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Cenni di TEORIA DEI NUMERI - Liceo Scientifico XXV Aprile

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08−decompo.nb 2<br />

Sviluppi per e x ,sin(x) e cos(x)<br />

Com’e’ noto dall’Analisi, il numero "e" (o meglio: tutte le sue potenze ex si possono ottenere come limite della successione<br />

1 x<br />

<br />

n n , quando n tende all’infinito. Proviamo a sviluppare la potenza n−esima usando la formula binomiale <strong>di</strong> Newton:<br />

1 x n<br />

<br />

<br />

n k0...n<br />

Cn,k x k<br />

<br />

n<br />

1n x<br />

<br />

<br />

n nn1<br />

<br />

2<br />

x 2<br />

<br />

<br />

n nn1n2<br />

<br />

3<br />

x 3<br />

<br />

....<br />

n<br />

Ma se n e’ davvero grande, un espressione come n(n−1) puo’ essere sostituita approssimativamente con n2 ; n(n−1)(n+2)<br />

con n3 , etc. E’ facile vedere che queste potenze <strong>di</strong> n vanno a semplificarsi con le potenze 1<br />

n2 , 1<br />

n3 etc provenienti dal termine<br />

xn, ottenendo:<br />

e x 1x x2<br />

<br />

2<br />

x3<br />

<br />

3<br />

<br />

x4<br />

<br />

4 ... <br />

Come casi particolari, si ha che "e" non e’ altro che la somma degli inversi <strong>di</strong> tutti i fattoriali (compreso 1/0!), mentre "1/e"<br />

contiene gli stessi adden<strong>di</strong>, ma a segni alterni. Se invece si applica lo stesso sviluppo alla celebre formula <strong>di</strong> Eulero (<br />

e ix cosxisinx, eguagliando parte reale e parte immaginaria, troveremmo le formule <strong>di</strong> sviluppo per il seno e il<br />

coseno. Essendo cos(x) una funzione pari, "si prenderebbe" le potenze pari, mentre sin(x) quelle <strong>di</strong>spari, ma a segno alterno.<br />

Le decomposizioni piu’ folli: la funzione Zeta <strong>di</strong> Riemann<br />

Quelle che seguono sono certamente le decomposizioni piu’ curiose, piu’ straor<strong>di</strong>narie, piu’ folli che si possono incontrare<br />

(se si eccettuano quelle del matematico in<strong>di</strong>ano Ramanujan) per il semplice fatto che mettono insieme la serie dei numeri<br />

primi e quantita’ che, come Π, apparentemente non c’entrano nulla, ne’ con i primi, ne’ con gli interi.<br />

Immagina <strong>di</strong> calcolare tutte le frazioni del tipo p2<br />

p2 , dove p e’ un numero primo: p=2,p=3,p=5,p=7, etc e poi <strong>di</strong> moltipli−<br />

1<br />

carle tutte tra loro:<br />

<br />

<br />

pprimo<br />

p 2<br />

<br />

p 2 1 <br />

2 2<br />

<br />

2 2 1<br />

32<br />

32 52<br />

1 52 72<br />

1 72 1 ....<br />

Beh, non ci crederai, ma il risultato fa Π2<br />

, e che questo stesso risultato e’ pari alla somma degli inversi <strong>di</strong> tutti i quadrati<br />

<br />

6<br />

1<br />

perfetti: <br />

k1 k2 . Ora magari ti starai chiedento cosa succede se invece <strong>di</strong> p2 usassimo p3 nella nostra folle produttoria.<br />

Esatto: viene la somma degli inversi <strong>di</strong> tutti i cubi perfetti! Con un ultimo salto, se usassimo le potenze pz , otterremo la<br />

famosa funzione zeta <strong>di</strong> Riemann:<br />

Ζz <br />

p z<br />

pprimo<br />

<br />

pz 1 <br />

k1<br />

una delle funzioni piu’ celebrate della Matematica. Ogni cosa in piu’ che si scopre sulla funzione Ζ(z), e’ una cosa in piu’<br />

che si scopre sulla <strong>di</strong>stribuzione dei numeri primi nell’ambito della serie dei naturali. Grazie a questa funzione, e’ possibile<br />

applicare alla Teoria dei Numeri, i tipici meto<strong>di</strong> dell’Analisi funzionale (derivate, integrali, etc).<br />

1<br />

<br />

k z<br />

k0<br />

x k<br />

<br />

k

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