Un nuovo mobile riscoperto del faber lignaminis ... - Copetti Antiquari

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La committenza di mobilio civile La produzione chiesastica del Deganutti ha svelato gran parte delle sue caratteristiche grazie alla vastità di pezzi presenti in edifi ci sacri. Più ermetico si è rivelato il settore del mobilio civile, per una assai meno estesa serie di ritrovamenti, anche per oggettive diffi coltà di ricerca. È quindi con particolare piacere che si saluta ogni suo pezzo inedito, foriero di nuove informazioni e di ulteriori stimoli ad approfondire lo studio di questo artista, per troppo tempo noto al mondo dell’arte solo attraverso una manciata di esili dati biografi ci e rarefatte cognizioni. Verso la metà del Settecento, con l’affermarsi del Rococò si assiste ad una diversa concezione della casa. Dalla sequenza di immensi saloni passanti, diffi cili da arredare appropriatamente e quindi apparentemente spogli, dalle grandiose sale che devono far emergere il prestigio del proprietario proporzionalmente alla loro cubatura, di forte impatto ma in realtà inibenti una effettiva comodità - basti pensare all’impossibilità di riscaldarle a una temperatura confortevole - si passa ad ambienti raccolti, di dimensioni ridotte ma molto più agevoli e comodi. Questi si possono dotare di mobilio appropriato alle diverse funzioni loro attribuite, come salotti privati, stanze da conversazione, salottini da gioco… Entrano allora in azione le prestazioni degli artigiani/artisti che, con le loro abilità specifi che di decoratori, stuccatori, quadraturisti, arredatori ecc., li trasformano in siti non solo accoglienti, ma che pure palesano rango e lignaggio dell’abitatore. Anche i mobilieri, ovviamente, detengono il loro ruolo in questo particolare processo creativo. In Friuli le dimore patrizie non si rivestono del magniloquente sfarzo che si può osservare in altre regioni, in quanto gli esiti sono rapportati alle disponibilità fi nanziarie della committenza ma anche al loro interesse ad investire, sostanzialmente, in immagine, aderendo a uno dei cardini del Rococò. Il nuovo stile, infatti, esalta grandemente il superfl uo, attribuendo accentuato valore agli elementi puramente decorativi. Dettami che qui non fanno facile breccia, contrastando con l’indole della nobiltà e borghesia locale, generalmente più avvezza alla concretezza e avvedutezza che alla futilità. 9
La produzione di arredamenti civili di Mattia Deganutti annovera sale da pranzo, caminiere, appliques, tavolini, librerie e credenze. Tra queste ultime, gli esemplari sinora noti consistono in quella collocata nella sala da pranzo della villa de Claricini-Dornpacher a Bottenicco, nell’elegante coppia di credenze nel palazzo cividalese Pontotti-Brosadola - superstiti di un arredo ben più ampio, asportato durante le reiterate, caotiche occupazioni militari della prima guerra mondiale e salvate solo in quanto profondamente incassate a muro - e nel pezzo commissionato dai nobili cividalesi de Portis, venduto alla fi ne dell’Ottocento e salpato per sconosciuti lidi. Questa ristretta rassegna trova motivo di ampliamento con il superbo pezzo descritto in queste pagine. Credenza Deganutti nel palazzo Pontotti - Brosadola (Cividale). Credenza Deganutti già a palazzo de Portis (Cividale). 10
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