I diari delle streghe: L'iniziazione - Liberi di Leggere
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pavimento, sulle braccia <strong>di</strong> Diana, sulla se<strong>di</strong>a. Era come se Diana fosse nel<br />
mezzo <strong>di</strong> un caleidoscopio. "Ecco perché la finestra risplendeva a quel<br />
modo", pensò Cassie.<br />
Diana alzò la testa e sorrise.<br />
«Entra pure. Stavo togliendo la fuliggine dal car<strong>di</strong>gan».<br />
«Oh, è <strong>di</strong> cachemire...».<br />
«Lo so. Non preoccuparti». Diana prese il libro aperto sul davanzale<br />
della finestra e lo mise dentro un grosso arma<strong>di</strong>o a muro. "Lo sta<br />
chiudendo a chiave", notò Cassie. Poi la ragazza uscì dalla stanza con il<br />
car<strong>di</strong>gan in mano.<br />
Cassie guardava incuriosita la se<strong>di</strong>a sotto la finestra. Non c'era nessuno<br />
smacchiatore. Solo un sacchetto <strong>di</strong> potpourri e quella che sembrava una<br />
parte <strong>di</strong> una collezione <strong>di</strong> pietre.<br />
La stanza era magnifica. Riusciva ad abbinare bei mobili dall'aria antica<br />
con oggetti moderni, come se in quello spazio il passato e il presente<br />
coesistessero in armonia.<br />
Le tende del letto erano azzurro pallido, leggere e ariose, con un delicato<br />
motivo <strong>di</strong> piante rampicanti. Sulle pareti, invece dei poster cinematografici<br />
o <strong>delle</strong> foto dei modelli, c'erano stampe artistiche. Quel posto sembrava<br />
avere... classe. Era elegante e raffinato, ma anche accogliente.<br />
«Ti piacciono le stampe?».<br />
Cassie si girò e vide che Diana era rientrata nella stanza senza far<br />
rumore. Annuì, desiderando <strong>di</strong> poter pensare a qualcosa d'intelligente da<br />
<strong>di</strong>re a quella ragazza che sembrava esserle così superiore. «Chi sono?»,<br />
chiese, sperando che non fosse qualcosa che avrebbe dovuto già sapere.<br />
«Sono dèi greci. O meglio, dee. Questa è Afro<strong>di</strong>te, la dea dell'amore.<br />
Ve<strong>di</strong> i cherubini e le colombe che le svolazzano intorno?».<br />
Cassie osservò la donna adagiata su una specie <strong>di</strong> <strong>di</strong>vano, bellissima e<br />
indolente. Quella posa – o forse il seno scoperto – le ricordò Suzan.<br />
«E questa è Artemide», <strong>di</strong>sse Diana in<strong>di</strong>cando un'altra stampa. «Era la<br />
dea della caccia. Non si sposò mai e mandava i suoi cani a sbranare tutti<br />
gli uomini che la spiavano mentre faceva il bagno».<br />
La donna nella seconda stampa era magra e agile, con braccia e gambe<br />
toniche. Era inginocchiata e imbracciava un arco. I capelli neri le<br />
scendevano come onde sulla schiena; sul volto aveva un'espressione<br />
intensa e piena <strong>di</strong> sfida. "Come Deborah, a volte", pensò Cassie. Poi<br />
guardò la stampa successiva e <strong>di</strong>sse: «E questa?»<br />
«Lei è Era, la regina degli dèi. Una donna molto... gelosa».<br />
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