«E tu, Cassie?», intervenne Diana prima che le due iniziassero a<br />

bisticciare. «Hai lasciato un ragazzo, a casa?»<br />

«Non esattamente», <strong>di</strong>sse Cassie. «Però ne ho conosciuto uno in estate.<br />

Era...». Si fermò. Non voleva raccontare la sua storia davanti a Suzan.<br />

«Era... era... un tipo a posto. Allora, com'è andato l'appuntamento <strong>di</strong> Faye<br />

con Jeffrey?», chiese improvvisamente a Suzan.<br />

Dalla sua espressione, Cassie capì che Suzan non era stata ingannata<br />

dall'improvviso cambio <strong>di</strong> argomento, anche se non poté resistere alla<br />

tentazione <strong>di</strong> rispondere. «Il pesce ha abboccato», <strong>di</strong>sse con un sorriso<br />

compiaciuto. «Adesso Faye non deve far altro che tirarlo a riva».<br />

Suonò la campanella e le conversazioni su ragazzi e appuntamenti<br />

terminarono. Ma Cassie notò un'espressione negli occhi <strong>di</strong> Diana – una<br />

83


tenera e malinconica aria sognante – che non l'abbandonò per il resto della<br />

giornata.<br />

Dopo la scuola, Diana e Cassie tornarono in Crowhaven Road con la<br />

macchina. Mentre passavano davanti alla casa dei fratelli Henderson – una<br />

<strong>delle</strong> costruzioni più malandate – Cassie si accorse che Diana si stava<br />

mordendo le labbra. Era chiaro che qualcosa turbava la sua migliore amica.<br />

Cassie credeva <strong>di</strong> sapere cosa fosse. «Non m'interessa il party <strong>di</strong> Kori»,<br />

<strong>di</strong>sse affabilmente. Diana la guardò con aria meravigliata. «Io non...»,<br />

insisté, «io Kori non la conosco neppure. L'ho vista solo quella volta con<br />

Faye, sulla collina. Ma, che ti succede?», aggiunse, perché Diana sembrava<br />

ancor più sorpresa.<br />

«C'era anche Kori, quel giorno che Faye, Deborah e Suzan hanno<br />

pranzato sui gra<strong>di</strong>ni della collina?»<br />

«Sì... Be', in realtà Kori è arrivata quando avevano quasi finito. Era con<br />

un gruppo <strong>di</strong> ragazzi, ma Faye ha permesso solo a lei <strong>di</strong> restare. Faye ha<br />

detto...».<br />

«Faye ha detto cosa?». Diana sembrava rassegnata.<br />

«Ha detto: "Pensavo volessi mangiare in mensa con il resto dei<br />

santarellini"». Cassie tralasciò la parte riguardante la Principessa della<br />

purezza.<br />

«Mmm... E Kori come ha reagito?».<br />

Cassie si sentiva a <strong>di</strong>sagio. «Ha detto una cosa come: "Troppa bontà<br />

annoia". Comunque non è rimasta a lungo. Credo che Faye e Suzan<br />

stessero cercando <strong>di</strong> metterla a <strong>di</strong>sagio».<br />

«Mmm...», <strong>di</strong>sse Diana. Si stava mordendo <strong>di</strong> nuovo il labbro.<br />

«Comunque», continuò Cassie, «non mi interessa <strong>di</strong> non essere stata<br />

invitata al party, ma cre<strong>di</strong> che... che un giorno ci sarà la possibilità che io<br />

faccia parte del club?».<br />

Gli occhi ver<strong>di</strong> <strong>di</strong> Diana si schiusero leggermente. «Oh, Cassie. Ma tu<br />

non vuoi farne parte», <strong>di</strong>sse.<br />

«So che la scorsa settimana ho detto qualcosa che potrebbe fartelo<br />

pensare. Ma tu mi hai detto <strong>di</strong> non giu<strong>di</strong>care il club in base a Faye, e infatti<br />

non lo sto facendo. E tu, Laurel, Melanie e Kori mi piacete – e anche<br />

Suzan non è poi così male. Anche Chris Henderson. Così ho pensato che,<br />

forse...». Lasciò morire delicatamente la frase. Sentiva il cuore che le<br />

batteva più forte.<br />

«Non è questo che intendevo», rispose Diana. «Ho detto che non vuoi<br />

farne parte perché quando ne avrai la possibilità tornerai a casa, in<br />

84


California. È così, no? Hai detto che hai intenzione <strong>di</strong> andare al college in<br />

California».<br />

«Be', sì, ma...». Cassie l'aveva detto, la prima sera a casa <strong>di</strong> Diana.<br />

Adesso in realtà non ne era più così sicura, ma non sapeva come spiegarlo<br />

all'amica. «Cosa c'entra questo?», <strong>di</strong>sse. «Voglio <strong>di</strong>re, unirsi al club non<br />

vuol mica <strong>di</strong>re restare qui tutta la vita, no?».<br />

Gli occhi <strong>di</strong> Diana erano incollati sulla strada. «Non è facile da<br />

spiegare». Poi aggiunse debolmente: «E in ogni caso... Be', mi <strong>di</strong>spiace,<br />

ma le adesioni sono limitate».<br />

Improvvisamente Cassie ricordò le parole che Deborah aveva<br />

pronunciato quel giorno, dopo che Kori era andata via: «Un posto vacante,<br />

un can<strong>di</strong>dato, ricor<strong>di</strong>?». E Kori, be', Kori era nata su quella strada. Ci era<br />

cresciuta. Era la sorella <strong>di</strong> Chris e Doug, non un'estranea accettata solo per<br />

l'insistenza <strong>di</strong> Diana, un cucciolo raccolto dalla strada.<br />

«Capisco», <strong>di</strong>sse Cassie. Cercò <strong>di</strong> parlare con noncuranza, come se la<br />

cosa non le importasse. Ma le importava. Le importava terribilmente.<br />

«No, non capisci», mormorò Diana. «Ma credo che sia meglio così.<br />

Davvero, Cassie, cre<strong>di</strong>mi».<br />

«Oh, no», <strong>di</strong>sse Diana. «Non ce l'ho, lo scotch. Dev'essere scivolato<br />

sotto il se<strong>di</strong>le della macchina. Aspettami qui, è inutile che torniamo<br />

in<strong>di</strong>etro tutte e due». Si girò e corse verso il parcheggio.<br />

Quella mattina erano in anticipo. Diana aveva uno striscione che<br />

avevano preparato lei e Laurel, su cui c'era scritto: BUON<br />

COMPLEANNO, KORI. Voleva appenderlo sopra l'ingresso principale<br />

della scuola, e Cassie si era offerta <strong>di</strong> aiutarla. Cassie pensava che il suo<br />

fosse un gesto particolarmente nobile e altruistico, considerando che non<br />

era stata ancora invitata alla festa <strong>di</strong> Kori. Inoltre, adoperandosi per la sua<br />

riuscita, avrebbero <strong>di</strong>mostrato che la cosa non le interessava.<br />

Adesso, stava fissando l'ingresso principale dell'e<strong>di</strong>ficio scolastico che<br />

due settimane prima l'aveva spaventata a morte.<br />

Due settimane. La prima l'aveva trascorsa come un paria, una reietta,<br />

qualcuno con cui era troppo pericoloso parlare senza attirare l'ira <strong>di</strong> Faye.<br />

Ma la seconda settimana...<br />

Diana non influenzava la gente terrorizzandola. Era molto più sottile, lo<br />

faceva con amore. Suonava incre<strong>di</strong>bilmente stupido e melenso, ma era<br />

vero. Tutti volevano bene a Diana – tanto le ragazze quanto i ragazzi – e la<br />

maggior parte <strong>di</strong> loro avrebbe camminato sui carboni ardenti per lei.<br />

85


Quando Diana l'aveva adottata come "sorellina", Cassie aveva guadagnato<br />

imme<strong>di</strong>atamente uno status superiore a quello che avrebbe potuto mai<br />

ottenere da sola. Adesso girava per la scuola con il gruppo più fico in<br />

circolazione – e che non ne faceva davvero parte lo sapevano soltanto i<br />

membri del club.<br />

«Sei quasi una <strong>di</strong> noi». Le parole che Faye aveva detto Kori le<br />

risuonarono in mente. Be', oggi era il compleanno <strong>di</strong> Kori, e oggi Kori<br />

sarebbe <strong>di</strong>ventata una <strong>di</strong> loro. Oggi Kori si sarebbe unita al club.<br />

Cassie, invece, non ne avrebbe mai fatto parte.<br />

Curvò le spalle in avanti, cercando <strong>di</strong> scacciare quel pensiero, e un<br />

brivido le corse lungo la schiena. Incrociò le braccia sul petto, stringendo<br />

le mani sui gomiti. Per essere la fine <strong>di</strong> settembre, faceva più freddo <strong>di</strong><br />

quanto era abituata a sopportare. Durante il weekend, Laurel e Melanie<br />

avevano parlato dell'equinozio autunnale che cadeva proprio quel giorno.<br />

Melanie le aveva spiegato che durante l'equinozio – l'inizio dell'autunno –<br />

il giorno e la notte avevano la medesima durata. Cassie pensò che quel<br />

freddo fosse normale. Chiunque <strong>di</strong>ceva che presto le foglie si sarebbero<br />

ingiallite.<br />

Melanie e Laurel avevano <strong>di</strong>scusso animatamente <strong>di</strong> questo giorno<br />

speciale. Sembrava che per loro rivestisse grande importanza, anche se<br />

Cassie non riusciva a capirne il motivo. Era uno dei tanti piccoli misteri<br />

degli abitanti <strong>di</strong> New Salem, misteri che la stavano facendo impazzire.<br />

Rabbrividì <strong>di</strong> nuovo e cominciò a camminare, strofinandosi le braccia.<br />

La collina si estendeva sotto i suoi pie<strong>di</strong>. Cassie raggiunse la cima dei<br />

gra<strong>di</strong>ni e cominciò a sollevarsi sulle punte. Era una giornata chiara e<br />

frizzante, e qua e là riusciva a intuire sfumature <strong>di</strong> colori autunnali sparse<br />

tra il verde lussureggiante. Gli arbusti sul lato opposto della strada – come<br />

li aveva chiamati Laurel? Sommacchi. I sommacchi dall'altra parte della<br />

strada erano già rossi. Anche alcuni aceri stavano ingiallendo, e ai pie<strong>di</strong><br />

della collina il rosso era molto più forte e persistente...<br />

Cassie aggrottò la fronte <strong>di</strong>menticandosi <strong>di</strong> strofinarsi le braccia. Scese<br />

un paio <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>ni e sporse il corpo in avanti per guardare meglio. Il rosso<br />

in fondo alla collina era troppo intenso, troppo vivo. Mai avrebbe creduto<br />

che le foglie potessero assumere quel colore. Non era naturale.<br />

Un brivido violento le attraversò il corpo. Dio, che freddo. Qualunque<br />

cosa fosse era seminascosta nel sottobosco, ma Cassie decise che non era<br />

un cespuglio. Sembrava più un maglione.<br />

"Si rovinerà, sul terreno bagnato", pensò. "Il proprietario non ne sarà <strong>di</strong><br />

86


certo contento".<br />

Scese un altro gra<strong>di</strong>no. Probabilmente si era già rovinato – o forse era<br />

solo uno straccio. In effetti sembrava un fagotto <strong>di</strong> abiti. C'era anche un<br />

paio <strong>di</strong> jeans...<br />

Improvvisamente le si bloccò il respiro.<br />

"È strano, è davvero strano, perché sembra quasi una persona. Ma<br />

sarebbe sciocco... Fa freddo e il terreno è bagnato. Chiunque morirebbe <strong>di</strong><br />

freddo.<br />

Adesso stava scendendo i gra<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> corsa.<br />

"Che sciocchezza... Ma sembra davvero una persona. Guarda, un paio <strong>di</strong><br />

gambe. Quel giallo potrebbero essere i capelli. Forse sta dormendo... Ma<br />

chi si addormenterebbe sul ciglio <strong>di</strong> una strada? Certo, l'erba e gli arbusti<br />

offrono un certo riparo...".<br />

Adesso era molto vicina al mucchietto rosso, e tutto sembrava procedere<br />

al rallentatore tranne i suoi pensieri che turbinavano impetuosi.<br />

"Oh, grazie a Dio non è una persona, è solo un manichino. Come uno <strong>di</strong><br />

quegli spaventapasseri imbottiti <strong>di</strong> Halloween per spaventare la gente.<br />

Ve<strong>di</strong>, è tutto floscio nel mezzo. Nessuna persona potrebbe essere così... Il<br />

collo... Sembra la bambola nel mio arma<strong>di</strong>etto. Come se qualcuno le<br />

avesse sfilato la testa".<br />

Il corpo <strong>di</strong> Cassie stava reagendo in modo strano. Il petto si era fatto più<br />

pesante e le ginocchia le tremavano così forte che quasi non riusciva a<br />

rimanere in pie<strong>di</strong>. E vedeva <strong>delle</strong> luci ai lati degli occhi, come se stesse per<br />

svenire.<br />

"Grazie a Dio non è una persona... Oh mio Dio, ma quella è una mano? I<br />

manichini non hanno mani del genere, con piccole <strong>di</strong>ta rosa... E i<br />

manichini non portano anelli, anelli turchesi.<br />

Dove aveva già visto un anello simile?<br />

"Avvicinati; no, non guardare, non guardare...".<br />

Ma era troppo tar<strong>di</strong>. La mano, rigida come un artiglio, apparteneva a un<br />

essere umano. E l'anello apparteneva a Kori.<br />

Cassie si rese conto che stava urlando solo quando era a metà della<br />

collina. Le sue gambe, che fino a poco prima tremavano<br />

incontrollabilmente, la stavano trascinando verso la scuola a tutta velocità.<br />

Continuava a urlare: «Aiuto, aiuto, aiuto». Solo che erano urla deboli e<br />

patetiche... Non c'era da sorprendersi che nessuno la sentisse. Sembrava<br />

uno <strong>di</strong> quegli incubi in cui le corde vocali si paralizzano.<br />

Ma qualcuno l'aveva sentita. Mentre stava per raggiungere la sommità<br />

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della collina, vide Diana che arrivava <strong>di</strong> corsa. Afferrò Cassie per le spalle.<br />

«Che è successo?»<br />

«Kori!», ansimò Cassie con voce strozzata. Quasi non riusciva a parlare.<br />

«Diana, va' ad aiutare Kori! Non sta bene. Ha qualcosa che non va...».<br />

Sapeva che la situazione era ben più grave, ma non riusciva a mettere<br />

insieme le parole. «Aiutala, ti prego...».<br />

«Dov'è?», tagliò corto Diana.<br />

«Giù. Ai pie<strong>di</strong> della collina. Ma non andare», ansimò in modo<br />

sconnesso. Oh, Dio, stava cedendo completamente. Non ce la faceva... Ma<br />

non poteva lasciar andare Diana da sola.<br />

Diana stava scendendo i gra<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> corsa. Cassie la seguiva con le gambe<br />

rigide. Vide Diana raggiungere la strada, esitare, inginocchiarsi e piegarsi<br />

in avanti.<br />

«È...», <strong>di</strong>sse Cassie torcendosi le mani.<br />

Diana si tirò su. Cassie lesse la risposta nel modo in cui la ragazza<br />

incurvava le spalle. «È fredda. È morta».<br />

Poi Diana si voltò. Il viso era pallido, gli occhi ver<strong>di</strong> ardevano. Qualcosa<br />

nella sua espressione <strong>di</strong>ede a Cassie la forza necessaria per scendere <strong>di</strong><br />

slancio gli ultimi due gra<strong>di</strong>ni e abbracciarla.<br />

Diana stava tremando, si teneva a lei. Kori era un'amica <strong>di</strong> Diana, non<br />

sua.<br />

«Andrà tutto bene. Si sistemerà tutto», sussurrò. No, non si sarebbe<br />

sistemato nulla. E nella mente <strong>di</strong> Cassie continuavano a riecheggiare altre<br />

parole: "Un giorno potrebbero trovare te in fondo ai gra<strong>di</strong>ni con il collo<br />

spezzato. Un giorno potrebbero trovare te...".<br />

Il collo <strong>di</strong> Kori si era spezzato.<br />

Era questo il referto del me<strong>di</strong>co della polizia. Da quando Diana e Cassie<br />

erano tornate in cima alla collina, il resto della giornata era trascorso come<br />

in un sogno. Erano arrivati gli adulti. Dirigenti scolastici, poliziotti, il<br />

dottore. Avevano fatto <strong>delle</strong> domande. Avevano preso appunti sui loro<br />

taccuini. I ragazzi avevano osservato in <strong>di</strong>sparte. Loro non facevano parte<br />

del processo degli adulti. Avevano domande proprie da porre.<br />

«Che stiamo aspettando? Perché non an<strong>di</strong>amo a prenderla?», <strong>di</strong>sse<br />

Deborah mentre Cassie entrava nel salottino. Non era il momento<br />

dell'intervallo, ma quel giorno sembrava che tutte le regole non valessero<br />

più.<br />

«L'abbiamo sentita tutti», stava continuando Deborah. «Suzan, io e<br />

Faye... persino lei». In<strong>di</strong>cò Cassie che, con i riflessi rallentati, stava<br />

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cercando <strong>di</strong> prendere una lattina <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> frutta dal <strong>di</strong>stributore. «Quella<br />

stronza ha detto che lo avrebbe fatto e l'ha fatto. Cosa stiamo aspettando?»<br />

«La verità», <strong>di</strong>sse Melanie con calma e freddezza.<br />

«Da loro? Dagli esterni? Non stai parlando seriamente. Loro non<br />

ammetterebbero mai che è stata Sally. La polizia <strong>di</strong>ce che si è trattato <strong>di</strong> un<br />

incidente. Un incidente! Nessun segno <strong>di</strong> lotta, <strong>di</strong>cono, è scivolata su un<br />

gra<strong>di</strong>no bagnato. E sapete la voce che gira a scuola. Dicono che è stato uno<br />

<strong>di</strong> noi!».<br />

Laurel, che stava versando acqua calda in una tazza con <strong>delle</strong> foglie<br />

secche, sollevò la testa. Aveva la punta del naso rosa. «Forse è stato uno <strong>di</strong><br />

noi», <strong>di</strong>sse.<br />

«Tipo chi?», rispose Deborah con rabbia.<br />

«Tipo qualcuno che non la voleva nel club. Qualcuno che temeva che<br />

avrebbe scelto la fazione sbagliata», <strong>di</strong>sse Laurel.<br />

«E sappiamo tutti qual è questa fazione», <strong>di</strong>sse una voce nuova. Cassie<br />

si voltò <strong>di</strong> scatto, facendo quasi cadere la lattina che aveva in mano.<br />

Era Faye. Prima <strong>di</strong> allora Cassie non l'aveva mai vista nel salottino, ma<br />

adesso era lì, con gli occhi socchiusi e ardenti <strong>di</strong> rabbia.<br />

«Be', <strong>di</strong> certo la fazione <strong>di</strong> Diana non aveva nulla da temere», <strong>di</strong>sse<br />

Laurel. «Kori idolatrava Diana».<br />

«Davvero? Allora per quale motivo nell'ultima settimana Kori ha<br />

pranzato sempre con me?», <strong>di</strong>sse Faye con la sua voce indolente e roca.<br />

Laurel la guardò incerta. Poi si ricompose e scosse la testa. «Non<br />

m'interessa quel che <strong>di</strong>ci; non riuscirai mai a convincermi che Diana<br />

avrebbe potuto far del male a Kori».<br />

«Ha ragione», intervenne Suzan sorprendendo Cassie. «Diana non<br />

l'avrebbe mai fatto».<br />

«E poi sappiamo già chi avrebbe potuto», <strong>di</strong>sse seccamente Deborah. «È<br />

stata Sally... O forse quell'i<strong>di</strong>ota del suo ragazzo. Io <strong>di</strong>co <strong>di</strong> andare a<br />

prenderli... Adesso!».<br />

«Ha ragione», <strong>di</strong>sse Sean.<br />

Laurel guardò Sean, poi Deborah e infine Faye. «Che ne pensi,<br />

Melanie?», <strong>di</strong>sse alla fine.<br />

La voce <strong>di</strong> Melanie era ancora calma e <strong>di</strong>staccata. «Io <strong>di</strong>co che<br />

dovremmo fare una riunione», <strong>di</strong>sse.<br />

Sean annuì. «Ha ragione».<br />

Diana entrò proprio in quel momento con i fratelli Henderson.<br />

Sembravano devastati e sconcertati. Come se non riuscissero ad accettare<br />

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che una simile <strong>di</strong>sgrazia fosse successa proprio a loro. Gli occhi <strong>di</strong> Chris<br />

erano cerchiati <strong>di</strong> rosso.<br />

Alla vista dei due fratelli, tutti si calmarono. I due si sedettero al tavolo<br />

nel silenzio più totale.<br />

Poi Faye si voltò verso Diana. Dai suoi occhi dorati sembravano uscire<br />

<strong>delle</strong> fiamme. «Sie<strong>di</strong>ti», <strong>di</strong>sse con voce piatta. «Dobbiamo parlare».<br />

«Sì», <strong>di</strong>sse Diana.<br />

Diana si sedette, subito imitata da Faye. Laurel, dopo aver servito due<br />

tazze <strong>di</strong> liquido bollente ai fratelli Henderson, fece lo stesso. Deborah tirò<br />

fuori una se<strong>di</strong>a da sotto il tavolo con un calcio e si sedette. Suzan e<br />

Melanie erano giù sedute.<br />

Tutti si voltarono verso Cassie.<br />

I loro volti erano strani. Alieni. Il viso delizioso <strong>di</strong> Laurel era contratto. I<br />

fred<strong>di</strong> occhi <strong>di</strong> Melanie erano più <strong>di</strong>stanti che mai; le labbra imbronciate <strong>di</strong><br />

Suzan erano serrate; la ferocia <strong>di</strong> Deborah era trattenuta a stento. Persino la<br />

classica espressione furtiva <strong>di</strong> Sean aveva ceduto il passo a un'ine<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong>gnità. Diana era pallida e rigida.<br />

La porta a vetri si spalancò ed entrò Nick. Il suo volto, simile a una<br />

roccia fredda e bellissima, non lasciava trapelare nulla. Si sedette accanto a<br />

Doug.<br />

Cassie era l'unica ancora in pie<strong>di</strong>. Guardò i membri del club, e loro le<br />

restituirono lo sguardo. Nessuno aveva bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>re niente. Cassie si<br />

voltò e uscì.<br />

11<br />

Cassie non sapeva che fare. La scuola stava cercando <strong>di</strong> garantire il<br />

corso <strong>delle</strong> lezioni, anche se probabilmente c'erano più ragazzi fuori dalle<br />

aule che dentro. Nei corridoi, sulle scale, all'entrata. Cassie lanciò<br />

un'occhiata stor<strong>di</strong>ta a un orologio a e poi andò alla lezione <strong>di</strong> fisica.<br />

Avrebbe potuto chiamare la madre e tornare a casa, ma non aveva voglia <strong>di</strong><br />

affrontarla in quel momento. Voleva solo provare a fingere che tutto fosse<br />

normale.<br />

Seduta al suo posto, mentre prendeva appunti privi <strong>di</strong> significato, sentiva<br />

<strong>di</strong> avere addosso gli occhi <strong>di</strong> tutta la classe. Aveva la strana sensazione <strong>di</strong><br />

essere stata trasportata due settimane in<strong>di</strong>etro nel tempo, quando Faye<br />

l'aveva ban<strong>di</strong>ta. Ma dopo la lezione si accorse della <strong>di</strong>fferenza. Gli studenti<br />

le andavano incontro <strong>di</strong>cendole: «Stai bene?» e «Come va?». Sembravano<br />

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a <strong>di</strong>sagio, come se non volessero parlarle ma sentissero che forse era il<br />

caso <strong>di</strong> farlo. Al termine dell'ultima lezione ci furono altre piccole visite,<br />

gruppetti <strong>di</strong> due o tre studenti che le <strong>di</strong>cevano: «Ci <strong>di</strong>spiace», oppure:<br />

«Volevamo solo farti sapere che mancherà anche a noi».<br />

La verità la colpì all'improvviso e quasi scoppiò a ridere per l'ironia della<br />

situazione. Erano condoglianze! In quel momento, Cassie rappresentava il<br />

club! E quegli esterni le parlavano senza sapere che anche lei era<br />

un'esterna.<br />

Quando una cheerleader le <strong>di</strong>sse: «Oh, dev'essere così dura per te»,<br />

Cassie perse la pazienza.<br />

«Non la conoscevo neppure!», esplose. «In vita mia le avrò rivolto la<br />

parola una volta!».<br />

La cheerleader in<strong>di</strong>etreggiò in fretta. Le condoglianze terminarono in<br />

quell'istante.<br />

La professoressa Lanning, insegnante <strong>di</strong> storia, riaccompagnò a casa<br />

Cassie. La ragazza evitò le domande ansiose della madre – a quanto<br />

pareva, la scuola l'aveva chiamata per informarla – e uscì. Scese la ripida<br />

scogliera fino alla spiaggia.<br />

L'oceano non era mai stato così scuro, una pesante e scintillante <strong>di</strong>stesa<br />

argentata, come il mercurio nei termometri. Il cielo, limpido nelle prime<br />

ore della giornata, adesso era coperto <strong>di</strong> nuvole. Stava <strong>di</strong>ventando sempre<br />

più buio.<br />

Cassie passeggiava. La spiaggia era uno degli aspetti positivi della vita lì<br />

ma adesso a cosa le serviva? Era sola.<br />

Il petto le stava scoppiando. Era come se gli orribili eventi della giornata<br />

fossero rinchiusi dentro <strong>di</strong> lei e stessero lottando per liberarsi. Ma non<br />

avevano modo <strong>di</strong> uscire.<br />

Aveva pensato che essere una reietta a scuola potesse essere la cosa<br />

peggiore che poteva capitarle. Ma ancor peggio era quasi appartenere a<br />

qualcosa e sapere dentro <strong>di</strong> sé che non era così e mai lo sarebbe stato.<br />

Sapeva che era estremamente egoista pensare a se stessa dopo quanto era<br />

successo a Kori, ma non poteva farci niente. Con la rabbia, la confusione e<br />

il dolore che aveva dentro, quasi invi<strong>di</strong>ava Kori. Kori era morta, ma<br />

apparteneva ancora a qualcosa.<br />

Cassie, invece, non si era mai sentita così sola.<br />

Il cielo era grigio scuro. L'oceano, ancora più scuro, era una <strong>di</strong>stesa che<br />

si allungava all'infinito. Guardandolo, Cassie avvertì una strana e terribile<br />

91


attrazione. Se avesse camminato verso l'oceano, dentro l'oceano...<br />

"Basta!", pensò furiosamente. "Ripren<strong>di</strong>ti".<br />

Ma sarebbe stato così semplice...<br />

"Sì, e poi saresti davvero sola. Sola per sempre, nell'oscurità. Ti sembra<br />

bello, Cassie?".<br />

Tremando, si costrinse ad allontanarsi dalle grigie acque sciabordanti. I<br />

pie<strong>di</strong> erano intorpi<strong>di</strong>ti e fred<strong>di</strong>, le <strong>di</strong>ta sembravano <strong>di</strong> ghiaccio. Si<br />

arrampicò incespicando lungo lo stretto sentiero roccioso.<br />

Quella notte chiuse le tende della stanza per non vedere l'oceano o il<br />

buio. Con il petto che le faceva male, aprì il portagioie e tirò fuori il pezzo<br />

<strong>di</strong> calcedonio.<br />

"È da un po' che non toccavo il tuo dono. Ma ti ho pensato. Qualunque<br />

cosa io faccia, ovunque mi trovi, tu sei da qualche parte nella mia testa.<br />

Oh, come vorrei...".<br />

Quando chiuse gli occhi e si portò la pietra alle labbra, la mano le tremò.<br />

Avvertì la familiare irregolarità dei cristalli, la freddezza della pietra<br />

attenuata dal calore sprigionato dal suo corpo. Il respiro accelerò e gli<br />

occhi si bagnarono <strong>di</strong> lacrime. "Oh, un giorno", pensò, "...un giorno...".<br />

La bocca le si contorse per il dolore. Un'ondata <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> simile alla<br />

lava le invase il petto; Cassie lanciò con tutta la sua forza la pietra che<br />

colpì la parete con un suono secco e poi cadde sul pavimento.<br />

"Un giorno un bel niente!", urlò una voce crudele dentro <strong>di</strong> lei. "Smettila<br />

<strong>di</strong> illuderti! Non lo rivedrai mai più!".<br />

Cassie si <strong>di</strong>stese sul letto con gli occhi arrossati, a fissare il buio della<br />

stanza rischiarata solo da una piccola lampada da notte sulla parete<br />

opposta. Non riusciva a piangere. Le lacrime si erano ormai seccate. Ma<br />

era come se qualcosa le avesse squarciato il cuore.<br />

Cassie stava sognando l'oceano – la nave era nei guai, nell'oceano<br />

infinito e oscuro. Riusciva a sentire le travi sotto i suoi pie<strong>di</strong> che<br />

scricchiolavano. Stavano per arenarsi. E qualcosa era andato perduto...<br />

perduto...<br />

Si risvegliò all'improvviso, inspirando con forza. Cos'era quel rumore?<br />

Il corpo rigido, rimase in ascolto. Silenzio. Gli occhi si sforzarono <strong>di</strong><br />

penetrare le tenebre. La lampada era spenta.<br />

Perché aveva paura soltanto adesso? Cosa le era successo quella sera?<br />

Era scesa in spiaggia da sola, senza pensare che chi aveva ucciso Kori<br />

forse era lì a osservarla, ad aspettarla...<br />

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"Un incidente", pensò, tutti i sensi in allerta e in tensione. Avevano detto<br />

che con tutta probabilità si era trattato <strong>di</strong> un incidente. Ma il cuore adesso<br />

le batteva all'impazzata. Le sembrava <strong>di</strong> vedere <strong>delle</strong> luci che brillavano<br />

nell'oscurità. E riusciva a sentire...<br />

Una presenza. Come se davanti a lei ci fosse un'ombra. Oh, Dio, riusciva<br />

a sentirla. L'avvertiva come una pressione sulla pelle, come una ventata<br />

gelida. C'era qualcosa nella sua stanza.<br />

I suoi occhi fissavano l'oscurità più completa; il corpo tremante per la<br />

tensione. Anche se era un'idea folle, pensò che se non si fosse mossa, se<br />

non avesse fatto rumore, quella cosa non l'avrebbero trovata.<br />

Ma si sbagliava.<br />

Udì un suono strano, come una serie <strong>di</strong> passi che avanzavano strisciando<br />

per terra, furtivamente. Dopo, l'inconfon<strong>di</strong>bile scricchiolio <strong>di</strong> un'asse del<br />

pavimento.<br />

Qualunque cosa fosse, stava avanzando verso <strong>di</strong> lei.<br />

All'improvviso, Cassie non riuscì più a muoversi. Il silenzio e il buio<br />

furono rotti da un repentino scalpiccio. Cassie prese fiato per urlare, ma<br />

qualcosa le tappò la bocca.<br />

Imme<strong>di</strong>atamente, ogni cosa cambiò. Prima tutto si era svolto con<br />

estrema lentezza, ora la realtà correva vorticosamente. Cassie lottò, ma<br />

inutilmente; qualcuno le bloccò le braccia <strong>di</strong>etro la schiena. Qualcun altro<br />

le cinse le gambe.<br />

La fecero rotolare sul letto. L'avvolsero nelle lenzuola. Cassie non<br />

riusciva più a muoversi. Le sue braccia erano bloccate dal lenzuolo.<br />

Tentava <strong>di</strong> scalciare, ma anche i suoi pie<strong>di</strong> erano bloccati.<br />

Venne sollevata in aria. Non riusciva a urlare, stava soffocando. Aveva<br />

qualcosa in testa che le impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> respirare. E la cosa più terribile era il<br />

silenzio, il silenzio più totale. Qualunque cosa l'avesse afferrata, era<br />

silenziosa come un fantasma.<br />

Come un fantasma... E lei adesso era avvolta in un lenzuolo. Pensieri<br />

bizzarri si alternavano nella sua testa in un vortice sempre più folle.<br />

La cosa la portò via dalla sua stanza, la trascinò al pian terreno e poi<br />

fuori dalla casa. L'avevano condotta all'esterno per seppellirla.<br />

Prima aveva invi<strong>di</strong>ato Kori... ora stava per raggiungerla. Qualcuno aveva<br />

intenzione <strong>di</strong> seppellirla sotto terra – o <strong>di</strong> affogarla in mare. Cercò <strong>di</strong><br />

battersi freneticamente, con tutte le forze che aveva, ma il lenzuolo era<br />

troppo stretto.<br />

Non era mai stata tanto terrorizzata in vita sua.<br />

93


Col trascorrere dei minuti, però, la violenza iniziale dovuta al panico<br />

cominciò a esaurirsi. Era come cercare <strong>di</strong> liberarsi da una camicia <strong>di</strong> forza;<br />

i tentativi convulsi <strong>di</strong> svincolarsi riuscivano solo a sfiancarla. E a<br />

surriscaldarla. Stava soffocando e aveva caldo... Se solo fosse riuscita a<br />

respirare...<br />

Annaspando, Cassie sentì il suo corpo che si afflosciava. Nei minuti<br />

successivi, si concentrò esclusivamente sul proprio respiro. Poi, poco alla<br />

volta, riprese a pensare.<br />

Era trasportata da più <strong>di</strong> una persona. Questo era certo. Le gambe e le<br />

braccia erano costrette non solo dal lenzuolo ma anche da mani.<br />

Mani umane? Oppure... Diverse immagini le invasero la mente. Scene <strong>di</strong><br />

film horror. Mani scheletriche ricoperte <strong>di</strong> brandelli <strong>di</strong> carne. Mani oscure<br />

con unghie cianotiche come la morte. Mani mutilate, mani provenienti<br />

dall'oltretomba...<br />

"Oh, Dio, ti prego... Sto per impazzire. Ti prego, aiutami o per me sarà la<br />

fine. Morirò <strong>di</strong> terrore. Nessuno può sopravvivere a questo".<br />

Ma morire non era così facile. Era come un incubo, ma Cassie sapeva<br />

che non stava dormendo. Poteva pregare quanto voleva, ma non si sarebbe<br />

svegliata.<br />

Poi, tutto si fermò.<br />

La inclinarono verso il basso... Le sue gambe toccarono terra. Era in<br />

pie<strong>di</strong>. Le stavano sfilando il lenzuolo; sentì la brezza sulle gambe, e il<br />

vento che faceva sventolare l'orlo della sua camicia da notte. Le braccia,<br />

finalmente, erano libere.<br />

Le tese debolmente in avanti, ma qualcuno le afferrò i polsi e glieli<br />

bloccò <strong>di</strong>etro la schiena. Non riusciva ancora a vedere niente. Le avevano<br />

infilato una specie <strong>di</strong> cappuccio in testa. Aveva caldo, respirava la propria<br />

anidride carbonica. Cercò <strong>di</strong> scalciare, <strong>di</strong> lottare, ma sapeva <strong>di</strong> non avere la<br />

forza necessaria.<br />

Poi, alle sue spalle, sentì un rumore che cambiò ogni cosa.<br />

Era una risata strozzata.<br />

Lenta e intensa. Compiaciuta. Ma con una sfumatura sinistra.<br />

Inconfon<strong>di</strong>bile.<br />

Faye.<br />

Cassie credeva <strong>di</strong> aver avuto paura, prima. Aveva immaginato fantasmi,<br />

morti viventi venuti a trascinarla sotto terra. Ma quelle paure<br />

sovrannaturali e selvagge erano nulla rispetto al terrore puro che provava<br />

adesso.<br />

94


Fece due più due in un attimo atroce. Faye aveva ucciso Kori. E adesso<br />

stava per uccidere anche lei.<br />

«Cammina», <strong>di</strong>sse Faye, e Cassie sentì una spinta sulla schiena,<br />

all'altezza <strong>delle</strong> mani legate. Fece un passo vacillando. «Sta' dritta», le<br />

or<strong>di</strong>nò Faye.<br />

Cassie fece un altro passo, con un braccio che la reggeva. C'era qualcuno<br />

al suo fianco. Faye non era sola. Be', ovvio che non lo era, altrimenti non<br />

avrebbe potuto trasportarla.<br />

Fino a quel momento, Cassie non si era mai resa conto <strong>di</strong> quanto fosse<br />

importante la vista. Era terrificante muoversi nelle tenebre. Per quel che ne<br />

sapeva, Faye la stava facendo camminare verso una scogliera.<br />

No, non una scogliera. Erano su un promontorio, in spiaggia. Anche se<br />

non riusciva a vedere, adesso che non c'era più il lenzuolo ad avvolgerla<br />

gli altri sensi funzionavano a dovere. Da sinistra le arrivava lo sciabor<strong>di</strong>o<br />

lento e ritmato <strong>delle</strong> onde. Molto vicine. Sotto i pie<strong>di</strong> riusciva a sentire la<br />

sabbia bagnata. La brezza che le sollevava la camicia da notte sui polpacci<br />

era fredda. Sapeva <strong>di</strong> sale e alghe.<br />

«Fermati».<br />

Cassie obbedì meccanicamente. Cercò <strong>di</strong> deglutire e scoprì che l'interno<br />

della sua bocca era come rivestito <strong>di</strong> colla.<br />

«Faye...», riuscì a <strong>di</strong>re.<br />

«Sta' zitta!». La voce era asciutta, secca. Come un gatto che sfodera gli<br />

artigli. Un'improvvisa pressione sul collo la fece irrigi<strong>di</strong>re – qualcuno<br />

aveva afferrato la parte inferiore del cappuccio e lo stava stringendo a mo'<br />

<strong>di</strong> avvertimento. «Non parlare, a meno che non ti sia posta una domanda.<br />

Non muoverti, a meno che non ti venga detto <strong>di</strong> fare altrimenti. Hai<br />

capito?».<br />

Cassie annuì, stor<strong>di</strong>ta.<br />

«Adesso fa' un passo avanti. Gira a sinistra, fermati. Non ti muovere.<br />

Non fiatare».<br />

Delle mani stavano armeggiando intorno al suo collo. Poi, quando il<br />

cappuccio le venne tolto, sentì una meravigliosa ventata <strong>di</strong> aria fresca. La<br />

luce le aggredì gli occhi, e Cassie fissò con stupore la scena irreale che<br />

aveva davanti.<br />

"Nero e bianco", fu il primo pensiero che le venne in mente. Tutto era<br />

bianco o nero, come una foto della superficie lunare.<br />

E davanti ai suoi occhi c'era proprio la luna. Bianca, immacolata, appena<br />

sorta, si rispecchiava perfettamente sulla superficie dell'oceano. L'oceano<br />

95


era nero come il cielo, tranne che per la schiuma bianca e spettrale <strong>delle</strong><br />

onde. Davanti al mare, c'era una figura che sembrava brillare <strong>di</strong> luce<br />

pallida.<br />

"Diana?".<br />

Diana vestiva un leggero chemisier bianco che le lasciava scoperte le<br />

braccia. Su un braccio indossava un largo bracciale d'argento con su incisa<br />

una strana effigie. In testa portava una sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>adema che riproduceva<br />

una luna crescente, con le estremità puntate verso l'alto. I suoi lunghi<br />

capelli sembravano intessuti <strong>di</strong> luce lunare.<br />

Aveva un pugnale in mano.<br />

Cassie ricordò con terrificante precisione il sogno della madre e della<br />

nonna nella sua stanza. "Sacrificio", aveva detto una della due. E lei aveva<br />

sentito. Era per questo che si trovava lì? Per un sacrificio?<br />

Fissava come ipnotizzata il pugnale, il riflesso della luna sulla lama. Poi<br />

guardò il volto <strong>di</strong> Diana.<br />

"Non l'avrei mai creduto, no, non sarei mai arrivata a credere che avresti<br />

aiutato Faye. E invece eccoti qui, con un coltello in mano. Lo vedo. Come<br />

posso non credere ai miei stessi occhi?".<br />

«Vòltati», <strong>di</strong>sse una voce.<br />

Cassie sentì il proprio corpo che si voltava.<br />

Qualcuno tracciò un grosso cerchio sulla sabbia, al cui interno ed esterno<br />

furono infilate <strong>delle</strong> candele <strong>di</strong>rettamente nella sabbiar, dove c'erano <strong>delle</strong><br />

pozze <strong>di</strong> cera. Le candele variavano <strong>di</strong> colore e misura. Dall'accumulo <strong>di</strong><br />

cera alla base, e dal modo in cui erano consumate, sembrava che alcune <strong>di</strong><br />

loro fossero accese da tempo. Le fiammelle guizzavano nella brezza<br />

leggera.<br />

All'interno del cerchio c'erano i membri del club. La mente terrorizzata<br />

<strong>di</strong> Cassie registrò scorci <strong>di</strong> volti e null'altro, come immagini illuminate da<br />

una scarica <strong>di</strong> fulmini e poi oscurate. Erano gli stessi volti che aveva visto<br />

intorno al tavolo del salottino nel pomeriggio. Orgogliosi. Affascinanti.<br />

Alieni.<br />

Faye era vestita completamente <strong>di</strong> nero. Se i capelli <strong>di</strong> Diana<br />

sembravano intessuti <strong>di</strong> luce lunare, i suoi parevano intrecciati <strong>di</strong> tenebre.<br />

Diana passò accanto a Cassie ed entrò nel cerchio. Cassie si rese conto<br />

che l'anello sulla sabbia non era completo. C'era un'apertura nell'angolo a<br />

nord-est, proprio davanti ai suoi pie<strong>di</strong>.<br />

Cassie era appena fuori dal cerchio.<br />

Cercò con gli occhi sgranati dalla paura lo sguardo <strong>di</strong> Diana.<br />

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L'espressione dell'amica, però, non lasciava trapelare nulla; il suo volto era<br />

pallido e <strong>di</strong>stante. Il cuore <strong>di</strong> Cassie, che fino a un attimo prima batteva a<br />

stento, adesso stava accelerando.<br />

Diana iniziò a parlare, ma non a Cassie. La sua voce era limpida e<br />

musicale:<br />

«Chi vuole metterla alla prova?».<br />

La voce roca <strong>di</strong> Faye si levò in risposta: «Io».<br />

Cassie vide il pugnale solo quando Faye glielo puntò alla gola. La lama<br />

premeva leggermente, pizzicandola, e Cassie sentì i propri occhi che si<br />

sgranavano. Cercò <strong>di</strong> rimanere completamente immobile. Gli occhi<br />

socchiusi ed enigmatici <strong>di</strong> Faye erano fissi nei suoi. C'era una specie<br />

d'intenso piacere nella loro profon<strong>di</strong>tà, e lo stesso calore che Cassie aveva<br />

percepito nel laboratorio <strong>di</strong> scienze quando Faye l'aveva minacciata con il<br />

fuoco.<br />

Faye le rivolse il suo sorriso indolente e terribile, e la pressione del<br />

pugnale contro la gola aumentò. «Ti sto mettendo alla prova», le <strong>di</strong>sse. «Se<br />

c'è paura nel tuo cuore, faresti meglio a lanciarti contro questo pugnale<br />

invece <strong>di</strong> continuare. Che mi <strong>di</strong>ci, Cassie?», aggiunse, e il suo tono si fece<br />

sempre più flebile, sino a <strong>di</strong>ventare un mormorio intimo e tranquillo, a<br />

malapena u<strong>di</strong>bile dagli altri. «C'è paura nel tuo cuore? Fa' attenzione a<br />

come rispon<strong>di</strong>».<br />

Confusa, Cassie si limitò a guardarla. Paura nel suo cuore? Come poteva<br />

non esserci paura nel suo cuore? Avevano fatto <strong>di</strong> tutto per terrorizzarla,<br />

certo che c'era paura nel suo cuore.<br />

Poi, spostando soltanto gli occhi, guardò Diana.<br />

Ricordò quel che Laurel aveva detto nel salottino quel pomeriggio,<br />

quando Faye aveva detto che Diana poteva avere qualcosa a che fare con la<br />

morte <strong>di</strong> Kori. Laurel dapprima era sembrata confusa, poi aveva cambiato<br />

espressione e aveva detto: «Non m'interessa quel che <strong>di</strong>ci; non riuscirai<br />

mai a convincermi che Diana avrebbe potuto far del male a Kori».<br />

"Questa è fede", pensò Cassie. Credere a prescindere. Lei nutriva quel<br />

tipo <strong>di</strong> fede in Diana?<br />

"Sì", pensò, continuando a fissare gli occhi ver<strong>di</strong> e concentrati <strong>di</strong> Diana.<br />

"Quin<strong>di</strong> mi fido <strong>di</strong> lei a prescindere? Mi fido <strong>di</strong> lei al punto da non avere<br />

più paura?".<br />

La riposta doveva arrivarle da dentro. Cassie frugò nella propria mente,<br />

in cerca della verità. Tutto ciò che era successo quella notte – era stata<br />

portata via dal suo letto <strong>di</strong> peso, condotta in quel posto senza una<br />

97


spiegazione, e poi il pugnale, la cerimonia bizzarra – sembrava malvagio.<br />

E qualcuno aveva ucciso Kori...<br />

"Mi fido <strong>di</strong> te, Diana", pensò.<br />

Fu la riposta che trovò in fondo alla sua mente. "Nonostante tutto, a<br />

prescindere dalle apparenze, mi fido <strong>di</strong> te".<br />

Tornò a guardare Faye, che aveva ancora un sorriso felino sul volto.<br />

Fissando quegli occhi color miele, Cassie <strong>di</strong>sse con voce chiara: «Va'<br />

avanti. Non c'è paura nel mio cuore».<br />

Sentì subito la morsa del terrore che l'abbandonava. Così come la<br />

debolezza, le vertigini, la pesantezza sul cuore. Raddrizzò la schiena,<br />

anche se aveva ancora i polsi bloccati e il pugnale sulla gola.<br />

Qualcosa s'illuminò negli occhi <strong>di</strong> Faye. Qualcosa <strong>di</strong> simile a una forma<br />

sinistra <strong>di</strong> rispetto. Il sorriso cambiò, e la ragazza annuì, anche se in<br />

maniera quasi impercettibile. Un momento dopo, quando parlò, stava<br />

inarcando le sopracciglia in un'espressione ironica.<br />

«Allora fa' un passo in avanti, verso <strong>di</strong> me, dentro il cerchio», <strong>di</strong>sse.<br />

Un passo in avanti? Verso la lama del pugnale? Cassie si sforzò <strong>di</strong> non<br />

<strong>di</strong>stogliere lo sguardo dagli occhi dorati <strong>di</strong> Faye. Esitò un istante, poi fece<br />

il passo.<br />

La lama si tirò in<strong>di</strong>etro. Cassie sentì una leggera sensazione <strong>di</strong> umido<br />

sulla gola mentre Faye in<strong>di</strong>etreggiava.<br />

Poi abbassò lo sguardo. Era all'interno del cerchio.<br />

Diana prese il pugnale dalle mani <strong>di</strong> Faye e si spostò verso l'apertura alle<br />

spalle <strong>di</strong> Cassie. Dopo aver infilzato il pugnale nella sabbia con la lama<br />

rivolta verso l'alto, chiuse l'apertura. Cassie provò una strana sensazione<br />

claustrofobica, come se qualcosa fosse stato sigillato. Come se alle sue<br />

spalle qualcuno avesse chiuso una porta a chiave. Come se ciò che si<br />

trovava all'interno del cerchio fosse <strong>di</strong>verso da qualunque cosa era al suo<br />

esterno.<br />

«Cammina sino al centro», <strong>di</strong>sse Diana.<br />

Cassie cercò <strong>di</strong> incedere a testa alta. Adesso riusciva a vedere che il<br />

chemisier <strong>di</strong> Diana aveva uno spacco lungo la coscia. C'era qualcosa sulla<br />

parte superiore della gamba lunga e perfetta <strong>di</strong> Diana. Una giarrettiera?<br />

Sembrava uno <strong>di</strong> quei nastri <strong>di</strong> merletto che le spose lanciano dopo il<br />

matrimonio. Questa però sembrava <strong>di</strong> camoscio verde con strisce <strong>di</strong> seta<br />

blu. Aveva anche una fibbia argentata.<br />

«Vòltati», le or<strong>di</strong>nò Diana.<br />

Cassie sperò che le liberassero i polsi. Sentì invece <strong>delle</strong> mani che<br />

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premevano sulle sue spalle e poi iniziavano a farla roteare sempre più<br />

velocemente. Per un attimo fu presa <strong>di</strong> nuovo dal panico. Le girava la<br />

testa, era <strong>di</strong>sorientata. Con le braccia legate, se avesse perso l'equilibrio<br />

non avrebbe potuto attutire la caduta. E da qualche parte c'era ancora quel<br />

pugnale...<br />

"Lasciati andare. Rilassati", si <strong>di</strong>sse. E, come per magia, la paura si<br />

<strong>di</strong>ssolse. Si lasciò sballottare da una parte all'altra, ruotando sempre più in<br />

fretta. E se fosse caduta, bene, sarebbe caduta.<br />

Qualcuno la fermò e la spostò <strong>di</strong> nuovo davanti a Diana. Era<br />

leggermente senza fiato e il mondo le vorticava davanti agli occhi, ma<br />

cercò <strong>di</strong> mantenersi <strong>di</strong>ritta.<br />

«Sei stata sfidata e hai superato le prove», la informò Diana. Adesso<br />

c'era un piccolo sorriso nei suoi occhi ver<strong>di</strong>, anche se l'espressione era<br />

seria. «Ora sei pronta per il giuramento?».<br />

Giurare cosa? Ma Cassie annuì.<br />

«Giuri <strong>di</strong> essere fedele al club? Di non danneggiare nessuno che ne<br />

faccia parte? Di proteggere e <strong>di</strong>fendere i suoi membri, anche al costo della<br />

tua stessa vita?»<br />

«Sì», <strong>di</strong>sse Cassie con un filo <strong>di</strong> voce.<br />

«Lo giuri sull'oceano, sulla luna e sul tuo stesso sangue?»<br />

«Sì».<br />

«Ripeti: "Questo io giuro"».<br />

«Questo io giuro».<br />

«È stata sfidata e ha superato le prove, e ora ha giurato», <strong>di</strong>sse Diana,<br />

in<strong>di</strong>etreggiando e parlando ai membri del club. «Ora, dal momento che<br />

siamo tutti d'accordo, invoco i Poteri».<br />

Diana sollevò il pugnale sulla sua testa, puntando la lama verso il cielo.<br />

Poi la <strong>di</strong>resse verso est, in <strong>di</strong>rezione dell'oceano, quin<strong>di</strong> a sud, poi verso la<br />

scogliera occidentale, e ancora a nord. Infine, la puntò verso Cassie. Le<br />

parole che pronunciò in quel momento provocarono una serie <strong>di</strong> brivi<strong>di</strong><br />

lungo la colonna vertebrale <strong>di</strong> Cassie:<br />

Aria e fuoco, acqua e terra,<br />

vostra figlia qui s'afferma.<br />

Luce <strong>di</strong> sole, buio <strong>di</strong> luna,<br />

che lei incontri la vostra fortuna.<br />

Sfida, prove e giuramenti,<br />

che nel Circolo lei ora entri.<br />

99


Sangue e ossa, carne e potenza,<br />

una <strong>di</strong> noi adesso Cassie...<br />

«Ma non siamo tutti d'accordo», la interruppe una voce rabbiosa. «Io<br />

sono ancora convinta che lei non sia una <strong>di</strong> noi, e credo che non potrà mai<br />

esserlo».<br />

12<br />

Diana si girò <strong>di</strong> scatto verso Deborah. «Non puoi interrompere il<br />

rituale!».<br />

«Non dovrebbe neppure esserci, un rituale», replicò ferocemente<br />

Deborah con il volto nero e infervorato.<br />

«Avevi detto <strong>di</strong> essere d'accordo...».<br />

«Ero d'accordo sul fatto che dobbiamo fare qualunque cosa per <strong>di</strong>ventare<br />

più forti. Ma...», Deborah s'interruppe e guardò gli altri accigliata.<br />

«Forse qualcuno pensa che Cassie non abbia superato davvero le prove»,<br />

chiarì Faye con un sorriso.<br />

Il volto <strong>di</strong> Diana era pallido, furioso. Il <strong>di</strong>adema che indossava le donava<br />

qualche centimetro in più, al punto che adesso sembrava persino più alta <strong>di</strong><br />

Faye. I raggi della luna le facevano scintillare i capelli come prima era<br />

accaduto con la lama del pugnale.<br />

«Ma lei ha passato le prove», sancì freddamente. «E adesso tu hai<br />

interrotto il rituale – lo hai spezzato – mentre stavo evocando i poteri.<br />

Spero tu abbia una motivazione migliore <strong>di</strong> questa».<br />

«Eccoti la mia motivazione», <strong>di</strong>sse Deborah. «Non è una <strong>di</strong> noi. Sua<br />

madre ha sposato un esterno».<br />

«Allora, cosa proponi <strong>di</strong> fare?», chiese Diana. «Vuoi che non ci sia mai<br />

un vero circolo? Sai bene che per qualsiasi cosa dobbiamo essere in do<strong>di</strong>ci.<br />

Che dovremmo fare, aspettare che i tuoi genitori – o quelli dei fratelli<br />

Henderson – abbiano un altro figlio? Nessuno altro <strong>di</strong> noi ha ancora i<br />

genitori in vita. No». Diana si voltò verso il resto del gruppo riunito<br />

all'interno del cerchio. «Noi siamo gli ultimi», <strong>di</strong>sse. «L'ultima<br />

generazione del Mondo Nuovo. E se non completiamo il circolo, tutto<br />

finirà qui. Con noi».<br />

Melanie prese la parola. Indossava abiti comuni sotto uno scialle<br />

frangiato verde pallido, lacero e delicato, come fosse molto antico. «I<br />

nostri genitori e i nostri nonni ne sarebbero felici», <strong>di</strong>sse. «Vorrebbero che<br />

100


lasciassimo tutto nel passato, come hanno fatto loro e i loro genitori. Non<br />

vogliono che le antiche tra<strong>di</strong>zioni vengano riportate alla luce e che i Vecchi<br />

Poteri vengano risvegliati».<br />

«Hanno paura», <strong>di</strong>sse Deborah con <strong>di</strong>sprezzo.<br />

«Saranno felici se non completiamo il circolo», <strong>di</strong>sse Melanie. «Ma è<br />

questo che vogliamo noi?». Guardò Faye.<br />

Faye mormorò freddamente: «Si può fare molto anche singolarmente».<br />

«Oh, falla finita», intervenne Laurel. «Non sarà mai come un vero<br />

circolo. A meno che», aggiunse, «qualcuno non abbia intenzione <strong>di</strong><br />

impossessarsi degli Strumenti Supremi per un tornaconto personale».<br />

Faye le rivolse un sorriso indolente e abbagliante. «Non sono io che sto<br />

cercando gli Strumenti Supremi».<br />

«Questo non c'entra niente», <strong>di</strong>chiarò bruscamente Diana. «La domanda<br />

è: vogliamo completare il circolo oppure no?»<br />

«Noi sì», <strong>di</strong>sse uno dei fratelli Henderson. "È Chris", si corresse Cassie.<br />

Adesso riusciva a <strong>di</strong>stinguerli. I due fratelli sembravano palli<strong>di</strong> e stanchi<br />

sotto la luce della luna, ma gli occhi <strong>di</strong> Chris erano meno furiosi <strong>di</strong> quelli<br />

<strong>di</strong> Doug. «Faremo tutto il possibile per scoprire chi ha ucciso Kori»,<br />

concluse.<br />

«E poi gli daremo una bella lezione», intervenne Doug, mimando una<br />

coltellata.<br />

«Allora abbiamo bisogno <strong>di</strong> un circolo completo», <strong>di</strong>sse Melanie. «Un<br />

do<strong>di</strong>cesimo membro e una settima ragazza. Cassie sod<strong>di</strong>sfa entrambi i<br />

requisiti».<br />

«E ha superato le prove», ripeté Diana. «Sua madre era una <strong>di</strong> noi. È<br />

andata via, è vero, ma adesso è tornata. E ci ha portato sua figlia quando ne<br />

avevamo bisogno. Esattamente quando ne avevamo bisogno».<br />

Negli occhi <strong>di</strong> Deborah c'era ancora ostinazione. «Chi ci <strong>di</strong>ce che lei è in<br />

grado <strong>di</strong> usare i poteri?», chiese.<br />

«Io», rispose fermamente Diana. «Riesco ad avvertirlo».<br />

«Anch'io», <strong>di</strong>sse all'improvviso Faye. Deborah si voltò a guardarla, e<br />

sorrise can<strong>di</strong>damente.<br />

«Credo che la ragazza possa evocare almeno la Terra e il Fuoco»,<br />

continuò Faye, con un <strong>di</strong>stacco tale che aveva dell'esasperato. «Potrebbe<br />

<strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> avere anche qualche talento».<br />

"Perché", si chiese sbalor<strong>di</strong>ta Cassie, "queste parole mi fanno rizzare i<br />

capelli sulla nuca?".<br />

Quando Diana rivolse a Faye un'occhiata lunga e indagatrice, la sua<br />

101


fronte era corrugata. Poi si voltò verso Deborah.<br />

«Questo sod<strong>di</strong>sfa la tua obiezione?».<br />

Deborah annuì con aria minacciosa e in<strong>di</strong>etreggiò.<br />

«Allora», <strong>di</strong>sse Diana con una gentilezza e una tranquillità che<br />

sembravano nascondere gelida rabbia, «possiamo continuare, per favore?».<br />

Tutti si scansarono, quando Diana tornò al suo posto. Sollevò il pugnale<br />

verso il cielo, poi lo rivolse verso i quattro punti car<strong>di</strong>nali, e infine verso<br />

Cassie. Pronunciò <strong>di</strong> nuovo le parole che avevano fatto venire i brivi<strong>di</strong> a<br />

Cassie, e questa volta finì senza che nessuno la interrompesse.<br />

Aria e fuoco, acqua e terra,<br />

vostra figlia qui s'afferma.<br />

Luce <strong>di</strong> sole, buio <strong>di</strong> luna,<br />

che lei incontri la vostra fortuna.<br />

Sfida, prove e giuramenti,<br />

che nel Circolo lei ora entri.<br />

Sangue e ossa, carne e potenza,<br />

una <strong>di</strong> noi adesso Cassie <strong>di</strong>venta.<br />

«Ecco fatto», <strong>di</strong>sse con dolcezza Laurel alle spalle <strong>di</strong> Cassie. «Sei<br />

dentro».<br />

Dentro. "Sono dentro". Cassie seppe, mentre una sorta <strong>di</strong> selvaggia<br />

euforia la scuoteva tutta, che da quel momento in poi nulla sarebbe mai più<br />

stato lo stesso.<br />

«Cassie».<br />

Diana si stava slacciando la collana d'argento che portava al collo. Gli<br />

occhi <strong>di</strong> Cassie erano incollati sulla luna crescente che vi era attaccata. Era<br />

simile a quella del <strong>di</strong>adema... e al tatuaggio <strong>di</strong> Deborah.<br />

«Questa collana», <strong>di</strong>sse Diana annodandogliela al collo, «<strong>di</strong>mostra la tua<br />

appartenenza al circolo».<br />

L'abbracciò. Non fu un gesto spontaneo; sembrava più che altro parte del<br />

rituale. Poi si girò per guardare gli altri membri del club e <strong>di</strong>sse: «I poteri<br />

l'hanno accettata. Io l'ho accettata. Voi farete altrettanto».<br />

Laurel fu la prima a congratularsi con lei. Il suo volto era serio, ma nel<br />

profondo dei suoi occhi marroni c'erano calore e cor<strong>di</strong>alità sinceri.<br />

Abbracciò Cassie e le <strong>di</strong>ede un bacio delicato su una guancia. «Sono felice<br />

che tu sia una <strong>di</strong> noi», bisbigliò e poi si fece da parta, i lunghi capelli<br />

castani che sventolavano leggermente nella brezza. «Grazie», mormorò<br />

102


Cassie.<br />

Quin<strong>di</strong> fu il turno <strong>di</strong> Melanie. Il suo abbraccio fu più formale e Cassie<br />

era ancora intimi<strong>di</strong>ta dai suoi occhi fred<strong>di</strong> e indagatori. Ma quando la<br />

ragazza <strong>di</strong>sse «Benvenuta nel club», sembrò sincera.<br />

Deborah, al contrario, si avvicinò con aria corrucciata e abbracciò Cassie<br />

come se volesse romperle un paio <strong>di</strong> costole. Non <strong>di</strong>sse nulla.<br />

Sean sembrava impaziente <strong>di</strong> abbracciarla. Cassie trovò il suo abbraccio<br />

un po' troppo lungo e intimo per i suoi gusti e dovette staccarselo <strong>di</strong> dosso.<br />

«Felice <strong>di</strong> averti con noi», <strong>di</strong>sse Sean con gli occhi incollati alla sua<br />

camicia da notte in un modo così morboso che Cassie desiderò<br />

ardentemente <strong>di</strong> aver indossato un indumento <strong>di</strong> flanella, non <strong>di</strong> leggero<br />

cotone.<br />

«Me ne sono accorta», <strong>di</strong>sse quasi tra sé mentre Sean in<strong>di</strong>etreggiava.<br />

Diana, che era al suo fianco, dovette mordersi le labbra per non ridere.<br />

In circostanze normali, i fratelli Henderson sarebbero andati ben oltre<br />

l'irruenza <strong>di</strong> Sean. Non fu così. Se quella sera al posto <strong>di</strong> Cassie ci fosse<br />

stato un pezzo <strong>di</strong> legno non se ne sarebbero neppure accorti.<br />

L'abbracciarono meccanicamente e in<strong>di</strong>etreggiarono con gli occhi sempre<br />

<strong>di</strong>stanti e furiosi.<br />

Poi fu il turno <strong>di</strong> Nick.<br />

Cassie sentì stringersi lo stomaco. Non le piaceva in modo particolare,<br />

ma... non poté fare a meno <strong>di</strong> provare un brivido leggero quando lui la<br />

guardò negli occhi. Era così bello, e la freddezza che lo avvolgeva come<br />

uno strato sottile <strong>di</strong> ghiaccio scuro sembrava solo migliorarne l'aspetto. Era<br />

rimasto sempre in <strong>di</strong>sparte e aveva assistito alla cerimonia con <strong>di</strong>stacco.<br />

Nulla <strong>di</strong> quello che stava accadendo pareva toccarlo davvero.<br />

Il suo abbraccio fu impersonale. Asessuato. Come se stesse pensando ad<br />

altro. Le sue braccia erano forti, robuste... "Be', è ovvio", pensò Cassie.<br />

"Qualsiasi ragazzo che ha un... accordo con Faye dev'essere forte".<br />

Suzan sapeva <strong>di</strong> profumo e, quando ricevette il suo bacio, Cassie era<br />

certa le avesse lasciato sulla guancia una macchia <strong>di</strong> rossetto color ciliegia.<br />

Abbracciare Suzan o un cuscino profumato era la stessa cosa.<br />

Infine toccò a Faye. I suoi occhi splendevano enigmatici sotto le<br />

palpebre, quasi la ragazza fosse consapevole del <strong>di</strong>sagio <strong>di</strong> Cassie e ne<br />

traesse piacere. Cassie, invece, pensava solo all'altezza <strong>di</strong> Faye e a quanto<br />

desiderasse scappare. Aveva la convinzione che Faye stesse per farle<br />

qualcosa <strong>di</strong> terribile...<br />

Ma, in<strong>di</strong>etreggiando, Faye si limitò a mormorare: «Allora il topolino è<br />

103


più forte <strong>di</strong> quanto sembri. Avrei scommesso che non saresti arrivata alla<br />

fine della cerimonia».<br />

«Non sono certa <strong>di</strong> avercela fatta», bisbigliò Cassie. Desiderava<br />

<strong>di</strong>speratamente sedersi per rior<strong>di</strong>nare le idee. Erano successe così tante<br />

cose, e in così poco tempo... Ma l'importante era che adesso anche lei<br />

faceva parte del gruppo. Persino Faye l'aveva accettata. Quello era un<br />

fatto, e nessuno poteva cambiarlo.<br />

«Va bene», <strong>di</strong>sse Diana pacatamente. «Il rituale d'iniziazione è<br />

terminato. Di solito, dopo la cerimonia <strong>di</strong>amo un party o qualcosa del<br />

genere, ma...». Guardò Cassie e alzò le mani. Cassie annuì. Un party<br />

sarebbe stato fuori luogo. «Credo che dovremmo sciogliere formalmente il<br />

circolo e tenere una riunione. Così potremo informare Cassie <strong>di</strong> quel che le<br />

serve sapere».<br />

Ci furono cenni <strong>di</strong> assenso all'interno del cerchio e un respiro<br />

simultaneo. Diana prese una manciata <strong>di</strong> sabbia e la versò sulla linea<br />

<strong>di</strong>segnata a terra. Gli altri la imitarono, fino a che le tracce del cerchio<br />

sparirono. Poi tutti si sistemarono tra le candele ancora accese: chi si<br />

sedette sulla sabbia, chi sulle rocce che affioravano dal terreno. Nick<br />

rimase in pie<strong>di</strong>, una sigaretta a penzolargli tra le labbra.<br />

Diana attese che calasse il silenzio, poi si voltò verso Cassie con il volto<br />

serio e gli occhi gravi. «Adesso che sei una <strong>di</strong> noi», <strong>di</strong>sse semplicemente,<br />

«credo sia giunto il momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>rti chi siamo».<br />

Cassie trattenne il respiro. Da quando si era trasferita a New Salem,<br />

l'aveva investita un mare <strong>di</strong> eventi misteriosi e bizzarri: le domande che le<br />

frullavano nella testa erano tantissime, e adesso, finalmente, avrebbe<br />

ascoltato le risposte. Ma, stranamente, non era sicura che ne avesse<br />

bisogno. Da quando l'avevano trasportata lì, quella notte, un mucchio <strong>di</strong><br />

pensieri si erano accumulati nella sua testa. Centinaia <strong>di</strong> piccole stranezze<br />

su New Salem, centinaia <strong>di</strong> piccoli enigmi che non era stata in grado <strong>di</strong><br />

risolvere. In qualche modo, il suo cervello aveva cominciato a collegare<br />

tutti gli elementi e adesso...<br />

Guardò i volti che la circondavano, illuminati dalla luna e dalle<br />

fiammelle guizzanti <strong>delle</strong> candele.<br />

«Penso», scandì Cassie, soppesando ogni parola, «<strong>di</strong> saperlo già».<br />

L'onestà la spinse ad aggiungere: «O almeno in parte».<br />

«Davvero?». Faye inarcò le sopracciglia. «Allora perché non lo <strong>di</strong>ci tu a<br />

noi?».<br />

Cassie guardò Diana, che annuì. «Be', per cominciare», <strong>di</strong>chiarò<br />

104


lentamente, «so che il vostro non è il club <strong>di</strong> Topolino».<br />

Risate strozzate. «Puoi <strong>di</strong>rlo forte», brontolò Deborah. «E non siamo<br />

neppure boy scout».<br />

«Lo so...». Cassie fece una pausa. «So che siete in grado <strong>di</strong> accendere un<br />

fuoco senza fiammiferi. E che non usate l'amarella solo per l'insalata».<br />

Faye si esaminò le unghie con aria innocente, e Laurel sorrise<br />

mestamente.<br />

«So che siete in grado <strong>di</strong> far muovere oggetti inanimati».<br />

Questa volta fu Faye a sorridere. Deborah e Suzan si scambiarono<br />

un'occhiata compiaciuta. Suzan mormorò: «Sshh...».<br />

«So che a scuola vi temono tutti, persino gli adulti. Hanno paura <strong>di</strong><br />

chiunque viva in Crowhaven Road».<br />

«E non hanno visto ancora niente», <strong>di</strong>sse Doug Henderson.<br />

«So che tu, Diana, usi <strong>delle</strong> pietre per smacchiare gli abiti...».<br />

«Cristalli», la corresse Diana.<br />

«...e che nel tuo tè non ci sono solo foglie <strong>di</strong> tè. E so», Cassie deglutì,<br />

«che siete in grado <strong>di</strong> spingere e far cadere qualcuno senza toccarlo».<br />

Scese il silenzio. Qualcuno guardò Faye. Faye alzò la testa e contemplò<br />

l'oceano con gli occhi socchiusi.<br />

«Hai ragione», <strong>di</strong>sse Diana. «Hai scoperto molte cose... E noi non siamo<br />

stati molto attenti in tema <strong>di</strong> sicurezza. Ma credo che dovresti sentire la<br />

storia dall'inizio».<br />

«Gliela racconto io», <strong>di</strong>sse Faye. Quando Diana la guardò con aria<br />

dubbiosa, aggiunse: «Perché no? Mi piace raccontare una bella storia. E<br />

questa la conosco benissimo».<br />

«Va bene», <strong>di</strong>sse Diana. «Ma mi faresti il piacere <strong>di</strong> attenerti ai fatti puri<br />

e semplici? Conosco il tuo modo <strong>di</strong> raccontare».<br />

«Certo», <strong>di</strong>sse Faye con gentilezza. «Adesso, ve<strong>di</strong>amo, da dove<br />

comincio?». Rifletté per un momento con la testa inclinata e poi sorrise.<br />

«C'era una volta», <strong>di</strong>sse, «un piccolo e bizzarro villaggio <strong>di</strong> nome Salem,<br />

abitato da piccoli e bizzarri puritani – americani tutti d'un pezzo, lavoratori<br />

onesti, coraggiosi e sinceri».<br />

«Faye...».<br />

«Proprio come certi soggetti del posto che ben conosciamo», <strong>di</strong>sse Faye<br />

senza curarsi dell'interruzione. Si alzò in pie<strong>di</strong>, gettandosi la magnifica<br />

chioma nera alle spalle. Era palesemente felice <strong>di</strong> essere al centro<br />

dell'attenzione. L'oceano, con le sue infinite onde che s'infrangevano a<br />

riva, faceva da perfetto sfondo a Faye che camminava avanti e in<strong>di</strong>etro, la<br />

105


camicia <strong>di</strong> seta nera scivolata verso il basso quel tanto da scoprirle una<br />

spalla.<br />

«La maggior parte <strong>di</strong> questi puritani aveva in testa solo pensieri puri.<br />

Forse qualcuno non era contento della vita noiosa che conduceva, solo<br />

lavoro e niente svago, tutti dovevano coprirsi con abiti che arrivavano fin<br />

qui», s'in<strong>di</strong>cò il collo, «e dovevano sorbirsi sei ore <strong>di</strong> chiesa ogni<br />

domenica...».<br />

«Faye», la rimproverò Diana.<br />

Faye la ignorò. «Per non parlare dei vicini», <strong>di</strong>sse. «Tutti quei vicini che<br />

ti spiavano, che spettegolavano, che ti monitoravano per controllare che<br />

sul tuo vestito non ci fosse un bottone <strong>di</strong> troppo o che non sorridessi<br />

mentre andavi in chiesa. A quei tempi bisognava essere umili, tenere gli<br />

occhi bassi e fare quel che ti veniva detto senza tante domande. Se eri una<br />

ragazza, inoltre, non potevi giocare con le bambole perché erano<br />

considerati strumenti del demonio».<br />

Cassie, incantata suo malgrado, non riusciva a staccare gli occhi da<br />

Faye, che passeggiava avanti e in<strong>di</strong>etro. Ancora una volta, la ragazza le<br />

riportò alla mente la figura <strong>di</strong> un felino. Questa volta, però, in gabbia. "Se<br />

Faye fosse vissuta a quei tempi", pensò, "sarebbe stata una vera peste".<br />

«E forse qualcuna <strong>di</strong> quelle ragazze non era molto felice», <strong>di</strong>sse Faye.<br />

«Chi lo sa? Sta <strong>di</strong> fatto che un inverno due <strong>di</strong> loro decisero <strong>di</strong> farsi pre<strong>di</strong>re<br />

il futuro. È chiaro che non avrebbero dovuto farlo. Era malvagio. Ma lo<br />

fecero lo stesso. Una <strong>delle</strong> ragazze aveva uno schiavo proveniente dalle<br />

In<strong>di</strong>e occidentali che sapeva leggere l'avvenire. Era un modo per<br />

ammazzare il tempo durante le lunghe e te<strong>di</strong>ose notti invernali». Guardò<br />

Nick con la coda dell'occhio, come a <strong>di</strong>rgli che lei aveva in mente un modo<br />

migliore per far passare le sere noiose.<br />

«Ma le loro povere e piccole menti puritane accusarono il colpo»,<br />

continuò Faye con lo sguardo afflitto. «Si sentivano colpevoli. E alla fine<br />

una <strong>di</strong> loro ebbe un collasso nervoso. Si ammalò, delirò, e confessò ogni<br />

cosa. Il segreto non fu più tale. Le ragazze si ritrovarono in una brutta<br />

situazione. A quei tempi non era una buona cosa essere sorpresi a<br />

trastullarsi con il soprannaturale. Agli adulti non piaceva. E così le povere<br />

e piccole ragazze puritane furono costrette a puntare il <strong>di</strong>to contro<br />

qualcuno».<br />

Faye puntò verso <strong>di</strong> loro in<strong>di</strong>ce e pollice, affusolati e ornati da un paio <strong>di</strong><br />

unghie scarlatte, perpen<strong>di</strong>colari tra loro, mimando una pistola. Fece<br />

scorrere l'arma sui membri del gruppo. Poi, si fermò su Cassie.<br />

106


Cassie guardò prima il <strong>di</strong>to e poi Faye.<br />

«E così fecero», <strong>di</strong>sse Faye affabilmente. Ritirò il <strong>di</strong>to come<br />

inguainando una spada e proseguì. «Accusarono lo schiavo <strong>delle</strong> In<strong>di</strong>e<br />

occidentali e un paio <strong>di</strong> donne anziane che non piacevano alla maggior<br />

parte <strong>di</strong> loro. Donne che avevano una cattiva reputazione nel villaggio. E,<br />

quando le accusarono, le chiamarono...». Fece una pausa drammatica e<br />

sollevò la testa a guardare la luna crescente che splendeva nel cielo.<br />

Quin<strong>di</strong>, tornò a osservare Cassie. «Le chiamarono "<strong>streghe</strong>"».<br />

Si levò tra i presenti un mormorio, <strong>di</strong> agitazione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento amaro,<br />

<strong>di</strong> esasperazione. I membri del club scuotevano la testa per il <strong>di</strong>sgusto.<br />

Cassie sentì rizzarsi i capelli sulla nuca.<br />

«E, sapete una cosa?», Faye guardò il suo pubblico ammaliato. Poi<br />

sorrise lentamente e sussurrò: «Funzionò. Nessuno le incolpò per i loro<br />

piccoli giochi <strong>di</strong> magia. Erano tutti impegnati a dare la caccia alle <strong>streghe</strong><br />

del villaggio. Ma c'era un problema», continuò Faye con le sopracciglia<br />

nere che adesso erano inarcate per il <strong>di</strong>sprezzo. «Quei puritani non<br />

avrebbero riconosciuto una strega neppure se ci fossero caduti sopra.<br />

Cercavano donne dall'aspetto bizzarro, o troppo in<strong>di</strong>pendenti, o... ricche.<br />

Alle donne accusate venivano confiscati i beni, quin<strong>di</strong> tacciarle <strong>di</strong><br />

stregoneria era un affare piuttosto red<strong>di</strong>tizio. Ma le vere <strong>streghe</strong> furono<br />

sempre sotto i loro occhi».<br />

«Perché, ve<strong>di</strong>», <strong>di</strong>sse Faye con un filo <strong>di</strong> voce, «a Salem c'erano davvero<br />

le <strong>streghe</strong>. Ma non erano le povere donne, o gli uomini <strong>di</strong>sgraziati che il<br />

popolo accusò. Nonostante le ricerche, non ne beccarono neppure una. Ma<br />

le <strong>streghe</strong> erano lì, sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti, e non gra<strong>di</strong>vano ciò che stava<br />

accadendo. Si sentivano colpite troppo vicino a casa loro. Un paio <strong>di</strong> loro<br />

tentarono anche <strong>di</strong> fermare i processi, ma servì solo ad ampliare i sospetti.<br />

Era troppo pericoloso persino essere amici <strong>di</strong> uno dei prigionieri».<br />

Faye fece una pausa. Il silenzio fu totale. I volti intorno a Cassie non<br />

erano più allegri, ma fred<strong>di</strong> e arrabbiati. Come se quella storia<br />

riecheggiasse nelle loro ossa; per loro non era un vecchio racconto <strong>di</strong> un<br />

passato morto e sepolto, ma un avvertimento sempre attuale.<br />

«Cosa successe?», chiese alla fine Cassie in tono sommesso.<br />

«A coloro che erano stati accusati <strong>di</strong> stregoneria? Morirono. Quelli<br />

sfortunati, almeno, quelli che non vollero confessare. Ne vennero impiccati<br />

<strong>di</strong>ciannove, prima che il governo decidesse <strong>di</strong> intervenire. L'ultima<br />

esecuzione pubblica avvenne esattamente trecento anni fa, il 22 settembre<br />

1692, giorno dell'equinozio d'autunno. No, quei poveracci accusati <strong>di</strong><br />

107


stregoneria non furono molto fortunati, ma le vere <strong>streghe</strong>... be'...». Faye<br />

sorrise.<br />

«Le vere <strong>streghe</strong> se ne andarono. Con <strong>di</strong>screzione, ovviamente. Dopo<br />

che le acque si furono calmate. Fecero i bagagli, si trasferirono a nord e<br />

fondarono un villaggio tutto loro, dove nessuno le avrebbe accusate perché<br />

erano tutte uguali. E chiamarono il loro piccolo villaggio...». Guardò<br />

Cassie dritto negli occhi.<br />

«New Salem», concluse Cassie. Nella sua mente rivide la targa davanti<br />

all'e<strong>di</strong>ficio della scuola. «Fondata nel 1693», aggiunse con un filo <strong>di</strong> voce.<br />

«Sì. Un anno dopo la fine dei processi. Quin<strong>di</strong>, ve<strong>di</strong>, è così che la nostra<br />

piccola città è stata fondata. Dai do<strong>di</strong>ci membri <strong>di</strong> quella congrega <strong>di</strong><br />

<strong>streghe</strong> e dalle loro famiglie. Noi», <strong>di</strong>sse Faye con un gesto ampio e<br />

sinuoso che includeva tutto il gruppo, «siamo ciò che resta dei <strong>di</strong>scendenti<br />

<strong>di</strong> quelle do<strong>di</strong>ci famiglie. I loro unici <strong>di</strong>scendenti. La feccia che gira a<br />

scuola e in città...».<br />

«Come Sally Waltman, per esempio», intervenne Deborah.<br />

«...sono i <strong>di</strong>scendenti dei servitori. Gli aiutanti», <strong>di</strong>sse Faye dolcemente.<br />

«O degli esterni che arrivarono al villaggio e a cui fu permesso <strong>di</strong> restare.<br />

Ma le do<strong>di</strong>ci case in Crowhaven Road sono le abitazioni <strong>delle</strong> do<strong>di</strong>ci<br />

famiglie originarie. Le nostre famiglie. Si sposarono tra loro per non<br />

corrompere la linea <strong>di</strong> sangue – la maggior parte, almeno. E alla fine siamo<br />

arrivati noi».<br />

«Devi capire», <strong>di</strong>sse Diana con calma, «che si tratta in buona parte <strong>di</strong><br />

ipotesi. Non sappiamo davvero cosa scatenò la caccia alle <strong>streghe</strong> del<br />

1692. Ma sappiamo cosa è successo ai nostri antenati perché abbiamo letto<br />

i loro <strong><strong>di</strong>ari</strong>, i loro vecchi documenti, i loro libri <strong>di</strong> magia. I loro Libri <strong>delle</strong><br />

ombre». Si voltò e prese qualcosa che era poggiato sulla sabbia. Cassie<br />

riconobbe il libro che aveva visto sul davanzale della finestra quando<br />

Diana le stava smacchiando il car<strong>di</strong>gan.<br />

«Questo», <strong>di</strong>sse Diana, «apparteneva alla mia trisavola, che a sua volta<br />

l'aveva ricevuto dalla madre, e lei dalla sua e così via. Ognuna <strong>di</strong> loro ci ha<br />

aggiunto qualcosa; registravano gli incantesimi che eseguivano, i rituali,<br />

gli eventi importanti <strong>delle</strong> loro vite. E ognuna l'ha tramandato alla<br />

generazione successiva».<br />

«Almeno fino all'epoca <strong>delle</strong> nostre bisnonne», <strong>di</strong>sse Deborah. «Più o<br />

meno ottanta, novanta anni fa. Poi decisero che l'intera faccenda era troppo<br />

spaventosa».<br />

«Malvagia», intervenne Faye con gli occhi dorati che le scintillavano.<br />

108


«Nascosero i libri e cercarono <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticare le conoscenze dei loro<br />

avi», <strong>di</strong>sse Diana. «Insegnarono ai propri figli che era sbagliato essere<br />

<strong>di</strong>versi. Cercarono <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare, <strong>di</strong> mostrarsi normali, come gli esterni».<br />

«Ma si sbagliavano», <strong>di</strong>sse Chris. Si piegò in avanti, la mascella serrata,<br />

il dolore impresso sul volto. «Non possiamo essere come loro. Kori lo<br />

sapeva. Lei...». Si bloccò e scosse la testa.<br />

«È tutto ok, Chris», <strong>di</strong>sse delicatamente Laurel. «Lo sappiamo».<br />

Sean parlò con veemenza, gonfiando il petto: «Li nascosero, ma noi li<br />

abbiamo ritrovati», <strong>di</strong>sse. «Non ci siamo mai arresi».<br />

«Noi non ci siamo mai arresi», <strong>di</strong>sse Melanie lanciandogli un'occhiata<br />

<strong>di</strong>vertita. «Mentre qualcuno era impegnato a giocare a Batman, quelli più<br />

gran<strong>di</strong> cercavano <strong>di</strong> scoprire il proprio retaggio».<br />

«E qualcuno aveva un talento più naturale degli altri», aggiunse Faye.<br />

Aprì la mano per ammirarsi le lunghe unghie rosse. «Una... ehm,<br />

pre<strong>di</strong>sposizione... maggiore a evocare i poteri».<br />

«Esatto», <strong>di</strong>sse Laurel. Inarcò le sopracciglia e poi guardò Diana negli<br />

occhi, e a lungo. «Per alcuni <strong>di</strong> noi è così».<br />

«Abbiamo tutti un talento», <strong>di</strong>sse Diana. «L'abbiamo scoperto quando<br />

eravamo molto piccoli – praticamente dei mocciosi. Persino i nostri<br />

genitori non potevano ignorarlo. Per un po' provarono a impe<strong>di</strong>rci <strong>di</strong> usarli,<br />

ma la maggior parte ci rinunciò».<br />

«Qualcuno ci ha ad<strong>di</strong>rittura aiutato», <strong>di</strong>sse Laurel. «Come mia nonna.<br />

Tuttavia pren<strong>di</strong>amo gran parte <strong>di</strong> quello che ci serve dai vecchi libri».<br />

Cassie ripensò a sua nonna. Aveva cercato <strong>di</strong> aiutarla in qualche modo?<br />

Sì, ne era certa.<br />

«O dalle nostre teste», ribadì Doug, mostrando un sorriso cupo e<br />

affascinante. Per un brevissimo istante tornò a essere il ragazzo che aveva<br />

imperversato nei corridoi della scuola sui rollerblade. «Si tratta <strong>di</strong> istinto,<br />

sai? Puro istinto. Primitivo».<br />

«I nostri genitori non lo sopportano», aggiunse Suzan. «Mio padre <strong>di</strong>ce<br />

che ci metteremo nei guai con gli esterni. Dice che gli esterni ci<br />

prenderanno».<br />

I denti bianchi <strong>di</strong> Doug brillavano sotto la luna. «Invece, saremo noi a<br />

prendere loro», <strong>di</strong>sse.<br />

«Non capiscono», <strong>di</strong>sse pacatamente Diana. «Persino tra noi non tutti<br />

comprendono che i poteri possono essere utilizzati a fin <strong>di</strong> bene. Ma solo<br />

noi possiamo evocarli, e lo sappiamo. E questo è quel che importa».<br />

Laurel annuì. «Mia nonna <strong>di</strong>ce che ci saranno sempre esterni che ci<br />

109


o<strong>di</strong>eranno. Non possiamo far altro che tenerci lontani da loro».<br />

Cassie ripensò al preside che reggeva la bambola con due <strong>di</strong>ta.<br />

"Appropriato", aveva detto. Be', non c'era da meravigliarsi... se già sapeva<br />

che Cassie era una <strong>di</strong> loro. «Vuoi <strong>di</strong>re», domandò, «che anche gli adulti<br />

sanno che siete... siamo... <strong>streghe</strong>? Gli adulti esterni?»<br />

«Sì, ma solo gli adulti <strong>di</strong> New Salem», rispose Diana. «Quelli <strong>di</strong> loro che<br />

sono cresciuti sull'isola. Lo sanno da secoli, in realtà... Ma non hanno mai<br />

sollevato problemi. Se vogliono vivere qui, è così che devono comportarsi.<br />

È così che funziona qui».<br />

«Nel corso <strong>delle</strong> ultime generazioni, i rapporti tra la nostra gente e gli<br />

esterni sono <strong>di</strong>ventati ottimi», <strong>di</strong>sse Melanie. «O almeno questo è ciò che<br />

ci raccontano i nostri nonni. Ma adesso noi abbiamo smosso le acque. Gli<br />

esterni potrebbero non restarsene tranquilli per sempre. Potrebbero tentare<br />

<strong>di</strong> far qualcosa per fermarci...».<br />

«Potrebbero? Lo hanno già fatto», <strong>di</strong>sse Deborah. «Cosa cre<strong>di</strong> che sia<br />

successo a Kori?».<br />

Quando gli Henderson, Sean, Suzan e Deborah intervennero nella<br />

<strong>di</strong>scussione, le loro voci si fusero in un brusio in<strong>di</strong>stinto. Diana alzò una<br />

mano.<br />

«Adesso basta! Non è questo il momento», <strong>di</strong>chiarò. «La trage<strong>di</strong>a<br />

toccata a Kori è una <strong>delle</strong> cose che il circolo dovrà scoprire. Adesso che<br />

siamo al completo, dovremmo farcela. Ma non questa notte. E fintanto che<br />

il leader sono io...».<br />

«Leader temporaneo. Fino a novembre», la interruppe bruscamente<br />

Faye.<br />

«Ok, fintanto che sono il leader temporaneo, deciderò io cosa fare e non<br />

salteremo a nessuna conclusione. Va bene?». Diana si guardò intorno.<br />

Alcuni volti erano chiusi, privi d'espressione; altri, come quello <strong>di</strong><br />

Deborah, <strong>di</strong>chiaratamente ostili. Ma la maggior parte dei membri annuì o<br />

fece un cenno <strong>di</strong> assenso.<br />

«Va bene. E... questa notte è de<strong>di</strong>cata all'iniziazione <strong>di</strong> Cassie». Si<br />

rivolse a Cassie. «Hai qualche domanda?»<br />

«Be'...». Cassie aveva l'assillante sensazione che avrebbe dovuto<br />

chiedere qualcosa, ma non riusciva a capire cosa. «I ragazzi del circolo...<br />

come sono chiamati? Cioè, sono maghi, stregoni o cosa?»<br />

«No», <strong>di</strong>sse Diana. «"Stregone" è una parola obsoleta, in<strong>di</strong>ca un uomo<br />

saggio che spesso agiva per conto proprio. E "mago" deriva da una parola<br />

che vuol <strong>di</strong>re tra<strong>di</strong>tore, impostore. Il termine giusto è "strega", anche per i<br />

110


agazzi. Altro?».<br />

Cassie scosse la testa.<br />

«Bene, allora», <strong>di</strong>sse Faye. «Adesso che sai tutto, ho una domanda per<br />

te». Fissò Cassie con un mezzo sorriso ambiguo, e <strong>di</strong>sse con un tono <strong>di</strong><br />

falsa dolcezza: «Sarai una strega buona o una strega cattiva?».<br />

13<br />

"Molto <strong>di</strong>vertente", pensò Cassie. Ma in verità non lo era affatto. La<br />

domanda <strong>di</strong> Faye aveva una sfumatura terribilmente seria. Chissà perché<br />

non riusciva a immaginare Faye che si serviva dei poteri – qualunque cosa<br />

fossero – a fin <strong>di</strong> bene, esattamente il contrario <strong>di</strong> Diana.<br />

«Qualcuno ha qualcosa da aggiungere? Domande, commenti, questioni<br />

riguardanti il club?». Diana si stava guardando intorno. «Allora <strong>di</strong>chiaro<br />

chiuso l'incontro. Potete restare o andare, fate come credete. Domani<br />

pomeriggio ci riuniremo <strong>di</strong> nuovo per onorare la memoria <strong>di</strong> Kori e per<br />

stu<strong>di</strong>are un piano d'azione».<br />

Seguì un mormorio, durante il quale i membri del club si scambiarono<br />

occhiate a vicenda. Poi tutti si alzarono. La tensione elettrica che aveva<br />

tenuto insieme il gruppo si era <strong>di</strong>spersa, ma nell'aria era rimasta una<br />

sensazione indefinita, come se nessuno volesse davvero andarsene.<br />

Suzan si avvicinò a una roccia. Ci girò intorno e ne estrasse alcune<br />

lattine <strong>di</strong> bibite <strong>di</strong>etetiche. Laurel prese un grosso termos <strong>di</strong>etro un'altra<br />

roccia.<br />

«È tè ai frutti <strong>di</strong> rosa», sorrise a Cassie, versandole una tazza <strong>di</strong> liquido<br />

rosso e profumato. «In realtà le foglie <strong>di</strong> tè non ci sono, ma ti riscalderà lo<br />

stesso e ti farà sentire meglio. Le rose hanno un effetto lenitivo e<br />

purificante».<br />

«Grazie», <strong>di</strong>sse Cassie, accettando con piacere. Le girava la testa.<br />

"Sovraccarico <strong>di</strong> informazioni", pensò.<br />

"Sono una strega", si <strong>di</strong>sse meravigliandosi. "O meglio: una mezza<br />

strega. Ma la mamma e la nonna sono <strong>streghe</strong> ere<strong>di</strong>tarie". Era un pensiero<br />

bizzarro e quasi impossibile da accettare.<br />

Bevve un altro sorso <strong>di</strong> quella dolce bevanda calda, tremando suo<br />

malgrado.<br />

«Tieni», le <strong>di</strong>sse Melanie, sfilandosi lo scialle verde pallido e<br />

mettendoglielo sulle spalle. «Noi siamo abituati al freddo, ma tu no. Se<br />

vuoi, possiamo accendere un fuoco».<br />

111


«No, lo scialle va bene», <strong>di</strong>sse Cassie infilando i pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong> sotto il<br />

corpo. «È bellissimo... È molto antico?»<br />

«Apparteneva alla bisnonna della mia bisnonna, se dobbiamo credere<br />

alle vecchie storie», <strong>di</strong>sse Melanie. «Di solito agli incontri vestiamo<br />

meglio. Possiamo indossare quel che vogliamo e a volte la cosa si fa<br />

stravagante. Ma stanotte...».<br />

«Già». Cassie annuì. "Melanie è più gentile del solito", pensò. Come<br />

Laurel e Diana. Dopo un attimo <strong>di</strong> confusione, capì.<br />

"Sono una <strong>di</strong> loro, adesso", rifletté, e per la prima volta la piena portata<br />

della cosa la colpì. Non era più un cucciolo raccolto dalla strada, ma un<br />

membro in piena regola del club.<br />

Sentì <strong>di</strong> nuovo le bolle <strong>di</strong> eccitazione e <strong>di</strong> euforia nelle vene. E una<br />

sensazione più profonda, <strong>di</strong> identificazione. Come se qualcosa dentro <strong>di</strong> sé<br />

annuisse e <strong>di</strong>cesse: "Sì, io l'ho sempre saputo".<br />

Guardò Melanie, che stava sorseggiando con calma il suo tè, e Laurel,<br />

che tentava <strong>di</strong> raddrizzare una candela sciolta. Poi contemplò Diana, che si<br />

trovava in <strong>di</strong>sparte con i fratelli Henderson, le tre teste bionde una accanto<br />

all'altra. Diana non provava imbarazzo a indossare il leggero chemisier<br />

bianco e i gioielli sofisticati. Sembrava che per lei fosse normale vestirsi a<br />

quel modo.<br />

"La mia gente", pensò Cassie. L'improvvisa sensazione <strong>di</strong> appartenenza<br />

– <strong>di</strong> amore – era talmente intensa che le vennero le lacrime agli occhi.<br />

Cercò con gli occhi Suzan e Deborah, assorte in una conversazione, poi si<br />

spostò su Faye, che ascoltava con un sorriso accomodante quello che un<br />

infervorato Sean stava raccontando, e poi su Nick, che a sua volta fissava<br />

in silenzio l'oceano, con in mano una lattina <strong>di</strong> qualcosa che non era una<br />

bibita gassata.<br />

"Persino loro", pensò. Era <strong>di</strong>sposta a impegnarsi con tutta se stessa, per<br />

legare anche con gli altri membri del club, con chiunque con<strong>di</strong>videsse il<br />

suo sangue. Anche con chi aveva provato a escluderla.<br />

Tornò a guardare Laurel, e scoprì che la ragazza magra e castana la stava<br />

guardando a sua volta, con un lieve sorriso <strong>di</strong> comprensione stampato in<br />

faccia.<br />

«Un mucchio <strong>di</strong> roba da affrontare tutta insieme, eh?», commentò<br />

Laurel, con l'aria <strong>di</strong> chi la sa lunga.<br />

«Sì, è vero. È un po' dura, ma anche molto eccitante».<br />

Laurel sorrise. «Allora, adesso che sei una strega», <strong>di</strong>sse, «qual è la<br />

prima cosa che farai?».<br />

112


Cassie rise, provando una sensazione simile all'ebbrezza. "Potere",<br />

pensò. "C'è così tanto Potere là fuori – e adesso posso prenderlo". Scosse<br />

la testa e sollevò la mano che non stava reggendo la tazza <strong>di</strong> tè. «Che<br />

possiamo fare?», <strong>di</strong>sse. «Voglio <strong>di</strong>re, che tipo <strong>di</strong> cose?».<br />

Laurel e Melanie si scambiarono un'occhiata. «In pratica, quello che ti<br />

pare», <strong>di</strong>sse Melanie. Prese il libro che in precedenza Diana aveva<br />

mostrato a Cassie e cominciò a sfogliarlo. Le pagine, ingiallite e friabili,<br />

erano piene <strong>di</strong> frasi minuscole e illeggibili, e <strong>di</strong> post-it rosa e segnalibri <strong>di</strong><br />

plastica. Ogni foglio ne aveva almeno uno, e molte ne avevano <strong>di</strong>versi.<br />

«È il primo Libro <strong>delle</strong> ombre che siamo riusciti a ritrovare», <strong>di</strong>sse<br />

Melanie. «Era nella soffitta <strong>di</strong> Diana. Da allora ne abbiamo trovati altri;<br />

ogni famiglia dovrebbe possederne uno. Su questo particolare stiamo<br />

lavorando da cinque anni, decifrando gli incantesimi e riscrivendoli in un<br />

linguaggio attuale. Io poi sto riversando il risultato del nostro lavoro sul<br />

computer, per facilitare i riferimenti incrociati».<br />

«Una specie <strong>di</strong> Floppy-<strong>di</strong>sk <strong>delle</strong> ombre», <strong>di</strong>sse Cassie.<br />

Laurel sorrise. «Esatto. Ed è <strong>di</strong>vertente, sai, ma una volta che appren<strong>di</strong> i<br />

primi incantesimi e rituali, è come se dentro <strong>di</strong> te si risvegliasse qualcosa.<br />

Cominci a trovare te stessa».<br />

«Istinto», mormorò Cassie.<br />

«Esatto», <strong>di</strong>sse Laurel. «Ce l'abbiamo tutti, chi più chi meno. E alcuni <strong>di</strong><br />

noi sono migliori degli altri in alcune cose, per esempio nell'evocazione<br />

dei vari poteri. Io mi trovo a mio agio con la Terra». Laurel prese una<br />

manciata <strong>di</strong> sabbia e se la fece scivolare tra le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong>schiuse.<br />

«Hai tre possibilità per indovinare con cosa Faye è più a suo agio», <strong>di</strong>sse<br />

seccamente Melanie.<br />

«E comunque, per rispondere alla tua domanda: possiamo fare un<br />

mucchio <strong>di</strong> cose», <strong>di</strong>sse Laurel. «Dipende tutto dai tuoi gusti. Incantesimi<br />

<strong>di</strong> protezione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa...».<br />

«O <strong>di</strong> attacco», intervenne Melanie, lanciando un'occhiata a Suzan e<br />

Deborah.<br />

«...Incantesimi per piccole cose, come accendere un fuoco, e per gran<strong>di</strong><br />

cose, come... Be', lo scoprirai. Sortilegi <strong>di</strong> guarigione, o per trovare ciò che<br />

vuoi; <strong>di</strong>vinazioni, profezie. Pozioni d'amore...». Quando Cassie alzò la<br />

testa <strong>di</strong> scatto, Laurel sorrise. «Questo t'interessa?»<br />

«Oh, un po', forse». Cassie arrossì. Dio, quanto desiderava rior<strong>di</strong>nare le<br />

proprie idee. Sentiva ancora la pressante sensazione <strong>di</strong> non riuscire a<br />

cogliere qualcosa, qualcosa <strong>di</strong> ovvio che stava tralasciando e <strong>di</strong> cui<br />

113


avrebbe dovuto chiedere. Ma cos'era?<br />

«Ci sono molte <strong>di</strong>scussioni a proposito <strong>di</strong> quanto sia etico servirsi <strong>di</strong><br />

pozioni e incantesimi d'amore», stava <strong>di</strong>cendo Melanie in quel momento,<br />

con gli occhi grigi che mostravano un pizzico <strong>di</strong> <strong>di</strong>sapprovazione. «Sai,<br />

qualcuno pensa che violino il libero arbitrio. E c'è da <strong>di</strong>re che un<br />

incantesimo usato in maniera impropria può ripercuotersi sulla persona che<br />

l'ha lanciato, e ben tre volte tanto. Qualcuno crede che il gioco non valga la<br />

candela».<br />

«E qualcun altro», aggiunse Laurel con finta solennità e con gli occhi<br />

che le brillavano, «sostiene che in amore e in guerra tutto sia lecito. Se<br />

capisci quel che voglio <strong>di</strong>re».<br />

Cassie si morse un labbro. Per quanto tentasse <strong>di</strong> concentrarsi sulla<br />

preoccupazione che la tormentava, un altro pensiero spingeva per venire<br />

alla luce. Più che un pensiero era una speranza, la manifestazione<br />

inaspettata <strong>di</strong> una possibilità.<br />

Pozioni d'amore. E ritrovare le cose. Esisteva un incantesimo per<br />

ritrovare lui e portarlo da lei? Lo sentiva nelle ossa: la risposta era<br />

affermativa.<br />

Ritrovare lui, il ragazzo con gli occhi grigio-blu. Cassie sentì un<br />

improvviso calore alla bocca dello stomaco; le mani cominciarono a<br />

formicolarle. Il pensiero <strong>di</strong> quella possibilità sembrò sollevarla da terra.<br />

"Oh, ti prego, se posso chiedere una cosa sola...".<br />

«Supponiamo», <strong>di</strong>sse, confortata <strong>di</strong> sentire che aveva una voce normale,<br />

«che tu voglia trovare qualcuno <strong>di</strong> cui hai perso le tracce. Qualcuno che<br />

ti... piace, e che vuoi rivedere. Esiste un incantesimo per questo?».<br />

Gli occhi <strong>di</strong> Laurel stavano brillando <strong>di</strong> nuovo. «Questa persona... non<br />

sarà mica un ragazzo?», chiese.<br />

«Sì», <strong>di</strong>sse Cassie, rendendosi conto che stava arrossendo.<br />

«Be'...». Laurel lanciò un'occhiata a Melanie, che scosse la testa con aria<br />

rassegnata, poi tornò a guardare Cassie. «Direi che potresti usare un<br />

semplice incantesimo degli alberi. Gli alberi sono in sintonia con qualsiasi<br />

cosa cresca e porti la vita, come l'amore e l'amicizia. E l'inverno è un buon<br />

periodo per utilizzare ciò che hai raccolto, come le mele. Quin<strong>di</strong><br />

propenderei per un incantesimo <strong>delle</strong> mele. Per farla breve, spacchi una<br />

mela in due parti uguali. Poi pren<strong>di</strong> due aghi – comuni aghi da cucito –<br />

avvicini le due crune e ci fai passare dentro un filo. Infili gli aghi nelle due<br />

metà della mela e le unisci. Bisogna stringere con forza ma anche con<br />

attenzione, affinché la mela non si riapra. Riattacchi la mela al ramo da cui<br />

114


l'hai colta e <strong>di</strong>ci all'albero quel che desideri».<br />

«Cosa gli <strong>di</strong>co?»<br />

«Oh, una poesia o qualcosa del genere», <strong>di</strong>sse Laurel. «Qualcosa che<br />

evochi il potere dell'albero e ti aiuti a visualizzare la cosa o la persona a<br />

cui aspiri. È meglio che sia in rima. Io non ne sono molto capace, ma<br />

dovrebbe essere una cosa tipo: "Albero cor<strong>di</strong>ale, ritrova il mio amico<br />

speciale"».<br />

"Mmm, forse non sarebbe abbastanza", pensò Cassie con un fremito che<br />

le attraversò il corpo. Le parole <strong>di</strong> Laurel stavano cambiando nella sua<br />

testa, trasformandosi, espandendosi. Le sembrò <strong>di</strong> sentire una voce,<br />

cristallina e tuttavia remota.<br />

Gemme e germogli, alberi e foglie,<br />

sod<strong>di</strong>sfate adesso le mie voglie.<br />

Ra<strong>di</strong>ci e rami, boccioli e fiori,<br />

intrecciate per sempre i nostri cuori.<br />

Le labbra <strong>di</strong> Cassie si mossero senza emettere alcun suono. Sì, da<br />

qualche parte dentro <strong>di</strong> sé sapeva <strong>di</strong> avere ragione. Quello era<br />

l'incantesimo giusto, ma avrebbe avuto davvero il coraggio <strong>di</strong> servirsene?<br />

"Sì. Per lui rischierei qualunque cosa", pensò. Abbassò lo sguardo sulle<br />

sue <strong>di</strong>ta che si muovevano <strong>di</strong>strattamente nella sabbia. "Domani", decise.<br />

"Lo farò domani. Dopo <strong>di</strong> che trascorrerò ogni minuto <strong>di</strong> ogni giorno a<br />

guardare e sperare. Aspetterò il momento in cui vedrò un'ombra e alzerò la<br />

testa per trovarmelo davanti, o sentirò dei passi alle mie spalle e mi volterò<br />

per vederlo arrivare. O ancora.<br />

Ciò che accadde in quel momento fu talmente sorprendente e inaspettato<br />

che Cassie quasi urlò.<br />

Un naso umido le sfiorò la mano.<br />

Ciò che le impedì <strong>di</strong> urlare fu qualcosa <strong>di</strong> simile a un arresto car<strong>di</strong>aco.<br />

L'urlo le arrivò in gola, ma poi vide il cane e tutto <strong>di</strong>venne in<strong>di</strong>stinto. La<br />

mano, che aveva ritratto <strong>di</strong> scatto, le cadde mollemente su un fianco. Le<br />

labbra si aprirono e si richiusero senza emettere suoni. Come attraverso<br />

una foschia, Cassie fissava gli occhi marroni e limpi<strong>di</strong> e i baffetti ispi<strong>di</strong> del<br />

cane. Il cane aveva la bocca aperta e il muso allegro, come a <strong>di</strong>rle: «Non<br />

sei felice <strong>di</strong> rivedermi?».<br />

Cassie sollevò la testa verso il padrone del cane.<br />

Lui la stava guardando, come il giorno sulla spiaggia <strong>di</strong> Cape Cod,<br />

115


quando si erano conosciuti. La luce della luna si perdeva nei suoi capelli<br />

rossi creando giochi <strong>di</strong> luce meravigliosi, trasformando alcune ciocche in<br />

fiamme e altre in zampilli <strong>di</strong> vino scuro. I suoi occhi grigio-blu<br />

sembravano argento.<br />

L'aveva trovata.<br />

Il mondo si fermò. Oltre al fragore dell'oceano, che le giungeva ovattato<br />

e <strong>di</strong>stante, Cassie non riusciva a sentire altro. Persino la brezza era sparita.<br />

Era come se il mondo intero fosse in attesa <strong>di</strong> qualcosa.<br />

Lentamente, Cassie si alzò.<br />

Lo scialle verde le scivolò dalle spalle. Riusciva a sentire il freddo, ma<br />

solo perché la rendeva cosciente del proprio corpo, <strong>di</strong> ogni sua cellula, che<br />

formicolava come fosse attraversata da scariche elettriche. Tuttavia,<br />

benché fosse perfettamente consapevole del proprio corpo, a Cassie<br />

sembrava anche <strong>di</strong> fluttuare al suo esterno, fuori <strong>di</strong> sé. Proprio come la<br />

prima volta, le pareva <strong>di</strong> vedere se stessa – e lui – in pie<strong>di</strong> sulla spiaggia.<br />

Riusciva a vedere la propria immagine, galleggiante nella camicia da<br />

notte leggera e bianca, i pie<strong>di</strong> scalzi, i capelli sciolti sulle spalle, gli occhi<br />

fissi su <strong>di</strong> lui. "Come Clara nello Schiaccianoci", pensò, "quando si sveglia<br />

nel pieno della notte e vede il principe Schiaccianoci che è venuto per<br />

portarla in un mondo <strong>di</strong> magia". Si sentiva come Clara. Come se i raggi<br />

della luna l'avessero trasformata in qualcosa <strong>di</strong> delicato e meraviglioso,<br />

qualcosa d'incantevole. Come se in quel momento lui potesse prenderla tra<br />

le braccia e invitarla a ballare. Come se, insieme, potessero danzare per<br />

sempre sotto la luna.<br />

Si stavano davvero guardando l'un l'altro. Da quando i loro occhi si<br />

erano incontrati, nessuno dei due aveva <strong>di</strong>stolto lo sguardo. Cassie riusciva<br />

a leggere la meraviglia sul suo volto. Sembrava che lui fosse sorpreso <strong>di</strong><br />

vederla quanto lei... Ma, come era possibile? Era stato lui a trovarla, era lui<br />

che si era messo alla sua ricerca.<br />

"Il filo d'argento", pensò. Non riusciva a vederlo, ma poteva sentire le<br />

vibrazioni del suo potere che collegavano i due cuori, vibrazioni che si<br />

trasmisero poi dal petto allo stomaco, e a tutto il corpo.<br />

Man mano il filo si stringeva, si accorciava, avvicinandola a lui.<br />

Lentamente, il ragazzo tese una mano per raggiungerla. Cassie fece<br />

altrettanto, per stringergliela...<br />

In quel momento, qualcuno alle sue spalle lanciò un grido. Distratto da<br />

quel forte rumore, il ragazzo guardò sopra le spalle <strong>di</strong> Cassie. E la mano<br />

gli ricadde lungo il fianco.<br />

116


Qualcosa si frappose tra loro, qualcosa <strong>di</strong> splendente come la luce del<br />

sole, che spezzò la trance in cui era caduta Cassie. Era Diana, e stava<br />

abbracciando il ragazzo alto con i capelli rossi. Lo stava stringendo a sé.<br />

No... L'abbraccio era reciproco. Cassie, stor<strong>di</strong>ta, guardò le braccia del<br />

ragazzo strette intorno a una che non era lei. Quasi non riuscì a<br />

comprendere le parole che sentì un attimo dopo:<br />

«Oh, Adam... Sono così felice che tu sia tornato».<br />

Cassie rimase <strong>di</strong> sasso.<br />

Non aveva mai visto la sua amica Diana scoppiare in lacrime, perdere il<br />

controllo: ma lo stava facendo proprio in quel momento. Stava piangendo.<br />

Cassie riuscì a vedere che tremava e, non solo, vide come il ragazzo alto –<br />

Adam – la stringeva a sé tentando <strong>di</strong> calmarla.<br />

Lui l'abbracciò. Stava abbracciando Diana. E si chiamava Adam.<br />

«Stai <strong>di</strong>cendo che Diana non ti ha ancora parlato <strong>di</strong> Adam? Diana, c'è<br />

un limite anche alla modestia...».<br />

«Chi è? E il tuo ragazzo...?»<br />

«È carino. Credo che ti piacerà...».<br />

Cassie cadde in ginocchio e affondò la testa nel pelo <strong>di</strong> Raj,<br />

aggrappandosi al grosso cane. In quel momento non sarebbe riuscita a<br />

sopportare lo sguardo <strong>di</strong> nessuno, e soprattutto non voleva che qualcuno<br />

potesse vedere la sua faccia e notarne l'espressione <strong>di</strong>strutta. Per questo,<br />

mentre lo stringeva, gli era riconoscente della calda solidarietà che lui le<br />

offriva. "Oh, Dio; oh, Dio...".<br />

Riuscì vagamente a sentire le parole <strong>di</strong> Adam: «Cos'è successo? Ho fatto<br />

il possibile per arrivare in tempo per l'iniziazione <strong>di</strong> Kori, ma lei dov'è?<br />

Che sta succedendo?». Poi guardò Cassie. «E...».<br />

«Lei si chiama Cassie Blake», <strong>di</strong>sse Diana. «È la nipote della signora<br />

Howard, e si è trasferita sull'isola da poco».<br />

«Sì, io...».<br />

Ma Diana, la voce scossa dal dolore, non aveva ancora finito. «Ed è stata<br />

iniziata al posto <strong>di</strong> Kori».<br />

«Cosa?», chiese Adam. «Perché?».<br />

Seguì un attimo <strong>di</strong> silenzio. Alla fine fu Melanie a prendere la parola, la<br />

voce <strong>di</strong>staccata e calma come quella <strong>di</strong> un giornalista televisivo che<br />

rilascia una <strong>di</strong>chiarazione: «Perché stamattina – o meglio ieri mattina,<br />

visto che ormai è mercoledì – il corpo <strong>di</strong> Kori è stato trovato ai pie<strong>di</strong> della<br />

collina della scuola. Con il collo spezzato».<br />

«Oh, Dio». Cassie alzò la testa e vide che Adam stava stringendo Diana<br />

117


con più forza, quasi aggrappandosi a lei. Chiuse gli occhi per un attimo,<br />

mentre Diana riprendeva a tremare. Poi guardò i fratelli Henderson.<br />

«Chris... Doug...».<br />

Doug stava <strong>di</strong>grignando i denti. «Sono stati gli esterni», <strong>di</strong>sse.<br />

«È stata Sally», ringhiò Deborah.<br />

«Non sappiamo chi è stato!», <strong>di</strong>sse Diana infervorata. «E non faremo<br />

nulla finché non scopriremo il colpevole».<br />

Adam annuì. «E tu», <strong>di</strong>sse, rivolto a qualcuno in fondo al gruppo. «Tu<br />

che hai fatto per aiutare?»<br />

«Un accidenti <strong>di</strong> niente», <strong>di</strong>sse Nick con le braccia conserte sul petto e<br />

l'espressione impassibile. Il suo sguardo <strong>di</strong> sfida adesso era fisso su quello<br />

<strong>di</strong> Adam. Era evidente che tra i due non scorresse buon sangue.<br />

«Ci sta dando una mano, Adam», <strong>di</strong>sse Diana anticipando qualunque<br />

cosa Adam avesse intenzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>re. «È sempre venuto agli incontri ed è<br />

presente anche stanotte. È tutto quello che possiamo chiedergli».<br />

«Io avrei qualcos'altro da chiedergli», <strong>di</strong>sse Adam.<br />

«Chie<strong>di</strong> pure. Non otterrai altro da me», <strong>di</strong>sse Nick voltandosi. «Me ne<br />

vado».<br />

«Oh, non andare...», cominciò Laurel, ma Nick ormai aveva deciso.<br />

«Sono venuto perché me l'ha chiesto Diana, ma adesso basta. Ne ho<br />

avuto abbastanza, per stanotte», <strong>di</strong>sse senza voltarsi. E se ne andò.<br />

Faye si voltò verso Adam rivolgendogli il sorriso più indolente e<br />

abbagliante <strong>di</strong> cui era capace. Poi applaudì. «Gran bel lavoro, Adam. Nelle<br />

ultime tre settimane Diana ha sgobbato come una schiava per tenere unita<br />

la truppa e tu hai <strong>di</strong>strutto tutto in tre minuti. Non avrei saputo fare <strong>di</strong><br />

meglio».<br />

«Oh, falla finita, Faye», la rimproverò Laurel.<br />

Cassie era ancora inginocchiata. Anche se continuava ad abbracciare<br />

Raj, riusciva a vedere, a sentire e a pensare soltanto a una cosa. Le braccia<br />

<strong>di</strong> Adam, le sue braccia, intorno alle spalle <strong>di</strong> Diana.<br />

"Si chiama Adam. E appartiene a lei. Non a me, a lei. E sarà sempre<br />

così".<br />

Non poteva essere. Non era possibile. L'aveva ritrovata, contro ogni<br />

speranza; era venuto da lei. Senza incantesimi d'amore, come attratto<br />

dall'estremo bisogno che Cassie aveva <strong>di</strong> vederlo. Era venuto, ma non<br />

poteva averlo.<br />

Come poteva essere stata così stupida? Come aveva fatto a non capire?<br />

Per tutta la notte si era parlato <strong>di</strong> completare il circolo, <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci membri.<br />

118


Se avesse contato, avrebbe scoperto che erano soltanto in un<strong>di</strong>ci. Diana,<br />

Melanie, Laurel, Faye, Suzan e Deborah erano sei. Con i ragazzi – i fratelli<br />

Henderson, Nick e Sean – si arrivava a <strong>di</strong>eci. E con Cassie a un<strong>di</strong>ci. Per<br />

tutto quel tempo una parte <strong>di</strong> lei, nascosta in un angolo remoto della sua<br />

mente, aveva saputo che qualcosa non andava, e aveva cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>rglielo.<br />

Ma lei non aveva ascoltato.<br />

"Ma come ho fatto a non capirlo comunque?", pensò. "Come ho fatto a<br />

non capire che il ragazzo che avevo conosciuto era uno <strong>di</strong> loro? Gli in<strong>di</strong>zi<br />

c'erano tutti, ed erano davanti ai miei occhi. Ha i poteri – l'ho visto quel<br />

giorno in spiaggia con Portia. Mi ha letto nella mente. Mi ha detto che<br />

veniva da un altro luogo, mi ha detto che era <strong>di</strong>verso. Portia aveva persino<br />

usato quella parola".<br />

Strega.<br />

"E stanotte ho scoperto che il club è in realtà una congrega <strong>di</strong> <strong>streghe</strong>.<br />

L'ultima generazione <strong>di</strong> <strong>streghe</strong> del Nuovo Mondo. Avrei dovuto capirlo<br />

allora che era uno <strong>di</strong> loro".<br />

"Sapevo anche che Diana aveva un fidanzato, un fidanzato che era in<br />

'vacanza'. Le tessere del puzzle c'erano tutte. Semplicemente non ho voluto<br />

unirle".<br />

"Perché sono innamorata <strong>di</strong> lui. Solo non sapevo quanto, fino a che non<br />

l'ho rivisto stanotte. E appartiene alla mia migliore amica. A mia 'sorella'".<br />

"La o<strong>di</strong>o".<br />

Quel pensiero, <strong>di</strong> una intensità terrificante, le fece serrare i pugni sotto la<br />

pelliccia del grosso cane. Fu un primitivo, selvaggio bagno <strong>di</strong> emozione,<br />

una sensazione talmente intensa che per un momento spazzò via persino il<br />

dolore. Un o<strong>di</strong>o mici<strong>di</strong>ale, rosso come il sangue, le sgorgò da dentro e si<br />

riversò all'esterno, verso la ragazza con i capelli luminosi come i raggi<br />

della luna...<br />

Come i raggi della luna e del sole intrecciati insieme. Guardandoli in<br />

quel momento, con quella violenza acida che infuriava nel suo petto,<br />

un'altra immagine le balenò in testa. Quegli stessi capelli incre<strong>di</strong>bilmente<br />

luccicanti sul freno a mano dell'auto <strong>di</strong> Diana. Dopo che questa l'aveva<br />

salvata da Faye.<br />

"Quando ti stava portando a casa per prendersi cura <strong>di</strong> te", le sussurrò<br />

una voce. "Ti ha ripulita e ti ha offerto da mangiare, ti ha presentata alle<br />

sue amiche. Ti ha protetta, ti ha dato un posto cui appartenere. Ti ha reso<br />

sua sorella".<br />

"È la stessa persona che adesso <strong>di</strong>ci <strong>di</strong> o<strong>di</strong>are?".<br />

119


Cassie sentì la rossa furia letale scivolare via. Non riusciva a trattenerla,<br />

e non voleva neppure provarci. Non poteva o<strong>di</strong>are Diana... Perché lei<br />

amava Diana. E amava Adam. Amava entrambi e voleva che fossero felici.<br />

"E allora, che ne sarà <strong>di</strong> te?", chiese la voce dentro <strong>di</strong> lei.<br />

Era molto semplice, davvero. Quei due erano fatti l'uno per l'altra. Erano<br />

tutti e due alti: Diana era abbastanza alta da guardarlo dritto negli occhi.<br />

Erano entrambi veterani: Diana era abbastanza matura per lui (infatti,<br />

come aveva potuto pensare, Cassie, che un ragazzo più grande potesse<br />

scegliere proprio lei?). Erano <strong>di</strong> una eccezionale bellezza, sicuri <strong>di</strong> sé e<br />

pre<strong>di</strong>sposti al comando.<br />

"Inoltre, sono entrambi <strong>streghe</strong> purosangue", ricordò Cassie a se stessa.<br />

"Scommetto che lui è incre<strong>di</strong>bilmente talentuoso. Certo che lo è. Diana<br />

non sceglierebbe che il migliore. Perché anche lei lo è".<br />

"E non <strong>di</strong>menticare che si amano dall'infanzia. Stanno insieme da<br />

sempre; ad<strong>di</strong>rittura non vedono nessuno del sesso opposto. Sono<br />

chiaramente fatti l'uno per l'altra".<br />

Dunque, tutto era davvero molto ovvio e molto semplice... Ma, allora,<br />

per quale motivo Cassie aveva l'impressione che <strong>delle</strong> lame affilate le<br />

stessero riducendo in brandelli le budella? Non doveva far altro che<br />

augurare loro ogni felicità e accantonare qualsiasi pensiero che riguardasse<br />

lei e Adam insieme. Rassegnarsi a una cosa che sarebbe comunque<br />

successa. Augurare a entrambi ogni fortuna.<br />

Fu allora che prese la sua decisione, lucida e fredda. "Non importa cosa<br />

succederà", si promise, "Diana non verrà mai a saperlo".<br />

E neanche Adam.<br />

Se Diana avesse scoperto cosa provava Cassie, sarebbe rimasta<br />

sconvolta. Era talmente altruista che forse avrebbe persino pensato che<br />

fosse suo dovere agire in qualche modo per risolvere la situazione –<br />

qualcosa come lasciare Adam, in modo tale che Cassie smettesse <strong>di</strong><br />

soffrire. E, se non lo avesse fatto, si sarebbe sentita a pezzi.<br />

Per questo, Cassie avrebbe fatto in modo che la sua amica non venisse a<br />

saperlo. Più facile <strong>di</strong> così.<br />

"Per nessun motivo al mondo", si promise con forza. "Cascasse il<br />

mondo, non renderò Diana infelice. Lo giuro".<br />

Un nasino umido la stava spintonando e deboli guaiti le riecheggiavano<br />

nelle orecchie. Era Raj, che si lamentava per la mancanza <strong>di</strong> attenzione.<br />

«Cassie?».<br />

E c'era anche Diana, che le stava parlando. Cassie si rese conto <strong>di</strong> come<br />

120


doveva sembrare ai suoi occhi, aggrappata al grosso cane in stato<br />

confusionale.<br />

«Cosa?», chiese, cercando <strong>di</strong> frenare il tremore <strong>delle</strong> labbra.<br />

«Ti ho chiesto se va tutto bene».<br />

Diana la stava guardando, i suoi larghi occhi ver<strong>di</strong> colmi <strong>di</strong><br />

preoccupazione. C'erano lacrime fresche sulle sue lunghe ciglia.<br />

Guardando in quegli occhi, Cassie fece il gesto più coraggioso <strong>di</strong> tutta la<br />

sua vita. Più coraggioso <strong>di</strong> quando aveva affrontato Jordan Bainbridge e la<br />

sua pistola, più coraggioso <strong>di</strong> quando si era lanciata al salvataggio <strong>di</strong> Sally,<br />

sulla collina.<br />

Sorrise.<br />

«Sto bene», <strong>di</strong>sse, dando un'ultima carezza a Raj e alzandosi. La sua<br />

voce, incre<strong>di</strong>bilmente falsa e stupida, sembrava non appartenerle. Ma<br />

Diana, che non poteva sospettare che lei le stesse mentendo, si rilassò. «È<br />

solo che... Stanotte sono successe così tante cose», proseguì Cassie.<br />

«Credo <strong>di</strong> essere stata un po' sopraffatta dagli ultimi avvenimenti».<br />

Adam aprì la bocca. Cassie capì che era sul punto <strong>di</strong> raccontare tutto.<br />

Avrebbe riferito a tutti il modo in cui lui e Cassie si erano incontrati, e<br />

avrebbe detto anche cosa era successo dopo. Allora Faye, che certo non era<br />

stupida, avrebbe fatto due più due. Avrebbe capito che era lui, il<br />

protagonista della sua poesia.<br />

E questo non poteva succedere. Cassie non avrebbe lasciato che<br />

accadesse. Nessuno avrebbe dovuto saperlo, mai.<br />

«Non ci hai ancora presentati», <strong>di</strong>sse <strong>di</strong>speratamente a Diana. «Lo sai<br />

che è da quando me ne hai parlato che non vedevo l'ora <strong>di</strong> conoscere il tuo<br />

ragazzo».<br />

Ecco. L'aveva detto: "Il tuo ragazzo". Adam sembrava confuso, ma<br />

Diana, l'innocente Diana, era mortificata.<br />

«Davvero non te l'ho presentato? Scusami. Cassie, questo è Adam...<br />

Sono certa che voi due andrete d'accordo. È stato via...».<br />

«In vacanza», aggiunse febbrilmente Cassie mentre Adam apriva <strong>di</strong><br />

nuovo la bocca.<br />

«No, non è stato in vacanza. So <strong>di</strong> averti detto questo, ma ora posso<br />

raccontarti la verità. È andato in cerca <strong>di</strong> alcuni... oggetti... che<br />

appartenevano alla vecchia congrega, quella originale. Stu<strong>di</strong>ando i vecchi<br />

documenti abbiamo scoperto che esistono strumenti ricchi <strong>di</strong> potere che in<br />

qualche modo sono andati perduti. Gli Strumenti Supremi. Adam si è<br />

messo alla loro ricerca sin da quando ne ha sentito parlare».<br />

121


«Ed è sempre tornato a mani vuote», lo schernì Faye con la sua voce<br />

roca. «Suppongo che questa volta non sia andata <strong>di</strong>versamente».<br />

Le sue parole attirarono l'attenzione <strong>di</strong> Adam. Il fidanzato <strong>di</strong> Diana<br />

guardò la ragazza dai capelli neri e sorrise. Era un sorriso malizioso, pieno<br />

<strong>di</strong> segrete promesse.<br />

«Cosa?», chiese Faye cinicamente. Poi, dato che Adam continuava a<br />

sorridere, ripeté: «Cosa? Non ti aspetterai che cre<strong>di</strong>amo...».<br />

«Adam», <strong>di</strong>sse Diana con un tono <strong>di</strong>verso, «stai <strong>di</strong>cendo che...».<br />

Adam sorrise e guardò la sacca da viaggio che aveva abbandonato a<br />

terra: «Sean, va' a prenderla».<br />

Sean ubbidì. Quando tornò <strong>di</strong>sse: «È pesante».<br />

«Adam...», sussurrò Diana con gli occhi sgranati.<br />

Adam prese la sacca da viaggio da Sean e la poggiò a terra. «È un<br />

peccato che Nick abbia avuto tanta fretta <strong>di</strong> andarsene», <strong>di</strong>sse. «Se fosse<br />

rimasto, avrebbe potuto vedere questo». Infilò le mani nella sacca e ne<br />

estrasse un teschio.<br />

14<br />

Era grosso quanto un teschio umano, ma sembrava fatto interamente <strong>di</strong><br />

cristallo. La luce della luna si rifletteva sulla superficie e riusciva anche ad<br />

attraversarlo. Aveva denti sogghignanti, e le orbite vuote fissavano<br />

<strong>di</strong>rettamente Cassie.<br />

Per un momento il mondo s'immobilizzò, poi Faye tese le mani per<br />

prenderlo.<br />

«Uh-uh», <strong>di</strong>sse Adam, tirandolo via in modo che fosse fuori dalla sua<br />

portata. «Non se ne parla».<br />

«Dove l'hai trovato?», chiese Faye. La sua voce non era più indolente,<br />

ma ricca <strong>di</strong> un'euforia che quasi non riusciva a controllare.<br />

Persino Cassie, ancora confusa, avvertì una traccia <strong>di</strong> apprensione, e si<br />

accorse dell'occhiata veloce tra Adam e Diana. Poi Adam tornò a guardare<br />

Faye. «Su un'isola», <strong>di</strong>sse.<br />

«Quale isola?»<br />

«Non pensavo che l'argomento t'interessasse tanto. Non lo hai mai dato a<br />

vedere, prima d'ora».<br />

Faye gli lanciò uno sguardo truce. «In un modo o nell'altro lo scoprirò,<br />

Adam».<br />

«Non c'è altro, dove l'ho trovato. Cre<strong>di</strong>mi, sull'isola c'era soltanto questo<br />

122


Strumento Supremo».<br />

Faye respirò a fondo, poi buttò fuori l'aria e sorrise. «Bene, il minimo<br />

che puoi fare è offrire la possibilità a tutti noi <strong>di</strong> dargli un'occhiata».<br />

«No», <strong>di</strong>sse Diana. «Che nessuno lo tocchi. Non sappiamo nulla sul suo<br />

conto, tranne che apparteneva alla vecchia congrega, a Black John in<br />

persona. Questo significa che è pericoloso».<br />

«Siamo certi che si tratti del teschio <strong>di</strong> cristallo descritto da Black<br />

John?», chiese Melanie, calma e razionale.<br />

«Sì», <strong>di</strong>sse Adam. «Corrisponde in tutto e per tutto alle in<strong>di</strong>cazioni<br />

presenti nei vecchi documenti. E l'ho trovato in un punto che corrisponde a<br />

quello segnalato da Black John. Credo sia quello originale».<br />

«Allora va pulito, purificato e stu<strong>di</strong>ato, prima che qualcuno <strong>di</strong> noi lo<br />

utilizzi», <strong>di</strong>sse Diana. Poi si voltò verso Cassie. «Black John era uno dei<br />

leader della congrega originaria», <strong>di</strong>sse. «Morì poco dopo la fondazione <strong>di</strong><br />

New Salem, ma prima nascose gli strumenti più potenti della congrega.<br />

Per custo<strong>di</strong>rli, <strong>di</strong>sse, ma in realtà li voleva solo per sé. Per un tornaconto<br />

personale, o per vendetta», e guardò Faye con un'espressione minacciosa.<br />

«Era un uomo malvagio, e qualunque cosa abbia toccato sarà <strong>di</strong> certo<br />

impregnata <strong>di</strong> influenze negative. Non ce ne serviremo finché non saremo<br />

certi che quel teschio è sicuro».<br />

"Se Black John c'entra qualcosa con questo teschio, allora deve essere<br />

stato un uomo molto malvagio", pensò Cassie. Anche se non riusciva a<br />

spiegarselo, sentiva che quel teschio emanava un'energia oscura. Se non<br />

fosse stata così scoraggiata e confusa, avrebbe esternato la sua<br />

sensazione... Ma <strong>di</strong> certo chiunque altro se n'era già accorto.<br />

«La vecchia congrega non trovò mai gli Strumenti Supremi», stava<br />

<strong>di</strong>cendo Laurel. «Si misero alla loro ricerca, perché Black John aveva<br />

lasciato degli in<strong>di</strong>zi, ma non ebbero fortuna. Vennero costruiti nuovi<br />

strumenti, ma nessuno era potente come gli originali».<br />

«E adesso ne abbiamo trovato uno», <strong>di</strong>sse Adam con un lampo <strong>di</strong> euforia<br />

negli occhi grigio-blu.<br />

Diana sfiorò il dorso della mano <strong>di</strong> Adam che reggeva il teschio e gli<br />

sorrise. Il messaggio che si scambiarono con gli occhi era più eloquente <strong>di</strong><br />

tante parole: orgoglio e trionfo con<strong>di</strong>viso. Questo era il loro progetto,<br />

qualcosa a cui stavano lavorando da anni, e che finalmente avevano<br />

realizzato.<br />

Cassie strinse i denti per il dolore che sentiva allo sterno. Meritavano la<br />

possibilità <strong>di</strong> stare da soli e <strong>di</strong>vertirsi. Con allegria fragile e forzata, <strong>di</strong>sse:<br />

123


«Sapete, comincio a essere stanca. Credo che sia ora <strong>di</strong>...».<br />

«Certo», <strong>di</strong>sse Diana, imme<strong>di</strong>atamente preoccupata. «Devi essere<br />

esausta. Lo siamo tutti. Ne riparleremo all'incontro <strong>di</strong> domani».<br />

Cassie annuì, e nessuno sollevò obiezioni. Neppure Faye. Ma, mentre<br />

Diana stava dando istruzioni a Laurel e Melanie su come riaccompagnarla<br />

a casa, Cassie incrociò per caso lo sguardo <strong>di</strong> Faye. Nei suoi occhi dorati<br />

c'era un'espressione strana e astuta che l'avrebbe preoccupata, se ormai non<br />

si fosse considerata al sicuro.<br />

Le finestre della casa della nonna erano tutte illuminate, anche se le<br />

prime luci dell'alba non avevano ancora fatto capolino sopra l'oceano.<br />

Melanie e Laurel entrarono nell'abitazione con Cassie, trovando sua madre<br />

e sua nonna sedute entrambe nel salottino, un'austera stanza antiquata nella<br />

zona anteriore della casa. Le due donne erano in camicia da notte e<br />

vestaglia. I capelli della madre erano sciolti sulla schiena.<br />

A Cassie bastò un'occhiata per capire che sapevano tutto.<br />

"È per questo che mi hanno portato qui?", pensò. "Per far parte del<br />

circolo?". Ormai non aveva più dubbi: era stata portata a New Salem per<br />

una ragione precisa.<br />

Non ebbe nessuna risposta dalle voci dentro <strong>di</strong> sé, neppure da quelle più<br />

profonde. E questo la allarmava.<br />

Ma non aveva il tempo <strong>di</strong> preoccuparsi. Non ora. Guardò il volto <strong>di</strong> sua<br />

madre, scavato e ansioso, ma anche pieno <strong>di</strong> orgoglio e speranza<br />

malcelata. Come una mamma che osserva la figlia tuffarsi dal trampolino<br />

olimpico e attende che i giu<strong>di</strong>ci emettano il proprio verdetto. La nonna<br />

aveva la stessa espressione.<br />

Improvvisamente, nonostante il dolore lancinante nel petto, Cassie si<br />

sentì riempire <strong>di</strong> un amore protettivo nei loro confronti. Ferma sulla soglia<br />

della porta tra Melanie e Laurel, riuscì a sorridere.<br />

«Allora, nonna», <strong>di</strong>sse. «La nostra famiglia ce l'ha, un Libro <strong>delle</strong><br />

ombre?».<br />

La tensione si sciolse in una risata mentre le due donne si alzavano.<br />

«Non che io sappia», <strong>di</strong>sse la nonna. «Ma, quando vuoi, potremmo dare<br />

un'altra occhiata in soffitta».<br />

L'incontro del giorno successivo fu carico <strong>di</strong> tensione. Tutti avevano i<br />

nervi a fior <strong>di</strong> pelle. Ed era chiaro che Faye aveva un secondo fine.<br />

Voleva parlare esclusivamente del teschio. Avrebbero dovuto usarlo,<br />

<strong>di</strong>sse, e subito. «Ok, allora, se non vogliamo usarlo, almeno <strong>di</strong>amogli<br />

124


un'occhiata. Proviamo ad attivarlo, ve<strong>di</strong>amo se ci sono <strong>delle</strong> impronte<br />

residue».<br />

Diana continuava a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no. Nessuna occhiata. Nessuna attivazione.<br />

Prima andava purificato, e pulito. E Faye sapeva che un buon lavoro<br />

richiedeva settimane. Fintanto che la leader era Diana...<br />

Faye <strong>di</strong>sse che <strong>di</strong> questo passo Diana non sarebbe rimasta al comando<br />

ancora per molto. Anzi, se continuava a negare il permesso <strong>di</strong> testare il<br />

teschio, lei stessa avrebbe chiesto il voto anticipato, senza aspettare<br />

novembre. Era questo che voleva?<br />

Cassie non capiva. Come si testa un teschio? Come lo si pulisce? Ma la<br />

<strong>di</strong>scussione era così accesa che nessuno pensò <strong>di</strong> spiegarglielo.<br />

Per tutto il tempo, Cassie cercò <strong>di</strong> non guardare Adam. Prima<br />

dell'incontro lui aveva cercato <strong>di</strong> parlarle, ma Cassie era riuscita a evitarlo.<br />

Si attenne caparbiamente alla sua decisione, anche se l'energia necessaria a<br />

ignorarlo la spossò. Si impose <strong>di</strong> non guardargli i capelli, che erano<br />

cresciuti <strong>di</strong> qualche centimetro dall'ultima volta che lo aveva visto, o la<br />

bocca, meravigliosa e attraente come mai. Cercò <strong>di</strong> non pensare al suo<br />

corpo sinuoso e scolpito sulla spiaggia <strong>di</strong> Cape Cod, alle lunghe gambe<br />

nude. E, soprattutto, si sforzò <strong>di</strong> non guardarlo negli occhi.<br />

L'unica cosa che Cassie dedusse dall'incontro fu che Diana si trovava in<br />

una posizione precaria. Leader "temporanea" significava che la congrega<br />

poteva votare in qualunque momento e destituirla, anche se il voto<br />

ufficiale era a novembre. E Faye, che voleva prendere il suo posto, era<br />

chiaramente in cerca <strong>di</strong> appoggio.<br />

Aveva convinto i fratelli Henderson <strong>di</strong>cendo loro che il teschio li<br />

avrebbe aiutati a trovare l'assassino <strong>di</strong> Kori, ed era riuscita anche ad<br />

accaparrarsi il favore <strong>di</strong> Sean, limitandosi a terrorizzarlo. Deborah e Suzan,<br />

ovviamente, erano dalla sua parte.<br />

Erano in sei. Il che avrebbe voluto significare che gli altri sei erano dalla<br />

parte <strong>di</strong> Diana: ma Nick rifiutò <strong>di</strong> schierarsi. Si era presentato all'incontro,<br />

ma era rimasto tutto il tempo seduto a fumare e a osservarli, come fosse<br />

altrove. Quando gli chiesero del teschio, rispose che la cosa non gli<br />

importava.<br />

«Siamo la maggioranza», <strong>di</strong>sse Faye a Diana, gli occhi che brillavano<br />

trionfanti. «O ci lasci usare il teschio... oppure votiamo adesso e ve<strong>di</strong>amo<br />

se sarai ancora tu a comandare».<br />

Diana aveva la mascella serrata. «Va bene», <strong>di</strong>sse seccamente. «Sabato<br />

proveremo ad attivarlo e basta, niente <strong>di</strong> più. È abbastanza presto per te?».<br />

125


Faye annuì con benevolenza. Aveva vinto, e lo sapeva. «Sabato sera»,<br />

<strong>di</strong>sse, e sorrise.<br />

Il funerale <strong>di</strong> Kori si tenne il venerdì. Cassie pianse con gli altri membri<br />

del club durante la funzione. Al cimitero, Doug Henderson e Jimmy Clark,<br />

il ragazzo che Kori aveva frequentato durante l'estate, si azzuffarono.<br />

Dovette intervenire l'intero club per separarli. Gli adulti sembravano<br />

spaventati, all'idea <strong>di</strong> toccarli.<br />

Il sabato seguente era una giornata tersa e fredda. Dopo aver trascorso la<br />

maggior parte della giornata a fingere <strong>di</strong> leggere un libro, nel tardo<br />

pomeriggio Cassie andò a casa <strong>di</strong> Diana. Era in ansia per la cerimonia del<br />

teschio, ma ancor più per Adam. "Qualunque cosa succeda", si <strong>di</strong>sse,<br />

"qualunque cosa, nessuno saprà quel che provo. Resterà un segreto, anche<br />

a costo <strong>di</strong> morirne".<br />

Diana sembrava stanca, come se non avesse dormito a sufficienza. Dal<br />

giorno dell'iniziazione – da quando era tornato Adam – era la prima volta<br />

che lei e Cassie rimanevano sole. Seduta nella stanza meravigliosa <strong>di</strong><br />

Diana, mentre fissava i prismi appesi al cornicione della finestra, Cassie<br />

quasi poteva illudersi che Adam non fosse mai arrivato, che neppure<br />

esistesse. Le cose sarebbero state molto più semplici; e lei sarebbe stata<br />

felice <strong>di</strong> rimanere sola con Diana.<br />

Notò alcune stampe, simili a quelle viste la prima volta che aveva<br />

visitato la stanza <strong>di</strong> Diana.<br />

«Anche queste sono dee?», chiese.<br />

«Sì. Questa è Persefone, figlia della dea <strong>delle</strong> messi». La voce <strong>di</strong> Diana<br />

era debole per la stanchezza, ma sorrise. La stampa mostrava una ragazza<br />

slanciata che raccoglieva dei fiori. Era primavera, e il suo volto gioioso: la<br />

dea era felice semplicemente perché era viva e giovane.<br />

«E quella?»<br />

«Quella è Atena. Era la dea della saggezza. Come Artemide, la dea della<br />

caccia, non si sposò mai. Gli altri dèi andavano da lei in cerca <strong>di</strong> consigli».<br />

Era alta, con una fronte spaziosa e occhi grigi chiari e tranquilli. "Be',<br />

certo che sono grigi, è una stampa in bianco e nero", si <strong>di</strong>sse Cassie. Ma in<br />

qualche modo sapeva che quegli occhi erano davvero grigi, pieni <strong>di</strong> una<br />

profonda e fredda saggezza.<br />

Passò alla stampa successiva. «E questa...».<br />

Fu interrotta da alcune voci che venivano dal piano <strong>di</strong> sotto. «Ehi? C'è<br />

nessuno? La porta era aperta».<br />

126


«Salite», gridò Diana. «Mio padre è al lavoro... come sempre».<br />

«Tieni», <strong>di</strong>sse Laurel fermandosi sulla porta. «Li ho raccolti per strada.<br />

Ho pensato che potessero piacerti». Diede a Diana un mazzo <strong>di</strong> fiori<br />

assortiti.<br />

«Oh, <strong>delle</strong> saponarie! Guardate che bel colore rosa! Le essiccherò per<br />

farci del sapone. E bocche <strong>di</strong> leone selvatiche e dolci meliloti. Vado a<br />

prendere un vaso».<br />

«Volevo portare <strong>delle</strong> rose per il tuo giar<strong>di</strong>no, ma le abbiamo usate tutte<br />

per purificare il teschio».<br />

Melanie sorrise a Cassie. «Allora, che ci <strong>di</strong>ce la nostra nuova strega?»,<br />

<strong>di</strong>sse, con una traccia <strong>di</strong> calore negli occhi grigi e fred<strong>di</strong>. «Totalmente<br />

confusa?»<br />

«Be', un po' sì. Cioè...». Cassie scelse a caso una <strong>delle</strong> cose che non<br />

comprendeva. «Come si purifica un teschio con le rose?»<br />

«Questo dovresti chiederlo a Laurel, è lei l'esperta <strong>di</strong> piante».<br />

«E a Melanie», <strong>di</strong>sse Laurel, «lei è l'esperta <strong>di</strong> pietre e cristalli, e questo<br />

è un teschio <strong>di</strong> cristallo».<br />

«Ma cos'è esattamente un cristallo?», chiese Cassie. «Credo <strong>di</strong> non<br />

sapere neppure questo».<br />

«Ok». Melanie si sedette alla scrivania, mentre Diana sistemava i fiori<br />

nel vaso. Laurel e Cassie si accomodarono sul letto. Cassie moriva dalla<br />

voglia <strong>di</strong> scoprire a quali ingre<strong>di</strong>enti facesse ricorso il circolo per mettere<br />

in pratica le sue magie. Anche se non avrebbe mai lanciato l'incantesimo<br />

che desiderava, restava pur sempre una strega.<br />

«Be', per qualcuno un cristallo non è che "acqua fossilizzata"», <strong>di</strong>sse<br />

Melanie, parlando con un finto tono <strong>di</strong> serietà. «L'acqua si combina con un<br />

elemento dandogli modo <strong>di</strong> crescere. Ma io preferisco pensare ai cristalli<br />

come a una spiaggia».<br />

Laurel sbuffò; Cassie sorrise. «Una spiaggia?»<br />

Melanie sorrise. «Sì. Una spiaggia è composta <strong>di</strong> sabbia e acqua, giusto?<br />

E la sabbia è composta <strong>di</strong> silicio. Nelle giuste con<strong>di</strong>zioni, il silicio si<br />

combina con l'acqua e forma anidride silicica, cioè quarzi <strong>di</strong> cristallo.<br />

Dunque, acqua più sabbia più alte temperature più pressione uguale<br />

cristalli. I resti <strong>di</strong> un'antica spiaggia».<br />

Cassie era incantata. «Ed è <strong>di</strong> questo che è fatto il teschio?»<br />

«Sì, <strong>di</strong> quarzo chiaro. Ci sono anche altri tipi <strong>di</strong> quarzo, <strong>di</strong> vari colori.<br />

L'ametista, per esempio, è viola. Laurel, per caso ne indossi?»<br />

«Che domande. A maggior ragione con la cerimonia <strong>di</strong> stanotte». Laurel<br />

127


scostò i lunghi capelli castano chiaro per mostrare a Cassie un paio <strong>di</strong><br />

orecchini <strong>di</strong> cristallo viola scuro. «Adoro l'ametista», spiegò. «Ha un<br />

effetto lenitivo e rilassante. Se l'indossi con del quarzo rosa ti aiuta ad<br />

attirare l'amore».<br />

Cassie sentì stringersi lo stomaco. Fintanto che non toccavano argomenti<br />

come l'amore lei sarebbe stata bene. «Quali altri pietre esistono?», chiese a<br />

Melanie.<br />

«Oh, una miriade. Alla famiglia dei quarzi appartiene il citrino, che<br />

Deborah indossa spesso. È <strong>di</strong> colore giallo e giova all'attività fisica.<br />

Energia. Fitness. Questo genere <strong>di</strong> cose».<br />

«Deborah avrebbe bisogno <strong>di</strong> meno energia», mormorò Laurel.<br />

«A me piace indossare la giada», proseguì Melanie, ruotando il polso<br />

sinistro per mostrare a Cassie una pietra ovale verde pallido incastonata in<br />

un bracciale meraviglioso. «La giada infonde pace, calma. E migliora la<br />

luci<strong>di</strong>tà mentale».<br />

Cassie parlò esitando: «Ma... funzionano davvero? Voglio <strong>di</strong>re, i seguaci<br />

della New Age parlano <strong>di</strong> cristalli, ma...».<br />

«I cristalli non sono New Age», <strong>di</strong>sse Melanie rivolgendo uno sguardo<br />

pacificatore a Laurel che sembrava sul punto <strong>di</strong> cominciare una<br />

<strong>di</strong>scussione. «Le gemme grezze venivano usate già dalle popolazioni<br />

antiche, e a volte anche per le ragioni giuste. Il problema è che sono buone<br />

nella misura in cui lo è chi se ne serve. Possono accumulare energia e<br />

aiutarti a evocare i poteri, ma solo se hai il talento per farlo. E quin<strong>di</strong> per la<br />

maggior parte della gente sono inutili».<br />

«Ma non per noi», <strong>di</strong>sse Laurel. «Anche se non sempre funzionano<br />

come vorresti. Le cose possono sfuggirti <strong>di</strong> mano. Ricordate quando Suzan<br />

venne quasi aggre<strong>di</strong>ta durante quella partita <strong>di</strong> football perché si presentò<br />

ricoperta <strong>di</strong> cornalina? Credevo che sarebbe scoppiata una rivolta».<br />

Melanie rise: «La cornalina è arancione e molto... stimolante», <strong>di</strong>sse a<br />

Cassie. «Se ne fai un uso sbagliato rischi <strong>di</strong> sovreccitare la gente. Suzan<br />

stava cercando <strong>di</strong> fare colpo sul quarterback, ma riuscì ad attirare quasi<br />

tutta la squadra. Non <strong>di</strong>menticherò mai, quando si chiuse in bagno e<br />

cominciò a staccarsi la cornalina dai vestiti». Cassie scoppiò a ridere<br />

immaginandosi la scena.<br />

«Non bisogna indossare pietre arancioni o rosse troppo a lungo»,<br />

aggiunse Laurel ridendo. «Ma ovviamente Suzan fa sempre <strong>di</strong> testa sua.<br />

Come Faye».<br />

«Infatti», <strong>di</strong>sse Cassie. «Faye porta una pietra rossa al collo».<br />

128


«È un rubino stellato», <strong>di</strong>sse Melanie. «Sono pietre rare, e quello in<br />

particolare è molto potente. È in grado <strong>di</strong> amplificare la passione – o la<br />

rabbia – molto rapidamente».<br />

C'era qualcos'altro che Cassie voleva chiedere. O meglio, che doveva<br />

chiedere, che lo volesse o no. «Che mi <strong>di</strong>te del calcedonio?», chiese con<br />

aria in<strong>di</strong>fferente. «Ha qualche pregio?»<br />

«Oh, sì. Ha un'influenza protettiva... Può proteggerti dalle brutture del<br />

mondo. Ora che ci penso, Diana, non ne hai dato...?»<br />

«Sì», <strong>di</strong>sse Diana, che era rimasta seduta alla finestra ad ascoltare in<br />

silenzio. Adesso stava sorridendo debolmente al ricordo <strong>di</strong> qualcosa. «Ho<br />

dato a Adam una rosa <strong>di</strong> calcedonio quando è partito in estate. È un tipo<br />

particolare <strong>di</strong> calcedonio», spiegò a Cassie. «È piatto e tondeggiante e al<br />

suo interno ha un motivo a spirali; ricorda i petali <strong>di</strong> una rosa. Al suo<br />

interno, sono incastonati piccoli cristalli <strong>di</strong> quarzo».<br />

"È qualcosa <strong>di</strong> simile a piccoli gusci <strong>di</strong> conchiglia sul dorso", pensò<br />

Cassie. Stava male. Persino il regalo <strong>di</strong> Adam apparteneva a Diana.<br />

«Cassie?». Guardavano tutte lei.<br />

«Scusate», <strong>di</strong>sse aprendo gli occhi e fingendo un sorriso. «Sto bene. Io...<br />

io credo <strong>di</strong> essere un po' nervosa per stanotte. Qualunque cosa faremo».<br />

Le tre ragazze <strong>di</strong>vennero imme<strong>di</strong>atamente solidali. Diana annuì con<br />

forza, mostrando più vivacità <strong>di</strong> quanta ne avesse mostrata da quando era<br />

arrivata Cassie. «Anch'io sono preoccupata», <strong>di</strong>sse. «È troppo presto. Non<br />

è ancora il momento... Ma non abbiamo scelta».<br />

Melanie si rivolse a Cassie: «Ve<strong>di</strong>, il teschio ha assorbito l'energia <strong>di</strong><br />

chiunque lo abbia utilizzato per ultimo. Come l'impronta <strong>di</strong> quello che è<br />

stato fatto, e <strong>di</strong> chi l'ha fatto. Noi vogliamo scoprire queste impronte. Ci<br />

concentreremo sul teschio e vedremo cosa ha da <strong>di</strong>rci. C'è la possibilità<br />

che non saremo in grado <strong>di</strong> attivarlo. A volte solo una determinata persona<br />

può farlo, o un co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> suoni, luci o movimenti. Ma se dovessimo<br />

riuscirci, e se ritenessimo che è sicuro, potremmo utilizzare la sua energia<br />

per scoprire <strong>delle</strong> cose. Come l'assassino <strong>di</strong> Kori».<br />

«Più grosso è il cristallo e più energia c'è al suo interno», <strong>di</strong>sse<br />

tetramente Diana. «E questo cristallo è enorme».<br />

«Ma perché la vecchia congrega gli ha dato la forma <strong>di</strong> un teschio?»,<br />

chiese Cassie.<br />

«Non è stata la congrega», <strong>di</strong>sse Melanie. «Non sappiamo chi sia stato<br />

l'artefice <strong>di</strong> questo teschio, ma <strong>di</strong> certo ha molto più <strong>di</strong> trecento anni. Ci<br />

sono altri teschi <strong>di</strong> cristallo sparsi per il mondo: il Teschio britannico<br />

129


conservato al museo dell'Umanità in Inghilterra, e il Teschio dei Templari,<br />

nelle mani <strong>di</strong> una società segreta in Francia. La nostra vecchia congrega<br />

riuscì chissà come a ritrovare questo, e lo utilizzò».<br />

«Lo utilizzava Black John», la corresse Diana. «Vorrei che Adam avesse<br />

trovato qualsiasi altro Strumento Supremo. Questo era il suo, il favorito <strong>di</strong><br />

Black John. Ho il sospetto che lo abbia usato per sbarazzarsi <strong>di</strong> alcune<br />

persone. Ho paura che stanotte... non so. Ho paura che succederà qualcosa<br />

<strong>di</strong> terribile».<br />

«Non lasceremo che accada», <strong>di</strong>sse una voce nuova alla porta. Il cuore<br />

<strong>di</strong> Cassie rallentò e il sangue le incen<strong>di</strong>ò le guance.<br />

«Adam», <strong>di</strong>sse Diana. Quando lui si avvicinò alla finestra per baciarla,<br />

la ragazza si rilassò visibilmente. Poi, Adam si sedette accanto a lei.<br />

Sembrava sempre più tranquilla e raggiante quando c'era lui al suo fianco.<br />

«La cerimonia <strong>di</strong> stanotte avverrà nella massima sicurezza», <strong>di</strong>sse Adam.<br />

«E, se dovesse manifestarsi qualcosa <strong>di</strong> pericoloso, la interromperemo<br />

imme<strong>di</strong>atamente. Hai già preparato il garage?»<br />

«No, aspettavo te. Possiamo occuparcene adesso». Quando Diana aprì il<br />

grosso arma<strong>di</strong>o, Cassie vide il teschio <strong>di</strong> cristallo adagiato su un letto <strong>di</strong><br />

petali <strong>di</strong> rosa, sopra una pirofila <strong>di</strong> pyrex.<br />

«Sembra la testa <strong>di</strong> Giovanni Battista», mormorò.<br />

«L'ho pulito con acqua piovana e sale», <strong>di</strong>sse Diana. «Ma avrebbe<br />

bisogno <strong>di</strong> un trattamento completo con essenze floreali e cristalli, e poi <strong>di</strong><br />

essere sepolto nella sabbia umida per qualche settimana».<br />

«Prenderemo ogni precauzione», <strong>di</strong>sse Adam. «Un triplo cerchio <strong>di</strong><br />

protezione. Andrà tutto bene». Prese il teschio, con qualche petalo ancora<br />

attaccato, e si <strong>di</strong>resse in garage con Diana. Cassie lo vide andar via.<br />

«Non essere nervosa», le <strong>di</strong>sse Melanie. «Non dovrai fare nulla durante<br />

la cerimonia. Non ne saresti capace; ci vuole tempo per apprendere la<br />

<strong>di</strong>vinazione dei cristalli – anni, <strong>di</strong> solito. Non dovrai far altro che restare<br />

seduta e non spezzare il circolo».<br />

Cassie cercò <strong>di</strong> non far caso al tono con<strong>di</strong>scendente nella sua voce.<br />

«Ascoltate, qualcuno potrebbe accompagnarmi a casa?», <strong>di</strong>sse. «C'è<br />

qualcosa che vorrei prendere».<br />

Il garage <strong>di</strong> Diana era vuoto; o meglio, non c'erano auto. Il pavimento<br />

era spoglio e pulito, tranne che per un cerchio tracciato con del gesso<br />

bianco.<br />

«Mi <strong>di</strong>spiace farvi sedere sul cemento», <strong>di</strong>sse Diana, «ma preferisco che<br />

130


la cerimonia si tenga al chiuso. Non correremo il rischio che il vento<br />

spenga qualche candela».<br />

Al centro del cerchio c'erano <strong>delle</strong> candele bianche che formavano un<br />

anello più piccolo, al cui interno c'era una scatola <strong>di</strong> scarpe con sopra un<br />

oggetto coperto da un drappo nero.<br />

«Va bene», <strong>di</strong>sse Diana ai membri del club, che nel frattempo erano<br />

arrivati in gruppetti. «Cominciamo».<br />

Diana indossava l'abito bianco e i gioielli della volta precedente. Cassie<br />

ormai sospettava che il <strong>di</strong>adema e il bracciale – e forse persino la<br />

giarrettiera – avessero qualche significato mistico. Guardò Diana "attivare"<br />

il cerchio percorrendone la circonferenza prima con un pugnale, poi con<br />

acqua, poi ancora con incenso e infine con una candela accesa. Terra,<br />

acqua, aria e fuoco. Vennero pronunciati anche degli incantesimi, che<br />

Cassie cercò <strong>di</strong> seguire. Ma quando tutti si sedettero intorno al cerchio,<br />

ginocchio contro ginocchio come Diana li aveva istruiti, qualsiasi interesse<br />

nella cerimonia vera e propria si volatilizzò dalla mente <strong>di</strong> Cassie.<br />

Sedeva tra Adam e Faye. Non sapeva come potesse essere successo.<br />

Aveva previsto che si sarebbe sistemata accanto a Sean, ma Faye si era<br />

intromessa tra loro. Forse Faye non voleva sedersi accanto a Adam. Be',<br />

neppure Cassie, anche se il motivo era completamente <strong>di</strong>verso.<br />

Il suo ginocchio premeva contro quello <strong>di</strong> Adam, come da istruzioni <strong>di</strong><br />

Diana. Cassie riusciva a sentire il calore che Adam sprigionava, il suo<br />

vigore fisico. E non riusciva a pensare ad altro.<br />

Dall'altra lato, contro il suo fianco, Faye emanava un intenso profumo<br />

tropicale. Le dava leggermente alla testa.<br />

Le luci si spensero.<br />

Cassie si chiese come ciò fosse accaduto; era certa che nessuno aveva<br />

lasciato il circolo. Ma i pannelli fluorescenti sul soffitto si erano spenti<br />

improvvisamente.<br />

Nel garage era calato il buio più totale. L'unica luce proveniva dalla<br />

candela che Diana aveva in mano. Cassie riusciva a vedere solo il volto<br />

della leader.<br />

«Va bene», <strong>di</strong>sse Diana con calma. «Ci de<strong>di</strong>cheremo soltanto alle tracce<br />

residue. Nient'altro; nessuno cercherà più a fondo finché non sapremo con<br />

cosa abbiamo davvero a che fare. E non ho certo bisogno <strong>di</strong> ricordarvi che,<br />

qualunque cosa succeda, non dovete rompere il circolo». Pronunciando<br />

queste parole, la ragazza non guardò Cassie, ma molti degli altri membri lo<br />

fecero, come sottintendendo che invece Diana aveva bisogno <strong>di</strong> ricordarlo.<br />

131


Diana avvicinò la sua candela a quella <strong>di</strong> Melanie. La fiammella<br />

raddoppiò. Poi Melanie avvicinò la sua a quella <strong>di</strong> Deborah, e le fiamme<br />

<strong>di</strong>vennero tre.<br />

Il fuoco continuò a passare <strong>di</strong> candela in candela finché Laurel avvicinò<br />

la sua a quella <strong>di</strong> Adam. La mano <strong>di</strong> Cassie tremò, quando tese la candela<br />

verso il ragazzo con i capelli rossi. Sperava che tutti gli altri pensassero<br />

che il suo tremito fosse dettato da semplice nervosismo.<br />

Quando le do<strong>di</strong>ci candele furono accese, vennero poggiate sulle<br />

rispettive pozze <strong>di</strong> cera sul pavimento <strong>di</strong> cemento. Ogni candela emanava<br />

un po' <strong>di</strong> luce e proiettava grosse ombre scure sul muro.<br />

Diana si <strong>di</strong>resse verso l'oggetto posto al centro del circolo formato dalle<br />

candele e tirò via il drappo nero.<br />

Cassie rimase senza fiato.<br />

Il teschio era rivolto nella sua <strong>di</strong>rezione, le orbite cave che la fissavano.<br />

Ma non era questa la cosa più allarmante. Il teschio stava brillando. Il<br />

cristallo rifletteva e rifrangeva le fiammelle <strong>delle</strong> candele. Sembrava<br />

quasi... vivo.<br />

Tutte le schiene si raddrizzarono per la tensione.<br />

«Adesso», <strong>di</strong>sse Diana, «trovate un punto che vi interessa all'interno del<br />

teschio. Concentratevi su <strong>di</strong> esso, osservatene i dettagli. Poi cercatene altri.<br />

Continuate a guardare fino a che non vi sentirete attratti al suo interno».<br />

"Un punto che vi interessa?", pensò Cassie. Ma quando guardò con più<br />

attenzione il cristallo che brillava, si accorse che la sua superficie non era<br />

completamente pulita. Al suo interno c'erano fili <strong>di</strong> ragnatele, quel che<br />

sembravano volute <strong>di</strong> fumo e crepe che, simili a prismi, davano vita a<br />

paesaggi in miniatura. Più guardava, e più dettagli in<strong>di</strong>viduava.<br />

"Quella sembra una spirale o un tornado", pensò. "Mentre quella...<br />

quella sembra quasi una porta. E lì c'è un volto.<br />

Distolse velocemente lo sguardo con lo stomaco che le si contorceva.<br />

Non essere sciocca, sono solo imperfezioni del cristallo, si <strong>di</strong>sse.<br />

Aveva paura a guardare <strong>di</strong> nuovo. Ma nessun altro sembrava turbato. Le<br />

loro ombre si stagliavano e guizzavano sulle pareti, ma tutti gli occhi erano<br />

fissi sul teschio.<br />

"Guardalo! Ora", comandò a se stessa.<br />

Quando si voltò nuovamente verso il teschio, il volto sfocato era sparito.<br />

"Ecco, questo <strong>di</strong>mostra che era solo uno scherzo della luce", pensò. Il<br />

teschio, però, aveva sviluppato un'altra qualità inquietante. Sembrava che<br />

qualcosa al suo interno si stesse muovendo. Era come se il cranio fosse<br />

132


composto <strong>di</strong> acqua, tenuta insieme da uno spesso strato <strong>di</strong> pelle, e qualcosa<br />

vi galleggiasse placidamente.<br />

"Oh, smettila, e scegli un dettaglio su cui concentrati", or<strong>di</strong>nò a se<br />

stessa. "La porta, guardala. È ferma, non si muove".<br />

Guardò la piccola crepa prismatica nell'orbita sinistra, dove avrebbe<br />

dovuto trovarsi la pupilla. Sembrava una porta socchiusa da cui proveniva<br />

della luce.<br />

"Guardala. Nota i dettagli".<br />

Il capogiro causato dal profumo <strong>di</strong> Faye si estese a tutto il corpo. Stava<br />

guardando – solo guardando. Riusciva a vedere la porta. Più la osservava<br />

con attenzione, più sembrava grande. O forse si stava avvicinando.<br />

Sì, era più vicina... Cassie stava perdendo la cognizione dello spazio. Il<br />

teschio era enorme, adesso, sembrava che non avesse più confini o forma.<br />

La circondava. Era <strong>di</strong>ventato il mondo. La porta si trovava proprio davanti<br />

ai suoi occhi.<br />

Cassie era dentro il teschio.<br />

15<br />

Ora la porta non era più piccola, ma a grandezza naturale, abbastanza<br />

larga da poterci passare. Era socchiusa, e dall'interno, oltre l'uscio, filtrava<br />

una luce colorata.<br />

Dentro il teschio, Cassie guardava la porta con la testa che le<br />

formicolava. "Se fossi in grado <strong>di</strong> aprirla, riuscirei a entrarci?", si chiese.<br />

Ma come aprirla?<br />

Forse se lo avesse pensato... Ma non sembrava funzionare. Che aveva<br />

detto Melanie? Qualcosa a proposito del fatto che i cristalli aiutano a<br />

invocare i poteri. Quali poteri potevano avere a che fare col quarzo chiaro?<br />

Terra e acqua? Al posto <strong>di</strong> sabbia e mare?<br />

Sembrava quasi l'inizio <strong>di</strong> una poesia.<br />

Terra e acqua, sabbia e mare<br />

Se io lo voglio, così deve andare...<br />

Si concentrò sulla porta, desiderando <strong>di</strong> aprirla. E, mentre la fissava,<br />

sembrava che dal suo interno filtrasse sempre più luce colorata. Sempre <strong>di</strong><br />

più... <strong>di</strong> più. "Continua ad aprirla. Lascia che ti attiri a sé". Adesso Cassie<br />

fluttuava davanti all'ingresso. La porta era enorme, come quella <strong>di</strong> una<br />

133


cattedrale. E si stava aprendo... lentamente... Cassie era immersa nella luce<br />

colorata.<br />

"Ora! Entra!".<br />

Ma un urlo riecheggiò nel garage.<br />

Era un urlo <strong>di</strong> terrore, acuto e violento, che lacerò il silenzio. La porta si<br />

bloccò, e Cassie si sentì spinta all'in<strong>di</strong>etro. La porta prese a in<strong>di</strong>etreggiare,<br />

sempre più velocemente. Poi, un istante prima <strong>di</strong> essere sbalzata fuori dal<br />

teschio, Cassie vide un volto. Lo stesso volto <strong>di</strong> prima. Ma questa volta<br />

non in<strong>di</strong>etreggiava, anzi: stava andando verso <strong>di</strong> lei. Stava crescendo.<br />

Sempre più grande e più veloce... Avrebbe <strong>di</strong>strutto il cristallo. Avrebbe...<br />

«No!», urlò Diana.<br />

Nello stesso istante, Cassie avvertì una opprimente sensazione <strong>di</strong><br />

malvagità. Qualcosa che stava per arrivarle addosso a una velocità<br />

incre<strong>di</strong>bile. Qualcosa che andava fermata.<br />

Non seppe mai con esattezza quel che successe dopo. Sean era seduto<br />

accanto a Faye. Forse si era mosso; forse era andato nel panico e aveva<br />

cercato <strong>di</strong> darsela a gambe. In ogni caso ci fu un tafferuglio. Sembrava che<br />

Faye volesse fare qualcosa e che Sean stesse cercando <strong>di</strong> fermarla, o forse<br />

era il contrario. Stavano litigando. Diana urlava: «No, no!». Cassie non<br />

sapeva che fare.<br />

Faye sbandò in avanti e Cassie sentì venir meno la pressione del suo<br />

ginocchio contro il proprio. Il circolo era stato spezzato, e la candela <strong>di</strong><br />

Faye si era spenta.<br />

In quel momento anche le altre candele si spensero, come se una folata<br />

<strong>di</strong> vento avesse soffiato nel garage. Imme<strong>di</strong>atamente, Cassie avvertì che la<br />

cosa che stava andando verso <strong>di</strong> lei aveva ormai raggiunto i confini del<br />

cristallo. Si riversò fuori dal teschio e superò le candele spente e fumanti.<br />

Cassie non sapeva come fosse stata in grado <strong>di</strong> vederla – il garage era nero<br />

come la pece. Ma poteva sentirla. Riusciva a percepire quell'essere come<br />

costituito <strong>di</strong> un'oscurità più profonda del buio normale che colmava la<br />

stanza. La "presenza" le passò accanto a tutta velocità, sollevandole i<br />

capelli. La ragazza tese un braccio in avanti per proteggersi il volto, ma<br />

ormai la "cosa" era andata.<br />

Qualcuno piangeva debolmente nell'oscurità.<br />

Poi tornò la calma.<br />

«Accendete le luci», gemette qualcuno.<br />

All'improvviso, Cassie riuscì <strong>di</strong> nuovo a vedere. Adam era in pie<strong>di</strong><br />

accanto all'interruttore. Anche Diana era in pie<strong>di</strong>, il viso bianco e<br />

134


terrorizzato. Tutti i volti intorno al cerchio emanavano allarme e paura,<br />

tranne quello <strong>di</strong> Nick, impassibile come sempre.<br />

Faye era seduta. Sembrava fosse stata scagliata all'in<strong>di</strong>etro da una forza<br />

tremenda. Parlò a Sean con la rabbia che le ardeva negli occhi: «Mi hai<br />

spinta!».<br />

«Non è vero!». Sean si guardò intorno in cerca <strong>di</strong> sostegno. «Voleva<br />

prendere il teschio! Si è allungata in avanti per prenderlo!».<br />

«Piccolo verme bugiardo! Tu stavi cercando <strong>di</strong> scappare. Stavi per<br />

spezzare il circolo».<br />

«Lei...».<br />

«Non ho fatto niente!».<br />

«È tutto a posto!», urlò Diana.<br />

Adam la raggiunse. «Non importa chi ha fatto cosa», <strong>di</strong>sse con voce<br />

tesa. «Quel che importa è quella... energia... che è fuggita».<br />

«Quale energia?», chiese Faye bruscamente, esaminandosi i gomiti in<br />

cerca <strong>di</strong> ferite.<br />

«L'energia che ti ha buttata a terra», <strong>di</strong>sse tetramente Diana.<br />

«Sono caduta. Perché questo essere spregevole mi ha spinta».<br />

«No», <strong>di</strong>sse Cassie prima <strong>di</strong> potersi trattenere. Stava cominciando a<br />

tremare a scoppio ritardato. «L'ho avvertita anch'io. Qualcosa è uscito dal<br />

teschio».<br />

«Tu l'hai sentita. Ha parlato l'esperta». Faye le rivolse un'occhiata piena<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo e avversione. Cassie guardò gli altri, ancora seduti, e fu<br />

sorpresa <strong>di</strong> leggere l'incertezza sui loro volti. Certamente l'avevano<br />

avvertita anche loro, o no?<br />

«Ho sentito... qualcosa», <strong>di</strong>sse Melanie. «Qualcosa <strong>di</strong> oscuro all'interno<br />

del teschio. Una specie <strong>di</strong> energia negativa».<br />

«Qualunque cosa fosse, è fuggita quando il circolo si è spezzato», <strong>di</strong>sse<br />

Adam. Poi guardò Diana: «È colpa mia. Non avrei dovuto lasciare che<br />

accadesse».<br />

«Vuoi <strong>di</strong>re che avresti dovuto tenerci nascosta l'esistenza del teschio?»,<br />

<strong>di</strong>sse aspramente Faye. «Per usarlo a tuo piacimento».<br />

«Che <strong>di</strong>fferenza fa?», urlò Laurel dall'altro lato del circolo. «Se qualcosa<br />

è fuggita dal teschio, adesso è là fuori. A fare Dio solo sa cosa».<br />

«È... cattiva», <strong>di</strong>sse Cassie. Avrebbe voluto <strong>di</strong>re "malvagia", ma<br />

sembrava una parola troppo melodrammatica. Tuttavia, ciò che aveva<br />

percepito nell'essere oscuro era malvagità allo stato puro. E volontà <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>struggere, <strong>di</strong> fare del male.<br />

135


«Dobbiamo fermarlo», <strong>di</strong>sse Adam.<br />

Suzan stava giocherellando con un bottone della sua camicetta.<br />

«Come?».<br />

Il silenzio che seguì fu lungo e insopportabile. Adam e Diana si<br />

guardavano a vicenda, come se stessero avendo una specie <strong>di</strong> oscura<br />

conversazione silente. Anche i fratelli Henderson si stavano telegrafando<br />

qualcosa con gli occhi, ma sembrava che un essere omicida e malvagio a<br />

spasso per la comunità non li preoccupasse. A <strong>di</strong>rla tutta, sembravano<br />

contenti.<br />

«Forse troverà chi ha ucciso Kori», <strong>di</strong>sse alla fine Chris.<br />

Diana lo fissò. «È questo che pensate?». Poi la sua espressione cambiò.<br />

«È a questo che pensavate quando lo stavamo stu<strong>di</strong>ando? È questo che<br />

desideravate?»<br />

«Avremmo dovuto solo provare a leggere le ultime impronte», <strong>di</strong>sse<br />

Melanie con una rabbia che Cassie trovò ine<strong>di</strong>ta.<br />

I fratelli Henderson si scambiarono un'occhiata e scrollarono le spalle.<br />

L'espressione <strong>di</strong> Deborah era un misto <strong>di</strong> severità e allegria. Suzan stava<br />

gingillandosi ancora con il bottone. Nick si alzò con il volto inespressivo.<br />

«Sembra che per stanotte sia tutto», <strong>di</strong>sse.<br />

Diana esplose.<br />

«Puoi <strong>di</strong>rlo forte!», urlò, con sorpresa <strong>di</strong> Cassie. Afferrò il teschio con<br />

entrambe le mani. «Lo metterò in un posto sicuro, come avrei dovuto fare<br />

sin dall'inizio. Avrei dovuto sapere che eravate troppo irresponsabili per<br />

averci a che fare». Stringendosi il teschio al petto, uscì <strong>di</strong> corsa dal garage.<br />

Faye si mise subito in azione, come un gatto che vede la coda guizzante<br />

<strong>di</strong> un topo. «Non credo sia stato un modo carino <strong>di</strong> parlarci», <strong>di</strong>sse con<br />

voce roca. «Non credo che si fi<strong>di</strong> <strong>di</strong> noi. Votiamo: quanti vogliono essere<br />

guidati da qualcuno che non si fida <strong>di</strong> noi?».<br />

Se gli sguar<strong>di</strong> potessero mutilare, quello <strong>di</strong> Melanie avrebbe potuto<br />

trasformare Faye in un tronco umano. «Oh, falla finita, Faye», <strong>di</strong>sse nel<br />

suo tono elegante. «An<strong>di</strong>amo, Laurel», aggiunse e si alzò per raggiungere<br />

Diana in casa.<br />

Cassie, non sapendo che fare, le seguì. Alle sue spalle sentì Adam che<br />

<strong>di</strong>ceva a Faye con una voce bassa e molto controllata: «Vorrei che fossi un<br />

maschio».<br />

E la risposta roca e beffarda <strong>di</strong> Faye: «Adam, non credevo che avessi<br />

certe inclinazioni!».<br />

Diana stava rimettendo il teschio sulla pirofila <strong>di</strong> pyrex quando Adam<br />

136


entrò alle spalle <strong>di</strong> Cassie. Raggiunse Diana e l'abbracciò.<br />

Lei si abbandonò tra le sue braccia per un istante, con gli occhi chiusi,<br />

ma non lo abbracciò. E subito dopo si <strong>di</strong>staccò da lui.<br />

«Sto bene. Sono solo arrabbiata con loro, e ho bisogno <strong>di</strong> pensare».<br />

Adam si sedette sul letto, passandosi una mano tra i capelli. «Avrei<br />

dovuto tenerglielo nascosto», <strong>di</strong>sse. «È colpa del mio stupido orgoglio...».<br />

«No», <strong>di</strong>sse Diana. «Sarebbe stato sbagliato nascondere al club qualcosa<br />

che gli appartiene».<br />

«Più sbagliato <strong>di</strong> lasciarglielo usare per ragioni stupide e malvagie?».<br />

Diana si voltò e si appoggiò all'arma<strong>di</strong>o.<br />

«A volte», <strong>di</strong>sse pacatamente Adam, «mi chiedo cosa stiamo facendo.<br />

Forse dovremmo lasciar perdere i vecchi poteri. Forse sbagliamo a pensare<br />

<strong>di</strong> poterli controllare».<br />

«Un potere è solo un potere», <strong>di</strong>sse Diana con voce stanca, senza<br />

voltarsi. «Non è buono o cattivo. Solo ciò che deci<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> farne lo è».<br />

«Ma forse nessuno può servirsene senza finire col procurare del male».<br />

Cassie ascoltava, desiderando essere altrove. Era consapevole che Adam<br />

e Diana, in un modo estremamente civile, stavano litigando. Incrociò lo<br />

sguardo <strong>di</strong> Laurel e si accorse che anche lei era a <strong>di</strong>sagio.<br />

«Non ci credo», <strong>di</strong>sse Diana con un filo <strong>di</strong> voce. «Non credo che<br />

l'umanità sia così terribile. Così malvagia».<br />

L'espressione <strong>di</strong> Adam era cupa e piena <strong>di</strong> speranza, come se volesse<br />

con<strong>di</strong>videre la fede <strong>di</strong> Diana.<br />

Cassie lo guardò in viso e sentì una fitta <strong>di</strong> dolore, seguita da un senso <strong>di</strong><br />

vertigine. Cercò un posto dove sedersi.<br />

Diana si voltò imme<strong>di</strong>atamente. «Stai bene? Sei pallida come un<br />

lenzuolo».<br />

Cassie annuì e scrollò le spalle. «Mi gira un po' la testa... Credo sia<br />

meglio che torni a casa».<br />

La rabbia era sparita dagli occhi <strong>di</strong> Diana. «Va bene», <strong>di</strong>sse. «Ma non<br />

voglio che vai da sola. Adam, ti va <strong>di</strong> accompagnarla? Potete passare dalla<br />

spiaggia, farete prima».<br />

Cassie aprì la bocca per l'orrore. Ma Adam si affrettò ad annuire.<br />

«Certo», <strong>di</strong>sse. «Ma non voglio che tu resti da sola...».<br />

«Melanie e Laurel restano qui», <strong>di</strong>sse Diana. «Voglio cominciare a<br />

purificare il teschio come si deve, con essenze floreali», <strong>di</strong>sse guardando<br />

Laurel. «E con altri cristalli», aggiunse rivolgendo lo sguardo verso<br />

Melanie. «Non m'interessa se ci vorrà tutta la notte. Voglio farlo ora. E<br />

137


voglio cominciare subito. In questo stesso istante».<br />

Le due ragazze annuirono. E anche Adam. «Va bene», <strong>di</strong>sse.<br />

Cassie, che era rimasta con la bocca aperta, improvvisamente pensò a<br />

qualcosa e annuì. La mano tastò meccanicamente il contenuto della tasca<br />

anteriore dei jeans.<br />

E fu così che si ritrovò a camminare in spiaggia con Adam.<br />

Non c'era la luna quella notte. Le stelle splendevano in modo feroce e<br />

gelido. Le onde ruggivano e sibilavano sulla riva.<br />

Per niente romantico. Grezzo. Primitivo. Tranne che per le deboli luci<br />

<strong>delle</strong> case sulla scogliera, avrebbero potuto trovarsi a migliaia <strong>di</strong><br />

chilometri dalla civiltà.<br />

Erano quasi arrivati allo stretto sentiero che portava al numero 12,<br />

quando Adam le pose la fatica domanda. Dentro <strong>di</strong> sé, Cassie sapeva che<br />

non avrebbe potuto evitarla per sempre.<br />

«Perché non vuoi che si sappia che ci conosciamo?», <strong>di</strong>sse<br />

semplicemente.<br />

Cassie tirò un respiro profondo. Era il momento <strong>di</strong> scoprire quanto<br />

valeva come attrice. Era molto calma; sapeva cosa doveva fare, e in<br />

qualche modo ce l'avrebbe fatta. Doveva farlo, per il bene <strong>di</strong> Diana... e <strong>di</strong><br />

Adam.<br />

«Oh, non lo so», <strong>di</strong>sse, e si meravigliò <strong>di</strong> quanto la sua voce suonasse<br />

<strong>di</strong>sinvolta. «Non volevo che qualcuno, tipo Suzan o Faye, si facesse<br />

un'idea sbagliata. Non ti <strong>di</strong>spiace, vero? Non mi sembrava così<br />

importante».<br />

Adam la stava guardando in modo strano, esitante, ma annuì. «Se è<br />

questo che vuoi, non ne farò parola con nessuno», <strong>di</strong>sse.<br />

Cassie si sentì sollevata, ma continuò a parlare a voce bassa.<br />

«Ok, grazie. Oh, a proposito», aggiunse, frugando in tasca. «Volevo<br />

ridarti questo. Tieni». Era strano come le sue <strong>di</strong>ta sembravano serrarsi sulla<br />

rosa <strong>di</strong> calcedonio, ma riuscì ad aprirle e lasciar cadere il cristallo nella<br />

mano <strong>di</strong> Adam. Ora giaceva sul suo palmo, i cristalli <strong>di</strong> quarzo che<br />

sembravano catturare un po' della luce <strong>delle</strong> stelle.<br />

«Grazie per avermelo prestato», <strong>di</strong>sse. «Ma adesso che sono una strega a<br />

tutti gli effetti, dovrò trovare le pietre che fanno per me. E inoltre», piegò<br />

le labbra in un sorriso provocatorio, «non vogliamo che qualcuno si faccia<br />

un'idea sbagliata anche su questo, vero?».<br />

In vita sua non era mai stata così con un ragazzo, stuzzicante,<br />

138


spensierata e sicura. Quasi che flirtasse senza dare a vederlo. Ed era così<br />

facile – non avrebbe mai immaginato che potesse essere così facile.<br />

Pensava fosse dovuto al fatto che stava interpretando una parte. Non era<br />

Cassie a parlare, ma qualcun altro, qualcuno che non aveva paura perché il<br />

peggio era passato e non c'era altro da temere.<br />

Un sorriso beffardo sfiorò le labbra <strong>di</strong> Adam, come se stesse<br />

rispondendo automaticamente al tono <strong>di</strong> Cassie, ma scomparve quasi<br />

subito. La stava fissando con forza, e Cassie fece <strong>di</strong> tutto per restituirgli<br />

uno sguardo dolce e innocente, come quello rivolto a Jordan sulla spiaggia<br />

quel giorno <strong>di</strong> agosto. "Cre<strong>di</strong>mi", pensò, e questa volta si fidò del potere<br />

dei propri pensieri, il potere a cui poteva attingere per rinforzare la propria<br />

volontà. " Terra e acqua, sabbia e mare. Se io lo voglio, così deve<br />

andare... Cre<strong>di</strong>mi, Adam, cre<strong>di</strong>mi. Cre<strong>di</strong>mi".<br />

Adam <strong>di</strong>stolse lo sguardo, voltandosi bruscamente verso l'oceano.<br />

Questo gesto ricordò a Cassie, con sua sorpresa, il modo in cui lei stessa si<br />

era liberata dallo sguardo ipnotico <strong>di</strong> Faye.<br />

«Sei cambiata», <strong>di</strong>sse, e c'era stupore nella sua voce. Poi tornò a<br />

rivolgerle il suo sguardo duro e implacabile. «Sei decisamente cambiata».<br />

«Certo. Adesso sono una strega», <strong>di</strong>sse Cassie. «Avresti dovuto <strong>di</strong>rmelo<br />

allora, mi sarei risparmiata un sacco <strong>di</strong> casini», aggiunse, in tono <strong>di</strong><br />

rimprovero.<br />

«Non lo sapevo. Riuscivo a sentire... qualcosa dentro <strong>di</strong> te, ma non avrei<br />

mai pensato che fossi una <strong>di</strong> noi».<br />

«Oh, be', tutto si è risolto per il meglio», si affrettò ad aggiungere<br />

Cassie. Non le piaceva che lui parlasse <strong>di</strong> quello che aveva avvertito in lei.<br />

Era troppo pericoloso. «Comunque, grazie per avermi accompagnata a<br />

casa. Abito qui».<br />

Gli rivolse un ultimo sorriso, si voltò e si affrettò lungo lo stretto<br />

sentiero. Non riusciva a crederci. Ce l'aveva fatta! Il sollievo era in realtà<br />

doloroso, e quando raggiunse la fine del sentiero e vide finalmente la casa<br />

della nonna, le sue ginocchia sembravano <strong>di</strong> gelatina. "Oh, grazie", pensò.<br />

«Aspetta», <strong>di</strong>sse una voce vivace e autoritaria alle sue spalle.<br />

"Avrei dovuto aspettarmelo, che non sarebbe stato così facile", pensò<br />

Cassie. Lentamente, con il volto inespressivo, ruotò su se stessa.<br />

La debole luce proveniente dall'alto rifletteva i lineamenti del volto <strong>di</strong><br />

Adam, che sostava sul promontorio con l'oceano alle spalle. Gli zigomi<br />

alti, le labbra allegre ed espressive. Ma adesso non c'era traccia <strong>di</strong> allegria.<br />

I suoi occhi erano intensi e penetranti come quella volta che aveva<br />

139


guardato Jordan e Logan in spiaggia: sprigionavano un potere che Cassie<br />

non riusciva a comprendere, e che la inquietava. Adesso quegli occhi la<br />

stavano spaventando.<br />

«Sei brava», le <strong>di</strong>sse. «Ma io non sono un i<strong>di</strong>ota. C'è qualcosa che mi<br />

stai nascondendo, e voglio sapere <strong>di</strong> cosa si tratta».<br />

«No che non lo vuoi». Le parole uscirono dalle sue labbra prima che<br />

riuscisse a fermarle, ma la loro schietta sincerità era inequivocabile.<br />

«Voglio <strong>di</strong>re... Non ti sto nascondendo niente».<br />

«Ascoltami», <strong>di</strong>sse Adam, e con sgomento <strong>di</strong> Cassie le si avvicinò. «La<br />

prima volta che ti ho incontrata», <strong>di</strong>sse, «non avevo idea che fossi una <strong>di</strong><br />

noi. Come potevo? Ma sapevo che eri <strong>di</strong>versa da quella tua sciocca amica.<br />

Non eri solo una ragazza carina come tante, ma qualcuno <strong>di</strong> speciale».<br />

"Carina? Crede che io sia carina?", stava pensando furiosamente Cassie.<br />

La calma chiara e <strong>di</strong>sperata la stava abbandonando, ma ci si aggrappò con<br />

tutte le sue forze. "Devi essere fredda e inespressiva", si or<strong>di</strong>nò. "Indaga in<br />

modo <strong>di</strong>screto. Non lasciar trapelare nulla".<br />

Adesso gli occhi <strong>di</strong> Adam brillavano e il suo volto strano e orgoglioso<br />

rivelava chiaramente la sua rabbia. Ma a confondere maggiormente Cassie<br />

era il dolore vivo che si intuiva in fondo a quegli occhi.<br />

«Eri <strong>di</strong>versa da qualunque esterna che avessi mai conosciuto, tu<br />

accettavi i misteri, persino le essenze mistiche, senza esserne spaventata o<br />

cercare <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggerli. Eri... aperta. Tollerante. Non o<strong>di</strong>avi né respingevi a<br />

priori ciò che era <strong>di</strong>verso».<br />

«Non tollerante quanto Diana. Diana è la più...».<br />

«Questo non ha nulla a che fare con Diana!», <strong>di</strong>sse, e Cassie capì che era<br />

sincero. Talmente sincero e schietto che l'idea del tra<strong>di</strong>mento non gli aveva<br />

mai sfiorato la mente.<br />

«Pensai», proseguì, «che potevo fidarmi <strong>di</strong> te. Che potevo persino<br />

mettere la mia vita nelle tue mani. E quando ti vi<strong>di</strong> tenere testa a Jordan –<br />

un tizio praticamente il doppio <strong>di</strong> te – capii che avevo ragione. È stata una<br />

<strong>delle</strong> cose più coraggiose che abbia mai visto fare in vita mia. Hai lasciato<br />

che ti facesse del male per me, e neppure mi conoscevi».<br />

"Non mostrare nulla", pensò Cassie. "Niente <strong>di</strong> niente".<br />

«E dopo ho sentito qualcosa <strong>di</strong> speciale che mi univa a te. Un'intesa<br />

particolare. Non so come spiegartela. Ma è da allora che continuo a<br />

pensarci. Ti ho pensato tanto, Cassie, e non vedevo l'ora <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> te a<br />

Diana. Volevo che sapesse che aveva ragione, che ci sono degli esterni con<br />

cui possiamo collaborare, <strong>di</strong> cui possiamo fidarci. Che possono essere<br />

140


amici della magia. È da tempo che sta cercando <strong>di</strong> convincere il club che<br />

una cosa del genere è possibile. Volevo <strong>di</strong>rle che mi hai aperto gli occhi, in<br />

più <strong>di</strong> un modo. Dopo averti incontrata, durante l'ennesima uscita in barca<br />

in cerca degli Strumenti Supremi, improvvisamente ero in grado <strong>di</strong> vedere<br />

cose che in precedenza non riuscivo a vedere. Forse la mia vista si era<br />

acuita, o forse era l'oceano che mi stava rivelando i suoi segreti. Come se<br />

volesse aiutarmi. Volevo raccontare anche questo a Diana, e capire se<br />

poteva spiegarlo in qualche modo».<br />

«E in tutto questo tempo», finì Adam, <strong>di</strong>rigendo tutta la potenza dei suoi<br />

occhi su Cassie, «non mi sono mai pentito <strong>di</strong> averti dato il calcedonio –<br />

anche se è una cosa che non facciamo mai con gli esterni. Speravo che non<br />

ti trovassi mai in guai abbastanza seri da dovertene servire, ma volevo<br />

esserci per te, in caso fosse successo. Se mai avessi fatto come avevo<br />

detto, se lo avessi stretto nel pugno e avessi pensato a me, lo avrei saputo e<br />

ti avrei rintracciata, ovunque tu fossi. Pensavo che fossi speciale fino a<br />

questo punto».<br />

"È vero?", si chiese Cassie stor<strong>di</strong>ta. Aveva toccato così tante volte quella<br />

pietra, ma non l'aveva mai stretta nel pugno pensando a lui. Non aveva mai<br />

seguito le sue istruzioni, perché non credeva nella magia.<br />

«E adesso torno e scopro che non sei un'esterna. O meglio, lo sei per<br />

metà. Ero felice <strong>di</strong> vederti qui, e sentire che ti era unita al circolo. Inoltre,<br />

da quello che ha detto Diana, anche lei si è resa conto <strong>di</strong> quanto tu sei<br />

speciale. Ma non potevo <strong>di</strong>rle che ti conoscevo, perché per qualche motivo<br />

tu non volevi che gli altri lo sapessero. Ho rispettato la tua scelta, ho tenuto<br />

la bocca chiusa e ho pensato che mi avresti spiegato tutto alla prima<br />

occasione. E invece...». Allargò le braccia. «Questo. Mi hai snobbato per<br />

tutta la settimana, e adesso ti comporti come se tra noi non fosse mai<br />

successo niente. Hai persino evocato un potere per convincermi a credere a<br />

una menzogna. E adesso voglio sapere perché».<br />

Calò il silenzio. Cassie riusciva a sentire le onde che si infrangevano<br />

sulla costa come tuoni deboli e ritmati. La fredda brezza notturna. Alla<br />

fine, come se fosse stata costretta, Cassie alzò gli occhi verso il volto <strong>di</strong><br />

Adam. Aveva ragione lui, lei non poteva mentirgli. Anche se avesse riso <strong>di</strong><br />

lei, anche se l'avesse compatita, doveva raccontargli la verità.<br />

«Sono innamorata <strong>di</strong> te», <strong>di</strong>sse con calma e semplicità. E si costrinse a<br />

non <strong>di</strong>stogliere lo sguardo.<br />

Adam non rise.<br />

La stava fissando con aria incredula. Come se non riuscisse a capire<br />

141


quello che aveva appena sentito.<br />

«Quel giorno sulla spiaggia, anche io ho sentito qualcosa <strong>di</strong> speciale»,<br />

<strong>di</strong>sse Cassie. «Ma anche qualcosa <strong>di</strong>... più. Come se noi due, in qualche<br />

modo, fossimo... uniti. Come se qualcosa ci avesse spinto a incontrarci.<br />

Come se appartenessimo l'una all'altro».<br />

Riusciva a leggere la confusione negli occhi <strong>di</strong> Adam – la stessa<br />

confusione vorticante e <strong>di</strong>sorientante che aveva provato lei quando aveva<br />

trovato il cadavere <strong>di</strong> Kori.<br />

«So che suona stupido», <strong>di</strong>sse. «Non riesco neppure a credere <strong>di</strong> avertelo<br />

detto, ma volevi la verità. Tutto quello che ho provato quel giorno in<br />

spiaggia era sbagliato, adesso lo so. Tu hai Diana. Nessuno che sia sano <strong>di</strong><br />

mente desidererebbe altro. Ma quel giorno... mi vennero un sacco <strong>di</strong><br />

pensieri sciocchi. Pensai davvero <strong>di</strong> vedere qualcosa che ci univa, un filo<br />

d'argento. E mi sentivo così vicina a te, come se ci comprendessimo a<br />

vicenda. Come se fossimo nati l'uno per l'altra, e pensavo che non ci fosse<br />

motivo <strong>di</strong> opporre resistenza...».<br />

«Cassie», <strong>di</strong>sse Adam. I suoi occhi erano neri per l'emozione. Uno<br />

sguardo <strong>di</strong>... cosa? Totale incredulità? Repulsione?<br />

«Adesso so che non è vero», <strong>di</strong>sse <strong>di</strong>speratamente. «Ma allora non lo<br />

avevo capito. Mi eri così vicino, e mi guardavi, e io pensavo che mi<br />

avresti...».<br />

«Cassie».<br />

Era come se le sue parole avessero evocato qualcosa <strong>di</strong> magico, o<br />

migliorato le sue percezioni. Il respiro le restò in gola, quando lo rivide. Il<br />

filo d'argento. Ronzava e luccicava, più potente e vibrante che mai,<br />

legandoli. Era come se il cuore <strong>di</strong> Cassie fosse collegato a quello <strong>di</strong> Adam.<br />

Il suo respiro si faceva sempre più veloce, e confusa alzò gli occhi verso il<br />

suo volto.<br />

I loro sguar<strong>di</strong> si incrociarono. Imme<strong>di</strong>atamente, Cassie capì qual era<br />

l'emozione che poco prima aveva incupito quegli occhi grigio blu.<br />

Non incredulità, ma consapevolezza. Una comprensione che si faceva<br />

strada, uno stupore che le fece piegare le ginocchia.<br />

"Adam sta... ricordando", pensò Cassie. Stava pensando a quello che era<br />

successo tra loro sotto una nuova luce. Stava realizzando a livello conscio<br />

cosa aveva realmente provato quel giorno.<br />

Cassie ne era perfettamente consapevole, come se Adam glielo avesse<br />

detto a parole. Lei lo conosceva. Riusciva a sentire ogni battito del suo<br />

cuore, riusciva a sentire il mondo attraverso i suoi occhi. Riusciva persino<br />

142


a capire come lui vedeva lei. Una creatura fragile e timida dalla bellezza<br />

quasi nascosta, come un fiore <strong>di</strong> campo all'ombra <strong>di</strong> un albero, ma con un<br />

cuore <strong>di</strong> acciaio splendente. E come riusciva a intuire il modo in cui la<br />

vedeva, così riusciva a sentire quel che lui provava per lei...<br />

"Oh, che sta succedendo?", pensò Cassie. Il mondo si era fermato, e<br />

c'erano solo loro due. Adam aveva gli occhi spalancati e sconvolti, le<br />

pupille enormi, e Cassie sentì che stava per caderci dentro. Una ciocca dei<br />

suoi capelli – <strong>di</strong> quei meravigliosi capelli arruffati e ondulati con tutti i<br />

colori dell'autunno del New England – gli era scivolata sulla fronte.<br />

Sembrava un <strong>di</strong>o dei boschi uscito alla luce <strong>delle</strong> stelle per corteggiare una<br />

timida ninfa, ed era irresistibile.<br />

«Adam», <strong>di</strong>sse, «noi...».<br />

Ma non riuscì a concludere la frase. Adesso lui era troppo vicino, Cassie<br />

riusciva a sentirne il calore, i loro campi elettrici che si fondevano. Sentì le<br />

sue mani stringersi sui gomiti. Poi lentamente, molto lentamente, si sentì<br />

spinta verso <strong>di</strong> lui finché le sue braccia non la circondarono,<br />

abbracciandola completamente. L'esistenza del filo d'argento non poteva<br />

essere più negata.<br />

16<br />

Cassie avrebbe dovuto respingerlo, sarebbe dovuta scappare. Invece,<br />

respirando affannosamente, affondò la testa nel suo petto, nel tepore del<br />

suo spesso maglione irlandese. Si sentiva circondata dal suo calore, che<br />

l'ancorava, la riparava. La proteggeva. Aveva un buonissimo odore, <strong>di</strong><br />

foglie autunnali, <strong>di</strong> ceppi per il camino e <strong>di</strong> venti oceanici. Il cuore le<br />

batteva all'impazzata.<br />

Fu allora che comprese il significato <strong>delle</strong> parole "amore proibito".<br />

L'amore proibito era questo, era avere un desiderio fortissimo, provare<br />

sensazioni meravigliose, e sapere che erano sbagliati. Sentì Adam che si<br />

scostava leggermente da lei. Lo guardò, e capì che anche lui era sopraffatto<br />

da quella situazione.<br />

«Non possiamo», <strong>di</strong>sse con voce impastata. «Non possiamo...».<br />

Guardando i suoi occhi, del colore dell'oceano che quella notte le aveva<br />

sussurrato <strong>di</strong> immergersi per sempre nelle sue acque, le labbra <strong>di</strong> Cassie<br />

formarono un "no", muto. Fu allora che Adam la baciò.<br />

E in quell'istante tutti i pensieri coerenti andarono perduti. Cassie fu<br />

travolta da un'ondata salmastra <strong>di</strong> pura sensazione. Le sembrò <strong>di</strong> essere<br />

143


finita in una corrente marina, risucchiata, sballottata da una parte all'altra<br />

senza possibilità <strong>di</strong> fermarsi. Stava morendo, ma così dolcemente.<br />

Tremava in modo incontrollabile. Non fosse stato per Adam, sarebbe<br />

caduta. Nessun ragazzo era mai riuscito a farle provare <strong>delle</strong> sensazioni<br />

simili. Immersa in una confusione selvaggia e violenta, non poteva fare<br />

altro che arrendersi, abbandonarsi con tutta se stessa, donarsi.<br />

Ogni attimo <strong>di</strong> dolcezza era più intenso del precedente. Era quasi<br />

insensibile per il piacere, e neppure aveva più voglia <strong>di</strong> resistere.<br />

Nonostante tutto, non era spaventata. Perché poteva fidarsi <strong>di</strong> lui. Adam<br />

stava conducendo Cassie, con gli occhi spalancati e meravigliati, in un<br />

mondo <strong>di</strong> cui lei ignorava l'esistenza.<br />

Lui continuava a baciarla, e a baciarla. Erano entrambi inebriati, ubriachi<br />

<strong>di</strong> quella follia. Cassie sapeva <strong>di</strong> avere le guance e la gola completamente<br />

in fiamme; riusciva a sentire il calore prodotto dai loro corpi attaccati.<br />

Non seppe quanto tempo rimasero in quella posizione, stretti in un<br />

abbraccio che avrebbe potuto sciogliere le rocce intorno a loro. Solo in<br />

seguito si rese conto che Adam, senza mai lasciarla, l'aveva guidata verso<br />

una roccia <strong>di</strong> granito che affiorava dal terreno. Con il respiro che tornava a<br />

rallentare, Cassie affondò <strong>di</strong> nuovo la testa nel suo petto.<br />

E lì trovò pace. La passione incontrollabile aveva infine ceduto il posto a<br />

un sopore caldo e languido. Era al sicuro, apparteneva a qualcosa. Ed era<br />

così semplice, così bello.<br />

«Cassie», <strong>di</strong>sse Adam, con un tono che lei non gli aveva mai sentito<br />

usare prima. A quel suono il suo cuore si sciolse e abbandonò il suo corpo,<br />

evaporando dai pie<strong>di</strong>, dai palmi e dalla punta <strong>delle</strong> <strong>di</strong>ta. Non sarebbe stata<br />

più la stessa.<br />

«Ti amo», <strong>di</strong>sse Adam.<br />

Cassie chiuse gli occhi senza parlare. Riusciva a sentire le labbra<br />

<strong>di</strong>schiuse <strong>di</strong> Adam che riposavano sui suoi capelli.<br />

Il filo d'argento li aveva avvolti in un bozzolo luccicante, come una<br />

pozza d'acqua cheta illuminata dalla luna. Ora tutto era tranquillo, ovattato.<br />

Cassie sentì che avrebbe potuto galleggiare lì per sempre.<br />

"Il mio destino", pensò. L'aveva raggiunta, alla fine. Ogni momento<br />

della sua vita non aveva fatto altro che condurla lì, in quel posto, in quel<br />

momento. Perché l'aveva tanto temuto, perché aveva voluto sfuggirgli? Lì<br />

non c'era altro che felicità. Non avrebbe dovuto più preoccuparsi <strong>di</strong><br />

niente...<br />

E poi ricordò.<br />

144


Un fremito <strong>di</strong> puro orrore le attraversò il corpo. "Oh, Dio, che abbiamo<br />

fatto?", pensò.<br />

Si allontanò così bruscamente che Adam dovette tenerla per non farla<br />

cadere. «Oh, Dio», <strong>di</strong>sse, sentendo l'orrore che spazzava via qualsiasi altra<br />

emozione. «Oh, Dio, Adam, come abbiamo potuto?», mormorò.<br />

Per un istante, gli occhi <strong>di</strong> Adam si persero nel vuoto, aperti ma ciechi,<br />

come se non capisse per quale motivo Cassie avesse rotto quella<br />

meravigliosa atmosfera. Ma poi Cassie si avvide che anche lui aveva<br />

compreso: gli occhi blu argento del ragazzo andarono in frantumi.<br />

Emanavano pura angoscia.<br />

Ancora tra le sue braccia, con lo sguardo sempre fisso sul suo volto,<br />

Cassie cominciò a piangere.<br />

Come avevano potuto lasciare che accadesse? Come poteva aver fatto<br />

questo a Diana? Diana, che l'aveva salvata, che l'aveva aiutata, che si era<br />

fidata <strong>di</strong> lei. Diana, a cui voleva tanto bene.<br />

Adam apparteneva a Diana. Cassie sapeva che la sua amica non aveva e<br />

non avrebbe mai pensato a una vita senza Adam, che tutte le sue speranze e<br />

i suoi piani e i suoi sogni comprendevano lui. Era scritto che Diana e<br />

Adam stessero insieme, erano nati per questo...<br />

Cassie ripensò al modo in cui gli occhi ver<strong>di</strong> e ammalianti <strong>di</strong> Diana si<br />

illuminavano quando lo vedeva, a come si addolciva e si ravvivava quando<br />

parlava <strong>di</strong> lui.<br />

E anche Adam amava Diana. Cassie ne era certa, così come era certa dei<br />

propri sentimenti. Adam adorava Diana; l'amava <strong>di</strong> un amore puro, forte e<br />

in<strong>di</strong>struttibile come quello con cui Diana lo ricompensava.<br />

Ma adesso Cassie sapeva che Adam amava anche lei. Come puoi amare<br />

due persone? Come puoi essere innamorato contemporaneamente <strong>di</strong> due<br />

persone? Eppure era impossibile negarlo: la chimica tra lei e Adam,<br />

l'empatia, il legame che li univa: tutto ciò non poteva essere ignorato.<br />

Evidentemente, allora, era possibile amare due persone allo stesso tempo.<br />

Ma Diana aveva la precedenza.<br />

«L'ami ancora», sussurrò Cassie. Aveva un <strong>di</strong>sperato bisogno che Adam<br />

confermasse le sue supposizioni. Dentro <strong>di</strong> lei, cominciava a farsi strada il<br />

dolore.<br />

Adam chiuse gli occhi. «Sì», <strong>di</strong>sse con voce rotta. Poi continuò: «Dio,<br />

Cassie... mi <strong>di</strong>spiace...».<br />

«No, è tutto ok», lo rassicurò Cassie. Riconosceva quel dolore. Era il<br />

dolore della per<strong>di</strong>ta, del vuoto, e stava crescendo. «Dispiace anche a me. E<br />

145


non voglio ferirla. Non era mia intenzione farle del male. È per questo che<br />

mi ero ripromessa <strong>di</strong> non raccontare nulla, per questo non volevo che<br />

nessuno <strong>di</strong> voi due sapesse...».<br />

«È colpa mia», <strong>di</strong>sse Adam, e Cassie riuscì a sentire l'autocondanna<br />

nella sua voce. «Avrei dovuto rendermene conto prima. Avrei dovuto<br />

capire cosa provavo e affrontarlo. Invece ti ho costretta a fare proprio<br />

quello che fino all'ultimo hai cercato <strong>di</strong> evitare».<br />

«Non mi hai costretta», <strong>di</strong>sse Cassie delicatamente, con sincerità. La sua<br />

voce era calma e ferma; tutto era <strong>di</strong> nuovo semplice e chiaro. Sapeva cosa<br />

doveva fare. «La colpa è <strong>di</strong> entrambi. Ma questo non importa; l'unica cosa<br />

che importa è che non deve più accadere. In un modo o nell'altro,<br />

dobbiamo esserne certi».<br />

«Ma come?», <strong>di</strong>sse Adam cupamente. «Possiamo sentirci in colpa<br />

quanto vogliamo – posso arrivare persino a o<strong>di</strong>armi – ma se dovessimo<br />

trovarci <strong>di</strong> nuovo da soli... Non so cosa potrebbe succedere».<br />

«Allora faremo in modo <strong>di</strong> non essere mai da soli. Mai. E non ci<br />

siederemo mai uno accanto all'altra, e non ci sfioreremo, e non penseremo<br />

neppure <strong>di</strong> farlo». Gli stava <strong>di</strong>cendo cosa fare, ma non era preoccupata.<br />

Sentiva solo che quel che stava <strong>di</strong>cendo era giusto.<br />

Gli occhi <strong>di</strong> Adam erano scuri. «Ammiro il tuo autocontrollo», <strong>di</strong>sse<br />

ancor più cupamente.<br />

«Adam», <strong>di</strong>sse Cassie. Solo a pronunciare il suo nome sentiva qualcosa<br />

sciogliersi dentro <strong>di</strong> sé. «Dobbiamo. Quando sei arrivato, mercoledì notte,<br />

dopo la mia iniziazione, quando ho capito che tu e Diana... Be', quella<br />

notte ho giurato che non avrei mai permesso al mio amore per te <strong>di</strong> ferire<br />

Diana. Tu hai intenzione <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>rla?».<br />

Ci fu un momento <strong>di</strong> silenzio. Cassie sentì lo sforzo involontario dei<br />

suoi polmoni, e con i suoi sensi più intimi avvertì l'agonia <strong>di</strong> Adam. Poi<br />

Adam butto fuori l'aria e chiuse <strong>di</strong> nuovo gli occhi. Quando li riaprì,<br />

Cassie sapeva già la sua risposta. L'avvertì mentre Adam la lasciava e si<br />

sedeva, l'aria fredda che soffiava tra i loro corpi, separandoli<br />

definitivamente.<br />

«No», <strong>di</strong>sse Adam, con una nuova forza nella voce. E una nuova<br />

risolutezza sul volto.<br />

Si guardarono, non come amanti, ma come soldati. Come compagni<br />

d'armi fermamente determinati a raggiungere uno scopo comune. La<br />

passione doveva essere trattenuta e rinchiusa, così in profon<strong>di</strong>tà che nessun<br />

altro potesse vederla. Era un nuovo modo <strong>di</strong> stare vicini, forse persino più<br />

146


intimo della fiducia che c'è tra due fidanzati. Qualunque cosa fosse<br />

successa, qualunque fosse stato il prezzo, non avrebbero tra<strong>di</strong>to la ragazza<br />

che entrambi amavano.<br />

Guardandola negli occhi, Adam <strong>di</strong>sse: «Quale giuramento hai<br />

pronunciato la notte dell'iniziazione? Era tratto da un Libro <strong>delle</strong> ombre?»<br />

«No», rispose Cassie. «O meglio, non lo so», precisò. «Ero convinta che<br />

fossero parole mie, ma adesso ho come l'impressione che siano parte <strong>di</strong> un<br />

brano più lungo. Cominciava così: "Né con parola, né con sguardo o<br />

azione"».<br />

Adam stava annuendo. «Ne ho letto uno che contiene questa frase. È un<br />

giuramento antico... e potente. Puoi evocare i quattro poteri, ma se rompi il<br />

giuramento, essi sono liberi <strong>di</strong> attaccarti. Vuoi giurare <strong>di</strong> nuovo adesso?<br />

Con me?».<br />

La rapi<strong>di</strong>tà della sua domanda le tolse il fiato. Ma quando annuì quasi<br />

senza esitare, fu estremamente orgogliosa <strong>di</strong> sé.<br />

«Ci serve del sangue», <strong>di</strong>sse Adam. Si alzò e prese un coltello dalla tasca<br />

posteriore dei jeans. Cassie pensò <strong>di</strong> essere sorpresa, ma poi decise che<br />

non era così. Per quanto fosse carino, Adam era abituato a badare a se<br />

stesso.<br />

Il ragazzo s'incise il palmo della mano senza tante cerimonie. Il sangue<br />

sgorgò nero sotto la tenue luce argentata. Poi il coltello passò a Cassie.<br />

Cassie inspirò a fondo. Non era coraggiosa, o<strong>di</strong>ava il dolore, ma strinse i<br />

denti si e poggiò la lama sul palmo della mano. "Pensa alle sofferenze che<br />

avresti potuto causare a Diana", pensò, e con un gesto rapido fece scivolare<br />

la lama verso il basso. Sentì dolore, ma non emise alcun suono.<br />

Poi alzò gli occhi verso Adam.<br />

«Adesso ripeti le mie parole», <strong>di</strong>sse Adam sollevando il palmo verso il<br />

cielo stellato. «Fuoco, Aria, Terra, Acqua».<br />

«Fuoco, Aria, Terra, Acqua».<br />

«Ascoltate e siate testimoni».<br />

«Ascoltate e siate testimoni». A <strong>di</strong>spetto <strong>delle</strong> semplici parole, Cassie<br />

riusciva a sentire che gli elementi erano stati davvero evocati e li stavano<br />

ascoltando. La notte crepitava improvvisamente <strong>di</strong> elettricità, le stelle<br />

sopra le loro teste sembravano più brillanti e fredde che mai. Cassie aveva<br />

la pelle d'oca.<br />

Adam girò la mano e le gocce nere caddero sull'erbaccia incolta e sulla<br />

sabbia. Cassie osservava ipnotizzata. «Io, Adam, giuro <strong>di</strong> non tra<strong>di</strong>re il mio<br />

giuramento, <strong>di</strong> non tra<strong>di</strong>re Diana», <strong>di</strong>sse.<br />

147


«Io, Cassie, giuro <strong>di</strong> non tra<strong>di</strong>re il mio giuramento...», sussurrò<br />

guardando il proprio sangue colare a terra.<br />

«Né con parola, né con sguardo o azione, in veglia o in sonno, con la<br />

voce o col silenzio...».<br />

Cassie ripeté con un filo <strong>di</strong> voce.<br />

«...in questa terra o qualsiasi altra. Possa il fuoco bruciarmi, l'aria<br />

soffocarmi, la terra inghiottirmi e l'acqua sommergere la mia tomba, se<br />

dovessi farlo».<br />

Cassie ripeté ogni parola. Mentre pronunciava le ultime parole, sentì un<br />

rumore secco, come se qualcosa si fosse messo in moto. Come se il tessuto<br />

dello spazio e del tempo si fossero lacerati e stessero rimbombando.<br />

Ascoltò quel suono per un momento, trattenendo il fiato.<br />

Poi guardò Adam. «È finita», sussurrò Cassie, e non parlava solo del<br />

giuramento.<br />

Gli occhi <strong>di</strong> Adam erano due cavità oscure bordate <strong>di</strong> argento. «È<br />

finita», ripeté, e tese il palmo sporco <strong>di</strong> sangue verso Cassie. Cassie esitò,<br />

poi gli prese la mano. Sentì, o immaginò <strong>di</strong> sentire, il loro sangue che si<br />

mescolava, che gocciolava a terra nello stesso momento, simbolo <strong>di</strong> ciò<br />

che non sarebbe mai stato.<br />

Poi, lentamente, Adam la lasciò.<br />

«Restituirai la rosa a Diana?», gli chiese con voce ferma.<br />

Adam tirò fuori il pezzo <strong>di</strong> calcedonio dalla tasca e lo tenne nel palmo<br />

ancora umido. «Sì, gliela restituirò».<br />

Cassie annuì. Non riusciva a <strong>di</strong>re quel che pensava, e cioè che la pietra<br />

apparteneva a Diana, così come Adam.<br />

«Buonanotte, Adam», <strong>di</strong>sse Cassie dolcemente, guardando Adam con il<br />

cielo notturno che si stagliava alle sue spalle. Poi si voltò e si <strong>di</strong>resse verso<br />

le finestre illuminate della casa della nonna. Questa volta, lui non la fermò.<br />

«Oh», <strong>di</strong>sse la nonna <strong>di</strong> Cassie. «L'ho trovata questa mattina. Qualcuno<br />

deve averla lasciata cadere nella cassetta della posta». Porse a Cassie una<br />

busta.<br />

Erano sedute al tavolo della colazione, il mattino domenicale che filtrava<br />

dalle finestre. Cassie era stupita <strong>di</strong> quanto ogni cosa fosse normale.<br />

Ma le bastò un'occhiata alla busta per sentire un tuffo al cuore. Sulla<br />

parte anteriore della busta, in una grafia ampia e frettolosa, c'era scritto il<br />

suo nome. L'inchiostro era rosso.<br />

L'aprì e fissò il biglietto al suo interno, mentre i cereali s'inzuppavano <strong>di</strong><br />

148


latte. C'era scritto:<br />

Cassie...<br />

Come ve<strong>di</strong> questa volta ho usato il mio nome. Vieni a casa mia (al numero 6) in<br />

giornata. C'è qualcosa <strong>di</strong> speciale <strong>di</strong> cui voglio parlarti. Cre<strong>di</strong>mi, non te ne pentirai.<br />

Baci e abbracci.<br />

Faye<br />

PS: Non parlarne con nessuno del club. Capirai quando ci vedremo.<br />

Cassie sentì un fremito <strong>di</strong> paura. Il primo impulso fu quello <strong>di</strong> chiamare<br />

Diana, ma se la sua amica, come pensava, era davvero rimasta in pie<strong>di</strong><br />

tutta la notte per purificare il teschio, probabilmente adesso era stanca<br />

morta. Faye era l'ultima persona con cui avrebbe voluto avere a che fare.<br />

"Va bene, non la <strong>di</strong>sturberò", pensò. "Andrò a vedere cosa vuole Faye.<br />

Scommetto che riguarda la cerimonia. O forse vorrà parlarmi <strong>delle</strong><br />

elezioni".<br />

La casa <strong>di</strong> Faye era una <strong>delle</strong> più belle della strada. Un guar<strong>di</strong>ano la<br />

lasciò entrare; Cassie ricordò che Diana le aveva detto che la madre <strong>di</strong><br />

Faye era morta. C'erano un sacco <strong>di</strong> famiglie con un solo genitore in<br />

Crowhaven Road.<br />

La stanza <strong>di</strong> Faye era la stanza <strong>di</strong> una ragazza ricca. Cordless, computer,<br />

tv, videoregistratore e tonnellate <strong>di</strong> CD. Fiori gran<strong>di</strong> e rigogliosi<br />

decoravano qualsiasi cosa, tra cui il letto su cui erano impilati cuscini<br />

soffici e guanciali ricamati. Cassie si sedette sulla panca sotto la finestra,<br />

in attesa <strong>di</strong> Faye. Sul como<strong>di</strong>no c'erano <strong>delle</strong> candele rosse spente.<br />

All'improvviso, dalla mantovana posta sul letto sbucò il muso <strong>di</strong> un<br />

gattino dal pelo arancione, seguito un attimo dopo da un altro cucciolo<br />

grigio.<br />

«Oh, che carini», <strong>di</strong>sse Cassie, suo malgrado attratta da quei dolci<br />

animaletti. Non avrebbe mai immaginato che Faye fosse un'amante dei<br />

gatti. Le due piccole creature andarono verso <strong>di</strong> lei. Saltarono sulla sua<br />

se<strong>di</strong>a, facendo le fusa come barche a motore.<br />

Cassie rise nervosamente e si contorse mentre uno dei gattini si<br />

arrampicava sul suo maglioncino. Le si appollaiò in equilibrio precario su<br />

una spalla. Erano dei gattini adorabili: quello arancione con una corta<br />

pelliccia <strong>di</strong> peli morbi<strong>di</strong>, quello grigio con il pelo lucente e pulito. I piccoli<br />

artigli appuntiti le pizzicavano la pelle mentre i due felini si impegnavano<br />

nella scalata del suo corpo. Il gattino arancione le si infilò tra i capelli<br />

149


dandole dei colpetti <strong>di</strong>etro le orecchie. Cassie rise <strong>di</strong> nuovo.<br />

Poi iniziò ad affondare il muso e le zampette nel suo collo. Cassie<br />

riusciva a sentire il suo piccolo naso freddo. Il gattino grigio, intanto,<br />

faceva lo stesso sull'altro lato. "Oh, che carini...", pensò Cassie.<br />

«Ahi!», urlò subito dopo, quando cominciarono a farle davvero male con<br />

gli artigli appuntiti. «Ahi! Via! Scendete!».<br />

Allungò le mani verso i piccoli corpi cercando <strong>di</strong> levarseli <strong>di</strong> dosso. Si<br />

tenevano ai capelli con le unghie e i denti. Quando finalmente riuscì ad<br />

acchiapparli, quasi li scaraventò a terra. Poi si portò le mani nuca.<br />

Le sue <strong>di</strong>ta si bagnarono. Fissò con sgomento le chiazze rosse che le<br />

macchiavano le mani.<br />

Quei piccoli mostri l'avevano morsa! E adesso erano seduti sul<br />

pavimento e si stavano leccando tranquillamente il sangue sui baffi. Cassie<br />

fu sopraffatta da una violenta ondata <strong>di</strong> repulsione.<br />

Faye, in pie<strong>di</strong> sulla porta, ridacchiò.<br />

«Forse la sbobba che mangiano non dà loro la giusta dose <strong>di</strong> vitamine e<br />

minerali», commentò.<br />

Quella mattina Faye era stupenda. I capelli neri spettinati le scendevano<br />

lungo le spalle in riccioli naturali, ancora bagnati dopo la doccia. La pelle<br />

umida risplendeva can<strong>di</strong>da, in contrasto con l'accappatoio bordeaux.<br />

"Non sarei dovuta venire", pensò Cassie, avvertendo un'ondata <strong>di</strong> paura<br />

irrazionale. Ma Faye non avrebbe più osato farle del male. Diana sarebbe<br />

venuta a saperlo, e anche il circolo. Non poteva passarla liscia, lo sapeva<br />

anche lei.<br />

Faye si sedette sul letto. «Allora, piaciuta la cerimonia <strong>di</strong> ieri notte?»,<br />

chiese con <strong>di</strong>sinvoltura.<br />

"Lo sapevo", pensò Cassie. «Sì, finché qualcosa non è andato storto»,<br />

rispose. E guardò <strong>di</strong> nuovo Faye.<br />

Faye scoppiò nella sua solita risata, intensa e indolente. «Oh, Cassie. Mi<br />

piaci. Davvero. Ho sempre saputo che avevi qualcosa <strong>di</strong> speciale. Mi rendo<br />

conto che non abbiamo cominciato con il piede giusto, ma credo che le<br />

cose cambieranno. Credo che <strong>di</strong>venteremo ottime amiche».<br />

Per un istante, Cassie rimase senza parole. Poi riuscì a <strong>di</strong>re: «Non credo,<br />

Faye».<br />

«Io penso <strong>di</strong> sì, Cassie. Ed è questo che conta».<br />

«Faye...». La notte precedente Cassie aveva avuto il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />

<strong>delle</strong> cose che non avrebbe mai creduto <strong>di</strong> riuscire nemmeno a pensare in<br />

modo compiuto. Forte della sua conquista, parlò a Faye senza alcuna<br />

150


emora: «Faye, non credo che noi due abbiamo molto in comune. E non<br />

penso neppure <strong>di</strong> voler essere tua amica».<br />

La ragazza sorrise.<br />

«Questo è male», <strong>di</strong>sse. «Perché, ve<strong>di</strong>, io so un paio <strong>di</strong> cose. E sono<br />

certa sia il genere <strong>di</strong> cose che vorresti sapesse solo un'ottima amica».<br />

Cassie sentì la terra aprirsi sotto i suoi pie<strong>di</strong>.<br />

Faye voleva <strong>di</strong>re... Oh, no, era impossibile. Cassie la fissò, sentendo<br />

qualcosa <strong>di</strong> simile al ghiaccio soli<strong>di</strong>ficarsi nel suo stomaco.<br />

«Ascoltami bene», proseguì Faye. «Si dà il caso che io abbia un<br />

mucchio <strong>di</strong> amici. Amici che mi raccontano cose, cose interessanti che<br />

vedono e sentono qui intorno. E la sai l'ultima? Stanotte uno <strong>di</strong> questi miei amici<br />

ha visto qualcosa <strong>di</strong> molto, molto interessante, sul promontorio».<br />

Cassie si sedette con la vista annebbiata.<br />

«Ha visto due persone all'altezza del numero 12. E queste due persone<br />

erano... Be', <strong>di</strong>ciamo che erano intime. Molto intime. Da quel che ho<br />

sentito, è stato un incontro piuttosto caldo».<br />

Cassie aprì la bocca, ma non riuscì a parlare.<br />

«Non immagineresti mai chi erano questi due! Neppure io ci avrei<br />

creduto, se non fosse stato per una poesia che avevo letto. Com'è che<br />

<strong>di</strong>ceva? "Ogni notte mi addormento e ho un'unica speranza"...».<br />

«Faye!». Cassie scattò in pie<strong>di</strong>.<br />

Faye sorrise. «Credo tu abbia capito. Diana non sa niente <strong>di</strong> questa<br />

poesia, vero? Non credo proprio che ne sappia qualcosa. Be', Cassie, se<br />

non vuoi che lei venga a conoscenza della poesia, o <strong>di</strong> quel che è successo<br />

ieri notte sul promontorio, forse è il caso che cominci a considerarmi tua<br />

amica, e velocemente. Non pensi?»<br />

«Non è andata così», <strong>di</strong>sse Cassie. Era accaldata e tremava per la rabbia<br />

e la paura. «Tu non capisci niente...».<br />

«Certo che capisco. Adam è molto bello. E io ho sempre sospettato che<br />

la storia dell'"eterna fedeltà" fosse solo una posa. Non ti condanno, Cassie.<br />

È una cosa molto naturale...».<br />

«Non è successo niente. Non c'è niente tra noi...».<br />

Faye sorrise. «Da quel che ho sentito, tra voi c'era molto poco... Scusa.<br />

No, davvero, Cassie, vorrei crederti, ma mi chiedo se anche Diana ti<br />

crederà. Soprattutto quando scoprirà che hai appositamente <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rle <strong>di</strong> aver conosciuto il suo fidanzato questa estate – quando lui ti ha<br />

"risvegliata", se non ricordo male. Com'è che <strong>di</strong>ceva la poesia?».<br />

«No...», sussurrò Cassie.<br />

151


«Per non parlare della faccia che hai fatto dopo la tua iniziazione... Be',<br />

Diana non se n'è accorta, ma devo ammettere che la tua espressione mi ha<br />

fatto già nascere dei sospetti: la scena sul promontorio me li ha solo<br />

confermati. Quando lo racconterò a Diana...».<br />

«Non puoi farlo», gridò Cassie <strong>di</strong>sperata. «Non puoi raccontarglielo. Ti<br />

prego, Faye. Non capirebbe. Non è andata come <strong>di</strong>ci tu, ma Diana non<br />

capirebbe».<br />

Faye schioccò la lingua. «Ma, Cassie, Diana è mia cugina. Abbiamo lo<br />

stesso sangue. Devo <strong>di</strong>rglielo».<br />

Cassie si sentiva come un topo in un labirinto, impegnato in una corsa<br />

cieca alla ricerca <strong>di</strong> un'uscita inesistente. Il panico le faceva rimbombare il<br />

sangue nelle orecchie. Faye non poteva raccontarlo a Diana. Non poteva<br />

accadere. Il pensiero <strong>di</strong> come Diana avrebbe guardato... <strong>di</strong> come l'avrebbe<br />

guardata...<br />

E Adam. Quello era quasi peggio. Diana avrebbe pensato che lei e Adam<br />

l'avevano tra<strong>di</strong>ta.<br />

E lei non l'avrebbe sopportato.<br />

«Non puoi», bisbigliò. «Non puoi».<br />

«Be', Cassie, te l'ho già detto. Se fossimo amiche, amiche per la pelle,<br />

potrei riuscire a mantenere il segreto. Io e Diana siamo cugine, ma farei<br />

qualsiasi cosa per un'amica. E...», continuò Faye, con gli occhi color miele<br />

che non abbandonava mai il volto <strong>di</strong> Cassie, «...mi aspetto che la mia<br />

amica, a sua volta, faccia qualsiasi cosa per me».<br />

Fu allora che Cassie capì cosa stava succedendo. Il mondo intorno a lei<br />

si era fermato, tutto era immobile. Il suo cuore sembrò affondare come<br />

piombo. Giù, sempre più giù.<br />

Dal fondo <strong>di</strong> un pozzo, chiese a Faye con voce spenta: «Tipo?».<br />

Faye sorrise. Si appoggiò al letto, rilassata, con l'orlo dell'accappatoio<br />

che si scostava mostrando una gamba nuda e perfetta.<br />

«Be', ve<strong>di</strong>amo», <strong>di</strong>sse lentamente, prolungando quel momento,<br />

gustandoselo. «Ricordo che c'era qualcosa... Oh, sì. Vorrei tanto quel<br />

teschio <strong>di</strong> cristallo che ha trovato Adam. Sono certa che tu sai dove lo tiene<br />

Diana. E, se non lo sai, sono sicura che riuscirai a scoprirlo».<br />

«No!», esclamò Cassie inorri<strong>di</strong>ta.<br />

«Sì», <strong>di</strong>sse Faye, e sorrise <strong>di</strong> nuovo. «È quello che voglio, Cassie. Voglio<br />

capire quanto vali come amica, e solo questo potrà <strong>di</strong>mostrarmelo».<br />

«Faye, tu hai visto cos'è successo stanotte. Quel teschio è malvagio.<br />

Qualcosa <strong>di</strong> terribile è a piede libero per colpa sua; se lo usi ancora, chi lo<br />

152


sa cosa potrebbe accadere». "E soprattutto", le suggerì all'improvviso la<br />

sua mente intorpi<strong>di</strong>ta, "chissà Faye per quale scopo ha intenzione <strong>di</strong><br />

usarlo". «Perché lo vuoi?», le chiese.<br />

Faye scosse la testa tollerante. «Questo è il mio piccolo segreto. Forse,<br />

se <strong>di</strong>ventiamo amiche abbastanza strette, te lo rivelerò».<br />

«Non lo farò. Non posso. Non posso, Faye».<br />

«Be', questo è male». Faye sollevò le sopracciglia e contrasse le labbra<br />

carnose. «Perché vuol <strong>di</strong>re che dovrò chiamare Diana. Credo che mia<br />

cugina abbia il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> sapere cosa fa il suo fidanzato».<br />

Raggiunse il telefono e cominciò a premere i pulsanti con le eleganti <strong>di</strong>ta<br />

con le unghie laccate <strong>di</strong> rosso.<br />

«Diana? Sei tu?»,<br />

«No!», urlò Cassie afferrandole il braccio. Faye mise la telefonata in<br />

attesa.<br />

«Questo significa che abbiamo un accordo?», le chiese.<br />

Cassie non riusciva a formulare né un no né un sì.<br />

Faye tese un braccio e prese il mento <strong>di</strong> Cassie tra le <strong>di</strong>ta, come aveva<br />

fatto il primo giorno <strong>di</strong> scuola sui gra<strong>di</strong>ni della collina. Cassie riusciva ad<br />

avvertire la durezza <strong>delle</strong> sue lunghe unghie, la freddezza e la forza <strong>delle</strong><br />

sue <strong>di</strong>ta. Faye la stava fissando con quegli strani occhi color miele. "I<br />

falchi hanno occhi gialli", pensò Cassie all'improvviso. E le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Faye<br />

sembravano artigli. Non aveva scampo. Era in trappola... presa... come un<br />

topolino bianco ghermito da un uccello rapace.<br />

Quegli occhi la stavano ancora guardando... la guardavano dentro.<br />

Cassie era stor<strong>di</strong>ta, tormentata. E questa volta sotto i pie<strong>di</strong> non aveva<br />

nessuna roccia a darle forza. Era nella camera al secondo piano della casa<br />

<strong>di</strong> Faye, lontana da qualsiasi forma <strong>di</strong> aiuto.<br />

«Abbiamo un accordo?», ripeté Faye.<br />

Nessuna via <strong>di</strong> fuga. Nessuna speranza. La vista <strong>di</strong> Cassie si stava<br />

annebbiando, indebolendo.<br />

Sentì gli ultimi residui <strong>di</strong> resistenza, <strong>di</strong> volontà, che si <strong>di</strong>ssolvevano.<br />

«Allora?», chiese Faye con il suo tono canzonatorio e roco.<br />

Ciecamente, quasi inconsapevolmente, Cassie annuì.<br />

Faye la lasciò andare.<br />

Poi riprese la telefonata: «Scusami, Diana. Ho sbagliato numero. Volevo<br />

chiamare l'idraulico. Ciao, ciao!». Detto questo, riattaccò.<br />

Si stiracchiò come un gatto gigante, riponendo il telefono sul como<strong>di</strong>no<br />

mentre si stendeva sul letto. Poi si sistemò le braccia <strong>di</strong>etro la testa e<br />

153


guardò Cassie sorridendo.<br />

«Va bene», <strong>di</strong>sse. «Per prima cosa portami il teschio. E dopo... Be', dopo<br />

penserò a qualcos'altro. Spero tu ti renda conto che da oggi mi appartieni,<br />

Cassie».<br />

«Pensavo», sussurrò Cassie, ancora incapace <strong>di</strong> vedere al <strong>di</strong> là della<br />

nebbia grigia, «che fossimo amiche».<br />

«Quello era un eufemismo. La verità è che d'ora in avanti tu sarai la mia<br />

schiava. Sei mia, Cassie Blake. Il tuo corpo e la tua anima mi<br />

appartengono».<br />

154<br />

[Continua]

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