I diari delle streghe: L'iniziazione - Liberi di Leggere
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vassoio, si concentrò su un pezzo <strong>di</strong> salame piccante che le faceva<br />
l'occhiolino dal trancio <strong>di</strong> pizza. Non voleva dare l'impressione <strong>di</strong> chiedere<br />
il permesso a chiunque.<br />
La conversazione al tavolo morì. Poi Cassie sentì un rumore <strong>di</strong> se<strong>di</strong>e<br />
spostate.<br />
"Oh mio Dio, non ci credo non ci credo non sta succedendo non è<br />
vero...".<br />
Ma era così. Il suo incubo peggiore. Qualcosa <strong>di</strong> molto peggio <strong>di</strong> una<br />
bambola impiccata o <strong>di</strong> un serpente <strong>di</strong> gomma.<br />
In una nube <strong>di</strong> irrealtà, alzò la testa e vide che tutti stavano lasciando il<br />
proprio posto, portandosi <strong>di</strong>etro il pranzo. A <strong>di</strong>fferenza <strong>delle</strong> due ragazze<br />
del secondo anno, però, non stavano andando al bidone della spazzatura.<br />
Semplicemente, si sedevano ad altri tavoli, uno qui, uno là, ovunque ci<br />
fosse un posto libero.<br />
Lontano da lei. Ovunque, ma lontano da lei.<br />
«Mamma?», <strong>di</strong>sse Cassie fissando gli occhi chiusi sotto le folte ciglia<br />
nere che risaltavano sul volto pallido.<br />
Non capiva come avesse fatto a trascorrere il resto della giornata a<br />
scuola. Ma il peggio era che, tornata a casa, la nonna le aveva detto che le<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sua madre si erano aggravate. Non <strong>di</strong> molto, niente <strong>di</strong> cui<br />
preoccuparsi, ma erano peggiorate. Aveva bisogno <strong>di</strong> pace e tranquillità.<br />
Aveva preso un sonnifero.<br />
Cassie guardava le occhiaie scure <strong>di</strong> sua madre sotto gli occhi chiusi. La<br />
donna aveva una brutta cera. Sembrava fragile. Vulnerabile. E talmente<br />
giovane.<br />
«Mamma...», <strong>di</strong>sse con tono supplichevole ma vuoto. La madre si agitò,<br />
e una fitta <strong>di</strong> dolore le attraversò il volto. Poi s'immobilizzò <strong>di</strong> nuovo.<br />
Cassie notò che sua madre scivolava sempre più nel suo torpore. Non<br />
c'era nessuno che potesse aiutarla.<br />
Si girò e lasciò la stanza.<br />
Nella sua camera, mise il pezzo <strong>di</strong> calcedonio nel portagioie e non lo<br />
toccò più. E tanti saluti alla fortuna.<br />
Gli scricchiolii e i fruscii della casa la tennero sveglia anche quella notte.<br />
Giovedì mattina trovò un uccello nel suo arma<strong>di</strong>etto. Un gufo impagliato<br />
che la fissava con i suoi scintillanti occhi gialli e ton<strong>di</strong>. Cassie richiamò<br />
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