10.06.2013 Views

I Diari delle Streghe – la fuga – Lisa Jane Smith - Liberi di Leggere

I Diari delle Streghe – la fuga – Lisa Jane Smith - Liberi di Leggere

I Diari delle Streghe – la fuga – Lisa Jane Smith - Liberi di Leggere

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Lisa</strong> <strong>Jane</strong> <strong>Smith</strong><br />

I <strong>di</strong>ari <strong>delle</strong> streghe<br />

La <strong>fuga</strong><br />

Newton Compton E<strong>di</strong>tori<br />

2


CAPITOLO 1<br />

3


Le voci provenienti dall’alto si stavano avvicinando.<br />

Cassie non riusciva a muoversi; sembrava che una coltre<br />

grigia fosse scesa sui suoi sensi. Chris <strong>la</strong> stava strattonando<br />

per un braccio.<br />

«An<strong>di</strong>amo, Cassie! Stanno arrivando!».<br />

Ma Cassie stava ascoltando ancora <strong>la</strong> guida turistica:<br />

«Adesso sistematevi sua una fi<strong>la</strong> unica, dobbiamo scendere<br />

lungo una stretta scalinata…».<br />

Chris stava cercando <strong>di</strong> trascinare Cassie lontano dal<strong>la</strong><br />

rampa <strong>di</strong> scale. «Doug, dammi una mano!»<br />

Cassie fece uno sforzo supremo. «Dobbiamo andarcene»,<br />

<strong>di</strong>sse a Chris. Si tirò su e cercò <strong>di</strong> par<strong>la</strong>re con voce<br />

autorevole. «Devo vedere Diana… subito».<br />

I fratelli si scambiarono un’occhiata, perplessi ma non<br />

troppo impressionati.<br />

«Ok», <strong>di</strong>sse Chris. Cassie si <strong>la</strong>sciò cadere, <strong>di</strong> nuovo sopraffatta<br />

dal<strong>la</strong> coltre grigia. Doug <strong>la</strong> trascinava e Chris <strong>la</strong><br />

reggeva per le spalle, e in questo modo percorsero velocemente<br />

i tetri e tortuosi corridoi <strong>delle</strong> segrete. Nonostante<br />

il buio, i due fratelli si muovevano come topi, spostandosi<br />

sicuri tra i passaggi fino a un’insegna al neon che annunciava:<br />

USCITA.<br />

Mentre sfrecciavano verso nord, le zucche roto<strong>la</strong>vano e<br />

sobbalzavano sul retro del<strong>la</strong> jeep come teste decapitate.<br />

Cassie aveva gli occhi chiusi e cercava <strong>di</strong> mantenere un<br />

respiro rego<strong>la</strong>re. L’unica cosa che sapeva era che non poteva<br />

<strong>di</strong>re ai fratelli Henderson cosa stava pensando. Se avesse<br />

rive<strong>la</strong>to i suoi sospetti sul<strong>la</strong> morte <strong>di</strong> Kori, sarebbe<br />

potuta accadere qualsiasi cosa.<br />

«Lasciatemi a casa <strong>di</strong> Diana», <strong>di</strong>sse quando arrivarono<br />

a Crowhaven Road. «No… non c’è bisogno che veniate<br />

con me. Grazie».<br />

4


«Ok», <strong>di</strong>sse Chris, salutando<strong>la</strong>. Poi sporse <strong>la</strong> testa fuori<br />

dal finestrino. «Uh, ehi… grazie per avermi aiutato con<br />

quel bastardo», <strong>di</strong>sse.<br />

«Figurati», rispose Cassie, confusa. Mentre si allontanavano,<br />

si rese conto che i due non le avevano chiesto per<br />

quale motivo voleva par<strong>la</strong>re con Diana. Forse erano talmente<br />

abituati a fare cose inspiegabili da non meravigliarsi<br />

quando qualcuno si comportava in modo strano.<br />

Il signor Meade le aprì <strong>la</strong> porta. Cassie capì che doveva<br />

essere tar<strong>di</strong> se il padre <strong>di</strong> Diana era già rincasato<br />

dall’ufficio. Mentre Cassie saliva le scale, il signor Meade<br />

chiamò sua figlia.<br />

«Cassie!». Diana sobbalzò quando vide il volto<br />

dell’amica. «Che succede?».<br />

Anche Adam, seduto sul letto, si alzò al<strong>la</strong>rmato.<br />

«So che è tar<strong>di</strong> <strong>–</strong> scusatemi <strong>–</strong> ma dobbiamo par<strong>la</strong>re.<br />

Sono stata al Sotterraneo <strong>delle</strong> <strong>Streghe</strong>...».<br />

«Sei stata dove? Pren<strong>di</strong>, hai le mani ge<strong>la</strong>te. Raccontaci<br />

tutto dall’inizio», <strong>di</strong>sse Diana, mettendole un maglione<br />

sulle spalle.<br />

Lentamente, incespicando a volte sulle parole, Cassie<br />

raccontò <strong>di</strong> essere stata a Salem con Chris e Doug. Saltò <strong>la</strong><br />

parte riguardante il campo <strong>di</strong> zucche, e andò <strong>di</strong>rettamente<br />

al Sotterraneo <strong>delle</strong> <strong>Streghe</strong> dove, sentendo <strong>la</strong> voce del<strong>la</strong><br />

guida turistica, si era accorta del collegamento. Rocce…<br />

una frana, un’impiccagione… un collo spezzato.<br />

«Ma che significa?», <strong>di</strong>sse Diana, dopo che Cassie ebbe<br />

finito il racconto.<br />

«Non saprei <strong>di</strong>rlo con esattezza», ammise Cassie. «Ma<br />

sembra che ci sia un collegamento tra le tre morti e il modo<br />

in cui i puritani punivano le streghe».<br />

«Il collegamento è l’energia oscura», <strong>di</strong>sse Adam con<br />

calma. «Il teschio veniva usato dal<strong>la</strong> congrega originale,<br />

che viveva ai tempi dei processi alle streghe».<br />

5


«Ma non varrebbe per Kori», protestò Diana. «Abbiamo<br />

attivato il teschio solo dopo <strong>la</strong> sua morte».<br />

Adam sbiancò. «È vero, ma io ho trovato il teschio il<br />

giorno prima che fosse uccisa. Era sotto <strong>la</strong> sabbia…». I<br />

suoi occhi incontrarono quelli <strong>di</strong> Cassie, che ebbe un improvviso<br />

sussulto.<br />

«Sabbia. Per rendere inoffensivo il male», sussurrò, poi<br />

guardò Diana. «È scritto nel tuo Libro <strong>delle</strong> ombre. Bisogna<br />

seppellire un oggetto malvagio nel<strong>la</strong> sabbia o nel<strong>la</strong><br />

terra umida per renderlo inoffensivo. Come hai…». Si<br />

morse <strong>la</strong> lingua. Dio, stava per <strong>di</strong>re “come hai fatto tu,<br />

seppellendo il teschio in spiaggia”.<br />

«Come l’ho trovato io», finì <strong>la</strong> frase Adam. «Sì. E credo<br />

<strong>di</strong> averlo attivato nel momento stesso in cui l’ho <strong>di</strong>sseppellito.<br />

Ma questo vorrebbe <strong>di</strong>re che il teschio ha un<br />

potere incre<strong>di</strong>bile…». La voce gli morì in go<strong>la</strong>. Cassie si<br />

accorse che stava cercando <strong>di</strong> ribel<strong>la</strong>rsi all’idea, che non<br />

voleva crederci. «Ho sentito qualcosa quando l’ho tirato<br />

fuori», aggiunse con calma. «Mi sentivo strano, ero stor<strong>di</strong>to.<br />

Forse era dovuto all’energia oscura che si stava liberando».<br />

Guardò Cassie. «L’energia è arrivata a New Salem<br />

e ha ucciso Kori».<br />

«Io… non so cosa pensare», <strong>di</strong>sse Cassie miseramente.<br />

«Per quale motivo l’avrebbe fatto? Ma ogni volta che abbiamo<br />

interagito con il teschio, qualcuno è morto, e in<br />

mo<strong>di</strong> che ricalcano quelli con cui i puritani uccidevano le<br />

streghe. Non può trattarsi <strong>di</strong> una coincidenza».<br />

«Non è così», <strong>di</strong>sse Diana eccitata, «nessuno ha utilizzato<br />

il teschio prima del<strong>la</strong> morte <strong>di</strong> Jeffrey. Era al sicuro…».<br />

Fece una pausa e poi proseguì rapidamente. «Be’, a<br />

voi due posso <strong>di</strong>rlo… era al sicuro in spiaggia, dove è ancora<br />

sepolto. Ogni tanto vado a control<strong>la</strong>re che sia sempre<br />

al suo posto. Non c’è nessun collegamento».<br />

Cassie ammutolì. Il primo impulso fu <strong>di</strong> ur<strong>la</strong>re: “Qualcuno<br />

l’ha usato, il teschio”, ma sarebbe stata una follia.<br />

6


Non avrebbe mai potuto <strong>di</strong>rlo a Diana… e ora non sapeva<br />

che fare. Cominciò ad avvertire un tremore dentro <strong>di</strong> sé.<br />

Oh, Dio, certo che c’era il collegamento.<br />

Era come quello slogan: “Usa <strong>la</strong> pisto<strong>la</strong>, vai in galera”.<br />

Usa il teschio, ammazza qualcuno. E lei, Cassie, era responsabile<br />

dell’ultima volta che il teschio era stato usato.<br />

Era responsabile del<strong>la</strong> morte <strong>di</strong> Jeffrey.<br />

Poi ebbe un altro terribile presentimento. Si accorse che<br />

gli occhi grigio blu <strong>di</strong> Adam erano fissi su <strong>di</strong> lei. «Lo so<br />

cosa state pensando», <strong>di</strong>sse lui.<br />

Cassie deglutì, immobile.<br />

«State cercando un modo per <strong>di</strong>scolparmi», <strong>di</strong>sse. «Non<br />

vi va giù l’idea che io possa aver causato <strong>la</strong> morte <strong>di</strong> Kori.<br />

Quin<strong>di</strong> state cercando <strong>di</strong> scre<strong>di</strong>tare questa teoria. Ma non<br />

ci riuscirete. C’è chiaramente un collegamento tra il teschio<br />

e le tre morti… compresa quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Kori».<br />

Cassie non riusciva ancora a muoversi. Diana gli sfiorò<br />

una mano.<br />

«Se fosse vero», <strong>di</strong>sse, guardandolo con i suoi intensi<br />

occhi ver<strong>di</strong>, «tu non hai nessuna colpa. Come potevi sapere<br />

che <strong>la</strong> tua scoperta avrebbe fatto del male a qualcuno?<br />

Non c’era modo».<br />

“Ma io lo sapevo”, pensò Cassie. “O meglio, avrei dovuto<br />

saperlo. Sapevo che il teschio era malvagio, sapevo<br />

che era capace <strong>di</strong> uccidere. Eppure l’ho consegnato a Faye.<br />

Avrei dovuto oppormi con più decisione, avrei dovuto<br />

fare <strong>di</strong> tutto per fermar<strong>la</strong>”.<br />

«Se c’è qualcuno da incolpare», proseguì Diana, «quel<strong>la</strong><br />

sono io. Sono il leader del<strong>la</strong> congrega, è stata mia <strong>la</strong> decisione<br />

<strong>di</strong> utilizzare il teschio durante <strong>la</strong> cerimonia. Se<br />

l’energia oscura che ha scaraventato a terra Faye in seguito<br />

ha ucciso il signor Fogle e Jeffrey, <strong>la</strong> colpa è mia».<br />

«Non è vero», <strong>di</strong>sse Cassie. Non ne poteva più. «È colpa<br />

mia… o meglio… è colpa <strong>di</strong> tutti…».<br />

7


Lo sguardo <strong>di</strong> Adam si spostava dall’una all’altra. Poi<br />

scoppiò in una risata forzata e si prese <strong>la</strong> testa tra le mani.<br />

«Vogliamo tutti addossarci <strong>la</strong> colpa. Che assur<strong>di</strong>tà».<br />

«Molto patetico», convenne Diana, cercando <strong>di</strong> sorridere.<br />

Cassie si stava sforzando <strong>di</strong> non piangere.<br />

«Credo sia meglio smettere <strong>di</strong> incolparci, e cominciare<br />

a pensare a qualcosa», proseguì Adam. «Se l’energia oscura<br />

ha ucciso il signor Fogle e Jeffrey, potrebbe essere ancora<br />

là fuori, e potrebbe uccidere ancora. Dobbiamo trovare<br />

un modo per fermar<strong>la</strong>».<br />

Continuarono a <strong>di</strong>scuterne per ore. Adam propose <strong>di</strong> fare<br />

altre ricerche al cimitero. Diana pensava che forse sarebbe<br />

stato meglio continuare a stu<strong>di</strong>are tutti i Libri del<strong>la</strong><br />

magia, persino quelli più indecifrabili, per cercare altre<br />

notizie sul teschio e suggerimenti per contrastarlo.<br />

«E informazioni su B<strong>la</strong>ck John», suggerì Cassie meccanicamente.<br />

Diana e Adam convennero. B<strong>la</strong>ck John era<br />

stato il primo a servirsi del teschio, lo aveva programmato.<br />

Forse era ancora influenzato dalle sue intenzioni.<br />

Mentre par<strong>la</strong>vano, Cassie si sentiva… estranea. Alienata.<br />

Adam e Diana erano buoni, pensava mentre loro <strong>di</strong>scutevano<br />

concitatamente, infervorati dal<strong>la</strong> <strong>di</strong>scussione. Entrambi<br />

avevano agito con le migliori intenzioni. Cassie,<br />

invece, era <strong>di</strong>versa. Lei era… malvagia.<br />

Cassie sapeva cose che loro due ignoravano. Cose che<br />

non avrebbe mai potuto confessare.<br />

Diana fu molto carina quando arrivò l’ora <strong>di</strong> andarsene.<br />

«È meglio se Adam ti riaccompagna a casa», <strong>di</strong>sse.<br />

Adam e Cassie non aprirono bocca per tutto il tragitto.<br />

Arrivati al civico do<strong>di</strong>ci, Adam <strong>di</strong>sse con calma: «Come<br />

stai?».<br />

Cassie non riusciva a guardarlo. Non aveva mai avuto<br />

così tanta voglia <strong>di</strong> farsi conso<strong>la</strong>re, <strong>di</strong> gettarsi tra le sue<br />

braccia. Voleva raccontargli ogni cosa su Faye e sul te-<br />

8


schio, sentirgli <strong>di</strong>re che tutto andava bene, che non era so<strong>la</strong>.<br />

Voleva che Adam l’abbracciasse. E anche lui lo desiderava,<br />

Cassie riusciva a sentirlo.<br />

«È meglio se vado», <strong>di</strong>sse Cassie con voce tremante.<br />

Adam stava stringendo il vo<strong>la</strong>nte con così tanta forza che<br />

sembrava potesse romperlo da un momento all’altro.<br />

«Buonanotte», <strong>di</strong>sse Cassie delicatamente, sempre senza<br />

guardarlo.<br />

Ci fu una lunghissima pausa mentre sentiva che Adam<br />

lottava con se stesso. Poi rispose: «Buonanotte, Cassie»,<br />

con una voce svuotata <strong>di</strong> ogni energia.<br />

Cassie entrò in casa. Ovviamente non poteva par<strong>la</strong>re<br />

neanche con <strong>la</strong> mamma o <strong>la</strong> nonna. Immaginava <strong>la</strong> scena:<br />

“Ciao, mamma, ricor<strong>di</strong> Jeffrey Lovejoy? Be’, è stato ucciso<br />

per colpa mia”. No, grazie.<br />

Sapere <strong>di</strong> essere malvagia <strong>la</strong> faceva sentire strana. Quel<br />

pensiero le restò in testa mentre si coricava, e poco prima<br />

che si addormentasse, si mischiò a immagini degli occhi<br />

color miele <strong>di</strong> Faye.<br />

Perfida, riusciva quasi a sentire <strong>la</strong> sua risata roca. Tu<br />

non sei cattiva, sei solo perfida… come me.<br />

All’inizio il sogno era bellissimo. Cassie si trovava nel<br />

giar<strong>di</strong>no del<strong>la</strong> nonna. Era estate e tutti i fiori erano sbocciati.<br />

Sotto <strong>la</strong> pianta <strong>di</strong> melissa si era formata una pozza <strong>di</strong><br />

rugiada. Cassie era stor<strong>di</strong>ta dal profumo intenso che <strong>la</strong> <strong>la</strong>vanda,<br />

il mughetto e il gelsomino emanavano.<br />

Si chinò per raccogliere un caprifoglio con fiori minuscoli<br />

e morbi<strong>di</strong>. Il sole le riscaldava le spalle. Il cielo era<br />

terso e immenso. Benché fosse nel giar<strong>di</strong>no del<strong>la</strong> nonna,<br />

stranamente non c’erano case nelle vicinanze. Cassie era<br />

tutta so<strong>la</strong>, sotto quel sole ra<strong>di</strong>oso.<br />

Fu allora che vide le rose.<br />

Erano enormi, vellutate e rosse come rubini. Rose del<br />

genere non potevano essere selvatiche. Cassie fece un pas-<br />

9


so, poi un altro. All’interno <strong>di</strong> un petalo ricurvo e tremo<strong>la</strong>nte<br />

c’era del<strong>la</strong> rugiada. Cassie aveva voglia <strong>di</strong> coglierne<br />

una per sentirne l’odore, ma aveva paura.<br />

Sentì una risata roca alle sue spalle.<br />

«Faye!».<br />

Faye sorrise con indolenza. «Avanti, pren<strong>di</strong><strong>la</strong>», <strong>di</strong>sse.<br />

«Non mordono mica». Cassie scosse <strong>la</strong> testa. Il cuore le<br />

batteva a mille.<br />

«Oh, an<strong>di</strong>amo, Cassie». La sua voce adesso era tentatrice.<br />

«Guarda. Non ti sembra interessante?».<br />

Cassie guardò. Dietro le rose stava succedendo qualcosa<br />

<strong>di</strong> incre<strong>di</strong>bile. Era scesa <strong>la</strong> notte <strong>–</strong> una notte livida senza<br />

luna e con poche stelle <strong>–</strong> ma nel punto in cui si trovava lei<br />

era ancora giorno.<br />

«Seguimi, Cassie», <strong>la</strong> tentò Faye. «Solo un paio <strong>di</strong> passi.<br />

Ti mostro quant’è facile». La vide andare <strong>di</strong>etro il cespuglio<br />

<strong>di</strong> rose. Adesso Faye era al buio, il volto nascosto,<br />

gli splen<strong>di</strong><strong>di</strong> capelli tutt’uno con le tenebre.<br />

«Avanti», le <strong>di</strong>sse Faye delicatamente, inesorabilmente.<br />

«Dopotutto, sei già come me <strong>–</strong> o lo hai <strong>di</strong>menticato? Hai<br />

già fatto <strong>la</strong> tua scelta».<br />

La mano <strong>di</strong> Cassie <strong>la</strong>sciò andare il caprifoglio. Lentamente,<br />

molto lentamente, raccolse una rosa. Era <strong>di</strong> un rosso<br />

molto intenso, e così soffice. Cassie <strong>la</strong> fissò.<br />

«Meravigliosa, vero?», mormorò Faye. «Adesso porta<strong>la</strong><br />

qui».<br />

Ipnotizzata, Cassie fece un passo. A terra, tra le tenebre<br />

e <strong>la</strong> luce, c’era una linea tremo<strong>la</strong>nte d’ombra. Cassie fece<br />

un altro passo e un improvviso e <strong>la</strong>ncinante dolore alle <strong>di</strong>ta<br />

<strong>la</strong> fece sobbalzare.<br />

La rosa l’aveva punta. Il sangue cominciò a scorrere<br />

lungo il polso. Le spine erano cremisi, come se fossero<br />

state intinte nel sangue.<br />

10


Atterrita, Cassie guardò Faye, ma davanti a lei c’erano<br />

solo tenebre. Sentiva unicamente una risatina beffarda.<br />

«Forse <strong>la</strong> prossima volta», <strong>di</strong>sse Faye dall’oscurità.<br />

Cassie si svegliò con il cuore che le martel<strong>la</strong>va nel petto,<br />

gli occhi fissi nel<strong>la</strong> stanza buia. Quando accese <strong>la</strong> luce,<br />

si aspettava <strong>di</strong> trovare del sangue sul braccio. Ma non<br />

c’era sangue, e nessuna traccia <strong>di</strong> punture sulle <strong>di</strong>ta.<br />

“Grazie a Dio”, pensò. Era stato un sogno, solo un sogno.<br />

Ma non riuscì a riaddormentarsi subito.<br />

Fu risvegliata dal telefono che squil<strong>la</strong>va. Osservando <strong>la</strong><br />

luce che filtrava dal<strong>la</strong> finestra a est, Cassie si rese conto<br />

che aveva dormito fino a tar<strong>di</strong>.<br />

«Pronto?»<br />

«Ciao, Cassie», <strong>di</strong>sse una voce familiare.<br />

Il cuore <strong>di</strong> Cassie sobbalzò. Improvvisamente ricordò il<br />

sogno. In preda al panico, si aspettò che <strong>la</strong> voce roca <strong>di</strong><br />

Faye cominciasse a par<strong>la</strong>rle <strong>di</strong> rose e <strong>di</strong> tenebre.<br />

Ma <strong>la</strong> sua voce era normale. «È sabato, Cassie. Hai<br />

piani per <strong>la</strong> serata?»<br />

«Uh… no. Ma…».<br />

«Suzan e Doborah sono da me stasera. Perché non vieni<br />

anche tu?».<br />

«Faye… credevo fossi arrabbiata con me».<br />

Faye rise. «Ero un po’… irritata, lo ammetto. Ma è passata.<br />

Sono orgogliosa del tuo successo con i ragazzi. Dimostra<br />

che il fascino da strega funziona sempre».<br />

Cassie ignorò l’ultimo commento. Poi ebbe un pensiero<br />

improvviso. «Faye, se stai pensando <strong>di</strong> usare <strong>di</strong> nuovo il<br />

teschio, scordatelo. Vuoi sapere quant’è pericoloso?».<br />

Cominciò a <strong>di</strong>rle cosa aveva scoperto nel Sotterraneo <strong>delle</strong><br />

<strong>Streghe</strong>, ma Faye <strong>la</strong> interruppe.<br />

«Oh, ma chi ci pensa più al teschio!», <strong>di</strong>sse. «Sto organizzando<br />

un party. Ci ve<strong>di</strong>amo per le otto, ok? Verrai, ve-<br />

11


o, Cassie? Altrimenti potrebbero esserci conseguenze…<br />

spiacevoli. Ciao ciao!».<br />

Ci saranno anche Suzan e Deborah, si <strong>di</strong>sse Cassie<br />

mentre si avvicinava all’abitazione <strong>di</strong> Faye. Non <strong>la</strong>sceranno<br />

che mi uccida. Quel pensiero <strong>la</strong> fece sentire un po’ meglio.<br />

Quando aprì <strong>la</strong> porta, Faye sembrava meno sinistra del<br />

solito. I suoi occhi splendevano <strong>di</strong> malizia e il sorriso era<br />

quasi gioviale.<br />

«Entra, Cassie. Mancavi solo tu», <strong>di</strong>sse.<br />

Mentre percorreva il corridoio che portava al<strong>la</strong> camera<br />

<strong>di</strong> Faye, Cassie sentiva del<strong>la</strong> musica. La stanza era riccamente<br />

ammobiliata, sfarzosa, come il resto del<strong>la</strong> casa. Un<br />

televisore ad alto volume se <strong>la</strong> giocava con un pezzo <strong>di</strong><br />

Madonna sparato a pal<strong>la</strong> da uno stereo da favo<strong>la</strong>. Con tutta<br />

quel<strong>la</strong> tecnologia, le numerose candele infi<strong>la</strong>te nei sostegni<br />

più <strong>di</strong>sparati apparivano fuori luogo.<br />

«Spegnete tutto», or<strong>di</strong>nò Faye. Suzan, imbronciata,<br />

puntò un telecomando contro lo stereo; Deborah tolse<br />

l’au<strong>di</strong>o al televisore. A quanto pareva, Faye aveva perdonato<br />

anche loro.<br />

«Adesso», <strong>di</strong>sse Faye rivolgendo un sorriso felino a<br />

Cassie, «ti spiego tutto. La governante ha <strong>la</strong> giornata libera<br />

e mia madre è a letto, ma<strong>la</strong>ta…».<br />

«Come sempre», <strong>la</strong> interruppe Deborah. Poi <strong>di</strong>sse a<br />

Cassie: «Sua madre trascorre il novantacinque per cento<br />

del suo tempo a letto. La testa».<br />

Faye inarcò le sopracciglia e <strong>di</strong>sse: «Sì, be’, a volte può<br />

essere molto comodo, no? Come oggi, per esempio». Tornò<br />

a guardare Cassie e riprese a par<strong>la</strong>re. «E quin<strong>di</strong> faremo<br />

un bel pizza party. E tu ci darai una mano, ok?».<br />

Cassie si sentiva incre<strong>di</strong>bilmente sollevata. Un pizza<br />

party. Aveva immaginato chissà cosa. «Ok», <strong>di</strong>sse.<br />

«Allora cominciamo. Suzan ti <strong>di</strong>rà cosa fare».<br />

12


Cassie seguì le istruzioni <strong>di</strong> Suzan. Accesero alcune<br />

candele rosse e rosa, un piccolo fuoco nel camino e dei bastoncini<br />

<strong>di</strong> incenso a base <strong>di</strong> zenzero, cardamomo e olio<br />

essenziale <strong>di</strong> neroli che sprigionavano un odore penetrante<br />

e delizioso.<br />

Faye, nel frattempo, stava sistemando dei cristalli in giro<br />

per <strong>la</strong> camera. Cassie riconobbe i granati, le corniole,<br />

gli opali <strong>di</strong> fuoco e tormaline. Suzan indossava una col<strong>la</strong>na<br />

<strong>di</strong> corniole che si abbinava perfettamente ai suoi capelli<br />

biondo paglia. Faye indossava più rubini a stel<strong>la</strong> del solito.<br />

Deborah spense le <strong>la</strong>mpade e mise un nuovo CD. Cassie<br />

non aveva mai sentito musica del genere. Era un ritmo<br />

basso e pulsante, un battito primor<strong>di</strong>ale che sembrava entrarle<br />

nel sangue. Cominciò piano, ma con il passare dei<br />

secon<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventava sempre più forte.<br />

«Bene», <strong>di</strong>sse Faye, tirandosi un poco in<strong>di</strong>etro per contemp<strong>la</strong>re<br />

il <strong>la</strong>voro svolto. «Niente male. Vado a prendere<br />

da bere».<br />

Cassie stu<strong>di</strong>ò <strong>la</strong> stanza. Era calda e accogliente, soprattutto<br />

se paragonata al freddo pungente <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> serata <strong>di</strong><br />

ottobre. Il fuoco e le candele emanavano un bagliore rosato<br />

e <strong>la</strong> musica insistente riempiva l’aria. Si era creata una<br />

leggera foschia a causa del fumo speziato dell’incenso.<br />

“Sembra quasi una fumeria d’oppio”, pensò Cassie, allo<br />

stesso tempo affascinata e terrorizzata, mentre Faye tornava<br />

reggendo un vassoio d’argento.<br />

Cassie <strong>la</strong> guardò. Si aspettava <strong>delle</strong> bibite analcoliche…<br />

o magari qualche birra, conoscendo Deborah. Ma sapeva<br />

che Faye non avrebbe mai servito qualcosa <strong>di</strong> così poco<br />

elegante. Sul vassoio c’erano un decanter e otto bicchierini<br />

<strong>di</strong> cristallo. Il decanter era pieno per metà <strong>di</strong> un liquido<br />

rossastro.<br />

«Sedetevi», <strong>di</strong>sse Faye, riempiendo quattro bicchieri e<br />

rispondendo all’espressione interrogativa <strong>di</strong> Cassie con un<br />

sorriso. «Non è alcolico. Provalo. Oh, an<strong>di</strong>amo!».<br />

13


Cassie fece un sorso con molta caute<strong>la</strong>. Il liquido aveva<br />

un sapore dolce e delicato e <strong>la</strong> riempì <strong>di</strong> calore.<br />

«Cos’è?», chiese guardando il bicchiere.<br />

«Oh, un po’ <strong>di</strong> questo e un po’ <strong>di</strong> quello. È… stimo<strong>la</strong>nte,<br />

vero?»<br />

«Mmm». Cassie fece un altro sorso.<br />

«E ora», sorrise Faye, «possiamo giocare al Ragazzo<br />

<strong>delle</strong> Pizze».<br />

Ci una pausa, e poi Cassie <strong>di</strong>sse: «Il Ragazzo <strong>delle</strong> Pizze?»<br />

«Il Ragazzo <strong>delle</strong> Pizze… o il Fattorino, come vuoi<br />

chiamarlo», <strong>di</strong>sse Suzan ridacchiando.<br />

«Ci <strong>di</strong>vertiamo a guardare i ragazzi che si rendono ri<strong>di</strong>coli»,<br />

<strong>di</strong>sse Deborah ridendo sguaiatamente. Avrebbe continuato<br />

se Faye non l’avesse fermata.<br />

«Non <strong>di</strong>ciamole altro. Dimostriamole come si gioca»,<br />

<strong>di</strong>sse. «Dov’è il telefono?». Deborah le passò un cordless.<br />

Suzan sfogliò le pagine gialle e le dettò un numero.<br />

Faye schiacciò i tasti sul telefono. «Pronto?», <strong>di</strong>sse con<br />

voce suadente. «Vorrei or<strong>di</strong>nare una pizza maxi, con salsiccia<br />

piccante, olive e funghi». Poi comunicò il suo in<strong>di</strong>rizzo<br />

e il numero <strong>di</strong> telefono. «Esatto, New Salem», <strong>di</strong>sse.<br />

«Tra quanto? Va bene, grazie. Arrivederci».<br />

Riattaccò e, guardando Suzan, <strong>di</strong>sse: «Avanti col prossimo».<br />

Con grande stupore <strong>di</strong> Cassie, Faye chiamò altre pizzerie.<br />

Sei, per <strong>la</strong> precisione.<br />

Faye aveva or<strong>di</strong>nato sette pizze giganti, tutte con il medesimo<br />

con<strong>di</strong>mento. Cassie, leggermente stor<strong>di</strong>ta<br />

dall’incenso, si chiese se Faye volesse offrire da mangiare<br />

a un intero esercito.<br />

«Chi stiamo aspettando, il coro del<strong>la</strong> chiesa dei mormoni?»,<br />

sussurrò a Suzan, che sorrise.<br />

«Mi auguro <strong>di</strong> no. Non ci interessano i coristi».<br />

14


«Ora basta, Cassie», <strong>di</strong>sse Faye. «Aspetta e lo scoprirai».<br />

Quando bussarono al<strong>la</strong> porta, Faye, Suzan e Deborah si<br />

<strong>la</strong>nciarono in salotto per sbirciare dal<strong>la</strong> finestra. Cassie le<br />

imitò. La luce del portico illuminava un ragazzo con una<br />

scato<strong>la</strong> oleosa <strong>di</strong> cartone in mano.<br />

«Mmm», <strong>di</strong>sse Faye. «Non male. Niente <strong>di</strong> eccezionale,<br />

ma non male».<br />

«Per me va bene», <strong>di</strong>sse Suzan. «Guardate che spalle!<br />

Facciamolo entrare».<br />

Cassie seguì le tre ragazze al<strong>la</strong> porta.<br />

«Ciao», <strong>di</strong>sse Faye aprendo <strong>la</strong> porta. «Ti <strong>di</strong>spiacerebbe<br />

entrare? Ho <strong>la</strong>sciato <strong>la</strong> borsa in camera». Davanti a una<br />

Cassie sempre più sbalor<strong>di</strong>ta, le tre ragazze guidarono il<br />

ragazzo nel<strong>la</strong> stanza accogliente e profumata d’incenso. Il<br />

ragazzo aveva un’espressione stupefatta e sbatteva ripetutamente<br />

le ciglia.<br />

Deborah gli prese <strong>la</strong> pizza dalle mani. «Sai», <strong>di</strong>sse Faye,<br />

mor<strong>di</strong>cchiando <strong>la</strong> penna posata sul libretto degli assegni,<br />

«sembri un po’ stanco. Vuoi sederti? Ti va <strong>di</strong> bere<br />

qualcosa?».<br />

Suzan versò <strong>la</strong> bevanda rossastra in un bicchiere e poi<br />

lo porse con un sorriso al ragazzo. Il fattorino si passò <strong>la</strong><br />

lingua sulle <strong>la</strong>bbra, confuso. Cassie riusciva a capirlo.<br />

“Nessun ragazzo al mondo può resistere a Suzan con <strong>la</strong><br />

camicetta scol<strong>la</strong>ta che gli porge un bicchiere <strong>di</strong> cristallo”,<br />

pensò Cassie. Suzan si chinò un altro poco e il ragazzo<br />

prese il bicchiere.<br />

Deborah e Faye si scambiarono un’occhiata d’intesa.<br />

«Parcheggio <strong>la</strong> tua auto sul retro», mormorò Deborah e<br />

se ne andò.<br />

«Mi chiamo Suzan», <strong>di</strong>sse Suzan affondando nel <strong>di</strong>vano<br />

imbottito accanto al ragazzo. «E tu?».<br />

Deborah era appena tornata quando il campanello del<strong>la</strong><br />

porta suonò <strong>di</strong> nuovo.<br />

15


CAPITOLO 2<br />

16


«Cavolo», <strong>di</strong>sse Deborah, <strong>di</strong> nuovo al<strong>la</strong> finestra del salotto.<br />

Il secondo fattorino era magro, aveva capelli lisci e il<br />

viso pieno <strong>di</strong> brufoli.<br />

Faye era già al<strong>la</strong> porta. «Una pizza? Non abbiamo or<strong>di</strong>nato<br />

nessuna pizza. Non m’interessa chi avete chiamato<br />

per <strong>la</strong> conferma, noi non <strong>la</strong> vogliamo». Chiuse <strong>la</strong> porta in<br />

faccia al fattorino che, dopo essere rimasto qualche minuto<br />

sul portico, se ne andò.<br />

Nel frattempo ne era arrivato un altro. Mentre si avvicinava<br />

al<strong>la</strong> porta, il ragazzo alto e biondo con <strong>la</strong> scato<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />

cartone si voltò a guardare il rivale che si allontanava.<br />

«Questo sì che va bene», <strong>di</strong>sse Faye.<br />

Quando accompagnarono il fattorino biondo in camera,<br />

Suzan e l’altro ragazzo muscoloso erano avvinghiati sul<br />

<strong>di</strong>vano. I due si separarono; il ragazzo sembrava ancora<br />

confuso. Faye riempì un bicchiere per il nuovo ospite.<br />

Nel giro <strong>di</strong> un’ora, <strong>la</strong> porta suonò altre quattro volte e<br />

altri due ragazzi furono fatti accomodare nel<strong>la</strong> stanza <strong>di</strong><br />

Faye. Suzan si <strong>di</strong>videva tra il ragazzo muscoloso e il nuovo<br />

arrivato, un tipo con alti zigomi che <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> avere<br />

sangue nativo americano nelle vene. L’ultimo ragazzo <strong>–</strong><br />

aveva gli occhi castani e sembrava il più giovane <strong>di</strong> tutti <strong>–</strong><br />

si sedette accanto a Cassie.<br />

«Che strano», <strong>di</strong>sse, guardandosi intorno e facendo un<br />

altro sorso dal suo bicchiere. «È tutto così strano… non so<br />

perché sono qui. Ho <strong>delle</strong> consegne da fare…». Poi aggiunse:<br />

« Diamine, sei davvero carina».<br />

“Diamine?”, pensò Cassie. Accipicchia, acciderboli.<br />

Oh, mio Dio. «Grazie», <strong>di</strong>sse fiaccamente, guardandosi intorno<br />

in cerca <strong>di</strong> aiuto.<br />

Ma le altre erano tutte impegnate. Faye, che emanava<br />

sensualità da ogni poro, stava facendo scivo<strong>la</strong>re le sue<br />

lunghe unghie rosse sul<strong>la</strong> manica del ragazzo biondo. Suzan,<br />

seduta sul <strong>di</strong>vano, aveva un ammiratore su ciascun <strong>la</strong>to.<br />

Deborah era seduta sul bracciolo <strong>di</strong> una se<strong>di</strong>a eccessi-<br />

17


vamente imbottita, con gli occhi socchiusi e l’espressione<br />

accigliata.<br />

«Posso metterti un braccio sulle spalle?», chiese esitante<br />

il ragazzo dagli occhi castani a Cassie.<br />

“I ragazzi non sono dei giocattoli”, pensò Cassie, anche<br />

se quello in partico<strong>la</strong>re sembrava un orsacchiotto <strong>di</strong> peluche.<br />

Faye li aveva attirati a casa sua per giocarci, e questo<br />

era sbagliato… no? Quei ragazzi non erano nel pieno <strong>delle</strong><br />

loro facoltà, non avevano alcuna scelta.<br />

«Mi sono trasferito <strong>la</strong> scorsa estate dal<strong>la</strong> South Carolina»,<br />

stava <strong>di</strong>cendo il ragazzo. «Avevo una ragazza… ma<br />

adesso mi sento così solo…».<br />

Cassie sapeva come si sentiva. Era un ragazzo carino,<br />

aveva <strong>la</strong> sua stessa età, e i suoi occhi marroni, anche se un<br />

po’ vitrei, non erano male. Cassie non si oppose quando,<br />

un po’ goffamente, il ragazzo le mise un braccio sulle<br />

spalle.<br />

Si sentiva stor<strong>di</strong>ta. Era colpa dell’incenso… o dei cristalli,<br />

pensò. Sembrava che <strong>la</strong> musica pulsasse dentro <strong>di</strong><br />

lei. Avrebbe dovuto sentirsi in imbarazzo per quello che<br />

stava accadendo in quel momento <strong>–</strong> era imbarazzata <strong>–</strong> ma<br />

anche euforica.<br />

Alcune candele si erano spente e ora <strong>la</strong> stanza era meno<br />

illuminata.<br />

Cassie avvertiva un calore piacevole sul<strong>la</strong> spalle. Ripensò<br />

al<strong>la</strong> notte prima, quando aveva desiderato intensamente<br />

qualcuno che <strong>la</strong> conso<strong>la</strong>sse, che l’abbracciasse. Che<br />

non <strong>la</strong> facesse sentire so<strong>la</strong>.<br />

«Non so perché, ma mi piaci davvero», stava <strong>di</strong>cendo il<br />

ragazzo con gli occhi marroni. «Non ho mai sentito nul<strong>la</strong><br />

del genere prima d’ora».<br />

Perché trattenersi? Era già… cattiva. E poi aveva così<br />

tanta voglia <strong>di</strong> stare vicino a… qualcuno.<br />

Il ragazzo le si avvicinò per baciar<strong>la</strong>.<br />

18


Fu allora che Cassie capì che era sbagliato. Non come<br />

quando aveva baciato Adam, ma sbagliato per lei. Non aveva<br />

affatto voglia <strong>di</strong> baciarlo. Ogni cellu<strong>la</strong> del suo corpo<br />

si stava ribel<strong>la</strong>ndo, in preda al panico. Sgusciò via dal suo<br />

abbraccio come un’anguil<strong>la</strong> e scattò in pie<strong>di</strong>.<br />

Faye e il ragazzo biondo stavano uscendo dal<strong>la</strong> stanza.<br />

E così Suzan e i due ammiratori.<br />

«Spostiamoci <strong>di</strong> sopra», <strong>di</strong>sse Faye con voce sensuale.<br />

«Ci sono più stanze. Un mucchio <strong>di</strong> stanze».<br />

«No», <strong>di</strong>sse Cassie.<br />

Faye corrugò <strong>la</strong> fronte impercettibilmente, poi sorrise e<br />

andò da Cassie, par<strong>la</strong>ndole a voce bassa. «Cassie, mi stai<br />

deludendo», <strong>di</strong>sse. «Dopo <strong>la</strong> tua performance al ballo,<br />

pensavo davvero che fossi una <strong>di</strong> noi. Eppure questo non è<br />

neanche lontanamente immorale in confronto ad altre cose<br />

che hai fatto. Puoi farne ciò che vuoi <strong>di</strong> questi ragazzi, a<br />

loro piacerà».<br />

«No», ripetè Cassie. «Mi hai detto <strong>di</strong> venire e sono venuta.<br />

Ma non resterò un minuto <strong>di</strong> più». Gli occhi <strong>di</strong> Faye<br />

erano penetranti e Cassie faceva fatica a mantenere <strong>la</strong> voce<br />

ferma.<br />

Faye sembrava irritata. «Oh, d’accordo. Se non vuoi<br />

spassarte<strong>la</strong>, non posso costringerti. Vai pure».<br />

Cassie si sentì sollevata. Rivolse un’ultima occhiata al<br />

ragazzo con gli occhi marroni e corse al<strong>la</strong> porta. Dopo il<br />

sogno del<strong>la</strong> notte precedente, aveva avuto così tanta paura…<br />

non immaginava cosa avrebbe potuto farle fare Faye.<br />

Ma adesso stava tornando a casa.<br />

La voce <strong>di</strong> Faye <strong>la</strong> bloccò sul<strong>la</strong> porta. Prima <strong>di</strong> continuare,<br />

attese <strong>di</strong> avere <strong>la</strong> completa attenzione <strong>di</strong> Cassie.<br />

«Sarà per <strong>la</strong> prossima volta», <strong>di</strong>sse.<br />

Mentre si allontanava in tutta fretta, Cassie sentiva un<br />

formicolio su tutto il corpo. Voleva solo tornare a casa,<br />

dove era al sicuro…<br />

19


«Ehi, aspetta», le urlò Deborah.<br />

Cassie si girò malvolentieri e puntò i pie<strong>di</strong>, come se si<br />

aspettasse <strong>di</strong> essere aggre<strong>di</strong>ta.<br />

Deborah <strong>la</strong> raggiunse correndo, il passo leggero e control<strong>la</strong>to<br />

come sempre. I capelli neri le danzavano intorno al<br />

viso nascondendole gli occhi. Il mento era sporgente come<br />

al solito, ma non c’era ostilità sul suo volto.<br />

«Vado via anch’io. Lo vuoi uno strappo?», <strong>di</strong>sse.<br />

Cassie ricordò l’ultimo “strappo” che aveva accettato.<br />

Ma non aveva voglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no a Deborah. Dopo le parole<br />

<strong>di</strong> commiato <strong>di</strong> Faye, Cassie si sentiva picco<strong>la</strong> e vulnerabile<br />

<strong>–</strong> un essere in<strong>di</strong>feso che poteva essere schiacciato<br />

facilmente. Inoltre… Be’, non capitava tutti i giorni che<br />

Deborah facesse un’offerta del genere.<br />

«Ok, grazie», <strong>di</strong>sse Cassie dopo una brevissima esitazione.<br />

Non le chiese se doveva mettersi il casco, credeva<br />

che Deborah non avrebbe apprezzato <strong>la</strong> domanda.<br />

Cassie non era mai salita su una moto. Mentre cercava<br />

<strong>di</strong> montarci su, le sembrava enorme. Ma una volta seduta,<br />

si accorse che era sorprendentemente stabile. Non aveva<br />

paura <strong>di</strong> cadere.<br />

«Reggiti a me», <strong>di</strong>sse Deborah. Poi, con un boato incre<strong>di</strong>bile,<br />

<strong>la</strong> moto partì.<br />

Era una sensazione inebriante <strong>–</strong> sembrava <strong>di</strong> vo<strong>la</strong>re.<br />

“Come le streghe con le scope”, pensò Cassie. Il vento le<br />

soffiava con forza sul volto, <strong>la</strong>nciandole i capelli<br />

all’in<strong>di</strong>etro. Cassie non riusciva a vedere molto, perché <strong>la</strong><br />

chioma <strong>di</strong> Deborah le svo<strong>la</strong>zzava davanti agli occhi.<br />

Quando Deborah accelerò, Cassie si sentì morire. Era<br />

certa <strong>di</strong> non essere mai andata così veloce. Il vento era gelido.<br />

Stavano sfrecciando nell’oscurità a una velocità troppo<br />

elevata per una stra<strong>di</strong>na <strong>di</strong> campagna. Si <strong>la</strong>sciarono le<br />

case <strong>di</strong> Crowhaven Road alle spalle. Cassie non riusciva a<br />

respirare né a par<strong>la</strong>re. Non c’erano che il vento, <strong>la</strong> strada e<br />

<strong>la</strong> velocità.<br />

20


“Sto per morire”, pensò Cassie, ma quasi non le importava.<br />

Sarebbe valsa <strong>la</strong> pena <strong>di</strong> morire per qualcosa <strong>di</strong> così<br />

eccitante. Era certa che Deborah non sarebbe riuscita a<br />

prendere <strong>la</strong> curva successiva.<br />

«Ri<strong>la</strong>ssati!», urlò Deborah, <strong>la</strong> voce spezzata dal vento.<br />

«Tranquil<strong>la</strong>! Piegati con me!».<br />

“Come faccio a ri<strong>la</strong>ssarmi quando sfrecciamo a centosessanta<br />

chilometri orari in mezzo alle tenebre?”, pensò<br />

Cassie. Poi capì: doveva arrendersi. E lo fece, si abbandonò<br />

al vento e al<strong>la</strong> velocità. E, come per magia, le cose migliorarono.<br />

Dopo un po’ si accorse che stavano tornando su Crowhaven<br />

Road. Superarono <strong>la</strong> casa <strong>di</strong> Diana, le altre, anche<br />

quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Cassie, e infine piombarono su uno spiazzo<br />

all’estremità del promontorio.<br />

La polvere si alzava sui fianchi del<strong>la</strong> motocicletta. Cassie<br />

vide <strong>la</strong> scogliera che incombeva davanti a loro e affondò<br />

<strong>la</strong> testa tra le spalle <strong>di</strong> Deborah. La moto si inclinò leggermente,<br />

rallentò e infine si fermò.<br />

«Allora», <strong>di</strong>sse Deborah. «Che te ne pare?».<br />

Cassie sollevò <strong>la</strong> testa e costrinse i suoi pugni a ri<strong>la</strong>ssarsi.<br />

Era ge<strong>la</strong>ta dal<strong>la</strong> testa ai pie<strong>di</strong>, come se fosse stata<br />

rinchiusa in un frigorifero. I capelli erano arruffati, e non<br />

sentiva più le <strong>la</strong>bbra, il naso e le orecchie.<br />

«È stato meraviglioso», <strong>di</strong>sse a fatica. «Sembrava <strong>di</strong><br />

vo<strong>la</strong>re».<br />

Deborah scoppiò a ridere, smontò dal<strong>la</strong> moto e le <strong>di</strong>ede<br />

una pacca sul<strong>la</strong> schiena. Poi l’aiutò a scendere. Cassie non<br />

riusciva a smettere <strong>di</strong> tremare.<br />

«Guarda», <strong>di</strong>sse Deborah avvicinandosi al ciglio del<strong>la</strong><br />

scogliera.<br />

Cassie guardò. In basso, l’acqua scura s’infrangeva e<br />

schiumava contro le rocce. Era un bel salto.<br />

Ma era anche uno spettacolo meraviglioso. Una luna<br />

quasi piena splendeva sopra <strong>la</strong> vasta superficie<br />

21


dell’oceano, formando una lunga scia tremo<strong>la</strong>nte <strong>di</strong> luce<br />

sull’acqua, puro argento sopra le tenebre.<br />

«Sembra una strada», <strong>di</strong>sse Cassie a bassa voce, sbattendo<br />

i denti. «Verrebbe quasi voglia <strong>di</strong> percorrer<strong>la</strong>».<br />

Lanciò un’occhiata veloce a Deborah, non sapeva come<br />

avrebbe preso le sue parole sognanti. Ma Deborah annuì<br />

impercettibilmente, gli occhi socchiusi fissi sul sentiero<br />

argentato.<br />

«Sarebbe il viaggio definitivo. Correre a tutta velocità<br />

fino a saltare dal ciglio del<strong>la</strong> scogliera. Credo che fosse<br />

questo che volevano le streghe <strong>di</strong> un tempo», <strong>di</strong>sse. Nonostante<br />

il freddo, Cassie avvertì una sensazione <strong>di</strong> calore.<br />

Deborah provava le sue stesse emozioni. In quel momento<br />

capì per quale motivo guidava <strong>la</strong> moto.<br />

«Sarà meglio andare», <strong>di</strong>sse all’improvviso Deborah.<br />

Mentre tornavano al<strong>la</strong> moto, Cassie inciampò e cadde ginocchia<br />

a terra. Era incespicata su un mattone o su una<br />

pietra.<br />

«Dimenticavo: un tempo qui c’era una casa», <strong>di</strong>sse Deborah.<br />

«Venne demolita parecchi anni fa, ma qua e là ci<br />

sono ancora i resti <strong>delle</strong> fondamenta».<br />

«Credo <strong>di</strong> averne appena trovato uno», <strong>di</strong>sse Cassie. Si<br />

stava rialzando strofinandosi il ginocchio, quando vide una<br />

pietra accanto al mattone. Era più scura del terreno, eppure<br />

luccicava debolmente sotto <strong>la</strong> luna.<br />

Quando <strong>la</strong> raccolse, scoprì che era levigata e sorprendentemente<br />

pesante. E luccicava davvero; rifletteva <strong>la</strong> luce<br />

del<strong>la</strong> luna come uno specchio.<br />

«È ematite», <strong>di</strong>sse Deborah, che era tornata in<strong>di</strong>etro. «È<br />

una pietra molto potente. Secondo Me<strong>la</strong>nie, infonde una<br />

forza d’acciaio». Si inginocchiò accanto a Cassie, spostandosi<br />

ciocche <strong>di</strong> capelli dagli occhi. «Cassie! È il tuo<br />

cristallo».<br />

Un brivido che sembrava provenire dal<strong>la</strong> pietra si propagò<br />

al corpo <strong>di</strong> Cassie. Quel pezzo <strong>di</strong> ematite sembrava<br />

22


un cubetto <strong>di</strong> ghiaccio, ma tutto quello che Me<strong>la</strong>nie aveva<br />

detto che sarebbe successo una volta trovato il suo cristallo<br />

stava accadendo davvero. Le riempiva perfettamente <strong>la</strong><br />

mano, ci stava in modo naturale. Le piaceva il suo peso.<br />

Era suo.<br />

Euforica, sollevò <strong>la</strong> testa per sorridere a Deborah. Sotto<br />

<strong>la</strong> fredda luce del<strong>la</strong> luna Deborah le restituì un sorriso orgoglioso.<br />

Arrivati al civico do<strong>di</strong>ci, Deborah <strong>di</strong>sse: «Ho saputo<br />

che ieri sei passata da Nick».<br />

«Oh… mmm», <strong>di</strong>sse Cassie. La visita al garage <strong>di</strong> Nick<br />

sembrava lontana secoli. «Non sono andata proprio da<br />

lui», balbettò. «Ci sono capitata per caso…».<br />

Deborah scrollò lo spalle. «Come <strong>di</strong>ci tu. Volevo solo<br />

<strong>di</strong>rti che a volte ha un caratteraccio. Ma questo non vuol<br />

<strong>di</strong>re che devi mol<strong>la</strong>re. Altre volte è ok».<br />

Cassie si bloccò, stupefatta. «Uh… be’… non volevo<br />

<strong>di</strong>re… cioè, grazie, ma non volevo…».<br />

Non riusciva a trovare un modo per finire <strong>la</strong> frase, e<br />

comunque Deborah stava ripartendo. «Lascia stare. Ci ve<strong>di</strong>amo.<br />

E non perdere <strong>la</strong> pietra!». La ragazza partì a tutta<br />

birra con i capelli neri che le svo<strong>la</strong>zzavano alle spalle.<br />

Tornata a casa, Cassie aveva le gambe deboli per <strong>la</strong><br />

tensione, ed era stanca. Rimase a letto per un po’ con<br />

l’ematite in mano, girando<strong>la</strong> e rigirando<strong>la</strong> per osservarne<br />

<strong>la</strong> levigatezza. “Infonde una forza d’acciaio”, pensò.<br />

Non aveva nul<strong>la</strong> a che fare con il calcedonio rosa; non<br />

le dava nessuna sensazione <strong>di</strong> calore o sollievo. Nel<strong>la</strong> sua<br />

mente il calcedonio era collegato a Adam e ai suoi occhi<br />

grigio blu. Adesso <strong>la</strong> pietra era tornata da Diana, come<br />

Adam.<br />

E Cassie aveva una pietra che trasmetteva una strana<br />

freddezza ai suoi pensieri, una freddezza che sembrava arrivarle<br />

al cuore. “Infonde una forza d’acciaio”, pensò <strong>di</strong><br />

nuovo. Le piaceva.<br />

23


«Secondo Cassie tutte le morti <strong>–</strong> anche quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Kori <strong>–</strong><br />

sono collegate al teschio e ai meto<strong>di</strong> usati dai puritani per<br />

uccidere le streghe», <strong>di</strong>sse Diana rivolta ai membri del circolo<br />

riuniti. «È giunto il momento <strong>di</strong> fare qualcosa».<br />

Cassie stava guardando Faye. Era curiosa <strong>di</strong> vedere <strong>la</strong><br />

reazione nei suoi occhi quando Diana avrebbe detto che<br />

l’energia liberata durante <strong>la</strong> cerimonia aveva ucciso Jeffrey.<br />

Quando Diana arrivò al punto, Faye <strong>la</strong>nciò<br />

un’occhiata a Cassie, ma nei suoi occhi non c’era alcuna<br />

traccia <strong>di</strong> colpa o pentimento. Era uno sguardo <strong>di</strong> complicità.<br />

Lo sappiamo solo noi due, <strong>di</strong>ceva. E io terrò <strong>la</strong> bocca<br />

chiusa se tu farai altrettanto.<br />

“Non sono così stupida”, pensò Cassie con rabbia. Faye<br />

sorrise.<br />

Era domenica sera ed erano seduti in spiaggia. Leggendo<br />

il suo Libro <strong>delle</strong> ombre, Diana non aveva scoperto cosa<br />

fare con gli oggetti maligni come il teschio, e adesso<br />

stava chiedendo aiuto al circolo.<br />

Era <strong>la</strong> prima volta che tenevano una riunione al completo<br />

nelle ultime tre settimane, dal giorno in cui il signor<br />

Fogle era stato trovato morto. Cassie stu<strong>di</strong>ò i volti, le giacche<br />

e le maglie spesse <strong>–</strong> persino gli abitanti del New Eng<strong>la</strong>nd<br />

si infagottavano con quelle temperature <strong>–</strong> e si domandò<br />

cosa stesse passando nelle loro teste.<br />

Me<strong>la</strong>nie era seria e pensierosa come sempre. Non scartava<br />

né accettava a prescindere <strong>la</strong> teoria <strong>di</strong> Cassie, ma era<br />

<strong>di</strong>sposta a metter<strong>la</strong> al<strong>la</strong> prova empiricamente. Laurel sembrava<br />

solo spaventata. Suzan stava esaminando le cuciture<br />

dei suoi guanti. Deborah era accigliata, e non sembrava <strong>di</strong>sposta<br />

a rinunciare all’idea che Kori fosse stata uccisa da<br />

un esterno. Nick… Be’, chi poteva sapere cosa pensava<br />

Nick? Sean si stava mor<strong>di</strong>cchiando le unghie.<br />

I fratelli Henderson erano irrequieti. Per un istante terribile,<br />

Cassie temette che avrebbero sfogato <strong>la</strong> loro adrena-<br />

24


lina su Adam, accusandolo del<strong>la</strong> morte <strong>di</strong> Kori. Ma poi<br />

Doug prese <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>.<br />

«E allora che ci facciamo qui?» Datelo a me, quel teschio<br />

<strong>–</strong> me ne occuperò io», <strong>di</strong>sse <strong>di</strong>grignando i denti.<br />

«Sì, <strong>di</strong>amolo a Doug», intervenne Sean.<br />

«Non può essere <strong>di</strong>strutto, Doug», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie pazientemente.<br />

«Ma davvero?», <strong>di</strong>sse Chris. «Infiliamoci dentro una<br />

bomba…».<br />

«Non succederebbe nul<strong>la</strong>. I teschi <strong>di</strong> cristallo non possono<br />

essere <strong>di</strong>strutti, Doug», ripetè Me<strong>la</strong>nie. «È scritto nei<br />

vecchi testi. Non riusciresti neppure a scalfirlo».<br />

«E non c’è posto al mondo dove sarebbe al sicuro»,<br />

<strong>di</strong>sse Diana. «Ho sepolto il teschio <strong>–</strong> ormai posso <strong>di</strong>rvelo <strong>–</strong><br />

e ieri ho <strong>la</strong>nciato un incantesimo per scoprire se il posto è<br />

in qualche modo <strong>di</strong>sturbato. È <strong>di</strong> vitale importanza che il<br />

teschio resti sottoterra».<br />

Cassie avvertì una brutta sensazione allo stomaco. Diana<br />

si stava guardando intorno, concentrava <strong>la</strong> sua attenzione<br />

su Deborah, Faye e i fratelli Henderson. “Non le verrebbe<br />

mai in mente <strong>di</strong> guardare anche me”, pensò Cassie, e<br />

questo <strong>la</strong> fece sentire ancora peggio.<br />

«Perché non possiamo riportarlo sull’iso<strong>la</strong>?», <strong>di</strong>sse Suzan<br />

inaspettatamente, <strong>di</strong>mostrando che dopotutto stava ascoltando.<br />

Adam, che fino ad allora era rimasto in silenzio, le rispose<br />

con aria insolitamente cupa. «L’iso<strong>la</strong> ha smesso <strong>di</strong><br />

proteggere il teschio quando è stato <strong>di</strong>ssotterrato».<br />

«Tipo una <strong>di</strong> quelle male<strong>di</strong>zioni egiziane», <strong>di</strong>sse Laurel.<br />

«Una volta entrati nel<strong>la</strong> tomba, te <strong>la</strong> sei beccata».<br />

Adam contrasse le <strong>la</strong>bbra. «Esatto. E noi non abbiamo<br />

sufficiente potere per <strong>la</strong>nciare un altro incantesimo <strong>di</strong> protezione.<br />

Questo teschio è malvagio», <strong>di</strong>sse, rivolgendosi<br />

all’intero circolo. «Talmente malvagio, che tenerlo sotto <strong>la</strong><br />

sabbia serve solo a impe<strong>di</strong>re che si attivi. Non c’è modo <strong>di</strong><br />

25


purificarlo», <strong>di</strong>sse guardando Laurel, «e non c’è modo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>struggerlo», aggiunse guardando Chris e Doug, «e non<br />

c’è luogo dove potrebbe essere al sicuro», concluse guardando<br />

Suzan.<br />

«Allora che facciamo?», chiese Deborah, e Sean squittì:<br />

«Che facciamo?»<br />

«Lasciamo perdere?», suggerì Faye con un sorriso indolente.<br />

Adam le <strong>la</strong>nciò un’occhiata cupa. Diana intervenne.<br />

«Adam pensa che dovremmo metterci <strong>di</strong> nuovo al<strong>la</strong> ricerca<br />

dell’energia oscura», <strong>di</strong>sse. Poi si rivolse a Cassie.<br />

«Tu che ne pensi?».<br />

Cassie si infilò le unghie nel<strong>la</strong> mano. Se avessero rintracciato<br />

l’energia oscura, sarebbero arrivati al<strong>la</strong> casa <strong>di</strong><br />

Faye, l’ultimo punto in cui era stata ri<strong>la</strong>sciata… Faye,<br />

guardando<strong>la</strong> con ostilità, stava cercando <strong>di</strong> convincer<strong>la</strong> a<br />

non dare il suo assenso. Ma Cassie ebbe un’idea.<br />

«Si può fare», rispose con calma a Diana.<br />

Lo sguardo <strong>di</strong> Faye <strong>di</strong>venne minaccioso, furioso, ma<br />

non poteva <strong>di</strong>re nul<strong>la</strong>.<br />

Diana annuì. «Va bene. Tanto vale farlo subito. Il cimitero<br />

non è proprio <strong>di</strong>etro l’angolo, quin<strong>di</strong> pensavo <strong>di</strong> cominciare<br />

nelle vicinanze. Crowhaven Road andrà più che<br />

bene».<br />

Mentre camminavano sul<strong>la</strong> spiaggia, Cassie sentiva che<br />

il cuore le batteva all’impazzata, fino a farle vibrare il petto.<br />

Infilò una mano in tasca per toccare il freddo e levigato<br />

pezzo <strong>di</strong> ematite. Forza d’acciaio, ecco <strong>di</strong> cosa aveva bisogno<br />

in quel momento.<br />

«Sei impazzita?», le sibilò Faye mentre s’inerpicavano<br />

lungo <strong>la</strong> strada. Affondò con forza le unghie nel braccio <strong>di</strong><br />

Cassie, allontanando<strong>la</strong> dagli altri. «Lo sai dove ci porterà<br />

il pendolo?».<br />

Cassie si liberò dal<strong>la</strong> sua presa. «Fidati <strong>di</strong> me», <strong>di</strong>sse<br />

seccamente.<br />

26


«Cosa?».<br />

Cassie si girò verso <strong>la</strong> ragazza più alta. «Ho detto, fidati<br />

<strong>di</strong> me! A <strong>di</strong>fferenza tua, so quel che faccio». Detto questo,<br />

riprese <strong>la</strong> marcia. “Forza d’acciaio”, pensò confusamente,<br />

impressionata dal<strong>la</strong> sua stessa risolutezza.<br />

Ma quando Diana si fermò a Crowhaven Road <strong>–</strong> vicino<br />

al numero due, <strong>la</strong> casa <strong>di</strong> Deborah <strong>–</strong> e tirò fuori il peridoto,<br />

Cassie si sentì mancare l’aria.<br />

Avvertendo <strong>la</strong> concentrazione <strong>delle</strong> altre menti, Cassie<br />

attendeva che il pendolo cominciasse a oscil<strong>la</strong>re.<br />

La catena si tese prima da una parte e poi dall’altra,<br />

come un’altalena in un parco giochi. Ma poi, con orrore<br />

crescente <strong>di</strong> Cassie, cominciò a oscil<strong>la</strong>re tra le due estremità<br />

<strong>di</strong> Crowhaven Road. In basso, verso <strong>la</strong> strada che avevano<br />

preso <strong>la</strong> prima volta, quel<strong>la</strong> che portava al cimitero,<br />

e in alto, verso <strong>la</strong> scogliera.<br />

Verso casa <strong>di</strong> Faye.<br />

Cassie aveva l’impressione che le sue gambe stessero<br />

affondando nel terreno. Adesso Faye <strong>la</strong> stringeva con forza,<br />

e non si preoccupava più che gli altri potessero accorgersene.<br />

«Te l’avevo detto», <strong>di</strong>sse con veemenza, muovendo<br />

appena le <strong>la</strong>bbra. «E adesso, Cassie? Se il pendolo<br />

ci porta a casa mia, non sarò <strong>la</strong> so<strong>la</strong> ad affondare».<br />

Cassie strinse i denti e sussurrò: «Pensavo che il pendolo<br />

non sarebbe riuscito a rintracciar<strong>la</strong>. L’energia è uscita<br />

dal soffitto al secondo piano, ed è sparita in cielo. Pensavo<br />

che a quell’altezza non potesse in<strong>di</strong>viduar<strong>la</strong>».<br />

«A quanto pare ti sbagliavi», sibilò Faye.<br />

Superarono <strong>la</strong> casa <strong>di</strong>sabitata al numero tre. Poi quel<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong> Me<strong>la</strong>nie, <strong>di</strong> fronte a quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Laurel. La successiva era<br />

l’abitazione <strong>di</strong> Faye.<br />

Cassie credette <strong>di</strong> svenire. Quasi non si rendeva conto<br />

che stava stringendo il braccio <strong>di</strong> Faye con <strong>la</strong> stessa forza<br />

con cui Faye stringeva il suo. Attese che il peridoto in<strong>di</strong>casse<br />

<strong>la</strong> porta del<strong>la</strong> casa <strong>di</strong> Faye.<br />

27


Ma Diana non si fermò.<br />

Cassie avvertì una forte ondata <strong>di</strong> sollievo <strong>–</strong> e <strong>di</strong> sconcerto.<br />

Dove stavano andando? Superarono il numero sette,<br />

un’altra casa <strong>di</strong>sabitata. Poi quel<strong>la</strong> degli Henderson e quel<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong> Suzan. Anche quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Sean <strong>–</strong> oh, mio Dio, pensò<br />

Cassie, non staremo andando a casa mia?<br />

Ma si <strong>la</strong>sciarono alle spalle anche il numero do<strong>di</strong>ci. Diana<br />

stava seguendo l’oscil<strong>la</strong>zione del pendolo verso <strong>la</strong><br />

scogliera.<br />

Qui il pendolo riprese a muoversi in circolo.<br />

«Che sta succedendo?», chiese Laurel, guardandosi intorno<br />

con stupore. «Che ci facciamo qui?».<br />

Adam e Diana si scambiarono un’occhiata. Poi guardarono<br />

Cassie, che avanzò <strong>di</strong> poco dalle retrovie del gruppo.<br />

Cassie li guardò e scrollò le spalle.<br />

«Un tempo qui sorgeva il numero tre<strong>di</strong>ci», <strong>di</strong>sse Diana.<br />

«Dico bene, Adam? La casa che venne abbattuta».<br />

«Io ho sentito <strong>di</strong>re che fu bruciata», <strong>di</strong>sse Adam.<br />

«Quando noi non eravamo ancora nati».<br />

«No, ti sbagli», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie. «È successo soltanto se<strong>di</strong>ci<br />

o <strong>di</strong>ciassette anni fa <strong>–</strong> o almeno così ho sentito <strong>di</strong>re.<br />

Ma prima <strong>di</strong> allora, era stata <strong>di</strong>sabitata per secoli. Letteralmente».<br />

«Per quanti secoli?», chiese Cassie a voce troppo alta.<br />

Per qualche motivo stringeva con forza il pezzo <strong>di</strong> ematite<br />

nel<strong>la</strong> tasca.<br />

I membri del<strong>la</strong> congrega si voltarono a guardar<strong>la</strong> con<br />

occhi che sembravano luccicare debolmente sotto <strong>la</strong> luna.<br />

«Più o meno tre», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie. «Era <strong>la</strong> casa <strong>di</strong> B<strong>la</strong>ck<br />

John. Nessuno ci ha messo più piede dal<strong>la</strong> sua morte nel<br />

1696».<br />

Cassie sentì l’ematite scottarle il palmo del<strong>la</strong> mano.<br />

28


CAPITOLO 3<br />

29


«Per me è tutto molto strano», <strong>di</strong>sse Laurel, tremando.<br />

«Ma cosa ci <strong>di</strong>ce questo?». Diana invitò tutti a rispondere<br />

al<strong>la</strong> sua domanda.<br />

«È l’ennesimo collegamento con B<strong>la</strong>ck John», <strong>di</strong>sse<br />

Adam. «Ma null’altro».<br />

«È un buco nell’acqua, come il cimitero», <strong>di</strong>sse Faye,<br />

che sembrava sollevata.<br />

Cassie aveva <strong>la</strong> sensazione che si sbagliassero, ma non<br />

era in grado <strong>di</strong> spiegarne il motivo e così tenne <strong>la</strong> bocca<br />

chiusa. C’era dell’altro, qualcosa <strong>di</strong> terribile, che <strong>la</strong> preoccupava.<br />

Il pezzo <strong>di</strong> ematite adesso pesava come un frammento<br />

<strong>di</strong> una stel<strong>la</strong> <strong>di</strong> neutroni. Proveniva dalle rovine del<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>mora <strong>di</strong> B<strong>la</strong>ck John, e forse gli era persino appartenuto.<br />

E dunque doveva par<strong>la</strong>rne a Diana.<br />

L’incontro si era concluso. Cassie fece un respiro profondo<br />

e andò da Diana.<br />

«Non ho avuto modo <strong>di</strong> par<strong>la</strong>rtene prima», <strong>di</strong>sse. «Ma<br />

volevo raccontarti una cosa che mi è successa ieri».<br />

«Cassie, non devi <strong>di</strong>rmi niente. Lo so che non è andata<br />

come mi ha detto Faye».<br />

Cassie sbattè le ciglia, spiazzata. «Che ti ha detto, Faye?»<br />

«Non c’è bisogno <strong>di</strong> par<strong>la</strong>rne. Lo so che non è vero».<br />

«Ma si può sapere che ti ha detto?».<br />

Diana sembrava a <strong>di</strong>sagio. «Ha detto che ieri sera sei<br />

stata a casa sua a fare… Be’, una specie <strong>di</strong> gioco».<br />

«Il Ragazzo <strong>delle</strong> Pizze», scandì chiaramente Cassie.<br />

Quando Diana <strong>la</strong> guardò, fece per spiegarsi: «È un gioco<br />

in cui…».<br />

«Lo conosco», <strong>di</strong>sse Diana, osservando attentamente il<br />

volto <strong>di</strong> Cassie. «Ma sono certa che tu non faresti mai…».<br />

«Ne sei certa? Come puoi esserne certa?», urlò Cassie.<br />

Non sopportava più <strong>la</strong> fede cieca <strong>di</strong> Diana nel<strong>la</strong> sua innocenza.<br />

Non capiva che Cassie era cattiva, malvagia?<br />

30


«Cassie, io ti conosco. So che non faresti mai nul<strong>la</strong> del<br />

genere».<br />

L’agitazione <strong>di</strong> Cassie stava aumentando. Qualcosa<br />

dentro <strong>di</strong> lei era sul punto <strong>di</strong> esplodere. «Be’, ieri sono stata<br />

a casa <strong>di</strong> Faye e ci ho giocato. E…». Si stava avvicinando<br />

al vero motivo del<strong>la</strong> sua angoscia interiore. «E tu non<br />

sai nul<strong>la</strong> <strong>di</strong> quello che potrei e non potrei fare. Ho già fatto<br />

cose…».<br />

«Cassie, calmati…».<br />

Cassie in<strong>di</strong>etreggiò <strong>di</strong> un passo, accecata dal<strong>la</strong> rabbia.<br />

«Io sono calma. Non <strong>di</strong>rmi <strong>di</strong> calmarmi!».<br />

«Cassie, che ti succede?»<br />

«Non mi succede niente. Voglio soltanto essere <strong>la</strong>sciata<br />

in pace».<br />

Gli occhi ver<strong>di</strong> <strong>di</strong> Diana luccicavano. Era stanca. Cassie<br />

lo sapeva, e anche nervosa. E forse anche lei aveva raggiunto<br />

il punto <strong>di</strong> rottura. «Va bene», <strong>di</strong>sse, con<br />

un’asprezza ine<strong>di</strong>ta nel<strong>la</strong> sua voce, <strong>di</strong> solito così dolce. «Ti<br />

<strong>la</strong>scerò in pace».<br />

«Bene», <strong>di</strong>sse Cassie, con <strong>la</strong> go<strong>la</strong> secca e gli occhi arrossati.<br />

Non voleva litigare con Diana <strong>–</strong> ma doveva sfogare<br />

il dolore e <strong>la</strong> rabbia che sentiva dentro. “Non avrei mai<br />

pensato <strong>di</strong> sentirmi così male solo perché <strong>la</strong> gente continua<br />

a <strong>di</strong>rmi che sono una brava persona quando in realtà non<br />

lo sono”, pensò Cassie.<br />

Le sue <strong>di</strong>ta <strong>la</strong>sciarono il pezzo <strong>di</strong> ematite mentre si <strong>di</strong>rigeva<br />

verso <strong>la</strong> scogliera. In basso, le onde mulinavano senza<br />

sosta.<br />

Faye <strong>la</strong> raggiunse, portandosi <strong>di</strong>etro una scia <strong>di</strong> profumo<br />

dolce e muschiato. «Mostramelo».<br />

«Eh?»<br />

«Voglio sapere cosa stai stringendo in tasca, come se<br />

avessi paura che ti scappi».<br />

Cassie esitò e poi tirò lentamente fuori <strong>la</strong> pietra pesante<br />

e levigata.<br />

31


Sempre rivolta verso l’oceano, Faye <strong>la</strong> esaminò. «Un<br />

cristallo <strong>di</strong> ematite. È raro». Lo spostò sotto <strong>la</strong> luce del<strong>la</strong><br />

luna e rise. «Me<strong>la</strong>nie ti ha mai par<strong>la</strong>to <strong>delle</strong> proprietà…<br />

insolite dell’ematite? No? Sembra nero, ma se lo tagli ottieni<br />

<strong>delle</strong> sezioni rosse e trasparenti. E <strong>la</strong> polvere che viene<br />

via dal<strong>la</strong> pietra rende l’acqua che raffredda lo scalpello<br />

rossa come il sangue».<br />

Restituì <strong>la</strong> pietra a Cassie che <strong>la</strong> strinse debolmente e <strong>la</strong><br />

guardò. Non importava da dove veniva, adesso era il suo<br />

cristallo. L’aveva capito dal primo momento in cui l’aveva<br />

visto. Come poteva sbarazzarsene ora?<br />

«L’ho trovato tra i resti <strong>delle</strong> fondamenta del<strong>la</strong> casa»,<br />

<strong>di</strong>sse scioccamente.<br />

Faye inarcò le sopracciglia. Poi si ricompose. «Mmm.<br />

Be’, certo, negli ultimi tre secoli chiunque potrebbe averlo<br />

perso qui».<br />

Una strana sensazione <strong>di</strong> sollievo euforico s’impossessò<br />

<strong>di</strong> Cassie. «Sì», <strong>di</strong>sse. «Certo. Chiunque». Rimise il cristallo<br />

in tasca, Faye <strong>la</strong> stava fissando con gli occhi socchiusi.<br />

Cassie si rese conto che stava annuendo: dopotutto,<br />

non doveva liberarsi del cristallo.<br />

Adam stava chiamando a raccolta il gruppo.<br />

«Un’ultima cosa, prima che ve ne an<strong>di</strong>ate», <strong>di</strong>sse. Sembrava<br />

non essersi accorto del<strong>la</strong> picco<strong>la</strong> scenata tra Diana e<br />

Cassie <strong>di</strong> qualche attimo prima.<br />

«Mi è venuta un’idea», <strong>di</strong>sse, quando il circolo gli si<br />

strinse intorno. «Tutto ciò che è collegato all’energia oscura<br />

porta al<strong>la</strong> morte. Il cimitero, il fantasma che Cassie,<br />

Deborah, Nick e io abbiamo visto in strada, persino questo<br />

posto <strong>–</strong> una casa <strong>di</strong>roccata costruita da un uomo ormai deceduto.<br />

E… Be’, il prossimo weekend è Samhain».<br />

Dal gruppo si levò un mormorio. Adam guardò Cassie e<br />

<strong>di</strong>sse: «Halloween, ognissanti, primo novembre. Ma a prescindere<br />

da come <strong>la</strong> si chiami, è <strong>la</strong> notte in cui i morti<br />

camminano sul<strong>la</strong> terra. E lo so che potrebbe essere perico-<br />

32


loso, ma credo che il giorno <strong>di</strong> Halloween dovremmo celebrare<br />

una cerimonia, qui al cimitero. Per tentare <strong>di</strong> evocare<br />

qualche spirito». Si girò verso Diana. «Che ne pensate?».<br />

Nessuno rispose. Diana sembrava preoccupata, Me<strong>la</strong>nie<br />

dubbiosa, Sean apertamente spaventato. Doug e Chris<br />

sfoggiavano il loro solito ghigno spavaldo, e Deborah stava<br />

annuendo con forza. Faye teneva <strong>la</strong> testa inclinata da un<br />

<strong>la</strong>to ed era assorta nei suoi pensieri; Nick aveva le braccia<br />

incrociate sul petto e un’espressione dura. Al<strong>la</strong> fine Suzan<br />

e Laurel presero <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>.<br />

«E il ballo?», <strong>di</strong>sse Laurel e Suzan aggiunse: «Sabato<br />

notte ci sarà il ballo <strong>di</strong> Halloween e io ho comprato un paio<br />

<strong>di</strong> scarpe nuove».<br />

«Ogni Halloween c’è un ballo», spiegò Me<strong>la</strong>nie a Cassie.<br />

«È una ricorrenza importante per noi streghe. Ma<br />

quest’anno Halloween cadrà <strong>di</strong> sabato, e <strong>la</strong> stessa sera ci<br />

sarà il ballo del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>. Anche se», <strong>di</strong>sse lentamente,<br />

«non vedo per quale motivo non possiamo partecipare a<br />

entrambi. Potremmo <strong>la</strong>sciare il ballo del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> alle un<strong>di</strong>ci<br />

e mezza e avere comunque il tempo per <strong>la</strong> cerimonia».<br />

«Che dovremmo celebrare qui», <strong>di</strong>sse Diana, «e non al<br />

cimitero. Sarebbe troppo pericoloso. Correremmo il rischio<br />

<strong>di</strong> evocare una presenza più forte <strong>di</strong> quanto desideriamo».<br />

Cassie ripensò al<strong>la</strong> figura in<strong>di</strong>stinta che lei e Adam avevano<br />

visto al cimitero. Con un tono un po’ troppo bellicoso,<br />

chiese: «E se riusciamo a evocare qualcosa, che facciamo?».<br />

«Ci parliamo», <strong>di</strong>sse prontamente Adam. «In passato, a<br />

Halloween venivano evocati gli spiriti dei morti per fare<br />

loro <strong>delle</strong> domande. E gli spiriti dovevano rispondere».<br />

«È il giorno in cui il velo tra i due mon<strong>di</strong> è sottilissimo»,<br />

chiarì Laurel. «I defunti tornano a visitare i propri<br />

33


parenti ancora in vita». Si guardò intorno. «Credo che <strong>la</strong><br />

cerimonia vada celebrata».<br />

I membri del circolo annuirono, chi con entusiasmo, chi<br />

con esitazione.<br />

«Esatto», <strong>di</strong>sse Adam. «La notte <strong>di</strong> Halloween, dunque».<br />

Cassie pensò che fosse insolito che a prendere una<br />

decisione del genere fosse Adam, ma poi guardò Diana…<br />

sembrava che stesse tenendo a bada un conflitto interiore.<br />

Per un attimo Cassie si sentì in pena per lei, ma poi <strong>la</strong> sua<br />

infelicità e il suo conflitto presero il sopravvento. Lasciò<br />

l’incontro senza più rivolgerle <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>.<br />

Nelle settimane prima <strong>di</strong> Halloween arrivò il vero freddo,<br />

anche se le foglie erano ancora bronzee e cremisi. La<br />

camera <strong>di</strong> Cassie odorava <strong>di</strong> canfora per via <strong>delle</strong> vecchie<br />

trapunte che <strong>la</strong> nonna le aveva messo sul letto. Le ultime<br />

erbe aromatiche erano state raccolte, e <strong>la</strong> casa era decorata<br />

con fiori autunnali, calendule e astri vio<strong>la</strong>. Ogni giorno, <strong>di</strong><br />

ritorno da scuo<strong>la</strong>, Cassie trovava <strong>la</strong> nonna in cucina a preparare<br />

tonnel<strong>la</strong>te <strong>di</strong> confettura <strong>di</strong> mele, al punto che <strong>la</strong> casa<br />

ormai sapeva <strong>di</strong> polpa calda <strong>di</strong> mele, cannel<strong>la</strong> e spezie.<br />

Le zucche comparvero misteriosamente sul portico <strong>di</strong><br />

ogni casa, ma solo Cassie gli Henderson sapevano da dove<br />

provenivano.<br />

Con Diana le cose non erano migliorate.<br />

Una parte <strong>di</strong> Cassie, <strong>di</strong>strutta dal senso <strong>di</strong> colpa, sapeva<br />

il motivo. Non voleva litigare con Diana <strong>–</strong> ma era molto<br />

più facile non doversi preoccupare per lei. Se non le par<strong>la</strong>va,<br />

se non andava a casa sua, non pensava a quanto Diana<br />

avrebbe sofferto se mai avesse scoperto <strong>la</strong> verità. I suoi<br />

segreti vergognosi non <strong>la</strong> tormentavano se Diana rimaneva<br />

a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> sicurezza.<br />

E così quando Diana cercò <strong>di</strong> riappacificarsi con lei,<br />

Cassie fu educata ma un po’ fredda. Distaccata. Diana le<br />

chiese perché era ancora arrabbiata. Cassie rispose che<br />

34


non era affatto arrabbiata, e poi perché si dava tanta pena<br />

per lei? Detto questo, Diana smise <strong>di</strong> insistere.<br />

A Cassie sembrava <strong>di</strong> trovarsi all’interno <strong>di</strong> un guscio<br />

sottile ma coriaceo.<br />

Pensò a quello che le aveva detto Deborah a proposito<br />

<strong>di</strong> Nick. A volte ha un caratteraccio. Ma questo non vuol<br />

<strong>di</strong>re che devi mol<strong>la</strong>re. Ovviamente non c’era nessuna possibilità<br />

che ci riprovasse con Nick. O meglio, <strong>la</strong> vecchia<br />

Cassie non lo avrebbe mai fatto. Ma adesso sembrava esserci<br />

una nuova Cassie, una Cassie più forte e più dura <strong>–</strong><br />

almeno apparentemente. E doveva fare qualcosa, perché<br />

ogni notte pensava a Adam e soffriva, e temeva quel che<br />

sarebbe potuto accadere se fosse andata al ballo senza accompagnatore.<br />

Il giorno prima <strong>di</strong> Halloween, tornò al garage <strong>di</strong> Nick.<br />

L’auto sembrava sempre uguale. Il motore era sopra<br />

una specie <strong>di</strong> piano d’appoggio fatto <strong>di</strong> tubi. Nick ci <strong>la</strong>vorava<br />

sotto.<br />

Cassie sapeva bene che questa volta non doveva chiedergli<br />

cosa stava facendo. Nick le vide i pie<strong>di</strong>. Poi il suo<br />

sguardo si spostò verso l’alto. Schizzò via da sotto il piano<br />

e si alzò.<br />

I capelli neri erano ma<strong>di</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong> sudore. Si pulì <strong>la</strong> fronte<br />

con il dorso del<strong>la</strong> mano, sporca <strong>di</strong> grasso. Non <strong>di</strong>sse nul<strong>la</strong>;<br />

rimase fermo a guardar<strong>la</strong>.<br />

Cassie parlò senza riflettere. Focalizzando tutta <strong>la</strong> sua<br />

attenzione su una macchia <strong>di</strong> olio sul<strong>la</strong> T-shirt <strong>di</strong> Nick,<br />

<strong>di</strong>sse tutto d’un fiato: «Ci vieni al ballo <strong>di</strong> Halloween?».<br />

Seguì un lunghissimo silenzio. Cassie guardava <strong>la</strong> macchia<br />

d’olio mentre Nick <strong>la</strong> fissava. Cassie sentiva puzza <strong>di</strong><br />

gomma, <strong>di</strong> metallo riscaldato e <strong>di</strong> grasso e un leggero odore<br />

<strong>di</strong> benzina. Si sentiva come se fosse sospesa in aria.<br />

Poi Nick <strong>di</strong>sse: «No».<br />

35


Cassie sentì il mondo crol<strong>la</strong>rle sotto i pie<strong>di</strong>, e scoprì che<br />

per qualche ragione adesso riusciva a guardare Nick in<br />

faccia.<br />

«Oh», <strong>di</strong>sse con voce piatta. “Stupida, stupida”, pensò.<br />

La nuova Cassie era sciocca quanto <strong>la</strong> vecchia. Non avrebbe<br />

dovuto riprovarci.<br />

«Non capisco perché tu voglia saperlo», <strong>di</strong>sse Nick. Poi<br />

aggiunse: «C’entra per caso Conant?».<br />

Cassie s’irrigidì. «Adam? Di che stai par<strong>la</strong>ndo? Perché<br />

Adam dovrebbe entrarci qualcosa?», <strong>di</strong>sse, sentendosi avvampare.<br />

Nick annuì. «Come pensavo. Ti sei presa una bel<strong>la</strong> cotta.<br />

Non vuoi che lui lo venga a sapere, e quin<strong>di</strong> stai cercando<br />

un sostituto, vero? O stai cercando <strong>di</strong> farlo ingelosire?».<br />

Cassie aveva il volto in fiamme, ma ancor più bruciava<br />

l’umiliazione che sentiva dentro. Non avrebbe pianto davanti<br />

a Nick.<br />

«Scusa se ti ho fatto perdere tempo», <strong>di</strong>sse e fece per<br />

andarsene.<br />

«Aspetta», <strong>di</strong>sse Nick. Cassie uscì dal garage nel<strong>la</strong> luce<br />

dorata del sole <strong>di</strong> ottobre, fissando le rosse foglie <strong>di</strong> acero<br />

dall’altra parte del<strong>la</strong> strada.<br />

«Aspetta», ripetè Nick, seguendo Cassie fuori dal garage.<br />

«A che ora passo a prenderti?», <strong>di</strong>sse.<br />

Cassie si voltò e lo guardò.<br />

Dio, era bello, ma così freddo… anche in quel momento<br />

sembrava freddo e in<strong>di</strong>fferente. Il sole gli illuminava i<br />

capelli scuri; il volto sembrava quello <strong>di</strong> una statua <strong>di</strong><br />

ghiaccio perfettamente scolpita.<br />

«Non voglio più andarci con te», gli <strong>di</strong>sse Cassie cupamente,<br />

e riprese a camminare.<br />

Lui le si mise davanti, senza toccar<strong>la</strong>. «Scusami se ho<br />

detto che vuoi far ingelosire Conant. Era solo…». Si fermò<br />

e scrollò le spalle. «Non volevo <strong>di</strong>rlo. Non so che sta<br />

36


succedendo, e comunque non sono affari miei. Ma mi piacerebbe<br />

andare al ballo con te».<br />

“Ho le allucinazioni”, pensò Cassie. “Non c’è altra<br />

spiegazione. Nick si è appena scusato… e poi ha detto che<br />

gli piacerebbe andare al ballo con me. Devo avere <strong>la</strong> febbre”.<br />

«Allora, a che ora passo a prenderti?», ripetè Nick.<br />

Cassie respirava a fatica, e così parlò con voce debole:<br />

«Uhm, per le otto. Ci metteremo i costumi a casa <strong>di</strong> Suzan».<br />

«Ok. Ci ve<strong>di</strong>amo là».<br />

La sera <strong>di</strong> Halloween le ragazze <strong>di</strong> Crowhaven Road si<br />

stavano preparando a casa <strong>di</strong> Suzan. Era una serata <strong>di</strong>versa<br />

da quel<strong>la</strong> del ballo <strong>di</strong> inizio anno. Per prima cosa, Cassie<br />

sapeva cosa fare. Suzan le aveva insegnato a truccarsi, e in<br />

cambio Cassie l’aveva aiutata con il suo costume.<br />

Laurel aveva or<strong>di</strong>nato a tutte <strong>di</strong> fare un bagno con foglie<br />

fresche <strong>di</strong> salvia, per aumentare i propri poteri psichici.<br />

Cassie aveva usato anche del <strong>la</strong>tte <strong>di</strong> rosa <strong>–</strong> acqua <strong>di</strong> rose<br />

e olio <strong>di</strong> mandorle dolci <strong>–</strong> per ammorbi<strong>di</strong>re e profumare<br />

<strong>la</strong> pelle. La nonna l’aveva aiutata a ideare e preparare il<br />

suo costume, che consisteva principalmente <strong>di</strong> sottili strati<br />

sovrapposti <strong>di</strong> musso<strong>la</strong>.<br />

Quando Cassie finì <strong>di</strong> vestirsi e andò ad ammirarsi allo<br />

specchio <strong>di</strong> Suzan, vide una ragazza s<strong>la</strong>nciata come <strong>la</strong><br />

fiamma <strong>di</strong> una cande<strong>la</strong>, <strong>di</strong> una bellezza evanescente ed eterea,<br />

avvolta in un abito che ricordava una nuvo<strong>la</strong> <strong>di</strong> nebbia.<br />

I riccioli color topazio fumè le incorniciavano il volto<br />

delicato. Mentre si osservava, le guance si colorarono <strong>di</strong><br />

rosa.<br />

Sembrava delicata e sensuale, ma non era un problema<br />

perché sarebbe andata al ballo con Nick. Cassie mise del<br />

profumo <strong>di</strong>etro le orecchie <strong>–</strong> non olio magnetico, ma semplice<br />

essenza <strong>di</strong> rose <strong>–</strong> e si sistemò i capelli profumati<br />

37


all’in<strong>di</strong>etro. C’era una nota malinconica nei suoi occhi azzurri,<br />

dello stesso colore dei fiori <strong>di</strong> campo, ma non poteva<br />

farci niente. Nul<strong>la</strong> avrebbe potuto eliminar<strong>la</strong>.<br />

Non indossava cristalli per attirare gli uomini; aveva<br />

solo l’ematite in una tasca sotto il costume.<br />

«Chi sei?», <strong>di</strong>sse Deborah, guardando Cassie riflessa<br />

nello specchio.<br />

«Una musa dell’antica Grecia; è stata mia nonna a mostrarme<strong>la</strong><br />

in un libro. Più che dee, le muse erano una specie<br />

<strong>di</strong> guide <strong>di</strong>vine. Ispiravano <strong>la</strong> creatività degli uomini»,<br />

<strong>di</strong>sse Cassie. Si guardò con aria incerta. «Io dovrei essere<br />

Calliope, <strong>la</strong> musa del<strong>la</strong> poesia. C’era anche una musa <strong>delle</strong><br />

storia e così via».<br />

Me<strong>la</strong>nie <strong>di</strong>sse: «Nel<strong>la</strong> versione <strong>delle</strong> streghe, all’inizio<br />

c’era una so<strong>la</strong> musa: solo in seguito <strong>di</strong>vennero nove. Rappresentava<br />

lo spirito <strong>delle</strong> arti. Forse stasera tu impersoni<br />

lei».<br />

Cassie si voltò a guardare i loro costumi. Deborah era<br />

una rocker, tutta bracciali, borchie e giacca <strong>di</strong> pelle. Me<strong>la</strong>nie<br />

era Sophia, lo spirito del<strong>la</strong> saggezza, con un velo fine<br />

davanti al volto e una corona <strong>di</strong> stelle argentate sul<strong>la</strong> testa.<br />

Suzan aveva accettato il suggerimento <strong>di</strong> Cassie e si era<br />

vestita da Afro<strong>di</strong>te, <strong>la</strong> dea dell’amore. Cassie si era ispirata<br />

alle stampe <strong>di</strong> Diana e al libro dei miti greci del<strong>la</strong> nonna.<br />

«Si <strong>di</strong>ceva che Afro<strong>di</strong>te fosse nata dal mare», <strong>di</strong>sse. «Per<br />

questo ci sono le conchiglie».<br />

I capelli <strong>di</strong> Suzan ricadevano sulle spalle, il suo vestito<br />

era bianco come <strong>la</strong> schiuma del mare. Lustrini iridescenti,<br />

perline e piccole conchiglie decoravano <strong>la</strong> maschera che<br />

reggeva in una mano.<br />

Laurel era una fata. «Uno spirito del<strong>la</strong> natura», precisò,<br />

ruotando su se stessa per mostrare le lunghe e curve ali da<br />

libellu<strong>la</strong>. Sul<strong>la</strong> testa indossava una ghir<strong>la</strong>nda <strong>di</strong> foglie e<br />

fiori <strong>di</strong> seta.<br />

38


«Siete bellissime», <strong>di</strong>sse una voce delicata. Cassie si<br />

voltò trattenendo il fiato. Diana non si era travestita, o meglio,<br />

indossava <strong>la</strong> tunica bianca che metteva alle cerimonie<br />

del circolo. Sembrava avvolta dal<strong>la</strong> luce che lei stessa emanava<br />

ed era bel<strong>la</strong> in un modo indescrivibile.<br />

Laurel, con un filo <strong>di</strong> voce, <strong>di</strong>sse a Cassie in un orecchio:<br />

«Diana non lo fa per <strong>di</strong>vertimento. Per noi Halloween<br />

è <strong>la</strong> festa più magica dell’anno. Diana <strong>la</strong> sta semplicemente<br />

onorando».<br />

«Oh», mormorò Cassie. I suoi occhi scivo<strong>la</strong>rono su Faye.<br />

“Faye è una strega”, pensò. Del tipo che incute paura ai<br />

ragazzi. Indossava un abito nero senza maniche, una specie<br />

<strong>di</strong> paro<strong>di</strong>a del<strong>la</strong> tunica bianca <strong>di</strong> Diana. Su entrambi i<br />

fianchi, uno spacco fino alle cosce metteva in risalto le sue<br />

curve. La stoffa luccicava come seta quando camminava.<br />

“Questa sera al ballo ci saranno molti cuori spezzati”,<br />

pensò Cassie.<br />

Qualcuno suonò al<strong>la</strong> porta e tutte corsero <strong>di</strong> sotto, tra<br />

vestiti che svo<strong>la</strong>zzavano e gonne fruscianti, per accogliere<br />

i ragazzi. Il circolo sarebbe andato al ballo in gruppo, e in<br />

gruppo avevano deciso <strong>di</strong> andarsene alle un<strong>di</strong>ci e mezzo.<br />

Benché il suo accompagnatore fosse Nick, <strong>la</strong> prima<br />

persona su cui Cassie posò gli occhi fu Adam. Era bellissimo.<br />

Sul<strong>la</strong> testa aveva una corona <strong>di</strong> foglie <strong>di</strong> quercia da<br />

cui partivano un paio <strong>di</strong> corna <strong>di</strong> cervo <strong>di</strong> legno; il volto<br />

era coperto da una maschera <strong>di</strong> foglie e ghiande <strong>di</strong> quercia.<br />

«È Herne, il <strong>di</strong>o cornuto», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie. «Una specie<br />

<strong>di</strong> Pan, un <strong>di</strong>o del<strong>la</strong> natura. È anche il <strong>di</strong>o degli animali <strong>–</strong> è<br />

per questo che ha portato Raj con sé».<br />

Raj stava tentando <strong>di</strong> intrufo<strong>la</strong>rsi in casa per dare a Cassie<br />

una <strong>delle</strong> sue calorose e imbarazzanti accoglienze. Adam,<br />

o Herne <strong>–</strong> aveva un aspetto spaventosamente naturale<br />

con le corna e le fogli <strong>di</strong> quercia <strong>–</strong> lo trattenne.<br />

39


Le altre stavano prendendo in giro i costumi dei ragazzi.<br />

«Sean», <strong>di</strong>sse Laurel, «lo sappiamo che sei magro, non<br />

c’era bisogno <strong>di</strong> mostrarci le ossa». Sean indossava un costume<br />

da scheletro.<br />

Chris e Doug avevano strani simboli <strong>di</strong>pinti sui volti:<br />

triangoli rossi e neri e fulmini gialli. I loro capelli erano<br />

ancor più scarmigliati del solito. «Siamo Zax», <strong>di</strong>ssero, e<br />

tutti all’unisono risposero: «Chi?».<br />

Chris spiegò: «Zax, il mago. Tira fuori le sigarette dal<br />

nul<strong>la</strong>».<br />

«L’hanno visto in un film <strong>di</strong> fantascienza <strong>di</strong> qualche<br />

tempo fa», chiarì Suzan.<br />

Faye intervenne con voce pigra e strascicata. «E tu chi<br />

saresti, Nick? L’Uomo Nero?».<br />

Cassie guardò Nick per <strong>la</strong> prima volta. Non si era travestito;<br />

indossava un jeans e un maglione nero. Sembrava<br />

molto bello, molto fico.<br />

«Io sarei il suo accompagnatore», <strong>di</strong>sse con calma, e<br />

senza più degnare Faye <strong>di</strong> uno sguardo tese una mano a<br />

Cassie.<br />

“A Faye non importa”, si <strong>di</strong>sse Cassie mentre raggiungevano<br />

le auto parcheggiate. “Faye non lo vuole più; non<br />

le interessa con chi va al ballo”. Ma si sentiva a <strong>di</strong>sagio<br />

mentre Nick <strong>la</strong> guidava verso <strong>la</strong> Armstrong. Deborah e<br />

Laurel montarono sul se<strong>di</strong>le posteriore.<br />

Davanti alle porte <strong>delle</strong> case, le zucche scavate sfoggiavano<br />

sorrisi selvaggi e fiammelle guizzanti nelle orbite.<br />

La serata era tersa.<br />

«La notte ideale per i fantasmi», <strong>di</strong>sse Laurel. «Stanotte<br />

gli spiriti spieranno all’interno <strong>delle</strong> case. È per questo che<br />

<strong>la</strong>sciamo una cande<strong>la</strong> bianca davanti alle finestre, per guidarli».<br />

«E del cibo, così non viene loro <strong>la</strong> tentazione <strong>di</strong> entrare»,<br />

<strong>di</strong>sse Deborah con voce cupa.<br />

40


Cassie rise, ma non fu una risata del tutto sincera. Non<br />

voleva che gli spiriti spiassero in casa sua. Quanto a quello<br />

che Laurel aveva detto due settimane prima, sui defunti<br />

che visitavano i parenti ancora in vita, be’, a Cassie non<br />

piaceva neppure quello. Non conosceva nessuno dei suoi<br />

parenti deceduti, tranne suo padre, che probabilmente era<br />

ancora vivo. No, molto meglio <strong>la</strong>sciare in pace i morti.<br />

Ma quel<strong>la</strong> notte il circolo aveva intenzione <strong>di</strong> fare esattamente<br />

il contrario.<br />

La palestra era addobbata con gufi, pipistrelli e streghe<br />

che vo<strong>la</strong>vano verso enormi lune gialle. Festoni <strong>di</strong> cartapesta<br />

neri e arancione si allungavano da una parte all’altra<br />

del campo <strong>di</strong> basket. Sulle pareti erano raffigurati scheletri<br />

danzanti, gatti con il pelo ritto e <strong>la</strong> schiena inarcata e fantasmi<br />

dall’aria stupita.<br />

Tutto era innocuo e <strong>di</strong>vertente. Gli studenti che bal<strong>la</strong>vano<br />

e bevevano punch color vio<strong>la</strong> veleno non avevano<br />

idea del pericolo reale che si annidava fuori. Persino coloro<br />

che detestavano il circolo non conoscevano <strong>la</strong> verità.<br />

Diana e Adam arrivarono insieme: probabilmente<br />

l’ingresso più spettaco<strong>la</strong>re che <strong>la</strong> New Salem High School<br />

avesse mai visto. Diana, con <strong>la</strong> sua semplice tunica bianca,<br />

<strong>la</strong> go<strong>la</strong> nuda, <strong>la</strong> pelle <strong>delle</strong> braccia fresca e liscia come<br />

quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> un neonato e l’aureo<strong>la</strong> <strong>di</strong> capelli luccicanti che le<br />

cadevano sul<strong>la</strong> schiena, sembrava un raggio <strong>di</strong> luna avventuratosi<br />

per caso all’interno del<strong>la</strong> palestra.<br />

E Adam… Adam emanava un fascino, una autorevolezza<br />

innata che incuteva rispetto a chiunque fosse abbastanza<br />

coraggioso <strong>di</strong> guardarlo. Quel<strong>la</strong> sera, nei panni <strong>di</strong><br />

Herne, era più affascinante del solito. Sembrava davvero il<br />

<strong>di</strong>o <strong>delle</strong> foreste, pericoloso e malizioso; ispirava rispetto,<br />

ma non era ostile. E, soprattutto, aveva un che <strong>di</strong> selvaggio.<br />

Non c’era nul<strong>la</strong> <strong>di</strong> addomesticato in lui, apparteneva<br />

agli spazi aperti, viveva sotto le stelle. Raj, più simile a un<br />

41


lupo che a un cane, entro nel<strong>la</strong> palestra al suo fianco, ma<br />

nessuno protestò.<br />

«Lo sai cosa succederà questa notte?», sussurrò una voce<br />

a Cassie, caldo respiro sul<strong>la</strong> sua nuca.<br />

Cassie <strong>di</strong>sse, senza voltarsi: «Cosa, Faye?»<br />

«Be’, <strong>la</strong> dea Diana e il <strong>di</strong>o cornuto, impersonati dai<br />

leader del<strong>la</strong> congrega, stringeranno un’alleanza. Devono…»,<br />

Faye fece una pausa delicata, «… fondersi, mettiamo<strong>la</strong><br />

così. Per simboleggiare l’unione degli uomini e<br />

<strong>delle</strong> donne».<br />

«Vuoi <strong>di</strong>re che…?».<br />

«Potrebbero limitarsi a un atto simbolico», <strong>di</strong>sse Faye<br />

con calma. «Ma chissà perché credo che Adam e Diana<br />

non si accontenteranno dei simbolismi».<br />

42


CAPITOLO 4<br />

43


Cassie rimase <strong>di</strong> sasso. Il cuore sembrava un martello<br />

pneumatico, ma era l’unica parte del suo corpo in grado <strong>di</strong><br />

muoversi.<br />

Adam e Diana… non potevano farlo. Solo che, ovviamente,<br />

potevano eccome. Diana stava sorridendo ad Adam,<br />

spostandosi i capelli lisci e neri <strong>di</strong>etro le spalle. E<br />

anche se Cassie non riusciva a vedergli il volto, nascosto<br />

dal<strong>la</strong> maschera, era certa che anche lui stava sorridendo.<br />

Cassie si voltò, quasi scontrandosi con Nick che le stava<br />

portando un bicchiere <strong>di</strong> punch, e corse in una zona<br />

meno illuminata del<strong>la</strong> palestra.<br />

Si fermò sotto una <strong>la</strong>nterna cinese spenta. Nascosta da<br />

una coltre <strong>di</strong> festoni neri e arancione, cercò <strong>di</strong> riprendersi,<br />

provando a ignorare le immagini che le affol<strong>la</strong>vano <strong>la</strong><br />

mente.<br />

Poi sentì un profumo <strong>di</strong> legno bruciato e <strong>di</strong> vento oceanico,<br />

e un leggero e indefinibile odore <strong>di</strong> animale e <strong>di</strong> foglie<br />

<strong>di</strong> quercia. Adam.<br />

«Cassie», <strong>di</strong>sse. Solo questo, come se Herne <strong>la</strong> stesse<br />

chiamando in sogno, invitando<strong>la</strong> a <strong>la</strong>sciare il suo letto in<br />

piena notte e a danzare tra le foglie autunnali.<br />

E poi, con voce più normale, <strong>di</strong>sse: «Cassie, stai bene?<br />

Diana ha detto…».<br />

«Cosa?», chiese Cassie, con un tono che sarebbe stato<br />

brusco se <strong>la</strong> sua voce non avesse tremato.<br />

«È preoccupata per te».<br />

«Sto bene!». Cassie si stava sforzando <strong>di</strong> trattenere le<br />

<strong>la</strong>crime. «E comunque, sono stufa che <strong>la</strong> gente parli <strong>di</strong> me<br />

alle mie spalle. Faye <strong>di</strong>ce questo, Diana <strong>di</strong>ce quello… sono<br />

stufa».<br />

Adam prese le mani <strong>di</strong> Cassie tra le sue. «Credo», <strong>di</strong>sse<br />

con voce pacata, «che tu sia solo stanca. Tutto qui».<br />

“Eccome”, pensò Cassie. “Sono stanca <strong>di</strong> avere segreti.<br />

E sono stanca <strong>di</strong> lottare. Se sono malvagia, a che serve resistere?”.<br />

44


Ma in quel momento pensare e agire erano <strong>la</strong> stessa cosa.<br />

Prima che si rendesse conto <strong>di</strong> quel che stava facendo,<br />

strinse le mani <strong>di</strong> Adam, intrecciando le <strong>di</strong>ta alle sue. Né<br />

con paro<strong>la</strong>, sguardo o azione. “Che sciocchezze”, pensò.<br />

“Abbiamo infranto il giuramento già un migliaio <strong>di</strong> volte.<br />

Perché non romperlo una volta per tutte? Almeno posso<br />

sentirmi in colpa per qualcosa <strong>di</strong> concreto, e Diana non lo<br />

avrà per prima”.<br />

Era questo il nodo del<strong>la</strong> questione. Diana poteva avere<br />

qualunque cosa, ma non avrebbe avuto Adam per prima.<br />

“Posso riuscirci”, pensò Cassie. All’improvviso <strong>la</strong> sua<br />

mente, immune dal dolore <strong>la</strong>ncinante che avvertiva nel<br />

petto, si mise a <strong>la</strong>vorare in modo freddo e razionale. Adam<br />

era un bersaglio facile perché era onesto, mai avrebbe pensato<br />

che Cassie fosse pronta a servirsi <strong>di</strong> qualsiasi mezzo<br />

per ottenere quello che voleva.<br />

Se fosse scoppiata in <strong>la</strong>crime… se gli si fosse avvicinato<br />

quel tanto da stringerlo, da abbandonarsi tra le sue braccia…<br />

se fosse riuscita a posargli <strong>la</strong> testa sulle spalle in<br />

modo che lui sentisse il suo profumo… se avesse cominciato<br />

a singhiozzare… Adam avrebbe resistito al<strong>la</strong> tentazione<br />

<strong>di</strong> baciar<strong>la</strong>?<br />

Cassie credeva <strong>di</strong> no.<br />

C’erano luoghi più appartati all’interno del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>.<br />

L’au<strong>la</strong> <strong>di</strong> economia <strong>–</strong> chiunque era in grado <strong>di</strong> forzare<br />

quel<strong>la</strong> porta <strong>–</strong> o il magazzino dove venivano conservati i<br />

tappetini del<strong>la</strong> palestra. Se si fossero baciati, cosa avrebbe<br />

impe<strong>di</strong>to loro <strong>di</strong> andare in un posto più tranquillo?<br />

Niente.<br />

E Diana, <strong>la</strong> dolce, stupida e innocente Diana, non si sarebbe<br />

mai accorta <strong>di</strong> nul<strong>la</strong>. Se Adam le avesse detto <strong>di</strong> aver<br />

portato Cassie a fare due passi per calmar<strong>la</strong>, Diana gli<br />

avrebbe creduto.<br />

No, nul<strong>la</strong> avrebbe fermato Adam e Cassie… tranne il<br />

giuramento. Com’è che faceva? Possa il fuoco bruciarmi,<br />

45


l’aria soffocarmi, <strong>la</strong> terra inghiottirmi e l’acqua sommergere<br />

<strong>la</strong> mia tomba. Cassie non lo temeva. Il fuoco già le<br />

stava consumando il corpo, l’aria già <strong>la</strong> stava soffocando <strong>–</strong><br />

infatti non riusciva a respirare. Nul<strong>la</strong> poteva fermar<strong>la</strong>. Gli<br />

si avvicinò un altro poco, <strong>la</strong> testa reclinata come un fiore<br />

con il gambo piegato, le prime <strong>la</strong>crime che le bagnavano<br />

gli occhi. Sentì <strong>la</strong> go<strong>la</strong> che si stringeva, le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Adam<br />

che si chiudevano sulle sue per <strong>la</strong> preoccupazione e <strong>la</strong><br />

consapevolezza.<br />

«Cassie… Dio…», sussurrò Adam.<br />

Una violenta ondata <strong>di</strong> trionfo travolse Cassie. Adam<br />

non riusciva a trattenersi. Sarebbe successo. Alberi e piante,<br />

quercia e agrifoglio, datelo a me, è lui che io voglio…<br />

Che stava facendo?<br />

Stava usando <strong>la</strong> magia su Adam? Voleva attirarlo con<br />

parole provenienti da una qualche profonda sorgente <strong>di</strong><br />

conoscenza dentro <strong>di</strong> sé? Era un comportamento sbagliato,<br />

vergognoso, e non solo perché un membro del circolo non<br />

poteva <strong>la</strong>nciare un incantesimo su un altro membro inconsapevole.<br />

Era sbagliato per Diana.<br />

Diana, che l’aveva accettata come amica quando nessuno<br />

le par<strong>la</strong>va. Che l’aveva <strong>di</strong>fesa da Faye e da tutta <strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong>. Anche se in quel momento Cassie non sopportava<br />

l’idea <strong>di</strong> starle vicino, Diana riluceva nel<strong>la</strong> sua mente come<br />

una stel<strong>la</strong> luminosa. Se l’avesse tra<strong>di</strong>ta, avrebbe tra<strong>di</strong>to<br />

tutto ciò che era davvero importante nel<strong>la</strong> sua vita.<br />

Malvagia o no, Cassie non poteva farlo.<br />

Ritrasse le mani dalle forti <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Adam.<br />

«Sto bene», <strong>di</strong>sse con voce debole e incerta.<br />

Adam tentò <strong>di</strong> riprenderle le mani. È questo il problema<br />

con <strong>la</strong> magia, non sempre puoi fermare ciò che hai iniziato.<br />

«Adam, davvero», <strong>di</strong>sse Cassie. Poi, <strong>di</strong>speratamente,<br />

aggiunse: «Diana ti sta aspettando».<br />

46


Pronunciare quel nome cambiò subito <strong>la</strong> situazione.<br />

Adam si bloccò per un istante e poi riaccompagnò Cassie<br />

in<strong>di</strong>etro, come Herne che riportava una ninfa ribelle al circolo.<br />

Cassie andò <strong>di</strong>rettamente da Laurel. Di Nick nessuna<br />

traccia. Be’, Cassie non poteva certo biasimarlo.<br />

Diana stava par<strong>la</strong>ndo con Sally Waltman che, nonostante<br />

<strong>la</strong> morte <strong>di</strong> Jeffrey, sembrava fredda e <strong>di</strong>staccata. Adam<br />

e Cassie rimasero con Laurel, Suzan e i rispettivi accompagnatori,<br />

e Sean e Deborah. Un’allegra combricco<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />

streghe. Accanto c’era un gruppetto <strong>di</strong> esterni.<br />

Stava cominciando un pezzo lento. Gli esterni si <strong>di</strong>ressero<br />

verso <strong>la</strong> pista da ballo. Tranne una ragazza.<br />

Era poco <strong>di</strong>stante dai membri del club. Era una matrico<strong>la</strong><br />

che Cassie ricordava vagamente <strong>di</strong> aver visto alle lezioni<br />

<strong>di</strong> francese. Una ragazza timida, non bel<strong>la</strong>, ma neppure<br />

brutta. In quel momento stava fingendo <strong>di</strong> non curarsi del<br />

fatto <strong>di</strong> essere stata abbandonata.<br />

Cassie provò pena per lei. Povera ragazza. Fino a poco<br />

tempo prima, si era trovata nel<strong>la</strong> sua stessa situazione.<br />

«Vuoi bal<strong>la</strong>re?». Era <strong>la</strong> voce <strong>di</strong> Adam, calda e cor<strong>di</strong>ale<br />

<strong>–</strong> ma era in<strong>di</strong>rizzata all’esterna, non a Cassie. La ragazza<br />

s’illuminò, e andò felicemente sul<strong>la</strong> pista con Adam, le<br />

scaglie del suo costume da sirena bril<strong>la</strong>vano e luccicavano<br />

sotto le luci. Cassie li osservò allontanarsi con una fitta al<br />

cuore.<br />

Ma non era gelosia. Era amore <strong>–</strong> e rispetto.<br />

«Il cavaliere perfetto», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie.<br />

«Cosa?», <strong>di</strong>sse Cassie.<br />

«È in un libro <strong>di</strong> Chaucer che abbiamo stu<strong>di</strong>ato al corso<br />

<strong>di</strong> inglese. È Adam, il cavaliere perfetto», spiegò Me<strong>la</strong>nie.<br />

Cassie riflettè un attimo. Poi si rivolse a Sean. «Ehi,<br />

secco, ti va <strong>di</strong> muoverci un po’?», <strong>di</strong>sse.<br />

Sean si illuminò.<br />

“Be’”, pensò Cassie muovendosi al ritmo del<strong>la</strong> musica<br />

abbracciata a Sean, “una cosa è certa: questo ballo non ha<br />

47


nul<strong>la</strong> a che vedere con il precedente”. Quando aveva bal<strong>la</strong>to<br />

con Adam, <strong>la</strong> palestra le era sembrata un luogo meraviglioso<br />

e incantato. Adesso vedeva solo figure <strong>di</strong> carta e tubi<br />

spogli sopra <strong>la</strong> testa. Almeno Sean, lo Scheletro Fosforescente,<br />

non ci stava provando troppo.<br />

Dopo, altri ragazzi le chiesero <strong>di</strong> bal<strong>la</strong>re, ma Cassie andò<br />

dritta da Nick, che nel frattempo si era rimaterializzato,<br />

e si nascose <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui. Almeno una parte del piano stava<br />

funzionando <strong>–</strong> i pretendenti in<strong>di</strong>etreggiarono. Tutti <strong>la</strong> volevano,<br />

ma nessuno poteva aver<strong>la</strong>: era una sensazione<br />

molto strana. Nick non le chiese per quale motivo prima<br />

era corsa via, e Cassie non gli domandò che fine avesse<br />

fatto lui.<br />

Bal<strong>la</strong>rono qualche pezzo. Nick non provò mai a baciar<strong>la</strong>.<br />

E poi fu tempo <strong>di</strong> andare. Dopo aver salutato i rispettivi<br />

accompagnatori, esterrefatti e leggermente in<strong>di</strong>gnati, i<br />

membri del club si radunarono all’uscita. Neppure <strong>la</strong> dea<br />

biondo paglia Afro<strong>di</strong>te ritardò. I due Zax identici, con gli<br />

occhi a mandor<strong>la</strong> blu e ver<strong>di</strong> che scintil<strong>la</strong>vano, erano già<br />

fuori. Si incamminarono nelle tenebre. La luna splendeva<br />

nel cielo; le stelle sembravano bruciare.<br />

Sul<strong>la</strong> scogliera faceva freddo. Deborah e Faye si adoperarono<br />

per accendere un fuoco, qualcuno si sedette sui resti<br />

<strong>delle</strong> fondamenta del<strong>la</strong> casa rasa al suolo e qualcun altro<br />

andò a prendere roba da mangiare nelle auto. Cassie<br />

credeva che sarebbero stati tutti serissimi, ma il circolo era<br />

<strong>di</strong> buon umore. Eccitati da quel<strong>la</strong> notte, ridevano e scherzavano,<br />

sfidando <strong>la</strong> pericolosità <strong>di</strong> quel che avrebbero fatto<br />

<strong>di</strong> lì a poco. Cassie si fece prendere dai preparativi e<br />

smise <strong>di</strong> pensare a quel che sarebbe accaduto.<br />

C’era un mucchio <strong>di</strong> cibo. Semi <strong>di</strong> zucca secchi (“senza<br />

sale”, <strong>di</strong>sse Suzan), pan <strong>di</strong> zucca e pan <strong>di</strong> zenzero preparato<br />

da Diana, scatole <strong>di</strong> ciocco<strong>la</strong>tini e ciambelle g<strong>la</strong>ssate<br />

all’arancia portate da Adam, una cioto<strong>la</strong> <strong>di</strong> dolcetti tipici<br />

48


<strong>di</strong> Halloween da parte <strong>di</strong> Suzan, bibite analcoliche, sidro<br />

speziato e un grosso sacchetto <strong>di</strong> carta che Chris agitava<br />

tra le mani.<br />

«Noccioline! Per <strong>la</strong> virilità!», urlò Doug facendo un gesto<br />

poco raffinato.<br />

«Le nocciole simboleggiano <strong>la</strong> saggezza», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie<br />

con pazienza, ma i fratelli Henderson continuarono a<br />

sghignazzare.<br />

E poi c’erano le mele: rosse, ver<strong>di</strong>, gialle. «Mele per<br />

l’amore e per <strong>la</strong> morte», <strong>di</strong>sse Diana. «Soprattutto <strong>la</strong> notte<br />

<strong>di</strong> Halloween. La dea Era le reputava sacre».<br />

«Lo sapete che i semi del<strong>la</strong> me<strong>la</strong> contengono cianuro?»,<br />

aggiunse Faye sfoggiando uno strano sorriso. Stava sorridendo<br />

a Cassie sin da quando era rispuntata da <strong>di</strong>etro i festoni<br />

<strong>di</strong> carta in compagnia <strong>di</strong> Adam. Chinandosi in avanti<br />

per prendere un po’ <strong>di</strong> pan si zenzero, le bisbigliò<br />

all’orecchio: «Che è successo? Ti sei fatta sfuggire<br />

l’occasione?».<br />

«Non è carino fare le sciocche con i ragazzi impegnati»,<br />

sussurrò Cassie con voce stanca, come se stesse par<strong>la</strong>ndo<br />

con una bimba <strong>di</strong> cinque anni.<br />

Faye ridacchiò. «Carino? Vuoi che <strong>di</strong>venti il tuo epitaffio?<br />

“Qui giace Cassie, una ragazza… carina”?».<br />

Cassie si voltò.<br />

«Conosco un incantesimo <strong>delle</strong> mele», stava <strong>di</strong>cendo<br />

Laurel al gruppo. «Sbucciate <strong>la</strong> me<strong>la</strong> in modo che <strong>la</strong> buccia<br />

formi una spirale integra e poi ve <strong>la</strong> gettate alle spalle.<br />

Se non si rompe, formerà le iniziali del vostro vero amore».<br />

Ci provarono, senza molto successo. Nessuno riuscì a<br />

formare una spirale intera, Suzan si tagliò con il coltello <strong>di</strong><br />

Deborah, e quando Diana riuscì nell’impresa e <strong>la</strong>nciò <strong>la</strong><br />

buccia alle sue spalle, non successe nul<strong>la</strong>.<br />

49


«Be’, resta il fatto che <strong>la</strong> dea le considerava sacre», <strong>di</strong>sse<br />

Laurel corrucciando <strong>la</strong> fronte. «E anche il <strong>di</strong>o cornuto»,<br />

aggiunse maliziosamente, guardando Adam.<br />

Cassie aveva rotto <strong>di</strong> proposito <strong>la</strong> buccia del<strong>la</strong> sua me<strong>la</strong>;<br />

quell’incantesimo <strong>la</strong> metteva a <strong>di</strong>sagio. E non solo perché<br />

a un certo punto Me<strong>la</strong>nie <strong>di</strong>sse allegramente: «Un<br />

tempo le streghe finivano impiccate se venivano sorprese a<br />

<strong>la</strong>nciare incantesimi simili <strong>la</strong> notte <strong>di</strong> Halloween».<br />

«Io ne conosco un altro», <strong>di</strong>sse Laurel. «Bisogna <strong>la</strong>nciare<br />

una nocciolina nel fuoco e fare due nomi. Tipo Suzan<br />

e David Downey», aggiunse maliziosamente. «Se <strong>la</strong><br />

nocciolina esplode, vuol <strong>di</strong>re che sono fatti l’uno per<br />

l’altra. Se non esplode, tra loro non ci sarà mai niente».<br />

«Se mi ama, esplo<strong>di</strong> e vo<strong>la</strong>; se mi o<strong>di</strong>a, brucia e muori»,<br />

<strong>di</strong>sse teatralmente Suzan mentre Laurel <strong>la</strong>nciava una<br />

nocciolina nel fuoco. La nocciolina sfrigolò.<br />

«Laurel e Doug», ridacchiò Chris, <strong>la</strong>nciando un’altra<br />

nocciolina.<br />

«Chris e Sally Waltman!», gli fece eco Doug.<br />

«Cassie e Nick!».<br />

Deborah <strong>la</strong>nciò <strong>la</strong> nocciolina sorridendo, anche se Faye<br />

non ci trovava nul<strong>la</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertente.<br />

«Adam…», <strong>di</strong>sse Faye, prendendo una nocciolina tra<br />

due <strong>di</strong>ta e aspettando <strong>di</strong> avere l’attenzione <strong>di</strong> tutti. Cassie<br />

<strong>la</strong> guardò, immobile sul mattone su cui era seduta. «… e<br />

Diana», finì <strong>la</strong>nciando <strong>la</strong> nocciolina tra i ceppi ardenti.<br />

Non aveva voglia <strong>di</strong> guardar<strong>la</strong>, ma si costrinse a farlo.<br />

«Ci sono tante altre tra<strong>di</strong>zioni legate al<strong>la</strong> notte <strong>di</strong> Halloween»,<br />

stava continuando Laurel. «È il giorno in cui<br />

vengono ricordati gli anziani, che si avvicinano all’inverno<br />

del<strong>la</strong> loro esistenza <strong>–</strong> o almeno è quello che <strong>di</strong>ce mia nonna<br />

Quincey».<br />

Cassie stava osservando <strong>la</strong> nocciolina. Sembrava muoversi<br />

a piccoli scatti <strong>–</strong> ma sarebbe scoppiata?<br />

50


«Si sta facendo tar<strong>di</strong>», <strong>di</strong>sse Adam. «Non dovremmo<br />

cominciare?».<br />

Diana si spazzolò le briciole <strong>di</strong> pan <strong>di</strong> zucca dalle mani<br />

e si alzò. «Sì».<br />

Cassie <strong>di</strong>stolse gli occhi dal fuoco, ma proprio in<br />

quell’istante sentì un colpo simile a uno sparo. Due o tre<br />

noccioline erano esplose contemporaneamente, e quando<br />

Cassie tornò a guardare il fuoco non riuscì a <strong>di</strong>stinguere<br />

quel<strong>la</strong> <strong>la</strong>nciata da Faye. Era scoppiata <strong>–</strong> oppure l’aveva<br />

persa <strong>di</strong> vista. Chi poteva <strong>di</strong>rlo?<br />

Subito dopo si chiese che fine avesse fatto <strong>la</strong> nocciolina<br />

<strong>la</strong>nciata da Deborah <strong>–</strong> quel<strong>la</strong> su Cassie e Nick. Ma non<br />

riuscì a in<strong>di</strong>viduare neppure quel<strong>la</strong>.<br />

«Va bene», <strong>di</strong>sse Diana. «Questo circolo dovrà essere<br />

più potente del solito, perché avremo bisogno <strong>di</strong> più protezione<br />

<strong>di</strong> quanta ce ne sia mai servita. E occorrerà l’aiuto <strong>di</strong><br />

tutti». Lanciò un’occhiata a Faye, che rispose con uno<br />

sguardo <strong>di</strong> totale innocenza.<br />

Diana cominciò a tracciare un circolo intorno al fuoco<br />

con il suo pugnale dal manico nero. Adesso tutti erano seri,<br />

gli occhi fissi sul<strong>la</strong> <strong>la</strong>ma che stava tracciando un cerchio<br />

quasi perfetto. Diana <strong>la</strong>sciò un varco nell’angolo<br />

nordest.<br />

«Lo chiuderò dopo che saremo entrati tutti», <strong>di</strong>sse Diana.<br />

Entrarono uno <strong>di</strong>etro l’altro e si sedettero sul perimetro<br />

interno del cerchio. Solo Raj rimase fuori, osservando con<br />

ansia e gemendo lievemente.<br />

«E ora», <strong>di</strong>sse Diana, chiudendo l’apertura con un colpo<br />

<strong>di</strong> pugnale, «che nessuno spezzi <strong>la</strong> catena. Ciò che<br />

stiamo per evocare all’interno del circolo è molto pericoloso,<br />

ma è nul<strong>la</strong> in confronto a quel che resterà fuori».<br />

«Quanto pericoloso?», <strong>di</strong>sse nervosamente Sean. «Dentro<br />

il circolo, cioè».<br />

«Se non ci avviciniamo al fuoco, saremo al sicuro»,<br />

<strong>di</strong>sse Diana. «Per quanto possa essere forte, lo spirito che<br />

51


evocheremo non potrà separarsi dalle fiamme. Va bene»,<br />

aggiunse velocemente, «adesso invocherò <strong>la</strong> Torre <strong>di</strong><br />

Guar<strong>di</strong>a dell’Est. Poteri dell’Aria, proteggeteci!».<br />

Guardando il cielo scuro e l’oceano a est, Diana sollevò<br />

un bastoncino <strong>di</strong> incenso acceso e ci soffiò sopra. «Pensate<br />

all’aria!», <strong>di</strong>sse ai membri del<strong>la</strong> congrega, e<br />

all’improvviso Cassie non solo ci pensò, ma l’avvertì, <strong>la</strong><br />

sentì. Dapprincipio era una brezza leggera proveniente da<br />

est, ma poi cominciò ad aumentare d’intensità. Divenne<br />

una raffica, un vento rabbioso che sferzava i loro volti,<br />

gettando i capelli <strong>di</strong> Diana all’in<strong>di</strong>etro come una ban<strong>di</strong>era.<br />

E poi deviò, cominciando a soffiare tra i membri del circolo,<br />

accerchiandoli.<br />

Diana prese un pezzo <strong>di</strong> legno in fiamme e si piazzò<br />

davanti a Cassie, seduta nell’angolo più a sud. Facendole<br />

oscil<strong>la</strong>re il pezzo <strong>di</strong> legno al <strong>di</strong> sopra del<strong>la</strong> sua testa, <strong>di</strong>sse:<br />

«Adesso invoco <strong>la</strong> Torre <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a del Sud. Poteri del<br />

Fuoco, proteggeteci!».<br />

Non ebbe bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>re: «Pensate al fuoco». Cassie<br />

già avvertiva il calore sul<strong>la</strong> pelle, immaginava lingue <strong>di</strong><br />

fuoco che le <strong>la</strong>mbivano le spalle. Il fuoco si propagò in<br />

circolo come se qualcuno avesse fatto esplodere del<strong>la</strong> polvere<br />

da sparo.<br />

Non è reale, si <strong>di</strong>sse Cassie. Sono solo visualizzazioni<br />

<strong>di</strong> simboli. Ma erano simboli terribilmente concreti.<br />

Diana si spostò <strong>di</strong> nuovo. Dopo aver affondato le <strong>di</strong>ta in<br />

un bicchiere <strong>di</strong> carta, spruzzò dell’acqua sul perimetro occidentale,<br />

tra Sean e Deborah. «Invoco <strong>la</strong> Torre <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />

dell’Ovest. Poteri dell’Acqua, proteggeteci!».<br />

Un’onda verde bottiglia apparve all’improvviso, si innalzò<br />

intorno al circolo e formò un muro d’acqua.<br />

Infine, Diana si spostò verso nord, guardò Adam e gettò<br />

del sale a terra. «Invoco <strong>la</strong> Torre <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a del Nord»,<br />

<strong>di</strong>sse. Le tremava leggermente <strong>la</strong> voce: lo sforzo doveva<br />

essere tremendo. «Poteri del<strong>la</strong> Terra, proteggeteci!».<br />

52


La terra tremò sotto i loro pie<strong>di</strong>.<br />

La cosa prese Cassie al<strong>la</strong> sprovvista, ma l’effetto sugli<br />

altri fu <strong>di</strong> gran lunga maggiore. Nel New Eng<strong>la</strong>nd non erano<br />

abituati ai terremoti, ma Cassie era californiana. Si<br />

accorse che Sean stava per balzare in pie<strong>di</strong>.<br />

«Deborah, ferma Sean!», gridò.<br />

La motociclista afferrò Sean e gli impedì <strong>di</strong> scappare.<br />

Le scosse <strong>di</strong>vennero sempre più violente… e infine, con<br />

un rombo <strong>di</strong> tuono, <strong>la</strong> terra si aprì. Una voragine, da cui<br />

proveniva una puzza penetrante <strong>di</strong> zolfo, si era creata intorno<br />

al circolo.<br />

Non è reale, non è reale, si ripetè Cassie. Erano circondati<br />

dai fantasmi dei quattro elementi invocati da Diana: il<br />

cerchio <strong>di</strong> vento, l’anello <strong>di</strong> fuoco, il muro <strong>di</strong> acqua e <strong>la</strong><br />

voragine nel terreno. Nul<strong>la</strong> poteva penetrare quelle barriere<br />

dall’esterno <strong>–</strong> e Cassie non era così sicura che fosse<br />

possibile uscire, per coloro che erano già dentro.<br />

Tremante, Diana andò a sedersi tra Nick e Faye. «Ok»,<br />

<strong>di</strong>sse, quasi sussurrando. «Adesso concentratevi sul fuoco<br />

e <strong>la</strong>sciate che <strong>la</strong> notte faccia il resto. Ve<strong>di</strong>amo se qualcosa<br />

verrà a par<strong>la</strong>rci».<br />

Gli occhi <strong>di</strong> Cassie scivo<strong>la</strong>rono su Me<strong>la</strong>nie, al suo fianco.<br />

«Ma se le protezioni non possono essere superate<br />

dall’esterno, chi mai potrà venire?», mormorò.<br />

«Qualcosa da dentro», sussurrò Me<strong>la</strong>nie, guardando <strong>la</strong><br />

terra brul<strong>la</strong> all’interno del circolo. All’interno <strong>delle</strong> fondamenta<br />

del<strong>la</strong> casa.<br />

«Oh».<br />

Cassie guardava le fiamme cercando <strong>di</strong> schiarirsi <strong>la</strong><br />

mente, per accettare qualunque cosa provasse a oltrepassare<br />

il velo tra il mondo invisibile e quello visibile. Era <strong>la</strong><br />

notte giusta, e quello era il momento giusto.<br />

Dal fuoco si levarono alte nubi.<br />

53


C’era poco fumo, all’inizio, come se il legno fosse umido.<br />

Poi il fumo si fece più denso <strong>–</strong> sempre trasparente,<br />

ma più scuro <strong>–</strong> e formò una nuvo<strong>la</strong> sopra il fuoco.<br />

Fu allora che cominciò <strong>la</strong> trasformazione.<br />

Si contorceva e si espandeva, come nuvole che si ammassavano.<br />

Mentre Cassie guardava con il respiro bloccato<br />

in go<strong>la</strong>, il fumo cominciò ad assumere una forma.<br />

La forma <strong>di</strong> un uomo.<br />

Indossava abiti antiquati, come se ne vedono nei libri <strong>di</strong><br />

storia. Un cappello con una cupo<strong>la</strong> a tesa rigida. Un mantello<br />

o un cappotto appoggiato sulle ampie spalle. Un colletto<br />

<strong>di</strong> lino rigido e <strong>la</strong>rgo. Brache al<strong>la</strong>cciate sotto le ginocchia.<br />

Cassie credette <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere un paio <strong>di</strong> scarpe<br />

squadrate, ma spesso <strong>la</strong> parte inferiore <strong>delle</strong> gambe si confondeva<br />

con il fumo. Notò che <strong>la</strong> figura non si staccava<br />

mai dal fuoco, vi rimaneva sempre attaccata tramite un filo<br />

sottile <strong>di</strong> fumo.<br />

Era immobile, tranne per le volute <strong>di</strong> fumo che mulinavano<br />

incessantemente.<br />

Poi cominciò a muoversi verso Cassie.<br />

Era l’unica ad avercelo proprio <strong>di</strong> fronte. Un pensiero<br />

improvviso le balenò nel<strong>la</strong> mente. Quando Adam aveva<br />

tirato fuori dallo zaino il teschio per <strong>la</strong> prima volta, le era<br />

sembrato che guardasse lei in partico<strong>la</strong>re. E aveva avuto <strong>la</strong><br />

stessa sensazione durante <strong>la</strong> cerimonia. Quando Diana aveva<br />

rimosso il panno, le orbite vuote sembravano fissare<br />

<strong>di</strong>rettamente Cassie.<br />

E adesso anche questa cosa <strong>la</strong> stava guardando.<br />

«Dovremmo fargli una domanda», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie, ma<br />

persino <strong>la</strong> sua voce, solitamente calma, era titubante. La<br />

figura fumosa aveva un che <strong>di</strong> minaccioso, <strong>di</strong> malvagio.<br />

Come l’energia oscura all’interno del teschio, solo più forte.<br />

Più imme<strong>di</strong>ata.<br />

54


“Chi sei?”, pensò Cassie. Ma non aveva bisogno <strong>di</strong> fargli<br />

quel<strong>la</strong> domanda. Non c’erano dubbi su chi fosse quel<strong>la</strong><br />

cosa.<br />

B<strong>la</strong>ck John.<br />

Poi sentì <strong>la</strong> voce <strong>di</strong> Diana, chiara e calma. «Ti abbiamo<br />

evocato perché abbiamo trovato qualcosa che ti appartiene»,<br />

<strong>di</strong>sse. «Dobbiamo sapere cosa farne. Ci parlerai?».<br />

Nessuna risposta. Cassie pensò che <strong>la</strong> cosa si stesse avvicinando<br />

a lei, ma forse era solo un’impressione.<br />

«Stanno accadendo cose terribili», <strong>di</strong>sse Adam. «Bisogna<br />

fermarle».<br />

Non era una sua impressione. Si stava avvicinando<br />

davvero.<br />

«Sei tu che controlli l’energia oscura?», chiese improvvisamente<br />

Me<strong>la</strong>nie, e <strong>la</strong> voce <strong>di</strong> Laurel si sovrappose al<strong>la</strong><br />

sua: «Sei morto! Non hai alcun <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> interferire con i<br />

vivi».<br />

«Che problemi hai», chiese Deborah.<br />

“Troppo in fretta”, pensò Cassie. “Troppe domande”.<br />

La figura era sempre più vicina. Cassie era paralizzata,<br />

sembrava l’unica a rendersi conto del pericolo imminente.<br />

«Chi ha ucciso Kori?», ringhiarono Chris e Doug.<br />

«Perché l’energia oscura ci ha portati al cimitero?», intervenne<br />

Deborah.<br />

«E cosa è successo a Jeffrey?», aggiunse Suzan.<br />

La voluta <strong>di</strong> fumo che collegava quell’essere alle<br />

fiamme si stava assottigliando. Ora era davanti a Cassie.<br />

Aveva paura <strong>di</strong> guardare quel volto fumoso e in<strong>di</strong>stinto,<br />

ma doveva farlo. Quando alzò lo sguardo, credette <strong>di</strong> riconoscere<br />

il volto che aveva visto all’interno del teschio <strong>di</strong><br />

cristallo.<br />

Alzati, Cassie.<br />

Le parole, che Cassie sentiva solo nel<strong>la</strong> sua mente, avevano<br />

uno strano potere su <strong>di</strong> lei. Cassie cominciò ad alzarsi.<br />

55


Seguimi, Cassie.<br />

Gli altri stavano ancora facendo domande. In lontananza,<br />

Cassie riusciva a sentire un cane che abbaiava debolmente.<br />

La voce nel<strong>la</strong> sua mente era <strong>di</strong> gran lunga più forte.<br />

Cassie, vieni.<br />

Si alzò. L’oscurità mulinante adesso sembrava meno<br />

trasparente. Più solida. E poi allungò una mano dai contorni<br />

indefiniti.<br />

Cassie fece altrettanto.<br />

56


CAPITOLO 5<br />

57


«Cassie, no!».<br />

In seguito Cassie avrebbe capito che era stata Diana a<br />

gridare. Ma in quel momento quelle parole le giunsero<br />

come attraverso una nebbia, lente e strascicate. Senza senso,<br />

come l’incessante e folle <strong>la</strong>trato che proseguiva chissà<br />

dove. Le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Cassie sfiorarono <strong>la</strong> mano oscura.<br />

Avvertì una scossa simile a quel<strong>la</strong> provocata<br />

dall’ematite. Alzò <strong>la</strong> testa, scioccata, e vide il volto fumoso<br />

e turbinante, e lo riconobbe…<br />

Poi tutto andò in frantumi.<br />

Cassie si ritrovò zuppa d’acqua dal<strong>la</strong> testa ai pie<strong>di</strong>. I<br />

ceppi ardenti si spensero in un sibilo. La figura si assottigliò<br />

fino a <strong>di</strong>ssolversi, come se fosse stata risucchiata dal<br />

fuoco. Un fuoco che adesso non era altro che un cumulo <strong>di</strong><br />

ceppi carbonizzati e fra<strong>di</strong>ci.<br />

Adam era in pie<strong>di</strong> dall’altra parte del circolo, con un estintore<br />

in mano. Raj era alle sue spalle, il pelo rizzato, le<br />

<strong>la</strong>bbra <strong>di</strong>schiuse sui denti ringhianti.<br />

Cassie spostò lo sguardo dal<strong>la</strong> sua mano agli occhi<br />

sgranati <strong>di</strong> Adam. Poi tutto <strong>di</strong>venne grigio, e svenne.<br />

«Sei al sicuro. Resta sdraiata». La voce sembrava giungere<br />

da molto lontano, ed era gentile ma autoritaria. “Diana”,<br />

pensò <strong>di</strong>strattamente Cassie, avvertendo il forte desiderio<br />

<strong>di</strong> stringerle <strong>la</strong> mano. Ma era troppo faticoso muoversi<br />

o aprire gli occhi.<br />

«Ecco l’acqua <strong>di</strong> <strong>la</strong>vanda», <strong>di</strong>sse un’altra voce, più leggera<br />

e frettolosa. Laurel. «Tampona<strong>la</strong> così…».<br />

Cassie sentì il liquido fresco sul<strong>la</strong> fronte e sui polsi. Un<br />

odore dolce e pulito le schiarì un poco <strong>la</strong> testa.<br />

Adesso riusciva a sentire altre voci. «… forse, ma ancora<br />

non capisco come abbia fatto Adam. Io non riuscivo a<br />

muovermi <strong>–</strong> ero paralizzata». Deborah.<br />

«Anch’io! Era come se fossi ancorato al terreno». Questo<br />

era Sean.<br />

58


«Adam, ti fai dare un’occhiata da Laurel? Per favore?<br />

Sei ferito». Era Me<strong>la</strong>nie, e all’improvviso Cassie riuscì ad<br />

aprire gli occhi. Si mise a sedere e un panno fresco dal<strong>la</strong><br />

fronte le cadde sul grembo.<br />

«No, Cassie, non ti muovere», <strong>di</strong>sse Diana, cercando <strong>di</strong><br />

spinger<strong>la</strong> <strong>di</strong> nuovo giù. Cassie stava guardando Adam.<br />

I suoi meravigliosi capelli ribelli erano arruffati più del<br />

solito. La pelle era arrossata, sembrava uno sciatore con<br />

una brutta scottatura, e i vestiti erano sgualciti e umi<strong>di</strong>.<br />

«Sto bene», <strong>di</strong>sse a Me<strong>la</strong>nie, che cercava <strong>di</strong> convincerlo a<br />

sedersi su una se<strong>di</strong>a.<br />

«Che è successo? Dove siamo?», <strong>di</strong>sse Cassie. Era stesa<br />

su un <strong>di</strong>vano in un salotto modesto. Sapeva che conosceva<br />

bene <strong>la</strong> stanza, ma era troppo confusa per capire dove si<br />

trovasse.<br />

«Sei a casa <strong>di</strong> Laurel», <strong>di</strong>sse Diana. «Non volevamo<br />

mettere in al<strong>la</strong>rme tua madre e tua nonna. Sei svenuta;<br />

Adam ti ha salvato <strong>la</strong> vita».<br />

«Ha superato i quattro circoli <strong>di</strong> protezione», <strong>di</strong>sse Suzan,<br />

con una evidente nota <strong>di</strong> soggezione nel<strong>la</strong> voce.<br />

«Stupido», commentò Deborah. «Ma impressionante».<br />

E poi arrivarono le parole strascicate <strong>di</strong> Faye: «Ha <strong>di</strong>mostrato<br />

una devozione incre<strong>di</strong>bile».<br />

Ci fu una pausa <strong>di</strong> sorpresa. Poi Laurel <strong>di</strong>sse: «Oh, lo<br />

sai che Adam e il senso del dovere sono una cosa so<strong>la</strong>».<br />

«L’avrei fatto anch’io <strong>–</strong> e anche Doug <strong>–</strong> se fossimo riusciti<br />

ad alzarci», insistè Chris.<br />

«E se ci aveste pensato <strong>–</strong> cosa in cui non eccellete»,<br />

<strong>di</strong>sse Nick, con voce secca e dura, e un’espressione tetra.<br />

Cassie stava guardando Laurel mentre tamponava <strong>la</strong><br />

faccia e le mani <strong>di</strong> Adam con un panno bagnato. «È aloe e<br />

scorza <strong>di</strong> salice», spiegò Laurel. «Impe<strong>di</strong>sce che le bruciature<br />

peggiorino».<br />

«Cassie», <strong>di</strong>sse gentilmente Diana, «ricor<strong>di</strong> cosa è successo<br />

prima <strong>di</strong> svenire?»<br />

59


«Uh… stavate facendo <strong>delle</strong> domande <strong>–</strong> troppe domande.<br />

E poi… non so, una voce ha cominciato a par<strong>la</strong>rmi nel<strong>la</strong><br />

testa. Quell’essere mi stava guardando…». Cassie ebbe<br />

un’intuizione improvvisa. «Diana, quando tenemmo <strong>la</strong> cerimonia<br />

nel tuo garage, ricor<strong>di</strong> in che posizione era il teschio<br />

sotto il panno?». Diana annuì. «L’avevi posizionato<br />

in modo che guardasse in una partico<strong>la</strong>re <strong>di</strong>rezione?».<br />

Diana sembrava stupita. «Ora che mi ci fai pensare,<br />

c’era qualcosa che non mi quadrava. Avevo sistemato il<br />

teschio in modo che, una volta seduta, me lo sarei ritrovato<br />

davanti <strong>–</strong> ma quando levai il panno, guardava nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione<br />

opposta».<br />

«Nel<strong>la</strong> mia <strong>di</strong>rezione», <strong>di</strong>sse Cassie. «Il che vuol <strong>di</strong>re<br />

che qualcuno l’ha spostato… o si è spostato da solo». Si<br />

stavano guardando, erano confuse e sconvolte, ma comunicavano.<br />

Cassie si sentiva vicina a Diana come non succedeva<br />

da settimane. Pensò che fosse il momento giusto<br />

per cucire il loro rapporto.<br />

«Diana», cominciò, ma proprio allora notò qualcosa. La<br />

maschera <strong>di</strong> Adam con le corna e le foglie <strong>di</strong> quercia era<br />

appoggiata su una se<strong>di</strong>a, e Diana <strong>la</strong> accarezzava come se<br />

avesse bisogno <strong>di</strong> conforto. Era un gesto automatico <strong>–</strong> e<br />

assolutamente rive<strong>la</strong>tore. Un forte risentimento le strinse il<br />

cuore. Herne e <strong>la</strong> dea Diana appartenevano l’uno all’altra,<br />

vero? E Diana lo sapeva. Più tar<strong>di</strong>, quel<strong>la</strong> notte stessa, avrebbero<br />

celebrato <strong>la</strong> loro personale cerimonia, quel<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />

cui le aveva par<strong>la</strong>to Faye.<br />

Cassie alzò gli occhi e scoprì che Faye <strong>la</strong> stava guardando,<br />

con un’espressione piena <strong>di</strong> ironia. Sorrideva debolmente.<br />

«Allora?», stava <strong>di</strong>cendo Diana. «Cassie?»<br />

«Niente». Cassie spostò lo sguardo sul logoro tappeto<br />

vio<strong>la</strong> sul pavimento <strong>di</strong> legno. «Niente. Adesso mi sento<br />

meglio», aggiunse. Era vero, il senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sorientamento<br />

era quasi sparito, ma non il ricordo <strong>di</strong> quel volto in<strong>di</strong>stinto.<br />

60


«Che brutto modo <strong>di</strong> chiudere Halloween», <strong>di</strong>sse Laurel.<br />

«Saremmo dovute restare al ballo», <strong>di</strong>sse Suzan, sedendosi<br />

con le gambe incrociate. «Non abbiamo scoperto nul<strong>la</strong>,<br />

e Cassie si è fatta male», aggiunse dopo una breve pausa.<br />

«Ma abbiamo capito qualcosa. Tipo che il fantasma <strong>di</strong><br />

B<strong>la</strong>ck John è ancora in circo<strong>la</strong>zione <strong>–</strong> ed è malvagio», <strong>di</strong>sse<br />

Adam. «Non avrebbe mai risposto a nessuna <strong>delle</strong> nostre<br />

domande».<br />

«Ed è potente», <strong>di</strong>sse Diana. «Abbastanza da immobilizzarci».<br />

Poi guardò Cassie. «Tranne te. Chissà come<br />

mai».<br />

Cassie si sentì un po’ a <strong>di</strong>sagio e scrollò le spalle.<br />

«Non importa quanto sia forte», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie. «Tra<br />

poco, quando Halloween sarà finito, non avrà più alcun<br />

potere».<br />

«Ma non abbiamo scoperto nul<strong>la</strong> sul teschio. O su Kori»,<br />

<strong>di</strong>sse Doug, insolitamente serio.<br />

«E io non credo neppure che B<strong>la</strong>ck John sia <strong>–</strong> com’è<br />

che hai detto prima, Adam? <strong>–</strong> maligno», intervenne Faye.<br />

«Forse semplicemente non gli andava <strong>di</strong> par<strong>la</strong>re».<br />

«Oh, non <strong>di</strong>re sciocchezze», cominciò Laurel.<br />

Prima che potesse nascere una <strong>di</strong>scussione, Diana <strong>di</strong>sse:<br />

«Sentite, è tar<strong>di</strong> e siamo tutti stanchi. Stanotte non risolveremo<br />

nul<strong>la</strong>. Se Cassie sta bene, credo che dovremmo andarcene<br />

tutti a casa a riposare».<br />

Ci fu una pausa, e poi cenni <strong>di</strong> assenso.<br />

«Possiamo ripar<strong>la</strong>rne a scuo<strong>la</strong> <strong>–</strong> o al compleanno <strong>di</strong><br />

Nick», <strong>di</strong>sse Laurel.<br />

«Cassie l’accompagno io», <strong>di</strong>sse Nick sul<strong>la</strong> porta.<br />

Cassie gli <strong>la</strong>nciò un’occhiata veloce. Non aveva detto<br />

granchè mentre era stesa sul <strong>di</strong>vano, ma le era stato vicino.<br />

Era andato lì insieme agli altri per accertarsi che stesse<br />

bene.<br />

61


«Allora Deborah verrà con me», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie.<br />

«All’andata l’hai accompagnata tu, vero?»<br />

«Posso venire anch’io? Sono stanca morta», <strong>di</strong>sse Diana,<br />

e Me<strong>la</strong>nie annuì.<br />

Cassie quasi non si accorse degli altri saluti. La sua attenzione<br />

era tutta per Adam, <strong>di</strong>retto a nord con <strong>la</strong> sua Jeep<br />

Cherokee, e per Diana, <strong>di</strong>retta a sud con Me<strong>la</strong>nie e Deborah.<br />

“Niente cerimonia Herne-Diana questa sera”, pensò<br />

Cassie, e sentì un’ondata <strong>di</strong> sollievo. Sollievo <strong>–</strong> e una leggera<br />

felicità meschina. Era sbagliato, era cattivo <strong>–</strong> ma era<br />

quel che sentiva.<br />

Mentre saliva sull’auto <strong>di</strong> Nick, vide Faye che le stava<br />

sorridendo con le sopracciglia inarcate, e prima che se ne<br />

rendesse conto, Cassie sorrise a sua volta.<br />

Il giorno dopo, quando Cassie uscì <strong>di</strong> casa, rimase<br />

scioccata. Gli aceri da zucchero dall’altra parte del<strong>la</strong> strada<br />

erano cambiati. Gli accesi colori autunnali che le avevano<br />

ricordato il fuoco non c’erano più. E neppure le foglie. I<br />

rami erano tutti spogli.<br />

Sembravano scheletri <strong>di</strong> Halloween.<br />

«Nick non ci <strong>la</strong>scerà fare gran<strong>di</strong> cose per il suo compleanno<br />

<strong>di</strong> domani», <strong>di</strong>sse Laurel. «Peccato non poter organizzare<br />

un vero party a sorpresa».<br />

Deborah grugnì. «Se ne andrebbe».<br />

«Lo so. Be’, penseremo a qualcosa che non reputi troppo<br />

infantile. E…», s’illuminò Laurel, «possiamo fare una<br />

festa unica anche per gli altri compleanni».<br />

«Gli altri compleanni?», <strong>di</strong>sse Cassie.<br />

Le ragazze <strong>la</strong> guardarono. Erano riunite nel salottino<br />

del<strong>la</strong> mensa, mentre i ragazzi tenevano impegnato Nick.<br />

«Vuoi <strong>di</strong>re che non sai niente del<strong>la</strong> stagione dei compleanni?»,<br />

chiese Suzan incredu<strong>la</strong>. «Diana non ti ha detto<br />

nul<strong>la</strong>?».<br />

62


Diana aprì <strong>la</strong> bocca ma <strong>la</strong> richiuse subito. “Non sa come<br />

dare a tutti <strong>la</strong> notizia che noi due non ci parliamo più,<br />

almeno non in privato”, pensò Cassie.<br />

«Ve<strong>di</strong>amo se ricordo tutto», <strong>di</strong>sse Faye ridacchiando,<br />

gli occhi al soffitto. Cominciò a contare sulle <strong>di</strong>ta con le<br />

lunghe e lucenti unghie scar<strong>la</strong>tte. «Nick il 3 novembre,<br />

Adam il 5 novembre, Me<strong>la</strong>nie il 7 novembre. Il mio <strong>–</strong> e<br />

oh, sì, anche quello <strong>di</strong> Diana <strong>–</strong> il 10 novembre…».<br />

«Stai scherzando?», <strong>la</strong> interruppe Cassie.<br />

Laurel scosse <strong>la</strong> testa mentre Faye continuava imperterrita.<br />

«Quello <strong>di</strong> Chris e Doug cade il 17 novembre, quello<br />

<strong>di</strong> Suzan il 24 e quello <strong>di</strong> Deborah il 28. Quello <strong>di</strong> Laurel<br />

cade… uhm…».<br />

«Il primo <strong>di</strong>cembre», <strong>di</strong>sse Laurel. «E quello <strong>di</strong> Sean,<br />

l’ultimo, è il 3 <strong>di</strong>cembre».<br />

«Ma è…», <strong>la</strong> voce <strong>di</strong> Cassie si spense. Non riusciva a<br />

crederci. Nick era più vecchio <strong>di</strong> Sean <strong>di</strong> un solo mese? E<br />

tutte le altre streghe avevano solo otto o nove mesi più <strong>di</strong><br />

lei? «Ma tu e Sean siete al mio stesso anno», <strong>di</strong>sse a Laurel.<br />

«E il mio compleanno è il 23 luglio».<br />

«Chi è nato dopo il 30 novembre è stato costretto a iscriversi<br />

all’anno sco<strong>la</strong>stico successivo. E così abbiamo<br />

dovuto guardare gli altri che andavano a scuo<strong>la</strong> mentre noi<br />

restavamo a casa». Si asciugò <strong>la</strong>crime immaginarie.<br />

«Eppure…». Cassie non riusciva a capacitarsi. «Non<br />

pensate che sia strano? Siete nati tutti nell’arco <strong>di</strong> un mese».<br />

Suzan sorrise maliziosamente. «Quell’aprile faceva<br />

molto freddo. I nostri genitori non uscirono mai <strong>di</strong> casa».<br />

«Sembra strano, lo ammetto», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie. «Ma il<br />

fatto è che quasi tutti i nostri genitori si sposarono <strong>la</strong> primavera<br />

precedente, quin<strong>di</strong> non c’è nul<strong>la</strong> <strong>di</strong> così sorprendente».<br />

«Ma…». Cassie continuava a pensare che fosse incre<strong>di</strong>bile,<br />

anche se era chiaro che gli altri non ci facevano più<br />

63


caso. “E perché io sono nata a mesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza da tutti gli<br />

altri?”, pensò Cassie. “Forse perché sono per metà esterna”.<br />

Scrollò le spalle. Probabilmente Me<strong>la</strong>nie aveva ragione,<br />

e comunque non c’era motivo <strong>di</strong> preoccuparsi. Lasciarono<br />

cadere quell’argomento e tornarono a occuparsi del<br />

party <strong>di</strong> Nick.<br />

Decisero <strong>di</strong> raggruppare tutti i compleanni del<strong>la</strong> prima<br />

settimana <strong>–</strong> quello <strong>di</strong> Nick, Adam e Me<strong>la</strong>nie <strong>–</strong> e fare un<br />

unico party il 7 novembre, <strong>di</strong> domenica.<br />

«E...», <strong>di</strong>sse Laurel, quando spiegarono il loro piano ai<br />

ragazzi, «sarà davvero speciale. Non fate domande <strong>–</strong> ma vi<br />

garantisco che sarà unico».<br />

«Uh, non ci farete mica mangiare roba sana, vero?»,<br />

<strong>di</strong>sse Doug, sospettoso.<br />

Le ragazze si guardarono, soffocando una risata. «Be’,<br />

per essere sano è sano, o almeno così pensa qualcuno»,<br />

<strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie. «Dovete avere solo un po’ <strong>di</strong> pazienza».<br />

«Moriremo conge<strong>la</strong>ti», <strong>di</strong>sse Sean, terrorizzato.<br />

«Non con questo», rise Laurel mostrando un thermos.<br />

«Laurel». Adam stava facendo un grosso sforzo per non<br />

ridere. «Non m’interessa cosa c’è li dentro <strong>–</strong> non riuscirà a<br />

tenerci cal<strong>di</strong> lì».<br />

Una luna argentata, quasi piena, scintil<strong>la</strong>va su un mare<br />

color ossi<strong>di</strong>ana. Adam stava in<strong>di</strong>cando l’acqua.<br />

«Non è mica ciocco<strong>la</strong>ta», gli <strong>di</strong>sse Deborah, impaziente.<br />

«È un mix <strong>di</strong> nostra creazione».<br />

I cinque ragazzi erano in fi<strong>la</strong> <strong>di</strong>etro Laurel. Avevano<br />

acceso un falò sul<strong>la</strong> spiaggia, ma il fuoco non poteva nul<strong>la</strong><br />

contro il vento gelido.<br />

«Non ci crederanno mai», <strong>di</strong>sse Faye, e Diana aggiunse:<br />

«Mi sa che è meglio mostrarglielo».<br />

Laurel svitò il thermos. Cassie fece un respiro profondo<br />

e bevve un sorso. Il liquido era caldo e sapeva <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />

<strong>–</strong> sembrava uno dei peggiori infusi alle erbe <strong>di</strong> Laurel <strong>–</strong><br />

64


ma nel momento stesso in cui lo buttò giù, una sensazione<br />

<strong>di</strong> calore le attraversò il corpo. Non aveva più bisogno del<br />

magione ingombrante. All’improvviso faceva molto caldo.<br />

«Al mare, voi mistici», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie. Cassie non era<br />

sicura <strong>di</strong> cosa volesse <strong>di</strong>re, ma come le altre si stava liberando<br />

dei vistiti <strong>di</strong> troppo. I ragazzi stavano strabuzzando<br />

gli occhi.<br />

«La voglio anch’io una festa <strong>di</strong> compleanno così», <strong>di</strong>sse<br />

Sean, mentre Faye si sbottonava <strong>la</strong> giacca rossa. «Ok?<br />

Ok? Voglio…».<br />

I ragazzi rimasero leggermente delusi quando scoprirono<br />

che le ragazze indossavano il costume da bagno.<br />

«Ma noi che facciamo?», <strong>di</strong>sse Adam, avvicinando il<br />

thermos al naso e sorridendo alle ragazze in bikini.<br />

«Be’…», sorrise Faye. «Improvvisate».<br />

«Oppure…», intervenne Diana, «potreste andare a<br />

guardare <strong>di</strong>etro quel<strong>la</strong> grossa roccia. Potrebbero esserci<br />

dei costumi da bagno per voi».<br />

«Questo sì che è qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso», <strong>di</strong>sse Laurel a<br />

Cassie poco dopo, felice. Erano tutti in acqua. «Una nuotata<br />

<strong>di</strong> mezzanotte a novembre. Un vero party da streghe».<br />

«Sarebbe stato meglio se fossimo stati nu<strong>di</strong>», commentò<br />

Chris, scuotendo <strong>la</strong> testa bionda come un cane intirizzito.<br />

Cassie e Laurel si scambiarono un’occhiata, e poi guardarono<br />

Deborah che galleggiava nelle vicinanze.<br />

«Ottima idea», <strong>di</strong>sse Deborah, facendo un cenno alle altre<br />

ragazze. «Che ne <strong>di</strong>ci <strong>di</strong> cominciare tu, Chris?».<br />

«Aspettate… non intendevo… ehi Doug aiuto!».<br />

«An<strong>di</strong>amo, ragazze», urlò Laurel. «Chris vuole spogliarsi,<br />

ma è un po’ timido».<br />

«Aiuto! Ragazzi, aiutatemi!».<br />

Ne venne fuori una specie <strong>di</strong> incrocio tra il nascon<strong>di</strong>no<br />

e il wrestling acquatico. Parteciparono tutti. Nick si <strong>la</strong>nciò<br />

all’inseguimento <strong>di</strong> Cassie che cercò <strong>di</strong> fuggire sollevando<br />

65


grossi schizzi d’acqua. Nick, continuando a nuotare, le arrivò<br />

abbastanza vicino da afferrar<strong>la</strong>.<br />

«Aiuto!», strillò Cassie ridendo, cosa che le fece bere<br />

accidentalmente l’acqua sa<strong>la</strong>ta. Ma nessuno poteva aiutar<strong>la</strong>.<br />

Laurel e Deborah stavano guidando un assalto contro i<br />

gemelli Henderson, e Adam e Diana erano <strong>di</strong>stanti.<br />

Nick si scostò i capelli bagnati dagli occhi <strong>–</strong> più scuri<br />

dell’onice sotto i raggi del<strong>la</strong> luna <strong>–</strong> e le sorrise. Cassie non<br />

lo aveva mai visto sorridere prima <strong>di</strong> allora. «Arren<strong>di</strong>ti»,<br />

le suggerì.<br />

«Mai», <strong>di</strong>sse Cassie, con tutta <strong>la</strong> <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> cui era capace,<br />

mentre piccole onde le schiaffeggiavano il volto. Nick<br />

era bellissimo <strong>–</strong> ma non voleva che <strong>la</strong> catturasse davanti a<br />

tutti. Nick l’afferrò <strong>di</strong> nuovo e Cassie riprese a stril<strong>la</strong>re in<br />

cerca <strong>di</strong> aiuto. All’improvviso una grossa onda si abbattè<br />

su <strong>di</strong> loro.<br />

«Via, sparisci!», <strong>di</strong>sse Faye. I suoi occhi bril<strong>la</strong>vano in<br />

modo selvaggio sotto le ciglia bagnate. «O ti dobbiamo<br />

costringere? Cassie, tienilo da <strong>di</strong>etro mentre io gli sfilo i<br />

boxer!».<br />

Cassie non aveva idea <strong>di</strong> come bloccare un ragazzo forte<br />

come Nick, soprattutto adesso che era piegata in due<br />

dalle risate, ma ci provò comunque. Faye nuotava come un<br />

delfino. Nick si <strong>di</strong>vincolò e si allontanò il più velocemente<br />

possibile.<br />

Cassie guardò Faye, che le stava sorridendo a mezza<br />

bocca. Cassie sorrise a sua volta.<br />

«Grazie», <strong>di</strong>sse.<br />

«Figurati», <strong>di</strong>sse Faye. «Lo sai che farei qualsiasi cosa<br />

per un’amica. E noi due siamo amiche, vero Cassie?».<br />

Cassie riflettè sulle sue parole. «Credo <strong>di</strong> sì», <strong>di</strong>sse al<strong>la</strong><br />

fine, lentamente.<br />

«Bene. Perché, Cassie, sta per arrivare un momento in<br />

cui mi serviranno tutti i miei amici. Martedì prossimo ci<br />

sarà <strong>la</strong> prossima luna piena e il circolo si riunirà».<br />

66


Cassie annuì, ma non capì subito dove Faye volesse arrivare.<br />

Ovvio che ci sarebbe stato un incontro. E un altro<br />

party: era il compleanno <strong>di</strong> Faye e Diana. Avrebbero compiuto<br />

entrambe <strong>di</strong>ciassette anni…<br />

«L’elezione del leader!», <strong>di</strong>sse Cassie, ingoiando involontariamente<br />

un sorso <strong>di</strong> acqua sa<strong>la</strong>ta. Guardò Faye con<br />

improvvisa e terribile apprensione. «Faye…».<br />

«Esatto», <strong>di</strong>sse Faye. Sotto i raggi del<strong>la</strong> luna sembrava<br />

una sirena, in grado <strong>di</strong> restare a gal<strong>la</strong> senza sforzo. Gli<br />

splen<strong>di</strong><strong>di</strong> capelli bagnati le scivo<strong>la</strong>vano sul<strong>la</strong> schiena come<br />

alghe. Gli occhi erano fissi su quelli <strong>di</strong> Cassie. «Voglio <strong>di</strong>ventare<br />

il leader del<strong>la</strong> congrega, Cassie. Io <strong>di</strong>venterò il<br />

leader, e tu mi aiuterai».<br />

«No».<br />

«Sì. Perché questa volta non scherzo. Ci sono andata<br />

leggera con te, ti ho <strong>la</strong>sciata in pace. Ma ora basta, Cassie.<br />

È <strong>la</strong> cosa che desidero <strong>di</strong> più al mondo, e tu mi aiuterai.<br />

Altrimenti…». Faye si girò a guardare Adam e Diana che<br />

stavano nuotando in lontananza.<br />

Altrimenti <strong>di</strong>rò tutto a Diana, e non solo del piacevole<br />

scambio <strong>di</strong> effusioni sul<strong>la</strong> scogliera. Le racconterò che tu e<br />

Adam vi siete baciati al ballo <strong>di</strong> inizio anno <strong>–</strong> credevi che<br />

nessuno ti avesse visto? E il vero motivo per cui Adam è<br />

passato attraverso quattro circoli <strong>di</strong> protezione durante <strong>la</strong><br />

cerimonia <strong>di</strong> Halloween. E…», si avvicinò a Cassie, gli<br />

occhi impassibili come quelli <strong>di</strong> un falco, «le <strong>di</strong>rò <strong>di</strong> come<br />

le hai sottratto il teschio e me lo hai consegnato, e che<br />

questo ha causato <strong>la</strong> morte <strong>di</strong> Jeffrey».<br />

«Le cose non sono andate così! Non te lo avrei mai dato<br />

se avessi saputo…».<br />

«Ne sei certa, Cassie?». Faye le rivolse un calmo sorriso<br />

d’intesa. «Io credo che in fondo noi due siamo molto<br />

simili. Siamo… sorelle. E se martedì non mi voterai, farò<br />

in modo che tutti sappiano <strong>la</strong> verità sul tuo conto. Dirò<br />

come sei veramente dentro».<br />

67


“Malvagia”, pensò Cassie, fissando l’oceano che rifletteva<br />

<strong>la</strong> luce del<strong>la</strong> luna come uno specchio, o un pezzo <strong>di</strong><br />

ematite. Si arrese. Non riusciva a par<strong>la</strong>re.<br />

«Pensaci, Cassie», <strong>di</strong>sse Faye gentilmente. «Hai tempo<br />

fino a martedì sera per prendere <strong>la</strong> tua decisione». E poi<br />

Faye si allontanò.<br />

Martedì sera.<br />

La luna piena splendeva sopra il circolo tracciato sul<br />

terreno. I membri del club vi erano seduti intorno. Diana,<br />

che indossava i simboli del<strong>la</strong> Regina <strong>delle</strong> <strong>Streghe</strong>, aveva<br />

invocato i quattro elementi e si era zittita. Era Me<strong>la</strong>nie che<br />

chiamava il voto, dal più anziano al più giovane.<br />

«Nicho<strong>la</strong>s», <strong>di</strong>sse.<br />

«Già te l’ho detto», <strong>di</strong>sse Nick. «Non voto. Sono qui<br />

perché voi due avete insistito», <strong>di</strong>sse guardando Faye e<br />

Diana, «ma mi asterrò».<br />

Cassie provava <strong>la</strong> strana sensazione che tutto quello che<br />

stava accadendo fosse irreale. Guardò Nick, bellissimo e<br />

freddo. Lui si era astenuto, perché lei non poteva fare altrettanto?<br />

Ma sapeva che così non avrebbe accontentato<br />

Faye, a meno che non avesse già <strong>la</strong> vittoria assicurata. E<br />

Cassie, come tre sere prima, non aveva idea <strong>di</strong> chi avrebbe<br />

votato. Se solo avesse avuto più tempo…<br />

Ma non c’era tempo. Me<strong>la</strong>nie aveva ricominciato a par<strong>la</strong>re.<br />

«Adam».<br />

La voce <strong>di</strong> Adam fu chiara e ferma. «Diana».<br />

Da una pi<strong>la</strong> <strong>di</strong> pietre rosse e bianche che aveva davanti,<br />

Me<strong>la</strong>nie prese una pietra bianca. «Anch’io voto Diana,<br />

<strong>di</strong>sse, e spostò un’altra pietra bianca.<br />

«Faye?».<br />

Faye sorrise. «Voto me stessa».<br />

Me<strong>la</strong>nie spostò una pietra rossa. «Diana».<br />

68


«Anche io voto me stessa», <strong>di</strong>sse tranquil<strong>la</strong>mente Diana.<br />

Una terza pietra bianca. Poi Me<strong>la</strong>nie <strong>di</strong>sse: «Doug<strong>la</strong>s».<br />

Doug sfoggiò uno dei suoi sorrisi più selvaggi. «Ovviamente<br />

voto per Faye».<br />

«Christopher».<br />

«Uh…». Chris sembrava confuso. Nonostante<br />

l’espressione accigliata <strong>di</strong> Faye e gli affannosi consigli <strong>di</strong><br />

Doug, strizzava gli occhi guardando nel vuoto come se<br />

stesse cercando una decisione perduta. Al<strong>la</strong> fine sembrò<br />

trovar<strong>la</strong> e <strong>di</strong>sse a Me<strong>la</strong>nie. «Ok, Diana».<br />

Tutti si voltarono a guardarlo. Lui rispose con uno<br />

sguardo <strong>di</strong> sfida. Le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Cassie si strinsero con forza intorno<br />

al pezzo <strong>di</strong> ematite in tasca.<br />

«Chris, brutto…», cominciò Doug, ma Me<strong>la</strong>nie lo zittì.<br />

«Doug, è vietato par<strong>la</strong>re», <strong>di</strong>sse, e spostò una quarta<br />

pietra bianca accanto alle due rosse. «Suzan».<br />

«Faye».<br />

Tre rosse, quattro bianche. «Deborah».<br />

«Tu che pensi?», sbottò Deborah. «Faye».<br />

Quattro rosse, quattro bianche. «Laurel», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie.<br />

«Diana è sempre stata il nostro leader, e continuerà a<br />

esserlo», <strong>di</strong>sse Laurel. «Voto per lei».<br />

Me<strong>la</strong>nie spostò una quinta pietra bianca, con un lieve<br />

sorriso sulle <strong>la</strong>bbra. «Sean».<br />

Gli occhi neri <strong>di</strong> Sean si muovevano nervosamente. «Io…».<br />

Faye lo fissava. «Io… io… Faye», <strong>di</strong>sse, e abbassò<br />

<strong>la</strong> testa.<br />

Me<strong>la</strong>nie scrollò le spalle e spostò un’altra pietra rossa.<br />

Cinque rosse, cinque bianche. Anche se i suoi occhi grigi<br />

erano seri, stava chiaramente sorridendo. I sostenitori <strong>di</strong><br />

Diana si erano ri<strong>la</strong>ssati, e si stavano scambiando sorrisi da<br />

una parte all’altra del circolo.<br />

Me<strong>la</strong>nie si voltò con sicurezza verso l’ultimo membro<br />

del<strong>la</strong> congrega e <strong>di</strong>sse: «Cassandra».<br />

69


CAPITOLO 6<br />

70


«Cassie», ripetè Me<strong>la</strong>nie.<br />

Tutti gli occhi erano puntati su <strong>di</strong> lei. Cassie riusciva a<br />

sentire il calore <strong>di</strong> quelli dorati <strong>di</strong> Faye su <strong>di</strong> sé, e capì perché<br />

Sean prima si era sentito a <strong>di</strong>sagio. Erano più cal<strong>di</strong> del<br />

muro <strong>di</strong> fuoco evocato da Diana durante <strong>la</strong> cerimonia <strong>di</strong><br />

Halloween.<br />

Distolse lo sguardo, come se fosse costretta a farlo da<br />

una qualche forza superiore. Anche Diana <strong>la</strong> stava guardando.<br />

I suoi occhi erano simili a una pozza d’acqua ricoperta<br />

<strong>di</strong> foglie ver<strong>di</strong>. Sembrava che Cassie non potesse fare<br />

a meno <strong>di</strong> guardarli.<br />

«Cassie?», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie per <strong>la</strong> terza volta. Nel<strong>la</strong> sua<br />

voce faceva capolino un’esile traccia <strong>di</strong> dubbio.<br />

Ancora incapace <strong>di</strong> togliere lo sguardo dagli occhi <strong>di</strong><br />

Diana, Cassie sussurrò: «Faye».<br />

«Cosa?», urlò Laurel.<br />

«Faye», ripetè Cassie a voce troppo alta. Stava stringendo<br />

con forza il pezzo <strong>di</strong> ematite in tasca. La pietra<br />

fredda le stava ge<strong>la</strong>ndo <strong>la</strong> mano. «Ho detto Faye, va bene?»,<br />

<strong>di</strong>sse a Me<strong>la</strong>nie, ma guardando Diana.<br />

I suoi occhi ver<strong>di</strong> erano sconcertati. Poi, improvvisamente,<br />

si rese conto <strong>di</strong> cosa era successo, come se qualcuno<br />

avesse scagliato una pietra in quel<strong>la</strong> tranquil<strong>la</strong> pozza<br />

d’acqua. E quando Cassie si accorse che Diana aveva finalmente<br />

compreso, qualcosa dentro <strong>di</strong> lei morì per sempre.<br />

Cassie non ricordava per quale motivo aveva votato<br />

Faye. Non ricordava come era cominciato tutto, come era<br />

arrivata a fare una cosa del genere. Tutto quel che sapeva<br />

era che il freddo si stava propagando dal<strong>la</strong> mano al braccio<br />

e al resto del corpo, e che ormai non c’era modo <strong>di</strong> tornare<br />

in<strong>di</strong>etro.<br />

Me<strong>la</strong>nie era immobile, stor<strong>di</strong>ta, e non aveva ancora<br />

spostato l’ultima pietra rossa. Sembrava essersene <strong>di</strong>men-<br />

71


ticata. Fu Deborah a chinarsi in avanti e a spostare <strong>la</strong> sesta<br />

pietra rossa.<br />

Quel gesto, e <strong>la</strong> vista <strong>delle</strong> sei pietre rosse accanto alle<br />

cinque bianche, resero reale il tutto. L’atmosfera era carica<br />

<strong>di</strong> elettricità mentre tutti si sporgevano in avanti a guardare.<br />

Lentamente, Me<strong>la</strong>nie <strong>di</strong>sse: «Faye è il nuovo leader<br />

del<strong>la</strong> congrega».<br />

Faye si alzò.<br />

Non era mai stata così alta e bel<strong>la</strong> come in quel momento.<br />

Porse una mano a Diana senza <strong>di</strong>re una paro<strong>la</strong>. Ma non<br />

era un gesto <strong>di</strong> amicizia, Faye, con <strong>la</strong> mano aperta, stava<br />

chiedendo qualcosa. Anche Diana si alzò, molto lentamente,<br />

e si sfilò il bracciale d’argento.<br />

Adam osservava <strong>la</strong> scena sbalor<strong>di</strong>to. Poi scattò in pie<strong>di</strong>.<br />

«Aspettate un momento…».<br />

«È inutile, Adam», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie con voce vuota. «La<br />

votazione si è svolta rego<strong>la</strong>rmente. Nul<strong>la</strong> potrà cambiare le<br />

cose».<br />

Faye prese il bracciale con le misteriose iscrizioni in<br />

runico e se lo al<strong>la</strong>cciò sul braccio nudo. Risplendeva contro<br />

<strong>la</strong> sua pelle color miele.<br />

Diana stava tentando <strong>di</strong> s<strong>la</strong>cciarsi <strong>la</strong> giarrettiera con <strong>di</strong>ta<br />

tremanti. Laurel, mormorando qualcosa e asciugandosi le<br />

<strong>la</strong>crime con un gesto rabbioso, le si inginocchiò davanti<br />

per darle una mano. Dopo essere riuscita a sfi<strong>la</strong>re <strong>la</strong> giarrettiera<br />

<strong>di</strong> cuoio verde e seta blu, si alzò con l’aria <strong>di</strong> voler<strong>la</strong><br />

<strong>la</strong>nciare addosso a Faye.<br />

Ma Diana glie<strong>la</strong> prese <strong>di</strong> mano e <strong>la</strong> porse a Faye.<br />

Faye indossava <strong>la</strong> stessa tunica nera che aveva al ballo<br />

<strong>di</strong> Halloween, quel<strong>la</strong> con lo spacco sulle cosce. Si al<strong>la</strong>cciò<br />

<strong>la</strong> giarrettiera intorno al<strong>la</strong> coscia sinistra.<br />

Diana si portò le mani al<strong>la</strong> testa per prendere il <strong>di</strong>adema.<br />

Mentre se lo sfi<strong>la</strong>va, piccole ciocche <strong>di</strong> capelli, del co-<br />

72


lore del sole e del<strong>la</strong> luna fusi insieme, vi rimasero impigliate.<br />

Faye quasi glielo strappò <strong>di</strong> mano.<br />

Poi lo sollevò, come se volesse mostrarlo al<strong>la</strong> congrega,<br />

ai quattro elementi, al mondo, e se lo calcò in testa.<br />

La luna crescente risaltava sul<strong>la</strong> scura criniera dei suoi<br />

capelli.<br />

Il circolo esalò un respiro collettivo.<br />

Cassie non sapeva come era riuscita ad alzarsi, ma<br />

all’improvviso stava correndo come un fulmine verso<br />

l’oceano, i pie<strong>di</strong> che affondavano nel<strong>la</strong> sabbia bagnata.<br />

Corse finchè una mano sul<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> <strong>la</strong> bloccò.<br />

«Cassie!», <strong>di</strong>sse Adam. I suoi occhi <strong>la</strong> fissavano, come<br />

se stessero cercando <strong>la</strong> sua anima.<br />

Cassie si <strong>di</strong>vincolò.<br />

«Cassie, so che non volevi farlo! Ti ha costretta, vero?<br />

Cassie, <strong>di</strong>mmelo!».<br />

Cassie provò a <strong>di</strong>vinco<strong>la</strong>rsi <strong>di</strong> nuovo. Perché continuava<br />

a tormentar<strong>la</strong>? All’improvviso si sentiva furiosa con<br />

Adam e Diana per <strong>la</strong> fiducia che avevano in lei.<br />

«Lo so che ti ha costretta», <strong>di</strong>sse Adam con veemenza.<br />

«Non mi ha costretta nessuno!», quasi urlò Cassie. Poi<br />

smise <strong>di</strong> resistere. Rimasero a guardarsi, entrambi con il<br />

fiatone.<br />

«Sarà meglio che torni in<strong>di</strong>etro», <strong>di</strong>sse Cassie. «Abbiamo<br />

promesso <strong>di</strong> non restare mai più da soli. Ricor<strong>di</strong> il<br />

giuramento? Non che ultimamente per te sia stato un grosso<br />

problema mantenerlo, vero?».<br />

«Cassie, ma che sta succedendo?»<br />

«Non sta succedendo niente! Adesso vattene, Adam.<br />

Solo che…». Prima che riuscisse a fermarsi, Cassie afferrò<br />

Adam e lo attirò a sé. E lo baciò. Fu un bacio duro e rabbioso,<br />

e quando lo <strong>la</strong>sciò, Cassie era sbalor<strong>di</strong>ta quanto lui.<br />

Si guardarono senza <strong>di</strong>re una paro<strong>la</strong>.<br />

73


«Torna in<strong>di</strong>etro», <strong>di</strong>sse Cassie, che quasi non riusciva a<br />

sentire <strong>la</strong> propria voce a causa del sangue che le pulsava<br />

nelle orecchie. Era finita, era tutto finito. Aveva così freddo…<br />

non solo sul<strong>la</strong> pelle, ma dentro, nel profondo, stava<br />

ge<strong>la</strong>ndo. Ge<strong>la</strong>ndo come ghiaccio nero. Tutto intorno a lei<br />

era nero.<br />

Aggirò Adam e tornò al falò.<br />

«Cassie!».<br />

«Torno <strong>di</strong> là. Per congratu<strong>la</strong>rmi con il nuovo leader».<br />

Il circolo era in preda al caos. Laurel stava piangendo,<br />

Deborah ur<strong>la</strong>va, Chris e Doug sembravano due gatti selvatici<br />

sul punto <strong>di</strong> azzuffarsi. Sean si nascondeva <strong>di</strong>etro Faye<br />

per tenersi a <strong>di</strong>stanza da una Me<strong>la</strong>nie <strong>di</strong>sgustata. Suzan<br />

stava <strong>di</strong>cendo a Chris e Doug <strong>di</strong> smetter<strong>la</strong> <strong>di</strong> comportarsi<br />

da ragazzini. In tutto questo, Faye rideva. Solo Nick e Diana<br />

erano completamente immobili. Il primo stava fumando<br />

in silenzio, lontano dagli altri e li fissava con occhi<br />

socchiusi.<br />

Diana era rimasta ferma dove Cassie l’aveva <strong>la</strong>sciata<br />

quando era corsa via. Sembrava che non si rendesse conto<br />

<strong>di</strong> quanto le stava accadendo intorno.<br />

«Chiudete tutti il becco!», stava ur<strong>la</strong>ndo Deborah quando<br />

Cassie tornò. «Adesso è Faye che comanda».<br />

«Esatto», <strong>di</strong>sse Suzan. Chris e Doug si stavano spintonando.<br />

Suzan vide Cassie e <strong>di</strong>sse maliziosamente: «Giusto,<br />

Cassie?».<br />

Improvvisamente scese il silenzio. Tutti stavano guardando<br />

lei.<br />

«Giusto», <strong>di</strong>sse Cassie, con una voce dura come <strong>la</strong> roccia.<br />

Chris e Doug smisero <strong>di</strong> spintonarsi. Laurel cessò <strong>di</strong><br />

piangere. Rimasero tutti immobili mentre Cassie andava a<br />

piazzarsi alle spalle <strong>di</strong> Faye, unendosi al suo gruppo. Ma<br />

da quel<strong>la</strong> posizione avrebbe anche potuto darle una coltel<strong>la</strong>ta<br />

nel<strong>la</strong> schiena.<br />

74


Se Faye era preoccupata, non lo dava a vedere. «Ok»,<br />

<strong>di</strong>sse. «Avete sentito Deborah. Sono io il leader. E ora darò<br />

il mio primo or<strong>di</strong>ne». Si voltò leggermente verso Cassie.<br />

«Tu vai a prendere il teschio. Quanto agli altri… seguitemi<br />

al cimitero».<br />

«Cosa?», urlò Laurel.<br />

«Sono il leader, e userò i miei poteri invece <strong>di</strong> restarmene<br />

seduta con le mani in mano. All’interno del teschio<br />

c’è dell’energia, energia che potrebbe tornarci utile. Cassie,<br />

sei ancora qui?».<br />

Adesso tutti stavano par<strong>la</strong>ndo, litigando, ur<strong>la</strong>ndo minacce.<br />

Le cose non erano mai andate così quando il leader<br />

era Diana. Adam gridava, chiedeva a Faye se per caso non<br />

fosse impazzita. Solo Nick e Diana sembravano imperturbabili:<br />

Nick osservava <strong>la</strong> scena e Diana fissava qualcosa<br />

che solo lei poteva vedere.<br />

Me<strong>la</strong>nie stava cercando <strong>di</strong> riportare tutti al<strong>la</strong> calma, ma<br />

senza riuscirci. Una parte <strong>di</strong>stante e <strong>di</strong>staccata del<strong>la</strong> mente<br />

<strong>di</strong> Cassie notò che se Diana fosse intervenuta in quel momento,<br />

se Diana avesse preso il controllo del<strong>la</strong> situazione,<br />

<strong>la</strong> congrega l’avrebbe ascoltata. Ma Diana non fece nul<strong>la</strong>.<br />

E le ur<strong>la</strong> continuavano a salire d’intensità.<br />

«Va’ a prenderlo, Cassie», ringhiò Faye, <strong>di</strong>grignando i<br />

denti. «O ci andrò io».<br />

Cassie sentì il Potere che le stava crescendo intorno. Il<br />

cielo era tirato come <strong>la</strong> pelle <strong>di</strong> un tamburo, come <strong>la</strong> corda<br />

<strong>di</strong> un’arpa pronta a essere pizzicata. L’oceano alle sue<br />

spalle vibrava <strong>di</strong> forza repressa. Poteva sentirlo nel<strong>la</strong> sabbia<br />

sotto i pie<strong>di</strong>, nelle fiamme guizzanti del falò.<br />

Ricordò cosa aveva fatto al dobermann al campo <strong>delle</strong><br />

zucche, quando aveva sprigionato una qualche specie <strong>di</strong><br />

forza, concentrata come un raggio <strong>la</strong>ser. Si accorse che<br />

stava per accadere <strong>di</strong> nuovo. Era connessa con tutti gli elementi;<br />

il potere aspettava solo <strong>di</strong> essere liberato.<br />

75


«B<strong>la</strong>ck John ci <strong>la</strong>scerà il suo potere. Ce lo darà, se glielo<br />

chie<strong>di</strong>amo nel modo corretto», stava ur<strong>la</strong>ndo Faye. «Lo<br />

so, ho comunicato con lui. Ma dobbiamo chiederglielo».<br />

“Ha comunicato con lui?”, pensò Cassie. La prima volta<br />

che le aveva portato il teschio? O successivamente?<br />

«Ma perché al cimitero?», stava gridando Me<strong>la</strong>nie.<br />

«Perché lì?»<br />

«Perché è quel che ha detto lui», sbottò impazientemente<br />

Faye. «Cassie, per l’ultima volta! Va’ a prendere il teschio!».<br />

Gli elementi erano schierati <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lei. Cassie stava<br />

fissando <strong>la</strong> nuca <strong>di</strong> Faye. Ma poi ricordò qualcosa. Lo<br />

sguardo negli occhi <strong>di</strong> Diana quando Cassie aveva dato il<br />

suo voto a Faye… oh, a che sarebbe servito uccider<strong>la</strong> ora?<br />

Era tutto finito.<br />

Cassie girò su se stessa e si <strong>di</strong>resse verso il luogo dove<br />

era sepolto il teschio.<br />

«Come fa a sapere dove…», cominciò Me<strong>la</strong>nie, e <strong>la</strong> risata<br />

<strong>di</strong> Faye <strong>la</strong> interruppe. Dunque anche il fatto che Cassie<br />

aveva rubato il teschio non sarebbe più stato un segreto.<br />

Diana non aveva mai rive<strong>la</strong>to a nessuno il punto esatto<br />

in cui era sepolto il teschio, neppure ad Adam. Iniziò a<br />

correre perché non voleva sentire il seguito.<br />

Scavò in mezzo alle pietre annerite finchè le sue <strong>di</strong>ta<br />

sfiorarono il tessuto che avvolgeva il teschio. Poi scavò<br />

tutt’intorno e lo tirò fuori dal<strong>la</strong> sabbia, ancora una volta<br />

sorpresa dal suo notevole peso. Cassie tornò barcol<strong>la</strong>ndo<br />

da Faye.<br />

Deborah le corse incontro. «Da questa parte», <strong>di</strong>sse, intercettando<br />

Cassie prima che potesse raggiungere il gruppo.<br />

«Muoviti!». Si arrampicarono verso <strong>la</strong> scogliera. Cassie<br />

vide <strong>la</strong> motocicletta <strong>di</strong> Deborah.<br />

«Faye aveva previsto tutto», <strong>di</strong>sse Cassie. Guardò Deborah,<br />

e con voce leggermente più alta ripetè: «Faye aveva<br />

previsto tutto!».<br />

76


«Sì. E allora?». Deborah sembrava perplessa; un bravo<br />

soldato abituato a prendere or<strong>di</strong>ni dal proprio superiore.<br />

Che importava a Cassie che Faye avesse previsto tutto?<br />

«Potrebbe avere <strong>delle</strong> <strong>di</strong>fficoltà a convincere gli altri a venire<br />

al cimitero, ma vuole essere certa che almeno noi ci<br />

saremo», le spiegò Deborah.<br />

«Non capisco come possa convincere tutti», <strong>di</strong>sse Cassie,<br />

guardando il gruppo in basso. Una strana follia sembrava<br />

essersi impossessata <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong> loro; qualunque cosa<br />

stesse <strong>di</strong>cendo Faye, stava scatenando un putiferio. Suzan<br />

si era messa in marcia, e Doug stava quasi trascinando<br />

Chris. Faye stava spintonando Sean.<br />

«Siamo in sette; Faye ha detto che è sufficiente», <strong>di</strong>sse<br />

Deborah allontanandosi dal ciglio del<strong>la</strong> scogliera. «An<strong>di</strong>amo!».<br />

La corsa in moto fu identica al<strong>la</strong> precedente. Deborah<br />

guidava al<strong>la</strong> stessa folle velocità, <strong>la</strong> luna era ancora più<br />

luminosa. Ma questa volta Cassie non ebbe paura, anche<br />

se poteva reggersi a Deborah con una so<strong>la</strong> mano. L’altra<br />

sorreggeva il teschio che aveva in grembo. Un minuto dopo<br />

aver raggiunto il cimitero, sentirono il rombo <strong>di</strong> alcuni<br />

motori. Chris, Doug e Suzan stavano arrivando a bordo<br />

del<strong>la</strong> Samurai, seguita dal<strong>la</strong> Corvette <strong>di</strong> Faye. Il nuovo<br />

leader scese dal <strong>la</strong>to del guidatore e Sean si catapultò fuori<br />

dal se<strong>di</strong>le del passeggero.<br />

«Seguitemi», <strong>di</strong>sse Faye. Si <strong>di</strong>resse all’angolo a nordest,<br />

con i lunghi capelli che le svo<strong>la</strong>zzavano sulle spalle. A<br />

ogni passo, le sue gambe nude e perfette splendevano sotto<br />

<strong>la</strong> luna, mostrando <strong>la</strong> giarrettiera in cui era infi<strong>la</strong>to un pugnale<br />

con il manico nero. Quando il terreno cominciò a salire,<br />

si fermò.<br />

Anche Cassie si fermò, stringendo il teschio al petto<br />

con entrambe le mani, terribilmente consapevole del posto<br />

in cui si trovavano. Disposte in fi<strong>la</strong>, separate solo da cumuli<br />

<strong>di</strong> terra, c’erano le tombe del padre <strong>di</strong> Faye, del<strong>la</strong><br />

77


madre <strong>di</strong> Sean e <strong>di</strong> tutti gli altri genitori morti <strong>di</strong> Crowhaven<br />

Road. Sean stava piagnuco<strong>la</strong>ndo, e solo <strong>la</strong> presa <strong>di</strong><br />

Deborah gli impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> darse<strong>la</strong> a gambe.<br />

Faye si voltò. Anche nei momenti peggiori, quel<strong>la</strong> ragazza<br />

alta e incre<strong>di</strong>bilmente bel<strong>la</strong> aveva un’autorità spontanea,<br />

una capacità <strong>di</strong> intimi<strong>di</strong>re gli altri. Adesso che il suo<br />

fascino era esaltato dai simboli del<strong>la</strong> Regina <strong>delle</strong> <strong>Streghe</strong><br />

<strong>–</strong> il <strong>di</strong>adema, il bracciale e <strong>la</strong> giarrettiera <strong>–</strong> era circondata<br />

da un’aura <strong>di</strong> potere e prestigio.<br />

«È il momento», cominciò Faye, «<strong>di</strong> riappropriarci<br />

dell’energia che apparteneva al<strong>la</strong> congrega originale, e che<br />

B<strong>la</strong>ck John ha rinchiuso nel teschio. B<strong>la</strong>ck John vuole che<br />

questo potere sia nostro, per combattere i nostri nemici.<br />

Possiamo riprendercelo <strong>–</strong> ora».<br />

Faye estrasse il coltello dal manico nero dal<strong>la</strong> giarrettiera<br />

e tracciò velocemente un cerchio imperfetto sull’erba<br />

secca. «Entrate», <strong>di</strong>sse.<br />

“Fa tutto in fretta per non darci il tempo <strong>di</strong> pensare”,<br />

pensò Cassie. Nessuno sollevò obiezioni, sembravano tutti<br />

presi dall’ urgenza creata da Faye. Persino Sean aveva<br />

smesso <strong>di</strong> piagnuco<strong>la</strong>re e guardava Faye rapito.<br />

Era uno spettacolo scioccante veder<strong>la</strong> sollevare il pugnale<br />

e invocare rapidamente gli elementi <strong>di</strong> protezione.<br />

“Troppo velocemente”, pensò Cassie, ricordando che tutti<br />

i loro sforzi durante <strong>la</strong> cerimonia <strong>di</strong> Halloween erano stati<br />

vani. Ma neppure lei riusciva a par<strong>la</strong>re; sembrava che fossero<br />

saliti su un vagoncino <strong>delle</strong> montagne russe che nessuno<br />

riusciva a fermare. Men che meno Cassie, che era<br />

fredda e insensibile…<br />

«Cassie, posa il teschio al centro», or<strong>di</strong>nò Faye. Aveva<br />

il fiato corto e il suo petto si sollevava e abbassava velocemente.<br />

A Cassie sembrava più eccitata <strong>di</strong> quanto lo fosse<br />

stata con Nick, Jeffrey o il tipo del<strong>la</strong> pizza che si era<br />

portato in camera.<br />

78


Si inginocchiò e posò il teschio, ancora coperto dal<br />

panno, al centro del cerchio tracciato al<strong>la</strong> bell’e miglio da<br />

Faye.<br />

«E ora», <strong>di</strong>sse Faye con voce strana e euforica, «è il<br />

momento <strong>di</strong> rec<strong>la</strong>mare il potere che avrebbe dovuto essere<br />

nostro sin dall’inizio. Invoco gli elementi a testimoniare…».<br />

«Faye, ferma!», urlò Adam che stava correndo tra le <strong>la</strong>pi<strong>di</strong>.<br />

Alle sue spalle c’era il resto del<strong>la</strong> congrega, inclusa Diana,<br />

che sembrava ancora in trance. C’era persino Nick,<br />

silenzioso e vigile come sempre.<br />

Faye afferrò il teschio con entrambe le mani. «Avete<br />

avuto <strong>la</strong> vostra occasione», <strong>di</strong>sse. «Ora tocca a me».<br />

«Faye, fermati un attimo a pensare», <strong>di</strong>sse Adam.<br />

«B<strong>la</strong>ck John non è tuo amico. Se ha davvero comunicato<br />

con te, qualunque cosa ti abbia detto è una menzogna…».<br />

«Sei tu il bugiardo!», replicò Faye con forza.<br />

«Chris, Doug, quel teschio ha ucciso Kori. Se liberate<br />

<strong>di</strong> nuovo l’energia oscura…».<br />

«Non ascoltatelo!», urlò Faye. Con le gambe che risaltavano<br />

contro il nero del<strong>la</strong> tunica e i capelli ancor più scuri,<br />

sembrava una principessa barbara. Cassie si accorse che<br />

mentre Adam le par<strong>la</strong>va, Laurel e Me<strong>la</strong>nie <strong>la</strong> stavano accerchiando.<br />

Se ne avvide anche Faye. «Non permetterò che mi fermiate!<br />

Questo è l’inizio <strong>di</strong> un nuovo circolo!».<br />

«Ti prego, Faye», urlò Diana <strong>di</strong>speratamente. Sembrava<br />

essersi ripresa.<br />

«Per <strong>la</strong> Terra, l’Aria, il Fuoco e l’Acqua!», esc<strong>la</strong>mò Faye<br />

scoprendo il teschio e sollevandolo con entrambe le<br />

mani sopra <strong>la</strong> testa.<br />

Argento. La luna piena sembrò incen<strong>di</strong>are il cristallo.<br />

Sopra <strong>la</strong> testa <strong>di</strong> Faye sembrava esserci un altro volto, vivido,<br />

innaturale e scheletrico, da cui fuoriusciva qualcosa<br />

79


<strong>di</strong> oscuro. Qualcosa <strong>di</strong> più nero <strong>di</strong> un cielo senza stelle si<br />

stava riversando fuori dalle orbite, dalle narici e dai denti<br />

<strong>di</strong>grignati del teschio. “Serpenti”, pensò Cassie, fissando<br />

ipnotizzata <strong>la</strong> scena. Serpenti, vermi e dragoni, <strong>di</strong> quelli<br />

che hanno scaglie spesse capaci <strong>di</strong> penetrare il terreno e<br />

sputano veleno quando respirano. Tutto ciò che è male,<br />

tutto ciò che è oscuro, tutto ciò che è malvagio e o<strong>di</strong>oso e<br />

strisciante sembrava uscire dal teschio, anche se nul<strong>la</strong> era<br />

reale. Era solo oscurità, solo luce <strong>di</strong> tenebra.<br />

Ci fu un suono come <strong>di</strong> api che ronzano, solo più forte<br />

e letale. Stava aumentando. Faye era sotto quel<strong>la</strong> terribile<br />

cascata <strong>di</strong> oscurità, e nelle orecchie <strong>di</strong> Cassie il rumore<br />

sembrava quello <strong>di</strong> due rompighiaccio, e da qualche parte<br />

un cane stava abbaiando…<br />

Qualcuno deve fermarlo, capì Cassie. No, io devo fermarlo.<br />

Ora.<br />

Si stava alzando quando il teschio esplose.<br />

Silenzio, oscurità e null’altro.<br />

Cassie sperava che le cose restassero così.<br />

Qualcuno al suo fianco gemette.<br />

Cassie si mise lentamente a sedere, guardandosi intorno,<br />

cercando <strong>di</strong> capire cosa fosse successo. Il cimitero<br />

sembrava un campo <strong>di</strong> battaglia <strong>di</strong>sseminato <strong>di</strong> corpi: Adam,<br />

a terra con un braccio allungato verso il circolo e Raj<br />

al suo fianco; Diana, i lunghi capelli luminosi sporchi <strong>di</strong><br />

foglie e terra; Nick, che si stava alzando faticosamente<br />

scuotendo il capo.<br />

Faye giaceva su un velo <strong>di</strong> seta nera, i capelli scuri le<br />

coprivano il volto. Le mani erano aperte a coppa, ma del<br />

teschio nessuna traccia.<br />

Qualcuno gemette <strong>di</strong> nuovo, e Cassie vide Deborah che<br />

si metteva a sedere passandosi una mano sul volto.<br />

«Sono morti?», chiese Deborah con voce roca.<br />

80


«Non lo so», sussurrò Cassie. Le faceva male <strong>la</strong> go<strong>la</strong>.<br />

Tra tutti quei corpi, si muovevano solo i capelli <strong>di</strong> Diana,<br />

sollevati dal vento, e Nick, che girava con passo malfermo<br />

intorno al circolo.<br />

Ma poi, uno al<strong>la</strong> volta, anche gli altri cominciarono a<br />

dare segni <strong>di</strong> vita. Sean e Suzan si <strong>la</strong>mentavano. Deborah<br />

raggiunse Faye strisciando e le scostò i capelli dal viso.<br />

«Respira».<br />

Cassie annuì; non sapeva che <strong>di</strong>re. Adam era chino su<br />

Diana, e Cassie <strong>di</strong>stolse subito lo sguardo. Me<strong>la</strong>nie e Laurel<br />

erano in pie<strong>di</strong>, e così Doug e Chris, che avevano l’aria<br />

<strong>di</strong> due ubriachi appena usciti da una rissa. Sembrava che<br />

fossero tutti vivi.<br />

Poi Cassie si accorse che Laurel stava in<strong>di</strong>cando qualcosa.<br />

«Oh, mio Dio. Il tumulo. Guardate il tumulo».<br />

Cassie si voltò e si irrigidì. Non riusciva a crederci. Il<br />

tumulo che, a detta <strong>di</strong> sua nonna, era un deposito <strong>di</strong> munizioni<br />

abbandonato, era aperto. Del lucchetto arrugginito<br />

non c’era più traccia, e <strong>la</strong> porta <strong>di</strong> metallo era finita contro<br />

il blocco <strong>di</strong> cemento. Ma c’era dell’altro. La parte superiore<br />

del tumulo era aperta in due come una prugna troppo<br />

matura. Come il bozzolo <strong>di</strong> un insetto vo<strong>la</strong>to via.<br />

Tutte le <strong>la</strong>pi<strong>di</strong> vicino al<strong>la</strong> recinzione erano inclinate.<br />

Quelle più vicine al tumulo, appartenenti ai genitori <strong>di</strong><br />

Crowhaven Road, erano spaccate, a pezzi. «Divelte», pensò<br />

Cassie. Quel<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> desueta le era venuta in mente per<br />

chissà quale motivo, ma era decisamente appropriata.<br />

Dall’interno del tumulo proveniva un cattivo odore.<br />

«Vado a dare un’occhiata», mormorò Deborah. Si avvicinò<br />

lentamente al tumulo aperto, e Cassie l’ammirò come<br />

non aveva mai ammirato nessuno. Era più coraggiosa <strong>di</strong><br />

chiunque avesse mai conosciuto. Intontita, Cassie provò a<br />

seguir<strong>la</strong> e finì per rovinarle addosso. Caddero entrambe<br />

sulle ginocchia davanti all’entrata del tumulo.<br />

81


All’interno c’era soltanto uno strato <strong>di</strong> melma, o qualcosa<br />

del genere.<br />

Poi una luce e un movimento catturarono l’attenzione<br />

<strong>di</strong> Cassie.<br />

In cielo, a nordest. Sembrava un’aurora boreale, solo<br />

che tremo<strong>la</strong>va, ed era completamente rossa.<br />

«È sopra Crowhaven Road», <strong>di</strong>sse Nick.<br />

«Oh, Dio, che sta succedendo?», urlò Laurel.<br />

«Sembrano fiamme», mormorò Deborah, con voce roca.<br />

«Qualunque cosa sia, sarà meglio andare a control<strong>la</strong>re»,<br />

<strong>di</strong>sse Nick.<br />

Adam stava cercando <strong>di</strong> far rinvenire Diana. Sean e Suzan<br />

erano abbracciati, e Chris e Doug sembravano ancora<br />

due ubriachi. Me<strong>la</strong>nie e Laurel erano in pie<strong>di</strong>, tremanti.<br />

«Nick ha ragione», <strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie. «Sta succedendo<br />

qualcosa. Adam, tu resta qui a occuparti dei feriti».<br />

Cassie <strong>la</strong>nciò uno sguardo a Faye, il loro leader decaduto,<br />

<strong>di</strong>stesa a terra. Poi si voltò e seguì Me<strong>la</strong>nie senza <strong>di</strong>re<br />

una paro<strong>la</strong>.<br />

Non aveva importanza che i cinque <strong>di</strong>retti a Crowhaven<br />

Road fino a poco prima avessero fatto parte <strong>di</strong> due fazioni<br />

in lotta. Non c’era tempo per pensare a una cosa da poco<br />

come quel<strong>la</strong>. Cassie salì sul<strong>la</strong> moto <strong>di</strong> Deborah, e Me<strong>la</strong>nie<br />

e Laurel sull’auto <strong>di</strong> Nick. Gli altri li avrebbero raggiunti<br />

appena possibile <strong>–</strong> se avessero voluto.<br />

Il vento ruggiva nelle orecchie <strong>di</strong> Cassie, rabbioso come<br />

l’oceano. La sensazione <strong>di</strong> potere che aveva provato in<br />

precedenza, <strong>la</strong> connessione con i quattro elementi era sparita.<br />

Non riusciva a pensare, <strong>la</strong> sua mente era annebbiata e<br />

confusa, come se avesse una brutta influenza. Sapeva solo<br />

<strong>di</strong> dover raggiungere Crowhaven Road.<br />

«Non sono fiamme», urlò Deborah. «Non c’è fumo».<br />

Metro dopo metro, si <strong>la</strong>sciavano alle spalle le case buie <strong>–</strong><br />

quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Diana e <strong>di</strong> Deborah, l’e<strong>di</strong>ficio georgiano al civico<br />

82


tre, le case <strong>di</strong> Me<strong>la</strong>nie, <strong>di</strong> Laurel e <strong>di</strong> Faye, <strong>la</strong> costruzione<br />

vittoriana <strong>di</strong>sabitata, quel<strong>la</strong> degli Henderson, <strong>di</strong> Adam,<br />

Suzan e Sean…<br />

«È sopra casa tua, Cassie», urlò Deborah.<br />

Sì. Cassie l’aveva sempre saputo. Qualcosa dentro <strong>di</strong> lei<br />

lo sapeva fin da prima che tutto cominciasse.<br />

Un acero risaltava come uno scheletro mero contro <strong>la</strong><br />

luce rossa che inghiottiva <strong>la</strong> casa al numero do<strong>di</strong>ci. Ma<br />

non erano fiamme. Era una specie <strong>di</strong> luce stregata, un’aura<br />

cremisi <strong>di</strong> malvagità.<br />

Cassie ricordò quanto aveva o<strong>di</strong>ato quel<strong>la</strong> casa <strong>la</strong> prima<br />

volta che l’aveva vista. L’aveva o<strong>di</strong>ata perché era enorme<br />

e brutta, con <strong>la</strong> vernice grigia scrostata, i cornicioni cadenti<br />

e le finestre sporche. Ma adesso amava quel<strong>la</strong> casa. Era<br />

<strong>la</strong> vecchia casa del<strong>la</strong> sua famiglia, le apparteneva. E, cosa<br />

ben più importante, dentro c’erano sua madre e sua nonna.<br />

83


CAPITOLO 7<br />

84


Cassie smontò dal<strong>la</strong> motocicletta e corse verso <strong>la</strong> casa.<br />

Ma appena entrò nel<strong>la</strong> luce rossa, rallentò. Quel<strong>la</strong> luce le<br />

impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> muoversi normalmente e <strong>di</strong> respirare. Era come<br />

se l’aria fosse rarefatta.<br />

Cassie raggiunse <strong>la</strong> porta, muovendosi al rallentatore.<br />

Era aperta. Dentro, le luci e le <strong>la</strong>mpade del corridoio sembravano<br />

deboli e inutili contro il bagliore rosso che sommergeva<br />

ogni cosa, come torce elettriche in pieno giorno.<br />

Cassie vide qualcosa che <strong>la</strong> <strong>la</strong>sciò senza fiato.<br />

Impronte.<br />

C’era del fango sul pavimento <strong>di</strong> legno <strong>di</strong> pino. Solo<br />

che non era fango. Era una sostanza nera come <strong>la</strong> pece,<br />

dal<strong>la</strong> quale si alzava un po’ <strong>di</strong> fumo. Sembrava <strong>la</strong> melma<br />

primor<strong>di</strong>ale dell’inferno. Le impronte salivano per le scale<br />

e tornavano <strong>di</strong> sotto.<br />

Cassie aveva paura <strong>di</strong> proseguire.<br />

«Che cos’è?», urlò Nick alle sue spalle. Il suo grido, attutito<br />

e strascicato, non fece molta strada nell’aria rarefatta.<br />

Quando Cassie si voltò, le sembrò <strong>di</strong> essere in un sogno,<br />

come se ogni movimento si svolgesse al rallentatore.<br />

«An<strong>di</strong>amo», <strong>di</strong>sse Nick incoraggiando<strong>la</strong> a proseguire.<br />

Cassie guardò in<strong>di</strong>etro e vide Deborah, Me<strong>la</strong>nie e Laurel<br />

che si muovevano a fatica.<br />

Con l’aiuto <strong>di</strong> Nick, Cassie riuscì ad arrivare in cima alle<br />

scale. Qui il bagliore rosso era meno intenso, e <strong>di</strong> conseguenza<br />

era più <strong>di</strong>fficile in<strong>di</strong>viduare le impronte. Ma<br />

Cassie, che stava procedendo per intuito, ne vide altre davanti<br />

al<strong>la</strong> porta del<strong>la</strong> madre. Era troppo terrorizzata per<br />

continuare.<br />

La mano <strong>di</strong> Nick si posò sul pomello e lo girò. La porta<br />

si aprì lentamente. Cassie fissò il letto vuoto.<br />

«No!», urlò, e sembrò che <strong>la</strong> luce rossa afferrasse <strong>la</strong> paro<strong>la</strong><br />

allungando<strong>la</strong> all’infinito. Dimenticò <strong>la</strong> paura e andò <strong>–</strong><br />

lentamente <strong>–</strong> al centro del<strong>la</strong> stanza. Il letto era <strong>di</strong>sfatto, ma<br />

non c’era nessuna traccia del<strong>la</strong> madre.<br />

85


Cassie si guardò intorno in preda all’angoscia. La finestra<br />

era chiusa. Avvertì una forte sensazione <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta,<br />

una premonizione terribile. Le impronte nere e fumanti arrivavano<br />

fino al letto. Qualcosa si era fermato accanto a<br />

sua madre, e poi…<br />

«An<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> sotto!», stava ur<strong>la</strong>ndo Nick sul<strong>la</strong> porta.<br />

Cassie si voltò… e gridò <strong>di</strong> nuovo.<br />

La porta si stava richiudendo lentamente. Dietro,<br />

nell’ombra, c’era una figura pallida e spettrale.<br />

Il secondo urlo le morì in go<strong>la</strong> quando <strong>la</strong> figura fece un<br />

passo in avanti, rive<strong>la</strong>ndo un volto pallido e tirato e capelli<br />

neri sciolti su un paio <strong>di</strong> spalle esili. Indossava una lunga<br />

camicia da notte bianca. Era sua madre.<br />

«Mamma», urlò Cassie, gettandole le braccia al<strong>la</strong> vita.<br />

“Oh, grazie Dio, grazie Dio”, pensò. Adesso tutto si sarebbe<br />

risolto. Sua madre stava bene, sua madre avrebbe<br />

pensato a ogni cosa. «Oh, mamma, ho avuto tanta paura»,<br />

ansimò.<br />

Ma c’era qualcosa che non andava. Sua madre non <strong>la</strong><br />

stava abbracciando. La figura in camicia da notte non dava<br />

segni <strong>di</strong> vita. Era immobile, e quando Cassie fece un passo<br />

in<strong>di</strong>etro, si accorse che il suo sguardo era perso nel vuoto.<br />

«Mamma? Mamma?», <strong>di</strong>sse scuotendo l’esile e pallida<br />

figura. «Mamma! Che ti succede?».<br />

Gli occhi meravigliosi <strong>di</strong> sua madre erano spenti, come<br />

quelli <strong>di</strong> una bambo<strong>la</strong>. Persi nel vuoto. Le occhiaie nere<br />

sembravano inghiottirli. Le braccia le cadevano mollemente<br />

lungo i fianchi.<br />

«Mamma», ripetè Cassie, quasi in <strong>la</strong>crime.<br />

Nick riaprì <strong>la</strong> porta. «Dobbiamo portar<strong>la</strong> fuori <strong>di</strong> qui»,<br />

<strong>di</strong>sse a Cassie.<br />

«Sì», pensò Cassie. Cercò <strong>di</strong> convincersi che era colpa<br />

del<strong>la</strong> luce, che lontana da quel bagliore rosso sua madre si<br />

sarebbe ripresa. Cassie e Nick <strong>la</strong> presero per le braccia e <strong>la</strong><br />

86


guidarono <strong>di</strong> sotto. Me<strong>la</strong>nie, Laurel e Deborah li raggiunsero,<br />

arrivando da punti <strong>di</strong>versi.<br />

«Abbiamo guardato in tutte le stanze <strong>di</strong> questo piano»,<br />

<strong>di</strong>sse Me<strong>la</strong>nie. «Non c’è nessuno».<br />

«Mia nonna…», cominciò Cassie.<br />

«Aiutateci a portare <strong>la</strong> signora B<strong>la</strong>ke <strong>di</strong> sotto», <strong>di</strong>sse<br />

Nick.<br />

Ai pie<strong>di</strong> <strong>delle</strong> scale, le impronte nere giravano a sinistra<br />

e si accaval<strong>la</strong>vano in più punti. Un pensiero balenò nel<strong>la</strong><br />

mente <strong>di</strong> Cassie.<br />

«Me<strong>la</strong>nie, Laurel, portate mia madre fuori, lontana dal<strong>la</strong><br />

luce. Accertatevi che sia al sicuro, ok?». Me<strong>la</strong>nie annuì<br />

e Cassie <strong>di</strong>sse: «Vi raggiungerò il prima possibile».<br />

«Sta’ attenta», <strong>di</strong>sse Laurel con apprensione.<br />

Cassie le osservò portare sua madre fuori; poi si costrinse<br />

a <strong>di</strong>stogliere lo sguardo. «An<strong>di</strong>amo», <strong>di</strong>sse a Nick e<br />

Deborah. «Credo che mia nonna sia in cucina».<br />

C’erano le impronte a in<strong>di</strong>care <strong>la</strong> strada, ma non si trattava<br />

solo <strong>di</strong> quello. Cassie aveva una sensazione. La sensazione<br />

terribile che sua nonna si trovasse in cucina, e non<br />

era so<strong>la</strong>.<br />

Deborah seguiva le impronte come una cacciatrice.<br />

Percorsero tutto il corridoio che portava all’a<strong>la</strong> vecchia<br />

del<strong>la</strong> casa, quel<strong>la</strong> costruita nel 1693.<br />

Nick era <strong>di</strong>etro Cassie; capì vagamente che i due, <strong>la</strong>sciandole<br />

il posto più sicuro nel<strong>la</strong> fi<strong>la</strong>, <strong>la</strong> stavano proteggendo.<br />

Ma in quel momento non c’erano luoghi sicuri in<br />

casa. Nell’a<strong>la</strong> vecchia <strong>la</strong> luce rossa sembrava più intensa, e<br />

l’aria più rarefatta. Cassie avvertiva <strong>la</strong> fatica che facevano<br />

i polmoni mentre respirava.<br />

Oh, Dio, sembravano fiamme. La luce rossa era ovunque<br />

e l’aria le bruciava <strong>la</strong> pelle. Deborah si arrestò <strong>di</strong> colpo<br />

e Cassie quasi le finì addosso. Allungò il collo per vedere<br />

sopra le sue spalle, ma gli occhi le <strong>la</strong>crimavano.<br />

87


Sentì le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Nick che le stringevano con forza le<br />

spalle. Cassie cercò <strong>di</strong> concentrarsi, strizzando gli occhi<br />

nel<strong>la</strong> densa luce rossa.<br />

La nonna! L’anziana donna era a terra davanti al camino,<br />

accanto al lungo tavolo <strong>di</strong> legno su cui <strong>la</strong>vorava così<br />

spesso. Il tavolo era ribaltato <strong>di</strong> <strong>la</strong>to, le piantine aromatiche<br />

erano tutte a terra. Ma c’era dell’altro, qualcosa che <strong>la</strong><br />

mente <strong>di</strong> Cassie rifiutava <strong>di</strong> registrare. Nick <strong>la</strong> tratteneva<br />

mentre Cassie guardava l’essere chinato sul corpo del<strong>la</strong><br />

nonna.<br />

Era carbonizzato, nero, mostruoso. Sembrava che <strong>la</strong> sua<br />

pelle fosse coriacea e screpo<strong>la</strong>ta. Aveva <strong>la</strong> forma <strong>di</strong> un<br />

uomo, ma Cassie non riusciva a scorgere occhi, abiti o capelli.<br />

Quando l’essere si voltò, Cassie ebbe <strong>la</strong> breve e terribile<br />

sensazione <strong>di</strong> fissare un teschio luccicante.<br />

Ormai li aveva visti. Cassie ebbe l’impressione che lei,<br />

Deborah e Nick fossero fusi assieme; Nick <strong>la</strong> stava stringendo,<br />

e Cassie stava stringendo Deborah. Voleva scappare,<br />

ma non poteva, perché quel<strong>la</strong> donna riversa sul pavimento<br />

era sua nonna. Non poteva abbandonar<strong>la</strong> al<strong>la</strong> mercè<br />

<strong>di</strong> quell’essere orripi<strong>la</strong>nte.<br />

Ma non poteva neppure combatterlo. Non sapeva come<br />

contrastare un essere simile. Inoltre non sentiva più alcun<br />

collegamento con gli elementi; in quel terribile forno che<br />

era <strong>la</strong> cucina del<strong>la</strong> nonna, erano tagliati fuori dal resto del<br />

mondo.<br />

Di quali armi <strong>di</strong>sponevano? L’ematite non era più fredda;<br />

quando Cassie infilò una mano in tasca, si bruciò. Non<br />

serviva a niente. Aria, Fuoco e Terra erano ostili. Avevano<br />

bisogno <strong>di</strong> qualcosa che quell’essere non fosse in grado <strong>di</strong><br />

control<strong>la</strong>re.<br />

«Pensate all’acqua!», urlò a Deborah e Nick. La sua<br />

voce era attutita nell’aria soffocante e opprimente. «Pensate<br />

all’oceano <strong>–</strong> all’acqua gelida… al ghiaccio!».<br />

88


Mentre pronunciava quelle parole, anche lei cominciò a<br />

pensare all’acqua. Fredda… azzurra… immensa.<br />

All’improvviso ricordò <strong>la</strong> prima volta che si era affacciata<br />

al<strong>la</strong> scogliera, e il blu dell’acqua era così intenso da toglierle<br />

il fiato. L’oceano, <strong>di</strong> una vastità inimmaginabile, si<br />

estendeva davanti ai suoi occhi. Adesso lo ricordava bene:<br />

era azzurro e grigio come gli occhi <strong>di</strong> Adam.<br />

Il vento faceva vibrare le finestre; il rubinetto del <strong>la</strong>vello<br />

cominciò a tremare. La <strong>la</strong>vastoviglie iniziò a riversare<br />

acqua sul pavimento. L’acqua usciva sibi<strong>la</strong>ndo anche da<br />

una per<strong>di</strong>ta in un tubo sotto il <strong>la</strong>vello.<br />

«Adesso!», urlò Deborah. «Pren<strong>di</strong>amolo!».<br />

Cassie sapeva che non era una buona idea. Non erano<br />

abbastanza forti da affrontare quel<strong>la</strong> creatura in uno scontro<br />

<strong>di</strong>retto. Ma Deborah, sempre incurante del pericolo, si<br />

era già <strong>la</strong>nciata in avanti e non ci fu tempo per ur<strong>la</strong>rle un<br />

avvertimento o bloccar<strong>la</strong>. Il cuore <strong>di</strong> Cassie ebbe un sussulto<br />

e le sue gambe si piegarono mentre correva verso<br />

l’essere nero.<br />

Avrebbe potuto ucciderli <strong>–</strong> un tocco <strong>di</strong> quelle mani carbonizzate<br />

e callose poteva essere fatale <strong>–</strong> ma si scansò.<br />

Cassie non riusciva a credere che fossero ancora vivi e in<br />

grado <strong>di</strong> muoversi. L’essere si era accovacciato e stava in<strong>di</strong>etreggiando<br />

velocemente. Si voltò e fuggì da quel<strong>la</strong> che<br />

nel 1696 era l’entrata principale del<strong>la</strong> casa, carbonizzando<br />

il pomello del<strong>la</strong> porta. Si <strong>la</strong>nciò nelle tenebre e sparì.<br />

La porta restò aperta, sbatteva al vento. La luce rossa si<br />

estinse. Adesso Cassie riusciva a vedere il freddo bagliore<br />

del<strong>la</strong> luna argentata.<br />

Fece un respiro molto profondo, felice <strong>di</strong> potersi riempire<br />

<strong>di</strong> nuovo i polmoni senza avvertire dolore.<br />

«Ce l’abbiamo fatta!», rise Deborah, dando una pacca<br />

sul<strong>la</strong> schiena a Nick. «Ce l’abbiamo fatta! Quel bastardo è<br />

scappato!».<br />

89


“Se n’è andato”, pensò Cassie. “Se n’è andato spontaneamente.<br />

Non abbiamo vinto”.<br />

Poi si voltò bruscamente verso Nick. «Mia madre! E<br />

anche Laurel e Me<strong>la</strong>nie… sono fuori!».<br />

«Vado a control<strong>la</strong>re. Anche se credo che per ora sia finita»,<br />

<strong>di</strong>sse Nick.<br />

Per ora. Nick <strong>la</strong> pensava come lei. Quell’essere non era<br />

stato sconfitto, si era solo ritirato.<br />

Con le gambe tremanti, Cassie si inginocchiò accanto<br />

al<strong>la</strong> nonna.<br />

«Nonna?», <strong>di</strong>sse. Temeva che fosse morta. Ma sua<br />

nonna, respirava, anche se a fatica. Poi Cassie fu sopraffatta<br />

dal<strong>la</strong> paura che gli occhi, <strong>di</strong>etro le palpebre raggrinzite,<br />

potessero essere spenti come quelli del<strong>la</strong> madre. Ma quando<br />

<strong>la</strong> nonna aprì gli occhi, <strong>la</strong> vide e <strong>la</strong> riconobbe subito.<br />

Anche se gli occhi erano pieni <strong>di</strong> dolore, erano coscienti.<br />

«Cassie», mormorò. «Picco<strong>la</strong> Cassie».<br />

«Nonna, andrà tutto bene. Non muoverti». Cassie cercò<br />

<strong>di</strong> ricordare cos’altro bisognava <strong>di</strong>re a un ferito. Che doveva<br />

fare? Tener<strong>la</strong> al caldo? Sollevarle i pie<strong>di</strong>? «Resisti»,<br />

<strong>di</strong>sse al<strong>la</strong> nonna, e poi a Deborah: «Chiama un’ambu<strong>la</strong>nza,<br />

presto!».<br />

«No», <strong>di</strong>sse sua nonna. Cercò <strong>di</strong> mettersi a sedere e il<br />

volto le si contrasse per il dolore. Con una mano nodosa si<br />

strinse <strong>la</strong> camicia da notte, all’altezza del cuore.<br />

«Nonna, non muoverti», <strong>di</strong>sse freneticamente Cassie.<br />

«Andrà tutto bene, si aggiusterà ogni cosa…».<br />

«No, Cassie», <strong>di</strong>sse l’anziana donna. Respirava ancora<br />

a fatica, ma <strong>la</strong> voce era sorprendentemente decisa. «Niente<br />

ambu<strong>la</strong>nza. Non c’è tempo. Devi ascoltare quel che ho da<br />

<strong>di</strong>rti».<br />

«Puoi raccontarmelo dopo». Adesso Cassie stava piangendo,<br />

ma cercava <strong>di</strong> mantenere <strong>la</strong> voce ferma.<br />

«Non ci sarà un dopo», ansimò <strong>la</strong> nonna. Tornò ad adagiarsi<br />

a terra, il respiro misurato e lento. Par<strong>la</strong>va con vo-<br />

90


ce chiara, accarezzando <strong>la</strong> mano <strong>di</strong> Cassie. I suoi occhi erano<br />

neri, angosciati <strong>–</strong> e dolci. «Cassie, non mi è rimasto<br />

molto tempo, devi ascoltare quel che ho da <strong>di</strong>rti. È importante.<br />

All’interno del camino, sul <strong>la</strong>to destro, c’è un mattone<br />

allentato. È al livello del<strong>la</strong> menso<strong>la</strong>. Estrailo e portami<br />

quel che c’è <strong>di</strong>etro».<br />

Cassie barcollò fino al camino. Un mattone allentato <strong>–</strong><br />

non riusciva a vederlo, stava piangendo troppo forte. Lo<br />

cercò a tentoni, graffiandosi contro <strong>la</strong> superficie ruvida<br />

del<strong>la</strong> malta. Poi qualcosa si mosse.<br />

Eccolo. Cassie infilò le <strong>di</strong>ta ai <strong>la</strong>ti e spostò il mattone<br />

avanti e in<strong>di</strong>etro finchè venne via. Lo <strong>la</strong>sciò cadere e infilò<br />

<strong>la</strong> mano nel<strong>la</strong> cavità scura e fredda.<br />

Le sue <strong>di</strong>ta toccarono qualcosa <strong>di</strong> morbido. Lo ghermì<br />

con le unghie e infine riuscì a prenderlo.<br />

Era il Libro <strong>delle</strong> ombre.<br />

Quello che aveva sognato, con <strong>la</strong> copertina <strong>di</strong> pelle rossa.<br />

Cassie tornò a inginocchiarsi accanto al<strong>la</strong> nonna.<br />

«Non è riuscito a farmi confessare dove lo tenevo nascosto.<br />

Non è riuscito a strapparmi una paro<strong>la</strong>», <strong>di</strong>sse sua<br />

nonna con un sorriso. «È stata mia nonna a <strong>di</strong>rmi che quello<br />

era un buon nascon<strong>di</strong>glio». Accarezzò il libro e poi <strong>la</strong><br />

sua mano, rovinata dagli anni, strinse quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Cassie. «È<br />

tuo, Cassie. Mia nonna lo <strong>di</strong>ede a me e ora io lo consegno<br />

a te. Hai il dono del<strong>la</strong> vista e il potere, come me, come tua<br />

madre. Ma tu non puoi scappare, come fece lei. Tu dovrai<br />

restare per affrontarlo».<br />

Uno scoppio <strong>di</strong> tosse <strong>la</strong> costrinse a interrompersi. Cassie<br />

guardò Deborah, che stava ascoltando con attenzione, e<br />

poi <strong>di</strong> nuovo sua nonna. «Nonna, ti prego. Lascia che<br />

chiami l’ambu<strong>la</strong>nza. Non puoi arrenderti ora…».<br />

«Non mi sto arrendendo! Sto passando il testimone a te.<br />

A te, Cassie, così potrai continuare <strong>la</strong> guerra. Devo farlo,<br />

prima <strong>di</strong> morire. Altrimenti tutto sarà stato inutile. Tutto».<br />

Tossì <strong>di</strong> nuovo. «Non sarebbe dovuta andare così. Quel<strong>la</strong><br />

91


agazza <strong>–</strong> Faye <strong>–</strong> mi ha ingannata. Non credevo che si sarebbe<br />

mossa così velocemente. Pensavo che avremmo<br />

avuto più tempo <strong>–</strong> ma non è stato così. Adesso ascolta».<br />

Fece un respiro doloroso, le sue <strong>di</strong>ta stringevano quelle<br />

<strong>di</strong> Cassie con così tanta forza da farle male, gli occhi neri<br />

fissi in quelli del<strong>la</strong> nipote. «Discen<strong>di</strong> da una lunga <strong>di</strong>nastia<br />

<strong>di</strong> streghe, Cassie. Questo lo sai. Ma quello che non sai è<br />

che <strong>la</strong> nostra famiglia ha sempre avuto il dono del<strong>la</strong> vista e<br />

un enorme potere. Siamo <strong>la</strong> famiglia più forte e possiamo<br />

prevedere il futuro <strong>–</strong> ma non sempre veniamo creduti.<br />

Neppure da quelli del<strong>la</strong> nostra specie».<br />

I suoi occhi scivo<strong>la</strong>rono su Deborah. «Voi ragazzi credete<br />

<strong>di</strong> aver scoperto chissà cosa, vero?». Il volto grinzoso<br />

si contrasse in un sorriso. «Non rispettate gli anziani, e<br />

neppure i vostri genitori. Siete convinti che abbiamo vissuto<br />

<strong>la</strong> nostra esistenza senza fare un accidenti, <strong>di</strong>co bene?».<br />

“Sta vaneggiando”, pensò Cassie. “Non si rende conto<br />

<strong>di</strong> quel che <strong>di</strong>ce”.<br />

«Credete che l’idea <strong>di</strong> riesumare i vecchi testi e <strong>di</strong> riportare<br />

in vita le tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> un tempo sia venuta in mento<br />

solo a voi, eh?».<br />

Cassie scosse <strong>la</strong> testa, incerta, ma Deborah, corrucciata,<br />

<strong>di</strong>sse: «Non è così?»<br />

«No. Oh, piccole mie, non è così. Quando ero una ragazzina,<br />

per noi era poco più <strong>di</strong> un gioco. Ci riunivamo <strong>di</strong><br />

tanto in tanto: chi aveva il dono del<strong>la</strong> vista par<strong>la</strong>va <strong>delle</strong><br />

sue preveggenze, chi aveva il potere <strong>di</strong> guarigione ci spiegava<br />

il valore <strong>delle</strong> erbe me<strong>di</strong>cinali e cose del genere. Fu<br />

<strong>la</strong> generazione dei vostri genitori a dare vita a una vera e<br />

propria congrega».<br />

«I nostri genitori?», esc<strong>la</strong>mò Deborah incredu<strong>la</strong>. «Ma<br />

se i miei hanno così paura del<strong>la</strong> magia che se gliene parlo<br />

vomitano! I miei genitori non farebbero mai…».<br />

92


«Adesso è così», <strong>di</strong>sse con calma <strong>la</strong> nonna mentre Cassie<br />

cercava <strong>di</strong> zittire Deborah. «Adesso è così. Hanno <strong>di</strong>menticato<br />

<strong>–</strong> si sono costretti a <strong>di</strong>menticare. Dovevano farlo,<br />

per sopravvivere. Ma le cose erano <strong>di</strong>fferenti quando<br />

erano ragazzi. Avevano qualche anno più <strong>di</strong> voi, i ragazzi<br />

<strong>di</strong> Crowhaven Road. Tua madre, Deborah, aveva più o<br />

meno <strong>di</strong>ciannove anni, e <strong>la</strong> madre <strong>di</strong> Cassie solo <strong>di</strong>ciassette.<br />

Fu allora che l’Uomo in Nero fece <strong>la</strong> sua comparsa a<br />

New Salem».<br />

«Nonna…», sussurrò Cassie. Sentiva brivi<strong>di</strong> <strong>di</strong> freddo<br />

correrle lungo <strong>la</strong> spina dorsale. La cucina, che fino a pochi<br />

attimi prima sembrava un forno, adesso era gelida. «Oh,<br />

nonna, ti prego…».<br />

«Non vuoi sapere. Lo so. E ti capisco. Ma dovete ascoltarmi<br />

entrambe. Dovete sapere con chi avete a che fare».<br />

Con un altro colpo <strong>di</strong> tosse, <strong>la</strong> nonna <strong>di</strong> Cassie cambiò<br />

leggermente posizione. Gli occhi <strong>di</strong>ventarono opachi per i<br />

ricor<strong>di</strong>. «Era l’autunno del 1974. Un novembre così freddo<br />

non lo si vedeva da decenni. Non lo <strong>di</strong>menticherò mai,<br />

fermo davanti al<strong>la</strong> porta <strong>di</strong> casa mia, mentre si scrol<strong>la</strong>va <strong>la</strong><br />

neve dagli stivali. Mi <strong>di</strong>sse che si stava trasferendo al numero<br />

tre<strong>di</strong>ci, e aveva bisogno <strong>di</strong> un fiammifero per dare<br />

fuoco al<strong>la</strong> legna che aveva con sé. Quel<strong>la</strong> casa non aveva<br />

riscaldamento, era <strong>di</strong>sabitata da quando lui l’aveva abbandonata<br />

<strong>la</strong> prima volta».<br />

«Quando?», chiese Cassie.<br />

«Nel 1696. Da quando si era imbarcato, ed era morto.<br />

Quando <strong>la</strong> sua nave era affondata». La nonna annuì senza<br />

guardare Cassie. «Sì, era B<strong>la</strong>ck John. Ma allora non lo sapevamo.<br />

Quante sofferenza avremmo evitato se<br />

l’avessimo saputo… ma è inutile pensarci». Accarezzò <strong>la</strong><br />

mano <strong>di</strong> Cassie. «Gli prestammo dei fiammiferi, e i ragazzi<br />

del<strong>la</strong> strada lo aiutarono a ricostruire <strong>la</strong> vecchia casa.<br />

Era poco più grande degli altri, e tutti lo ammiravano. Adoravano<br />

i suoi viaggi, le storie straor<strong>di</strong>narie che raccon-<br />

93


tava. Ed era affascinante <strong>–</strong> era così che riusciva a nascondere<br />

il suo cuore malvagio. Tutti vennero ingannati, persino<br />

io.<br />

Non so quando cominciò a par<strong>la</strong>re ai ragazzi dei vecchi<br />

tempi. Abbastanza presto, immagino. E i ragazzi avevano<br />

voglia <strong>di</strong> ascoltare. Se noi genitori provavamo a ostaco<strong>la</strong>rli,<br />

venivamo accusati <strong>di</strong> essere vecchi e noiosi. A <strong>di</strong>re <strong>la</strong><br />

verità, non tutti si opposero con fermezza. Le vecchie tra<strong>di</strong>zioni<br />

avevano anche <strong>la</strong>ti positivi, e inoltre non sapevamo<br />

cosa lui avesse in mente».<br />

Cassie era scossa dai brivi<strong>di</strong>, ma non poteva muoversi.<br />

Riusciva solo ad ascoltare <strong>la</strong> voce del<strong>la</strong> nonna, l’unico<br />

suono nel<strong>la</strong> cucina oltre al leggero sibilo dell’acqua che<br />

scorreva.<br />

«Scelse i ragazzi più promettenti e creò le varie coppie.<br />

Le cose andarono proprio così, anche se noi genitori non<br />

ne sapevamo niente. Creò <strong>delle</strong> coppie, e riuscì a far<strong>la</strong><br />

sembrare una scelta logica anche ai ragazzi. Arrivò al punto<br />

<strong>di</strong> rompere coppie che avevano già deciso <strong>di</strong> sposarsi <strong>–</strong><br />

tua madre, Deborah, stava per sposare il padre <strong>di</strong> Nick, ma<br />

lui decise altrimenti. Diede tua madre allo zio <strong>di</strong> Nick, e<br />

nessuno si oppose. La sua influenza era tale che poteva fare<br />

quel che voleva.<br />

I matrimoni vennero celebrati secondo i rituali più tra<strong>di</strong>zionali.<br />

A marzo ne vennero celebrati <strong>di</strong>eci. E noi i<strong>di</strong>oti<br />

che festeggiavamo. Tutti quei ragazzi felici, che non litigavano<br />

mai. “Com’erano fortunati”, pensavamo! Erano<br />

una numerosa comunità <strong>di</strong> fratelli e sorelle. Be’, troppo<br />

numerosa per una so<strong>la</strong> congrega, ma non ci facemmo caso.<br />

Il loro rispetto per le tra<strong>di</strong>zioni ci rendeva felici. A<br />

maggio celebrarono il fuoco <strong>di</strong> Beltane e a metà estate<br />

raccolsero erba scaccia<strong>di</strong>avoli e vischio. E a settembre, ridendo<br />

e scherzando, celebrarono <strong>la</strong> festa <strong>di</strong> John Barleycorn,<br />

il personaggio del<strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zione che rappresenta il<br />

94


accolto. Non immaginavano cosa avesse in mente l’altro<br />

John.<br />

Erano in arrivo dei figli, un altro motivo per festeggiare.<br />

Ma a ottobre alcune <strong>delle</strong> donne più anziane cominciarono<br />

a preoccuparsi. Le ragazze incinte erano pallide e<br />

sembravano stremate. La povera Carmen Henderson era<br />

pelle e ossa tranne per il pancione. Sembrava che avesse in<br />

grembo due cuccioli <strong>di</strong> elefante. A Samhain non c’era<br />

granchè da festeggiare, le ragazze erano troppo deboli.<br />

E il 3 novembre tutto ebbe inizio. Tuo zio Nicho<strong>la</strong>s,<br />

Deborah, quello che non hai mai conosciuto, mi mandò a<br />

chiamare perché sua moglie aveva le doglie. Aiutai Sharon<br />

a dare al<strong>la</strong> luce Nick, tuo cugino. È sempre stato un lottatore,<br />

non <strong>di</strong>menticherò mai come stril<strong>la</strong>va quel giorno. Ma<br />

c’era dell’altro, qualcosa che non avrebbe dovuto esserci<br />

negli occhi <strong>di</strong> un neonato. Ci pensai tornando a casa. Era<br />

un potere che non avevo mai visto in vita mia.<br />

E due giorni dopo accadde <strong>di</strong> nuovo. Elizabeth Conant<br />

<strong>di</strong>ede al<strong>la</strong> luce un bambino con i capelli dello stesso colore<br />

del vino <strong>di</strong> Bacco e occhi blu come il mare. Il bambino mi<br />

fissò. Anche in lui riuscivo ad avvertire il potere».<br />

«Adam», sussurrò Cassie.<br />

«Esatto. Tre giorni dopo, Sophie Burke <strong>–</strong> mantenne il<br />

suo cognome anche da sposata <strong>–</strong> cominciò ad avere le contrazioni.<br />

La bambina, Me<strong>la</strong>nie, era come gli altri. Sembrava<br />

avere due settimane e invece era nata da pochi minuti, e<br />

mi vedeva come io riuscivo a vedere lei.<br />

I neonati più forti erano Diana e Faye. Lo loro mamme<br />

erano sorelle e partorirono nello stesso istante, in due case<br />

separate. Una bimba era luminosa come <strong>la</strong> luce del sole,<br />

l’altra era scura come <strong>la</strong> mezzanotte, ma erano in qualche<br />

modo connesse. Già allora <strong>la</strong> cosa era evidente».<br />

Cassie pensò a Diana e un dolore le trafisse il petto. Allontanò<br />

quel pensiero e continuò ad ascoltare. La voce del<strong>la</strong><br />

nonna sembrava più debole.<br />

95


«Povere creature… non avevano nessuna colpa. Voi<br />

non avete nessuna colpa», <strong>di</strong>sse l’anziana donna, concentrandosi<br />

improvvisamente su Deborah e Cassie.<br />

«Nessuno può incolparvi <strong>di</strong> niente. Il 3 <strong>di</strong>cembre nacque<br />

l’un<strong>di</strong>cesimo bambino. Avevano tutti qualcosa <strong>di</strong> strano.<br />

Le mamme non volevano ammetterlo, ma a gennaio<br />

era ormai impossibile negarlo. Quelle minuscole creature<br />

potevano evocare i Poteri, e in un modo o nell’altro ottenevano<br />

tutto quello che volevano. Avevamo paura <strong>di</strong> loro».<br />

«Lo sapevo», sussurrò Cassie. «Lo sapevo che c’era<br />

qualcosa <strong>di</strong> strano <strong>di</strong>etro tutte queste nascite nell’arco <strong>di</strong><br />

un mese… lo sapevo».<br />

«Anche i loro genitori lo sapevano, anche se ne ignoravano<br />

il significato. Se non sbaglio, fu il padre <strong>di</strong> Adam a<br />

capire ogni cosa. Un<strong>di</strong>ci neonati, <strong>di</strong>sse, e capì che con un<br />

do<strong>di</strong>cesimo avrebbero potuto dare vita a una congrega. Ma<br />

chi mancava? Ovvio, l’uomo che aveva programmato <strong>la</strong><br />

nascita <strong>di</strong> quei neonati, l’uomo che sarebbe <strong>di</strong>ventato il loro<br />

leader. B<strong>la</strong>ck John era tornato per dare vita al circolo<br />

più potente che questo paese avesse mai visto <strong>–</strong> ma per <strong>la</strong><br />

generazione successiva, <strong>di</strong>sse il padre <strong>di</strong> Adam. La generazione<br />

dei neonati.<br />

All’inizio nessuno gli credette. Alcuni genitori erano<br />

spaventati, altri semplicemente stupi<strong>di</strong>. E qualcuno non si<br />

capacitava <strong>di</strong> come avesse fatto B<strong>la</strong>ck John a tornare dal<strong>la</strong><br />

tomba dopo tutti quegli anni. Questo è un mistero ancora<br />

senza risposta.<br />

Poco al<strong>la</strong> volta, però, qualcuno cominciò a convincersi.<br />

Il padre <strong>di</strong> Nick, che aveva visto <strong>la</strong> sua futura sposa maritarsi<br />

con il fratello più giovane. E Mary Meade, <strong>la</strong> madre<br />

<strong>di</strong> Diana, che era tanto intelligente quanto bel<strong>la</strong>. Persino il<br />

padre <strong>di</strong> Faye, Grant Chamber<strong>la</strong>in, un uomo freddo… sapeva<br />

che <strong>la</strong> figlioletta era in grado <strong>di</strong> dare fuoco alle tende<br />

senza toccarle, e sapeva che questo non era normale. Riu-<br />

96


scirono a convincere qualcun altro, e in una fredda notte, il<br />

primo febbraio, ne andarono a par<strong>la</strong>re con lui».<br />

97


CAPITOLO 8<br />

98


La nonna <strong>di</strong> Cassie scosse <strong>la</strong> testa. «A par<strong>la</strong>re! Se fossero<br />

venuti da noi, o dagli anziani, li avremmo messi in<br />

guar<strong>di</strong>a. Io, <strong>la</strong> nonna <strong>di</strong> Laurel, <strong>la</strong> nonna <strong>di</strong> Adam, <strong>la</strong> prozia<br />

<strong>di</strong> Me<strong>la</strong>nie, Costance… avremmo potuto <strong>di</strong>r loro qualcosa,<br />

forse saremmo riuscite a salvarli. Ma fecero <strong>di</strong> testa<br />

loro, senza par<strong>la</strong>rne a nessuno. Il primo febbraio, il giorno<br />

<strong>di</strong> Imbolc, più del<strong>la</strong> metà del gruppo che lui aveva creato<br />

andò a sfidarlo. E <strong>di</strong> quel gruppo nessuno fece ritorno».<br />

Alcune <strong>la</strong>crime stavano scendendo lentamente sulle<br />

vecchie guance rugose. «Furono i più coraggiosi, i più forti,<br />

che andarono incontro al<strong>la</strong> morte. Si salvarono solo<br />

quelli troppo spaventati o stupi<strong>di</strong> per accorgersi del pericolo.<br />

Mi <strong>di</strong>spiace, Deborah, ma è <strong>la</strong> verità». Cassie ricordò<br />

che entrambi i genitori <strong>di</strong> Deborah erano vivi. «I ragazzi<br />

migliori <strong>di</strong> Crowhaven Road andarono a battersi contro<br />

B<strong>la</strong>ck John <strong>la</strong> sera dell’Imbolc», <strong>di</strong>sse <strong>la</strong> nonna.<br />

«Ma come?», mormorò Cassie. Stava pensando alle<br />

tombe allineate al cimitero. «Come sono morti, nonna?»<br />

«Non lo so. Dubito che qualcuno lo sappia, a meno<br />

che…». La nonna si fermò e scosse <strong>la</strong> testa, bronto<strong>la</strong>ndo<br />

qualcosa. «Vedemmo <strong>delle</strong> fiamme in cielo, e poi scoppiò<br />

una tempesta. Un uragano proveniente dal mare. Le anziane<br />

radunarono i bambini che stavano accudendo e i genitori<br />

che non avevano seguito il resto del gruppo, e riuscirono<br />

a metterli in salvo. Il giorno dopo scoprimmo che <strong>la</strong> casa<br />

al numero tre<strong>di</strong>ci era stata rasa al suolo da un incen<strong>di</strong>o, e<br />

tutti coloro che erano andati a sfidare B<strong>la</strong>ck John erano<br />

morti.<br />

La maggior parte dei corpi non è mai stata ritrovata.<br />

Immagino che vennero risucchiati in mare. Ma trovammo<br />

un corpo carbonizzato al numero tre<strong>di</strong>ci. Sapevamo che<br />

era lui per via dell’anello al <strong>di</strong>to, una pietra nera scintil<strong>la</strong>nte<br />

che lui chiamava magnetite. Non ricordo il nome moderno.<br />

Lo portammo al vecchio cimitero e lo seppellimmo<br />

nel bunker. Charles Meade, il padre <strong>di</strong> Diana, piazzò il<br />

99


locco <strong>di</strong> cemento davanti all’entrata. Pensavamo che se<br />

era riuscito a tornare una volta, avrebbe potuto riprovarci<br />

in futuro, e volevamo impe<strong>di</strong>rglielo. Subito dopo, i genitori<br />

sopravvissuti nascosero i Libri <strong>delle</strong> ombre e fecero del<br />

loro meglio per tenere i propri figli lontani dal<strong>la</strong> magia.<br />

Stranamente, molti <strong>di</strong> loro <strong>di</strong>menticarono cos’erano in<br />

grado <strong>di</strong> fare. Credo fosse dovuto al fatto che non potevano<br />

ricordare senza perdere il lume del<strong>la</strong> ragione. Eppure è<br />

strano che abbiano <strong>di</strong>menticato fino a questo punto».<br />

La voce era sempre più debole, ma <strong>la</strong> donna afferrò con<br />

forza il polso <strong>di</strong> Cassie. «Ascoltami, picco<strong>la</strong> Cassie. È importante.<br />

Non tutti hanno <strong>di</strong>menticato, alcuni <strong>di</strong> noi non<br />

potevano. Ho dato a mia figlia il nome <strong>di</strong> una profetessa, e<br />

lei ha fatto lo stesso con te, perché <strong>la</strong> nostra famiglia ha da<br />

sempre il dono del<strong>la</strong> seconda vista. Tua madre non sopportava<br />

quel che il suo dono le mostrava, e così <strong>la</strong>sciò New<br />

Salem, scappò fino al<strong>la</strong> costa opposta. Ma io decisi <strong>di</strong> restare,<br />

e da allora ho visto avverarsi tutte le mie premonizioni,<br />

una dopo l’altra. Nonostante gli sforzi dei genitori,<br />

quei neonati erano <strong>di</strong>versi dai loro coetanei. Erano sempre<br />

stati attratti dai Poteri e dalle vecchie tra<strong>di</strong>zioni. Sono <strong>di</strong>ventati<br />

forti <strong>–</strong> e qualcuno è <strong>di</strong>ventato malvagio.<br />

L’ho visto succedere con i miei occhi, e ho sentito<br />

B<strong>la</strong>ck John ridere nel<strong>la</strong> mia mente. Il suo corpo bruciò, ma<br />

lo stesso non accadde con il suo spirito. È rimasto sempre<br />

in attesa, tra il vecchio cimitero e il terreno dove un tempo<br />

sorgeva il numero tre<strong>di</strong>ci. Stava aspettando <strong>la</strong> sua congrega,<br />

quel<strong>la</strong> che aveva creato, quel<strong>la</strong> composta dai ragazzi<br />

che aveva contribuito a far nascere. Stava aspettando che<br />

<strong>di</strong>ventassero maggiorenni. Stava aspettando che lo riportassero<br />

in<strong>di</strong>etro.<br />

Sapevo che sarebbe successo <strong>–</strong> e sapevo che solo una<br />

persona avrebbe potuto combatterlo. Tu, Cassie. Hai <strong>la</strong><br />

forza del<strong>la</strong> tua famiglia, il dono del<strong>la</strong> visione e il Potere.<br />

Ho supplicato tua madre affinchè tornasse a casa, perché<br />

100


sapevo che senza <strong>di</strong> te per i ragazzi <strong>di</strong> Crowhaven Road<br />

non ci sarebbe stato scampo. Si sarebbero schierati con lui,<br />

come avevano fatto i loro genitori, e lui sarebbe <strong>di</strong>ventato<br />

il loro signore e padrone. Solo tu puoi impe<strong>di</strong>re che questo<br />

accada».<br />

«È per questo che tu e <strong>la</strong> mamma non vi par<strong>la</strong>vate»,<br />

<strong>di</strong>sse Cassie meravigliata. «Per causa mia».<br />

«Litigammo furiosamente. Lei voleva proteggerti, e io<br />

sapevo che per proteggere te avremmo perso tutti gli altri.<br />

Il tuo destino era già scritto prima che nascessi. E <strong>la</strong> cosa<br />

peggiore è che non potevamo par<strong>la</strong>rtene <strong>–</strong> è quel che <strong>di</strong>ceva<br />

<strong>la</strong> profezia. Dovevi venire a New Salem senza sapere<br />

nul<strong>la</strong> e trovare da te <strong>la</strong> tua strada, una sorta <strong>di</strong> innocente<br />

sacrificio. E ci sei riuscita. Hai fatto tutto quello che volevamo.<br />

Sarebbe arrivato anche il momento in cui ti avremmo<br />

spiegato ogni cosa… ma Faye ci ha precedute. Come<br />

ci è riuscita?»<br />

«Io…». Cassie non sapeva come <strong>di</strong>rglielo. «L’ho aiutata<br />

io, nonna», <strong>di</strong>sse al<strong>la</strong> fine. «Abbiamo trovato il teschio<br />

<strong>di</strong> cristallo che apparteneva a B<strong>la</strong>ck John. Era pieno <strong>di</strong> energia,<br />

e ogni volta che ce ne servivamo, qualcuno moriva.<br />

E poi…». Cassie fece un respiro profondo. «E poi, stasera,<br />

Faye ci ha detto <strong>di</strong> portare il teschio al cimitero. E quando<br />

lo ha scoperto… non so… è uscita quel<strong>la</strong> roba oscura…».<br />

La nonna <strong>di</strong> Cassie stava annuendo. «B<strong>la</strong>ck John era il<br />

signore <strong>delle</strong> arti oscure. Esattamente come l’Uomo in Nero<br />

originale, il signore del<strong>la</strong> morte. Ma, Cassie, capisci<br />

quel che sto <strong>di</strong>cendo?». Facendo uno sforzo supremo,<br />

l’anziana donna cercò <strong>di</strong> mettersi a sedere per guardare <strong>la</strong><br />

nipote negli occhi. «Posizionando il teschio nel cimitero e<br />

liberando quell’energia, lo avete riportato in<strong>di</strong>etro. Adesso<br />

è qui, è tornato. Non sotto forma <strong>di</strong> spirito o <strong>di</strong> fantasma,<br />

ma come uomo. Un uomo in carne e ossa. Avrà un aspetto<br />

<strong>di</strong>verso <strong>la</strong> prossima volta che si mostrerà in giro, avrà avu-<br />

101


to il tempo <strong>di</strong> sistemarsi. E cercherà <strong>di</strong> ingannarvi». Si accasciò<br />

a terra per <strong>la</strong> stanchezza.<br />

«Ma, oh, nonna <strong>–</strong> è libero per colpa mia. Mi <strong>di</strong>spiace.<br />

Mi <strong>di</strong>spiace tanto…». Gli occhi <strong>di</strong> Cassie si riempirono <strong>di</strong><br />

<strong>la</strong>crime.<br />

«Non lo sapevi. Ti perdono. E ormai quel che è fatto è<br />

fatto. Ma devi essere pronta per affrontarlo». Gli occhi<br />

del<strong>la</strong> donna si chiusero. Respirava a fatica, un rantolo terribile.<br />

«Nonna!», <strong>di</strong>sse Cassie, scuotendo<strong>la</strong> in preda al panico.<br />

I vecchi occhi si riaprirono lentamente. «Povera Cassie.<br />

Non è un compito facile. Ma tu hai <strong>la</strong> forza, se cerchi dentro<br />

<strong>di</strong> te. E ora hai anche questo». Spinse debolmente il<br />

Libro <strong>delle</strong> ombre tra le mani <strong>di</strong> Cassie. «La saggezza del<strong>la</strong><br />

nostra famiglia, le profezie. Leggilo. Impara. Risponderà<br />

ad alcune <strong>delle</strong> tue domande ancora senza risposta. Troverai<br />

<strong>la</strong> tua strada…».<br />

«Nonna! Nonna! Ti prego…».<br />

Gli occhi del<strong>la</strong> nonna erano ancora aperti, ma adesso<br />

erano ve<strong>la</strong>ti, come se non fossero più in grado <strong>di</strong> vedere.<br />

«Non ho motivo <strong>di</strong> restare ora che ti ho raccontato tutto…<br />

ma c’è dell’altro. Devi sapere…».<br />

«Cassie!». La voce arrivava dal<strong>la</strong> porta, e spaventò<br />

Cassie al punto da far<strong>la</strong> voltare <strong>di</strong> scatto. Era Laurel, il suo<br />

volto da elfo era pallido per <strong>la</strong> preoccupazione. «Cassie,<br />

che sta succedendo qui? Stai bene? Chiamo un dottore?».<br />

Stava fissando <strong>la</strong> donna sul pavimento.<br />

«Laurel, non ora!», ansimò Cassie. Stava piangendo,<br />

ma continuava a stringere con forza le mani nodose del<strong>la</strong><br />

nonna. «Nonna, ti prego, non andartene. Ho paura, nonna!<br />

Ho bisogno <strong>di</strong> te!».<br />

Le <strong>la</strong>bbra del<strong>la</strong> nonna si stavano muovendo, ma ne uscì<br />

solo un suono debolissimo. «…non aver paura, Cassie.<br />

Non c’è nul<strong>la</strong> <strong>di</strong> spaventoso nel buio se hai il coraggio <strong>di</strong><br />

affrontarlo…».<br />

102


«Ti prego, nonna, ti prego. Oh, no…». Cassie <strong>la</strong>sciò<br />

cadere <strong>la</strong> testa sul petto del<strong>la</strong> nonna e cominciò a singhiozzare.<br />

Le mani dell’anziana donna non stavano più<br />

stringendo quelle <strong>di</strong> Cassie. «Hai detto che c’era<br />

dell’altro», pianse. «Non puoi andartene…».<br />

La nonna <strong>di</strong>sse qualcosa <strong>di</strong> incomprensibile e Cassie<br />

pensò si trattasse del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “John”. Poi l’anziana donna<br />

aggiunse: «…nul<strong>la</strong> muore per sempre, Cassie…».<br />

Il petto si sollevò un’ultima volta contro <strong>la</strong> fronte <strong>di</strong><br />

Cassie e si fermò.<br />

Fuori, <strong>la</strong> luna gial<strong>la</strong> spendeva bassa nel cielo.<br />

«La Luna del Cordoglio», <strong>di</strong>sse dolcemente Laurel. «È<br />

così che viene chiamata».<br />

Cassie pensò che fosse un nome azzeccato, ma adesso i<br />

suoi occhi erano asciutti. C’erano altre <strong>la</strong>crime dentro <strong>di</strong><br />

lei, ma avrebbero dovuto aspettare. Aveva qualcosa da fare<br />

prima <strong>di</strong> poter riposare e piangere ancora. Il racconto<br />

del<strong>la</strong> nonna non aveva risposto a tutte le sue domande,<br />

c’era ancora tanto da scoprire <strong>–</strong> ma prima, doveva fare una<br />

cosa.<br />

C’erano <strong>delle</strong> auto parcheggiate in strada. La congrega<br />

era quasi al completo. Cassie vide Sean, Suzan, gli Henderson,<br />

Adam e Diana. Ma non <strong>la</strong> persona che stava cercando.<br />

«Me<strong>la</strong>nie e Nick hanno portato tua madre da Costance,<br />

<strong>la</strong> zia <strong>di</strong> Me<strong>la</strong>nie», <strong>di</strong>sse con esitazione Laurel. «Hanno<br />

pensato che per stanotte è il posto più sicuro dove stare.<br />

Era ancora un po’ <strong>di</strong>sorientata <strong>–</strong> ma sono certa che si riprenderà».<br />

Cassie deglutì e annuì. Lei non ne era così certa, non<br />

era più certa <strong>di</strong> nul<strong>la</strong>. Sapeva solo quello che doveva fare<br />

adesso.<br />

Non aver paura, Cassie. Non c’è nul<strong>la</strong> <strong>di</strong> spaventoso<br />

nel buio se hai il coraggio <strong>di</strong> affrontarlo.<br />

103


Affrontalo. Affrontalo senza paura.<br />

Poi Cassie vide <strong>la</strong> persona che stava cercando.<br />

Faye era in ombra, <strong>di</strong>etro i fanali accesi <strong>delle</strong> auto. La<br />

tunica e i capelli neri erano tutt’uno con l’oscurità che <strong>la</strong><br />

circondava, ma il volto pallido e i monili d’argento che indossava<br />

risaltavano nel buio.<br />

Cassie le andò incontro senza esitare. Avrebbe potuto<br />

colpir<strong>la</strong>, strango<strong>la</strong>r<strong>la</strong>, uccider<strong>la</strong>. Ma le <strong>di</strong>sse solo: «È finita».<br />

«Cosa?». Gli occhi <strong>di</strong> Faye luccicarono per un istante,<br />

gialli come <strong>la</strong> luna. Sembravano stanchi, turbati <strong>–</strong> e pericolosi.<br />

Come candelotti <strong>di</strong> <strong>di</strong>namite sul punto <strong>di</strong> esplodere.<br />

«È finita, Faye», ripetè Cassie. «I ricatti, le minacce…<br />

è tutto finito. Non sono più tua prigioniera».<br />

Le narici <strong>di</strong> Faye si <strong>di</strong><strong>la</strong>tarono. «Ti avviso, Cassie, non<br />

è il momento <strong>di</strong> farmi innervosire. Sono sempre il leader<br />

del<strong>la</strong> congrega. Il voto è stato corretto. Non puoi cambiarlo…».<br />

«Non voglio cambiarlo… per ora. Ti sto solo <strong>di</strong>cendo<br />

che non hai più alcun potere su <strong>di</strong> me. È finita».<br />

«È finita quando lo decido io!», ruggì. Cassie si accorse<br />

che Faye era sul punto <strong>di</strong> scoppiare, che il suo umore era<br />

davvero pessimo. Ma non importava. Forse era anche meglio<br />

così, far<strong>la</strong> finita con tutto.<br />

«Non sto scherzando, Cassie», proseguì Faye infervorata.<br />

«Se ti metti contro <strong>di</strong> me, io farò altrettanto…».<br />

Cassie fece un respiro profondo e <strong>di</strong>sse: «Fa’ pure».<br />

Non c’è nul<strong>la</strong> <strong>di</strong> spaventoso nel buio se hai il coraggio<br />

<strong>di</strong> affrontarlo…<br />

«Ok», <strong>di</strong>sse Faye a denti stretti. «Lo farò».<br />

Si voltò e si <strong>di</strong>resse da Adam e Diana, stretti in un abbraccio.<br />

Cassie vide che Adam stava sorreggendo Diana, e<br />

per un attimo ebbe un sussulto al cuore. Ma doveva farlo.<br />

Nonostante il giuramento, nonostante il dolore che avrebbe<br />

provato Diana, doveva farlo.<br />

104


Faye si voltò un’ultima volta per guardare Cassie. Uno<br />

sguardo che <strong>di</strong>ceva senz’ombra <strong>di</strong> dubbio “te ne pentirai”.<br />

Cassie, improvvisamente in preda al panico, si chiese se<br />

avesse ragione. Se ne sarebbe pentita? Forse sfidare Faye<br />

proprio in quel momento non era stata <strong>la</strong> scelta più saggia.<br />

Forse sarebbe stato meglio aspettare, pensarci ancora…<br />

Ma Faye stava guardando Diana con un’espressione <strong>di</strong><br />

malizioso trionfo. La congrega non era felice <strong>delle</strong> decisioni<br />

che Faye aveva preso quel<strong>la</strong> notte, ma era pur sempre<br />

il leader e nessuno poteva cambiare <strong>la</strong> situazione. Faye<br />

avrebbe dato inizio al suo regno ven<strong>di</strong>candosi <strong>delle</strong> persone<br />

che o<strong>di</strong>ava <strong>di</strong> più.<br />

«Diana», <strong>di</strong>sse. «Ho una sorpresa per te».<br />

[Continua…]<br />

105


p. 3 Capitolo 1<br />

16 Capitolo 2<br />

29 Capitolo 3<br />

43 Capitolo 4<br />

57 Capitolo 5<br />

70 Capitolo 6<br />

84 Capitolo 7<br />

98 Capitolo 8<br />

INDICE<br />

106

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!