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I diari delle streghe: L'iniziazione - Liberi di Leggere

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<strong>di</strong> cui occuparvi.<br />

"Gli oroscopi sono spazzatura", pensò Cassie chiudendo la rivista con<br />

una manata. Lo <strong>di</strong>ceva sempre sua madre, e aveva ragione. "Lo spiacevole<br />

senso <strong>di</strong> insicurezza": <strong>di</strong>re a una persona che è un'insicura contribuisce a<br />

renderla tale! Non c'era niente <strong>di</strong> soprannaturale in tutto questo.<br />

Ma, se non credeva al soprannaturale, che ci faceva quel pezzo <strong>di</strong><br />

calcedonio nel suo zaino? Serrò la mascella, prese la pietra e la mise nel<br />

portagioie; poi scese a salutare la madre e la nonna.<br />

La scuola era un imponente e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> tre piani in mattoni rossi.<br />

Talmente imponente che Cassie, dopo aver parcheggiato la Golf, aveva<br />

quasi timore ad avvicinarsi. C'erano <strong>di</strong>verse stra<strong>di</strong>ne che salivano lungo il<br />

fianco della collina, e la ragazza alla fine si decise a imboccarne una. In<br />

cima alla collina, mentre fissava la scuola, le si chiuse la gola.<br />

Dio, sembrava un college o qualcosa del genere. Una specie <strong>di</strong> luogo<br />

storico. Sulla lastra massiccia all'entrata c'era scritto NEW SALEM HIGH<br />

SCHOOL, e sotto, su una specie <strong>di</strong> targa, CITTÀ DI NEW SALEM,<br />

FONDATA NEL 1693. Era davvero così antica? Trecento anni? A Reseda,<br />

gli e<strong>di</strong>fici più vecchi ne avevano al massimo una cinquantina.<br />

"Non sono timida", si <strong>di</strong>sse Cassie, costringendosi a muoversi. "Io sono<br />

Cassie l'Intrepida".<br />

Un rombo incre<strong>di</strong>bilmente fragoroso le fece voltare <strong>di</strong> scatto la testa; si<br />

scansò istintivamente un attimo prima <strong>di</strong> essere investita. Con il cuore che<br />

le martellava in petto, guardò intontita ciò che le era quasi finito addosso.<br />

C'era una motocicletta, sul viale pedonale. E, cosa ancor più sorprendente,<br />

il pilota era una ragazza. Indossava jeans neri attillati e una giacca da<br />

motociclista; aveva un fisico slanciato e atletico che sembrava molto<br />

robusto. Ma, quando si voltò, dopo aver parcheggiato la moto al posto<br />

riservato alle biciclette, Cassie vide che la ragazza aveva un volto<br />

straor<strong>di</strong>nariamente bello. Era minuto e femminile, incorniciato da riccioli<br />

neri, e rovinato solo da un'espressione imbronciata e aggressiva.<br />

«Che hai da guardare?», chiese bruscamente la ragazza.<br />

Cassie sobbalzò, accorgendosi che la motociclista la stava fissando. La<br />

ragazza fece un passo in avanti e Cassie si scoprì a in<strong>di</strong>etreggiare.<br />

«Mi spiace... Non volevo...». Cercò <strong>di</strong> ricacciare in<strong>di</strong>etro le lacrime, ma<br />

non era facile. La ragazza indossava uno striminzito top nero alla vita,<br />

sotto il quale Cassie intravide quello che sembrava un tatuaggio. Il<br />

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