I diari delle streghe: L'iniziazione - Liberi di Leggere
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lentamente, «so che il vostro non è il club <strong>di</strong> Topolino».<br />
Risate strozzate. «Puoi <strong>di</strong>rlo forte», brontolò Deborah. «E non siamo<br />
neppure boy scout».<br />
«Lo so...». Cassie fece una pausa. «So che siete in grado <strong>di</strong> accendere un<br />
fuoco senza fiammiferi. E che non usate l'amarella solo per l'insalata».<br />
Faye si esaminò le unghie con aria innocente, e Laurel sorrise<br />
mestamente.<br />
«So che siete in grado <strong>di</strong> far muovere oggetti inanimati».<br />
Questa volta fu Faye a sorridere. Deborah e Suzan si scambiarono<br />
un'occhiata compiaciuta. Suzan mormorò: «Sshh...».<br />
«So che a scuola vi temono tutti, persino gli adulti. Hanno paura <strong>di</strong><br />
chiunque viva in Crowhaven Road».<br />
«E non hanno visto ancora niente», <strong>di</strong>sse Doug Henderson.<br />
«So che tu, Diana, usi <strong>delle</strong> pietre per smacchiare gli abiti...».<br />
«Cristalli», la corresse Diana.<br />
«...e che nel tuo tè non ci sono solo foglie <strong>di</strong> tè. E so», Cassie deglutì,<br />
«che siete in grado <strong>di</strong> spingere e far cadere qualcuno senza toccarlo».<br />
Scese il silenzio. Qualcuno guardò Faye. Faye alzò la testa e contemplò<br />
l'oceano con gli occhi socchiusi.<br />
«Hai ragione», <strong>di</strong>sse Diana. «Hai scoperto molte cose... E noi non siamo<br />
stati molto attenti in tema <strong>di</strong> sicurezza. Ma credo che dovresti sentire la<br />
storia dall'inizio».<br />
«Gliela racconto io», <strong>di</strong>sse Faye. Quando Diana la guardò con aria<br />
dubbiosa, aggiunse: «Perché no? Mi piace raccontare una bella storia. E<br />
questa la conosco benissimo».<br />
«Va bene», <strong>di</strong>sse Diana. «Ma mi faresti il piacere <strong>di</strong> attenerti ai fatti puri<br />
e semplici? Conosco il tuo modo <strong>di</strong> raccontare».<br />
«Certo», <strong>di</strong>sse Faye con gentilezza. «Adesso, ve<strong>di</strong>amo, da dove<br />
comincio?». Rifletté per un momento con la testa inclinata e poi sorrise.<br />
«C'era una volta», <strong>di</strong>sse, «un piccolo e bizzarro villaggio <strong>di</strong> nome Salem,<br />
abitato da piccoli e bizzarri puritani – americani tutti d'un pezzo, lavoratori<br />
onesti, coraggiosi e sinceri».<br />
«Faye...».<br />
«Proprio come certi soggetti del posto che ben conosciamo», <strong>di</strong>sse Faye<br />
senza curarsi dell'interruzione. Si alzò in pie<strong>di</strong>, gettandosi la magnifica<br />
chioma nera alle spalle. Era palesemente felice <strong>di</strong> essere al centro<br />
dell'attenzione. L'oceano, con le sue infinite onde che s'infrangevano a<br />
riva, faceva da perfetto sfondo a Faye che camminava avanti e in<strong>di</strong>etro, la<br />
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