Un nuovo mobile riscoperto del faber lignaminis ... - Copetti Antiquari
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Considerazioni fi nali<br />
Basandosi su raffronti stilistici e sul ricco, esuberante partito decorativo, sull’applicazione <strong>del</strong>la radica<br />
in ampie superfi ci, constatando l’assenza sia <strong>del</strong> motivo a ‘C’ intrecciate diffuso nei primi mobili e sia di<br />
ovoli e intagli ‘a palmetta’ caratterizzanti l’ultimo suo operato, si può riportare il <strong>mobile</strong> alla fase centrale<br />
<strong>del</strong>la produzione deganuttiana, da collocare intorno il decennio 1770 -1780.<br />
L’ esemplare si dimostra un funzionale e capace contenitore, dalla massiccia monumentalità frazionata<br />
in una calibrata sequenza di ammirevoli porzioni, che accolgono la pregiata radica e sono dissodate da<br />
fantasiosi intagli. Questi, tracciati amalgamando sapientemente i migliori ingredienti suggeriti dal sapido<br />
ricettario rococò, si rifrangono sulle sue ampie superfi ci, raccordandone e amplifi candone il godimento<br />
estetico.<br />
Nell’insieme, questo <strong>mobile</strong> a due corpi si può indicare come il più suntuoso e superbo esempio <strong>del</strong>la capacità<br />
compositiva, abilità costruttiva e inesausto estro decorativo <strong>del</strong> <strong>faber</strong> <strong>lignaminis</strong> Mattia Deganutti.<br />
46<br />
Il capace <strong>mobile</strong> <strong>del</strong> Deganutti offre tredici vani, sette dei quali sono dotati<br />
di ingegnosi sistemi di chiusura, azionabili solo con particolari manovre.