Vespa Club d'Italia 2008 n.6.pdf

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V.C. Erice Anche per il Vespa Club Erice iniziativa benefica natalizia con la consegna di pacchi regalo per gli anziani più bisognosi della cittadina direttamente consegnati dai soci del Club e messi a disposiione dai commercianti della zona. Altri regali sono stati consegnati ai bambini del quartiere di San Giuliano. V.C. Civitavecchia Domenica 07 dicembre 2008 presso il ristorante “la Loggetta Più” a Tolfa si è svolta la cerimonia di chiusura dell’anno 2008, l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo e del Presidentedell’Associazione Motociclistica Civitavecchiese – Vespa Club Civitavecchia (sez. Moto Guzzi e Sez. moto d’epoca) per il quadriennio 2009- 2012. V.C. Sant’Elpidio a Mare Come di consueto, anche quest’anno il vespa club S.Elpidio a Mare ha organizzato una fantastica cena di fine anno. I preparativi sono stati impegnativi, vista la mole di invitati, gli oltre duecentoventi soci, le loro famiglie e le numerose autorità. V.C. Mugello Vespa Club d’Italia n.6/2008 pag. 24 E’ nato nel Mugello il nuovo club Vespa! Sabato 25 Ottobre si è tenuta l’inaugurazione a Scarperia nel Palazzo dei Vicari del nuovoVespa club. All’evento veniva offerto uno spuntino con taglio torta finale e spumante. Si ringrazia le autorità e i partecipanti. Sul sito www.vespaclubmugello.it si potranno trovare varie notizie su questo mondo. Il calendario raduni dove spicca il raduno regionale del 26 Luglio 2009 a Barberino di Mugello informazioni utili-mostre scambio. Facilmente accessibile e diretto a tutti è un’occasione per confrontarsi con gli amanti della vespa per saperne o semplicemente per conoscere qualcosa della passione che contagia grandi e piccoli. Per informazioni Andrea 3473327669
Questione di chilometri Di solito per poter raccontare questa storia è sempre necessaria una lunga introduzione per cercare di spiegare cosa significhi viaggiare a bordo di una Vespa, quale punto di vista comporti un simile mezzo messo al servizio della scoperta, della cartina stradale, della chioma di strade con cui si pettina il mondo. Non oggi. Voi, tutti voi, sapete già, perché siete vespisti, siete gente che va a miscela, a marce, che non usa la trasmissione e che di fronte alla strada ha un atteggiamento particolare, potenzialmente poetico, se mi posso permettere. E in qualche modo è addirittura “facile”, quindi, raccontare questa vicenda a voi; anzi, più che facile, direi che è quasi “necessario” o addirittura “ovvio”, “scontato”. Nell’estate del 2006 avevo ventidue anni. Ero un vespista dai tempi del liceo ma qualche mese prima avevo fatto un passo di quelli importanti: mi ero aggiudicato il rudere di una vecchia 150 Sprint Veloce, una prima serie del 1973. Il motore andava, la targa e il libretto erano originali. Lavorai 6 mesi per rimettere la vespa in condizione di camminare. Inizialmente ero convinto che avrei raggiunto Istanbul partendo da Roma. La Vespa l’avevo comprata per quel motivo: fare un viaggio gigantesco, importante, quasi a imitare le gesta di Giorgio Bettinelli. Andò diversamente: tutt’oggi non ho mai visto Istanbul. Accadde infatti, poche settimane prima della partenza, uno di quegli eventi personali tanto tragici quanto banali, comuni. La vita è fatta di impalcature. Ogni tanto qualcuna, purtroppo, se ne viene giù e allora tutto inizia a muoversi. Mi ritrovai così in pieno luglio senza più un progetto concreto, con un mese libero davanti, i soldi risparmiati durante la primavera, la vespa pronta sotto casa e un vero terremoto nel cervello e nel cuore. Roma, d’estate, è spietata. Chi non ci vive non può capire fino in fondo, forse, cosa intendo. Restare quaggiù a morire di caldo e di cuore era categoricamente escluso. Rialzai la testa e decisi di fare l’unica cosa possibile: caricare la sprint con tutto il possibile e scappare via, di corsa, senza sapere bene dove andare, purché fosse “andare”, appunto. Partii. E tornai diverso. Tre settimane che segnarono un punto di non ritorno, una sorta di rito di iniziazione, uno di quei passaggi a cui è davvero lecito associare il termine “crescita”. Il viaggio, anzi IL Viaggio, mi aveva portato a scoprire l’Italia, l’Italia vera, quella che non sta in televisione. Percorsi quasi cinquemila chilometri passando sulle statali di tutto il Sud Italia, incontrando centinaia di persone diverse, entrando in migliaia tra città, paesi e gruppi di case. Da Santa Maria di Leuca a Marsala, dai valichi abruzzesi all’interminabile statale 106 ionica, da Napoli a Stilo, da Alfedena a Mesagne. Dalle case delle famiglie “per bene” alle baracche dei contadini. Da una miseria bandita dal racconto ufficiale dell’Italia a una bellezza nascosta, altrimenti introvabile, preziosa, tutta da scoprire, da capire. Soprattutto da capire. Dalla tentazione a giudicare, a sentenziare con la solita frase del “qui non funziona niente”, alla resa del cadere perdutamente innamorato di tutta quella meravigliosa incoerenza, di quella gente straordinaria, Vespa Club d’Italia n.6/2008 pag. 25 tenace, misera ma decorosa, aspra ma ancora umana, ancora frutto della terra e non soltanto della società televisva. L’urgenza di quello che avevo nel cuore si fuse con l’urgenza che quei luoghi avevano di raccontare. Anche i sassi mi parlavano, anche le onde del mare, anche i binari scintillanti. Ho studiato storia, ma sono anche un musicista e un autore. Scrissi tantissimo in quei giorni, spesso appoggiato al manubrio della vespa, estraendo nervosamente il taccuino dal vano del cofano sinistro. Ne sono nate diverse canzoni che raccontano questa vicenda. Sono state quasi tutte registrate e pubblicate con il gruppo in cui suono, i Rein. Il disco “Occidente” non sarebbe nato senza quel viaggio. Se vi interessa sapere di più su questa vicenda, tutto il cd può essere scaricato liberamente, legalmente e gratuitamente da internet a questo indirizzo: http://www.jamendo.com/it/album/26737. Le canzoni possono essere scambiate e riprodotte senza problemi, perché sono pubblicate con una licenza diversa dal copyright, che si chiama CREATIVE COMMONS e rende legale la duplicazione delle opere. Al sito del gruppo, www.rein99.it si possono trovare anche altre informazioni, oltre alle foto del viaggio. Ho scritto tutto questo perché ho pensato che avrei avuto piacere a scoprire una storia simile, se non ne fossi stato il protagonista diretto. Ve ne faccio dono, anche se non vi conosco, con la stessa semplicità con cui i vespisti si salutano quando si incontrano per strada. Gianluca
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