MAT RAB INAF ERIA FER ILE - Zizioli+Lorenzini

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Valcamonica, in quattro diverse località, sono già state arse
64 persone, maschi e femmine, e altrettanti e (anzi) di più
si trovano in prigione”, quantifica il numero dei detenuti per
stregoneria a circa 5000, una cifra che ha dell’incredibile.
E’ una detenzione di massa, giustificabile solo se si pensa
ad una vera e propria rivolta contadina contro l’inquisizione,
qui strettamente connessa al potere politico. E’ questa
detenzione di massa che costringerà Venezia ad assumere
un punto di vista più flessibile attorno alla stregheria, in
un’opera di sopimento delle esasperazione inquisitoriali, fino
al punto di incorrere nell’ammonizione della bolla papale di
Leone X, la “Honestis potentium votis” del 1521. (…)
Le vicende camune della stregheria evidenziano come fosse
soprattutto la donna ad esserne coinvolta. Essa rappresenta,
a livello generale, uno dei tre poli della diversità, come
si è storicamente data, accanto all’ebreo e, dall’età di
Costantino, all’omosessuale. Passa, in questi avvenimenti,
la misoginia tipica del clero riformato dall’azione degli ordini
mendicanti e, ancora, la tradizione sessuofobica cristiana
che voleva la donna corruttrice per natura. (…) Ma vi è qui
anche la testimonianza di un radicale attaccamento alla
realtà materiale e sociale, di una capacità ad esprimere
la nascente angoscia del gruppo familiare in una società
protocapitalistica e contraddittoria, che evidentemente la
donna sapeva rappresentare in modo potenziato. In questa
società culturalmente antropomorfica nella lettura e nella
spiegazione dei fenomeni naturali e sociali, in cui non v’è
scienza se non come rappresentazione, in cui la durezza
della vita quotidiana e i toni crudi del vivere sono assunti
come caratteri strutturali ineliminabili, in cui maggiormente
valeva scongiurare i mali che abbatterli, la visione
antropomorfica ed animistica essenziale alla spiegazione
di ciò che quotidianamente accade si struttura in ideologia.
(…).
Roberto Andrea Lorenzi, Medioevo camuno. Proprietà,
classi, società (1979), 2° ed., 1991
“A man who makes ointments and medicines is called an
apothecary, but a woman who does the same runs the risk of
being called a witch. […]
Men like to kill a woman, every now and again. […] That’s
why I always tell people that only God works miracles. I
don’t conjure spirits. I just use the herbs of the forest and my
powers of observation.”
“But he cannot go unobserved, as the horse presses his
hoofprints into the mud, as the kitchen mouse makes dainty
tracks across the butter, as the lecher deposits his vile seed
to grow in the womb of the deceived maid, so the devil must
leave – his mark! […]
The servants of the evil one may be known by the mark he
leaves upon them.”
“This mark is dark in colour, ridged like a nipple, and rises
from the clear skin around it. It may be on any part of the
body. Sometimes it lies in the soft valley between a woman’s
breasts, the unnatural manifestation cruelly mimicking the
natural. But the devil best likes it to be in the secret places of
the body: in the groin, on the private parts, especially—” […]
“You are demanding that the woman’s body be examined for
the Devil’s Mark.”
Ken Follett, World without end, 2007, Macmillan editore