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MI TOCCO IN SORTE IL NUMERO 15 - Pontelandolfo news

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Sarò vivo, sarò morto in questa Ancona?<br />

Lunedì giorno 24, circa le ore 9 del mattino, siamo partiti<br />

diretti al forte di Ancona, ci siamo accampati in piano e si udiva il<br />

rumore del cannone.<br />

Martedì giorno 25, abbiamo montato le sentinelle al Piccolo<br />

Porto, guardando il stradone postale che conduceva in Ancona.<br />

Mercoledì giorno 26, dopo mezzogiorno, il cielo si oscurava a<br />

poco a poco e poi ha cominciato la pioggia, continuando sino alla<br />

sera circa le ore 6; quindi il 6° Battaglione ed altri ha dovuto<br />

partire in mezzo a quel fango, marciando diretto al Borgo di<br />

Ancona. In quella sera ci siamo nascosti sotto i portici, e tutta la<br />

notte i cannoni a mitraglia minacciavano sempre i nostri cari petti.<br />

Eravamo lungi dal forte circa <strong>15</strong>0 metri.<br />

Giovedì giorno 27, ci siamo avanzati di più e ci siamo<br />

coricati a terra sino alle 2 dopo mezzogiorno, quando il nemico<br />

fece una discarica di fucile, che noi del 6° Battaglione non si<br />

sapeva cosa fare per metterci in salvo in mezzo a questo fitto<br />

piombo.<br />

Finalmente circa le ore 7 di sera discendiamo al Piccolo Porto.<br />

Un ordine viene dal maggiore, di togliere le fodere dal cappello<br />

per nascondere al nemico la luce viva che tramanda la copertina<br />

al chiaro di luna e per [che] fare? Abbiamo dovuto fare un<br />

salto di circa 3 metri ad uno ad uno per saltare dalla riva alla<br />

barca coperta, un plotone per volta, e fare il piccolo tragitto dal<br />

Piccolo Porto ad un palazzo denominato il Lazzaretto.<br />

Arrivati che fummo tutti in questo palazzo, quanti pensieri<br />

che feci: Cosa faremo? Sarò vivo, sarò morto in questa Ancona?<br />

Ma sempre ricordandomi che Delebio ha un protettore S. Carpoforo,<br />

il quale mi diede sempre un fermo coraggio come avessi<br />

[da] andare ad una festa da ballo, tant'era la mia gran volontà di<br />

fare l'entrata alla fortezza di Ancona, trattandosi poi che nella<br />

notte stessa doveva succedere l'assalto al forte.<br />

Per quale causa nella notte non è successo l'assalto non so di<br />

preciso, ma il fatto sta che, in causa di questo, noi poveri soldati<br />

abbiamo dovuto travagliare giorno e notte a costruire delle barricate<br />

per nostra difesa, sembrando che avesse di andare con la<br />

peggio.<br />

Venerdì giorno 28, il nemico, appena che furono avvisati che<br />

noi eravamo nel palazzo Lazzaretto, incominciarono a far fuoco<br />

a mitraglia e moschetteria; credevamo proprio che questo palazzo<br />

sarebbe stato la nostra sepoltura. Noi bersaglieri eravamo<br />

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distesi nelle finestre di detto palazzo, in posizione buona di fare<br />

fuoco sopra i nemici, sempre mirando bene i cannonieri, e con<br />

nostra buona soddisfazione facevamo una buona dose di morti,<br />

continuando tutto il giorno a far fuoco.<br />

Qui potete immaginare quale divertimento poteva essere,<br />

calcolando che era già due giorni ed una notte senza prendere di<br />

mangiare né bere un po' d'acqua, avendo nulla, perché non si<br />

poteva più sortire, né ricevere dal di fuori nessuna sussistenza.<br />

Finalmente, [come] Dio ha voluto, cominciarono ad avvicinarsi<br />

le fregate di guerra, e queste subito incominciarono a bombardare<br />

il forte, che distrusse[ro] tutte le sue batterie dopo circa<br />

due ore di bombardamento. Intanto arrivarono di nuovo le fregate<br />

Carlo Alberto e Maria Adelaide, che mandarono una discarica a<br />

palle, fecendone saltare e scoppiare la polveriera di sotto la<br />

lanterna di mare, che perirono dei nemici più di 300 fra morti e<br />

feriti.<br />

Un quarto d'ora dopo si sono resi, col patto di avere l'onore<br />

delle armi.<br />

Considerate, o lettori, quale consolazione si può aver avuto,<br />

prima per la resa del forte, ma più di tutto così potremo rifocillarci<br />

e non morire dalla fame.<br />

Ad un tratto, saranno state circa le ore 8 di sera, arriva un<br />

contrordine di rimanere ai loro posti, onde essere pronti in qualunque<br />

cosa potesse accadere entro la notte.<br />

Nella notte poi non vi fu nessun fatto d'armi, fuorché la fame<br />

e la sete che divorava.<br />

Quanti pensieri di questo e di quello...<br />

Sabato giorno 29, passammo la quarta notte senza riposo.<br />

Alla mattina si udì di nuovo il cannone che continuava a fare<br />

fuoco. Circa ad 8 ore antimeridiane cessò il fuoco e trattarono la<br />

resa, cogli onori delle armi come la prima volta.<br />

Quale assalto alle pagnotte del rancio dopo la resa! Credevo<br />

proprio di dover soccombere [al]la morte, ma morte di fame, se<br />

non succedeva il trattato. Il 6° battaglione Bersaglieri, più fortunato<br />

degli altri, oltre la fame doveva perire dal fuoco, se per caso<br />

non avessero fatto la resa [e], perché? perché il palazzo era in<br />

fuoco [e] fiamme.<br />

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