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CARTOONIST<br />
62<br />
B R E S C I A , U N A C I T T À<br />
Victor, un autista servizievole, compresso<br />
tra l’incudine e il martello di un erotismo<br />
malandrino incarnato da una parte da un<br />
signora della Brescia bene e snob, dall’altra<br />
dalla cameriera ucraina Olga. Due donne<br />
seducenti che non sono particolarmente<br />
vincolate al comune senso del pudore e che<br />
si concedono alla voluttà degli sguardi indiscreti,<br />
ma con assoluto sprezzo del maschio<br />
egemone. O almeno così sembra, perché la<br />
contiguità tra sogno e realtà in Victor, spesso<br />
affabulatore e testimone, è talmente appiccicata<br />
che si sospetta la dissolvenza incrociata,<br />
la sovrapposizione dei piani, l’allucinazione.<br />
Tre sono dunque i protagonisti fissi di una<br />
situation comedy seriale svuotata di narratività,<br />
sospesa in una bolla surreale e onirica<br />
di ossessioni, visioni e desideri. Con qualche<br />
scena hard.<br />
«La Padrona» è il titolo del fumetto per<br />
adulti (copie numerate) firmato da Ian Van<br />
der Zeel, pseudonimo para-olandese dietro<br />
cui si nasconde un architetto brescianissimo<br />
e cinquantenne. Anzi un architetto incisore<br />
che nel suo segno riassume un’arte che ha<br />
più dimestichezza con il pennello e il bulino<br />
piuttosto che con la penna o la matita. Più<br />
un grafico dal tratto elegantissimo che un<br />
fumettista.<br />
«L’architettura - dice lui - è diventata<br />
una pizza burocratica, di inventivo c’è poco.<br />
Ho provato a dilettarmi allora con le strisce<br />
e gli amici, bontà loro, davanti alle mie tavole<br />
hanno detto: ma che hai fatto? questa è la<br />
morte del fumetto».<br />
In effetti l’estro di Van der Zeel ha imboccato<br />
una strada diversa, più intellettualistica<br />
e meno evasiva. Ma questo non vuol dire che<br />
manchi il divertimento, anzi nei sui disegni<br />
l’ironia è sovrana e raffinato è il gioco dei rimandi,<br />
delle citazioni. Più che il plot lineare,<br />
gli interessano le divagazioni, i flash-back,<br />
gli affondi di memoria, le associazioni analogiche.<br />
I suoi disegni trasmettono quella<br />
che Umberto Eco chiama la «vertigine della<br />
lista»: sono un inventario, un catalogo di<br />
materiali, linguaggi, reperti, feticci, autori<br />
e oggetti di culto, elencati e annoverati con<br />
precisione filologica e maniacale. Un magma<br />
di saperi, conoscenze e gusti che fanno<br />
da «soletta» stratificata al piacere del testo.<br />
Ci sono i rebus, le poesie di Sanguineti e di<br />
Lento Goffi, l’anarchia di Bukowski e i miti<br />
antichi, le canzoni di Mina e Carmen Consoli,<br />
le provocazioni di Guglielmo Achille Cavellini<br />
e gli interni da bar di Edward Hopper, le architetture<br />
di Brescia sullo sfondo e il circuito<br />
di Le Mans con la Ferrari 330 P/4, i risvolti<br />
psicanalitici e le allusioni criptate. Un vero<br />
arsenale estetico del mondo.<br />
«Mi dicono che assomiglio a Crepax e<br />
Manara - commenta Van der Zeel -, ma io non<br />
mi sento epigono di questi maestri. Se devo<br />
dire la verità, appartengo più a Jacovitti, a Eisner,<br />
ad Alan Ford e a Arcibaldo e Petronilla.<br />
Le atmosfere sono pruriginose ed erotiche?<br />
A me sembra invece di mostrare e vedere un<br />
film porno ma senza niente di pornografico<br />
messo in prima vista. Trovo che ci sia più letteratura<br />
che erotismo. Qualcuno ha detto che<br />
i miei fumetti sono interessanti dalla cintola<br />
in su e concordo. Quello che rappresento è<br />
il teatrino della nostra società, la riflessione<br />
sui rapporti uomo e donna. Oggi tutti i rapporti<br />
sentimentali sono regolati da una finalità<br />
economica. E’ questo il baco nella mela».<br />
Tre sono i protagonisti, si diceva, delle<br />
storie di Ian Van der Zeel, ma poi ci sono le<br />
L E A R C H I T E T T U R E D I B R E S C I A S U L L O S F O N D O<br />
E I L C I R C U I T O D I L E M A N S ; I R E B U S E L E P O E S I E<br />
D I S A N G U I N E T I ; L ’ A N A R C H I A D I B U K O W S K I E L E<br />
C A N Z O N I D I M I N A E C A R M E N C O N S O L I :<br />
U N V E R O A R S E N A L E E S T E T I C O D E L M O N D O<br />
« M I D I C O N O C H E A S S O M I G L I O A C R E P A X E M A N A R A ,<br />
M A S E D E V O D I R E L A V E R I T À , A P P A R T E N G O P I Ù A J A C O V I T T I ,<br />
A D A L A N F O R D , A D A R C I B A L D O E P E T R O N I L L A »<br />
«guest star» di puro spasso, perché il nostro<br />
possiede il talento della ricreazione fantastica,<br />
del gioco della contaminazione, che sta<br />
tra Benni e Rabelais. E così si può incontrare,<br />
in piena sintonia con l’attualità della cronaca,<br />
una sgallettata tennista trans oppure lo<br />
strambo dottor Anacleto Becchetti, professore<br />
ordinario della cattedra di Ornitologia<br />
dell’Università dell’Aquila, la cui lezione improvvisamente<br />
si contamina con il V Canto<br />
dell’Inferno dantesco, il canto dell’amore per<br />
antonomasia, che è pieno di similitudini sugli<br />
uccelli.<br />
«Mi succede - confessa Van der Zeel -<br />
che i miei i personaggi mi prendano la mano<br />
e vadano avanti, più in là. Il fumetto diventa<br />
come un flusso di coscienza e io non so più<br />
le parti che mi e lo compongono. Sono padre<br />
di famiglia, ho una vita normale, sono i miei<br />
personaggi che invece sono sregolati».