MAT RAB INAF ERIA FER ILE - Zizioli+Lorenzini
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anche del più prossimo. E l’eterno presente non rimane affidato che alla parola, anzi<br />
al Logos, che inscrive la storia, cattura l’arte nel suo aspetto emozionale e ce la<br />
conserva perennemente.<br />
Conservare il corpo e, conseguentemente, il mondo diventa svelamento del simbolo<br />
che racchiude in sé “un’immagine concentrata nello specchio dello spirito, ma per altro<br />
identica all’oggetto”(Goethe). Per molti secoli l’apparire del mondo segnò la sconfitta<br />
del corpo, che si tradusse in soma, pronto a divenire cadavere e, se vivo, servo<br />
dell’anima. Laura Agnello Modica, invece, in quest’opera-installazione che occupa<br />
la superficie del Lago e il vuoto dello spazio della torre pisognese, detta a corpo e a<br />
mondo la loro essenza, il loro nome: il corpo appare nel mondo e si manifesta come l’<br />
“altro”, l’irriducibile, il tutto che pensa, mentre il restante è mondo. Come per la pittura,<br />
anch’esso non appartiene alle apparenze, non è la pelle delle cose. Saggiamente,<br />
come sosteneva Maurice Merleau–Ponty , “l’arte ferma un istante gli uomini intenti al<br />
lavoro della loro vita, e in questo istante tutta la verità della vita si trova: “un attimo di<br />
visione, un sospiro, un sorriso – e il ritorno a un eterno riposo””.