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1 Alle origini dell'arte La Preistoria - Didatticarte

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Analisi<br />

e confronti<br />

12<br />

Le Veneri<br />

In alto: Fig. 1.6<br />

Venere di Lespugue, dalle Grottes des<br />

Rideaux (Francia), 25000-23000 a.C.<br />

Avorio, alt. 14,7 cm. Parigi, Musée de<br />

l’homme.<br />

Sopra: Fig. 1.7<br />

Venere di Willendorf, 23000-19000 a.C.<br />

Roccia calcarea, alt. 11 cm.<br />

Vienna, Museo di Storia Naturale.<br />

Nelle raffigurazioni dell’Età paleolitica la figura umana è poco frequente e comunque è resa in forme<br />

approssimative. Costituiscono un’eccezione le cosiddette Veneri, statuette a tuttotondo scolpite<br />

in pietra, in osso o in avorio e rappresentanti figure femminili.<br />

Sono state tutte rinvenute in Europa (sono circa 140), dalle coste dell’Atlantico alla Siberia, ed hanno<br />

in comune la piccola dimensione: sono alte dai due-tre centimetri ai 14,7 della Venere di Lespugue,<br />

ritrovata sul versante francese dei Pirenei.<br />

Spicca l’accentuazione dei caratteri femminili, come il seno, il ventre o i glutei; generalmente<br />

le mani e i piedi sono appena suggeriti o mancano del tutto, forse perché le statuette venivano<br />

conficcate tra le rocce della caverna o nei campi, secondo usanze rituali.<br />

Si pensi, peraltro, che già nel periodo aurignaciano, tra il 30 000 e il 25 000 a.C., erano state riprodotte<br />

figure di animali gravidi per esaltare la funzione riproduttiva, garanzia di continuità della specie.<br />

Forse, in qualche caso, le Veneri venivano poste all’interno di templi o di santuari, in relazione<br />

al culto della Dea-madre. Ciò sarebbe suggerito dal ritrovamento, in Dordogna (Francia), di più<br />

statuette femminili in un’unica stazione archeologica, al centro dell’abitato paleolitico. Celebre è, tra<br />

queste, il bassorilievo della Venere di <strong>La</strong>ussel, risalente al 23 000 a.C. circa.<br />

Non è da escludere, poi, che questi manufatti fossero collegati al culto degli antenati: la fecondità<br />

rappresenta la continuità della vita e rafforza la concezione sacrale della famiglia o della tribù.<br />

Questa relazione può essere confermata dal rinvenimento di alcune Veneri presso focolari o all’interno<br />

di capanne, come idoli posti a protezione dei luoghi domestici.<br />

L’evidenza degli attributi femminili porta, in qualche caso, a lasciare indeterminate le altre parti del<br />

corpo, come nella Venere Impudica, rinvenuta a <strong>La</strong>ugerie Basse in Dordogna, priva della testa e<br />

delle braccia.<br />

Esemplare è anche la Venere di Lespugue, in cui l’esecutore ha raggiunto una sintesi così elevata<br />

da inscrivere la forma umana in un volume romboidale.<br />

<strong>La</strong> Venere di Willendorf<br />

Le Veneri hanno volume nitido e marcata simmetria. Cogliamo questi aspetti nella Venere<br />

di Willendorf, risalente al Paleolitico superiore e considerata uno dei primi esempi di rappresentazione<br />

della figura femminile. Nonostante le piccole dimensioni (11 centimetri di<br />

altezza), i glutei, i seni, il ventre sono accentuati mediante interessanti accorgimenti: le<br />

braccia, ad esempio, soltanto accennate, sono poste sul seno, mentre la dettagliata acconciatura<br />

(o forse si tratta di un copricapo) annulla la presenza del viso. <strong>La</strong> statuetta è stata<br />

scolpita con rudimentali strumenti di pietra su roccia calcarea, successivamente colorata<br />

con ocra rossa. Il colore poteva rappresentare fertilità o avere un valore propiziatorio.<br />

Una figura dormiente da Malta<br />

Espressione della cultura preistorica maltese è la piccola figura dormiente ritrovata<br />

nell’ipogeo di Hal Saflieni a Malta. Il contesto funebre in cui era collocata fa pensare<br />

ad una rappresentazione del passaggio tra la veglia (la vita) ed il sonno (la<br />

morte), prefigurando un’esistenza ultraterrena e la dimensione profetica del sogno.<br />

Ma è comunque una figura di dea, il cui culto ha originato una vasta produzione<br />

di statuine dall’iconografia simile: coricata o accovacciata, con forme tondeggianti<br />

e attributi femminili accentuati.<br />

Fig. 1.8<br />

Figura dormiente,<br />

3300-3000 a.C.<br />

Pietra, alt. 12 cm.<br />

<strong>La</strong> Valletta (Malta),<br />

Museo Nazionale.<br />

PARTE 1 CAP. 1 - L’arte della <strong>Preistoria</strong> © Istituto Italiano Edizione Atlas

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