iL Futuro è neLL'internazionaLizzazione - Confindustria Udine
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www.confindustria.ud.it<br />
Mensile - n.9, anno II<br />
OTTOBRE 2010<br />
Spedizione in abbonamento postale D.L. 27/02/2004 n° 46, art. 1,<br />
comma 1, DCB UDINE - Filiale di <strong>Udine</strong> Ferrovia<br />
Tariffa R.O.C. (iscritti al registro operatori comunicazione) ex Tabella B<br />
Focus<br />
sPeciaLe Fisco<br />
associazione<br />
Fanghi e dragaggi<br />
<strong>iL</strong> <strong>Futuro</strong><br />
<strong>è</strong><br />
neLL’internazionaLizzazione<br />
Le strategie di Luigino Pozzo,<br />
Presidente deL gruPPo PMP industries<br />
foto Michele Zuccato per 530mq.com<br />
ottobre10 1
2 ottobre10
ottobre10 3
Cerchi la SOLUZIONE migliore<br />
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CHIAMACI<br />
800-616622<br />
Trieste Via Genova 8<br />
Codroipo (UD) Via Circonv. Ovest 9<br />
Tolmezzo (UD) Via dell’Industria 54<br />
Limena (PD) Via Unità d’Italia 14<br />
Busche di Cesiomaggiore (BL) Via Nazionale 34<br />
4 ottobre10<br />
L’ Agenzia di Telecom Italia<br />
per il Friuli Venezia Giulia
il 10° anniversario della scomparsa<br />
dell’ingegner carLo MeLzi<br />
Carlo Melzi<br />
Il 26 agosto sono ricorsi i 10 anni della<br />
scomparsa di Carlo Melzi, l’Ingegnere<br />
per antonomasia come era conosciuto e<br />
stimato nella Sua Fusine, un tempo segnato<br />
da profondi cambiamenti che hanno<br />
provocato radicali trasformazioni sociali<br />
La scomparsa di<br />
sLoBodan Buric<br />
Il dottor Slobodan Buric, che aveva compiuto<br />
il suo 70° compleanno il 20 marzo,<br />
ci ha purtroppo lasciato improvvisamente<br />
mercoledì 4 agosto.<br />
Titolare della ditta Berbex di Povoletto, aveva<br />
guidato con determinazione e ostinata<br />
perseveranza la sua azienda sino al giorno<br />
prima. Fondò la Berbex nel 1989 rilevando<br />
la precedente Raif, ditta in crisi che operava<br />
nel settore della refrigerazione industriale.<br />
Fu una scommessa che poi risultò<br />
ampiamente azzeccata. Forte di una lunga<br />
esperienza maturata nello stesso settore<br />
come rappresentante della internazionale<br />
Cornelius, riuscì ad avviare la sua attività<br />
prestando molta attenzione alle problematiche<br />
del mercato e dei suoi cambiamenti,<br />
intuendo in anticipo le opportunità che si<br />
venivano a creare nell’Europa allargata ad<br />
est. La sua cultura, le sue doti di imprenditore,<br />
la conoscenza di molte lingue e il<br />
ed economiche. Il mondo, come si dice,<br />
non <strong>è</strong> più quello di prima ma l’industria e<br />
l’imprenditore restano il fattore centrale di<br />
sviluppo della società e dell’economia.<br />
E Carlo Melzi ha saputo interpretare questo<br />
ruolo con severa coerenza, industriale<br />
di professione nella accezione piena di<br />
gestore ed organizzatore, legato alla Sua<br />
terra, la montagna ed il Friuli, editore per<br />
passione, interessato alla cultura ed alla<br />
politica, sensibile ed attento alle vicende<br />
del mondo, ma semplice e schivo che con<br />
lungimiranza ha promosso l’innovazione.<br />
<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> Lo ricorda come un<br />
“grande” Presidente che ha ridato credibilità<br />
ed identità all’Associazione di rappresentanza<br />
degli industriali dopo un periodo<br />
difficile, assertore del ruolo dell’impresa<br />
come momento di crescita del territorio<br />
ma anche di impulso alla diffusione dei valori<br />
e delle competenze che ne costituiscono<br />
il tessuto connettivo. Melzi, infatti, spesso<br />
ricordava come l’industria riceve molto<br />
dal territorio ed al territorio deve saper<br />
restituire. E questo principio lo ha applicato<br />
nella sua attività imprenditoriale e nell’impegno<br />
di rappresentanza associativa prima<br />
e, successivamente, in quello politico diretto,<br />
che non ha potuto completare, quando<br />
Slobodan<br />
Buric<br />
rapporto che riusciva ad instaurare con i<br />
propri clienti, lo hanno portato a diversi<br />
riconoscimenti di spiccato valore, uno su<br />
tutti il premio ricevuto dalla CCIAA di <strong>Udine</strong><br />
nei primi anni ‘90.<br />
La sua determinazione nel raggiungere<br />
sempre gli obiettivi che si prefissava e la ricerca<br />
di continue nuove soluzioni lo hanno<br />
ricordo<br />
da Presidente della Provincia di <strong>Udine</strong> si <strong>è</strong><br />
battuto per l’efficienza amministrativa e per<br />
l’unità del Friuli.<br />
Ed <strong>è</strong>, appunto, il legame con il territorio<br />
che ha caratterizzato la molteplice attività<br />
dell’Ingegner Melzi. Non ha mai dimenticato<br />
la Sua terra ed a Fusine, conclusi gli<br />
impegni esterni, tornava volentieri perché<br />
in quel contesto ritrovava se stesso, i suoi<br />
valori e, con essi, la determinazione a proseguire.<br />
Per questo <strong>è</strong> significativa l’intitolazione di<br />
una strada della frazione di Fusine alla Sua<br />
memoria, voluta dall’Amministrazione comunale<br />
di Tarvisio, che intende sottolineare<br />
l’identità del territorio con la sua storia<br />
e con i personaggi, come Carlo Melzi, che<br />
l’hanno segnata.<br />
Ed <strong>è</strong> una dimostrazione, questa, che testimonia<br />
come lo sviluppo non possa prescindere<br />
da una vera e solida interazione<br />
tra territorio, istituzioni ed impresa, di cui<br />
Melzi <strong>è</strong> stato protagonista.<br />
Adriano Luci,<br />
presidente di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />
sempre tenuto al passo con la concorrenza.<br />
Era sempre indirizzato ad accontentare<br />
e soddisfare le esigenze dei clienti in tutte<br />
le loro richieste, anche dei più piccoli, senza<br />
distinzioni, questo grazie anche al suo<br />
team di affidabili tecnici e operai che lo<br />
hanno sostenuto per più di vent’anni.<br />
Aveva gestito la sua Berbex valorizzando al<br />
massimo le capacità delle sue maestranze<br />
con pungolo e partecipazione anche nei<br />
più piccoli particolari, avendo intuito che<br />
solo con la partecipazione attiva e consapevole<br />
di tutti dipendenti si potevano<br />
abbattere tutti gli ostacoli di un mercato<br />
sempre più globale e complicato.<br />
Grazie ai sacrifici e all’impegno del dottor<br />
Buric, ad oggi la Berbex resta sempre una<br />
delle aziende più collaudate e più attive<br />
nel settore della refrigerazione alimentare.<br />
Le sue maestranze forti di questa esperienza<br />
stanno proseguendo l’attività tracciata<br />
con perseveranza e impegno.<br />
I dipendenti della Berbex di Povoletto<br />
ottobre10 5
n.<br />
09<br />
09<br />
Realtà Industriale<br />
Registrazione Tribunale di <strong>Udine</strong><br />
n. 24/99<br />
Redazione<br />
Direttore Responsabile<br />
Alfredo Longo<br />
e-mail: ri@assind.ud.it<br />
Società Editrice<br />
<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />
Largo Carlo Melzi, 2<br />
33100 <strong>Udine</strong>, tel. 0432 2761<br />
A questo numero<br />
hanno collaborato<br />
Carlo Tomaso Parmegiani<br />
(caporedattore),<br />
Antonella Bassi, Carla Ciampalini,<br />
Alessandra Cicero, Paola Del Degan,<br />
Massimo De Liva, Marco Di Blas,<br />
Barbara Franceschelli, Mauro<br />
Filippo Grillone, Ezio Lugnani,<br />
Roberto Lunelli, Christian Romanini,<br />
Franco Rosso, Paolo Sartor, Paolo<br />
Tarabocchia, Margherita Timeus.<br />
per Gruppo Giovani<br />
Imprenditori:<br />
Enrico Accettola (presidente),<br />
Emanuela Degano, Matteo Di Giusto<br />
Impaginazione<br />
arCube - studio associato<br />
Trieste<br />
e-mail: info@arcube.it<br />
Fotoservizi<br />
Foto copertina e intervista: Michele<br />
Zuccato 530mq.com<br />
Foto: Anteprima, Archivio Immagini<br />
Fvg, Roberto Del Fabro,<br />
Diego Gasperi<br />
Concessionaria per la pubblicità<br />
Scripta Manent srl<br />
v.le della Vittoria 13<br />
33100 <strong>Udine</strong> - tel. 0432 505900<br />
e-mail: posta@scriptamanent.sm<br />
6 ottobre10<br />
Luigino Pozzo (foto Michele Zuccato)<br />
ottoBre 2010 contenuti<br />
08 intervista<br />
Luigino Pozzo<br />
Il futuro e’ nell’internazionalizzazione<br />
12 Focus - Fisco<br />
IL CASO - ROBERTO LUNELLI:<br />
la pretesa indeducibilità dei<br />
compensi degli amministratori<br />
Toffolutti: “Decisione senza senso”<br />
Gli imprenditori: “La crescita va<br />
incentivata”<br />
16 <strong>Confindustria</strong> Flash<br />
18 Aziende Flash<br />
20 Aziende Flash<br />
22 aziende<br />
FC IMPIANTI TECNOLOGICI<br />
24 aziende<br />
DE SIMON GROUP<br />
E’ iniziata la rinascita<br />
25 aziende<br />
CODUTTI crede nello sviluppo<br />
26 aziende<br />
ARA inaugura mega impianto a pannelli<br />
solari<br />
28 aziende<br />
VISTRA: 10 anni di successi<br />
30 Botta & risposta ž<br />
ELVIO ERMACORA<br />
Biocostruire srl<br />
32 analisi<br />
Tempi lunghi per la ripresa<br />
34 ambiente ž<br />
Fanghi di dragaggio<br />
Rischio e danno ambientale<br />
36 edilizia<br />
I primi cinquant’anni della DE SABBATA<br />
COSTRUZIONi<br />
38 Web<br />
40 Formazione<br />
41 giovani imprenditori<br />
44 giovani e società<br />
Dipendenti o imprenditori?<br />
46 obiettivo Montagna<br />
ONDULATI ED IMBALLAGGI DEL FRIULI:<br />
Soluzioni per tutti i gusti<br />
48 obiettivo austria<br />
Che bel mestiere fare il ferroviere!<br />
50 internazionalizzazione<br />
Friuli e Cina: relazioni consolidate<br />
Le opportunità energetiche dell’Albania<br />
52 Logistica<br />
Occorre passare dalle parole ai fatti<br />
54 regione<br />
I nuovi provvedimenti a favore delle<br />
imprese<br />
56 Friulani nel mondo<br />
Il Friûl? La porta dell’Europa<br />
per il Canada<br />
58 ente Friuli nel Mondo<br />
I friulani brillano di mille colori<br />
59 ente Friuli nel Mondo<br />
I friulani nel mondo: una risorsa per lo<br />
sviluppo del Friuli<br />
eventi<br />
A Tolmezzo sicurezza non solo in<br />
fabbrica<br />
60 Libri del mese<br />
62 turismo<br />
66 a proposito di...<br />
Italia<br />
www.confindustria.ud.it<br />
LUIGINO POZZO:<br />
“Se non avessimo<br />
internazionalizzato le<br />
nostre aziende, forse<br />
alla lunga avremmo<br />
chiuso, mentre,<br />
internazionalizzandoci<br />
sui mercati emergenti,<br />
abbiamo creato molti<br />
più posti di lavoro in<br />
Friuli”
ottobre10 7
economia<br />
intervista<br />
Seguire una propria passione e ritrovarsi, a soli 50 anni, imprenditore di indubbio successo<br />
non <strong>è</strong> da tutti. C’<strong>è</strong> riuscito con passione, lungimiranza e impegno indefesso Luigino Pozzo,<br />
presidente del gruppo PMP di Coseano che conta oggi sei aziende nel mondo (Pro-Mec spa<br />
a Coseano e Fimsi Spa di Coseano – con un unità locale a Villa Santina, PMP Industries Inc. di<br />
Cincinnati negli Stati Uniti, PMP Jelsingrad in Bosnia Erzegovina, la neo inaugurata PMP Drive<br />
Systems di Taicang in Cina, e la PMP Drive System India), oltre 600 dipendenti, nonché una<br />
rappresentanza in Russia. Un gruppo che nell’anno nero dell’economia mondiale, il 2009, ha<br />
assunto, solo in Friuli, 130 nuovi dipendenti. Alla base di questo successo c’<strong>è</strong> un’incrollabile<br />
fiducia nell’innovazione, nell’internazionalizzazione e nell’utilizzo di persone giovani e motivate.<br />
Presidente Pozzo mentre la gran parte<br />
dell’industria italiana si dibatte fra<br />
difficoltà e cassa integrazione, voi<br />
aprite una nuova azienda in Cina e<br />
assumete nuovo personale. Dov’<strong>è</strong> il<br />
segreto?<br />
In realtà l’espansione del gruppo all’estero <strong>è</strong><br />
abbastanza recente. L’azienda <strong>è</strong> nata come<br />
Pro-Mec nel 1991, in un piccolo capannone<br />
di 600 metri quadri in affitto a Sedegliano,<br />
8 ottobre10<br />
Luigino Pozzo:<br />
il futuro<br />
e’ nell’internazionalizzazione<br />
Luigino Pozzo (foto Michele Zuccato<br />
per 530mq.com, anche nelle pagine<br />
sucessive)<br />
dalla passione per i sistemi di trasmissione<br />
per macchine industriali che avevo sviluppato<br />
in undici anni di lavoro alle Oru di <strong>Udine</strong>. Nel<br />
1996 ci siamo trasferiti nella zona industriale<br />
di Coseano, con trenta dipendenti, ma<br />
continuavamo ad operare come terzisti della<br />
Danieli e di altre aziende. Il mio sogno, però,<br />
era sempre stato quello di creare un’azienda<br />
che realizzasse prodotti propri. Cominciammo,<br />
quindi, fin da subito con la produzione di<br />
riduttori epicicloidali per autobetoniere e oggi<br />
per quello specifico prodotto siamo leader<br />
di mercato nel mondo. Successivamente<br />
continuammo a sviluppare diversi tipi di<br />
trasmissioni industriali, comprese quelle per<br />
motori elettrici che iniziammo a realizzare nel<br />
‘96 quando ancora si usavano motori a corrente<br />
continua, per poi passare a quelle per<br />
motori a corrente alternata. Oggi abbiamo<br />
cinque brevetti esclusivi internazionali che ci<br />
pongono all’avanguardia nel settore. Si tratta<br />
di un settore che non <strong>è</strong> esploso come si poteva<br />
pensare qualche anno fa, ma nel quale<br />
crediamo molto. Da qualche anno lavoriamo,<br />
poi, nel comparto delle trasmissioni idrauliche<br />
per macchine da costruzione dove, nel<br />
solo 2010, abbiamo investito 5milioni di euro,<br />
presentato alcuni prodotti molto innovativi e<br />
cominciato, pertanto, a ottenere alcune commesse<br />
significative. L’ultimo “business” sul<br />
quale siamo entrati nel 2008 <strong>è</strong>, infine, quello<br />
dello sviluppo delle trasmissioni per i pali di<br />
produzione di energia eolica. Abbiamo anche<br />
mantenuto una linea di prodotti per il settore<br />
di Carlo-Tomaso Parmegiani<br />
siderurgico, che costituiva la nostra prima<br />
attività, ma attualmente il settore trasmissioni<br />
costituisce circa l’80% del nostro fatturato.<br />
Per entrambe le linee di prodotti, comunque,<br />
abbiamo alcune aziende all’estero perché internazionalizzarci<br />
ha significato essere più vicini<br />
ai clienti e avere, quindi, più opportunità<br />
sui mercati. In linea generale, poi, tutti i giorni<br />
studiamo continue innovazioni per ridurre i<br />
pesi e le dimensioni delle trasmissioni, aumentarne<br />
le prestazioni e contenerne i costi<br />
per essere competitivi con i nostri concorrenti<br />
che sono pochi (prevalentemente tedeschi),<br />
ma di grandi dimensioni e molto agguerriti.<br />
Si può, dunque, dire che in questa innovazione<br />
continua e nell’internazionalizzazione che<br />
abbiamo iniziato solo nel 2002 c’<strong>è</strong> il segreto<br />
del nostro successo.<br />
Siete già presenti negli Usa, in Cina e<br />
in India; prevedete nuove aperture in<br />
futuro?<br />
Il nostro prossimo obiettivo <strong>è</strong> il Sud America,<br />
probabilmente il Brasile, perche mi ripropongo<br />
di coprire i mercati maggiormente<br />
interessati attraverso una presenza produttiva<br />
in tutti i paesi emergenti. Quando avremo<br />
aperto in Brasile potremmo dire di aver<br />
completato una prima fase di espansione per<br />
coprire tutto il mercato mondiale e potremmo<br />
dedicarci a nuovi obiettivi. Tutto questo<br />
mantenendo, ovviamente, il centro di ricerca<br />
e sviluppo, nonché la produzione per il mercato<br />
europeo in Friuli.
Quindi state percorrendo la via dell’internazionalizzazione,<br />
non pensate,<br />
però, a delocalizzare...<br />
Non mi piace parlare di delocalizzazione perché<br />
<strong>è</strong> un concetto completamente diverso<br />
dall’internazionalizzazione. Nel primo caso<br />
si tratta, infatti, di spostare una produzione<br />
dall’Italia in un’altra area del mondo, mentre<br />
internazionalizzare vuol dire andare a cercare<br />
opportunità per il nostro marchio nel mondo<br />
rafforzando la nostra attività in Friuli e in Italia.<br />
Dunque le aziende estere come veicolo<br />
necessario per far sopravvivere e<br />
crescere le aziende italiane?<br />
Esattamente. Se non avessimo internazionalizzato<br />
le nostre aziende, forse alla lunga<br />
avremmo chiuso, mentre internazionalizzandoci<br />
sui mercati emergenti abbiamo creato<br />
molti più posti di lavoro in Friuli. Nel 1992<br />
eravamo un’azienda friulana, nel 1997 siamo<br />
diventati un’azienda europea e dal 2000<br />
il nostro <strong>è</strong> un gruppo internazionale. Oggi<br />
come oggi un’azienda che vuole rimanere sul<br />
mercato deve essere per forza internazionale<br />
sapendo cogliere gli sviluppi nei vari mercati.<br />
Lo dimostrano l’opportunità che abbiamo<br />
colto in Cina dove il governo ha investito<br />
molto nelle infrastrutture interne sviluppando<br />
il mercato della nostra clientela potenziale,<br />
così come i probabili sviluppi del settore delle<br />
costruzioni in India dove, proprio in questo<br />
periodo, stiamo ampliando la nostra organizzazione.<br />
L’internazionalizzazione amplia<br />
inoltre in modo fondamentale le occasioni di<br />
acquisto dei materiali al miglior prezzo, consentendo<br />
di mantenersi competitivi.<br />
Non temete la nascita di competitors<br />
locali nei Paesi dove vi state espandendo?<br />
Questo <strong>è</strong> un rischio che bisogna mettere<br />
in conto, ma che cerchiamo di combattere<br />
mantenendo la “testa” in Italia e continuando<br />
a investire in prodotti sempre nuovi e<br />
all’avanguardia che possano consentirci di<br />
distinguerci sempre dalla concorrenza attuale<br />
e futura. Anche per questo riteniamo<br />
importante lavorare per macro-aree essendo<br />
presenti nei Paesi con maggiori prospettive<br />
di sviluppo al fine di essere competitivi sui<br />
mercati locali.<br />
In questa logica di sviluppo per macro<br />
aree, voi, a differenza di altri, avete<br />
considerato la Russia all’interno del<br />
mercato europeo. Come mai?<br />
Perché nel nostro caso riusciamo a essere<br />
competitivi su quel mercato, che per noi<br />
<strong>è</strong> molto importante (anche se nel 2009 <strong>è</strong><br />
stato in grande crisi), producendo in Italia e<br />
presidiandolo con un nostro rappresentante<br />
in loco. Per questo, al momento, non sentiamo<br />
la necessità di andare a produrre in<br />
Russia anche se abbiamo avuto molte offerte<br />
in tal senso.<br />
L’internazionalizzazione comporta numerosi<br />
problemi “burocratici”. Come<br />
imprenditore italiano si <strong>è</strong> sentito<br />
supportato dal suo Paese in questa<br />
attività o ha dovuto, da buon friulano,<br />
fare da solo?<br />
Lei ha messo il dito nella piaga. Anche se<br />
sono friulano non amo il fà di bessol, sono<br />
anzi un gran sostenitore del lavoro organizzato<br />
e di squadra, ma, purtroppo, andando in<br />
giro per il mondo ho dovuto constatare che<br />
non esiste un’organizzazione del Paese Italia.<br />
Mi sento, quindi, un po’ pioniere perché,<br />
senza sceglierlo, ho dovuto fare da solo. Per<br />
l’espansione in India l’ICE mi ha presentato<br />
uno studio di consulenza tedesco. Rispetto<br />
ai nostri colleghi-concorrenti tedeschi, noi<br />
abbiamo molte più difficoltà a insediarci sui<br />
mercati internazionali, perché non abbiamo<br />
struttura o, se ce l’abbiamo (vedi Ice), non <strong>è</strong><br />
ben gestita. L’evidenza di questo <strong>è</strong> il fatto <strong>è</strong><br />
che dove abbiamo aperto a Shanghai siamo<br />
in una zona dove ci sono 120 aziende tedesche<br />
che possono godere di un supporto<br />
economia<br />
intervista<br />
diplomatico e organizzativo molto avanzato.<br />
Come gruppo PMP abbiamo sempre cercato<br />
il supporto del pubblico, tant’<strong>è</strong> che abbiamo<br />
come nostro socio Friulia in Italia, in Bosnia<br />
abbiamo una partecipazione di Finest, in Cina<br />
una partecipazione di Simest, pur tuttavia sui<br />
mercati esteri non abbiamo trovato partner<br />
italiani che ci abbiano dato un supporto organizzato<br />
in loco.<br />
Avete avuto problemi simili anche per<br />
quanto riguarda il supporto bancario<br />
in loco?<br />
Cominciamo ad avere qualche struttura<br />
italiana in loco, ma che non riesce ancora a<br />
fornire adeguato supporto alle aziende italiane<br />
che vogliono insediarsi. Infatti, noi, sia<br />
in Cina, sia India sia in USA ci appoggiamo a<br />
banche locali.<br />
Il fatto che l’Italia si presenti così disorganizzata<br />
alla sfida dell’internazionalizzazione<br />
dipende dalla parcellizzazione<br />
del nostro tessuto economico<br />
o <strong>è</strong> la nostra dirigenza politica nel suo<br />
complesso, indipendentemente dal<br />
partito di appartenenza, che <strong>è</strong> inadeguata<br />
alla funzione?<br />
Possiamo dire che il sistema-Italia non si <strong>è</strong><br />
evoluto in modo adeguato all’evoluzione del<br />
mondo e rimane ancora molto ancorato alle<br />
piccole problematiche locali. Ciò, ovviamente,<br />
non ci favorisce nella competizione. Basti<br />
vedere che da noi, a livello politico, si sta ancora<br />
discutendo se l’internazionalizzazione sia<br />
un fatto positivo o meno, mentre il sistema<br />
tedesco lavora da decenni per favorirla e ha<br />
creato un bacino manifatturiero mondiale a<br />
guida tedesca incomparabilmente più ampio<br />
di quello italiano.<br />
Pensa che oltre a un ritardo della politica,<br />
ci sia anche un ritardo dei suoi<br />
colleghi imprenditori nel capire l’importanza<br />
dell’internazionalizzazione?<br />
Non credo. Ritengo che l’idea dell’internazionalizzazione<br />
sia stata assorbita dalle aziende.<br />
C’<strong>è</strong>, poi, chi non riesce a praticarla o perché<br />
non ha la struttura, servono, infatti, organizzazione<br />
e dimensioni adeguate, o perché non<br />
ha la voglia, visto che per internazionalizzarsi<br />
bisogna essere molto spesso all’estero: io<br />
passo il 50% del mio tempo lontano dalla<br />
famiglia. Penso, tuttavia, che a tutti sia chiaro<br />
che per le aziende internazionalizzarsi oggi <strong>è</strong><br />
una necessità.<br />
Quanto conta la dimensione per potersi<br />
internazionalizzare?<br />
Come accennavo, serve una struttura adeguata.<br />
Non si può rimanere troppo piccoli<br />
per potersi internazionalizzare, ma il livello<br />
dimensionale “giusto” deve essere deciso da<br />
ciascuna azienda per conto proprio, non si<br />
può definire a priori.<br />
ottobre10 9
economia<br />
intervista<br />
E’ difficile strutturarsi in un sistema,<br />
come il nostro, che, secondo molti imprenditori,<br />
ha una politica del lavoro e<br />
una situazione dei rapporti sindacali<br />
ingessate che ostacolano le assunzioni<br />
o queste sono scuse avanzate da chi<br />
non vuole assumere?<br />
Credo che tutto ciò dipenda dal singolo imprenditore<br />
e che non sia giusto dare la colpa<br />
agli altri di ciò che non si fa. Bisogna avere<br />
la voglia e la forza di guardare avanti. Certo,<br />
nel sistema italiano tutto ciò non <strong>è</strong> semplice,<br />
perché c’<strong>è</strong> bisogno di grandi cambiamenti a<br />
tutti i livelli. Il sindacato, ad esempio, deve<br />
cambiare rendendosi conto che il mondo si<br />
<strong>è</strong> modificato radicalmente: <strong>è</strong> finita l’epoca<br />
dell’assistenzialismo ed <strong>è</strong> iniziata quella della<br />
globalizzazione. Devono, poi, cambiare il funzionamento<br />
degli apparati pubblici, il sistema<br />
scolastico, le stesse aziende: il cambiamento,<br />
insomma, sarà inevitabile se, come economia,<br />
vogliamo rimanere competitivi nel<br />
mondo. Il punto nodale <strong>è</strong> capire in quanto<br />
tempo riusciremo a evolverci per adeguarci ai<br />
tempi della globalizzazione (con strutture più<br />
efficienti, leggere e molto meno burocratizzate),<br />
perché il rischio <strong>è</strong> di arrivare troppo tardi.<br />
In ogni caso, però, gli imprenditori devono<br />
sempre saper guardare avanti: se ci fermiamo<br />
nell’attesa che il sistema-Italia si evolva,<br />
rischiamo di perdere il treno.<br />
C’<strong>è</strong> chi sostiene che in un Paese come<br />
l’Italia, dove non esiste l’abitudine al<br />
rispetto delle regole, sia impossibile<br />
avere una burocrazia meno presente,<br />
farraginosa e occhiuta. Quanto conta,<br />
secondo lei, l’osservanza delle norme<br />
per rendere il nostro Paese più efficiente<br />
e competitivo?<br />
In realtà ritengo che oggi, grazie allo sviluppo<br />
dell’informatica e della tecnologia, l’attività<br />
di controllo del rispetto delle regole da parte<br />
delle aziende sia molto più agevole per gli<br />
enti preposti e si possa, quindi, compiere<br />
senza troppe farraginosità. Certamente,<br />
tuttavia, il rispetto delle regole <strong>è</strong> essenziale:<br />
se non sappiamo accettare le regole, non<br />
sappiamo vivere nel mondo. Chi non osserva<br />
le norme entra in una soglia di rischio che<br />
può mettere a repentaglio la stessa esistenza<br />
dell’azienda. Anche da questo punto di vista,<br />
l’internazionalizzazione <strong>è</strong> una grande maestra:<br />
io insegno a tutti i miei collaboratori, in<br />
ogni parte del mondo, a rispettare le regole<br />
del luogo nel quale si trovano.<br />
Lei ha appena assunto 130 collaboratori,<br />
molti ad alti livelli: quanto pesa<br />
nel trovare personale disponibile il<br />
fatto che in Italia i compensi dei dipendenti,<br />
a parità di livello, siano per<br />
le aziende fra i più costosi d’Europa e<br />
per chi li percepisce fra i più bassi?<br />
10 ottobre10<br />
Il sistema dei costi di contribuzione andrebbe<br />
gestito in maniera totalmente diversa.<br />
L’obiettivo al quale tendere <strong>è</strong> uno stipendio<br />
netto maggiore per i lavoratori e un costo<br />
del lavoro più basso per le aziende. Sembra<br />
che finalmente se ne cominci a parlare, ma<br />
<strong>è</strong> un cambiamento non più rinviabile. Basti<br />
dire che se il peso di imposte e contributi su<br />
una retribuzione italiana <strong>è</strong> circa del 100%,<br />
in Bosnia (come in molti altri Paesi) si riduce<br />
al 30%. Non bisogna, però, dimenticare che<br />
per un’azienda <strong>è</strong> molto importante l’efficienza<br />
produttiva e da questo punto di vista,<br />
l’Italia potrebbe essere molto competitiva<br />
rispetto ai Paesi emergenti.<br />
L’efficienza del processo produttivo,<br />
dunque, come modo per compensare<br />
le inefficienze del sistema-Paese?<br />
Esatto. Se il sistema-Paese non riesce a ridurre<br />
le tasse, i costi della manodopera, si <strong>è</strong><br />
costretti a migliorare sul piano dell’efficienza<br />
produttiva. Nel nostro gruppo stiamo facendo<br />
un sforzo notevole da questo punto di vista.<br />
Ciò non vuol dire far lavorare di più i dipendenti,<br />
ma metterli nelle condizioni di lavorare<br />
meglio, per aumentare la produttività.<br />
Si dice, però, che la produttività in Italia<br />
sia molto bassa...<br />
E’ vero, ma ciò dipende molto dal sistema<br />
che non cambia. Proprio per questo nelle<br />
aziende dobbiamo lavorare per aumentare<br />
l’efficienza interna. Purtroppo, l’atteggiamento<br />
sindacale spesso non aiuta a diffondere<br />
una mentalità tesa all’efficienza che, mi ripeto,<br />
non vuol dire lavorare di più, ma lavorare<br />
meglio. Il sindacato deve ammodernarsi: non<br />
si possono più fare le lotte per difendere chi<br />
non ha voglia di lavorare, ma bisogna tutelare<br />
chi ha voglia di farlo nell’interesse comune.<br />
In altre parole, sta dicendo che aziende<br />
e sindacato non devono più porsi<br />
come controparti, ma devono lavorare<br />
per il bene comune?<br />
Giusto. Da entrambe le parti si deve comprendere<br />
che <strong>è</strong> importante lavorare di comune<br />
accordo per garantire il processo di cambiamento,<br />
il cui primo obiettivo deve essere,<br />
ovviamente, il mantenimento dei posti di<br />
lavoro. Il sindacato, però, deve comprendere<br />
che proprio per garantire il lavoro in Italia,<br />
c’<strong>è</strong> bisogno che le nostre aziende operino<br />
con un adeguato livello di efficienza. Se ci<br />
riusciamo, possiamo addirittura creare nuovi<br />
posti di lavoro, anche se non siamo in grado<br />
di competere sul livello dei costi rispetto ai<br />
Paesi emergenti. L’importante <strong>è</strong> che si perdano<br />
le distinzioni tra “colletti bianchi” e “colletti<br />
blu”, comprendendo che dobbiamo tutti collaborare<br />
per garantirci il posto di lavoro.<br />
In Germania, Paese che ultimamente<br />
va di moda prendere ad esempio, ci<br />
sono stati casi di aziende dove, pur di<br />
essere competitivi, si <strong>è</strong> accettata la<br />
riduzione degli stipendi a partire da<br />
quelli dei dirigenti che hanno dato il<br />
buon esempio. Secondo i sindacati, in<br />
Italia si tendono a scaricare i problemi<br />
sui lavoratori, mentre i dirigenti sembrano<br />
essere poco disponibili a dare il<br />
buon esempio. E’ un problema reale?<br />
Sicuramente si. Tutti devono adeguarsi alla<br />
nuova realtà che sta nascendo. Secondo me<br />
il cambiamento di mentalità deve nascere dal<br />
sistema scolastico e universitario. C’<strong>è</strong>, infatti,<br />
certamente bisogno di una maggior formazione<br />
anche sul lato dell’etica del lavoro e<br />
dell’impegno personale, a tutti i livelli.<br />
A proposito di formazione, come giudica<br />
quella fornita dal sistema scolastico<br />
e universitario italiano?<br />
Attualmente nelle nostre scuole e università<br />
si tende a dare una formazione di alto livello,<br />
ma poco orientata al mondo del lavoro.<br />
C’<strong>è</strong>, invece, bisogno di formare dirigenti che<br />
sappiamo portare avanti le aziende,che siano<br />
portati alla concretezza, alla risoluzione dei<br />
problemi. Oggi, abbiamo molte difficoltà<br />
a trovare persone di questo tipo. Bisogna<br />
comprendere che l’innovazione non nasce<br />
solo da ricercatori di alto livello, ma anche<br />
dalla risoluzione dei problemi concreti, giorno<br />
per giorno. Ci vorrebbero, ad esempio, corsi<br />
di laurea più collegati a progetti aziendali<br />
specifici.<br />
Il mondo universitario, però, lamenta<br />
il fatto che quando chiede alle aziende<br />
di prendere stagisti o di finanziare la<br />
ricerca universitaria su progetti specifici,<br />
trova scarsa o nulla disponibilità
da parte delle imprese.<br />
Certamente il problema esiste, nel senso<br />
che molte aziende prima di impegnare risorse<br />
cercano di fare i conti e di capire qual<br />
<strong>è</strong> la reale convenienza di investire oggi per<br />
avere risultati fra qualche anno. Noi come<br />
azienda abbiamo in corso alcuni progetti in<br />
collaborazione con il mondo universitario, ma<br />
certamente da questo punto di vista in Italia<br />
si potrebbe fare di più, non dimenticando,<br />
però, che il finanziamento all’istruzione e<br />
della ricerca pubblica spetta allo Stato e non<br />
alle imprese.<br />
Per le imprese <strong>è</strong> necessario rafforzare<br />
anche il rapporto con le scuole superiori,<br />
oltre che con le università?<br />
Penso di sì. Io ho sempre cercato di lavorare<br />
con il mondo della scuola. Ho aiutato, ad<br />
esempio, la scuola di San Daniele finanziando<br />
l’acquisto di alcune macchine a controllo<br />
numerico.<br />
Ha avuto un ritorno da questo suo atteggiamento?<br />
Ho avuto il ritorno che, purtroppo, la scuola<br />
di San Daniele <strong>è</strong> stata chiusa e le macchine<br />
sono finite in qualche magazzino. Ciononostante<br />
continuo a credere nella necessità di<br />
collaborazione fra impresa e scuola, anche<br />
perché oggi le aziende non hanno più il tempo<br />
di sostituirsi alle scuole nella formazione<br />
dei ragazzi quando arrivano nel mondo del<br />
lavoro. Certamente nel mondo scolastico<br />
serve un cambio di mentalità affinché i docenti<br />
abbiano una maggiore predisposizione<br />
alla collaborazione con il mondo del lavoro e<br />
dell’impresa.<br />
In molte famiglie si punta ancora oggi<br />
al figlio medico o professore, mentre il<br />
lavoro in fabbrica <strong>è</strong> considerato come<br />
poco dignitoso. Anche in questo caso<br />
serve un cambio di mentalità?<br />
Questo <strong>è</strong> un problema che in altre zone del<br />
mondo <strong>è</strong> già stato superato da tempo. Si <strong>è</strong><br />
compreso, infatti, che il lavoro in fabbrica <strong>è</strong><br />
un lavoro altrettanto dignitoso di quello svolto<br />
in un ospedale o in un università e, spesso,<br />
<strong>è</strong> anche molto più remunerativo. E’ un<br />
problema di immagine, di un retaggio storico,<br />
che va superato. In linea di massima, tuttavia,<br />
credo che la cosa più importante sia cercare<br />
di far seguire ai figli le proprie passioni, piuttosto<br />
che imporre loro alcuni lavori a scapito<br />
di altri. La passione, infatti, <strong>è</strong> il principale motore<br />
di un mestiere ben fatto.<br />
Lei ha creato il suo gruppo proprio seguendo<br />
una sua passione...<br />
Certamente. Non si può, infatti, fare l’imprenditore<br />
per fare i soldi, perché ci sono sicuramente<br />
lavori che rendono di più.<br />
Magari, però, seguendo una passione,<br />
si riescono anche ad accumulare quattrini...<br />
Più che fare i soldi, si riesce a garantire alle<br />
proprie aziende di sopravvivere in un mondo<br />
così difficile. La mia maggior soddisfazione,<br />
infatti, <strong>è</strong> nell’essere riuscito a perseguire un<br />
mio progetto che ho intrapreso non pensando<br />
che mi avrebbe potuto portare chissà<br />
quali guadagni, ma perché mi appassionava<br />
e mi appassiona ancora. Oggi posso dire<br />
di sentirmi realizzato, ma ciò anche perché<br />
ho perseguito il mio progetto con impegno,<br />
determinazione e sacrificio. Quello che, poi,<br />
mi dà molta soddisfazione <strong>è</strong> l’essere riuscito<br />
a creare un gruppo di giovani friulani che credono<br />
in questo progetto quanto me e sono<br />
disposti a impegnarsi per portarlo avanti.<br />
Prima accennava alla presenza di<br />
Friulia nella compagine societaria.<br />
Proprio gli uomini di Friulia hanno<br />
spiegato che spesso gli imprenditori<br />
friulani non ricorrono all’aiuto della<br />
finanziaria regionale perché si sentono<br />
controllati. Lei non ha avuto paura<br />
di questo controllo?<br />
Assolutamente no. Un’azienda se vuole internazionalizzarsi<br />
deve essere trasparente e, in<br />
tal senso, avere Friulia al proprio interno <strong>è</strong> un<br />
aiuto a crescere, non una limitazione.<br />
Avete mai pensato allo sbarco in Borsa?<br />
Al momento non rientra fra i mie progetti.<br />
Sono, infatti, impegnato a completare la<br />
fase di internazionalizzazione e non vedo<br />
l’entrare in borsa come un’esigenza primaria<br />
dell’azienda.<br />
Vent’anni fa immaginava che sarebbe<br />
arrivato ai livelli attuali?<br />
Assolutamente no!<br />
Dove vuole arrivare nei prossimi<br />
vent’anni?<br />
E’ una domanda alla quale, sinceramente,<br />
economia<br />
intervista<br />
non riesco a rispondere. Credo, infatti, per un<br />
imprenditore sia fondamentale crearsi nuovi<br />
stimoli, nuovi obiettivi, via via che si raggiungono<br />
dati traguardi. Oggi sto portando a<br />
termine il progetto India e pensando all’avvio<br />
della presenza in Brasile, per arrivare a concludere<br />
il progetto che punta a dare al nostro<br />
gruppo una copertura globale, una presenza<br />
nei principali Paesi emergenti del mondo.<br />
Quando avremo terminato questa fase di<br />
internazionalizzazione, potrò pensare a nuovi<br />
obiettivi e progetti. Il mio obiettivo finale <strong>è</strong><br />
comunque, quello di riuscire a costruire una<br />
struttura manageriale capace di camminare<br />
con le proprie gambe.<br />
Non pensa, dunque, alla classica impresa<br />
familiare che passa di padre in<br />
figlio?<br />
Ho due figli e, come tutti i genitori, spero che<br />
i figli seguano le orme del padre, però calandosi<br />
in una realtà manageriale, non in una<br />
struttura padronale. Non voglio, insomma,<br />
che vengano qui a fare i “figli di papà”, perché<br />
penso che i posti in un’azienda debbano<br />
essere ricoperti da chi <strong>è</strong> capace di creare un<br />
futuro all’azienda, non da chi <strong>è</strong> vicino alla<br />
proprietà. Vale, comunque, anche per i miei<br />
figli la mia convinzione che ciascuno debba<br />
seguire le proprie propensioni, quindi, saranno<br />
loro a decidere cosa vorranno fare al<br />
termine degli studi.<br />
Che consigli darebbe a un giovane che<br />
leggendo quest’intervista volesse provare<br />
a imitarla?<br />
Dare consigli <strong>è</strong> sempre difficile perché ognuno<br />
deve fare i conti con sé stesso. Gli direi,<br />
comunque, di cercare di diventare una persona<br />
capace di rispettare il prossimo, di essere<br />
corretta e modesta, di mantenere sempre i<br />
piedi per terra e di imparare a mettersi in discussione<br />
tutti i giorni, essendo pronto a fare<br />
molti sacrifici.<br />
ottobre10 11
economia<br />
Focus - Fisco<br />
<strong>iL</strong> caso<br />
roBerto LuneLLi: la pretesa indeducibilità<br />
dei compensi degli amministratori<br />
Roberto Lunelli<br />
Premessa<br />
Con Ordinanza n. 18702/10, depositata il<br />
13 agosto u.s., la Corte di Cassazione ha<br />
affermato la indeducibilità nella determinazione<br />
del reddito imponibile delle Società di<br />
capitali, dei compensi degli amministratori<br />
(sia nel caso di amministratore unico che di<br />
Consiglio di amministrazione).<br />
In accoglimento di un ricorso dell’Agenzia<br />
delle Entrate dichiarato “manifestamente<br />
fondato” – e con decisione assunta in camera<br />
di consiglio (ritenendo superflua la<br />
discussione, che pure era stata richiesta) – <strong>è</strong><br />
stata così superata la questione (che si stava<br />
discutendo) sulla individuazione del periodo<br />
d’imposta in cui il relativo costo avrebbe<br />
dovuto (e potuto) essere dedotto (fiscalmente).<br />
E’ vero che per interpretare correttamente<br />
il contenuto di una Sentenza si dovrebbe<br />
conoscere il contesto “in fatto” e “in diritto”:<br />
a partire, nel caso di giudizio di terzo grado,<br />
dall’avviso di accertamento (quando non<br />
anche dal processo verbale di constatazione),<br />
per passare agli atti processuali (ricorso,<br />
memorie, Sentenza di 1° grado, appello,<br />
Sentenza di 2° grado, ecc.); ma il contenuto<br />
dell’Ordinanza <strong>è</strong> talmente perentorio e clamoroso<br />
da consentire una critica (garbata<br />
ma rigorosa) anche senza conoscere il “fascicolo”.<br />
12 ottobre10<br />
il contesto giuridico e il<br />
contenuto della ordinanza<br />
Premesso che le norme di riferimento erano<br />
quelle del “vecchio” Testo Unico delle Imposte<br />
sui Redditi (cio<strong>è</strong> quello vigente prima<br />
delle modifiche recate dal D.Lgs. 12 dicembre<br />
2003, n. 344) – quando la disciplina sul<br />
“reddito d’impresa” era contenuta nel titolo<br />
i - irPeF e non già del titolo ii - ires,<br />
come avviene a partire dal 2004 – va, prima<br />
di tutto, ricordato che il reddito imponibile<br />
(d’impresa) “deriva” dal risultato economico<br />
d’esercizio; e che le disposizioni recate<br />
dal T.U.II.RR. hanno la (sola) funzione di derogare<br />
(e talora di precisare) la valenza tributaria<br />
dei “componenti” (positivi e negativi)<br />
di reddito che trovano riscontro nelle “voci”<br />
del Conto economico (civilistico); in assenza<br />
di disposizioni specifiche nel T.U., valgono le<br />
“regole” del codice civile, integrato (in materia)<br />
dai principi contabili (nazionali e, talora,<br />
internazionali).<br />
Ne deriva che<br />
=la deducibilità (del costo) dei compensi<br />
agli amministratori, quale che sia il tipo di<br />
Società, dipende non da norme tributarie,<br />
ma dalle (preordinate) regole civilistiche e<br />
contabili;<br />
e, dato che - per le prestazioni di “gestione”<br />
che gli amministratori rendono alla Società -<br />
le stesse debbono imputare il relativo costo<br />
fra i componenti (negativi) di reddito del<br />
Conto economico;<br />
= tale deducibilità non dovrebbe essere<br />
messa in discussione: se non, per l’appunto,<br />
per ragioni di “imputazione a periodo” o –<br />
con molte cautele – di congruità nella misura<br />
del compenso che non fossero giustificate<br />
in rapporto alle prestazioni rese, al risultato<br />
economico conseguito e alla dimensione<br />
della Società.<br />
In effetti, le disposizioni tributarie in materia<br />
danno per “scontata” la deducibilità, limitandosi<br />
a sostituire al (generale) principio “di<br />
competenza” (che domina il reddito d’impresa)<br />
quello “di cassa”: per far corrispondere<br />
il periodo di deduzione (da parte della<br />
Società) con quello di dichiarazione (da<br />
parte del percipiente) del compenso; e, del<br />
resto, sarebbe assurdo stabilire “quando”<br />
quel costo va dedotto, se quel costo non<br />
fosse deducibile …<br />
Altro – e totalmente diverso – <strong>è</strong> il discorso<br />
che riguarda le imprese individuali, la<br />
cui disciplina viene evocata dalla Corte di<br />
Cassazione per giustificare la conclusione<br />
cui <strong>è</strong> pervenuta, dopo averne parificato la<br />
posizione con gli amministratori (delle Società<br />
di capitali): “non essendo individuabile<br />
(in capo agli stessi) in relazione alla (loro)<br />
attività gestoria, la formazione di una volontà<br />
imprenditoriale distinta da quella della<br />
società (…)”.<br />
Questa equiparazione <strong>è</strong> inaccettabile: non<br />
solo per la diversa regolamentazione di diritto<br />
positivo, ma anche perché il “compenso”<br />
per il lavoro prestato dall’imprenditore individuale<br />
<strong>è</strong> un “costo figurativo” (e non un<br />
“costo reale”): non avviene alcun trasferimento<br />
di prestazioni/denaro da un soggetto<br />
ad un altro, esaurendosi il tutto nell’ambito<br />
della (stessa) persona fisica; a differenza di<br />
quanto accade nelle Società, in cui si realizza<br />
un rapporto “bilaterale” fra un soggetto<br />
(persona fisica) e un altro (Società), sia che<br />
quest’ultimo sia dotato di (semplice) autonomia<br />
patrimoniale (Società di persone), sia,<br />
a maggiore ragione, che esso sia dotato di<br />
personalità giuridica (Società di capitali).<br />
L’equiparazione, dunque, non regge; e non<br />
può certo essere “inventato” un principio<br />
che neghi la deducibilità (fiscale) di costi<br />
effettivi - sostenuti dalle Società in adempimento<br />
e nel rispetto degli obblighi civilistici<br />
e statutari - debitamente deliberati e<br />
previamente imputati al Conto economico<br />
(del Bilancio d’esercizio), che costituisce “la<br />
base” della dichiarazione dei redditi.<br />
La disciplina tributaria dell’argomento si rinviene<br />
(o, meglio, si rinveniva)<br />
=per le società di persone, nel 3°<br />
comma dell’art. 62 dell’originario D.P.R.<br />
917/1986 per effetto del quale i compensi<br />
spettanti agli amministratori delle società in<br />
nome collettivo e in accomandita semplice<br />
sono deducibili nell’esercizio in cui sono<br />
corrisposti; e<br />
=per le società di capitali, nel successivo<br />
art. 95 (dello stesso D.P.R.), dato che il<br />
loro reddito doveva essere determinato<br />
secondo le disposizioni degli articoli da 52<br />
a 77 (e, quindi, anche dell’art. 62): per ciò<br />
stesso equiparando – in materia – la disciplina<br />
del reddito (d’impresa) delle Società<br />
di persone e di capitali (richiamo, quello<br />
dell’art. 95, stranamente ignorato dalla Ordinanza).<br />
Non <strong>è</strong> affatto pertinente – e, pertanto, <strong>è</strong><br />
irrilevante, ai fini che ci occupano – il 2°<br />
comma (del citato art. 62), per effetto del
quale non sono ammesse deduzioni a titolo<br />
di compenso del lavoro prestato o dell’opera<br />
svolta dall’imprenditore (e da altri familiari<br />
esplicitamente citati, a favore dei quali viene<br />
precisato che i compensi non ammessi<br />
in deduzione non concorrono a formare il<br />
reddito imponibile dei percipienti), per cui la<br />
pretesa equiparazione fra imprenditore e Società<br />
(solo di capitali!) in relazione al “potere<br />
volitivo” espresso dall’impresa non regge.<br />
conclusione<br />
A parte le discutibili premesse di ordine procedimentale,<br />
manca – nel Provvedimento in<br />
esame – quella (necessaria) “base economica”<br />
che consente un corretto “discorso<br />
giuridico” in materia di reddito d’impresa.<br />
L’Ordinanza 18702/10 omette di considerare<br />
a) che, nelle Società di qualunque tipo, il<br />
compenso agli amministratori <strong>è</strong> un dirittodovere<br />
che riguarda il Bilancio d’esercizio:<br />
in adempimento di obblighi di diritto sostanziale<br />
e non di diritto tributario: il Legislatore<br />
fiscale prende atto – come avviene di regola<br />
– della disciplina civilistico-contabile e si<br />
preoccupa solo di evitare che alla deduzione<br />
del compenso da parte della Società non<br />
corrisponda, nello stesso periodo d’imposta,<br />
la dichiarazione del compenso (= reddito)<br />
percepito dall’amministratore (di qui la<br />
disposizione fiscale della deducibilità “per<br />
cassa”);<br />
b) che la deducibilità del compenso agli<br />
amministratori risulta implicita (ed <strong>è</strong> presupposta)<br />
dalla regolamentazione solo tem-<br />
porale che ne fa l’art. 62 del V.T.U.; il quale<br />
(Titolo I) riguarda (direttamente) le Società<br />
di persone, ma <strong>è</strong> richiamato, per le Società<br />
di capitali, dall’art. 95 dello stesso Testo<br />
Unico. A partire dal 2004 (a seguito del<br />
D.Lgs. 344/2003), la regolamentazione della<br />
materia <strong>è</strong> cambiata, nel senso che il reddito<br />
d’impresa <strong>è</strong> disciplinato, ora, nel Titolo II<br />
(IRES, che riguarda le Società di capitali), ma<br />
a valere (ex art. 56) – se non diversamente<br />
disposto – anche per i soggetti IRPEF disciplinati<br />
nel Titolo I (imprenditori individuali<br />
e Società di persone); nella sostanza, però,<br />
nulla <strong>è</strong> cambiato, in quanto viene conservato<br />
– in entrambi i Titoli – il principio (stabile<br />
e risalente) di “dipendenza” del reddito (imponibile)<br />
d’impresa dal risultato economico<br />
d’esercizio.<br />
L’imprenditore individuale – indebitamente<br />
evocato – non c’entra, in questo contesto:<br />
il suo compenso (“figurativo”) non affluisce<br />
ad un altro soggetto, per cui il Legislatore ha<br />
considerato (giustamente) indeducibile quel<br />
“costo puramente teorico”; e quando ha<br />
voluto dichiarare “indeducibile” il compenso<br />
lavorativo di altre persone (legate all’imprenditore)<br />
non ha mancato di precisare<br />
(simmetricamente) che quei compensi non<br />
concorrono a formare il reddito imponibile<br />
dei percipienti... per cui, se fosse vero quello<br />
che si legge nell’Ordinanza in commento, la<br />
Società non potrebbe dedurre il costo per<br />
il compenso agli amministratori, ma questi<br />
non dovrebbero dichiararlo; e, se viene<br />
“ripreso a tassazione” a carico della prima,<br />
va riconosciuta la non imponibilità in capo<br />
“Non si riesce a capire per quale motivo i<br />
compensi dei componenti del consiglio di<br />
amministrazione non debbano essere deducibili.<br />
E’ una cosa senza senso”. E’ netto<br />
il commento di Alberto Toffolutti, presidente<br />
del Comitato per la Piccola Impresa di <strong>Confindustria</strong><br />
<strong>Udine</strong>, sulla recente ordinanza<br />
18702/10 della Corte di Cassazione che ha<br />
dichiarato la indeducibilità, nella determinazione<br />
del reddito imponibile delle società di<br />
capitali, dei compensi degli amministratori.<br />
“In questo modo – prosegue Toffolutti – si<br />
continua ad allontanare il bilancio civilistico<br />
dalla dichiarazione fiscale che va presentata<br />
all’Agenzia delle Entrate. Si creano due tipi di<br />
bilancio che danno vita a un sistema caotico,<br />
aumentando il lavoro e i costi dei consulenti<br />
fiscali. Rendere indeducibili i compensi degli<br />
amministratori fa aumentare il carico fiscale<br />
che, con le aliquote esistenti in Italia, finirà<br />
per mettere in crisi le aziende. Spero, come<br />
sostiene il dottor Lunelli, che si tratti di un<br />
incidente di percorso perché altrimenti agli<br />
ai percipienti … con tutto quel che ne deriverebbe,<br />
anche in termini di accertamento<br />
sintetico ex art. 38/600, ma soprattutto di<br />
rispetto del principio di capacità contributiva.<br />
La pronuncia della Corte di Cassazione costituisce<br />
– io credo – nient’altro che un “incidente<br />
di percorso” che rimarrà “isolato”,<br />
non essendo pensabile che possa avere un<br />
seguito: né legislativo, perché le norme,<br />
in questo caso, sono chiare (si tratta solo di<br />
applicarle); né giurisdizionale, se non per<br />
negarne la rilevanza alla prossima occasione<br />
in cui la Cassazione avrà modo di esprimersi<br />
sull’argomento; né amministrativo, dato<br />
che non <strong>è</strong> ragionevole pensare a un “diverso<br />
orientamento” – rispetto a quello consolidato<br />
nel tempo – della Agenzia delle Entrate<br />
sulla base di una (singola) decisione (quella,<br />
richiamata, del 2006, <strong>è</strong> un “fuor d’opera”);<br />
la quale, forse, meriterebbe di essere oggetto<br />
di una (non necessaria, ma gradita) attenzione<br />
– da parte dell’Agenzia – per mettere<br />
fine alle (a mio parere, ingiustificate) preoccupazioni<br />
dei molti operatori economici che<br />
operano – a vario titolo – nelle Società di<br />
capitali: in applicazione dei principi di “informazione”<br />
e di “collaborazione” voluti dallo<br />
Statuto dei diritti del contribuente di cui alla<br />
L. 212/2000 (che ha appena compiuto dieci<br />
anni).<br />
Roberto Lunelli,<br />
dottore commercialista, Presidente regionale<br />
e Vicepresidente Nazionale A.N.T.I.<br />
Associazione Nazionale Tributaristi Italiani<br />
toFFoLutti: “decisione senza senso”<br />
Alberto Toffolutti<br />
economia<br />
imprenditori non rimarrà che la scelta di farsi<br />
assumere, come già <strong>è</strong> successo in passato,<br />
come dirigenti dalle aziende che possiedono,<br />
ma dal punto di vista organizzativo interno<br />
e di deleghe operative (quindi responsabilità)<br />
si creerebbe una contraddizione<br />
difficile da risolvere. Inoltre, anche così, nelle<br />
imprese dove ci sono membri esterni nel<br />
cda, non si risolverebbe il problema. Forse<br />
l’intento dell’ordinanza era quello di colpire<br />
gli eccessi nei compensi pagati proprio agli<br />
amministratori esterni, ma – conclude –<br />
così si <strong>è</strong> solo creata una gran confusione.<br />
Le soluzioni sono molte e sono dettate da<br />
tutte le normative che il dottor Lunelli ha<br />
evidenziato. I consulenti aziendali, dottori<br />
commercialisti e fiscalisti si sono già messi<br />
nelle condizioni di consigliare le imprese nella<br />
costruzione di un equilibrio operativo che<br />
non va a creare disarmonie all’interno dei<br />
bilanci societari”.<br />
C.T.P.<br />
ottobre10 13
orizzonti<br />
Focus- Fisco<br />
gLi iMPrenditori:<br />
“La crescita va incentivata”<br />
“Servono – spiega Adriano Luci, presidente<br />
di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> – meccanismi di<br />
facile applicazione, come quello del credito<br />
d’imposta, che consentano alle aziende<br />
che investono di ottenere vantaggi fiscali.<br />
Bisogna, poi, ridurre le tasse sul lavoro in<br />
modo che i lavoratori possano contare su<br />
stipendi maggiori, così come sarebbe auspicabile<br />
l’introduzione del quoziente familiare<br />
per aiutare le famiglie più numerose<br />
tanto più in una fase di decrescita demografica<br />
come quella che il nostro Paese sta<br />
vivendo da anni. Certamente agevolare gli<br />
investimenti delle imprese <strong>è</strong> utile non solo<br />
alle aziende che se li possono permettere,<br />
ma anche all’economia in generale perché<br />
creano lavoro e, quindi, indirettamente<br />
anche nuovo gettito fiscale”.<br />
“Il Paese – afferma Giovanni Fantoni – ha<br />
sia il problema di stimolare i consumi,<br />
sia quello di aumentare la competitività<br />
e la patrimonializzazione delle imprese.<br />
La riduzione della tassazione <strong>è</strong>, quindi,<br />
auspicata tanto da chi <strong>è</strong> soggetto all’Irpef<br />
14 ottobre10<br />
Adriano Luci<br />
Giovanni Fantoni<br />
quanto dalle aziende. Evidentemente ciò<br />
richiede una non facile scelta politica. Da<br />
imprenditori siamo più portati a privilegiare<br />
la necessità delle imprese. Il problema<br />
vero <strong>è</strong>, però, comprendere se la politica fiscale<br />
del governo e soprattutto la garanzia<br />
di affidabilità del Paese che il governo e il<br />
ministro Tremonti sono riusciti a preservare<br />
in questi anni di crisi, siano compatibili<br />
con una manovra di riduzione fiscale. E’<br />
un fatto che può valutare solo chi ha sottomano<br />
i conti del Paese, ma non penso<br />
che da qui a uno o due anni ci possano<br />
essere le condizioni per operare in termini<br />
significativi sul fronte fiscale. Può, tuttavia,<br />
essere impostato un ragionamento di prospettiva<br />
che sarebbe, comunque, estremamente<br />
positivo perché creerebbe un clima<br />
di maggior fiducia sul futuro dell’economia<br />
italiana”.<br />
Chiara Valduga<br />
“L’utilizzo della leva fiscale per agevolare la<br />
ripresa – sostiene Chiara Valduga – <strong>è</strong> una<br />
necessità. Per quanto riguarda, poi, quali<br />
forme utilizzare, a mio avviso, bisognerebbe<br />
aiutare le aziende negli investimenti<br />
riproponendo forme come la Tremonti<br />
Ter perché le imprese non devono essere<br />
solo lasciate sopravvivere, ma aiutate a<br />
crescere. Sarebbe, poi, utile riproporre lo<br />
strumento del credito d’imposta per stimolare<br />
innovazione e ricerca che era uno<br />
strumento agile e snello molto gradito alle<br />
aziende, ma che successivamente <strong>è</strong> stato<br />
prima reso di difficile utilizzo e, poi, eliminato.<br />
Aprendo il discorso al sistema fiscale<br />
italiano, ritengo, inoltre, che sarebbe auspi-<br />
cabile riformare l’Irap che attualmente penalizza<br />
le aziende che impiegano personale<br />
e le aziende indebitate. Sappiamo che<br />
lo spazio di manovra <strong>è</strong> limitato, ma vanno<br />
privilegiate quelle azioni che possono dare<br />
un futuro alla produzione perché questa<br />
significa posti di lavoro e trascina l’intera<br />
economia del Paese”.<br />
Matteo Tonon<br />
“E’ fondamentale – chiarisce, infine,<br />
Matteo Tonon - pensare nell’immediato<br />
futuro all’utilizzo della leva fiscale. Non<br />
possiamo, infatti, dimenticare che la ricerca<br />
applicata nelle nostre aziende non<br />
trova più alcuna forma di gratificazione in<br />
termini fiscali, nonostante essa sia l’unica<br />
chiave che consente alle imprese di mantenersi<br />
competitive. Tutto ciò va inserito<br />
in un più complessivo meccanismo di<br />
riduzione fiscale che permetta alle aziende<br />
di recuperare competitività attraverso gli<br />
investimenti e alle famiglie di riguadagnare<br />
potere d’acquisto e capacità di consumo.<br />
Per quanto riguarda, infine, la Regione<br />
bisogna ripensare lo sconto Irap basandolo<br />
su parametri che siano più raggiungibili<br />
dalle imprese, visto che quelli originari<br />
erano stati pensati in un momento di sviluppo,<br />
mentre oggi bisognerebbe rendere<br />
disponibile lo sconto a quelle aziende che<br />
riescono a mantenere le proprie posizioni”.<br />
questo modo, a oggi, l’ente può contare<br />
su buone dotazioni di risorse professionali<br />
e strumentali che rappresentano la condizione<br />
iniziale necessaria per valutare ulteriori<br />
esigenze e formulare nuove proposte<br />
operative con particolare riferimento: alla<br />
fornitura dei servizi in rete/internet per<br />
l’accesso via web, oltre ad informazioni<br />
di tipo “testuale” (normativa tecnicourbanistica<br />
o modulistica d’insediamento),<br />
alle info del portale cartografico “Ziuweb”<br />
che consente, ad esempio, di visualizzare<br />
il Piano Urbanistico della ZIU (Piano Territoriale<br />
Infraregionale), la localizzazione in<br />
mappa delle aziende insediate, ecc.).<br />
C.T.P.
ottobre10 15
economia<br />
<strong>Confindustria</strong> Flash<br />
giovani talenti in mostra a Majano<br />
Il taglio del nastro all’interno di ExPro<br />
Majano (foto Gasperi)<br />
“E’ un contenitore di passione, energia ed<br />
idee che può diventare contaminante per<br />
la creazione di maggiori opportunità; <strong>è</strong> un<br />
mezzo di espressione della creatività degli<br />
studenti che incentiva tanto la cultura del<br />
sapere quanto quella del fare”.<br />
Così Rossana Girardi, delegata alla Cultura<br />
di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>, ha inaugurato a<br />
fine luglio la mostra – ospitata all’interno<br />
di ExPro, la vetrina delle attività produttive<br />
del Festival di Majano - interamente dedicata<br />
all’esposizione dei progetti realizzati<br />
dagli 80 studenti dell’Istituto d’Arte G.<br />
Sello di <strong>Udine</strong> e Ipsia Mattioni di San Giovanni<br />
al Natisone che hanno partecipato al<br />
Concorso per giovani talenti DAM, giunto<br />
alla 2° edizione.<br />
Incontro con il<br />
nuovo questore<br />
Tozzi<br />
La sicurezza <strong>è</strong> essenziale per lo svolgimento<br />
delle attività economiche. Ed <strong>è</strong> in questo senso<br />
importante la continuità della collaborazione da<br />
tempo e positivamente instaurata tra la Questura<br />
e <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>.<br />
Lo hanno sottolineato il nuovo Questore di <strong>Udine</strong>,<br />
Antonio Tozzi, ed il Presidente di <strong>Confindustria</strong><br />
<strong>Udine</strong> Adriano Luci nel corso di un incontro.<br />
Il Questore ha apprezzato lo spirito imprenditoriale<br />
e la laboriosità dei friulani che contribuiscono<br />
a rendere “tranquilla” dal punto di vista della<br />
sicurezza <strong>Udine</strong> e la sua provincia. L’attenzione<br />
va mantenuta alta comunque puntando in particolare<br />
sulla prevenzione, tenuto conto anche<br />
della prossimità con il confine. Il rapporto con le<br />
rappresentanze di categoria <strong>è</strong> un elemento rafforzativo<br />
dell’attività di prevenzione e controllo.<br />
Luci ha assicurato al riguardo piena disponibilità<br />
apprezzando lo sforzo delle forze di polizia per<br />
garantire la piena vivibilità del territorio.<br />
16 ottobre10<br />
All’inaugurazione sono<br />
intervenuti, tra gli altri, Roberto Molinaro,<br />
assessore regionale all’Istruzione, Cultura e<br />
Formazione; Claudio Zonta, sindaco di Majano;<br />
Daniele Stefanutti, presidente di Pro<br />
Majano; Matteo Tonon, vice-presidente di<br />
<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>; Egidio Babuin e Felice<br />
Pietro Fanizza, direttori della Rino Snaidero<br />
Scientific Foundation.<br />
DAM (Design Accessori Moda...e Mobile)<br />
<strong>è</strong> il primo concorso per giovani talenti<br />
promosso da <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> con l’obbiettivo<br />
di stimolare lo sviluppo della capacità<br />
creativa applicata al design e la ricerca<br />
di soluzioni innovative nella progettazione<br />
di un prodotto. L’iniziativa <strong>è</strong> patrocinata da<br />
MittelModa e dalla Delegazione FVG ADI<br />
Associazione Designer Industriali e supportata<br />
dalle aziende Trudi di Tarcento, Ferca<br />
81 (marchio milly) e Mabi International<br />
(marchio Andrea Mabiani) di San Daniele<br />
del Friuli, Effezeta di Premariacco, Frag di<br />
Pradamano, Gervasoni di Pavia di <strong>Udine</strong> e<br />
Tonon & C. di Manzano, con il contributo<br />
di Banca di Cividale.<br />
La collaborazione scuola/impresa <strong>è</strong> stata<br />
rafforzata attraverso la programmazione di<br />
momenti di interazione e confronto con<br />
Le priorità del<br />
Distretto della<br />
Sedia<br />
Adriano Luci e Silvano Zamò<br />
Il Distretto della Sedia ha vissuto negli<br />
ultimi dieci anni una profonda ristrutturazione<br />
che ne ha modificato le caratteristiche<br />
operative: attenzione al mercato,<br />
centralità del prodotto, sviluppo della rete<br />
distributiva, qualità e design rappresentano<br />
gli aspetti salienti del cambiamento<br />
strutturale. Questi fattori vanno sviluppati<br />
attraverso i processi di aggregazione per<br />
superare il vincolo dimensionale e la pro-<br />
i titolari ed i collaboratori delle aziende<br />
partner e con la Fondazione Scientifica<br />
Rino Snaidero.<br />
L’assessore regionale Molinaro ha avuto<br />
parole di plauso per l’iniziativa di <strong>Confindustria</strong><br />
<strong>Udine</strong>: “Abbiamo sempre più bisogno<br />
– ha dichiarato – di creare connessioni<br />
stabili tra mondo del lavoro e mondo della<br />
scuola”. Nel mese di ottobre, a Palazzo<br />
Torriani, avranno luogo la consegna dei attestati<br />
di partecipazione a tutti gli studenti<br />
che si sono confrontati con questa sfida<br />
e la premiazione del vincitore di ciascuna<br />
delle quattro categorie in concorso: scarpe<br />
modello “ballerina”, cinture e fibbie, giocattoli<br />
cavalcabili (ride on) e sedie o sgabelli.<br />
I vincitori sono stati decretati da una giuria<br />
qualificata composta dai designer professionisti<br />
Anna Lombardi, Giovanni Cortinovis,<br />
Fabio Di Bartolomei, Renato Mosanghini<br />
e Alberto Pratelli (in rappresentanza<br />
dell’ADI), dagli imprenditori Mario Biasutti,<br />
Paola Candusso e Isidoro Tosoni e dalla<br />
rappresentante di MittelModa Veronica<br />
Dall’Osso.<br />
Barbara Franceschelli<br />
Area organizzazione Marketing Sviluppo<br />
<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />
mozione della qualità puntando sull’utilizzo<br />
dei sistemi di certificazione.<br />
Su questi indirizzi hanno convenuto il presidente<br />
della Banca di credito cooperativo<br />
di Manzano, Silvano Zamò, ed il presidente<br />
di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>, Adriano Luci,<br />
che hanno approfondito assieme le strategie<br />
per il potenziamento del distretto.<br />
Silvano Zamò, in particolare, ha voluto<br />
ricordare l’impegno della Banca di Manzano<br />
per il distretto e le iniziative che intende<br />
realizzare in sintonia con la programmazione<br />
dell’ASDI e con la collaborazione,<br />
per gli aspetti tecnici, del CATAS: anche<br />
attraverso specifici interventi finanziari<br />
l’obiettivo della Banca <strong>è</strong> rivolto a sostenere<br />
le operazioni di integrazione tra le imprese<br />
del distretto sino alle vere e proprie<br />
aggregazioni ed a promuovere le forme<br />
di certificazione, da quelle per la qualità a<br />
quelle ambientali.<br />
Zamò e Luci hanno poi convenuto sulla<br />
necessità di collegamenti veloci, sicuri e<br />
meno impattanti dal punto di vista ambientale.<br />
Per questo non <strong>è</strong> rinviabile la<br />
realizzazione del collegamento Manzano-<br />
Palmanova”.
service vice<br />
ARR La Qualità Elevata<br />
carrelli elevatori<br />
ottobre10 17
catas: presto<br />
un nuovo<br />
laboratorio<br />
di ricerca in<br />
camerun<br />
Roberto Snaidero, presidente del Catas<br />
Catas, il più grande istituto italiano<br />
di ricerca e prove nel settore legnoarredo<br />
di San Giovanni al Natisone,<br />
ha siglato un protocollo d’intesa con il<br />
Ministero delle Foreste del Camerun<br />
per realizzare un laboratorio di test e<br />
un centro di formazione per insegnare<br />
in loco come utilizzare al meglio la<br />
materia prima. Forte del suo know-how<br />
nel settore, l’istituto friulano <strong>è</strong> stato<br />
contattato direttamente dalle istituzioni<br />
del Paese africano per collaborare ad<br />
un progetto che possa diffondere<br />
una maggiore cultura nel settore della<br />
forestazione, favorendo la tutela e la<br />
gestione sostenibile. Dapprima a marzo<br />
una delegazione italiana ha incontrato<br />
il ministro delle Foreste e della Fauna,<br />
il ministro del Commercio, delle<br />
Piccole Medie Imprese e il delegato<br />
del Primo Ministro. In seguito c’<strong>è</strong> stata<br />
la spedizione a Yaunde, capitale del<br />
Cameurun, che ha portato alla firma<br />
dell’accordo. “Si tratta di un progetto<br />
molto interessante e ambizioso – ha<br />
dichiarato Roberto Snaidero, presidente<br />
dell’istituto friulano – che ci consentirà<br />
di trasferire in Camerun il nostro<br />
bagaglio di esperienze e conoscenze<br />
in materia, contribuendo allo sviluppo<br />
di uno dei Paesi chiave della Comunità<br />
economica e monetaria dell’Africa<br />
centrale. Il nostro istituto fornirà tutti i<br />
macchinari e le attrezzature necessari<br />
per la ricerca e i test su materiali<br />
e prodotti – ha concluso Snaidero<br />
– e la sua expertise nel campo<br />
della formazione con l’obiettivo di<br />
diffondere Cos’hanno una in vera comune cultura un del ospedale, legno un isti-<br />
e tuto insegnando di vigilanza a utilizzare e un’azienda nel miglior di produzione<br />
modo a ciclo possibile continuo? la materia Lavorano prima. tutto A l’anno fine con<br />
settembre orario “no avremo stop”, hanno ulteriori un’organizzazione<br />
sviluppi”.<br />
18 ottobre10<br />
economia<br />
Aziende flash<br />
Framework. Geometrie lineari per<br />
la nuova collezione FANTONI<br />
Framework la nuova soluzione Fantoni per l’ufficio<br />
Forme geometriche e volumi lineari caratterizzano<br />
la nuova soluzione del gruppo Fantoni,<br />
adatta alla progettazione di spazi operativi per<br />
la sua funzionalità e modularità. L’ambiente<br />
lavorativo <strong>è</strong> diventato sempre più dinamico<br />
e perciò richiede arredi versatili che siano in<br />
linea con le tendenze estetiche dell’ufficio<br />
moderno. La proposta di Fantoni si chiama<br />
Framework. Il tavolo da lavoro dal piano sottile<br />
<strong>è</strong> l’elemento caratterizzante del progetto, grazie<br />
alla sua stabilità data dalla rotaia di suppor-<br />
“staFF PLanner”,<br />
il software<br />
“intelligente” per<br />
organizzare il lavoro<br />
Cos’hanno in comune un ospedale, un istituto<br />
di vigilanza e un’azienda di produzione<br />
a ciclo continuo? Lavorano tutto l’anno con<br />
orario “no stop”, hanno un’organizzazione<br />
complessa e devono garantire un servizio<br />
sempre efficiente. Staff Planner, il dispositivo<br />
nato nel centro di sviluppo software di Inaz<br />
srl, la più grande azienda italiana specializzata<br />
in soluzioni per la gestione delle risorse<br />
umane, pianifica turni e calendari di lavoro<br />
in funzione delle esigenze e delle priorità.<br />
Basta inserire i dati di partenza e il dispositivo<br />
confronta le migliori soluzioni possibili e<br />
restituisce la programmazione ottimale. Alla<br />
sua realizzazione ha collaborato Easy Staff<br />
srl, l’impresa insediata al Parco Scientifico e<br />
Tecnologico Luigi Danieli di <strong>Udine</strong> e specializzata<br />
nello sviluppo di tecniche algoritmiche<br />
innovative per l’ottimizzazione del personale.<br />
I ricercatori di Easy Staff hanno messo a punto<br />
l’algoritmo risolutivo alla base del sistema.<br />
“Il dispositivo – spiega Fabio De Cesco, ingegnere<br />
gestionale e socio fondatore di Easy<br />
Staff - funziona come un navigatore stradale<br />
che confronta i diversi percorsi disponibili e<br />
to in acciaio. E’ proposto in due versioni, con<br />
telaio a filo del piano oppure dotato di schermi<br />
laterali attrezzabili che rendono l’ambiente<br />
più completo. Con piani di lavoro da 140 fino<br />
a 360 cm, 5 colori e 3 diverse essenze, Framework<br />
<strong>è</strong> adatto alla realizzazione di postazioni<br />
di lavoro multiple. Cassettiere, pannelli divisori,<br />
contenitori, mobili a giorno e di servizio<br />
completano l’elemento scrivania per creare<br />
ambienti personalizzati, utilizzando al meglio<br />
gli spazi disponibili e conferendo all’open<br />
space caratteristiche di maggiore riservatezza.<br />
I contenitori, rifiniti anche sul retro da pannelli<br />
lisci o fonoassorbenti, possono essere utilizzati<br />
come elementi di arredo indipendenti.<br />
Oltre ad elementi quali lavagne magnetiche<br />
e cestello portacavi, una linea di accessori in<br />
plexiglas satinato arricchiscono la collezione<br />
per rendere la postazione di lavoro sempre<br />
più personalizzabile e maggiormente confortevole,<br />
grazie anche alla nuova linea di cuscini<br />
per cassettiere e gli allunghi.<br />
seleziona quello più conveniente sulla base<br />
di diversi parametri, variabili e imprevisti”.<br />
Anche Staff Planner <strong>è</strong> in grado di tener<br />
conto di vincoli che possono influenzare le<br />
scelte organizzative come i diversi carichi di<br />
lavoro legati alla variabilità temporale della<br />
domanda, i vincoli contrattuali e normativi<br />
o i costi del personale. “Sono fattori – spiega<br />
il project manager di Inaz Staff Planner<br />
Carlo Lissoni – che entrano in gioco nell’organizzazione<br />
del lavoro, si tratta infatti di<br />
combinare esigenze diverse in funzione dei<br />
risultati attesi”. “Oggi, nel settore pubblico<br />
come nel privato – aggiunge Piero Ricaldone<br />
direttore commerciale di Inaz – , convivono<br />
due esigenze: l’ottimizzazione delle risorse<br />
e l’estensione del servizio. Sono, poi, in crescita<br />
le esigenze di flessibilità, ottimizzazione<br />
e specializzazione. Gli strumenti disponibili<br />
sul mercato soffrivano in molti casi di una<br />
certa rigidità, mentre Staff Planner consente<br />
di effettuare un’accurata analisi iniziale<br />
dell’organizzazione e delle sue esigenze e di<br />
confrontare scenari diversi”.
ottobre10 19
economia<br />
Aziende flash<br />
Da LINEA FABBRICA<br />
sedute per la<br />
presidenza del<br />
Consiglio dei<br />
Ministri<br />
“Il Segretariato Generale ci ha contattato<br />
direttamente chiedendo quotazioni e specifiche<br />
di alcune sedute che avevano avuto<br />
modo di visionare sul nostro sito web. Noi<br />
abbiamo risposto alla loro richiesta di informazioni,<br />
ma credevamo che la cosa finisse<br />
lì e, invece, la fornitura a Roma all’Ufficio<br />
di Presidenza del Consiglio dei Ministri <strong>è</strong><br />
diventata realtà”.<br />
La soddisfazione, mista a sorpresa, <strong>è</strong> di<br />
Massimiliano Zamò, contitolare, assieme<br />
al padre Lucio e a Laurino Zuccolo, della<br />
Linea Fabbrica srl di Manzano, azienda del<br />
Triangolo specializzata nella produzione e<br />
commercializzazione di sedie e poltrone<br />
per l’ufficio e il contract. “A essere prescelta<br />
– ha spiegato Massimiliano Zamò<br />
– <strong>è</strong> stata la nostra seduta Hi-Tech, nuovo<br />
modello direzionale caratterizzato dalle<br />
linee ergonomiche e dal massimo comfort<br />
grazie allo schienale in rete e alle evolute<br />
meccaniche sincronizzate”.<br />
Fondata nel 1978, Linea Fabbrica oggi occupa<br />
a Manzano 30 dipendenti per un fatturato<br />
che nel 2009 si <strong>è</strong> attestato intorno<br />
ai 15milioni di euro che arrivano a 18milioni<br />
di euro comprendendo la controllata<br />
francese Linea France-Polmarg.<br />
“Siamo i secondi produttori in Italia per<br />
il settore ufficio professionale – ha ricor-<br />
i vincitori<br />
del concorso<br />
“dalla scuola<br />
dell’energia<br />
all’energia per<br />
le scuole”<br />
Sono la scuola primaria di Bordano (sezione<br />
junior) e l’Isis “Fermo Solari” di<br />
Tolmezzo (sezione senior) i vincitori della<br />
prima edizione del concorso “Dalla scuola<br />
dell’energia all’energia per le scuole”. Entrambe<br />
le scuole vincitrici avevano presentato<br />
un progetto di un forno solare. Il concorso,<br />
indetto dalla “Scuola dell’Energia sul<br />
20 ottobre10<br />
La seduta Hi-Tech di Linea Fabbrica<br />
dato il presidente Lucio Zamò – e disponiamo<br />
in Italia di quattro strutture per una<br />
produzione annua di 400mila sedute con<br />
molte proposte diverse che esponiamo<br />
nei due show-room di 800 metri quadri<br />
all’interno del nuovo stabilimento di 9mila<br />
metri quadri che abbiamo inaugurato a<br />
Manzano nel 2007”.<br />
Anche se nel caso della Presidenza del<br />
Consiglio dei Ministri il sito web ha funzionato<br />
davvero bene, Zamò padre e figlio<br />
sono convinti che alla base del successo<br />
occorra comunque un preciso cambio<br />
di mentalità, ovvero a un ritorno dell’imprenditore<br />
con la valigia sempre in mano:<br />
“Internet e le e-mail vanno bene – hanno<br />
spiegato -, ma l’imprenditore per fare<br />
affari deve soprattutto viaggiare, cercando<br />
nuovi mercati e privilegiando il contatto<br />
umano”.<br />
Lago dei Tre Comuni”, metteva in palio un<br />
impianto fotovoltaico di minimo 3 Kw di<br />
potenza nominale che sarà installato nei<br />
plessi scolastici di Bordano e Tolmezzo.<br />
Alla competizione erano iscritte 12 scuole,<br />
oltre alle due vincitrici: l’istituto comprensivo<br />
di Palazzolo dello Stella, l’Isis “D’Aronco”<br />
di Gemona del Friuli, l’Iti “Malignani”<br />
di <strong>Udine</strong>, l’istituto d’istruzione superiore di<br />
Spilimbergo, l’istituto comprensivo “Giacich”<br />
di Monfalcone, l’istituto comprensivo<br />
“Carducci” di Lignano Sabbiadoro, l’istituto<br />
tecnico per geometri “Fabiani” di Trieste,<br />
la scuola primaria di Alesso e infine, la<br />
scuola primaria “4 Novembre” di <strong>Udine</strong>.<br />
“Siamo convinti – ha dichiarato il Sindaco<br />
di Bordano, Gianluigi Colomba – che la<br />
partecipazione al concorso sia stata un’occasione<br />
per tutti per vivere concretamente<br />
l’energia”.<br />
gazeL, un<br />
modo nuovo di<br />
concepire lo stile<br />
Gaz<strong>è</strong>l, il marchio<br />
friulano, nelle sue<br />
proposte vuole<br />
comunicare uno<br />
stile, non un<br />
canone rigido a<br />
cui sottostare;<br />
mescola temi e<br />
motivi. Non <strong>è</strong><br />
“moda”, ma sono<br />
spunti e idee per<br />
la donna contemporanea.<br />
Per Alessandra<br />
Verona , Gaz<strong>è</strong>l<br />
<strong>è</strong> un intero cor-<br />
Alessandra Verona, di Gaz<strong>è</strong>l<br />
redo di abiti e<br />
accessori, borse<br />
da giorno, cappelli, acconciature da sera, gioielli,<br />
sciarpine e scarpe, un mondo di moda pensato<br />
per una donna leggiadra e indipendente.<br />
Per realizzare il suo progetto Alessandra Verona<br />
ha raccolto sotto il marchio friulano nato nel<br />
2002, un team composto da Nicoletta Marcigotto,<br />
Valentina Gabaglio, Enrica Piccinini, Fabio<br />
Galante oltre agli stager annuali provenienti<br />
dalle migliori scuole di moda come Carlotta<br />
Gregoratti. Collaborano alla creazione dell’immagine<br />
Gaz<strong>è</strong>l anche le modelle, protagoniste<br />
di sfilate e dei cataloghi delle due collezioni<br />
annuali, il fotografo Michele Biasutti e il grafico<br />
Stefano Gazzola oltre all’ufficio stampa interno<br />
curato da Patrizia Novajra e a quello milanese<br />
di Pia Bianchi.<br />
In settembre Gaz<strong>è</strong>l era presente con la Collezione<br />
Primavera - Estate 2011 alla fiera parigina<br />
Premi<strong>è</strong>re Classe conseguendo un lusinghiero<br />
+60% sulle vendite e a Milano Prêt À Porter.<br />
Tanta passione, tanto impegno hanno trovato<br />
il loro giusto riconoscimento, e il marchio corre<br />
agile come una gazzella, mietendo successi sia<br />
in Italia che all’estero. Oggi, infatti, <strong>è</strong> venduto,<br />
tra gli altri, da Bstore a <strong>Udine</strong>, Trevisan e Cravatterie<br />
italiane a Milano, Human Woman a Tokyo,<br />
Victoire a St. Tropez, Boutique Nac a Madrid e<br />
da Vanity Shop ad Atene (www.gazel.it)
ottobre10 21
economia<br />
aziende<br />
Fc iMPianti tecnoLogici:<br />
diversificare per conquistare il mercato<br />
Una visione imprenditoriale moderna e flessibile: <strong>è</strong> questo il biglietto<br />
da visita della FC impianti tecnologici srl, nata nel 1996 sulla<br />
base di una grande esperienza tecnica nel settore impiantistico.<br />
L’ azienda <strong>è</strong> oggi organizzata in tre divisioni operative. Al core<br />
business, rappresentato dagli impianti tecnologici e le tecnologie<br />
innovative, si sono infatti aggiunte le divisioni “Casa” e “General<br />
Contractor”. Quest’ultima, in particolare, ha assunto proporzioni<br />
fondamentali per la FC, divenendo presto elemento caratteristico<br />
e di punta sia per la portata degli interventi che per l’alta qualità<br />
richiesta e prodotta. La specializzazione in opere medio-grandi,<br />
supportata da un’evoluzione dell’attestazione SOA sia nelle categorie<br />
che nelle classi di certificazione, ha portato l’FC a divenire<br />
uno dei punti di riferimento in questo settore. Il settore “General<br />
Contractor” rappresenta oggi circa il 60% del valore di produzione<br />
FC, attestando il fatturato del 2009 ad oltre 9 milioni di euro.<br />
La divisione “Casa”, infine, ha rilanciato un nuovo modo di intendere<br />
le realizzazioni immobiliari residenziali, proponendo un<br />
approccio quasi sartoriale alla progettazione ed alla realizzazione<br />
delle unità, tutte ville indipendenti di alta qualità, pensate per la<br />
famiglia moderna e certificate alle più alte classi energetiche.<br />
“L’attenzione – spiega Lorenzo Franceschinis, titolare della FC -<br />
che da sempre l’azienda dedica al benessere, al comfort ed alla<br />
massima convenienza possibile per i propri clienti, nel 2010 ha<br />
condotto la FC ad integrare la propria preparazione e competenza,<br />
sia in ambito civile che industriale, con lo sviluppo di una divisione<br />
operativa votata al presidio delle tecnologie applicate all’utilizzo<br />
integrato delle risorse rinnovabili (solare, fotovoltaico, cogenerazione,<br />
rigenerazione, geotermia, etc.), divisione che ha offerto indicazioni<br />
importanti già nei soli primi trimestri di operatività”.<br />
L’ FC impiega oggi una sessantina di dipendenti, <strong>è</strong> localizzata a<br />
San Giorgio di Nogaro su di un’area di oltre 4’000 mq e oltre<br />
300 mq di uffici e laboratori tecnici; vanta inoltre un parco mezzi<br />
composto da una decina di mezzi stradali, mezzi d’opera, terne ed<br />
attrezzature per lavori in quota oltre i 25 metri. Oltre 5’000 mq di<br />
ponteggi certificati completano il quadro delle attrezzature e degli<br />
strumenti, che rendono di fatto possibili lavori di diversa portata e<br />
complessità.<br />
Il mercato di riferimento su cui opera la FC, e verso il quale <strong>è</strong> pia-<br />
22 ottobre10<br />
Lorenzo Franceschinis e Desia Corso<br />
nificato lo sviluppo sul breve – medio periodo, <strong>è</strong> anzitutto identificabile<br />
dal punto di vista geografico nel territorio regionale del Friuli<br />
Venezia Giulia e del Veneto.<br />
In particolare, attualmente il settore “General Contractor” vede<br />
uno sviluppo costante in entrambe le aree regionali, mentre i<br />
settori degli impianti tecnologici ed immobiliare conseguono la<br />
maggior parte dei propri risultati in ambito friulano: obiettivo <strong>è</strong><br />
il rafforzamento di tali posizioni ed un’omogenea ripartizione dei<br />
fatturati nelle diverse aree.<br />
Il mercato del General Contractor, in questo momento si caratterizza<br />
di due elementi fondamentali: l’elevazione dei limiti per<br />
l’indizione di procedure negoziate ad invito -in termini di importi<br />
e numero di inviti possibili- per le Amministrazioni Comunali e la<br />
necessità dei Comuni stessi di rispettare il patto di stabilità.<br />
Secondo Franceschinis “Questi due elementi combinati permettono<br />
alla FC di presidiare il mercato su due livelli: attraverso un’intensa<br />
attività di relazioni istituzionali e costante informazione per il<br />
presidio degli inviti alle procedure ed attraverso l’offerta integrata<br />
di soluzioni tecniche ed economico–finanziarie, grazie a prestigiose<br />
partnership in ambito finanziario e di leasing pubblico, al fine<br />
di agevolare le Amministrazioni stesse nella redazione dei bandi e<br />
nell’allocazione delle risorse”.<br />
Per quanto riguarda il settore delle tecnologie innovative e degli<br />
impianti tecnologici, il mercato attuale impone una riflessione: le<br />
aree industriali del territorio ed in particolare della Bassa Friulana<br />
comportano la richiesta di interventi ad alta specializzazione e di<br />
dimensioni importanti, da svolgere secondo la formula “chiavi in<br />
mano” e con un necessario contenimento di tempi e costi. Dal<br />
punto di vista organizzativo, quindi, la struttura FC <strong>è</strong> idonea a<br />
supportare tale domanda in quanto l’ufficio tecnico, la gestione<br />
dei materiali e la manodopera interna sono garanzia di presidio<br />
costante delle opere, mentre la predisposizione ed i collaudati<br />
contratti e relazioni dell’azienda permettono di operare con importanti<br />
e sicure collaborazioni, che diventano elemento strategico di<br />
sviluppo.<br />
Per quanto concerne la divisione immobiliare la FC si <strong>è</strong> specializzata<br />
nella realizzazione di unità abitative unifamiliari indipendenti<br />
ad alta efficienza energetica, vere e proprie villette singole, organizzate<br />
in piccoli borghi riservati e protetti: questa scelta fa da battistrada<br />
per lo sviluppo di una vera e propria divisione real estate,<br />
organizzata ed operativa in pieno “stile FC”.<br />
“Rispetto alle fonti di finanziamento – argomenta Franceschinis<br />
- l’ FC ricorre abitualmente a capitale di prestito presso gli istituti<br />
di credito del territorio nazionale, dimostrando anche in questo<br />
modo che la serietà, la precisione e lo sviluppo di relazione sul<br />
lungo termine garantiscono la fiducia ed il pieno supporto dagli<br />
steakeholders e dagli attori del mercato”.<br />
La costanza e la solidità delle informazioni desumibili dai bilanci<br />
aziendali e dalla comunicazione economico-finanziaria qualificano<br />
la FC quale soggetto a basso rischio sia alla luce dei principali parametri<br />
di rating che in virtù di indicatori oggettivi e soggettivi desumibili<br />
dall’esperienza e dalla conoscenza quotidiana delle opere<br />
e delle persone che costituiscono l’FC.<br />
M. D. L.
ottobre10 23
economia<br />
aziende<br />
Saper superare le difficoltà, adattandosi<br />
ai cambiamenti e, se serve, ripensare<br />
completamente la propria attività, pur<br />
di portare avanti l’azienda nel miglior<br />
modo possibile. E’ una caratteristica di<br />
tutti i bravi imprenditori ed <strong>è</strong> quello che<br />
stanno dimostrando di saper fare con<br />
passione, tenacia e abnegazione i fratelli<br />
Alvio e Giovanni De Simon. Eredi della<br />
storica azienda osovana di produzione di<br />
autobus e pullman, i due fratelli hanno<br />
portato avanti l’attività originaria fino a<br />
quando le condizioni del mercato lo hanno<br />
consentito. Negli ultimi esercizi, però, la<br />
crescente concorrenza dei grandi gruppi<br />
che hanno delocalizzato gli stabilimenti<br />
produttivi in Paesi a basso costo della<br />
24 ottobre10<br />
Alvio De Simon<br />
Foto di gruppo in occasione dell’ultimo bus MM10 costruito da De Simon<br />
de siMon grouP<br />
e’ iniziata la rinascita<br />
manodopera, unitamente alla crisi del<br />
mercato italiano degli autobus, aveva<br />
progressivamente spinto fuori mercato<br />
l’azienda friulana. Per questo motivo la<br />
famiglia De Simon, nel 2007, aveva dovuto<br />
prendere la dolorosa decisione di cessare<br />
l’attività di produzione di autobus portata<br />
avanti per oltre ottanta anni, mettendo in<br />
liquidazione l’impresa. Allo stesso tempo<br />
tuttavia <strong>è</strong> stata costituita la nuova società<br />
De Simon Group presieduta da Alvio De<br />
Simon (con il 70% del capitale in mano<br />
alla famiglia e il 30% alla Friulia) che<br />
si occupa di produzione e commercio<br />
di ricambi (originali ed equivalenti)<br />
di autobus, nonché riparazione,<br />
manutenzione e trasformazione di<br />
carrozzerie per autobus, in collaborazione<br />
con la controllata Nordplastic srl, guidata<br />
da Giovanni De Simon.<br />
La nuova attività, che ha consentito di<br />
riassumere una parte degli ex dipendenti,<br />
sta andando decisamente bene e ha<br />
procurato un fatturato nei primi tre esercizi<br />
di circa 2,5 milioni di euro annui.<br />
“Nel 2009 – spiega Alvio De Simon –<br />
siamo anche diventati distributori ufficiali<br />
dei ricambi Diesel Technic grazie ai<br />
quali possiamo soddisfare con prodotti<br />
di ottima qualità tutte le necessità dei<br />
nostri clienti a un prezzo conveniente<br />
rispetto a quello dei ricambi originali o<br />
di primo impianto dei costruttori. Con<br />
la stessa azienda tedesca stiamo, poi,<br />
Il bus MM10<br />
analizzando il mercato per valutare<br />
l’eventuale introduzione dei ricambi DT nel<br />
settore degli autocarri al fine di acquisire<br />
nuova clientela. Recentemente abbiamo,<br />
inoltre, ottenuto, unici in Italia, tutte le<br />
autorizzazioni per l’attività di demolizione<br />
di autobus, mediante smontaggio, riciclo<br />
e smaltimento delle parti meccaniche e di<br />
carrozzeria, che avvieremo dal prossimo<br />
anno costituendo una nuova società ad<br />
hoc”. In questo modo De Simon Group<br />
conta di poter ampliare significativamente<br />
il proprio fatturato e di garantire, a regime,<br />
il raggiungimento di circa quaranta posti<br />
di lavoro. L’azienda si occupa anche di<br />
locare gli stabilimenti industriali della<br />
società in liquidazione e della cessione dei<br />
progetti e delle tecnologie di produzione<br />
delle modernissime carrozzerie degli<br />
autobus interurbani modello “Millemiglia”,<br />
ossia dell’ultimo modello progettato e<br />
prodotto dalla De Simon attualmente<br />
in liquidazione. Infine, l’azienda si sta<br />
occupando della svendita al dettaglio<br />
di macchinari, materiale, attrezzature di<br />
magazzino e di produzione.<br />
In sostanza, quindi, la famiglia De Simon,<br />
senza abbandonare il settore autobus<br />
cui <strong>è</strong> legata da tre generazioni, si <strong>è</strong> data<br />
nuovi obiettivi per avviare e far crescere<br />
un’attività sulla quale potrà riversare<br />
la grande esperienza e le conoscenze<br />
accumulate in tanti anni producendo<br />
mezzi di grande qualità che ancora<br />
percorrono le strade italiane. La De Simon<br />
Group fornirà, dunque, al mercato una<br />
gamma di servizi molto richiesti e per i<br />
quali pochi in Italia possono vantare un<br />
simile know-how.<br />
C.T.P.
codutti crede nello sviluppo<br />
Il taglio del nastro della nuova show-room. Da sinistra Adriano<br />
Luci, Sergio Codutti, Fausto Cosatti e Marco Zanor<br />
Un’azienda che crede nello sviluppo.<br />
Crede perché ha accumulato 60 anni di<br />
esperienza nel suo settore; ha lavorato,<br />
lavora e lavorerà molto e con passione;<br />
ha saputo investire sulla riorganizzazione<br />
produttiva al momento giusto ed ora <strong>è</strong><br />
pronta alle nuove sfide che la aspettano<br />
sui mercati internazionali.<br />
Questa <strong>è</strong> la Codutti spa, azienda leader<br />
nella produzione di mobili per ufficio, e<br />
questo <strong>è</strong> il “forte messaggio di positività<br />
che il suo direttore generale, Sergio<br />
Codutti, ha voluto trasmettere venerdì 10<br />
settembre, in occasione dell’inaugurazione<br />
dei tre rinnovati showroom che l’azienda<br />
vanta in Friuli Venezia Giulia, evento che si<br />
<strong>è</strong> tenuto nella sede di Passons di Pasian<br />
di Prato. Erano presenti il presidente<br />
di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> Adriano Luci; i<br />
sindaci di Pasian di Prato, Fausto Cosatti,<br />
e di Martignacco, Marco Zanor; il parroco<br />
della parrocchia di Passons don Renato<br />
Zuliani; non mancava poi la presenza dei<br />
collaboratori che ogni giorno lavorano al<br />
fianco dell’azienda e delle maestranze<br />
appartenenti dei due stabilimenti Codutti e<br />
Axilon, che con orgoglio hanno applaudito<br />
al taglio del nastro sul piazzale antistante<br />
gli uffici.<br />
Gli ospiti hanno potuto visitare la nuova<br />
showroom, ampliata ed arricchita con le<br />
prestigiose cinque collezioni di arredo<br />
ufficio direzionale che l’azienda ha<br />
presentato nel 2010. Sono state invece<br />
proiettate le immagini delle altre due sale<br />
mostra Codutti inaugurate nella giornata di<br />
venerdì 10 settembre, una che raccoglie<br />
gli arredi delle linee operative situata a<br />
Martignacco presso lo stabilimento Axilon,<br />
l’altra a Torreano di Martignacco al primo<br />
piano del Centro Commerciale Città Fiera.<br />
E’ stato proprio Sergio Codutti, dopo<br />
l’introduzione di Marino Firmani, di Fi.Mar<br />
srl, a dare il benvenuto ai presenti a nome<br />
della famiglia Codutti, sottolineando<br />
l’importanza che ha l’inaugurazione di<br />
una sala mostra nella vita di un’azienda,<br />
soprattutto all’interno di una situazione<br />
economica così particolare come quella<br />
che stiamo vivendo.<br />
“La situazione attuale <strong>è</strong> sicuramente<br />
critica, <strong>è</strong> inutile nasconderlo, ma pensiamo<br />
che lo sviluppo sia alla base della strategia<br />
che ci porterà fuori da questa fase. La<br />
nostra azienda ha sempre cercato di<br />
attuare una gestione oculata delle risorse<br />
ed ha concentrato gli investimenti degli<br />
ultimi anni in tecnologia avanzata e<br />
riorganizzazione delle proprie strutture<br />
interne ed esterne. Oggi siamo pronti<br />
a rivolgere tutte le nostre attenzioni al<br />
mercato, per dargli del valore aggiunto<br />
attraverso la cura del dettaglio: non solo<br />
producendo arredi che raggiungono livelli<br />
di eccellenza per qualità e design, ma<br />
anche nel fornire uno standard elevato nel<br />
servizio al cliente”.<br />
economia<br />
aziende<br />
Il futuro vedrà quindi l’azienda puntare<br />
sullo sviluppo, nella formazione e<br />
nella comunicazione in particolare, per<br />
mettere in luce sui mercati nazionali ed<br />
internazionali tutti i punti di forza legati<br />
alla sua capacità e flessibilità produttiva.<br />
“Oggi inaugureremo ben tre showroom<br />
- ha proseguito il direttore generale - e<br />
questo <strong>è</strong> un segnale forte del nostro<br />
desiderio di comunicare all’esterno quello<br />
che sappiamo fare”. C’<strong>è</strong> soddisfazione<br />
per i recenti progetti contract acquisiti<br />
a livello internazionale e soprattutto<br />
per le partnership che si sono venute a<br />
creare in seguito a queste collaborazioni.<br />
Codutti ha concluso il suo intervento<br />
ringraziando il suo gruppo di lavoro che<br />
ogni giorno collabora con lui con volontà<br />
e determinazione ricordando che si tratta<br />
del fattore di successo più importante<br />
dell’azienda.<br />
La parola <strong>è</strong> poi passata al presidente<br />
di <strong>Confindustria</strong> Adriano Luci il quale<br />
ha voluto ringraziare la Codutti perché<br />
portatrice di un esempio significativo<br />
al territorio credendo nell’innovazione,<br />
nello sviluppo e nella formazione del<br />
proprio personale, e dimostrando con<br />
il programma aziendale il suo impegno<br />
in questo senso. Orgoglio, spirito di<br />
appartenenza ed anima, abbinate alla<br />
competenza all’interno del settore sono<br />
le leve su cui bisogna costruire il futuro<br />
imprenditoriale sul mercato competitivo.<br />
“La crisi non sarà superata quando lo<br />
leggeremo sui giornali o lo sapremo dagli<br />
studi di settore - ha dichiarato Luci - La<br />
crisi va affrontata, trovando la forza ed il<br />
coraggio che da sempre l’imprenditore<br />
friulano ha mostrato sul mercato<br />
internazionale”.<br />
E’ stata poi la volta del Sindaco di Pasian<br />
di Prato Fausto Cosatti e del Sindaco di<br />
Martignacco Marco Zanor che si sono<br />
complimentati con l’azienda in quanto<br />
esempio di realtà imprenditoriale che<br />
sa reagire e costruire, dando orgoglio al<br />
territorio che la ospita.<br />
Una testimonianza importante <strong>è</strong> stata poi<br />
portata da Lucio Bilato, in rappresentanza<br />
dei dipendenti Codutti, che ha voluto<br />
ringraziare la famiglia Codutti con<br />
l’entusiasmo di chi ha trascorso tutta la<br />
sua vita lavorativa in questa azienda e si<br />
sente legato da un profondo spirito di<br />
appartenenza.<br />
ottobre10 25
economia<br />
aziende<br />
ara inaugura mega impianto<br />
a pannelli solari<br />
E’ stato inaugurato il nuovissimo mega<br />
impianto a pannelli solari di cui si <strong>è</strong> dotata<br />
l’Ara srl, azienda leader a livello triveneto<br />
nella manutenzione e riparazione di veicoli<br />
industriali.<br />
La struttura - che va a coprire il lato sud<br />
dello storico capannone sulla statale <strong>Udine</strong>-Codroipo,<br />
attribuendogli peraltro una<br />
nuova e più gradevole linea architettonica<br />
– rappresenta probabilmente il più grande<br />
impianto del genere in regione, allestito su<br />
1.200 mq di sviluppo totale, e composto<br />
da 568 moduli policristallini da 280 watt<br />
ciascuno, per una produzione elettrica<br />
annua di 164.400 kilowatt/ora, pari ad un<br />
risparmio di 90 tonnellate di emissioni nocive<br />
e a 33 tonnellate di petrolio all’anno.<br />
“La costruzione di questa struttura – ha<br />
evidenziato il titolare di Ara, Enzo Tulisso<br />
– rappresenta una linea di continuità<br />
rispetto alla filosofia dell’azienda, che già<br />
in passato ha compiuto scelte strategiche<br />
in direzione di una sempre maggior<br />
razionalizzazione delle risorse, nell’ottica<br />
dell’economia sostenibile. Una scelta – ha<br />
proseguito Tulisso – che rappresenta il<br />
voler aggredire la crisi, cercando soluzioni<br />
sempre più innovative”.<br />
Non <strong>è</strong> infatti solo questo impianto - realizzato<br />
dalla preziosa sinergia tra la Green<br />
Energy Solution di Pordenone, i tecnici<br />
della Vignuda Automazione e della Carpenterie<br />
Candusso di S. Daniele e la<br />
progettazione dell’ingegner Adriano Lualdi<br />
– ad incarnare per Ara srl questa precisa<br />
26 ottobre10<br />
filosofia, votata alla “green economy”.<br />
Quest’azienda (tra le prime officine in<br />
Europa ad aver ottenuto la Certificazione<br />
Integrata dei sistemi Qualità, Sicurezza ed<br />
Ambiente) ha infatti recentemente anche<br />
dato vita, in collaborazione con Luciolicar<br />
di Pradamano (concessionario Iveco), ad<br />
una vera e propria rete di officine sul territorio,<br />
ora incarnate da quella di <strong>Udine</strong> (l’ex<br />
Crai in viale Venezia) e di Trieste (la Cargiuliana),<br />
e destinata in futuro ad allargarsi,<br />
in modo da permettere ai propri clienti<br />
l’accesso a servizi standard di officina<br />
direttamente nella propria area di azione,<br />
riducendo così inutili costi economici ed<br />
ambientali di lunghi spostamenti.<br />
Una rete aziendale che, accanto ai 43<br />
dipendenti della ditta madre, dà oggi vita<br />
ad un gruppo di circa 90 dipendenti, per<br />
un giro di vendite di 12milioni di euro<br />
annui. Rete che si avvale di uno strumento<br />
innovativo quale il C.D.P. (Controllo,<br />
Documenti e Processi) che permette un<br />
L’intervento di Enzo Tulisso all’inaugurazione<br />
servizio standardizzato ed informatizzato in<br />
grado di svolgere molte mansioni in remoto,<br />
ideale per abbattere i costi e migliorare<br />
l’efficienza.<br />
Molto calorosi, in occasione della presentazione<br />
dell’impianto, i saluti da parte delle<br />
autorità, a partire dall’orgoglio, espresso<br />
dal sindaco Andrea Zuliani, “per la comunità<br />
di Campoformido, onorata di ospitare<br />
un impianto ad alta sostenibilità d’eccellenza”.<br />
Un plauso <strong>è</strong> venuto poi da parte del presidente<br />
di CCIAA, Giovanni Da Pozzo, nel<br />
salutare “una delle tante belle storie friulane<br />
di aziende e famiglia che l’Ara incarna,<br />
e che, con questa evidente attenzione alla<br />
ricerca di soluzioni alternative ed innovative,<br />
dà un segnale positivo anche rispetto<br />
al futuro”. Una scelta – quella di guardare<br />
alla “green economy” - che peraltro ha<br />
apprezzato anche l’assessore provinciale<br />
Stefano Teghil, che ha rimarcato come<br />
“questo tipo di scelte e di investimenti<br />
sono ormai irrinunciabili, ma non da vivere<br />
come ostacolo da affrontare, bensì come<br />
opportunità da cogliere”.<br />
La presentazione <strong>è</strong> stata infine completata<br />
da brevi interventi da parte degli incaricati<br />
della Green Economy, della Vignuda Automazione,<br />
della Carpenterie Candusso e<br />
dall’ingegner Lualdi, che hanno illustrato<br />
i dati tecnici dell’impianto, ma che hanno<br />
anche raccontato quanto stimolante e<br />
impegnativo sia stato lavorare in team<br />
per dare vita a questa struttura, frutto di<br />
imprenditorialità e competenze in buona<br />
parte “made in Fvg”.<br />
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ottobre10 27
economia<br />
aziende<br />
Ralf Elmering, Federico Olivo e Andrea Martini<br />
Nel 1994 insieme a due amici dell’Università<br />
di Karlsruhe, in Germania, Ralf Elmering<br />
fondò VISTRA ingenieurbžro, azienda che<br />
opera nel settore del terziario avanzato<br />
offrendo consulenze di logistica, sicurezza<br />
sul lavoro, ambiente e qualità. Quando alle<br />
soglie del 2000, con la famiglia, l’ingegner<br />
Elmering si trasferisce in Italia affronta una<br />
nuova sfida: ricominciare lo stesso progetto<br />
nella Penisola. Elmering riconosce delle affinità<br />
tra la mentalità germanica e quella delle<br />
terre del Nord-Est italiano e, soprattutto,<br />
vede un mercato ricco di opportunità, con<br />
delle potenzialità forse superiori a molte<br />
zone della Germania.<br />
L’incontro tra Elemering e Federico Olivo<br />
avviene nel 1998 e si rivela determinante<br />
perché Olivo diverrà uno dei due soci friulani<br />
della Vistra italiana. Proprio in quell’anno<br />
l’ingegner Olivo sta preparando la sua tesi<br />
di laurea in Ingegneria Gestionale, seguito<br />
dal professor Alberto F. De Toni. Questi propizia<br />
il contatto tra i due e nasce una prima<br />
collaborazione per un progetto di ottimizzazione<br />
logistica presso le cartiere Burgo.<br />
A questo primo progetto fa poi seguito un<br />
secondo presso le Ferriere Nord al punto<br />
che sorgono le condizioni per la fondazione<br />
dell’azienda, il 7 agosto del 2000, infatti,<br />
nasce Vistra srl – con sede a Tolmezzo.<br />
Fin dall’inizio sono attivi alla Vistra friulana<br />
gli stessi servizi dell’ufficio tedesco. L’incontro<br />
con Andrea Martini – il secondo socio<br />
friulano della Vistra italiana - <strong>è</strong> avvenuto<br />
nel 2002, da allora <strong>è</strong> stata una crescita<br />
continua. Oggi Vistra conta una ventina di<br />
collaboratori (alcuni a tempo parziale), si<br />
avvale di una decina di esperti professionisti<br />
esterni e lavora in rete con una decina<br />
tra società di consulenza partner, laboratori<br />
e software house. Vistra collabora, inoltre,<br />
con enti, associazioni, università e studi<br />
professionali.<br />
Il fatturato del 2009 <strong>è</strong> stato di circa 650<br />
mila euro, per il 2010 <strong>è</strong> stimato attorno agli<br />
800 mila euro.<br />
Lo sviluppo aziendale <strong>è</strong> avvenuto anche<br />
grazie ad importanti investimenti per l’innovazione<br />
dei servizi e nel settore dell’information<br />
technology.<br />
“Le soluzioni basate sul web – spiega Olivo<br />
- sono importanti per il futuro della consulenza<br />
e Vistra , coerentemente con la pro-<br />
28 ottobre10<br />
Vistra: 10 anni di<br />
successi<br />
Professionalità, competenza, innovazioni tecnologiche ed un<br />
approccio innovativo basato sulla logica del network hanno<br />
portato l’’azienda a recitare un ruolo da protagonista nel<br />
panorama regionale della consulenza<br />
pria filosofia basata sul network, ha creato<br />
delle linee di servizio che rappresentano un<br />
giusto compromesso tra il rapporto diretto<br />
e la consulenza a distanza. Con questi software<br />
il cliente non deve più preoccuparsi<br />
di cercare informazioni o ricordarsi delle<br />
scadenze: Vistra l’ha fatto per lui. Gestire –<br />
prosegue Olivo - in modo efficace sicurezza,<br />
prevenzione incendi, HACCP, ambiente,<br />
qualità, energia e marcatura CE richiede<br />
spesso l’intervento di specialisti esperti e<br />
l’utilizzo di software dedicati. Soluzioni informatiche<br />
basate sul web, veloci, semplici<br />
ed intuitive, consentono di contenere i costi<br />
ed aumentare il livello del servizio”.<br />
Il mercato principale di Vistra <strong>è</strong> costituito<br />
dalle imprese situate nella regione Friuli Venezia<br />
Giulia, ma anche il numero di clienti<br />
del vicino Veneto comincia ad avere un<br />
peso rilevante sul fatturato totale dell’azienda<br />
al punto che <strong>è</strong> in fase di valutazione<br />
l’apertura di una sede in provincia di Treviso.<br />
Negli ultimi anni, in particolare, collaborando<br />
con multinazionali come il gruppo<br />
Unilever o il gruppo Danieli, Vistra ha avuto<br />
opportunità interessanti nel Regno Unito,<br />
negli Emirati Arabi, in Egitto ed in Belgio.<br />
Sull’internazionalizzazione della Vistra Olivo<br />
evidenzia che: “Grazie alla collaborazione<br />
con i colleghi di Karlsruhe (Germania) possiamo<br />
infatti aiutare le aziende italiane a<br />
soddisfare in modo assolutamente efficace<br />
e veloce anche le richieste di clienti o fornitori<br />
tedeschi: nessun problema di lingua,<br />
normative, leggi o culture diverse. Lo stesso<br />
vale per le aziende tedesche che hanno<br />
interessi in Italia.<br />
Dall’altro lato – conclude Olivo - stiamo<br />
tessendo una rete di relazioni con diverse<br />
altre società di consulenza che abbiamo<br />
l’opportunità di conoscere nei nostri progetti<br />
internazionali. Questo ci consente di<br />
poter offrire un’assistenza completa alle<br />
aziende italiane che hanno cantieri o sedi<br />
in tali Paesi e si ritrovano a doversi attenere<br />
sia alle leggi italiane che a quelle locali”.<br />
Molto interessante risulta la logica di Vistra<br />
con i concorrenti.<br />
Vistra non opera in una nicchia di mercato,<br />
infatti il portafoglio di servizi che offre<br />
interessa quasi ogni partita IVA. Tuttavia<br />
Vistra ha sviluppato un approccio particolare:<br />
“Se ci troviamo – racconta Olivo - di<br />
fronte a persone o società di consulenza<br />
che posseggono competenze professionali<br />
di alto livello non guardiamo a loro come<br />
un concorrente ma come un potenziale<br />
partner. Questo <strong>è</strong> un approccio win-win per<br />
tutte le parti interessate, infatti il partner ha<br />
la possibilità di mettere a frutto le proprie<br />
competenze specialistiche, mentre il cliente<br />
vede soddisfatte al meglio le sue esigenze<br />
con un migliore rapporto costi/benefici”.<br />
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ottobre10 29
economia<br />
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Che cosa vuol dire essere un imprenditore?<br />
Avere tanto coraggio e credere con tutto sé<br />
stesso alle proprie idee ed iniziative, mettendo<br />
a disposizione dell’azienda fino all’ultimo<br />
paio di scarpe.<br />
Cos’<strong>è</strong> l’etica per un imprenditore?<br />
Essere corretti e onesti verso tutti. Avere fiducia<br />
nel prossimo, anche se questo non paga<br />
perché la società d’oggi <strong>è</strong> fatta tutta di “belve<br />
affamate”.<br />
Quindi <strong>è</strong> difficile mantenersi “etici”?<br />
Per quanto mi riguarda continuo a esserlo,<br />
ma <strong>è</strong> difficilissimo e costa molto.<br />
Di etica, però, si parla tanto...<br />
E’ una moda. Ecologia ed etica sono diventate<br />
moda.<br />
Anche l’ecologia che <strong>è</strong> il vostro campo<br />
di lavoro?<br />
Un famoso ecologista tedesco diceva che per<br />
essere ecologisti bisogna prima di tutto essere<br />
onesti, ma, ahimé, questa correlazione difficilmente<br />
sussiste. Esiste solo il “dio danaro”.<br />
Perché tutti i politici oggi parlano di<br />
ecologia?<br />
Per molti <strong>è</strong> diventato un cavallo di battaglia,<br />
perché oggi ecologia oltre che moda, vuol<br />
dire voti. Quindi anche i politici che fanno<br />
ecologia lo possono fare perché ci credono,<br />
ma per molti <strong>è</strong> solo un modo per attrarre<br />
voti.<br />
Lei si definirebbe un ecologista?<br />
No, perché in molti casi gli ecologisti di professione<br />
hanno fatto tanti danni. Preferisco<br />
definirmi un operatore di cantiere attento<br />
all’ambiente e alle fonti energetiche rinnovabili.<br />
La diffusione della moda ecologista<br />
porta comunque benefici all’ambiente?<br />
Certamente.<br />
Anche quando alcune costruzioni<br />
ecologiche non rispettano per intero i<br />
principi del “bio-costruire”?<br />
Certo, perché, per dirla in friulano: alc al <strong>è</strong> alc<br />
e nuje al <strong>è</strong> nuje. Infatti, una casa ecologica<br />
anche se non <strong>è</strong> “bio” disperde comunque<br />
meno energia.<br />
A cosa si deve la diffusione crescente<br />
delle case ecologiche?<br />
Al fatto che l’economia ha cominciato a<br />
credere nell’ecologia. Basti dire che anche<br />
le banche hanno cominciato a crederci: oggi<br />
un noto gruppo italiano ha già certificato 146<br />
30 ottobre10<br />
filiali per il risparmio energetico. Quando glielo<br />
proposi dieci anni fa mi guardarono come<br />
se fossi pazzo.<br />
La recente crisi economica ha aiutato<br />
la diffusione dell’attenzione alle fonti<br />
energetiche alternative?<br />
Può essere in parte, ma ciò che ha aiutato di<br />
più sono stati gli incentivi.<br />
Servirebbero, maggiori incentivi per<br />
sviluppare il settore?<br />
Non in Italia, tant’<strong>è</strong> che il sistema di incentivi<br />
italiani <strong>è</strong> oggi considerato uno dei migliori al<br />
mondo. Quello che servirebbe <strong>è</strong> che ci fosse<br />
certezza e continuità sugli incentivi stessi: in<br />
Germania la legge <strong>è</strong> uguale dal 1994, noi al<br />
31 dicembre di ogni anno siamo in ansia per<br />
vedere se il decreto sarà rinnovato, modificato<br />
o lasciato scadere.<br />
I critici sostengono che le energie<br />
rinnovabili non esisterebbero senza<br />
incentivi. Cosa ne pensa?<br />
Chi dice così o <strong>è</strong> in malafede, o non conosce<br />
la realtà. Per fare bioarchittettura bisogna<br />
saper far di conto. Nelle bollette elettriche,<br />
poi, da moltissimi anni paghiamo per le fonti<br />
energetiche rinnovabili, il problema <strong>è</strong> che<br />
troppo spesso quegli ingenti fondi sono finiti<br />
ai petrolieri. La collettività, dunque, ha già<br />
pagato.<br />
Come si pone il Friuli nel mercato delle<br />
biocostruzioni?<br />
Posso dire con orgoglio che la provincia di<br />
<strong>Udine</strong> <strong>è</strong> la prima in Italia per installazioni di<br />
fotovoltaico e fra le primissime per il solare<br />
termico. Certo in Italia si potrebbe fare di<br />
più, basta dire che da Roma in giù tutti gli<br />
edifici potrebbero essere energeticamente<br />
autosufficienti con le fonti rinnovabili. Lo Stato<br />
Pontificio lo dimostra essendo diventato<br />
il primo Stato al mondo energeticamente<br />
autosufficiente.<br />
Le logiche delle fonti energetiche<br />
rinnovabili sono trasferibili al settore<br />
industriale?<br />
Si certamente, sto predisponendo un audit<br />
energetico nel quale garantisco a un’azienda<br />
manifatturiera che consuma migliaia di mega<br />
watt annui l’autosufficienza energetica in dieci<br />
anni. Purtroppo <strong>è</strong> difficile far capire alle imprese<br />
che potrebbero avere grandi vantaggi<br />
dalle energie alternative, anche presentando<br />
e certificando R.O.I a breve termine. In Friuli,<br />
poi, servirebbe maggior collaborazione fra gli<br />
imprenditori sulle tematiche energetiche e<br />
ambientali.<br />
Quanto conta la comunicazione?<br />
E’ fondamentale.<br />
Elvio Ermacora<br />
www.biocostruiresrl.org<br />
Avete difficoltà a rintracciare le risorse<br />
umane necessarie?<br />
E’ una tragedia. Le scuole e le università non<br />
preparano al mondo del lavoro. La cultura generale<br />
<strong>è</strong> prossima allo zero. Servono selezioni<br />
e numeri chiusi, non <strong>è</strong> necessario fare studiare<br />
tutti male, meglio fare studiare pochi,<br />
ma bene; il nostro motto <strong>è</strong> : “dalla cattedra<br />
filosofica alla cattedra di cantiere”<br />
Ritorno al nucleare si o no?<br />
Direi di no per i costi e perché non sappiamo<br />
ancora come smaltire le scorie radioattive.<br />
<strong>Confindustria</strong>, però, spinge per il ritorno<br />
al nucleare. Lei da associato come<br />
si pone?<br />
Rispetto il punto di vista, ma non lo condivido.<br />
Come giudica le banche italiane?<br />
In modo pessimo. Non credono alle partnership,<br />
non rischiano. Aiutano solo chi ha già i<br />
soldi.<br />
L’evasione fiscale <strong>è</strong> un reato?<br />
Molto grave che va punito severamente,<br />
ma servirebbe una burocrazia fiscale giusta<br />
e corretta che stanasse gli evasori visto che<br />
l’evasione corrisponde al 17% del Pil.<br />
Un personaggio del passato del quale<br />
l’Italia avrebbe bisogno oggi?<br />
Luigi Einaudi.<br />
Un personaggio del presente del quale<br />
potremmo fare a meno?<br />
Degli incapaci che, avendo titoli altisonanti,<br />
fanno solo disastri senza avere l’umiltà della<br />
conoscenza.<br />
Qual <strong>è</strong> la domanda che non le ho fatto<br />
e alla quale avrebbe voluto rispondere?<br />
Avrei voluto che mi chiedesse perché sia<br />
sempre valido il motto nemo profeta in patria<br />
e le avrei risposto: perché il friulano non <strong>è</strong><br />
capace di mettersi insieme e perché in Friuli<br />
predomina l’invidia e non ti perdonano il<br />
successo.<br />
C.T.P.
Per qualsiasi informazione ci trovate in<br />
Via Palmarina 62/1 San Giovanni al Natisone;<br />
telefono 0432 756261;<br />
fax 0432 756630;<br />
commerciale@sigmarvernici.com;<br />
www.sigmarvernici.com<br />
Informazione Commerciale<br />
Informazione Commerciale<br />
QUALITA’ “DIVINA”<br />
Questo il claim della SIGMAR VERNICI, dalle piccole produzioni a<br />
campione fino alla realizzazione della TINTA NATURALE SU<br />
ROVERE applicata sulla Cattedra Papale.<br />
Il 13 aprile 2010 in occasione dell’Ostensione della Sacra Sindone<br />
a Torino e poi il 02 maggio 2010 direttamente in Piazza Vaticano a<br />
Roma, sono state esposte al pubblico le due Cattedre Papali<br />
realizzate da 24 aziende del Distretto della Sedia coordinate<br />
dall’ASDI SEDIA.<br />
Tra le partecipanti al progetto, la SIGMAR VERNICI ha con orgoglio<br />
studiato, prodotto e fornito la VERNICE ACRILICA che ha rivestito<br />
le Cattedre Papali.<br />
Un prodotto che <strong>è</strong> stato testato da appositi enti certificatori di<br />
Qualità e da loro valutato con eccellenti risultati in quanto avente<br />
caratteristiche di alta resistenza chimica e fisica, alta proprietà<br />
ANTINGIALLENTE anche in seguito all’esposizione duratura alla<br />
luce ed alta proprietà TIXOTROPICA, per garantire la medesima<br />
qualità dell’applicazione su superfici orizzontali, anche su quelle<br />
verticali.<br />
La giovane squadra SIGMAR VERNICI ama mettersi in gioco con<br />
sfide sempre nuove ed accattivanti, infatti da gennaio 2010<br />
collabora anche come agente di commercio per la AKZO NOBEL<br />
COATINGS SPA DIVISIONE WOOD di Peseggia (VE), offrendo<br />
così la possibilità alla propria clientela di poter scegliere fra una<br />
ancora più ampia gamma di prodotti.<br />
ottobre10 giugno10 31 51
economia<br />
analisi<br />
Tempi lunghi per la ripresa<br />
La ripresa italiana ed internazionale perde<br />
slancio dopo l’accelerazione superiore<br />
alle attese della prima metà dell’anno. Lo<br />
attesta il Centro Studi di <strong>Confindustria</strong> che<br />
nelle previsioni sugli scenari economici di<br />
settembre stima per quest’anno una crescita<br />
dell’1,2% e per il prossimo dell’1,3%, tre<br />
decimi in meno della precedente previsione.<br />
La revisione al ribasso <strong>è</strong> da attribuire a<br />
diversi fattori: il rallentamento della crescita<br />
globale, la decelerazione dell’economia<br />
statunitense, la risalita dell’euro, una<br />
domanda di consumi e di investimenti<br />
ancora debole.<br />
Per converso fattori che tendono al rialzo<br />
dell’economia riguardano l’intensità del<br />
recupero della Germania, il miglioramento<br />
più rapido delle economie emergenti dell’Est<br />
Europa e la prospettiva del mantenimento<br />
dei tassi di interesse a livelli molto bassi.<br />
Non mutano, quindi, anche in un contesto<br />
diverso, le condizioni di lenta crescita che<br />
da ormai quasi vent’anni condizionano<br />
l’economia italiana. Nelle stime del CSC<br />
cresce nel biennio 2010/2011 l’economia<br />
italiana a ritmi mediamente più sostenuti<br />
rispetto al periodo precrisi: tre il 2000 ed il<br />
2007 si <strong>è</strong> registrata un’espansione media<br />
annua dell’1,1% mentre l’andamento<br />
attuale <strong>è</strong> commisurato a ritmi dell’1,2%<br />
annualizzato. Una dinamica del tutto<br />
insufficiente a recuperare in breve tempo i<br />
livelli di attività persi durante la recessione:<br />
alla fine del 2011 la distanza dal massimo<br />
precrisi sarà ancora del 3,7% essendo stata<br />
la precedente caduta del 6,8% (rilevata<br />
nel secondo trimestre 2009, il punto di<br />
minima).<br />
Gli ultimi dati ISTAT indicano una risalita<br />
dell’1,3% nel secondo trimestre 2010: dopo<br />
una recessione di profondità straordinaria<br />
con una caduta della produzione verticale,<br />
la più acuta degli ultimi 80 anni, sta<br />
seguendo un recupero dai ritmi fiacchi. Con<br />
la conseguenza che il ritorno a livelli precrisi<br />
non potrà aversi prima dell’ultimo trimestre<br />
2013 scontando una perdita permanente di<br />
prodotto e di domanda.<br />
Il nostro paese continua ad essere frenato<br />
da carenze strutturali che lo rendono meno<br />
competitivo e che aggiungono vischiosità<br />
al recupero. In assenza di riforme, che la<br />
crisi ha reso più urgenti, il pericolo <strong>è</strong> che la<br />
crescita bassa e protratta a lungo determini<br />
l’aumento della disoccupazione strutturale e<br />
32 ottobre10<br />
che faccia perdurare la situazione di eccesso<br />
di capacità produttiva con conseguente<br />
necessità di ampie ristrutturazioni più<br />
faticose in un ambiente non favorevole<br />
all’impresa. La conseguenza <strong>è</strong> la<br />
diminuzione della crescita potenziale del PIL<br />
che già si era abbassata prima della crisi.<br />
Sostenuta dalle vendite all’estero l’industria<br />
<strong>è</strong> riuscita a recuperare parte della caduta del<br />
25,8% registrata tra il massimo dell’aprile<br />
2008 ed in minimo del marzo 2009: +<br />
10% nei sedici mesi fino a luglio 2010 con<br />
un ritmo annualizzato del 7,4%, meno che<br />
negli altri paesi avanzati che viaggiano ad un<br />
trend annualizzato dell’8,8%.<br />
La forza trainante <strong>è</strong> costituita dall’export<br />
mentre gli investimenti, in particolare in<br />
macchine e mezzi di trasporto, sosterranno<br />
il processo di recupero. Per converso<br />
continuano a restare bassi i consumi<br />
penalizzati dal reddito disponibile e dal<br />
lavoro difficile. L’occupazione infatti non<br />
ripartirà con un tasso di disoccupazione che<br />
nel 2011 raggiungerà il 9,3%.<br />
Ne discende uno scenario complessivo di<br />
moderato quanto graduale recupero che<br />
richiama l’esigenza di interventi strutturali<br />
per rafforzare il potenziale di crescita.<br />
Cruciali sono, compendiando le indicazioni/<br />
proposta di <strong>Confindustria</strong>, le seguenti<br />
questioni:<br />
la semplicità e la chiarezza delle regole per<br />
non ostacolare le attività imprenditoriali;<br />
il carico fiscale sulle imprese e sui lavoratori<br />
diminuendo le aliquote su utili e retribuzioni<br />
grazie alla lotta all’evasione che, secondo<br />
le stime del CSC, raggiunge il 25% del PIL<br />
(il carico fiscale effettivo nelle imprese che<br />
pagano le tasse raggiunge il 54% a fronte di<br />
quello apparente pari al 43,2%);<br />
l’innalzamento degli investimenti in ricerca<br />
e sviluppo per recuperare il forte svantaggio<br />
cumulato dal nostro paese;<br />
l’arricchimento del capitale umano;<br />
l’adeguamento della rete delle infrastrutture;<br />
le liberalizzazioni per ridurre le posizioni<br />
di rendita che da sole aumenterebbero la<br />
produttività del 14,1%.<br />
Su questi temi <strong>Confindustria</strong> intende<br />
confrontarsi per contribuire alla definizione<br />
del Piano nazionale delle riforme destinato<br />
ad accrescere la competitività che il Governo<br />
nazionale <strong>è</strong> tenuto a presentare all’Unione<br />
Europea entro dicembre nel quadro della<br />
revisione del piano di stabilità.<br />
Per essere innovativa e competitiva l’Italia<br />
deve puntare a realizzare una “società<br />
imprenditoriale” dove si ripartiscono<br />
i rischi ed i risultati delle iniziative. La<br />
collaborazione e la partecipazione, per<br />
diventare fruttuose, devono essere<br />
condivise e ricomprendere tutti i soggetti in<br />
una logica di sistema.<br />
Questo vale anche per la realtà regionale.<br />
Il prodotto nel 2009 risulta aver subito<br />
una forte flessione (- 5,5% a fronte di una<br />
media nazionale del – 5,1% e del Triveneto<br />
del – 4,9%) con una stima di un recupero<br />
più sostenuto per il 2010 rispetto alla media<br />
nazionale (+ 1,5% di media rispetto a +<br />
1,1%) ma inferiore a quella del Triveneto<br />
(mediamente + 1,8%).<br />
Nel mercato del lavoro le dinamiche<br />
mantengono un profilo critico: trova<br />
conferma l’incremento del tasso di<br />
disoccupazione il cui picco massimo viene<br />
collocato nel 2011 (tra il 6,1 ed il 6,4% a<br />
fronte di una media del Triveneto tra il 5,7<br />
ed il 5,9%).<br />
Il valore aggiunto dell’industria recupera dal<br />
– 14,9% del 2009 a + 2,7/3,7% del 2010<br />
che si mantiene inferiore alla media del<br />
Triveneto (tra + 3,8 e 4,7%); le costruzioni<br />
mantengono un trend negativo con un<br />
recupero nel 2011.<br />
Gli investimenti dovrebbero ripartire sia<br />
pur moderatamente con il 2010 mentre la<br />
domanda di consumo resta fiacca.<br />
Le stime riflettono quindi una tendenza<br />
al graduale recupero con un andamento<br />
che si colloca però al di sotto di quello del<br />
Triveneto.<br />
Infrastrutture (non solo le “grandi” e<br />
quelle collegate ma anche gli interventi<br />
di taglia inferiore sbloccando i progetti<br />
fermi presso gli enti locali), rilancio della<br />
politica industriale puntando a misure<br />
di stimolo delle aggregazioni e della<br />
collaborazione tra imprese nonché di<br />
promozione della ricerca, dell’innovazione<br />
e del trasferimento industriale, politiche<br />
del lavoro che favoriscano il ricollocamento<br />
mirato, semplificazione e snellimento<br />
delle procedure, sostegno all’internazionalizzazione<br />
costituiscono le priorità di una<br />
rinnovata attenzione verso lo sviluppo nella<br />
logica di andare “oltre” le misure anticrisi<br />
di carattere difensivo. Questo passaggio va<br />
costruito all’interno della prossima legge<br />
finanziaria con scelte di bilancio che diano<br />
concretezza alla centralità dello sviluppo.<br />
La “condivisione” di questa impostazione<br />
<strong>è</strong> determinante e in questa direzione va<br />
gestito un nuovo “patto” sociale.<br />
Ezio Lugnani
ottobre10 33
associazione<br />
ambiente<br />
FANGHI DI DRAGAGGIO:<br />
una risorsa diventata un problema<br />
“Anche i fanghi di dragaggio sono una<br />
creatura della burocrazia. Da potenziale<br />
risorsa dono diventati così un problema.<br />
Non di sostanza, ma di forma”.<br />
Adriano Luci, presidente di <strong>Confindustria</strong><br />
<strong>Udine</strong>, ha introdotto così a palazzo Torriani<br />
la giornata intera di approfondimento che<br />
gli industriali friulani ed il Commissario<br />
Delegato per l’emergenza socio-economica<br />
ambientale determinatasi nella laguna di<br />
Grado e Marano, in collaborazione con la<br />
Banca Popolare di Vicenza (sempre attenta<br />
alle problematiche della Bassa Friulana<br />
ed impegnata a dare un contributo al<br />
rafforzamento del suo sistema produttivo<br />
e infrastrutturale), hanno dedicato a una<br />
tematica tanto sfaccettata e complessa<br />
quale quella dei fanghi di dragaggio.<br />
“Dal dragaggio – ha evidenziato Luci -<br />
risulta un materiale che non ha nessun<br />
inquadramento normativo e vive in un<br />
limbo tra la nozione di rifiuto e quella<br />
di materia prima. Quasi sempre si<br />
tratta di materiale di ottima qualità che<br />
storicamente <strong>è</strong> sempre stato impiegato<br />
per usi geotecnici in sistemazione<br />
L’intervento del presidente Adriano Luci<br />
(foto Gasperi)<br />
34 ottobre10<br />
ambientali. A nostro giudizio, nei<br />
casi in cui sia accertato - mediante<br />
opportune ed approfondite campagne<br />
di caratterizzazione - che i fanghi non<br />
risultano contaminati e che la loro<br />
movimentazione ed il loro reimpiego non<br />
causano danni alle matrici ambientali ed<br />
alla salute umana, la normativa “deve”<br />
consentire di gestirli in maniera rigorosa<br />
ma semplice, come negli altri stati<br />
europei”.<br />
Il presidente di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> ha<br />
ricordato, a tale proposito, il porto di<br />
Rotterdam che, a fronte di una volumetria<br />
di due milioni di metri cubi dragati ogni<br />
anno, consente il reimpiego del sedimento<br />
tal quale per manutenzione portuale e<br />
consolidamento di banchine oltre che<br />
tecniche di asporto ancora non permesse<br />
in Italia. “Da imprenditori – ha concluso<br />
Luci - <strong>è</strong> umiliante accompagnare istituzioni<br />
o colleghi all’estero per vedere quello che<br />
si può fare in campo ambientale e che,<br />
purtroppo, non riusciamo a fare da noi per<br />
colpa della burocrazia”.<br />
“A nostra avviso – ha proseguito Luci – il<br />
futuro della tutela ambientale dovrebbe<br />
centrarsi sull’assunzione di responsabilità<br />
dell’apparato pubblico ed andare oltre<br />
l’approccio tabellare ed affrontare ogni<br />
situazione con libertà intellettuale,<br />
ferme restando l’esperienza e la tutela<br />
ambientale”.<br />
Conferma il Commissario Delegato per<br />
l’emergenza socio-economica ambientale<br />
determinatasi nella laguna di Grado e<br />
Marano, Gianni Menchini: “E’ un problema<br />
normativo che ci trasciniamo da un<br />
decennio. Non ci sono segnali chiari<br />
sul limite preciso tra rifiuti e sedimenti.<br />
L’obiettivo di questa giornata <strong>è</strong> invece<br />
dimostrare che un equilibrio normativo per<br />
poter operare ai sensi di legge <strong>è</strong> possibile,<br />
oltre che indispensabile. Dobbiamo<br />
infatti ricordarci che, dietro al tema dei<br />
sedimenti, c’<strong>è</strong> tutto un insieme di interessi<br />
ambientali e socio-economici - dalla realtà<br />
ambientale, vedi la voce inquinamento,<br />
a quella produttiva, se si pensa<br />
all’interramento dei canali e alla navigabilità<br />
degli stessi, fino ad arrivare alla sicurezza<br />
della navigazione, quando si parla di attività<br />
diportistiche in ordine alla gestione delle<br />
marine e delle utenze delle medesime –<br />
che vanno risolti non separatamente, ma<br />
in un sistema di gestione di lungo periodo<br />
coerente e articolato”.<br />
Nella nostra Regione Friuli Venezia Giulia<br />
il problema dei fanghi di dragaggio <strong>è</strong><br />
particolarmente importante e strategico,<br />
sia nei due siti inquinati di interesse<br />
nazionale (Ezit di Trieste e Laguna di Grado<br />
e Marano di cui parleremo oggi) sia per<br />
alcune importanti realtà portuali quali ad<br />
esempio il porto di Monfalcone. In ogni<br />
sito si deve fare un faticoso lavoro di<br />
Ilaria Guidantoni e Gianni Menchini<br />
(Foto Gasperi)<br />
equilibrio tra interessi – spesso contrastanti<br />
– di natura ambientale, tecnica, economica<br />
e normativa.<br />
A tale riguardo, Menchini ha sottolineato,<br />
alla luce della situazione attuale, le<br />
difficoltà che sta incontrando nella sua<br />
azione da Commissario. “Al momento,<br />
non posso lavorare che in una logica<br />
puramente emergenziale. Entro fine<br />
mese dovremmo chiudere la partita con il<br />
recupero delle vasche in località Fearul in<br />
Comune di San Giorgio di Nogaro; entro<br />
fine ottobre con la cassa di colmata a<br />
Grado”.<br />
Numerosi sono stati i relatori intervenuti<br />
nel corso della mattinata al convegno di<br />
palazzo Torriani coordinato dalla giornalista
Alberto Toffolutti e Franco Scala<br />
Rischio e danno ambientale<br />
La necessità di un approccio sistematico<br />
e multidisciplinare alla problematica per<br />
ovviare anche ad un contesto normativo<br />
ed amministrativo che rimane incerto e<br />
fumoso: <strong>è</strong> questo il concetto chiave su cui<br />
ha ruotato a palazzo Torriani il convegno<br />
dal titolo “Rischio e danno ambientale:<br />
profili giuridici e soluzioni per le aziende”<br />
promosso dagli Industriali friulani in<br />
collaborazione con Scala & Mansutti<br />
Broker.<br />
“L’industria – ha dichiarato in apertura<br />
Alberto Toffolutti, vice-presidente di<br />
<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> - <strong>è</strong> chiamata ad<br />
uno sforzo in termini organizzativi,<br />
gestionali, economici per la prevenzione<br />
di danni all’ambiente, ma gli investimenti<br />
ambientali – che sono consistenti in<br />
termini di impegno finanziario - hanno un<br />
margine di incertezza superiore ad altri<br />
settori”.<br />
“Abbiamo bisogno quindi di regole certe,<br />
facili da comprendere e anche facili da<br />
Ilaria Guidantoni: da Pieter de Boer,<br />
Agenzia Pubblica Ministero dell’Ambiente<br />
Olandese a Victor Dries, OVAM Agenzia<br />
Pubblica Ministero dell’Ambiente delle<br />
Fiandre – Belgio; dalle relazioni di Mario<br />
Cepile, sindaco di Marano Lagunare a<br />
Luciano Guerrieri, presidente Autorità<br />
Portuale di Piombino nonch<strong>è</strong> vice<br />
presidente Assoporti fino a Federico Peres,<br />
dello Studio B & P Associati – Verona,<br />
che ha inquadrato la tematica dal punto<br />
di vista normativo e giuridico in Italia<br />
riscontrando la complessità della gestione<br />
dei fanghi ed auspicando al più presto<br />
far comprendere ai nostri collaboratori.<br />
Abbiamo poi bisogno della vicinanza delle<br />
istituzioni perch<strong>è</strong> – ha aggiunto Toffolutti<br />
– la tematica ambientale riguarda tutte le<br />
aziende, non solo la grande industria”.<br />
Alle considerazioni di Toffolutti sono<br />
seguiti poi, alla presenza dell’assessore<br />
provinciale all’Ambiente Ennio De Corte<br />
e dell’assessore comunale alla Qualità<br />
della Città di <strong>Udine</strong>, Lorenzo Croattini,<br />
gli interventi in qualità di relatori di<br />
Claudia Silvestro, responsabile Ambiente<br />
<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>; Franco Scala, broker<br />
assicurativo e presidente di SMB Scala &<br />
Mansutti Broker; Angelo Merlin, avvocato<br />
NCTM Studio Legale Associato; Massimo<br />
Bettanin, managing director ERM Italia Spa<br />
e Giovanni Faglia, responsabile Pool per<br />
l’Assicurazione RC da inquinamento.<br />
Il danno ambientale <strong>è</strong> stato introdotto<br />
di recente nell’ordinamento comunitario<br />
(nel 2005) ed italiano (nel 2006, con<br />
il cosiddetto Decreto Matteoli). Sulla<br />
l’emanazione di una normativa ad hoc.<br />
Nel pomeriggio il convegno <strong>è</strong> proseguito<br />
con i contributi di Roberto Casarin,<br />
Commissario Delegato Laguna Venezia, di<br />
Gianni Menchini, Commissario Delegato<br />
della Laguna Grado e Marano, Donatella<br />
Giacopetti, Unione Petrolifera Roma,<br />
Massimo Gabellini, di I.S.P.R.A. e Andrea<br />
Ferrante, Ministero delle Infrastrutture . La<br />
giornata sarà coordinata dalla giornalista<br />
Ilaria Guidantoni.<br />
Il messaggio dei relatori fatto pervenire<br />
alle istituzioni <strong>è</strong> stato univoco: la<br />
gestione dei fanghi necessita di una<br />
associazione<br />
ambiente<br />
base del danno ambientale, anche solo<br />
presunto, le aziende industriali sono<br />
spesso implicate in azioni giudiziarie<br />
anche con richiesta di risarcimento del<br />
danno. Fermo restando che l’obiettivo<br />
deve sempre tendere all’impatto zero, <strong>è</strong><br />
evidente che l’attenzione all’ambiente –<br />
anche la più attenta, la più consapevole<br />
e la più controllata – non <strong>è</strong> esente da<br />
errori e presenta sempre un margine di<br />
rischio residuo. Oltre a tutto, Franco Scala,<br />
presidente di Scala & Mansutti Brker, ha<br />
evidenziato come la percezione del rischio<br />
inquinamento <strong>è</strong> ancora piuttosto scarsa<br />
nella maggior parte dei casi.<br />
Cosa fare allora? I relatori hanno<br />
sottolineato come, al giorno d’oggi, non<br />
basta la conoscenza dei processi, delle<br />
norme e delle interpretazioni. Non sono<br />
sufficienti neppure l’analisi e la gestione<br />
dei rischi e la formazione-informazione del<br />
personale. Serve piuttosto un approccio<br />
sistematico e multidisciplinare per tener<br />
conto della complessità di gestione del<br />
rischio e delle possibili prevenzioni e<br />
tutele. Lo stesso consulente aziendale in<br />
materia ambientale deve sapere ricoprire<br />
più ruoli in una pluralità di competenze.<br />
Il seminario ha voluto offrire così una<br />
panoramica a 360° sui profili giuridici<br />
legati al danno ambientale e, più in<br />
generale, al rischio ambientale e su alcune<br />
prospettive di soluzione dal punto di vista<br />
assicurativo adatti alle imprese industriali.<br />
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto<br />
Franco Scala ha tracciato la funzione del<br />
broker: “sensibilizzare il cliente, fornire<br />
suggerimenti tecnici per la prevenzione dei<br />
rischi e scegliere le coperture più adeguate<br />
alla consistenza del rischio, chiarendo le<br />
differenze ed i limiti dei vari strumenti di<br />
copertura”.<br />
programmazione politica organica<br />
e lungimirante che sia in grado di<br />
contemperare tutte le implicazioni in<br />
gioco (tecniche, economiche, gestionali,<br />
industriali) e di raggiungere l’obiettivo<br />
ambientale di una corretta e sostenibile<br />
gestione dei fanghi. “Del resto – ha<br />
sottolineato il presidente Luci - il ruolo<br />
istituzionale di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> <strong>è</strong><br />
anche quello di attirare l’attenzione della<br />
politica sugli ostacoli che le imprese<br />
incontrano nel loro percorso di sviluppo”.<br />
A.L.<br />
Alfredo Longo<br />
ottobre10 35
associazione<br />
edilizia<br />
i primi cinquant’anni<br />
della de saBBata costruzioni<br />
Dall’esordio artigianale a Majano alla scelte dell’eccellenza costruttiva<br />
che punta su ottimizzazione energetica e biocompatibilità<br />
All’inizio, 1960, l’affidamento del lavoro per<br />
costruire una casa era basato sulla reciproca<br />
fiducia e veniva siglato da una stretta di<br />
mano vigorosa e da un sorso di vino onesto.<br />
Oggi, a cinquant’anni di distanza, i tempi<br />
sono cambiati e la commessa prevede probabilmente<br />
un intervento costruttivo che non<br />
realizza solo il risparmio energetico, ma l’alta<br />
efficienza energetica, rinunciando all’utilizzo<br />
di fonti fossili per preferire solo energie rinnovabili,<br />
non uso di materiali isolanti generici,<br />
ma solo prodotti naturali, riciclabili e certificati.<br />
Cinquant’anni fa c’era Umberto, oggi ci<br />
sono Sandro e Luigi a guidare la De Sabbata<br />
Costruzioni, ma l’etica <strong>è</strong> rimasta inalterata,<br />
anzi la nuova generazione ha saputo coniugare<br />
i valori e i principi etici del padre fondatore<br />
(cultura del lavoro, rispetto della parola data,<br />
valorizzazione delle competenze) con le<br />
nuove frontiere dell’innovazione tecnologica,<br />
per costruire nuovi percorsi verso il futuro e<br />
declinare in termini moderni quel “saper fare”<br />
dove l’umanità <strong>è</strong> capace di apportare qualità<br />
nuove nella vita delle persone. La De Sabbata<br />
ha celebrato i suoi primi cinquant’anni d’attività<br />
pubblicando un libro che ripercorre la<br />
sua storia affiancata alle immagini di alcune<br />
opere dell’artista Toni Zanussi, incrociando<br />
strade che apparentemente sembrano<br />
36 ottobre10<br />
Da sinistra Matteo Mazzolini e Loreto Mestroni, direttore e presidente<br />
APE, Norbert Lantschner, direttore Agenzia Casa Clima,<br />
Sandro e Luigi De Sabbata, e l’architetto Enrico Gatti<br />
distanti, ma in realtà trovano punti d’incontro<br />
comuni, ben rappresentati dalle “città invisibili”<br />
dell’artista, che sono città solari, con verdi<br />
campiture e spazi arieggiati, insieme d’inquietudine<br />
e di speranza. Quasi una metafora<br />
dell’importanza dei luoghi fatti dall’uomo per<br />
elevare la qualità della vita, ambito nel quale<br />
si cimenta la De Sabbata Costruzioni. Cinquant’anni<br />
di storia aziendale, dove s’incrociano<br />
storie di genti, di un sistema economico,<br />
di una famiglia, e anche – per De Sabbata<br />
– un felice passaggio generazionale per la<br />
cui riuscita sicuramente un apporto importante<br />
l’ha svolto Amelia, moglie d’Umberto<br />
e che i figli ricordano come dispensatrice di<br />
affetto e di sicurezza, sempre impegnata ad<br />
insegnare la buona educazione e l’amore<br />
per la cultura. L’excursus aziendale della De<br />
Sabbata certifica i passaggi tipici dell’evoluzione<br />
di una piccola azienda di successo: la<br />
fondazione a Majano, in provincia di <strong>Udine</strong>,<br />
nella dimensione tipicamente artigiana rivolta<br />
alle costruzioni di edilizia privata, all’epoca<br />
finanziate dalle rimesse degli emigranti; la<br />
crescita e il trauma del terremoto del ’76,<br />
che muta scenari e impone di ridisegnare<br />
nuove dimensioni costruttive; poi la crescita<br />
professionale e la qualificante collaborazione<br />
con i maggiori Gruppi industriali del Friuli<br />
Venezia Giulia: Fantoni, Ferriere Nord, Acciaierie<br />
Bertoli-Safau, Julia Utensili, Rif e Pelfa.<br />
Infine la scelta di puntare verso l’eccellenza,<br />
decidendo di cambiare metodi e qualità del<br />
costruire. Da qui la decisione di costituire<br />
la Builds, per costruire con energie positive,<br />
sposando i principi del protocollo CasaClima,<br />
un rigoroso percorso di certificazione energetica<br />
che presuppone severi controlli di qualità<br />
in tutte le fasi, dal progetto al collaudo, da<br />
parte di un Ente Pubblico super partes. “E’<br />
la nostra scelta di puntare sull’innovazione<br />
– afferma Luigi De Sabbata – e abbiamo<br />
avuto la soddisfazione di essere la realtà<br />
imprenditoriale edile ad avere ottenuto da<br />
CasaClima, per la residenza Solaria di <strong>Udine</strong>,<br />
la prima certificazione, in assoluto,Gold Nature<br />
in Italia, il massimo dell’apprezzamento<br />
energetico e di biocompatibilità”. Ma la De<br />
Sabbata <strong>è</strong> un’azienda che guarda al futuro<br />
con coraggio e ottimismo, una visione che<br />
non può prescindere dal pensare ai giovani<br />
per renderli consapevoli delle competizioni<br />
non facili che li attendono. E Luigi e Sandro<br />
De Sabbata hanno voluto, in quest’ottica,<br />
pensare al domani di tanti giovani che oggi<br />
sono in difficoltà attraverso una iniziativa di<br />
concreta solidarietà destinata alla Fondazione<br />
Villa Russiz, che in Friuli assiste con cura ed<br />
affetto tanti bambini meno fortunati.<br />
La copertina del libro realizzato<br />
per i 50 anni della<br />
De Sabbata Costruzioni<br />
Franco Rosso
Iob Silvano & C. S.r.l.<br />
Via Taboga, 189 - 33013 Gemona del Friuli ( Ud)<br />
Tel. 0432.973101 – infoaudi@iob.it - www.iob.it<br />
ottobre10 37
associazione<br />
Web<br />
g<br />
LaVoro e<br />
raPPorti sindacaLi<br />
= - Inps – Sgravio contributivo in favore della<br />
contrattazione di secondo livello per l’anno<br />
2009 - Modalita’ operative<br />
= - Immigrazione – Ingresso dirigenti e personale<br />
altamente qualificato - Protocollo di intesa<br />
tra <strong>Confindustria</strong> e Ministero dell’Interno<br />
= - Disponibilità di alcuni profili professionali.Applicabilità<br />
regime contributivo per i<br />
lavoratori assunti dalle liste di mobilità<br />
= - Ingresso di stranieri per la partecipazione<br />
a corsi di formazione professionale e<br />
tirocini – Decreto del Ministero del Lavoro e<br />
delle Politiche Sociali<br />
= - Federmeccanica –Recesso dal CCNL per il<br />
settore metalmeccanico 20 gennaio 2008<br />
=<br />
=<br />
=<br />
FiscaLe<br />
- Elenchi riepilogativi delle operazioni<br />
intracomunitarie: ulteriori chiarimenti<br />
nella circolare n° 43/E del 6/8/2010<br />
- Comunicazione black list prorogata al 2<br />
novembre<br />
- Le novità fiscali di agosto 2010<br />
econoMia e Finanza<br />
= - Por Fesr 2007-2013. Bando di finanziamento<br />
per l’efficienza energetica e l’utilizzo delle fonti<br />
rinnovabili da parte delle<br />
imprese<br />
= - Delegazione di Tolmezzo - Assegnazione<br />
in locazione di lotti funzionali del capannone<br />
artigianale nell’area dell’ex Caserma<br />
Zucchi (Chiusaforte)<br />
= - Sistemi di pagamento. Vademecum su<br />
novità Bonifici e Incassi<br />
= - Collaborazione con Banca Antonveneta.<br />
Interventi a sostegno della crescita delle<br />
imprese associate<br />
= - Efficienza energetica e fonti rinnovabili:<br />
nuovi incentivi per le imprese<br />
= - Contributi per la registrazione di disegni<br />
o modelli e la registrazione di marchi negli<br />
Stati esteri<br />
g<br />
trasPorti<br />
= - Nuovo Codice della Strada – Tempi di<br />
guida/riposo – Modifica sanzioni – Legge n.<br />
120/10 e circ. Minlavoro del 2 agosto 2010<br />
= - Trasporto merci pericolose – Operatività<br />
uffici provinciali delle Motorizzazioni ai<br />
fini delle pratiche ADR<br />
= - Autotrasporto merci in conto terzi –<br />
Prossime modifiche normative nei rapporti tra<br />
vettori e committenti – Nota informativa<br />
= - Trasporti internazionali – Danimarca –<br />
Linee guida sul cabotaggio settore merci<br />
= - Autotrasporto merci – Rideterminazione<br />
percentuali riduzione pedaggi autostradali<br />
2008<br />
= - Autotrasporto merci in conto terzi – Credito<br />
d’imposta tasse automobilistiche 2010<br />
= - Autotrasporto merci in conto terzi –<br />
Modifiche normative nei rapporti tra vettori e<br />
committenti in vigore dal 12 agosto 2010<br />
– Legge n. 127/10<br />
38 ottobre10<br />
news da internet su<br />
www.confindustria.ud.it<br />
=<br />
=<br />
=<br />
- Autotrasporto merci in conto terzi –<br />
Scheda<br />
di trasporto – Obbligo indicazione istruzioni<br />
di trasporto – Legge n. 127/10<br />
- Autotrasporto merci in conto terzi – Modifica<br />
rapporti tra committenti e vettori –<br />
Nuovi tempi di pagamento dal 12 agosto<br />
2010 – Legge n. 127/10<br />
- Autotrasporto merci in conto terzi – Modifica<br />
normativa rapporti committenti-<br />
coMMercio estero<br />
= - Normativa doganale – Carta doganale del<br />
viaggiatore<br />
= - Austria-Slovenia-Croazia – Incontri<br />
bilaterali settore agroalimentare, arredo,<br />
ristorazione – <strong>Udine</strong> 11 ottobre 2010<br />
= - Brasile-Perù – Missione economica – San<br />
Paolo/Lima 8-12 novembre 2010<br />
= - Egitto – Missione economica – Il Cairo<br />
22-25 novembre 2010<br />
= - Grecia. Notiziario economico-commerciale<br />
= - Eritrea – Misure restrittive<br />
= - Australia – Missione economica – Sydney-<br />
Melbourne 16-23 ottobre 2010<br />
= - Trasporti internazionali – Danimarca –<br />
Linee guida sul cabotaggio settore merci<br />
= - Autotrasporto merci – Rideterminazione<br />
percentuali riduzione pedaggi autostradali<br />
2008<br />
= - Autotrasporto merci in conto terzi – Creditod’imposta<br />
tasse automobilistiche 2010<br />
= - Autotrasporto merci in conto terzi – Modifichenormative<br />
nei rapporti tra vettori e<br />
committenti in vigore dal 12 agosto 2010<br />
– Legge n. 127/10<br />
= - Autotrasporto merci in conto terzi – Scheda<br />
di trasporto – Obbligo indicazione istruzioni<br />
di trasporto – Legge n. 127/10<br />
= - Autotrasporto merci in conto terzi – Modifica<br />
rapporti tra committenti e vettori –<br />
Nuovi tempi di pagamento dal 12 agosto<br />
2010 – Legge n. 127/10<br />
= - Autotrasporto merci in conto terzi – Modifica<br />
normativa rapporti committenti-vettori<br />
– Legge n. 120/10<br />
= - Austria – Missione economica settore arredo<br />
ed agroalimentare – Vienna 11 novembre<br />
2010<br />
istruzioni per l’uso...<br />
= Per consultare le notizie riportate in questa<br />
pagina<br />
= Collegarsi al sito Internet dell’Associazione www.<br />
confindustria.ud.it<br />
=<br />
Selezionare alla voce “Ricerca“ nell’archivio della<br />
sezione “News”<br />
= Inserire la password riservata alle imprese<br />
associate<br />
= Inserire le informazioni richieste (in particolare titolo<br />
e servizio di emissione) per attivare il motore<br />
di ricerca Cliccare “cerca”<br />
aMBiente<br />
= - Pubblicato in GU il terzo correttivo del<br />
Codice Ambientale. Differimento di termini<br />
per le emissioni in atmosfera<br />
internazionaLizzazione<br />
= - Voucher per iniziative d’internazionalizzazione<br />
della Camera di Commercio.<br />
Tempistica delle domande di contributo<br />
= - Serbia: finanziamenti a fondo perduto per<br />
Pmi e distretti industriali<br />
= - Esperienze di incoming per<br />
l’internazionalizzazione delle PMI friulane<br />
(1-3 dicembre 2010) II^ edizione –<br />
Incoming multisettoriale da operatori dell’area<br />
balcanica e centro-orientale<br />
energia<br />
= - Misure per la maggiore concorrenzialità<br />
nel mercato del gas - D.Lgs. 130/2010 -<br />
Partecipazione delle imprese allo sviluppo<br />
di nuova capacità di stoccaggio - Richieste<br />
entro il 1° settembre<br />
= - Nuovo conto energia - D.M. 6 agosto 2010<br />
= - Normativa tecnicaPrevenzione incendi -<br />
Approvata la regola tecnica per le attività<br />
commerciali superiori a 400 mq<br />
sicurezza suL LaVoro<br />
= - Tessera di riconoscimento dei lavoratori<br />
utilizzati per lavori in appalto - Nuovi<br />
= contenuti - L. 136/2010<br />
- Elenco nazionale dei medici competenti -<br />
Aggiornamento<br />
g<br />
ed<strong>iL</strong>izia<br />
= - Notiziario Ance Fvg<br />
= - Appalti: al via il piano straordinario contro<br />
le mafie<br />
= - Barriere Stradali – Circolare del Ministero<br />
delle Infrastrutture<br />
= - Part-Time e Durc<br />
= - Tracciabilità dei flussi finanziari -<br />
Iniziativa dell’Ance<br />
organizzazione,<br />
MarKeting e<br />
sV<strong>iL</strong>uPPo<br />
= - Rinnovo della convenzione con il<br />
Teatro Nuovo “Giovanni da <strong>Udine</strong>” per<br />
la Stagione 2010/2011<br />
= - Nuovi voli da Trieste per Milano Linate<br />
e Genova - dal 4 ottobre 2010<br />
QuaLita’<br />
= - Uninotizie n° 14 del 31/07/2010<br />
risorse uMane<br />
= - La Vetrina di Unimpiego - I profili della<br />
settimana 30 agosto – 3 settembre 2010
tutti i<br />
colori<br />
delle tue<br />
STAMPA<br />
GRAFICA<br />
WEB<br />
Via Julia, 27 - 33030<br />
Basaldella di Campoformido (UD)<br />
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idee<br />
Più di 50 anni di esperienza e passione<br />
familiare nel settore della stampa hanno<br />
contribuito a formare un’azienda in grado di<br />
fornire servizi a 360˚ ai nostri clienti, dalla<br />
progettazione alla stampa.<br />
w w w . t i p o g r a f i c a . i t graphics: Francesco Filigoi<br />
ottobre10 39
associazione<br />
Formazione<br />
corsi di Formazione<br />
<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />
ottoBre 2010<br />
aquisti<br />
22 novembre<br />
International Buyer<br />
ambiente<br />
3 novembre<br />
Aria 2<br />
10 novembre<br />
VIA e AIA<br />
direttive comunitarie<br />
3 e 4 novembre<br />
Direttiva macchine (2006/42/CE)<br />
25 e 29 novembre<br />
Valutazione del rischio per le macchine<br />
economica<br />
18 e 25 novembre<br />
Il bilancio per conoscere l’azienda e<br />
la concorrenza<br />
informatica<br />
11 novembre<br />
Email Marketing: come promuovere<br />
la propria azienda in modo efficace<br />
Produzione<br />
24 novembre<br />
La misura delle prestazioni delle<br />
Operations<br />
Management<br />
11 ottobre<br />
Ridurre errori, scarti, sprechi “MUDA”<br />
nei processi aziendali<br />
Produzione<br />
18 e 19 ottobre<br />
Formazione pratica per progettisti<br />
Qualità<br />
23, 24 e 25 novembre<br />
Valutatori interni di sistemi di gestione<br />
ambientale<br />
risorse umane<br />
9 e 10 novembre<br />
La gestione della risorsa umana: la<br />
selezione, la valutazione e le politiche<br />
di incentivazione<br />
15 e 22 novembre<br />
Scrivere semplice, chiaro, incisivo: la<br />
scrittura professionale in azienda<br />
40 ottobre10<br />
sicurezza<br />
Dall’8 novembre<br />
Addetti al primo soccorso in azienda<br />
(Aziende gruppo B E C del D.M.<br />
388/2003)<br />
Dall’8 novembre<br />
MODULO “C” “Responsabile e Addetto<br />
al Servizio di Prevenzione e<br />
Protezione”<br />
16 novembre<br />
Addetti al primo soccorso - aggiornamento<br />
Vendite<br />
11 e 18 novembre<br />
Il management dei servizi di post<br />
vendita: trasformare il post vendita<br />
in un centro di profitto<br />
30 novembre<br />
Rendere utili le fiere e gli eventi<br />
di settore: strategie e tecniche per<br />
ottimizzare le performance durante<br />
gli eventi<br />
Percorsi formativi<br />
Da definire<br />
Sviluppo delle competenze nella<br />
gestione economica-finanziaria<br />
dell’azienda (percorso individuale)<br />
Da definire<br />
English at work – individuale<br />
Da definire<br />
Le francais des affaires<br />
Da denifire<br />
Deutsch am arbeitsplatz<br />
Da definire<br />
Altre lingue straniere<br />
Da definire<br />
Coaching Room – Percorso di coaching<br />
manageriale<br />
Dal 4 novembre<br />
Gestione e sviluppo delle Risorse<br />
Umane in azienda<br />
Dal 10 novembre<br />
Sviluppare, sperimentare e scoprire<br />
la propria leadeship<br />
Da non perdere<br />
Sviluppare,<br />
sperimentare<br />
e scoprire<br />
la propria<br />
leadership<br />
Troppo frequentemente le persone che gestiscono<br />
dei gruppi di lavoro non hanno una vera e propria<br />
formazione sulla leadership oppure aderiscono a dei<br />
modelli standard.<br />
Questo training <strong>è</strong> una sfida per scoprire le nostre reali<br />
potenzialità come leader, la nostra predisposizione a<br />
guidare e coordinare gli altri.<br />
Al termine del percorso ogni partecipante viene<br />
guidato e mettere in atto il proprio progetto di leadership<br />
e ad applicare gli strumenti appresi durante il<br />
corso. La finalità ultima del training <strong>è</strong> liberare completamente<br />
quel nucleo di potenzialità che rappresenta<br />
la nostra vera leadership naturale.<br />
Il corso si rivolge a imprenditori, manager, ricercatori,<br />
project leader, laureati in fase di specializzazione che<br />
vogliano sviluppare completamente la propria capacità<br />
di leadership.<br />
Il master sarà un training intensivo finalizzato a<br />
trovare il proprio stile di leadership, quello autentico,<br />
che ci consente di guidare il nostro gruppo verso il<br />
raggiungimento del successo.<br />
Il percorso avrà carattere interattivo ed esperienziale:<br />
attraverso casi concreti e role playing mirati, si potranno<br />
sperimentare e potenziare la propria capacità di<br />
leadership.<br />
Partecipanti al percorso formativo Sales Master tecniche avanzate di<br />
vendita (foto Gasperi)
associazione<br />
Gruppo Giovani Imprenditori <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />
al forum di cernobbio appena concluso<br />
si parla di nucleare<br />
Che i Giovani Imprenditori di <strong>Confindustria</strong><br />
<strong>Udine</strong> prestassero grande attenzione ai temi<br />
del nucleare lo si era capito già due anni<br />
fa in occasione della visita che il Gruppo,<br />
assieme agli assessori regionali Riccardo<br />
Riccardi e Vanni Lenna, aveva fatto alla<br />
centrale di Krsko. Da qui si capisce la nostra<br />
grande curiosità nell’apprendere i risultati<br />
della ricerca realizzata da The European<br />
House-Ambrosetti e presentata al Workshop<br />
di Cernobbio in cui <strong>è</strong> stato stimato che<br />
se il piano nazionale italiano del nucleare<br />
entrasse ora a regime, il costo delle bollette<br />
elettriche di cittadini e imprese italiane<br />
potrebbe recuperare il gap negativo che<br />
ora le vede superare del 25-35% il costo<br />
medio Ue. L’Italia - sottolinea infatti la ricerca<br />
- ‘’dipende dall’estero per circa l’86% del<br />
fabbisogno di energia primaria (primo Paese<br />
al mondo per importazione di energia);<br />
dipende dai combustibili fossili per circa il<br />
75% (quota tra le più alte al mondo)’’. Per<br />
quanto riguarda la generazione elettrica,<br />
l’Italia ha oltre ‘’il 60% (contro una media<br />
del 27% nell’UE-27 nel 2008) dell’elettricità<br />
prodotta da gas, petrolio e derivati, fonti<br />
che alterano il clima e sono costose e<br />
volatili; e’ il maggiore importatore al mondo<br />
di elettricità (14% dei consumi annui);<br />
aggregando l’importazione di combustibili<br />
fossili, l’Italia dipende dall’estero per oltre<br />
7/8 del fabbisogno; e’ il solo paese del G8,<br />
e l’unico al mondo con produzione elettrica<br />
superiore ai 250 TWh l’anno, a non disporre<br />
di generazione da fonte nucleare’’.<br />
Per questo motivo, con il piano nucleare<br />
attivo, cittadini e imprese finirebbero di<br />
pagare un prezzo dell’energia elettrica che<br />
oggi ‘’e’ superiore del 25-35% a quello<br />
medio degli altri Paesi dell’Unione Europea’’.<br />
Un risparmio legato soprattutto a ‘’minori<br />
costi di generazione, comprensivi del costo<br />
della CO2, per 43-69 miliardi di euro’’.<br />
Ma per chi ritiene che si debba scegliere<br />
tra l’energia nucleare e quella prodotta da<br />
fonti rinnovabili, secondo me commette<br />
una stridente contraddizione; perché mai<br />
la produzione di energia da fonti rinnovabili<br />
potrà crescere sino a soddisfare interamente<br />
o per larga parte il fabbisogno energetico<br />
nazionale. In altre parole, l’obiettivo –<br />
inevitabilmente di lungo termine – di arrivare<br />
a un mix equilibrato che veda il nucleare al<br />
25% non eroderà mai spazio alle rinnovabili,<br />
ma – questo <strong>è</strong> l’argomento decisivo –<br />
semmai lo eroderà all’energia prodotta da<br />
combustibili fossili, ovvero da combustibili<br />
che inquinano.<br />
Quindi, più nucleare significherà<br />
necessariamente meno petrolio, gas e<br />
carbone. E non <strong>è</strong> poco in una prospettiva<br />
anche ecologica. Si obietterà che esiste<br />
il problema dello stoccaggio delle scorie,<br />
ma non risulta che si siano mai verificati<br />
problemi relativi a questo aspetto, che,<br />
comunque, oggi presenta livelli di sicurezza<br />
molto elevati. Vorrei inoltre fare un breve<br />
pensiero sulla sicurezza e sull’affidabilità,<br />
prima di criticare a priori le centrali nucleari,<br />
sui rischi del modo di produzione di energia<br />
con i combustibili fossili.<br />
Si obietterà infatti che il rischio radioattivo<br />
sta nell’incidente alla centrale. Premesso che<br />
le centrali di ultima generazione presentano<br />
livelli di sicurezza anch’essi molto elevati,<br />
occorre sgomberare il campo da equivoci<br />
e riconoscere che il rischio zero <strong>è</strong> obiettivo<br />
impossibile sia per la produzione di energia<br />
nucleare, sia per quella derivante da fossili<br />
combustibili, a qualunque fase del processo.<br />
La recente tragedia della piattaforma della<br />
BP ne <strong>è</strong> la dura riprova. La differenza tra le<br />
due, però sta nel fatto che l’energia nucleare<br />
non inquina, diversamente da quella<br />
derivante da fossili combustibili, che inquina.<br />
Personalmente, spingerei molto di più sulla<br />
realizzazione di energia da impianti a fonti<br />
rinnovabili piuttosto che ad energia nucleare,<br />
per esempio nel sud Italia gli impianti ad<br />
energia solare potrebbero e dovrebbero<br />
essere qualcosa di molto presente, visto<br />
anche le condizioni climatiche favorevoli,<br />
ma sono convinto anche che purtroppo tali<br />
impianti non sarebbero sufficienti al nostro<br />
fabbisogno energetico e che uno sguardo<br />
al nucleare sia ormai una condizione<br />
ineludibile se vogliamo restare competitivi<br />
con gli altri Paesi.<br />
Matteo Di Giusto<br />
agenda<br />
gli appuntamenti<br />
dei giovani<br />
imprenditori<br />
= assemblea<br />
annuale<br />
Data: 22 settembre 2010<br />
Ore: 17.00<br />
Luogo: Palazzo Torriani<br />
= Missione in cina<br />
Data: 25 settembre -1 ottobre 2010<br />
Luogo: Shanghai e Hong Kong<br />
= Visite aziendali<br />
cymaa<br />
Data: 15 ottobre 2010<br />
Luogo: Carinzia<br />
= convegno<br />
nazionale g.i.<br />
<strong>Confindustria</strong><br />
Data: 29 e 30 ottobre 2010<br />
Luogo: Capri<br />
= conFiera - giovani<br />
idee a confronto<br />
Data: 27 novembre 2010<br />
Ore: 9.30 - 19.00<br />
Luogo: Fiera di <strong>Udine</strong> - Padiglioni<br />
8 e 9<br />
Info: www.ggiudine.it<br />
ottobre10 41
associazione<br />
Gruppo Giovani Imprenditori <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />
Enrico Accettola<br />
tutti Pronti Per conFiera?<br />
di Enrico Accettola<br />
Non c’<strong>è</strong> cosa più gradita che scrivere<br />
un articolo, quando si ha qualcosa di<br />
entusiasmante da comunicare. E io,<br />
come Presidente dei Giovani Imprenditori<br />
<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>, ho davvero qualcosa di<br />
molto interessante da presentare.<br />
Si tratta di uno straordinario progetto che ha<br />
coinvolto tante persone e che sicuramente<br />
susciterà l’interesse e la partecipazione di<br />
moltissime altre. Sono mesi che assieme<br />
al mio Gruppo sto pensando e lavorando<br />
a questa bellissima iniziativa, che fra<br />
pochissimo dovrebbe finalmente prendere<br />
corpo. Di cosa sto parlando? Di Giovani<br />
idee a confronto. È questo infatti il punto<br />
di partenza e al tempo stesso il punto di<br />
arrivo di CONFIERA, l’evento nato dallo<br />
spirito collaborativo e propositivo del<br />
Gruppo Giovani Imprenditori di <strong>Udine</strong> con<br />
42 ottobre10<br />
la partecipazione di <strong>Confindustria</strong> Friuli<br />
Venezia Giulia, che dovrebbe tenersi sabato<br />
27 novembre 2010 presso il complesso<br />
Fiera di <strong>Udine</strong>, dalle 9.30 alle 19 (cui<br />
seguirà un aperitivo). Molteplici gli obiettivi<br />
del progetto, tra cui spiccano quello di<br />
conoscere partner, fare network, creare<br />
nuove iniziative e aprirsi a inesplorate<br />
opportunità di business.<br />
CONFIERA, il cui format assicura la<br />
possibilità di ripetizione dell’evento a<br />
cadenza annuale, diventerebbe dunque<br />
un’occasione imperdibile per condividere<br />
esperienze e know-how, fare sistema<br />
e favorire la nascita di relazioni a livello<br />
nazionale e internazionale, sia per gli<br />
espositori - associati ai GGI delle 4<br />
Territoriali regionali di <strong>Confindustria</strong> FVG<br />
– sia per i visitatori –<br />
special guests sono gli<br />
Associati <strong>Confindustria</strong>,<br />
API, Confartigianato,<br />
Confcommercio,<br />
CNA, Coldiretti e<br />
CYMAA. L’evento,<br />
infatti, dovrebbe<br />
prevedere anche la<br />
compartecipazione<br />
dei nostri colleghi<br />
d’Oltralpe<br />
(Confederation<br />
of Young<br />
Manufacturers of<br />
Alpe Adria) con<br />
cui <strong>è</strong> possibile<br />
fare aggregazione<br />
e confrontarsi<br />
relativamente alle<br />
proprie esperienze<br />
imprenditoriali.<br />
Il comitato<br />
organizzatore -<br />
composto, oltre che dal<br />
sottoscritto, da Matteo Di<br />
Giusto - Vice Presidente;<br />
Gabriele Garzitto - Presidente CYMAA<br />
e Consigliere; Emanuela Degano, Luca<br />
Forgiarini, Massimiliano Zamò e Massimo<br />
D’Agostini – Consiglieri; Michela Peghin,<br />
Stefano Gori, Luca Balzano e Marianna<br />
Pravisani – Associati, dovrebbe prevedere<br />
momenti di confronto e dibattito rispetto<br />
a diversi temi: da “Il team che fa impresa”<br />
a “Fare impresa”, da “Fare aggregazione”<br />
a “Il passaggio generazionale in azienda”,<br />
e ancora, “Impresa al femminile”,<br />
“Comunicazione d’impresa”, “Le istituzioni e<br />
le imprese” e “Università e Impresa”.<br />
Questi incontri sarebbero utilissimi<br />
per crescere professionalmente e<br />
individualmente, grazie alla condivisione<br />
di saperi ed esperienze reali. Sottolineo
inoltre che CONFIERA sarebbe di sicura<br />
visibilità e forte impatto mediatico: oltre a<br />
una conferenza stampa di presentazione,<br />
l’evento sarà veicolato con il supporto<br />
operativo delle Territoriali <strong>Confindustria</strong> di<br />
<strong>Udine</strong>, Trieste, Pordenone e Gorizia.<br />
Dicono che le cose perché accadano<br />
occorre immaginarsele. Io credo che sia<br />
vero. E così mi immagino che a CONFIERA<br />
aderirete e parteciperete numerosi.<br />
Contiamo di vedervi alla Fiera di <strong>Udine</strong>,<br />
padiglioni 8 e 9.<br />
numeri di conFiera<br />
= 1 giornata intera a disposizione<br />
= 100 espositori<br />
= 3.500 potenziali visitatori tra<br />
associazioni, gruppi di categoria e<br />
autorità<br />
= 4 territorialità coinvolte + Slovenia +<br />
Austria<br />
= più di 2.000 associati a <strong>Confindustria</strong><br />
Friuli Venezia Giulia<br />
il Programma di conFiera<br />
27 Novembre 2010*:<br />
= Registrazione visitatori<br />
a cura dello staff di <strong>Confindustria</strong><br />
(durante tutto il giorno)<br />
= 9.30: discorso di apertura/<br />
presentazione<br />
Intervengono: Enrico Accettola,<br />
Adriano Luci, Arianna Bellan e il Gruppo<br />
Organizzatore<br />
associazione<br />
Gruppo Giovani Imprenditori <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />
* La data, ancora da ufficializzare, potrebbe essere soggetta a variazioni<br />
Palazzo Torriani<br />
un’occasione da<br />
non perdere!<br />
Nata dal grande desiderio di<br />
conoscersi tra Giovani Imprenditori<br />
e sposare quotidianamente le idee<br />
e le difficoltà di fare impresa oggi,<br />
CONFIERA <strong>è</strong> sicuramente l’iniziativa<br />
più coerente a tale scopo. Un’intera<br />
giornata dove i Giovani Imprenditori<br />
possono in tutta serenità scambiarsi<br />
idee, confrontarsi, costruire nuove<br />
sinergie e collaborazioni. Un’intera<br />
giornata dedicata al workshop di<br />
imprese vincenti che hanno saputo<br />
creare il tessuto imprenditoriale<br />
regionale e che nel tempo hanno<br />
saputo innovarsi. Giovani di prima e<br />
di seconda generazione, non perdete<br />
questa nuova occasione di incontrarci<br />
per guardare assieme verso nuovi<br />
orizzonti creare nuovi contatti e nuovi<br />
progetti.<br />
Emanuela Degano<br />
= 10.30: giro tra stand e inizio giornata<br />
= 15.00: primo workshop / tavola rotonda<br />
= 16.00: secondo workshop / tavola<br />
rotonda<br />
= 17.00: terzo workshop / tavola rotonda<br />
= 19.00: aperitivo e buffet<br />
in collaborazione con Turismo FVG<br />
ottobre10 43
orizzonti<br />
giovani e società<br />
diPendenti o iMPrenditori?<br />
Gavetta, competenze, intuizioni imprenditoriali, cicli economici. Ecco alcuni dei fattori che i<br />
giovani lavoratori ed imprenditori dell’industria e dei servizi elencano come fondamentali per<br />
spiccare il grande salto.<br />
I giovani e le imprese che producono beni<br />
e servizi. Una molteplicità di rapporti che in<br />
questa rubrica cerchiamo di portare, per ciò<br />
che ci <strong>è</strong> possibile, in evidenza.<br />
Una prima testimonianza ci viene offerta da<br />
Federico, 28 anni: “Dopo essermi laureato<br />
a soli 24 anni in Ingegneria a Milano, ho<br />
lavorato due anni per un’azienda che<br />
lavorava nel settore delle nanotecnologie.<br />
Un’esperienza stupenda che mi ha fatto<br />
acquisire abilità e spinto, assieme ad<br />
altri tre colleghi, a mettermi in proprio.<br />
Sfortunatamente, abbiamo deciso<br />
di avviare una nuova ditta pochi<br />
mesi prima della crisi di fine<br />
2008. Non ce l’abbiamo fatta,<br />
purtroppo. Ora lavoro qui in Friuli<br />
in un’organizzazione manifatturiera<br />
che si occupa di prodotti chimici.<br />
Non <strong>è</strong> stato facile re-inventarsi,<br />
ma mi trovo bene. Se ne avrò la<br />
possibilità cercherò di aprire una<br />
nuova attività, sperando di non<br />
essere travolto da una congiuntura<br />
sfavorevolissima come due anni<br />
fa!”.<br />
A Fabrizio, 27 anni, <strong>è</strong> andata<br />
meglio. Appena finita la laurea<br />
triennale in Ingegneria meccanica<br />
<strong>è</strong> andato a dare una mano<br />
nell’azienda del padre di un suo<br />
compagno di corso. “All’inizio l’ho<br />
fatto per sperimentare quanto<br />
avevo imparato tra i banchi<br />
dell’università. Mi sono trovato bene ed ho<br />
deciso di restare. Un anno fa, addirittura,<br />
sono diventato socio e questo mi sprona<br />
ancora di più ad impegnarmi ed a fare il<br />
bene dell’impresa per cui lavoro. Mi piaceva<br />
imparare all’università, però non ho saputo<br />
resistere al fascino per i problemi pratici e la<br />
vita d’azienda”.<br />
Se Fabrizio ha potuto dimostrare tutto il<br />
proprio potenziale e riuscire ad ottenere<br />
un ruolo importante nella società per<br />
cui opera, lo stesso non si può dire per<br />
Veronica, che ha lavorato – come stagista<br />
44 ottobre10<br />
e poi con un contratto a progetto – per<br />
due anni e mezzo in un’azienda meccanica<br />
friulana. “Mi occupavo del marketing e<br />
devo dire che le ho provate tutte per farmi<br />
assumere ma purtroppo vuoi per la crisi,<br />
vuoi per alcune decisioni dei vertici, non ce<br />
l’ho fatta. E’ dura rimettersi a cercare, anche<br />
perché non <strong>è</strong> un gran periodo e rifare uno<br />
stage non <strong>è</strong> stimolante”.<br />
Stage che secondo Gabriele, studente<br />
di ingegneria civile di 22 anni, dovrebbe<br />
essere più lungo quando si <strong>è</strong> studenti<br />
universitari perché “nell’organizzazione<br />
manifatturiera dove sono stato a fare il<br />
tirocinio si lavorava molto col CAD. Ci<br />
vogliono due, tre mesi per imparare ad<br />
utilizzare quel software. Lo stage durava<br />
solo sessanta giorni. Credo davvero che<br />
le università debbano stipulare accordi<br />
affinché gli stage possano durare di più,<br />
soprattutto perché quando trovi un’azienda<br />
che ti vuol fare lavorare davvero <strong>è</strong> un<br />
peccato avere tali limiti temporali che ti<br />
dimezzano le possibilità di apprendimento”.<br />
Elisabetta tra pochi mesi farà 30 anni.<br />
“Dopo essermi brillantemente laureata in<br />
biotecnologie ho deciso di fare il dottorato<br />
di ricerca. Le prospettive di un’occupazione<br />
accademica non erano per niente sicure<br />
e quindi nell’ultimo anno che studiavo<br />
per il dottorato mi sono messa a lavorare<br />
nel laboratorio di ricerca e sviluppo di<br />
un’organizzazione manifatturiera friulana.<br />
Terminato il dottorato ho proseguito in<br />
questa ditta e poi, scaduto il contratto<br />
biennale a tempo determinato, sono<br />
andata in un’impresa chimica in Veneto.<br />
In quest’azienda ho trovato un<br />
ambiente nel quale ho potuto<br />
crescere molto ed anche maturare<br />
sul profilo caratteriale al punto da<br />
sentirmi sicura di una cosa: far<br />
nascere io un’impresa nel settore<br />
delle biotecnologie. Anche se il<br />
mio socio ed io siamo appena agli<br />
inizi – 6 mesi d’attività – stiamo<br />
ricevendo buone commesse e<br />
spero che riusciremo a sviluppare<br />
la ditta”.<br />
Infine il caso di Gabriella e Stefano,<br />
lei 26 anni, lui 28. Dopo la laurea<br />
in economia hanno iniziato a<br />
lavorare per due differenti aziende<br />
di consulenza ad <strong>Udine</strong>: “E’ molto<br />
impegnativo il passaggio dalla<br />
teoria alla pratica. Le società hanno<br />
bisogno di soluzioni concrete<br />
ed in tempi ristretti. Quello che<br />
ci piace del nostro mestiere <strong>è</strong><br />
la parte creativa, la possibilità di ideare<br />
e di proporre risposte nuove a problemi<br />
che magari assillano da tempo una ditta.<br />
L’aspetto che un po’ ci rode <strong>è</strong> la burocrazia<br />
che indubbiamente rallenta il nostro lavoro<br />
ed i servizi che rendiamo ai nostri clienti.<br />
Il nostro futuro? Acquisire competenze ed<br />
una buona reputazione. Se poi avremo la<br />
forza ed il coraggio, fonderemo la nostra<br />
azienda di consulenza”.<br />
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“Margherita” e birra davanti alla tv, magari<br />
mangiando la pizza direttamente dal<br />
cartone senza ungersi. Oggi si può<br />
grazie ad un contenitore innovativo<br />
e tecnologico, realizzato dalla<br />
collaborazione tra tre aziende, la<br />
Ipack&trade, la Hallstrom e l’Ondulati<br />
ed Imballaggi del Friuli SPA di<br />
Carnia di Venzone.<br />
Si chiama “Lampo” (acronimo di<br />
laminated material packaging opportunities)e<br />
ha molti vantaggi: non<br />
fa passare l’olio del condimento,<br />
non altera il sapore della pizza e la<br />
mantiene calda.<br />
Risolti tutti i problemi che caratterizzano<br />
i contenitori da pizza<br />
standard,utilizzando assieme al<br />
tradizionale cartone ondulato il<br />
PET che resiste alla manipolazione,<br />
ai grassi, alle alte temperature e<br />
allo sfregamento. La compatibilità<br />
di questo materiale rispetto al<br />
contatto con gli alimenti <strong>è</strong> sancita<br />
dalla Direttiva 2002/72/CE della Commissione<br />
Europea e successive modifiche<br />
(2004/19/CE). L’innovazione tecnologica<br />
Lanciato anche<br />
il progetto<br />
“green<br />
soLutions”<br />
Non solo imballaggi, ma soluzioni che<br />
ri-vestono e (proteggono) i prodotti nel<br />
rispetto dei principi di sostenibilità e rispetto<br />
dell’ambiente.<br />
Nel rispetto della causa ambientale, la<br />
Ondulati e Imballaggi del Friuli ha infatti<br />
ottenuto nel 2009 la certificazione FSC<br />
(Forest Stewardship Council).<br />
Questo prezioso riconoscimento permette<br />
di offrire e garantire alla clientela un<br />
imballaggio composto esclusivamente<br />
da carte di fibra vergine e/o riciclate che<br />
rispettano la catena di custodia delle foreste<br />
46 ottobre10<br />
consiste nel rivestire il cartone di uno strato<br />
di PET sottilissimo, appena 12 micron<br />
(si consideri che il diametro di un globulo<br />
rosso <strong>è</strong> pari a 8 micron mentre e quello<br />
di un capello varia tra i 65 e i 78 micron),<br />
secondo rigorosi standard ambientali, sociali<br />
ed economici.<br />
Entro la fine dell’anno verrà poi realizzato<br />
nello stabilimento di Villesse un impianto<br />
di produzione di energia fotovoltaico.<br />
L’investimento, che garantirà la produzione<br />
di parte dell’energia grazie ad una fonte<br />
rinnovabile, rispecchia la volontà dell’azienda<br />
di rispettare l’ambiente non solo in relazione<br />
ai materiali e ai prodotti che realizza,<br />
ma verso tutte le componenti del ciclo<br />
produttivo.<br />
Di pari passo corre anche l’attenzione<br />
per le specifiche esigenze di ciascun<br />
cliente. L’impresa carnica <strong>è</strong> in grado di<br />
offrire, sia attraverso l’impiego di carte e<br />
materiali innovativi, sia grazie allo studio<br />
di architetture specifiche, delle soluzioni<br />
mirate alla riduzione e alla semplificazione<br />
dell’imballaggio. Le nuove famiglie di<br />
prodotti FLUbox,Abox, Cbox, Pbox, Nbox,<br />
sono il risultato di questi studi.<br />
L’operazione “GREEN SOLUTIONS” lanciata<br />
Lampo<br />
successivamente metallizzato attraverso<br />
un processo di sottovuoto, con parti infinitesimali<br />
di alluminio.<br />
“In tal modo - spiegano alla Ondulati<br />
ed Imballaggi del Friuli - non<br />
passa l’olio del condimento o il<br />
sugo o il liquido della mozzarella<br />
attraverso il contenitore e si evita<br />
di ungersi le mani, la pizza inoltre<br />
non prende il cattivo sapore del<br />
cartone. Inoltre il nostro portapizza<br />
mantiene il prodotto al caldo,<br />
poiché funge da isolante ed evita<br />
lo scambio termico con l’esterno.<br />
Inoltre “Lampo” <strong>è</strong> riutilizzabile pulendolo<br />
con un semplice panno.<br />
Per questo motivo, molti clienti<br />
tornano con il contenitore vecchio<br />
quando ricomprano l’alimento, con<br />
un ecologico riutilizzo dei materiali.<br />
Il nostro portapizza, inoltre, si può<br />
utilizzare anche come piatto, senza<br />
sporcarne uno di plastica o di ceramica,<br />
con un notevole risparmio<br />
di energia elettrica, acqua, detersivi, e<br />
soprattutto stress per la massaia o per i<br />
single”.<br />
dalla Ondulati e Imballaggi del Friuli<br />
presenta diversi vantaggi; tra questi vanno<br />
segnalati: la riduzione dei costi ambientali,<br />
la riduzione del materiale a magazzino,<br />
la riduzione dei costi legati alle pratiche<br />
burocratiche (meno ordini, meno fornitori,<br />
meno fax, meno fatture, …), l’imballo<br />
innovativo e completamente ecologico<br />
(anche ottimo strumento commerciale),<br />
la migliore e più efficace protezione del<br />
prodotto e l’eliminazione di polistirolo,<br />
sacchetti e bollicinati.
Informazione commerciale<br />
Già da ragazzo sognavo una impresa.<br />
Ho studiato e lavorato all’estero poi, negli<br />
anni ’70, sono ritornato in Italia e ho investito<br />
sul cablaggio elettrico, un prodotto<br />
che allora non c’era.<br />
Quando siamo partiti non vi era concorrenza<br />
perch<strong>è</strong> non c’erano formazione e<br />
tecnologia; non esisteva infatti una scuola<br />
che insegnava come fare i cablaggi, così<br />
mi sono fatto una cultura da solo e ho<br />
formato i dipendenti.<br />
Nel 1983 <strong>è</strong> stata creata la<br />
prima azienda, poi l’attività<br />
si <strong>è</strong> sviluppata e sono<br />
state avviate altre realtà.<br />
Oggi esiste una holding di<br />
6 aziende che si trovano<br />
nella zona industriale di<br />
Vallenoncello a sud di Pordenone.<br />
L’azienda principale<br />
<strong>è</strong> la Realcable alla quale<br />
<strong>è</strong> collegata l’Eurocablaggi.<br />
Il core business per entrambe<br />
le aziende <strong>è</strong> il cablaggio<br />
elettrico che viene<br />
impiegato ovunque vi sia<br />
necessità di conduzione di<br />
energia elettrica e che trova<br />
applicazione in qualunque<br />
tipologia di macchina<br />
o apparecchiatura.<br />
Dalla Realcable dipende<br />
l’azienda Cables e dalla<br />
Eurocablaggi dipende<br />
l’azienda Italkabel. Dall’Italkabel<br />
e dalla Cables dipende la ditta<br />
S.C.M.<br />
Lavoriamo in molteplici settori: elettrodomestico<br />
(lavabiancheria, asciugatori, forni<br />
tradizionali e a microonde), distributori automatici,<br />
condizionamento, automazioni<br />
applicate ai sistemi industriali, automobili,<br />
treni, illuminazione, elaboratori elettronici,<br />
navale, aereo, ecc.<br />
Oltre ai prodotti, ai clienti diamo anche<br />
una consulenza elettrotecnica in base al<br />
funzionamento delle loro apparecchiature;<br />
per questo motivo le nostre aziende più<br />
che fornitrici possono essere ritenute un<br />
partner per il cliente.<br />
Il segreto del nostro successo <strong>è</strong> quello<br />
di trattare bene i dipendenti e i clienti;<br />
abbiamo dipendenti che lavorano con noi<br />
CABLAGGI ELETTRICI E<br />
ASSIEMAGGI INDUSTRIALI<br />
servizi per l’industria e il commercio<br />
da quando abbiamo iniziato l’attività. La<br />
partenza <strong>è</strong> stata difficile perché dovevamo<br />
instaurare un rapporto fiduciario con<br />
i dipendenti aiutandoli a risolvere anche i<br />
loro problemi personali; crediamo molto<br />
nella formazione e nella motivazione del<br />
personale che <strong>è</strong> l’anima dell’azienda. Tutto<br />
il personale <strong>è</strong> stato addestrato e sensibilizzato<br />
a lavorare con senso di responsabilità<br />
e nel rispetto del proprio lavoro;<br />
a tutti <strong>è</strong> chiaro che il successo dei nostri<br />
Clienti dipende dalla qualità del proprio lavoro.<br />
E’ molto importante creare un buon<br />
clima aziendale e gestire i talenti; da noi<br />
ci si sente come in una grande famiglia e<br />
ciò limita il turn over. I collaboratori interni<br />
al gruppo di aziende sono oltre 120.<br />
Nonostante la crisi dell’ultimo anno siamo<br />
riusciti a mantenere il personale; attualmente<br />
stiamo incrementando il lavoro e<br />
formando nuovi dipendenti.<br />
Siamo riusciti ad essere competitivi e a<br />
crescere perché abbiamo investito in tecnologia,<br />
acquistando macchine per la produzione<br />
di cablaggi elettrici in tecnologia<br />
I.D.C. (processo a spostamento di isolante),<br />
una produzione di alto livello che ha<br />
consentito di abbattere i costi.<br />
Essendo una grossa realtà, siamo preferiti<br />
dai clienti rispetto ad altre aziende minori<br />
perché abbiamo un fornito magazzino di<br />
componenti e disponiamo di molta manodopera;<br />
possiamo quindi far fronte alle<br />
urgenze garantendo flessibilità e puntualità<br />
nelle consegne.<br />
Negli ultimi anni le attività sono state diversificate<br />
creando la RCC, un call center<br />
al quale <strong>è</strong> collegata una agenzia polifunzionale<br />
che ha sede presso<br />
il Centro Commerciale<br />
Emisfero di Fiume Veneto.<br />
Questa agenzia gestisce<br />
anche la rivista televisiva<br />
“Zappi” che, oltre ai programmi<br />
televisivi, offre una<br />
serie di rubriche.<br />
Produciamo inoltre prodotti<br />
che vendiamo con il nostro<br />
marchio, come i forni pizza<br />
per uso professionale e i<br />
distributori di ceri. Ci stiamo<br />
inserendo anche nei<br />
settori dei distributori automatici<br />
e delle macchine<br />
per sale da gioco. Questi<br />
prodotti, che vengono<br />
stoccati a magazzino, ci<br />
permettono di colmare gli<br />
eventuali cali di lavoro.<br />
Gli obiettivi per l’immediato<br />
futuro sono quelli di essere<br />
più presenti nell’area europea.<br />
Ci stiamo preparando<br />
per far fronte alle richieste dei mercati<br />
esteri, per questo abbiamo recentemente<br />
assunto una persona che seguirà il commercio<br />
estero e costruiremo un nuovo<br />
stabilimento.<br />
L’azienda <strong>è</strong> in controtendenza perché<br />
vede un mercato in crescita e sta anticipando<br />
il futuro.<br />
Ai collaboratori e alle figlie, che mi aiutano<br />
a gestire le varie realtà, ho trasmesso<br />
la mia conoscenza e la passione per il<br />
lavoro e ciò <strong>è</strong> una garanzia per la continuità<br />
dell’azienda.<br />
Informazione commerciale<br />
ottobre10 47<br />
aprile10 17
orizzonti<br />
obiettivo austria<br />
Che bel mestiere fare il ferroviere!<br />
Italia, fanalino di coda in Europa per sistema<br />
pensionistico. Così ci siamo sempre<br />
sentiti rimproverare. Così ci <strong>è</strong> stato ripetuto<br />
anche in tempi recenti. Che in Italia si<br />
continui ad andare in pensione troppo presto,<br />
nonostante l’allungamento della vita<br />
media, e che il computo della pensione sia<br />
troppo benevolo sono dati di fatto. O, almeno,<br />
erano dati di fatto prima degli ultimi<br />
interventi che hanno innalzato l’età pensionabile.<br />
Ma anche prima dell’ultima riforma<br />
il giudizio sul sistema pensionistico italiano<br />
era troppo severo e ingiustificato,<br />
se raffrontato, per esempio, a<br />
quello austriaco.<br />
Premessa necessaria. In Austria i<br />
fattori che hanno messo in crisi il<br />
sistema sono gli stessi dell’Italia:<br />
allungamento della vita media,<br />
crollo della natalità con squilibrio<br />
tra cittadini attivi e a riposo, diffusione<br />
di lavori precari e a termine<br />
con conseguente riduzione<br />
drastica dei versamenti contributivi<br />
agli istituti di previdenza. E<br />
anche in Austria recentemente<br />
si <strong>è</strong> tentato di porvi rimedio con<br />
una successione di riforme più o<br />
meno radicali.<br />
Attualmente, per dirla in breve,<br />
l’età pensionabile sarebbe di<br />
65 anni per gli uomini e 60 per<br />
le donne (per tutti i dipendenti<br />
pubblici, uomini e donne, <strong>è</strong> di<br />
65 anni). Usiamo il condizionale,<br />
perché soltanto chi ha cominciato<br />
a lavorare in questi ultimi anni ha davanti<br />
a sé questo traguardo di età; per tutti<br />
gli altri l’uscita dal mondo del lavoro arriva<br />
molto prima (mediamente a 58 anni),<br />
grazie a una serie infinita di scappatoie, deroghe,<br />
privilegi consolidati che nessun governo,<br />
neppure quello in carica di “grande<br />
coalizione”, <strong>è</strong> stato in grado si scalfire.<br />
Il caso più clamoroso riguarda i 41.000<br />
lavoratori delle Ferrovie, dove la pensione<br />
arriva già a 52 anni. Questo perché i ferrovieri<br />
non sono licenziabili e non può essere<br />
cambiata la loro mansione. Lo prevede<br />
una legge destinata a durare per sempre<br />
(quando, nel 2003, si tentò di modificarla,<br />
i ferrovieri paralizzarono i trasporti con uno<br />
sciopero memorabile, perché unico negli<br />
ultimi decenni in un Paese dove non si<br />
sciopera mai). La conseguenza del dettato<br />
sopra citato <strong>è</strong> che quando un addetto agli<br />
scambi, per esempio, non serve più, perché<br />
sono stati introdotti sistemi automatici<br />
di gestione, non gli si può far fare null’al-<br />
48 ottobre10<br />
tro. Non resta che pensionarlo, per non<br />
pagargli lo stipendio lasciandolo a casa.<br />
Nel 2006, per esempio, casi del genere<br />
sono stati quasi 2000. L’assurdo <strong>è</strong> che per<br />
coprire posti di lavoro in altri settori si devono<br />
assumere nuovi ferrovieri (13.000 dal<br />
2002 a oggi). In conclusione: oggi contro<br />
41.000 ferrovieri in servizio ve ne sono<br />
72.000 in pensione che costano allo Stato<br />
2 miliardi all’anno. Per por rimedio alla situazione<br />
in febbraio <strong>è</strong> stato preso un provvedimento...<br />
drastico: dal prossimo anno<br />
In Austria fa discutere l’innalzamento dell’età pensionabile dei ferrovieri<br />
l’età pensionabile sarà portata a 53 anni e<br />
ogni anno sarà aumentata di un anno.<br />
Altrettanto emblematica, pur riguardando<br />
soltanto un numero limitato di persone,<br />
la situazione alla Banca nazionale. Anche<br />
qui il numero di pensionati (1300) supera<br />
abbondantemente quello degli impiegati<br />
attivi (1000). La pensione scatta al 55.<br />
anno di età e contempla l’80% dell’ultimo<br />
stipendio, che per i dipendenti della banca<br />
centrale <strong>è</strong> abbondantemente superiore<br />
a quello degli altri impiegati pubblici. Ma<br />
questo trattamento riguarda soltanto gli<br />
ultimi assunti. Chi <strong>è</strong> entrato alla Banca<br />
nazionale prima del 1993 va in pensione<br />
a 55 anni, dopo 35 anni di servizio e con<br />
l’85% dell’ultima busta paga.<br />
Va da sé che anche per questa categoria le<br />
pensioni non sono coperte dai contributi<br />
versati, ma indirettamente dallo Stato.<br />
Più precisamente, la Banca nazionale<br />
austriaca (dal maggio scorso interamente<br />
di proprietà della Repubblica) ha investito<br />
due miliardi di euro in vario modo, il cui<br />
rendimento dovrebbe costituire un’entrata<br />
per lo Stato, così come pure gli affitti degli<br />
immobili di sua proprietà dati in locazione.<br />
Ma per far fronte alla copertura delle<br />
pensioni degli ex dipendenti si <strong>è</strong> ricorso a<br />
queste risorse. Fino a qualche anno fa ne<br />
bastava una parte. Nel 2009 si <strong>è</strong> raschiato<br />
il barile (272 milioni di euro per 1300<br />
pensionati), cosicché lo Stato non ha più<br />
incassato nulla.<br />
Altro capitolo dolente riguarda le cosiddette<br />
“assicurazioni sociali”, che<br />
corrispondono a quelli che<br />
erano i nostri istituti per l’assistenza<br />
sanitaria prima della<br />
nascita del Servizio sanitario<br />
nazionale. In Austria ce ne<br />
sono addirittura 22, perché<br />
si tiene conto di differenti<br />
categorie professionali e<br />
perché ogni istituto va moltiplicato<br />
per nove, quanti sono<br />
i Länder, secondo un sistema<br />
federale che moltiplica i costi<br />
ma non migliora le prestazioni.<br />
Un sistema così complicato<br />
che, per governare 10.000<br />
sanitari (dai primari in giù, in<br />
ospedali, ambulatori, centri<br />
di riabilitazione ecc.), occorrono<br />
16.000 amministrativi.<br />
Questo esercito in camice<br />
bianco ha un regime a sé,<br />
distinto da quello degli impiegati<br />
pubblici, che si riflette<br />
anche su pensioni più elevate e uscita<br />
anticipata dal lavoro. Tanto che anche per<br />
essi la pensione non <strong>è</strong> pagata con i contributi<br />
versati, ma dalla collettività.<br />
Un discorso a parte andrebbe fatto per<br />
i dipendenti regionali (cio<strong>è</strong> dei Länder).<br />
Sono 141.000 e hanno anch’essi un trattamento<br />
privilegiato rispetto al 133.000<br />
colleghi statali. L’età media della pensione<br />
<strong>è</strong> di 53 anni. Troppo lungo e complicato<br />
entrare nei dettagli di questa macchina<br />
mangiasoldi, che l’autonomia dello Stato<br />
federale rende inguaribile. Basti dire, per<br />
esempio, che mentre gli statali, in base al<br />
regime vigente, vanno in pensione tutti,<br />
uomini e donne, a 65 anni, dopo 45 anni<br />
di servizio, e l’ammontare della pensione si<br />
calcola sugli stipendi degli ultimi 40 anni,<br />
Vienna (che ha lo status di un Land) ha<br />
stabilito di raggiungere questi parametri<br />
con gradualità, entro il 2042!<br />
Marco Di Blas
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ottobre10 49
orizzonti<br />
internazionalizzazione<br />
FRIULI e CINA:<br />
relazioni<br />
consolidate<br />
Lo stato dei rapporti economici tra Friuli e<br />
Cina e le sue prospettive sono state approfondite<br />
nel corso del colloquio che l’Ambasciatore<br />
in Italia della Repubblica Popolare<br />
Cinese, Ding Wei, in occasione della sua<br />
visita in Regione, ha avuto sabato 10 settembre<br />
con il Presidente di <strong>Confindustria</strong><br />
<strong>Udine</strong> Adriano Luci.<br />
Il Presidente Luci si <strong>è</strong> detto onorato di<br />
ospitare a Palazzo Torriani l’Ambasciatore<br />
Ding Wei per l’intensità e la continuità dei<br />
rapporti di cooperazione tra le imprese<br />
friulane e la Cina in molti settori, dalla<br />
meccanica alla siderurgia, dal legno e<br />
mobile alle costruzioni, ai servizi che dimostrano<br />
l’attenzione per il mercato cinese<br />
e la volontà di approfondire le relazioni<br />
economiche bilaterali. Luci ha ricordato<br />
la presenza di quattro imprese regionali,<br />
di cui due friulane, al Padiglione italiano<br />
dell’EXPO di Shangai, che attesta il livello<br />
Marco Bruseschi (foto Buldrin)<br />
Obiettivo Albania per le imprese friulane;<br />
“un partner commerciale di prim’ordine<br />
per i nostri imprenditori – spiega Marco<br />
Bruseschi, vice-presidente di <strong>Confindustria</strong><br />
<strong>Udine</strong>, con delega all’internazionalizzazione<br />
- non solo per la sua vicinanza geografica,<br />
per i rapporti storici e culturali, ma anche<br />
per il suo dinamismo economico ed il fatto<br />
di essere uno dei pochi paesi a non aver<br />
smesso di crescere anche nello scorso anno<br />
di crisi. Le previsioni proiettano l’Albania<br />
inoltre verso un progressivo trend di<br />
sviluppo, che contribuirà alla crescita ed alla<br />
stabilizzazione di tutta l’area dei Balcani e<br />
dell’Adriatico meridionale”.<br />
E di Albania, con particolare riguardo alle<br />
opportunità nel settore energetico, si <strong>è</strong><br />
50 ottobre10<br />
Adriano Luci con l’ambasciatore cinese<br />
Ding Wei (foto Gasperi)<br />
innovativo della produzione friulana apprezzata<br />
in Cina.<br />
Da parte sua l’Ambasciatore Ding Wei<br />
ha riconosciuto il ruolo dell’imprenditoria<br />
friulana sottolineando come <strong>Udine</strong> si carat-<br />
parlato martedì 7 settembre a palazzo<br />
Torriani in un seminario promosso da<br />
<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> con il supporto di<br />
Informest cui sono intervenuti, oltre a<br />
Bruseschi, Daniela Maizeni, rappresentante<br />
della Camera di Commercio di Tirana per<br />
il Friuli Venezia Giulia, Michele Feletig, di<br />
Informest Consulting, Corrado Campobasso<br />
e Benoit Hamende, analisti di Informest.<br />
Del resto, come ha ricordato Daniela<br />
Maizeni, la crescente rilevanza del Paese<br />
<strong>è</strong> anche testimoniata del memorandum<br />
d’intesa stipulato il 30 giugno 2010 tra<br />
la Camera di Commercio di <strong>Udine</strong> e la<br />
Camera di Commercio di Tirana, mirante a<br />
rafforzare i legami economici e politici tra le<br />
due sponde dell’Adriatico e ad incoraggiare<br />
la creazione di relazioni permanenti<br />
tra rispettive organizzazioni, in vista del<br />
miglioramento della cooperazione sulle<br />
questioni relative alla internazionalizzazione<br />
delle imprese.<br />
In questo quadro, hanno poi rilevato<br />
gli analisti di Informest - l’ambito<br />
dell’energia spicca per il suo tradizionale<br />
peso nell’economia del paese e per le<br />
opportunità offerte agli investitori stranieri,<br />
terizzi per il livello delle sue industrie. I rapporti<br />
tra Cina e Friuli sono positivi e sicuramente<br />
potranno essere ulteriormente sviluppati<br />
sulla base della reciprocità. Ci sono<br />
concrete aspettative al riguardo. Quest’anno<br />
si celebrano i 40 anni dell’apertura<br />
delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina<br />
e prossima <strong>è</strong> la conclusione dell’accordo<br />
triennale di amicizia italo-cinese: premesse<br />
queste per l’accelerazione ed il rafforzamento<br />
delle relazioni tra Cina e Friuli.<br />
L’Ambasciatore ha manifestato pieno interesse<br />
a prendere contatto diretto con<br />
la realtà industriale friulana, in particolare<br />
con i settori aperti alla collaborazione con<br />
la Cina. Il Presidente Luci ha confermato<br />
la propria disponibilità nella logica di contribuire<br />
al rafforzamento della reciproca<br />
conoscenza.<br />
L’Ambasciatore Ding Wei ha partecipato<br />
successivamente all’incontro con l’Associazione<br />
cinese del Friuli Venezia Giulia<br />
ospitato a Palazzo Torriani.<br />
Da ricordare, tra l’altro, che una delegazione<br />
di Giovani Imprenditori di <strong>Confindustria</strong><br />
<strong>Udine</strong>, guidata dal presidente Enrico Accettola,<br />
<strong>è</strong> prossima a partire alla volta di<br />
Shanghai per visitare l’Expo 2010.<br />
E.L.<br />
Le opportunita’ energetiche<br />
dell’albania<br />
grazie alla fase di transizione del settore.<br />
Già da diversi anni, infatti, il governo ha<br />
intrapreso la riforma di questo campo<br />
strategico, per conformarlo agli standard<br />
comunitari e di mercato, in vista di un futuro<br />
accesso del paese all’Unione Europea.<br />
Inoltre, nei settori idroelettrico e eolico, ma<br />
anche nel campo delle energie rinnovabili e<br />
del gas, esistono allo stato attuale numerosi<br />
progetti già in corso di realizzazione o di<br />
prossimo avvio, che vedono coinvolte<br />
importanti imprese italiane. Il valore<br />
complessivo di queste opere si aggira<br />
intorno ai 5 miliardi di Euro.<br />
La preminenza delle questioni energetiche<br />
per il paese adriatico, figura anche nel<br />
rapporto congiunto dell’Istituto del<br />
Commercio Estero e del Ministero degli<br />
Affari Esteri, dove il settore in questione <strong>è</strong> in<br />
testa alle iniziative promozionali dal sistema<br />
Italia, da realizzarsi nell’anno a venire. Si<br />
tratta di un nitido segnale di quanto questo<br />
ambito possa offrire, ed <strong>è</strong> un stimolo alle<br />
aziende italiane e friulane che possono<br />
contribuire con la loro tecnologia ed il loro<br />
know how ad una effettiva modernizzazione<br />
del paese delle Aquile.<br />
A.L.
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ottobre10 51
orizzonti<br />
Logistica<br />
La crisi dei mesi recenti <strong>è</strong> destinata a cambiare<br />
radicalmente le coordinate strategiche<br />
di riferimento con le quali si organizza<br />
il mondo della logistica e del trasporto<br />
delle merci, al là della contrazione dei volumi<br />
di movimentazione dello scorso anno<br />
ed i timidi segnali di ripresa che sono un<br />
dato di attualità economica. La situazione<br />
di sofferenza generale ha generato un<br />
processo di selezione ed espulsione dal<br />
mercato delle imprese più deboli che, ci si<br />
augura, contribuiscano a creare un’offerta<br />
di servizi logistici di qualità e strutturata,<br />
capace di rimettere in gioco il sistema italiano<br />
di logistica nello scenario europeo ed<br />
internazionale.<br />
Dalla crisi si uscirà soprattutto con soluzioni<br />
di integrazione e con sistemi di reti,<br />
capaci di offrire all’industria un sistema di<br />
infrastrutture e di servizi fortemente gerarchico,<br />
capace di integrare l’Italia nel contesto<br />
infrastrutturale paneuropeo. Se continueranno<br />
invece a prevalere le logiche<br />
di provincialismo e di difesa delle nicchie<br />
esistenti, le logiche di scarsa pianificazione<br />
e selezione delle opere e degli interventi<br />
veramente utili ed urgenti allora diventerà<br />
davvero difficile offrire all’industria un<br />
sistema logistico capace di essere leva di<br />
vantaggio competitivo della riorganizzazio-<br />
52 ottobre10<br />
occorre passare<br />
dalle parole ai fatti<br />
ne delle gerarchie, che la crisi industriale in<br />
corso inevitabilmente determina.<br />
Il Friuli Venezia Giulia vanta un eccezionale<br />
dotazione di infrastrutture nodali (porti,<br />
interporti, aeroporti etc.) alla quale però<br />
si accompagna anche una eccezionale<br />
incapacità tra le medesime di fare sistema.<br />
Purtroppo anche la nostra Regione (come<br />
del resto <strong>è</strong> avvenuto nell’intero Paese),<br />
non <strong>è</strong> stata in grado di creare una tradizione<br />
e un’esperienza logistica tale da concorrere<br />
in maniera competitiva con altre realtà<br />
europee ed internazionali, e la debolezza<br />
delle soluzioni logistiche <strong>è</strong> stato un elemento<br />
oggettivo di debolezza competitiva<br />
dell’intero sistema industriale. Il Friuli della<br />
logistica non ha creato agglomerazione ed<br />
economie di scala, non <strong>è</strong> stata in grado di<br />
assicurare una regia di sistema a supporto<br />
delle capacità industriali della Regione.<br />
In questo quadro a peggiorare la situazione<br />
si somma il fatto che la regia della logistica<br />
italiana <strong>è</strong> finita nelle mani di grandi gruppi<br />
multinazionali, che hanno considerato il<br />
nostro Paese una opportunità per crescere<br />
dimensionalmente in un mercato mondiale<br />
dei flussi di merce che si <strong>è</strong> davvero<br />
globalizzato: ovviamente, avendo delegato<br />
il cervello delle operazioni logistiche, <strong>è</strong><br />
venuta progressivamente meno la capacità<br />
di costruire soluzioni di servizio coerenti<br />
con le caratteristiche dominanti del tessuto<br />
imprenditoriale nazionale.<br />
L’offerta di servizi logistici a valore aggiunto<br />
da parte degli interporti (che rappresentano<br />
un invenzione nazionale) potrebbe costituire<br />
un importante volano della crescita<br />
economica, dal momento che gli stessi<br />
sono in grado di rendere più competitivo<br />
il sistema produttivo nazionale costituito<br />
prevalentemente da PMI, attraverso servizi<br />
di trasporto – anche ferroviari e intermodali<br />
- movimentazione e magazzinaggio delle<br />
merci e rapidi collegamenti con altri nodi<br />
del sistema logistico.<br />
Parlando di trasporto ferroviario bisogna<br />
tracciare un panorama dei servizi di trasporto<br />
nel nostro Paese e precisamente:<br />
negli ultimi 30 – 40 anni si <strong>è</strong> costruito un<br />
sistema “drogato”, che ora presenta il suo<br />
conto;<br />
una struttura dei servizi di autotrasporto<br />
frammentata, basata su realtà imprenditoriali<br />
di piccola dimensione, dipendente<br />
fortemente dai sussidi pubblici, incapace<br />
di evolvere verso modelli maggiormente<br />
evoluti di organizzazione industriale;<br />
una qualità della domanda di servizi di<br />
trasporto da parte delle imprese ancora<br />
fortemente orientata da un lato alla pura<br />
minimizzazione del costo, e dall’altra al<br />
minor governo possibile del processo, mediante<br />
la dominanza del sistema di vendita<br />
“franco fabbrica”;<br />
la crisi strutturale della intermodalità da tutti<br />
evocata, effetto di un vecchio modello di<br />
mercato che basava tutta la sua esistenza<br />
grazie ad un prezzo riconosciuto alla vezione<br />
ferroviaria del tutto incompatibile con<br />
il costo di produzione del servizio; questa<br />
struttura era compatibile con un sistema<br />
ferroviario ancora in regime di monopolio,<br />
ma non con le regole di equilibrio di bilancio.<br />
Paolo Sartor,<br />
docente ed esperto di logistica
CDA<br />
un’azienda che guarda avanti<br />
ottobre10 53<br />
www.lemonstudio.it
orizzonti<br />
regione<br />
Archiviata l’estate, ricomincia l’attività<br />
istituzionale in Consiglio regionale che,<br />
seppure scosso dal caso auto blu che ha<br />
coinvolto Edouard Ballaman (dimessosi<br />
poi dalla carica di presidente del Consiglio<br />
Regionale), inizia a lavorare sin dai primi<br />
giorni di settembre.<br />
Le Commissioni consiliari hanno in<br />
programma l’esame della legge di<br />
manutenzione dell’ordinamento regionale<br />
e un’audizione dei vertici dell’ospedale<br />
infantile triestino Burlo Garofolo per<br />
approfondire la situazione dell’istituto e le<br />
sue prospettive.<br />
A favore delle imprese, prima della pausa<br />
estiva, la Giunta regionale approva un<br />
finanziamento straordinario di 45 milioni<br />
di euro a favore dei Fondi di rotazione<br />
dei quali venti milioni assegnati al FRIE<br />
(industria), venti al FRICS (commercio,<br />
turismo e servizi) e cinque al FRIA<br />
(artigianato). Il provvedimento riequilibra<br />
le casse dei Fondi di rotazione che<br />
ultimamente erano in sofferenza perché,<br />
pur potendo contare su dotazioni molto<br />
ampie, erano stati utilizzati dalle aziende<br />
grazie alle norme anticrisi. Da ascrivere tra<br />
i provvedimenti anticrisi c’<strong>è</strong> poi l’attivazione<br />
di un nuovo Fondo di garanzia a favore<br />
delle piccole e medie imprese (PMI) nel<br />
quale sono stati allocati 22 milioni di euro<br />
(5,3 milioni di quota FESR, 11,5 di budget<br />
statale e 5 milioni provenienti dal bilancio<br />
regionale) e che, gestito dai Confidi, servirà<br />
a dare alle PMI locali maggiori possibilità<br />
di accedere al credito bancario per le<br />
finalità di innovazione e sviluppo. L’importo<br />
massimo garantito del finanziamento<br />
per singola PMI non potrà superare in<br />
generale i 2 milioni euro, con una serie di<br />
restrizioni per alcune categorie definite da<br />
regolamenti europei.<br />
Per i settori della meccanica, occhialeria,<br />
edilizia e automotive l’esecutivo<br />
mette a punto quattro singoli piani di<br />
attuazione della durata di due anni<br />
con i quali, affrontando la situazione di<br />
difficoltà occupazionale, si illustrano le<br />
trasformazioni avvenute nel corso degli<br />
54 ottobre10<br />
i nuovi provvedimenti<br />
a favore delle imprese<br />
ultimi anni nei singoli settori e si analizzare<br />
le difficoltà intervenute nella domanda<br />
interna ed estera. I Piani illustrano, inoltre,<br />
i progetti finalizzati all’orientamento,<br />
alla riqualificazione e ricollocazione<br />
dei lavoratori. Data la complessità e la<br />
delicatezza della situazione, gli interventi<br />
sono stati pianificati e organizzati affinché<br />
il lavoratore possa ricevere tutte le<br />
informazioni, le agevolazioni e i servizi<br />
necessari alla ricollocazione, secondo una<br />
logica di integrazione e ottimizzazione<br />
delle risorse (umane, strumentali,<br />
metodologiche) e dei progetti già in<br />
essere. In agosto sono state modificate<br />
in senso migliorativo le Linee guida per la<br />
realizzazione e gestione di politiche attive<br />
del lavoro per i destinatari dei trattamenti<br />
di cassa integrazione in deroga e mobilità<br />
in deroga.<br />
L’obiettivo <strong>è</strong> rendere ancora più facilmente<br />
fruibile la partecipazione ai percorsi di<br />
formazione obbligatori. In particolare, i<br />
lavoratori interessati dalla crisi economica<br />
e destinatari di ammortizzatori sociali in<br />
deroga in cassa integrazione e mobilità<br />
potranno assolvere l’obbligo formativo<br />
partecipando: alle attività formative facenti<br />
parte delle macro aree tematiche ‘’Lingue’’,<br />
Una seduta del Consiglio Regionale<br />
‘’Informatica’’ e ‘’Professionalizzante’’<br />
del Catalogo regionale della formazione<br />
permanente; a specifici percorsi formativi<br />
predisposti ad hoc; ad altre attività<br />
formative finanziate dal FSE al di fuori<br />
dell’offerta formativa specificamente ad<br />
essi destinata.<br />
Due infine i disegni di legge licenziati. Il<br />
primo <strong>è</strong> relativo al riordino e la disciplina<br />
della partecipazione della Regione a<br />
società di capitali che in sostanza regola<br />
la partecipazione della Regione a società<br />
di capitali, attuando nel contempo alcuni<br />
adempimenti, tra i quali semplificazione<br />
e razionalizzazione del quadro normativo<br />
attualmente vigente in materia. Il<br />
secondo disegno di legge ha l’obiettivo<br />
di valorizzare l’artigianato, eliminare<br />
la burocrazia inutile, informatizzare,<br />
rendere più semplice la realizzazione di<br />
una nuova impresa, creare progetti di<br />
formazione e semplificare i sistemi per<br />
ottenere finanziamenti regionali grazie<br />
all’attribuzione di maggiori compiti ai Centri<br />
di assistenza delle imprese di settore.<br />
Carla Ciampalini
ottobre10 55
orizzonti<br />
Friulani nel mondo<br />
La copertina che La Patrie dal Friul ha<br />
dedicato nel numero di agosto a<br />
Sandra Pupatello<br />
Sandra Pizzolitto Pupatello, ministro del<br />
commercio e dello sviluppo economico<br />
dell’Ontario in Canada <strong>è</strong> orgogliosa della<br />
sue radici friulane (la famiglia <strong>è</strong> originaria<br />
di Morsano al Tagliamento, “Morsan des<br />
Ocjis” come sottolinea lei, ndr). Per lei<br />
il Friûl <strong>è</strong> un esempio anche dal punto di<br />
vista economico con le sue imprese e gli<br />
apre le porte del Canada per «vignî e insegnâ<br />
il lôr sisteme di lavorâ». Ma non solo: a<br />
causa della crisi il suo Paese sta cercando<br />
altri mercati e la Pizzolitto guarda al Friuli<br />
come un ingresso privilegiato per l’Europa.<br />
È difficile per una donna fare politica<br />
in Canada?<br />
- All’inizio, quando ho iniziato io, non<br />
c’erano molte donne: nel mio partito, il<br />
“Liberal”, eravamo solo 4, di cui una era<br />
la leader del partito. La vita per le donne<br />
parlamentari, come in tutto il mondo, <strong>è</strong><br />
condizionata anche dalla distanza: infatti il<br />
Parlamento <strong>è</strong> a Toronto, la capitale dell’Ontario,<br />
e questo mi obbliga a rimanere fuori<br />
casa tutta la settimana, lontano dalla famiglia.<br />
Ora però il numero delle donne <strong>è</strong> aumentato:<br />
nel nostro “cabinet”, l’esecutivo<br />
del governo, il 30% sono donne.<br />
Com’<strong>è</strong> iniziato il Suo impegno a servizio<br />
della comunità?<br />
- Sono entrata a 19 anni nel Club del Fogolâr<br />
Furlan di Windsor. Sono rimasta per<br />
10 anni nell’esecutivo, fino a diventarne<br />
Presidente, ma quando sono stata eletta in<br />
Parlamento ho dovuto rassegnare le dimissioni<br />
perché le cariche erano incompatibili.<br />
È stata una bella palestra di vita: lavorare<br />
con i Friulani <strong>è</strong> una bella esperienza, ma<br />
56 ottobre10<br />
Il FRIûL?<br />
La porta dell’Europa<br />
per il Canada<br />
anche impegnativa perché siamo un popolo<br />
tosto. Penso che se una donna riesce<br />
a fare il Presidente di un Fogolâr Furlan<br />
e sopravvivere, può fare tutto (ride, ndr).<br />
E ora che sono titolare del Ministero del<br />
commercio e dello sviluppo economico ho<br />
la possibilità di vedere il Friuli com’<strong>è</strong> oggi:<br />
molto cambiato.<br />
Ovvero?<br />
- In Friuli oggi ci sono scuole, università e<br />
ricerca, innovazione con livelli di eccellenza.<br />
Purtroppo, la maggior parte dei Friulani<br />
del Canada non sanno quanto il Friuli sia<br />
cambiato.<br />
Durante la Sua visita in Friuli in<br />
occasione dell’assemblea di <strong>Confindustria</strong><br />
di <strong>Udine</strong> nel 2008 l’abbiamo<br />
sentita parlare con grande orgoglio<br />
della Sua identità friulana: che ricordo<br />
ha di quell’occasione?<br />
- Sapevo che non ci sarebbero stati solo<br />
Friulani, ma che ci sarebbero stati ospiti da<br />
tutta Italia. Però volevo dimostrare che io<br />
sono una figlia di quella terra e quindi non<br />
sono molto distante da chi mi ascoltava,<br />
anche se sono di Windsor. Non sono solo<br />
un Ministro del Canada e non ho in testa<br />
solo il business, ma ho un legame forte col<br />
Friuli. Parlare par furlan <strong>è</strong> stato il mio modo<br />
per entrare in sintonia con la gente che mi<br />
ascoltava.<br />
Com’<strong>è</strong> la situazione economica in<br />
Canada?<br />
- Dobbiamo tener presente che il nostro<br />
mercato sono gli Stati Uniti d’America dove<br />
avevamo più del 80% delle relazioni economiche.<br />
Con la recessione che ha colpito<br />
anche loro, ora siamo obbligati a trovare altri<br />
mercati e uno e proprio l’Europa. Perciò<br />
l’anno scorso abbiamo iniziato a costruire<br />
un rapporto Canada-Europa che dovrebbe<br />
andare in porto forse nel 2011. Penso che<br />
il Friuli potrebbe essere la nostra porta privilegiata<br />
per entrare in UE.<br />
Quali sono i vantaggi?<br />
- In Friuli c’<strong>è</strong> la piccola impresa e questa<br />
impostazione imprenditoriale risulta più<br />
elastica e reagisce meglio di una grande<br />
industria di fronte alla crisi. Invece in Cana-<br />
da ci sono in percentuale più multinazionali.<br />
E così quando <strong>è</strong> arrivata la recessione,<br />
il Friuli ha resistito meglio: quando l’azienda<br />
ha una dimensione familiare non “abbandona<br />
in strada” la gente senza lavoro,<br />
come invece fa una grande industria. Qui<br />
in Ontario la disoccupazione <strong>è</strong> aumentata<br />
notevolmente. E dunque dobbiamo aiutare<br />
il piccolo imprenditore a modificare questo<br />
sistema economico.<br />
Come?<br />
- Trovando imprenditori europei, e friulani,<br />
perché no, che siano disponibili a venire<br />
in Canada e insegnare il loro modo di<br />
lavorare.<br />
Lei quante lingue parla?<br />
- Sono cresciuta parlando furlan e English.<br />
Anche il francais perché si parla in Canada:<br />
proprio sapere il friulano mi ha aiutata ad<br />
impararlo, perché mi sembra che sia più<br />
simile dell’italiano, che invece non parlo<br />
bene e dovrei migliorare. E poi, quando<br />
adesso vado in Messico per lavoro, non ci<br />
metto molto ad imparare qualche parola<br />
di español perché anche questa lingua mi<br />
sembra molto simile al friulano. Quindi<br />
posso dire che la lenghe furlane mi aiuta<br />
ad imparare anche le lingue straniere.<br />
Nel mondo ci sono Friulani in molti<br />
paesi: il friulano potrebbe essere<br />
la “lingua franca” per le comunità<br />
friulane nel mondo?<br />
- Sì perché penso che quando i Friulani si<br />
trovano in qualsiasi parte del mondo, questo<br />
<strong>è</strong> già una marcia in più. E aiuta anche i<br />
rapporti economici perché ti senti già della<br />
stessa famiglia.<br />
Christian Romanini<br />
La Patrie daL FriÛL<br />
L’intervista qui riportata <strong>è</strong> una sintesi tradotta<br />
di quanto pubblicato in esclusiva sul numero<br />
di agosto (qui sopra la copertina, ndr) del<br />
mensile in lingua friulana “La Patrie dal Friûl”.<br />
Potete leggere l’intervista completa del<br />
ministro Sandra Pizzolitto Pupatello (che ha<br />
parlato esclusivamente in friulano) sul sito<br />
www.lapatriedalfriul.com dov’<strong>è</strong> disponibile<br />
un ricco archivio con tutti i numeri<br />
precedentemente pubblicati.
ASTORIA HOTEL ITALIA <br />
Artisti nell’Ospitalità …<br />
L’elegante edificio sede dell’Hotel <strong>è</strong> situato nel centro storico della città,<br />
immediatamente all’esterno dell’area pedonale: la posizione priv ilegiata<br />
consente agli Ospiti di v ivere le peculiarità artistiche, culturali e ricreativ e del<br />
cuore di <strong>Udine</strong>.<br />
La pluriennale esperienza nel settore dell’Ospitalità unita ad un’elev ata<br />
professionalità, fanno dell’Astoria Hotel Italia il punto di riferimento ideale per<br />
tutti coloro che all’accoglienza alberghiera chiedono qualità raffinata, serv izi<br />
personalizzati, elev ato comfort e praticità.<br />
… e nella Ristorazione<br />
CENA,, OPERA UNICA<br />
un progetto a cura di<br />
Luisa Sello (Amici della Musica di <strong>Udine</strong>)<br />
e Stefania Mocchiutti (Astoria Hotel Italia)<br />
‘Cena, Opera Unica’ offre la possibilità di ascoltare la<br />
grande musica con una formula nuova ed<br />
accattivante.<br />
La cena, proposta sempre con menù diversi, sarà<br />
concentrata attorno ad una sola Opera Musicale di un<br />
unico autore e verrà presentata, sfogliata, scollata<br />
dagli artisti fino a ricomporsi nella sua formula<br />
esecutiva originaria alla fine della serata.<br />
I musicisti siederanno al tavolo degli ospiti e<br />
potranno scardinare e scomporre via via il lavoro<br />
musicale presentando i temi, la struttura e il<br />
percorso dell’opera nei dettagli.<br />
Nell’esecuzione finale trasformeranno la loro<br />
presenza in quella di artisti da palcoscenico,<br />
rinnovando il rito dell’esecuzione dal vivo con tutti i<br />
parametri del concerto.<br />
DOOMMEENNII CCAA 10 OOTTTTOOBBRREE 2010<br />
Trio Echos (Austria)<br />
violino, violoncello, pianoforte<br />
Ludwig v an Beethov en<br />
Opera Unica: Trio in do minore op.3 n. 3<br />
V EENNEERRDD ÌÌ 29 OOTTTTOOBBRREE 2010<br />
YOU Seung-Ha (Corea)<br />
pianoforte<br />
Frederic Chopin<br />
Opera Unica: Scherzo n. 2 op.31<br />
in Sib maggiore<br />
V EENNEERRDD ÌÌ 12 NNOOVVEEMMBBRREE 2010<br />
Duo Kobal-Grafenauer (Slovenia)<br />
Flauto e chitarra<br />
Astor Piazzolla<br />
Opera Unica: Histoire du Tango<br />
V EENNEERRDD ÌÌ 26 NNOOVVEEMMBBRREE 2010<br />
Nina Mole/Jakša Zlatar (Croazia)<br />
Duo pianistico<br />
Franz Schubert<br />
Opera Unica: Fantasia in fa minore<br />
D 940 op. 130<br />
Il programma <strong>è</strong> così stabilito in data 06/09/2010: per<br />
cause di forza maggiore potrà subire variazioni<br />
ASTORIA HOTEL ITALIA / Piazza XX Settembre, 24 – <strong>Udine</strong><br />
Per INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI riv olgersi al n. 0432/505091<br />
o scriv ere una e-mail all’indirizzo: astoria@hotelastoria.udine.it<br />
ottobre10 57
orizzonti<br />
ente Friuli nel Mondo<br />
I friulani sono dei maestri con le tessere del<br />
mosaico e la loro arte <strong>è</strong> qualcosa di unico.<br />
“Tessere in libertà” <strong>è</strong> il titolo della mostra,<br />
dedicata a questo particolare settore artistico,<br />
inaugurata il 9 luglio a Paray le Monial,<br />
in Francia. Un paese dalla spiritualità intensa,<br />
viste le decine di conventi, chiese, cappelle,<br />
sacelli, edifici religiosi che arricchiscono<br />
questo luogo, ma soprattutto un centro<br />
produttivo rinomato della ceramica francese.<br />
La cittadina ha ospitato migliaia di italiani e<br />
tanti friulani emigrati qui in cerca di fortuna<br />
e, soprattutto, di un futuro.<br />
Paray le Monial sta divenendo, in ambito<br />
europeo, un centro culturale per il mosaico,<br />
grazie al lavoro eccezionale dell’associazione,<br />
‘’M comme Mosaïque’’ presieduta dalla<br />
la signora Chantal Demonchaux. L’associazione<br />
organizza, da dieci anni e con estrema<br />
sensibilità, mostre cui partecipano i migliori<br />
artisti contemporanei che si esprimono con<br />
il mosaico, in tutte le sue forme. Una professionalità<br />
che evoca diversi paesi del Friuli<br />
specializzati in questo settore: Spilimbergo,<br />
Sequals, Facchina, Odorico, Mora e altri<br />
ancora.<br />
Il Friuli vanta i migliori mosaicisti del mondo<br />
e, a Paray le Monial, erano presenti Luciano<br />
Petris, il figlio ed Evelina Della Vedova.<br />
Artisti di straordinarie qualità, dove la forza,<br />
l’originalità e la creatività, legati alle tessere<br />
colorate, sono emerse prepotenti, utilizzando<br />
forme, colori e materiali che hanno<br />
58 ottobre10<br />
i friulani brillano di mille colori<br />
L’arte del mosaico protagonista in Francia.<br />
Artisti friulani espongono le loro opere a Paray le Monial<br />
di Paola Del Degan<br />
sottolineato le potenzialità del mosaico, con<br />
risultati sbalorditivi. Cromatismo, eclettismo,<br />
grafismo inseriti in sfumature dadaiste,<br />
cubiste, astratte, capaci di riunire scultura,<br />
pittura, bassorilievo in opere d’arte uniche<br />
travolte da luci, riflessi, colori, forme, creando<br />
emozioni grazie a queste speciali “schegge<br />
di vita”.<br />
Sorprendono la forza e la potenza delle<br />
opere di Luciano Petris, mentre Evelina Della<br />
Vedova ha sublimato nei suoi mosaici le<br />
qualità del pittore simbolista austriaco Klimt<br />
esponente della corrente Art Nouveau di<br />
Vienna. Evelina, rivisitando le opere di questo<br />
genio, ha creato pezzi d’arte d’effetto.<br />
Il Fogolâr Furlan di Lione conta, fra i suoi<br />
membri, otto ex-allievi della scuola di Spilimbergo,<br />
che hanno acquisito la tecnica perfetta<br />
al servizio dell’arte che contraddistingue<br />
il Friuli e chi lo rappresenta all’estero .<br />
Il Friuli del mosaico <strong>è</strong> completato dall’eccellenza<br />
tecnica ed essere artigiani preparati<br />
prima di essere artisti <strong>è</strong> una qualità fondamentale<br />
intrinseca ai mosaicisti della nostra<br />
regione.<br />
All’inaugurazione della mostra, avvenuta<br />
nel centro storico di Paray le Monial, erano<br />
presenti Maryse Di Stefano-Andrys, Evelina<br />
Della Vedova, Luciano Petris, Patrizio di Marsiglia,<br />
Angelo Nassivera. Alcuni artisti vivono<br />
e lavorano in Francia ma sono dei friulani<br />
doc come Ezio Della Vedova e Danilo Vezzio,<br />
ex-allievi della scuola di Spilimbergo e<br />
responsabili del Fogolâr Furlan di Lione.
orizzonti<br />
ente Friuli nel Mondo<br />
i friulani nel mondo: una risorsa per lo<br />
sviluppo del Friuli<br />
Il rapporto tra i friulani emigrati nel mondo<br />
ed il Friuli <strong>è</strong> cambiato a fronte di friulani ormai<br />
di terza e quarta generazione che non<br />
possono che considerare il legame con la<br />
Piccola Patria in modo diverso dai loro padri.<br />
Il Friuli non <strong>è</strong> più la terra diretta di origine,<br />
ma un compendio di valori, di cultura e di<br />
Incontro tra il Presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, Piero Pittaro,<br />
ed il Presidente di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>, Adriano Luci<br />
Adriano Luci e Piero Pittaro<br />
storia cui far riferimento per ritrovare le radici<br />
di un percorso che ha portato i friulani ad<br />
essere parte attiva delle realtà in cui si sono<br />
inseriti assumendo anche ruoli di prestigio<br />
nelle istituzioni e nell’economia.<br />
Di questa trasformazione hanno discusso il<br />
Presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, Piero<br />
Pittaro, ed il Presidente di <strong>Confindustria</strong><br />
<strong>Udine</strong>, Adriano Luci, che hanno convenuto<br />
sul ruolo che in questo diverso contesto può<br />
essere svolto dall’Ente.<br />
Un particolare aspetto, su cui ha insistito il<br />
Presidente Luci, riguarda la possibilità che i<br />
Fogolars Furlans sono in grado di offrire per<br />
stabilire nuove relazioni tra le imprese friulane<br />
e quelle dei friulani nel mondo allargando<br />
le opportunità di cooperazione economica.<br />
Ed <strong>è</strong> questo anche un modo per valorizzare<br />
ciò che rappresenta la cultura friulana ed i<br />
suoi valori che nel lavoro e nell’impresa trovano<br />
una precisa espressione.<br />
Sicurezza non solo in fabbrica, ma anche in<br />
strada. E’ questo l’obiettivo che ha spinto<br />
Burgo ad estendere alla prevenzione degli<br />
incidenti stradali l’ormai tradizionale impegno<br />
per la sicurezza dei dipendenti sul<br />
posto di lavoro.<br />
In un incontro aperto al pubblico, svoltosi<br />
giovedì 16 settembre sul piazzale antistante<br />
lo stabilimento di Tolmezzo e organizzato<br />
in collaborazione con la Provincia di <strong>Udine</strong>,<br />
esperti del settore hanno evidenziato i rischi<br />
della circolazione stradale e dell’alta velocità<br />
e illustrato modi e accorgimenti per evitarli<br />
o limitarli al massimo.<br />
“Con questa iniziativa, che si aggiunge al<br />
piano di prevenzione e formazione aziendale<br />
– ha spiegato Arno Alzetta, direttore dello<br />
storico stabilimento tolmezzino -, vogliamo<br />
dare un’ulteriore dimostrazione del nostro<br />
I friulani sono noti per essere di buoni principi,<br />
onesti e lavoratori. Sono caratteristiche<br />
importanti che vanno però traguardate nel<br />
mondo della globalizzazione e della discontinuità.<br />
A questi valori “storici” vanno aggiunti<br />
la fantasia, la creatività e l’imprenditorialità.<br />
Non <strong>è</strong> senza significato, coma ha osservato<br />
il Presidente Luci, che <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>,<br />
nell’ambito di una iniziativa comune con le<br />
Confindustrie di Gorizia e Pordenone, sia<br />
divenuto socio dell’Ente Friuli nel Mondo e<br />
che stia veicolando il periodico Realtà Industriale<br />
nelle sedi di tutti i Fogolars Furlan nel<br />
mondo dedicando in ogni numero un articolo<br />
specifico ai friulani che nel mondo si sono<br />
affermati nel campo dell’imprenditoria.<br />
Ed <strong>è</strong> questo, come hanno conclusivamente<br />
sottolineato i due Presidenti Pittaro e Luci,<br />
un modo utile per rinsaldare l’identità del<br />
Friuli.<br />
a tolmezzo sicurezza non solo in fabbrica<br />
Arno Alzetta<br />
Iniziativa di BURGo per cittadini e dipendenti<br />
eventi<br />
impegno per la sicurezza e la salute di<br />
quanti lavorano con noi, dei loro familiari e<br />
degli abitanti della zona. In questo campo<br />
il nostro stabilimento investe annualmente<br />
circa 600mila euro complessivi con 16<br />
ore di formazione per dipendente. Inoltre<br />
l’opera di sensibilizzazione sui dispositivi di<br />
sicurezza, di prevenzione e protezione <strong>è</strong> costante<br />
e riguarda anche ospiti, autisti e ditte<br />
esterne che entrano in stabilimento”.<br />
E.L.<br />
All’incontro hanno anche partecipato la<br />
Provincia con il vice presidente Marchetti<br />
e l’assessore Faleschini, il sindaco Zearo e<br />
rappresentanti dell’amministrazione comunale<br />
di Tolmezzo, alcuni sindaci della Carnia,<br />
<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> con la Delegazione Tolmezzina<br />
ed il Gruppo Cartarie di <strong>Udine</strong> ed i<br />
vertici istituzionali del capoluogo carnico.<br />
ottobre10 59
orizzonti<br />
Libri<br />
Altre letture<br />
consigliate<br />
Enzo Mattina<br />
eLogio deLLa<br />
Precarieta’<br />
Il lavoro tra flessibilità,<br />
sussidiarietà e<br />
federalismo<br />
Rubbettino<br />
Pagg.: 176<br />
Euro 15,00<br />
Può sembrare<br />
strano che proprio<br />
da un sindacalista,<br />
ex segretario della Uilm e della Flm (la<br />
federazione dei lavoratori metalmeccanici)<br />
arrivi un elogio della precarietà, ma Martina,<br />
estensore insieme a Gino Giugni della prima<br />
proposta sul lavoro interinale, <strong>è</strong> persona<br />
che sa ragionare al di fuori degli schemi<br />
precostituiti e questo libro lo dimostra. Per<br />
Martina, infatti, <strong>è</strong> un “singolare strabismo<br />
politico” quello che in Italia fa percepire a<br />
molti il lavoro precario come addirittura più<br />
negativo del lavoro nero. Nel volume egli<br />
spiega come non abbia senso demonizzare<br />
un fenomeno sociale che difficilmente potrà<br />
essere cancellato, ma che invece può essere<br />
adeguatamente disciplinato purché si superi<br />
lo sterile e inadeguato dibattito in corso<br />
“sulla flessibilità che continua a prendere<br />
in considerazione solo gli aspetti relativi<br />
alla durata del rapporto di lavoro, mentre<br />
dovrebbe focalizzarsi sulle forme di tutela<br />
dei passaggi che segnano l’arco della vita<br />
di lavoro di ogni individuo: disoccupazione,<br />
accesso al lavoro, perdita di lavoro, riaccesso”.<br />
Una riflessione pacata e intelligente su tema<br />
di crescente importanza e la cui disciplina<br />
sarà fondamentale per il futuro del Paese.<br />
Franco Prausello<br />
(a cura di)<br />
cinQuant’anni<br />
e Piu’ di<br />
intergrazione<br />
econoMica in<br />
euroPa<br />
Franco Angeli<br />
Pagg.: 279<br />
Euro 33,00<br />
A cinquant’anni di<br />
distanza dall’avvio<br />
dell’integrazione economica europea<br />
(cominciata con la Comunità Europea del<br />
Carbone e dell’Acciaio) vale la pena fare<br />
il punto su quanto <strong>è</strong> stato fatto fra pregi<br />
e difetti e su quanto rimane da fare fra<br />
speranze e timori. L’Ue, infatti, come bene<br />
afferma Prausello “rappresenta l’esperienza di<br />
integrazione economica fra Paesi più estesa e<br />
di maggior successo” al mondo e, nonostante<br />
le ripetute incertezze e i non pochi errori, <strong>è</strong><br />
60 ottobre10<br />
andata ben al di là delle più rosee previsioni.<br />
Proprio perché l’Unione economica <strong>è</strong> molto<br />
più avanzata di quella politica dei Paesi<br />
aderenti all’Ue (che però a giudizio di molti<br />
rimane un obiettivo irrinunciabile), vale la<br />
pena, come fa questo volume attraverso<br />
undici interessanti saggi di altrettanti valenti<br />
studiosi di capire da dove arriva l’Ue, dove<br />
sta andando e quali sono gli ostacoli che le si<br />
presenteranno lungo il cammino.<br />
Åsa Larsson<br />
Finche’ sara’<br />
Passata La tua<br />
ira<br />
Marsilio<br />
Pagg.: 310<br />
Euro 17,00<br />
Nella scia iniziata con<br />
il grande Henning<br />
Mankell e con la<br />
trilogia del compianto Stieg Larsson, Marsilio<br />
continua nella pubblicazione dei romanzi<br />
di autori e autrici di quella che ormai si può<br />
considerare “la scuola svedese del giallo”.<br />
Fra le autrici c’<strong>è</strong> anche la brava Åsa Larsson<br />
(nonostante il cognome, nessuna parentela<br />
con Stieg) della quale la casa editrice<br />
veneziana ha già pubblicato tre precedenti<br />
romanzi. Come in precedenza, anche in<br />
“Finch<strong>è</strong> sarà passata la tua ira” protagonista <strong>è</strong><br />
il procuratore Rebecka Martinsson impegnata<br />
insieme alla poliziotta Anna Maria Mella a<br />
risolvere il difficile caso dell’uccisione durante<br />
un’immersione invernale in un lago di un<br />
ragazzo e di una ragazza (che interviene<br />
successivamente nel romanzo assistendo<br />
dall’aldilà alle indagini). Fra gli splendidi<br />
paesaggi nordici si sviluppa una storia piena<br />
di rancori e malignità che troverà la sua<br />
spiegazione in un crudele segreto nascosto<br />
lungamente all’interno di una famiglia.<br />
Avvincente ed equilibrato, nonostante alcune<br />
eccessive concessioni a una scrittura da<br />
telefilm, il libro della Larsson apre, in maniera<br />
quasi causale, anche uno squarcio su una<br />
parte di storia poco nota, almeno in Italia,<br />
come quello della presenza dei tedeschi<br />
in Svezia e in Finlandia durante la seconda<br />
guerra mondiale<br />
Bernardo Atxaga<br />
niKoLasa<br />
Avventure e sventure<br />
Edizioni Angolo<br />
Manzoni<br />
Pagg.: 159 + Cd Mp3<br />
Euro 21,00<br />
Dal più importante<br />
scrittore<br />
contemporaneo<br />
in lingua basca una<br />
storia popolata di tanti buffi personaggi<br />
che divertirà sicuramente i vostri bambini.<br />
Il volume, però, merita attenzione anche<br />
perché <strong>è</strong> il terzo della collana a grandi<br />
<strong>iL</strong> LiBro<br />
deL Mese<br />
Stehphen Baker<br />
<strong>iL</strong> Potere<br />
segreto dei<br />
MateMatici<br />
Mondadori<br />
Pagg.: 230<br />
Euro 18,50<br />
In Italia coloro i quali si laureano in<br />
matematica sono davvero pochi e<br />
tendono a calare di anno in anno, eppure,<br />
come dimostra questo interessante<br />
volume, il potere dei matematici <strong>è</strong><br />
già enorme ed é anche destinato ad<br />
aumentare. In un mondo che vive di<br />
sondaggi, statistiche e analisi, il ruolo di<br />
chi compie quelle analisi, infatti, assume<br />
sempre maggior valore. Considerato che<br />
con il diffondersi dell’informatica a ogni<br />
livello ormai quasi ogni nostra azione<br />
quotidiana (dall’uso di internet a quello<br />
del telepass, dall’utilizzo della carta di<br />
credito a quello del telefonino, fino<br />
all’ingresso in un museo o in un cinema)<br />
lascia una traccia di dati digitalizzati, chi<br />
analizza, scompone e ricompone quei<br />
dati ha la possibilità apprendere su di noi<br />
e sui nostri comportamenti una quantità<br />
di informazioni (dalle abitudini di spesa<br />
ai nostri hobby, dallo stile alimentare alle<br />
scelte culturali e politiche) tali da poter<br />
disegnare una mappa di ciascuno di noi,<br />
della nostra vita, estremamente precisa.<br />
Insomma, i matematici stanno imparando<br />
a “modellizzare” gli esseri umani e a<br />
fornire queste preziosissime informazioni<br />
a governi, aziende, partiti affinché<br />
gli utilizzino per condizionare i nostri<br />
comportamenti futuri. Secondo Baker,<br />
dunque, nel mondo contemporaneo i<br />
numeri stanno assumendo un ruolo più<br />
importante delle parole per spiegare la<br />
realtà e guidare le nostre scelte e da<br />
qui nasce il crescente (e francamente<br />
angosciante) potere dei matematici.<br />
caratteri “Junior D” con la quale la casa<br />
editrice torinese Angolo Manzoni continua<br />
la propria meritoria opera per facilitare la<br />
lettura agli ipovedenti grazie ai grandi caratteri<br />
e ai dislessici grazie al carattere di stampa<br />
EasyReading, appositamente brevettato, che<br />
unitamente agli ampi spazi tra lettere, parole<br />
e punteggiatura, la mancanza di a capo,<br />
nonché all’interlinea spaziosa rende meno<br />
faticosa la lettura. Un bel libro, dunque, con il<br />
relativo cd audio, che oltre a essere piacevole<br />
per tutti, <strong>è</strong> una prova concreta dell’attenzione<br />
che gli editori dovrebbero avere per le<br />
esigenze di tutti compresi coloro i quali<br />
hanno temporanee o permanenti difficoltà di<br />
lettura.
ottobre10 61
orizzonti<br />
turismo<br />
Lignano, una stagione soddisfacente<br />
Renzo e Giorgio Ardito della Lignano Pineta Spa e Furio Cepile della Società Imprese Lignano<br />
Spa d’accordo: nella maggiore località balneare del Friuli servono più alberghi<br />
Una panoramica della spiaggia di Lignano<br />
E’ stata una stagione estiva complessivamente<br />
positiva quella appena conclusasi a<br />
Lignano Sabbiadoro, con un dato di sostanziale<br />
tenuta rispetto al 2009, almeno per<br />
quanto riguarda l’arrivo di turisti e l’utilizzo<br />
delle attrezzature da spiaggia. Ad affermarlo<br />
sono Giorgio e Renzo Ardito, della Lignano<br />
Pineta Spa, e Furio Cepile, della Società<br />
Imprese Lignano – SIL Spa, due fra le maggiori<br />
attività di gestione di servizi spiaggia,<br />
ristorazione e intrattenimento della più<br />
importante località turistica della regione.<br />
Secondo entrambe le aziende il dato di<br />
sostanziale tenuta va letto positivamente<br />
se si considera che la crisi economica globale<br />
iniziata a fine 2008, si <strong>è</strong> scaricata sul<br />
turismo estivo maggiormente quest’anno,<br />
di quanto non sia accaduto l’anno scorso,<br />
quando all’arrivo dei più significativi segnali<br />
di crisi molti pacchetti vacanza erano già<br />
stati prenotati, tant’<strong>è</strong> che l’estate 2009 aveva<br />
segnato una crescita sensibile rispetto al<br />
2008. A consentire una sostanziale tenuta<br />
rispetto alla stagione precedente sarebbe,<br />
secondo gli Ardito “il risveglio dei Paesi<br />
della New Europe (Ungheria, Repubblica<br />
Ceca, Slovenia, Slovacchia, Polonia), che in<br />
futuro diventeranno un bacino sempre più<br />
importanti per noi. In questo – spiegano –<br />
oltre a puntare sui tradizionali mercati come<br />
quello italiano, austriaco e tedesco (positiva<br />
Furio Cepile<br />
62 ottobre10<br />
l’attivazione da parte di Turismo FVG di un<br />
ufficio stampa a Monaco di Baviera), bisognerebbe<br />
porre particolare attenzione al<br />
mercato russo in continua crescita”.<br />
Sostanzialmente d’accordo sull’analisi complessiva<br />
della stagione appena trascorsa, gli<br />
Ardito e Cepile condividono anche la valutazione<br />
su ciò che bisognerebbe fare per<br />
sviluppare le potenzialità di Lignano: “Qui<br />
– spiega l’amministratore delegato della SIL<br />
– abbiamo bisogno di un maggior numero<br />
di alberghi, possibilmente grandi e di alto<br />
livello (quattro o più stelle) per poter diventare<br />
davvero interessanti per i grandi tour<br />
operator”. “In effetti – confermano Renzo<br />
e Giorgio Ardito – a Lignano sul complesso<br />
dei posti letto, solo il 13-14% <strong>è</strong> alberghiero,<br />
mentre sulle altre grandi spiagge adriatiche<br />
questa percentuale raggiunge e supera il<br />
50%. Da noi la gran parte del turismo, invece,<br />
<strong>è</strong> fatto da seconde case di proprietà,<br />
appartamenti in affitto e campeggi, che<br />
sono importanti, ma non possono garantire<br />
i grandi numeri che servono a Lignano per<br />
crescere”. Non <strong>è</strong> un caso che entrambe<br />
le società si siano attivate per entrare nel<br />
settore alberghiero: la Lignano Pineta Spa<br />
acquisendo un hotel, che ha intenzione di<br />
ampliare e far salire di livello; la SIL Spa con<br />
il progetto di un grande albergo nuovo di<br />
zecca. Due esempi che, però, dovrebbero<br />
essere seguiti anche da altri investitori e per<br />
questo, secondo gli operatori, bisognerebbe<br />
incentivare chi decide di costruire nuovi<br />
alberghi, ampliare quelli esistenti o trasformare<br />
in hotel stabili attualmente destinati<br />
ad appartamenti da affittare.<br />
Diverse, invece, le valutazioni per quanto<br />
riguarda le modalità di promozione: secondo<br />
gli Ardito la scelta di promuovere tutta<br />
la regione come un unicum, ha penalizzato<br />
marchi e destinazioni turistiche importanti e<br />
affermate da decenni sul mercato turistico<br />
europeo come quelli di Lignano, Grado e<br />
Trieste, e bisognerebbe pertanto che “Lignano<br />
si riprenda la capacità di promuoversi<br />
anche autonomamente o che Turismo FVG<br />
riscopra questi brand”; per Cepile, invece,<br />
la Regione ha fatto bene ad avviare una<br />
comunicazione unitaria perché “Lignano <strong>è</strong><br />
troppo piccola per potersi promuovere da<br />
sola sui mercati mondiali, sui quali già l’intera<br />
regione appare poco riconoscibile”.<br />
Gli operatori delle due società lignanesi tornano,<br />
invece, a essere d’accordo quando si<br />
affronta il tema dell’aeroporto di Trieste, che<br />
andrebbe maggiormente sviluppato con voli<br />
in arrivo durante il periodo estivo e con col-<br />
A sinistra Giorgio Ardito al premio Hemingway<br />
legamenti diretti su Lignano, anche se sia<br />
gli Ardito, sia Cepile, ribadiscono la priorità<br />
della costruzione di grandi alberghi in modo<br />
da poter fornire la necessaria accoglienza<br />
per i clienti dei principali tour operator<br />
mondiali, che decidessero di realizzare voli<br />
charter su Ronchi.<br />
Comune, infine, la valutazione sulla necessità<br />
di interventi governativi a riduzione<br />
dell’IVA (vedi Francia e Spagna) e del costo<br />
del lavoro in modo mettere gli operatori<br />
turistici italiani in condizione di competere<br />
con i prezzi più bassi praticati dai concorrenti<br />
esteri, anche se sia per Cepile, sia per<br />
gli Ardito “se si guarda alla qualità dell’offerta<br />
complessiva, non <strong>è</strong> corretto sostenere<br />
che Lignano sia una località turistica cara”.<br />
C.T.P.
A<br />
C<br />
via Nazionale 60/2<br />
Pradamano (UD)<br />
0432670296<br />
www.noninoimpianti.it<br />
QUIZ<br />
cosa stanno installando questi collaboratori<br />
della NONINO?<br />
una ringhiera in un<br />
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la risposta sul prossimo numero<br />
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ottobre10 63
agrodoLce<br />
64 ottobre10<br />
di Paolo Tarabocchia
Bluenergy:<br />
l’energia<br />
che guarda<br />
al futuro.<br />
Se fino ad oggi il gas e I’energia elettrica sono state forniture subite,<br />
con Bluenergy diventano finalmente un servizio al tuo servizio.<br />
Bluenergy <strong>è</strong> la reale alternativa al tuo attuale fornitore.<br />
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0432 632911<br />
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L’opinione<br />
Esistono davvero altre forme di vita intelligenti<br />
nell’universo? Se sì, c’<strong>è</strong> da sperare<br />
che questi esseri evoluti siano in questo<br />
momento distratti a seguire altro e non le<br />
vicende italiane. Perché ci sarebbe francamente<br />
da essere imbarazzati dall’idea che<br />
potrebbero farsi del Belpaese.<br />
Dove, a dispetto del permanere<br />
della crisi più grave<br />
degli ultimi anni e a fronte<br />
di segnali di ripresa che permangono<br />
ancora timidissimi,<br />
da mesi a livello politico<br />
l’attuazione di riforme e di<br />
misure che possano consolidare<br />
questa “ripresina” e<br />
dare sostegno alle imprese<br />
e all’intera economia – temi<br />
decisamente urgenti - hanno<br />
lasciato posto invece a una<br />
litigiosità senza quartiere,<br />
supportata da polemiche su<br />
temi immobiliari e alla più<br />
recente “compravendita” (in<br />
termini politici, ovviamente)<br />
di parlamentari alla ricerca di<br />
ripristinare una maggioranza<br />
a rischio.<br />
Capita così che, in questo<br />
bailamme, ci si trovi davanti<br />
a nuove sorprese che non vanno certo<br />
nella direzione di semplificare la vita a<br />
chi fa impresa. Alcuni esempi: la recente<br />
manovra Tremonti, inserendo una norma<br />
di interpretazione autentica che ribalta<br />
una recente sentenza della Cassazione,<br />
stabilisce che i soci amministratori di Srl,<br />
anche se svolgono un’altra attività, sono<br />
assoggettati al contributo dovuto alla Gestione<br />
separata Inps. E pensare che si era<br />
dovuto attendere l’ottobre 2007 perché la<br />
Cassazione si esprimesse sulla legge 662<br />
del 1996, depotenziando le argomentazioni<br />
con le quali in successive circolari l’Inps<br />
aveva ribadito l’obbligatorietà dell’iscrizione<br />
Ivs per gli esercenti di attività commerciali<br />
e soci d’opera di Srl nella gestione corrispondente.<br />
Insomma, dopo nemmeno tre<br />
anni, la certezza del diritto sfuma. E non a<br />
vantaggio del cittadino.<br />
66 ottobre10<br />
a proposito di...<br />
itaLia<br />
Capita anche che una norma come il<br />
Piano straordinario contro le mafie (legge<br />
136 del 13 agosto 2010), assolutamente<br />
condivisibile come finalità, introduca<br />
tuttavia una serie di elementi di incertezza<br />
che rischiano di provocare il blocco totale<br />
dei pagamenti e delle attività dell’intero<br />
comparto delle costruzioni, che già sta at-<br />
L’attuazione di riforme in Italia ha lasciato posto ad una litigiosità senza quartiere<br />
traversando un periodo di forte crisi, come<br />
testimoniano anche i dati sull’occupazione<br />
nel comparto.<br />
Chiarito che la nuova normativa si applica<br />
ai contratti di appalto successivi all’entrata<br />
in vigore della legge, “le imprese – denuncia<br />
l’Ance – vivono “sotto la spada di<br />
Damocle di un eventuale blocco totale dei<br />
pagamenti o dell’applicazione di pesanti<br />
sanzioni: eventualità che, in considerazione<br />
anche dello stato di crisi in cui versa il<br />
comparto delle costruzioni, aggraverebbero<br />
una situazione già di per sé complessa<br />
e delicata”.<br />
Anche in questo caso si attende la certezza<br />
del diritto, tra una lite e l’altra.<br />
E magari, già che ci siamo, speriamo che<br />
la politica possa finalmente prendere in<br />
di Mauro Filippo Grillone<br />
mano la questione dei fanghi di dragaggio,<br />
particolarmente importante nella prospettiva<br />
della realizzazione di un polo della<br />
portualità dell’Alto Adriatico (anche come<br />
conseguenza del piano che Unicredit si<br />
appresta a presentare relativamente allo<br />
scalo di Trieste e che dovrebbe portare benefici<br />
anche alle realtà friulane). Il problema<br />
normativo si trascina<br />
“solo” da un decennio:<br />
non si <strong>è</strong> ancora riusciti a<br />
stabilire il limite preciso<br />
tra rifiuti e sedimenti e<br />
tutto resta fermo.<br />
Anche in questo caso,<br />
un mostro – solo italiano<br />
- creato dalla burocrazia<br />
tricolore: si pensi – <strong>è</strong><br />
emerso in un recente<br />
convegno sul tema a<br />
<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> - che<br />
“il Porto di Rotterdam, a<br />
fronte di una volumetria<br />
di due milioni di metri<br />
cubi dragati ogni anno<br />
consente il reimpiego del<br />
sedimento tal quale per<br />
manutenzione portuale<br />
e consolidamento delle<br />
banchine oltre che tecniche<br />
di asporto ancora<br />
non permesse in Italia”.<br />
Fin qui a livello nazionale.<br />
Ma anche in regione qualcosa da mettere<br />
a punto c’<strong>è</strong>, a partire dall’appropriato rifinanziamento<br />
della legge regionale 4/2005<br />
e degli interventi di ricerca e sviluppo alla<br />
necessità di ripensare totalmente il regolamento<br />
che estende agli impianti di recupero<br />
l’indennizzo di disagio già previsto per<br />
gli impianti di smaltimento.<br />
Se i due esecutivi – tanto a livello nazionale<br />
quanto regionale – hanno dichiarato<br />
di volersi caratterizzare come “governi del<br />
fare”, hanno modo di dimostrarlo. Magari<br />
aggiungendo al fare anche un “bene”. Che<br />
non guasterebbe.
ottobre10 67
68 ottobre10