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più. Il mercato è cambiato. Per i DVD non ti danno niente, tanto tutti se li scaricano gratis. I canali televisivi sono interessati ad altro, i film horror non li comprano, e se li comprano li trasmettono da mezzanotte in poi, quando non c’è pubblicità. E senza pubblicità… guadagno zero. 3. Non le è mai tornata la voglia di rimettersi in gioco come regista, magari approfittando (come già Bruno Mattei) dell’avvento della tecnologia digitale? (A. M.) Per Mattei è stato più semplice perché lui girava a modo suo. Io sono stato costretto a vedere un solo film di Mattei, i produttori dicevano che il girato faceva schifo e che bisognava rimetterci mano. Chiesero a me di occuparmene. Il film era “I Magnifici Sette Gladiatori”, e in effetti faceva schifo. Quel film l’aveva fatto con un mucchio di soldi e nonostante questo... D’altronde Mattei era un bravo montatore, non un regista. Comunque col digitale ho già lavorato tantissimo, ho sempre sostenuto che avrebbe spazzato via le vecchie tecniche. Il problema è: che cosa realizzi oggi? Fare qualcosa tanto per non restare con le mani in mano non ha senso. I problemi distributivi si rivelerebbero enormi e il film spacciato in partenza. Magari con un buon soggetto… che poi è quello che manca oggi. Tutti fanno film ma di soggetti interessanti non ce n’è. 4. Le secca essere ricordato spesso come il regista di “Paganini Horror” piuttosto che per un solido e convincente thrilling come “L’Assassino è Costretto a Uccidere Ancora”? (A. M.) Io ritengo che un bravo regista deve sapersi muovere fra più generi. In Italia vengo ricordato come il regista di quel film – dai fan di genere – perché di horror ho girato solo quello. A parte “Black Cat”, che però non ha avuto distribuzione. In verità il mio più grande successo in Italia è stato 34
“Dedicato a una Stella”, che arrivò primo in classifica. Il secondo maggiore incasso l’ho avuto con “Starcrash”, che però piace agli appassionati di fantascienza. “Contamination” è già una fantascienza diversa, mischiata con l’horror. “L’Assassino è Costretto a Uccidere Ancora” è di genere giallo. E al fan del giallo importa poco la mia produzione fantascientifica. Del genere sentimentale poi gliene frega anche meno. Sono fasce di pubblico diverse. Per esempio in Francia vengo invitato per parlare di “Starcrash”, lì lo adorano. In Giappone mi chiamano per il “Godzilla” colorizzato, altrove per “Contamination” o per “Hercules” che ho fatto con Lou Ferrigno. Questa suddivisione mi fa piacere, significa che ho lasciato un segno in più generi. 5. Ma cosa ne pensa oggi di “Paganini Horror”? (A. V.) continua... 35
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