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MAT RAB INAF ERIA FER ILE - Zizioli+Lorenzini

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Resi Girardello / Il piccolo principe<br />

La precarietà sembra essere diventata il carattere peculiare di ogni forma artistica<br />

che si ritiene contemporanea. Il pensiero estetico, infatti, insiste sulla precarietà di<br />

ogni tipo di verità, ordine e costruzione, ma, mentre le arti visive possono articolarsi<br />

oggi nei vari linguaggi dell’evento performativo, l’architettura appare come l’arte<br />

che più deve fare i conti con il tempo e la persistenza che la limita. L’architettura<br />

contemporanea, quella che ci fornisce i musei più belli del mondo o i grattacieli<br />

svettanti sempre più in alto nel cielo, sottolinea questa continua battaglia alla quale<br />

l’architetto è sottoposto fino a rappresentare ogni costruzione costantemente in bilico<br />

tra precarietà e durata, tra durevolezza e mutabilità, tra materiale e immateriale. Le<br />

caratteristiche peculiari di questa architettura decostruttivista, quali il superamento<br />

dei rapporti di staticità tradizionale, la mancanza di ortogonalità e la disarmonia<br />

cromatica e dei materiali, sembrano sfidare persino la condizione di gravità, per<br />

confluire in un disegno architettonico illusorio e fantastico, destinato a consumarsi<br />

nella storia, nella cultura e nella geografia spaziale del momento.<br />

Nell’attualità della ricerca di nuove forme, l’architettura si misura con il tempo<br />

presente, ma nello stesso istante si slega da esso per promuovere la persistenza<br />

e la speranza di consegnare il nuovo al futuro. L’architettura contemporanea si<br />

rivela, così, indecisa se promuovere la precarietà o la persistenza, dimenticandosi<br />

che i centri storici e i piccoli paesi sono gli spazi più ambiti dal vivere e del nuovo<br />

benessere, i luoghi del passato in cui percepiamo di vivere meglio. Paradossalmente,<br />

come scrive l’architetto Mario Botta, negli spazi del passato che sono stati realizzati<br />

da popoli estinti per rispondere alle esigenze diverse dalle nostre, noi riconosciamo<br />

una qualità di vita superiore a quella presente nelle nuove costruzioni. Nel confronto<br />

tra locale e globale, tra passato e presente, tra tradizione e innovazione, l’uomo, da<br />

sempre, ritrova le radici della propria storia, il senso del proprio presente che deve<br />

vivere, la necessità di traghettare l’antico nel presente per renderlo attuale.<br />

In questa dialettica nuovo/antico, l’architettura, intesa come stratificazione di storia,<br />

sapienza artigianale ed espressione tecnologica dei materiali e creazione di forme<br />

simboliche della tensione umana, si riqualifica come arte maggiore sempre più<br />

interessata ad una ridefinizione di arte totale. Essa entra, così, in dialogo sempre<br />

più serrato con la scultura e le altri arti visive, nel tentativo di ridisegnare uno spazio<br />

estetico sempre più vicino al bisogno di bellezza generatrice di senso.<br />

In questo sconfinamento dei linguaggi artistici nel quale sembra inutile distinguere le<br />

varie arti, s’inserisce il lavoro “Castello in aria” di Resi Girardello, costruito interamente<br />

da fili di ferro e rame e da lamine metalliche.<br />

La solidità della struttura architettonica, tradotta in pareti perforate dal disegno a<br />

maglia metallica, allude ad un piccolo castello fiabesco tridimensionale parzialmente<br />

coperto da smalti metallizzati e argentati, che ripercorrono con il loro cromatismo<br />

sintetico l’intelaiatura dell’installazione. Nella rivisitazione fantastica dell’architettura<br />

classica, l’artista riperimetra con fili metallici i contorni di porte, finestre, guglie, torri<br />

e rosoni, per poi unificarli e trasformarli in forme del vuoto e in profili architettonici,<br />

e dunque del pensiero libero, semplice, infantile e poetico, che mette in ridicolo<br />

la funzionalità e la monumentalità di tutte le architetture della storia. L’arte di Resi<br />

Girardello, vicina a quella del ricamo o del ferro battuto, diventa elegante e colta,<br />

attenta e precisa, semplice e naturale in quanto legata alla manualità artigianale<br />

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