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I diari delle streghe: L'iniziazione - Liberi di Leggere

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sa cosa potrebbe accadere». "E soprattutto", le suggerì all'improvviso la<br />

sua mente intorpi<strong>di</strong>ta, "chissà Faye per quale scopo ha intenzione <strong>di</strong><br />

usarlo". «Perché lo vuoi?», le chiese.<br />

Faye scosse la testa tollerante. «Questo è il mio piccolo segreto. Forse,<br />

se <strong>di</strong>ventiamo amiche abbastanza strette, te lo rivelerò».<br />

«Non lo farò. Non posso. Non posso, Faye».<br />

«Be', questo è male». Faye sollevò le sopracciglia e contrasse le labbra<br />

carnose. «Perché vuol <strong>di</strong>re che dovrò chiamare Diana. Credo che mia<br />

cugina abbia il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> sapere cosa fa il suo fidanzato».<br />

Raggiunse il telefono e cominciò a premere i pulsanti con le eleganti <strong>di</strong>ta<br />

con le unghie laccate <strong>di</strong> rosso.<br />

«Diana? Sei tu?»,<br />

«No!», urlò Cassie afferrandole il braccio. Faye mise la telefonata in<br />

attesa.<br />

«Questo significa che abbiamo un accordo?», le chiese.<br />

Cassie non riusciva a formulare né un no né un sì.<br />

Faye tese un braccio e prese il mento <strong>di</strong> Cassie tra le <strong>di</strong>ta, come aveva<br />

fatto il primo giorno <strong>di</strong> scuola sui gra<strong>di</strong>ni della collina. Cassie riusciva ad<br />

avvertire la durezza <strong>delle</strong> sue lunghe unghie, la freddezza e la forza <strong>delle</strong><br />

sue <strong>di</strong>ta. Faye la stava fissando con quegli strani occhi color miele. "I<br />

falchi hanno occhi gialli", pensò Cassie all'improvviso. E le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Faye<br />

sembravano artigli. Non aveva scampo. Era in trappola... presa... come un<br />

topolino bianco ghermito da un uccello rapace.<br />

Quegli occhi la stavano ancora guardando... la guardavano dentro.<br />

Cassie era stor<strong>di</strong>ta, tormentata. E questa volta sotto i pie<strong>di</strong> non aveva<br />

nessuna roccia a darle forza. Era nella camera al secondo piano della casa<br />

<strong>di</strong> Faye, lontana da qualsiasi forma <strong>di</strong> aiuto.<br />

«Abbiamo un accordo?», ripeté Faye.<br />

Nessuna via <strong>di</strong> fuga. Nessuna speranza. La vista <strong>di</strong> Cassie si stava<br />

annebbiando, indebolendo.<br />

Sentì gli ultimi residui <strong>di</strong> resistenza, <strong>di</strong> volontà, che si <strong>di</strong>ssolvevano.<br />

«Allora?», chiese Faye con il suo tono canzonatorio e roco.<br />

Ciecamente, quasi inconsapevolmente, Cassie annuì.<br />

Faye la lasciò andare.<br />

Poi riprese la telefonata: «Scusami, Diana. Ho sbagliato numero. Volevo<br />

chiamare l'idraulico. Ciao, ciao!». Detto questo, riattaccò.<br />

Si stiracchiò come un gatto gigante, riponendo il telefono sul como<strong>di</strong>no<br />

mentre si stendeva sul letto. Poi si sistemò le braccia <strong>di</strong>etro la testa e<br />

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