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iL Futuro è neLL'internazionaLizzazione - Confindustria Udine

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www.confindustria.ud.it<br />

Mensile - n.9, anno II<br />

OTTOBRE 2010<br />

Spedizione in abbonamento postale D.L. 27/02/2004 n° 46, art. 1,<br />

comma 1, DCB UDINE - Filiale di <strong>Udine</strong> Ferrovia<br />

Tariffa R.O.C. (iscritti al registro operatori comunicazione) ex Tabella B<br />

Focus<br />

sPeciaLe Fisco<br />

associazione<br />

Fanghi e dragaggi<br />

<strong>iL</strong> <strong>Futuro</strong><br />

<strong>è</strong><br />

neLL’internazionaLizzazione<br />

Le strategie di Luigino Pozzo,<br />

Presidente deL gruPPo PMP industries<br />

foto Michele Zuccato per 530mq.com<br />

ottobre10 1


2 ottobre10


ottobre10 3


Cerchi la SOLUZIONE migliore<br />

per la tua AZIENDA?<br />

CHIAMACI<br />

800-616622<br />

Trieste Via Genova 8<br />

Codroipo (UD) Via Circonv. Ovest 9<br />

Tolmezzo (UD) Via dell’Industria 54<br />

Limena (PD) Via Unità d’Italia 14<br />

Busche di Cesiomaggiore (BL) Via Nazionale 34<br />

4 ottobre10<br />

L’ Agenzia di Telecom Italia<br />

per il Friuli Venezia Giulia


il 10° anniversario della scomparsa<br />

dell’ingegner carLo MeLzi<br />

Carlo Melzi<br />

Il 26 agosto sono ricorsi i 10 anni della<br />

scomparsa di Carlo Melzi, l’Ingegnere<br />

per antonomasia come era conosciuto e<br />

stimato nella Sua Fusine, un tempo segnato<br />

da profondi cambiamenti che hanno<br />

provocato radicali trasformazioni sociali<br />

La scomparsa di<br />

sLoBodan Buric<br />

Il dottor Slobodan Buric, che aveva compiuto<br />

il suo 70° compleanno il 20 marzo,<br />

ci ha purtroppo lasciato improvvisamente<br />

mercoledì 4 agosto.<br />

Titolare della ditta Berbex di Povoletto, aveva<br />

guidato con determinazione e ostinata<br />

perseveranza la sua azienda sino al giorno<br />

prima. Fondò la Berbex nel 1989 rilevando<br />

la precedente Raif, ditta in crisi che operava<br />

nel settore della refrigerazione industriale.<br />

Fu una scommessa che poi risultò<br />

ampiamente azzeccata. Forte di una lunga<br />

esperienza maturata nello stesso settore<br />

come rappresentante della internazionale<br />

Cornelius, riuscì ad avviare la sua attività<br />

prestando molta attenzione alle problematiche<br />

del mercato e dei suoi cambiamenti,<br />

intuendo in anticipo le opportunità che si<br />

venivano a creare nell’Europa allargata ad<br />

est. La sua cultura, le sue doti di imprenditore,<br />

la conoscenza di molte lingue e il<br />

ed economiche. Il mondo, come si dice,<br />

non <strong>è</strong> più quello di prima ma l’industria e<br />

l’imprenditore restano il fattore centrale di<br />

sviluppo della società e dell’economia.<br />

E Carlo Melzi ha saputo interpretare questo<br />

ruolo con severa coerenza, industriale<br />

di professione nella accezione piena di<br />

gestore ed organizzatore, legato alla Sua<br />

terra, la montagna ed il Friuli, editore per<br />

passione, interessato alla cultura ed alla<br />

politica, sensibile ed attento alle vicende<br />

del mondo, ma semplice e schivo che con<br />

lungimiranza ha promosso l’innovazione.<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> Lo ricorda come un<br />

“grande” Presidente che ha ridato credibilità<br />

ed identità all’Associazione di rappresentanza<br />

degli industriali dopo un periodo<br />

difficile, assertore del ruolo dell’impresa<br />

come momento di crescita del territorio<br />

ma anche di impulso alla diffusione dei valori<br />

e delle competenze che ne costituiscono<br />

il tessuto connettivo. Melzi, infatti, spesso<br />

ricordava come l’industria riceve molto<br />

dal territorio ed al territorio deve saper<br />

restituire. E questo principio lo ha applicato<br />

nella sua attività imprenditoriale e nell’impegno<br />

di rappresentanza associativa prima<br />

e, successivamente, in quello politico diretto,<br />

che non ha potuto completare, quando<br />

Slobodan<br />

Buric<br />

rapporto che riusciva ad instaurare con i<br />

propri clienti, lo hanno portato a diversi<br />

riconoscimenti di spiccato valore, uno su<br />

tutti il premio ricevuto dalla CCIAA di <strong>Udine</strong><br />

nei primi anni ‘90.<br />

La sua determinazione nel raggiungere<br />

sempre gli obiettivi che si prefissava e la ricerca<br />

di continue nuove soluzioni lo hanno<br />

ricordo<br />

da Presidente della Provincia di <strong>Udine</strong> si <strong>è</strong><br />

battuto per l’efficienza amministrativa e per<br />

l’unità del Friuli.<br />

Ed <strong>è</strong>, appunto, il legame con il territorio<br />

che ha caratterizzato la molteplice attività<br />

dell’Ingegner Melzi. Non ha mai dimenticato<br />

la Sua terra ed a Fusine, conclusi gli<br />

impegni esterni, tornava volentieri perché<br />

in quel contesto ritrovava se stesso, i suoi<br />

valori e, con essi, la determinazione a proseguire.<br />

Per questo <strong>è</strong> significativa l’intitolazione di<br />

una strada della frazione di Fusine alla Sua<br />

memoria, voluta dall’Amministrazione comunale<br />

di Tarvisio, che intende sottolineare<br />

l’identità del territorio con la sua storia<br />

e con i personaggi, come Carlo Melzi, che<br />

l’hanno segnata.<br />

Ed <strong>è</strong> una dimostrazione, questa, che testimonia<br />

come lo sviluppo non possa prescindere<br />

da una vera e solida interazione<br />

tra territorio, istituzioni ed impresa, di cui<br />

Melzi <strong>è</strong> stato protagonista.<br />

Adriano Luci,<br />

presidente di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />

sempre tenuto al passo con la concorrenza.<br />

Era sempre indirizzato ad accontentare<br />

e soddisfare le esigenze dei clienti in tutte<br />

le loro richieste, anche dei più piccoli, senza<br />

distinzioni, questo grazie anche al suo<br />

team di affidabili tecnici e operai che lo<br />

hanno sostenuto per più di vent’anni.<br />

Aveva gestito la sua Berbex valorizzando al<br />

massimo le capacità delle sue maestranze<br />

con pungolo e partecipazione anche nei<br />

più piccoli particolari, avendo intuito che<br />

solo con la partecipazione attiva e consapevole<br />

di tutti dipendenti si potevano<br />

abbattere tutti gli ostacoli di un mercato<br />

sempre più globale e complicato.<br />

Grazie ai sacrifici e all’impegno del dottor<br />

Buric, ad oggi la Berbex resta sempre una<br />

delle aziende più collaudate e più attive<br />

nel settore della refrigerazione alimentare.<br />

Le sue maestranze forti di questa esperienza<br />

stanno proseguendo l’attività tracciata<br />

con perseveranza e impegno.<br />

I dipendenti della Berbex di Povoletto<br />

ottobre10 5


n.<br />

09<br />

09<br />

Realtà Industriale<br />

Registrazione Tribunale di <strong>Udine</strong><br />

n. 24/99<br />

Redazione<br />

Direttore Responsabile<br />

Alfredo Longo<br />

e-mail: ri@assind.ud.it<br />

Società Editrice<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />

Largo Carlo Melzi, 2<br />

33100 <strong>Udine</strong>, tel. 0432 2761<br />

A questo numero<br />

hanno collaborato<br />

Carlo Tomaso Parmegiani<br />

(caporedattore),<br />

Antonella Bassi, Carla Ciampalini,<br />

Alessandra Cicero, Paola Del Degan,<br />

Massimo De Liva, Marco Di Blas,<br />

Barbara Franceschelli, Mauro<br />

Filippo Grillone, Ezio Lugnani,<br />

Roberto Lunelli, Christian Romanini,<br />

Franco Rosso, Paolo Sartor, Paolo<br />

Tarabocchia, Margherita Timeus.<br />

per Gruppo Giovani<br />

Imprenditori:<br />

Enrico Accettola (presidente),<br />

Emanuela Degano, Matteo Di Giusto<br />

Impaginazione<br />

arCube - studio associato<br />

Trieste<br />

e-mail: info@arcube.it<br />

Fotoservizi<br />

Foto copertina e intervista: Michele<br />

Zuccato 530mq.com<br />

Foto: Anteprima, Archivio Immagini<br />

Fvg, Roberto Del Fabro,<br />

Diego Gasperi<br />

Concessionaria per la pubblicità<br />

Scripta Manent srl<br />

v.le della Vittoria 13<br />

33100 <strong>Udine</strong> - tel. 0432 505900<br />

e-mail: posta@scriptamanent.sm<br />

6 ottobre10<br />

Luigino Pozzo (foto Michele Zuccato)<br />

ottoBre 2010 contenuti<br />

08 intervista<br />

Luigino Pozzo<br />

Il futuro e’ nell’internazionalizzazione<br />

12 Focus - Fisco<br />

IL CASO - ROBERTO LUNELLI:<br />

la pretesa indeducibilità dei<br />

compensi degli amministratori<br />

Toffolutti: “Decisione senza senso”<br />

Gli imprenditori: “La crescita va<br />

incentivata”<br />

16 <strong>Confindustria</strong> Flash<br />

18 Aziende Flash<br />

20 Aziende Flash<br />

22 aziende<br />

FC IMPIANTI TECNOLOGICI<br />

24 aziende<br />

DE SIMON GROUP<br />

E’ iniziata la rinascita<br />

25 aziende<br />

CODUTTI crede nello sviluppo<br />

26 aziende<br />

ARA inaugura mega impianto a pannelli<br />

solari<br />

28 aziende<br />

VISTRA: 10 anni di successi<br />

30 Botta & risposta ž<br />

ELVIO ERMACORA<br />

Biocostruire srl<br />

32 analisi<br />

Tempi lunghi per la ripresa<br />

34 ambiente ž<br />

Fanghi di dragaggio<br />

Rischio e danno ambientale<br />

36 edilizia<br />

I primi cinquant’anni della DE SABBATA<br />

COSTRUZIONi<br />

38 Web<br />

40 Formazione<br />

41 giovani imprenditori<br />

44 giovani e società<br />

Dipendenti o imprenditori?<br />

46 obiettivo Montagna<br />

ONDULATI ED IMBALLAGGI DEL FRIULI:<br />

Soluzioni per tutti i gusti<br />

48 obiettivo austria<br />

Che bel mestiere fare il ferroviere!<br />

50 internazionalizzazione<br />

Friuli e Cina: relazioni consolidate<br />

Le opportunità energetiche dell’Albania<br />

52 Logistica<br />

Occorre passare dalle parole ai fatti<br />

54 regione<br />

I nuovi provvedimenti a favore delle<br />

imprese<br />

56 Friulani nel mondo<br />

Il Friûl? La porta dell’Europa<br />

per il Canada<br />

58 ente Friuli nel Mondo<br />

I friulani brillano di mille colori<br />

59 ente Friuli nel Mondo<br />

I friulani nel mondo: una risorsa per lo<br />

sviluppo del Friuli<br />

eventi<br />

A Tolmezzo sicurezza non solo in<br />

fabbrica<br />

60 Libri del mese<br />

62 turismo<br />

66 a proposito di...<br />

Italia<br />

www.confindustria.ud.it<br />

LUIGINO POZZO:<br />

“Se non avessimo<br />

internazionalizzato le<br />

nostre aziende, forse<br />

alla lunga avremmo<br />

chiuso, mentre,<br />

internazionalizzandoci<br />

sui mercati emergenti,<br />

abbiamo creato molti<br />

più posti di lavoro in<br />

Friuli”


ottobre10 7


economia<br />

intervista<br />

Seguire una propria passione e ritrovarsi, a soli 50 anni, imprenditore di indubbio successo<br />

non <strong>è</strong> da tutti. C’<strong>è</strong> riuscito con passione, lungimiranza e impegno indefesso Luigino Pozzo,<br />

presidente del gruppo PMP di Coseano che conta oggi sei aziende nel mondo (Pro-Mec spa<br />

a Coseano e Fimsi Spa di Coseano – con un unità locale a Villa Santina, PMP Industries Inc. di<br />

Cincinnati negli Stati Uniti, PMP Jelsingrad in Bosnia Erzegovina, la neo inaugurata PMP Drive<br />

Systems di Taicang in Cina, e la PMP Drive System India), oltre 600 dipendenti, nonché una<br />

rappresentanza in Russia. Un gruppo che nell’anno nero dell’economia mondiale, il 2009, ha<br />

assunto, solo in Friuli, 130 nuovi dipendenti. Alla base di questo successo c’<strong>è</strong> un’incrollabile<br />

fiducia nell’innovazione, nell’internazionalizzazione e nell’utilizzo di persone giovani e motivate.<br />

Presidente Pozzo mentre la gran parte<br />

dell’industria italiana si dibatte fra<br />

difficoltà e cassa integrazione, voi<br />

aprite una nuova azienda in Cina e<br />

assumete nuovo personale. Dov’<strong>è</strong> il<br />

segreto?<br />

In realtà l’espansione del gruppo all’estero <strong>è</strong><br />

abbastanza recente. L’azienda <strong>è</strong> nata come<br />

Pro-Mec nel 1991, in un piccolo capannone<br />

di 600 metri quadri in affitto a Sedegliano,<br />

8 ottobre10<br />

Luigino Pozzo:<br />

il futuro<br />

e’ nell’internazionalizzazione<br />

Luigino Pozzo (foto Michele Zuccato<br />

per 530mq.com, anche nelle pagine<br />

sucessive)<br />

dalla passione per i sistemi di trasmissione<br />

per macchine industriali che avevo sviluppato<br />

in undici anni di lavoro alle Oru di <strong>Udine</strong>. Nel<br />

1996 ci siamo trasferiti nella zona industriale<br />

di Coseano, con trenta dipendenti, ma<br />

continuavamo ad operare come terzisti della<br />

Danieli e di altre aziende. Il mio sogno, però,<br />

era sempre stato quello di creare un’azienda<br />

che realizzasse prodotti propri. Cominciammo,<br />

quindi, fin da subito con la produzione di<br />

riduttori epicicloidali per autobetoniere e oggi<br />

per quello specifico prodotto siamo leader<br />

di mercato nel mondo. Successivamente<br />

continuammo a sviluppare diversi tipi di<br />

trasmissioni industriali, comprese quelle per<br />

motori elettrici che iniziammo a realizzare nel<br />

‘96 quando ancora si usavano motori a corrente<br />

continua, per poi passare a quelle per<br />

motori a corrente alternata. Oggi abbiamo<br />

cinque brevetti esclusivi internazionali che ci<br />

pongono all’avanguardia nel settore. Si tratta<br />

di un settore che non <strong>è</strong> esploso come si poteva<br />

pensare qualche anno fa, ma nel quale<br />

crediamo molto. Da qualche anno lavoriamo,<br />

poi, nel comparto delle trasmissioni idrauliche<br />

per macchine da costruzione dove, nel<br />

solo 2010, abbiamo investito 5milioni di euro,<br />

presentato alcuni prodotti molto innovativi e<br />

cominciato, pertanto, a ottenere alcune commesse<br />

significative. L’ultimo “business” sul<br />

quale siamo entrati nel 2008 <strong>è</strong>, infine, quello<br />

dello sviluppo delle trasmissioni per i pali di<br />

produzione di energia eolica. Abbiamo anche<br />

mantenuto una linea di prodotti per il settore<br />

di Carlo-Tomaso Parmegiani<br />

siderurgico, che costituiva la nostra prima<br />

attività, ma attualmente il settore trasmissioni<br />

costituisce circa l’80% del nostro fatturato.<br />

Per entrambe le linee di prodotti, comunque,<br />

abbiamo alcune aziende all’estero perché internazionalizzarci<br />

ha significato essere più vicini<br />

ai clienti e avere, quindi, più opportunità<br />

sui mercati. In linea generale, poi, tutti i giorni<br />

studiamo continue innovazioni per ridurre i<br />

pesi e le dimensioni delle trasmissioni, aumentarne<br />

le prestazioni e contenerne i costi<br />

per essere competitivi con i nostri concorrenti<br />

che sono pochi (prevalentemente tedeschi),<br />

ma di grandi dimensioni e molto agguerriti.<br />

Si può, dunque, dire che in questa innovazione<br />

continua e nell’internazionalizzazione che<br />

abbiamo iniziato solo nel 2002 c’<strong>è</strong> il segreto<br />

del nostro successo.<br />

Siete già presenti negli Usa, in Cina e<br />

in India; prevedete nuove aperture in<br />

futuro?<br />

Il nostro prossimo obiettivo <strong>è</strong> il Sud America,<br />

probabilmente il Brasile, perche mi ripropongo<br />

di coprire i mercati maggiormente<br />

interessati attraverso una presenza produttiva<br />

in tutti i paesi emergenti. Quando avremo<br />

aperto in Brasile potremmo dire di aver<br />

completato una prima fase di espansione per<br />

coprire tutto il mercato mondiale e potremmo<br />

dedicarci a nuovi obiettivi. Tutto questo<br />

mantenendo, ovviamente, il centro di ricerca<br />

e sviluppo, nonché la produzione per il mercato<br />

europeo in Friuli.


Quindi state percorrendo la via dell’internazionalizzazione,<br />

non pensate,<br />

però, a delocalizzare...<br />

Non mi piace parlare di delocalizzazione perché<br />

<strong>è</strong> un concetto completamente diverso<br />

dall’internazionalizzazione. Nel primo caso<br />

si tratta, infatti, di spostare una produzione<br />

dall’Italia in un’altra area del mondo, mentre<br />

internazionalizzare vuol dire andare a cercare<br />

opportunità per il nostro marchio nel mondo<br />

rafforzando la nostra attività in Friuli e in Italia.<br />

Dunque le aziende estere come veicolo<br />

necessario per far sopravvivere e<br />

crescere le aziende italiane?<br />

Esattamente. Se non avessimo internazionalizzato<br />

le nostre aziende, forse alla lunga<br />

avremmo chiuso, mentre internazionalizzandoci<br />

sui mercati emergenti abbiamo creato<br />

molti più posti di lavoro in Friuli. Nel 1992<br />

eravamo un’azienda friulana, nel 1997 siamo<br />

diventati un’azienda europea e dal 2000<br />

il nostro <strong>è</strong> un gruppo internazionale. Oggi<br />

come oggi un’azienda che vuole rimanere sul<br />

mercato deve essere per forza internazionale<br />

sapendo cogliere gli sviluppi nei vari mercati.<br />

Lo dimostrano l’opportunità che abbiamo<br />

colto in Cina dove il governo ha investito<br />

molto nelle infrastrutture interne sviluppando<br />

il mercato della nostra clientela potenziale,<br />

così come i probabili sviluppi del settore delle<br />

costruzioni in India dove, proprio in questo<br />

periodo, stiamo ampliando la nostra organizzazione.<br />

L’internazionalizzazione amplia<br />

inoltre in modo fondamentale le occasioni di<br />

acquisto dei materiali al miglior prezzo, consentendo<br />

di mantenersi competitivi.<br />

Non temete la nascita di competitors<br />

locali nei Paesi dove vi state espandendo?<br />

Questo <strong>è</strong> un rischio che bisogna mettere<br />

in conto, ma che cerchiamo di combattere<br />

mantenendo la “testa” in Italia e continuando<br />

a investire in prodotti sempre nuovi e<br />

all’avanguardia che possano consentirci di<br />

distinguerci sempre dalla concorrenza attuale<br />

e futura. Anche per questo riteniamo<br />

importante lavorare per macro-aree essendo<br />

presenti nei Paesi con maggiori prospettive<br />

di sviluppo al fine di essere competitivi sui<br />

mercati locali.<br />

In questa logica di sviluppo per macro<br />

aree, voi, a differenza di altri, avete<br />

considerato la Russia all’interno del<br />

mercato europeo. Come mai?<br />

Perché nel nostro caso riusciamo a essere<br />

competitivi su quel mercato, che per noi<br />

<strong>è</strong> molto importante (anche se nel 2009 <strong>è</strong><br />

stato in grande crisi), producendo in Italia e<br />

presidiandolo con un nostro rappresentante<br />

in loco. Per questo, al momento, non sentiamo<br />

la necessità di andare a produrre in<br />

Russia anche se abbiamo avuto molte offerte<br />

in tal senso.<br />

L’internazionalizzazione comporta numerosi<br />

problemi “burocratici”. Come<br />

imprenditore italiano si <strong>è</strong> sentito<br />

supportato dal suo Paese in questa<br />

attività o ha dovuto, da buon friulano,<br />

fare da solo?<br />

Lei ha messo il dito nella piaga. Anche se<br />

sono friulano non amo il fà di bessol, sono<br />

anzi un gran sostenitore del lavoro organizzato<br />

e di squadra, ma, purtroppo, andando in<br />

giro per il mondo ho dovuto constatare che<br />

non esiste un’organizzazione del Paese Italia.<br />

Mi sento, quindi, un po’ pioniere perché,<br />

senza sceglierlo, ho dovuto fare da solo. Per<br />

l’espansione in India l’ICE mi ha presentato<br />

uno studio di consulenza tedesco. Rispetto<br />

ai nostri colleghi-concorrenti tedeschi, noi<br />

abbiamo molte più difficoltà a insediarci sui<br />

mercati internazionali, perché non abbiamo<br />

struttura o, se ce l’abbiamo (vedi Ice), non <strong>è</strong><br />

ben gestita. L’evidenza di questo <strong>è</strong> il fatto <strong>è</strong><br />

che dove abbiamo aperto a Shanghai siamo<br />

in una zona dove ci sono 120 aziende tedesche<br />

che possono godere di un supporto<br />

economia<br />

intervista<br />

diplomatico e organizzativo molto avanzato.<br />

Come gruppo PMP abbiamo sempre cercato<br />

il supporto del pubblico, tant’<strong>è</strong> che abbiamo<br />

come nostro socio Friulia in Italia, in Bosnia<br />

abbiamo una partecipazione di Finest, in Cina<br />

una partecipazione di Simest, pur tuttavia sui<br />

mercati esteri non abbiamo trovato partner<br />

italiani che ci abbiano dato un supporto organizzato<br />

in loco.<br />

Avete avuto problemi simili anche per<br />

quanto riguarda il supporto bancario<br />

in loco?<br />

Cominciamo ad avere qualche struttura<br />

italiana in loco, ma che non riesce ancora a<br />

fornire adeguato supporto alle aziende italiane<br />

che vogliono insediarsi. Infatti, noi, sia<br />

in Cina, sia India sia in USA ci appoggiamo a<br />

banche locali.<br />

Il fatto che l’Italia si presenti così disorganizzata<br />

alla sfida dell’internazionalizzazione<br />

dipende dalla parcellizzazione<br />

del nostro tessuto economico<br />

o <strong>è</strong> la nostra dirigenza politica nel suo<br />

complesso, indipendentemente dal<br />

partito di appartenenza, che <strong>è</strong> inadeguata<br />

alla funzione?<br />

Possiamo dire che il sistema-Italia non si <strong>è</strong><br />

evoluto in modo adeguato all’evoluzione del<br />

mondo e rimane ancora molto ancorato alle<br />

piccole problematiche locali. Ciò, ovviamente,<br />

non ci favorisce nella competizione. Basti<br />

vedere che da noi, a livello politico, si sta ancora<br />

discutendo se l’internazionalizzazione sia<br />

un fatto positivo o meno, mentre il sistema<br />

tedesco lavora da decenni per favorirla e ha<br />

creato un bacino manifatturiero mondiale a<br />

guida tedesca incomparabilmente più ampio<br />

di quello italiano.<br />

Pensa che oltre a un ritardo della politica,<br />

ci sia anche un ritardo dei suoi<br />

colleghi imprenditori nel capire l’importanza<br />

dell’internazionalizzazione?<br />

Non credo. Ritengo che l’idea dell’internazionalizzazione<br />

sia stata assorbita dalle aziende.<br />

C’<strong>è</strong>, poi, chi non riesce a praticarla o perché<br />

non ha la struttura, servono, infatti, organizzazione<br />

e dimensioni adeguate, o perché non<br />

ha la voglia, visto che per internazionalizzarsi<br />

bisogna essere molto spesso all’estero: io<br />

passo il 50% del mio tempo lontano dalla<br />

famiglia. Penso, tuttavia, che a tutti sia chiaro<br />

che per le aziende internazionalizzarsi oggi <strong>è</strong><br />

una necessità.<br />

Quanto conta la dimensione per potersi<br />

internazionalizzare?<br />

Come accennavo, serve una struttura adeguata.<br />

Non si può rimanere troppo piccoli<br />

per potersi internazionalizzare, ma il livello<br />

dimensionale “giusto” deve essere deciso da<br />

ciascuna azienda per conto proprio, non si<br />

può definire a priori.<br />

ottobre10 9


economia<br />

intervista<br />

E’ difficile strutturarsi in un sistema,<br />

come il nostro, che, secondo molti imprenditori,<br />

ha una politica del lavoro e<br />

una situazione dei rapporti sindacali<br />

ingessate che ostacolano le assunzioni<br />

o queste sono scuse avanzate da chi<br />

non vuole assumere?<br />

Credo che tutto ciò dipenda dal singolo imprenditore<br />

e che non sia giusto dare la colpa<br />

agli altri di ciò che non si fa. Bisogna avere<br />

la voglia e la forza di guardare avanti. Certo,<br />

nel sistema italiano tutto ciò non <strong>è</strong> semplice,<br />

perché c’<strong>è</strong> bisogno di grandi cambiamenti a<br />

tutti i livelli. Il sindacato, ad esempio, deve<br />

cambiare rendendosi conto che il mondo si<br />

<strong>è</strong> modificato radicalmente: <strong>è</strong> finita l’epoca<br />

dell’assistenzialismo ed <strong>è</strong> iniziata quella della<br />

globalizzazione. Devono, poi, cambiare il funzionamento<br />

degli apparati pubblici, il sistema<br />

scolastico, le stesse aziende: il cambiamento,<br />

insomma, sarà inevitabile se, come economia,<br />

vogliamo rimanere competitivi nel<br />

mondo. Il punto nodale <strong>è</strong> capire in quanto<br />

tempo riusciremo a evolverci per adeguarci ai<br />

tempi della globalizzazione (con strutture più<br />

efficienti, leggere e molto meno burocratizzate),<br />

perché il rischio <strong>è</strong> di arrivare troppo tardi.<br />

In ogni caso, però, gli imprenditori devono<br />

sempre saper guardare avanti: se ci fermiamo<br />

nell’attesa che il sistema-Italia si evolva,<br />

rischiamo di perdere il treno.<br />

C’<strong>è</strong> chi sostiene che in un Paese come<br />

l’Italia, dove non esiste l’abitudine al<br />

rispetto delle regole, sia impossibile<br />

avere una burocrazia meno presente,<br />

farraginosa e occhiuta. Quanto conta,<br />

secondo lei, l’osservanza delle norme<br />

per rendere il nostro Paese più efficiente<br />

e competitivo?<br />

In realtà ritengo che oggi, grazie allo sviluppo<br />

dell’informatica e della tecnologia, l’attività<br />

di controllo del rispetto delle regole da parte<br />

delle aziende sia molto più agevole per gli<br />

enti preposti e si possa, quindi, compiere<br />

senza troppe farraginosità. Certamente,<br />

tuttavia, il rispetto delle regole <strong>è</strong> essenziale:<br />

se non sappiamo accettare le regole, non<br />

sappiamo vivere nel mondo. Chi non osserva<br />

le norme entra in una soglia di rischio che<br />

può mettere a repentaglio la stessa esistenza<br />

dell’azienda. Anche da questo punto di vista,<br />

l’internazionalizzazione <strong>è</strong> una grande maestra:<br />

io insegno a tutti i miei collaboratori, in<br />

ogni parte del mondo, a rispettare le regole<br />

del luogo nel quale si trovano.<br />

Lei ha appena assunto 130 collaboratori,<br />

molti ad alti livelli: quanto pesa<br />

nel trovare personale disponibile il<br />

fatto che in Italia i compensi dei dipendenti,<br />

a parità di livello, siano per<br />

le aziende fra i più costosi d’Europa e<br />

per chi li percepisce fra i più bassi?<br />

10 ottobre10<br />

Il sistema dei costi di contribuzione andrebbe<br />

gestito in maniera totalmente diversa.<br />

L’obiettivo al quale tendere <strong>è</strong> uno stipendio<br />

netto maggiore per i lavoratori e un costo<br />

del lavoro più basso per le aziende. Sembra<br />

che finalmente se ne cominci a parlare, ma<br />

<strong>è</strong> un cambiamento non più rinviabile. Basti<br />

dire che se il peso di imposte e contributi su<br />

una retribuzione italiana <strong>è</strong> circa del 100%,<br />

in Bosnia (come in molti altri Paesi) si riduce<br />

al 30%. Non bisogna, però, dimenticare che<br />

per un’azienda <strong>è</strong> molto importante l’efficienza<br />

produttiva e da questo punto di vista,<br />

l’Italia potrebbe essere molto competitiva<br />

rispetto ai Paesi emergenti.<br />

L’efficienza del processo produttivo,<br />

dunque, come modo per compensare<br />

le inefficienze del sistema-Paese?<br />

Esatto. Se il sistema-Paese non riesce a ridurre<br />

le tasse, i costi della manodopera, si <strong>è</strong><br />

costretti a migliorare sul piano dell’efficienza<br />

produttiva. Nel nostro gruppo stiamo facendo<br />

un sforzo notevole da questo punto di vista.<br />

Ciò non vuol dire far lavorare di più i dipendenti,<br />

ma metterli nelle condizioni di lavorare<br />

meglio, per aumentare la produttività.<br />

Si dice, però, che la produttività in Italia<br />

sia molto bassa...<br />

E’ vero, ma ciò dipende molto dal sistema<br />

che non cambia. Proprio per questo nelle<br />

aziende dobbiamo lavorare per aumentare<br />

l’efficienza interna. Purtroppo, l’atteggiamento<br />

sindacale spesso non aiuta a diffondere<br />

una mentalità tesa all’efficienza che, mi ripeto,<br />

non vuol dire lavorare di più, ma lavorare<br />

meglio. Il sindacato deve ammodernarsi: non<br />

si possono più fare le lotte per difendere chi<br />

non ha voglia di lavorare, ma bisogna tutelare<br />

chi ha voglia di farlo nell’interesse comune.<br />

In altre parole, sta dicendo che aziende<br />

e sindacato non devono più porsi<br />

come controparti, ma devono lavorare<br />

per il bene comune?<br />

Giusto. Da entrambe le parti si deve comprendere<br />

che <strong>è</strong> importante lavorare di comune<br />

accordo per garantire il processo di cambiamento,<br />

il cui primo obiettivo deve essere,<br />

ovviamente, il mantenimento dei posti di<br />

lavoro. Il sindacato, però, deve comprendere<br />

che proprio per garantire il lavoro in Italia,<br />

c’<strong>è</strong> bisogno che le nostre aziende operino<br />

con un adeguato livello di efficienza. Se ci<br />

riusciamo, possiamo addirittura creare nuovi<br />

posti di lavoro, anche se non siamo in grado<br />

di competere sul livello dei costi rispetto ai<br />

Paesi emergenti. L’importante <strong>è</strong> che si perdano<br />

le distinzioni tra “colletti bianchi” e “colletti<br />

blu”, comprendendo che dobbiamo tutti collaborare<br />

per garantirci il posto di lavoro.<br />

In Germania, Paese che ultimamente<br />

va di moda prendere ad esempio, ci<br />

sono stati casi di aziende dove, pur di<br />

essere competitivi, si <strong>è</strong> accettata la<br />

riduzione degli stipendi a partire da<br />

quelli dei dirigenti che hanno dato il<br />

buon esempio. Secondo i sindacati, in<br />

Italia si tendono a scaricare i problemi<br />

sui lavoratori, mentre i dirigenti sembrano<br />

essere poco disponibili a dare il<br />

buon esempio. E’ un problema reale?<br />

Sicuramente si. Tutti devono adeguarsi alla<br />

nuova realtà che sta nascendo. Secondo me<br />

il cambiamento di mentalità deve nascere dal<br />

sistema scolastico e universitario. C’<strong>è</strong>, infatti,<br />

certamente bisogno di una maggior formazione<br />

anche sul lato dell’etica del lavoro e<br />

dell’impegno personale, a tutti i livelli.<br />

A proposito di formazione, come giudica<br />

quella fornita dal sistema scolastico<br />

e universitario italiano?<br />

Attualmente nelle nostre scuole e università<br />

si tende a dare una formazione di alto livello,<br />

ma poco orientata al mondo del lavoro.<br />

C’<strong>è</strong>, invece, bisogno di formare dirigenti che<br />

sappiamo portare avanti le aziende,che siano<br />

portati alla concretezza, alla risoluzione dei<br />

problemi. Oggi, abbiamo molte difficoltà<br />

a trovare persone di questo tipo. Bisogna<br />

comprendere che l’innovazione non nasce<br />

solo da ricercatori di alto livello, ma anche<br />

dalla risoluzione dei problemi concreti, giorno<br />

per giorno. Ci vorrebbero, ad esempio, corsi<br />

di laurea più collegati a progetti aziendali<br />

specifici.<br />

Il mondo universitario, però, lamenta<br />

il fatto che quando chiede alle aziende<br />

di prendere stagisti o di finanziare la<br />

ricerca universitaria su progetti specifici,<br />

trova scarsa o nulla disponibilità


da parte delle imprese.<br />

Certamente il problema esiste, nel senso<br />

che molte aziende prima di impegnare risorse<br />

cercano di fare i conti e di capire qual<br />

<strong>è</strong> la reale convenienza di investire oggi per<br />

avere risultati fra qualche anno. Noi come<br />

azienda abbiamo in corso alcuni progetti in<br />

collaborazione con il mondo universitario, ma<br />

certamente da questo punto di vista in Italia<br />

si potrebbe fare di più, non dimenticando,<br />

però, che il finanziamento all’istruzione e<br />

della ricerca pubblica spetta allo Stato e non<br />

alle imprese.<br />

Per le imprese <strong>è</strong> necessario rafforzare<br />

anche il rapporto con le scuole superiori,<br />

oltre che con le università?<br />

Penso di sì. Io ho sempre cercato di lavorare<br />

con il mondo della scuola. Ho aiutato, ad<br />

esempio, la scuola di San Daniele finanziando<br />

l’acquisto di alcune macchine a controllo<br />

numerico.<br />

Ha avuto un ritorno da questo suo atteggiamento?<br />

Ho avuto il ritorno che, purtroppo, la scuola<br />

di San Daniele <strong>è</strong> stata chiusa e le macchine<br />

sono finite in qualche magazzino. Ciononostante<br />

continuo a credere nella necessità di<br />

collaborazione fra impresa e scuola, anche<br />

perché oggi le aziende non hanno più il tempo<br />

di sostituirsi alle scuole nella formazione<br />

dei ragazzi quando arrivano nel mondo del<br />

lavoro. Certamente nel mondo scolastico<br />

serve un cambio di mentalità affinché i docenti<br />

abbiano una maggiore predisposizione<br />

alla collaborazione con il mondo del lavoro e<br />

dell’impresa.<br />

In molte famiglie si punta ancora oggi<br />

al figlio medico o professore, mentre il<br />

lavoro in fabbrica <strong>è</strong> considerato come<br />

poco dignitoso. Anche in questo caso<br />

serve un cambio di mentalità?<br />

Questo <strong>è</strong> un problema che in altre zone del<br />

mondo <strong>è</strong> già stato superato da tempo. Si <strong>è</strong><br />

compreso, infatti, che il lavoro in fabbrica <strong>è</strong><br />

un lavoro altrettanto dignitoso di quello svolto<br />

in un ospedale o in un università e, spesso,<br />

<strong>è</strong> anche molto più remunerativo. E’ un<br />

problema di immagine, di un retaggio storico,<br />

che va superato. In linea di massima, tuttavia,<br />

credo che la cosa più importante sia cercare<br />

di far seguire ai figli le proprie passioni, piuttosto<br />

che imporre loro alcuni lavori a scapito<br />

di altri. La passione, infatti, <strong>è</strong> il principale motore<br />

di un mestiere ben fatto.<br />

Lei ha creato il suo gruppo proprio seguendo<br />

una sua passione...<br />

Certamente. Non si può, infatti, fare l’imprenditore<br />

per fare i soldi, perché ci sono sicuramente<br />

lavori che rendono di più.<br />

Magari, però, seguendo una passione,<br />

si riescono anche ad accumulare quattrini...<br />

Più che fare i soldi, si riesce a garantire alle<br />

proprie aziende di sopravvivere in un mondo<br />

così difficile. La mia maggior soddisfazione,<br />

infatti, <strong>è</strong> nell’essere riuscito a perseguire un<br />

mio progetto che ho intrapreso non pensando<br />

che mi avrebbe potuto portare chissà<br />

quali guadagni, ma perché mi appassionava<br />

e mi appassiona ancora. Oggi posso dire<br />

di sentirmi realizzato, ma ciò anche perché<br />

ho perseguito il mio progetto con impegno,<br />

determinazione e sacrificio. Quello che, poi,<br />

mi dà molta soddisfazione <strong>è</strong> l’essere riuscito<br />

a creare un gruppo di giovani friulani che credono<br />

in questo progetto quanto me e sono<br />

disposti a impegnarsi per portarlo avanti.<br />

Prima accennava alla presenza di<br />

Friulia nella compagine societaria.<br />

Proprio gli uomini di Friulia hanno<br />

spiegato che spesso gli imprenditori<br />

friulani non ricorrono all’aiuto della<br />

finanziaria regionale perché si sentono<br />

controllati. Lei non ha avuto paura<br />

di questo controllo?<br />

Assolutamente no. Un’azienda se vuole internazionalizzarsi<br />

deve essere trasparente e, in<br />

tal senso, avere Friulia al proprio interno <strong>è</strong> un<br />

aiuto a crescere, non una limitazione.<br />

Avete mai pensato allo sbarco in Borsa?<br />

Al momento non rientra fra i mie progetti.<br />

Sono, infatti, impegnato a completare la<br />

fase di internazionalizzazione e non vedo<br />

l’entrare in borsa come un’esigenza primaria<br />

dell’azienda.<br />

Vent’anni fa immaginava che sarebbe<br />

arrivato ai livelli attuali?<br />

Assolutamente no!<br />

Dove vuole arrivare nei prossimi<br />

vent’anni?<br />

E’ una domanda alla quale, sinceramente,<br />

economia<br />

intervista<br />

non riesco a rispondere. Credo, infatti, per un<br />

imprenditore sia fondamentale crearsi nuovi<br />

stimoli, nuovi obiettivi, via via che si raggiungono<br />

dati traguardi. Oggi sto portando a<br />

termine il progetto India e pensando all’avvio<br />

della presenza in Brasile, per arrivare a concludere<br />

il progetto che punta a dare al nostro<br />

gruppo una copertura globale, una presenza<br />

nei principali Paesi emergenti del mondo.<br />

Quando avremo terminato questa fase di<br />

internazionalizzazione, potrò pensare a nuovi<br />

obiettivi e progetti. Il mio obiettivo finale <strong>è</strong><br />

comunque, quello di riuscire a costruire una<br />

struttura manageriale capace di camminare<br />

con le proprie gambe.<br />

Non pensa, dunque, alla classica impresa<br />

familiare che passa di padre in<br />

figlio?<br />

Ho due figli e, come tutti i genitori, spero che<br />

i figli seguano le orme del padre, però calandosi<br />

in una realtà manageriale, non in una<br />

struttura padronale. Non voglio, insomma,<br />

che vengano qui a fare i “figli di papà”, perché<br />

penso che i posti in un’azienda debbano<br />

essere ricoperti da chi <strong>è</strong> capace di creare un<br />

futuro all’azienda, non da chi <strong>è</strong> vicino alla<br />

proprietà. Vale, comunque, anche per i miei<br />

figli la mia convinzione che ciascuno debba<br />

seguire le proprie propensioni, quindi, saranno<br />

loro a decidere cosa vorranno fare al<br />

termine degli studi.<br />

Che consigli darebbe a un giovane che<br />

leggendo quest’intervista volesse provare<br />

a imitarla?<br />

Dare consigli <strong>è</strong> sempre difficile perché ognuno<br />

deve fare i conti con sé stesso. Gli direi,<br />

comunque, di cercare di diventare una persona<br />

capace di rispettare il prossimo, di essere<br />

corretta e modesta, di mantenere sempre i<br />

piedi per terra e di imparare a mettersi in discussione<br />

tutti i giorni, essendo pronto a fare<br />

molti sacrifici.<br />

ottobre10 11


economia<br />

Focus - Fisco<br />

<strong>iL</strong> caso<br />

roBerto LuneLLi: la pretesa indeducibilità<br />

dei compensi degli amministratori<br />

Roberto Lunelli<br />

Premessa<br />

Con Ordinanza n. 18702/10, depositata il<br />

13 agosto u.s., la Corte di Cassazione ha<br />

affermato la indeducibilità nella determinazione<br />

del reddito imponibile delle Società di<br />

capitali, dei compensi degli amministratori<br />

(sia nel caso di amministratore unico che di<br />

Consiglio di amministrazione).<br />

In accoglimento di un ricorso dell’Agenzia<br />

delle Entrate dichiarato “manifestamente<br />

fondato” – e con decisione assunta in camera<br />

di consiglio (ritenendo superflua la<br />

discussione, che pure era stata richiesta) – <strong>è</strong><br />

stata così superata la questione (che si stava<br />

discutendo) sulla individuazione del periodo<br />

d’imposta in cui il relativo costo avrebbe<br />

dovuto (e potuto) essere dedotto (fiscalmente).<br />

E’ vero che per interpretare correttamente<br />

il contenuto di una Sentenza si dovrebbe<br />

conoscere il contesto “in fatto” e “in diritto”:<br />

a partire, nel caso di giudizio di terzo grado,<br />

dall’avviso di accertamento (quando non<br />

anche dal processo verbale di constatazione),<br />

per passare agli atti processuali (ricorso,<br />

memorie, Sentenza di 1° grado, appello,<br />

Sentenza di 2° grado, ecc.); ma il contenuto<br />

dell’Ordinanza <strong>è</strong> talmente perentorio e clamoroso<br />

da consentire una critica (garbata<br />

ma rigorosa) anche senza conoscere il “fascicolo”.<br />

12 ottobre10<br />

il contesto giuridico e il<br />

contenuto della ordinanza<br />

Premesso che le norme di riferimento erano<br />

quelle del “vecchio” Testo Unico delle Imposte<br />

sui Redditi (cio<strong>è</strong> quello vigente prima<br />

delle modifiche recate dal D.Lgs. 12 dicembre<br />

2003, n. 344) – quando la disciplina sul<br />

“reddito d’impresa” era contenuta nel titolo<br />

i - irPeF e non già del titolo ii - ires,<br />

come avviene a partire dal 2004 – va, prima<br />

di tutto, ricordato che il reddito imponibile<br />

(d’impresa) “deriva” dal risultato economico<br />

d’esercizio; e che le disposizioni recate<br />

dal T.U.II.RR. hanno la (sola) funzione di derogare<br />

(e talora di precisare) la valenza tributaria<br />

dei “componenti” (positivi e negativi)<br />

di reddito che trovano riscontro nelle “voci”<br />

del Conto economico (civilistico); in assenza<br />

di disposizioni specifiche nel T.U., valgono le<br />

“regole” del codice civile, integrato (in materia)<br />

dai principi contabili (nazionali e, talora,<br />

internazionali).<br />

Ne deriva che<br />

=la deducibilità (del costo) dei compensi<br />

agli amministratori, quale che sia il tipo di<br />

Società, dipende non da norme tributarie,<br />

ma dalle (preordinate) regole civilistiche e<br />

contabili;<br />

e, dato che - per le prestazioni di “gestione”<br />

che gli amministratori rendono alla Società -<br />

le stesse debbono imputare il relativo costo<br />

fra i componenti (negativi) di reddito del<br />

Conto economico;<br />

= tale deducibilità non dovrebbe essere<br />

messa in discussione: se non, per l’appunto,<br />

per ragioni di “imputazione a periodo” o –<br />

con molte cautele – di congruità nella misura<br />

del compenso che non fossero giustificate<br />

in rapporto alle prestazioni rese, al risultato<br />

economico conseguito e alla dimensione<br />

della Società.<br />

In effetti, le disposizioni tributarie in materia<br />

danno per “scontata” la deducibilità, limitandosi<br />

a sostituire al (generale) principio “di<br />

competenza” (che domina il reddito d’impresa)<br />

quello “di cassa”: per far corrispondere<br />

il periodo di deduzione (da parte della<br />

Società) con quello di dichiarazione (da<br />

parte del percipiente) del compenso; e, del<br />

resto, sarebbe assurdo stabilire “quando”<br />

quel costo va dedotto, se quel costo non<br />

fosse deducibile …<br />

Altro – e totalmente diverso – <strong>è</strong> il discorso<br />

che riguarda le imprese individuali, la<br />

cui disciplina viene evocata dalla Corte di<br />

Cassazione per giustificare la conclusione<br />

cui <strong>è</strong> pervenuta, dopo averne parificato la<br />

posizione con gli amministratori (delle Società<br />

di capitali): “non essendo individuabile<br />

(in capo agli stessi) in relazione alla (loro)<br />

attività gestoria, la formazione di una volontà<br />

imprenditoriale distinta da quella della<br />

società (…)”.<br />

Questa equiparazione <strong>è</strong> inaccettabile: non<br />

solo per la diversa regolamentazione di diritto<br />

positivo, ma anche perché il “compenso”<br />

per il lavoro prestato dall’imprenditore individuale<br />

<strong>è</strong> un “costo figurativo” (e non un<br />

“costo reale”): non avviene alcun trasferimento<br />

di prestazioni/denaro da un soggetto<br />

ad un altro, esaurendosi il tutto nell’ambito<br />

della (stessa) persona fisica; a differenza di<br />

quanto accade nelle Società, in cui si realizza<br />

un rapporto “bilaterale” fra un soggetto<br />

(persona fisica) e un altro (Società), sia che<br />

quest’ultimo sia dotato di (semplice) autonomia<br />

patrimoniale (Società di persone), sia,<br />

a maggiore ragione, che esso sia dotato di<br />

personalità giuridica (Società di capitali).<br />

L’equiparazione, dunque, non regge; e non<br />

può certo essere “inventato” un principio<br />

che neghi la deducibilità (fiscale) di costi<br />

effettivi - sostenuti dalle Società in adempimento<br />

e nel rispetto degli obblighi civilistici<br />

e statutari - debitamente deliberati e<br />

previamente imputati al Conto economico<br />

(del Bilancio d’esercizio), che costituisce “la<br />

base” della dichiarazione dei redditi.<br />

La disciplina tributaria dell’argomento si rinviene<br />

(o, meglio, si rinveniva)<br />

=per le società di persone, nel 3°<br />

comma dell’art. 62 dell’originario D.P.R.<br />

917/1986 per effetto del quale i compensi<br />

spettanti agli amministratori delle società in<br />

nome collettivo e in accomandita semplice<br />

sono deducibili nell’esercizio in cui sono<br />

corrisposti; e<br />

=per le società di capitali, nel successivo<br />

art. 95 (dello stesso D.P.R.), dato che il<br />

loro reddito doveva essere determinato<br />

secondo le disposizioni degli articoli da 52<br />

a 77 (e, quindi, anche dell’art. 62): per ciò<br />

stesso equiparando – in materia – la disciplina<br />

del reddito (d’impresa) delle Società<br />

di persone e di capitali (richiamo, quello<br />

dell’art. 95, stranamente ignorato dalla Ordinanza).<br />

Non <strong>è</strong> affatto pertinente – e, pertanto, <strong>è</strong><br />

irrilevante, ai fini che ci occupano – il 2°<br />

comma (del citato art. 62), per effetto del


quale non sono ammesse deduzioni a titolo<br />

di compenso del lavoro prestato o dell’opera<br />

svolta dall’imprenditore (e da altri familiari<br />

esplicitamente citati, a favore dei quali viene<br />

precisato che i compensi non ammessi<br />

in deduzione non concorrono a formare il<br />

reddito imponibile dei percipienti), per cui la<br />

pretesa equiparazione fra imprenditore e Società<br />

(solo di capitali!) in relazione al “potere<br />

volitivo” espresso dall’impresa non regge.<br />

conclusione<br />

A parte le discutibili premesse di ordine procedimentale,<br />

manca – nel Provvedimento in<br />

esame – quella (necessaria) “base economica”<br />

che consente un corretto “discorso<br />

giuridico” in materia di reddito d’impresa.<br />

L’Ordinanza 18702/10 omette di considerare<br />

a) che, nelle Società di qualunque tipo, il<br />

compenso agli amministratori <strong>è</strong> un dirittodovere<br />

che riguarda il Bilancio d’esercizio:<br />

in adempimento di obblighi di diritto sostanziale<br />

e non di diritto tributario: il Legislatore<br />

fiscale prende atto – come avviene di regola<br />

– della disciplina civilistico-contabile e si<br />

preoccupa solo di evitare che alla deduzione<br />

del compenso da parte della Società non<br />

corrisponda, nello stesso periodo d’imposta,<br />

la dichiarazione del compenso (= reddito)<br />

percepito dall’amministratore (di qui la<br />

disposizione fiscale della deducibilità “per<br />

cassa”);<br />

b) che la deducibilità del compenso agli<br />

amministratori risulta implicita (ed <strong>è</strong> presupposta)<br />

dalla regolamentazione solo tem-<br />

porale che ne fa l’art. 62 del V.T.U.; il quale<br />

(Titolo I) riguarda (direttamente) le Società<br />

di persone, ma <strong>è</strong> richiamato, per le Società<br />

di capitali, dall’art. 95 dello stesso Testo<br />

Unico. A partire dal 2004 (a seguito del<br />

D.Lgs. 344/2003), la regolamentazione della<br />

materia <strong>è</strong> cambiata, nel senso che il reddito<br />

d’impresa <strong>è</strong> disciplinato, ora, nel Titolo II<br />

(IRES, che riguarda le Società di capitali), ma<br />

a valere (ex art. 56) – se non diversamente<br />

disposto – anche per i soggetti IRPEF disciplinati<br />

nel Titolo I (imprenditori individuali<br />

e Società di persone); nella sostanza, però,<br />

nulla <strong>è</strong> cambiato, in quanto viene conservato<br />

– in entrambi i Titoli – il principio (stabile<br />

e risalente) di “dipendenza” del reddito (imponibile)<br />

d’impresa dal risultato economico<br />

d’esercizio.<br />

L’imprenditore individuale – indebitamente<br />

evocato – non c’entra, in questo contesto:<br />

il suo compenso (“figurativo”) non affluisce<br />

ad un altro soggetto, per cui il Legislatore ha<br />

considerato (giustamente) indeducibile quel<br />

“costo puramente teorico”; e quando ha<br />

voluto dichiarare “indeducibile” il compenso<br />

lavorativo di altre persone (legate all’imprenditore)<br />

non ha mancato di precisare<br />

(simmetricamente) che quei compensi non<br />

concorrono a formare il reddito imponibile<br />

dei percipienti... per cui, se fosse vero quello<br />

che si legge nell’Ordinanza in commento, la<br />

Società non potrebbe dedurre il costo per<br />

il compenso agli amministratori, ma questi<br />

non dovrebbero dichiararlo; e, se viene<br />

“ripreso a tassazione” a carico della prima,<br />

va riconosciuta la non imponibilità in capo<br />

“Non si riesce a capire per quale motivo i<br />

compensi dei componenti del consiglio di<br />

amministrazione non debbano essere deducibili.<br />

E’ una cosa senza senso”. E’ netto<br />

il commento di Alberto Toffolutti, presidente<br />

del Comitato per la Piccola Impresa di <strong>Confindustria</strong><br />

<strong>Udine</strong>, sulla recente ordinanza<br />

18702/10 della Corte di Cassazione che ha<br />

dichiarato la indeducibilità, nella determinazione<br />

del reddito imponibile delle società di<br />

capitali, dei compensi degli amministratori.<br />

“In questo modo – prosegue Toffolutti – si<br />

continua ad allontanare il bilancio civilistico<br />

dalla dichiarazione fiscale che va presentata<br />

all’Agenzia delle Entrate. Si creano due tipi di<br />

bilancio che danno vita a un sistema caotico,<br />

aumentando il lavoro e i costi dei consulenti<br />

fiscali. Rendere indeducibili i compensi degli<br />

amministratori fa aumentare il carico fiscale<br />

che, con le aliquote esistenti in Italia, finirà<br />

per mettere in crisi le aziende. Spero, come<br />

sostiene il dottor Lunelli, che si tratti di un<br />

incidente di percorso perché altrimenti agli<br />

ai percipienti … con tutto quel che ne deriverebbe,<br />

anche in termini di accertamento<br />

sintetico ex art. 38/600, ma soprattutto di<br />

rispetto del principio di capacità contributiva.<br />

La pronuncia della Corte di Cassazione costituisce<br />

– io credo – nient’altro che un “incidente<br />

di percorso” che rimarrà “isolato”,<br />

non essendo pensabile che possa avere un<br />

seguito: né legislativo, perché le norme,<br />

in questo caso, sono chiare (si tratta solo di<br />

applicarle); né giurisdizionale, se non per<br />

negarne la rilevanza alla prossima occasione<br />

in cui la Cassazione avrà modo di esprimersi<br />

sull’argomento; né amministrativo, dato<br />

che non <strong>è</strong> ragionevole pensare a un “diverso<br />

orientamento” – rispetto a quello consolidato<br />

nel tempo – della Agenzia delle Entrate<br />

sulla base di una (singola) decisione (quella,<br />

richiamata, del 2006, <strong>è</strong> un “fuor d’opera”);<br />

la quale, forse, meriterebbe di essere oggetto<br />

di una (non necessaria, ma gradita) attenzione<br />

– da parte dell’Agenzia – per mettere<br />

fine alle (a mio parere, ingiustificate) preoccupazioni<br />

dei molti operatori economici che<br />

operano – a vario titolo – nelle Società di<br />

capitali: in applicazione dei principi di “informazione”<br />

e di “collaborazione” voluti dallo<br />

Statuto dei diritti del contribuente di cui alla<br />

L. 212/2000 (che ha appena compiuto dieci<br />

anni).<br />

Roberto Lunelli,<br />

dottore commercialista, Presidente regionale<br />

e Vicepresidente Nazionale A.N.T.I.<br />

Associazione Nazionale Tributaristi Italiani<br />

toFFoLutti: “decisione senza senso”<br />

Alberto Toffolutti<br />

economia<br />

imprenditori non rimarrà che la scelta di farsi<br />

assumere, come già <strong>è</strong> successo in passato,<br />

come dirigenti dalle aziende che possiedono,<br />

ma dal punto di vista organizzativo interno<br />

e di deleghe operative (quindi responsabilità)<br />

si creerebbe una contraddizione<br />

difficile da risolvere. Inoltre, anche così, nelle<br />

imprese dove ci sono membri esterni nel<br />

cda, non si risolverebbe il problema. Forse<br />

l’intento dell’ordinanza era quello di colpire<br />

gli eccessi nei compensi pagati proprio agli<br />

amministratori esterni, ma – conclude –<br />

così si <strong>è</strong> solo creata una gran confusione.<br />

Le soluzioni sono molte e sono dettate da<br />

tutte le normative che il dottor Lunelli ha<br />

evidenziato. I consulenti aziendali, dottori<br />

commercialisti e fiscalisti si sono già messi<br />

nelle condizioni di consigliare le imprese nella<br />

costruzione di un equilibrio operativo che<br />

non va a creare disarmonie all’interno dei<br />

bilanci societari”.<br />

C.T.P.<br />

ottobre10 13


orizzonti<br />

Focus- Fisco<br />

gLi iMPrenditori:<br />

“La crescita va incentivata”<br />

“Servono – spiega Adriano Luci, presidente<br />

di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> – meccanismi di<br />

facile applicazione, come quello del credito<br />

d’imposta, che consentano alle aziende<br />

che investono di ottenere vantaggi fiscali.<br />

Bisogna, poi, ridurre le tasse sul lavoro in<br />

modo che i lavoratori possano contare su<br />

stipendi maggiori, così come sarebbe auspicabile<br />

l’introduzione del quoziente familiare<br />

per aiutare le famiglie più numerose<br />

tanto più in una fase di decrescita demografica<br />

come quella che il nostro Paese sta<br />

vivendo da anni. Certamente agevolare gli<br />

investimenti delle imprese <strong>è</strong> utile non solo<br />

alle aziende che se li possono permettere,<br />

ma anche all’economia in generale perché<br />

creano lavoro e, quindi, indirettamente<br />

anche nuovo gettito fiscale”.<br />

“Il Paese – afferma Giovanni Fantoni – ha<br />

sia il problema di stimolare i consumi,<br />

sia quello di aumentare la competitività<br />

e la patrimonializzazione delle imprese.<br />

La riduzione della tassazione <strong>è</strong>, quindi,<br />

auspicata tanto da chi <strong>è</strong> soggetto all’Irpef<br />

14 ottobre10<br />

Adriano Luci<br />

Giovanni Fantoni<br />

quanto dalle aziende. Evidentemente ciò<br />

richiede una non facile scelta politica. Da<br />

imprenditori siamo più portati a privilegiare<br />

la necessità delle imprese. Il problema<br />

vero <strong>è</strong>, però, comprendere se la politica fiscale<br />

del governo e soprattutto la garanzia<br />

di affidabilità del Paese che il governo e il<br />

ministro Tremonti sono riusciti a preservare<br />

in questi anni di crisi, siano compatibili<br />

con una manovra di riduzione fiscale. E’<br />

un fatto che può valutare solo chi ha sottomano<br />

i conti del Paese, ma non penso<br />

che da qui a uno o due anni ci possano<br />

essere le condizioni per operare in termini<br />

significativi sul fronte fiscale. Può, tuttavia,<br />

essere impostato un ragionamento di prospettiva<br />

che sarebbe, comunque, estremamente<br />

positivo perché creerebbe un clima<br />

di maggior fiducia sul futuro dell’economia<br />

italiana”.<br />

Chiara Valduga<br />

“L’utilizzo della leva fiscale per agevolare la<br />

ripresa – sostiene Chiara Valduga – <strong>è</strong> una<br />

necessità. Per quanto riguarda, poi, quali<br />

forme utilizzare, a mio avviso, bisognerebbe<br />

aiutare le aziende negli investimenti<br />

riproponendo forme come la Tremonti<br />

Ter perché le imprese non devono essere<br />

solo lasciate sopravvivere, ma aiutate a<br />

crescere. Sarebbe, poi, utile riproporre lo<br />

strumento del credito d’imposta per stimolare<br />

innovazione e ricerca che era uno<br />

strumento agile e snello molto gradito alle<br />

aziende, ma che successivamente <strong>è</strong> stato<br />

prima reso di difficile utilizzo e, poi, eliminato.<br />

Aprendo il discorso al sistema fiscale<br />

italiano, ritengo, inoltre, che sarebbe auspi-<br />

cabile riformare l’Irap che attualmente penalizza<br />

le aziende che impiegano personale<br />

e le aziende indebitate. Sappiamo che<br />

lo spazio di manovra <strong>è</strong> limitato, ma vanno<br />

privilegiate quelle azioni che possono dare<br />

un futuro alla produzione perché questa<br />

significa posti di lavoro e trascina l’intera<br />

economia del Paese”.<br />

Matteo Tonon<br />

“E’ fondamentale – chiarisce, infine,<br />

Matteo Tonon - pensare nell’immediato<br />

futuro all’utilizzo della leva fiscale. Non<br />

possiamo, infatti, dimenticare che la ricerca<br />

applicata nelle nostre aziende non<br />

trova più alcuna forma di gratificazione in<br />

termini fiscali, nonostante essa sia l’unica<br />

chiave che consente alle imprese di mantenersi<br />

competitive. Tutto ciò va inserito<br />

in un più complessivo meccanismo di<br />

riduzione fiscale che permetta alle aziende<br />

di recuperare competitività attraverso gli<br />

investimenti e alle famiglie di riguadagnare<br />

potere d’acquisto e capacità di consumo.<br />

Per quanto riguarda, infine, la Regione<br />

bisogna ripensare lo sconto Irap basandolo<br />

su parametri che siano più raggiungibili<br />

dalle imprese, visto che quelli originari<br />

erano stati pensati in un momento di sviluppo,<br />

mentre oggi bisognerebbe rendere<br />

disponibile lo sconto a quelle aziende che<br />

riescono a mantenere le proprie posizioni”.<br />

questo modo, a oggi, l’ente può contare<br />

su buone dotazioni di risorse professionali<br />

e strumentali che rappresentano la condizione<br />

iniziale necessaria per valutare ulteriori<br />

esigenze e formulare nuove proposte<br />

operative con particolare riferimento: alla<br />

fornitura dei servizi in rete/internet per<br />

l’accesso via web, oltre ad informazioni<br />

di tipo “testuale” (normativa tecnicourbanistica<br />

o modulistica d’insediamento),<br />

alle info del portale cartografico “Ziuweb”<br />

che consente, ad esempio, di visualizzare<br />

il Piano Urbanistico della ZIU (Piano Territoriale<br />

Infraregionale), la localizzazione in<br />

mappa delle aziende insediate, ecc.).<br />

C.T.P.


ottobre10 15


economia<br />

<strong>Confindustria</strong> Flash<br />

giovani talenti in mostra a Majano<br />

Il taglio del nastro all’interno di ExPro<br />

Majano (foto Gasperi)<br />

“E’ un contenitore di passione, energia ed<br />

idee che può diventare contaminante per<br />

la creazione di maggiori opportunità; <strong>è</strong> un<br />

mezzo di espressione della creatività degli<br />

studenti che incentiva tanto la cultura del<br />

sapere quanto quella del fare”.<br />

Così Rossana Girardi, delegata alla Cultura<br />

di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>, ha inaugurato a<br />

fine luglio la mostra – ospitata all’interno<br />

di ExPro, la vetrina delle attività produttive<br />

del Festival di Majano - interamente dedicata<br />

all’esposizione dei progetti realizzati<br />

dagli 80 studenti dell’Istituto d’Arte G.<br />

Sello di <strong>Udine</strong> e Ipsia Mattioni di San Giovanni<br />

al Natisone che hanno partecipato al<br />

Concorso per giovani talenti DAM, giunto<br />

alla 2° edizione.<br />

Incontro con il<br />

nuovo questore<br />

Tozzi<br />

La sicurezza <strong>è</strong> essenziale per lo svolgimento<br />

delle attività economiche. Ed <strong>è</strong> in questo senso<br />

importante la continuità della collaborazione da<br />

tempo e positivamente instaurata tra la Questura<br />

e <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>.<br />

Lo hanno sottolineato il nuovo Questore di <strong>Udine</strong>,<br />

Antonio Tozzi, ed il Presidente di <strong>Confindustria</strong><br />

<strong>Udine</strong> Adriano Luci nel corso di un incontro.<br />

Il Questore ha apprezzato lo spirito imprenditoriale<br />

e la laboriosità dei friulani che contribuiscono<br />

a rendere “tranquilla” dal punto di vista della<br />

sicurezza <strong>Udine</strong> e la sua provincia. L’attenzione<br />

va mantenuta alta comunque puntando in particolare<br />

sulla prevenzione, tenuto conto anche<br />

della prossimità con il confine. Il rapporto con le<br />

rappresentanze di categoria <strong>è</strong> un elemento rafforzativo<br />

dell’attività di prevenzione e controllo.<br />

Luci ha assicurato al riguardo piena disponibilità<br />

apprezzando lo sforzo delle forze di polizia per<br />

garantire la piena vivibilità del territorio.<br />

16 ottobre10<br />

All’inaugurazione sono<br />

intervenuti, tra gli altri, Roberto Molinaro,<br />

assessore regionale all’Istruzione, Cultura e<br />

Formazione; Claudio Zonta, sindaco di Majano;<br />

Daniele Stefanutti, presidente di Pro<br />

Majano; Matteo Tonon, vice-presidente di<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>; Egidio Babuin e Felice<br />

Pietro Fanizza, direttori della Rino Snaidero<br />

Scientific Foundation.<br />

DAM (Design Accessori Moda...e Mobile)<br />

<strong>è</strong> il primo concorso per giovani talenti<br />

promosso da <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> con l’obbiettivo<br />

di stimolare lo sviluppo della capacità<br />

creativa applicata al design e la ricerca<br />

di soluzioni innovative nella progettazione<br />

di un prodotto. L’iniziativa <strong>è</strong> patrocinata da<br />

MittelModa e dalla Delegazione FVG ADI<br />

Associazione Designer Industriali e supportata<br />

dalle aziende Trudi di Tarcento, Ferca<br />

81 (marchio milly) e Mabi International<br />

(marchio Andrea Mabiani) di San Daniele<br />

del Friuli, Effezeta di Premariacco, Frag di<br />

Pradamano, Gervasoni di Pavia di <strong>Udine</strong> e<br />

Tonon & C. di Manzano, con il contributo<br />

di Banca di Cividale.<br />

La collaborazione scuola/impresa <strong>è</strong> stata<br />

rafforzata attraverso la programmazione di<br />

momenti di interazione e confronto con<br />

Le priorità del<br />

Distretto della<br />

Sedia<br />

Adriano Luci e Silvano Zamò<br />

Il Distretto della Sedia ha vissuto negli<br />

ultimi dieci anni una profonda ristrutturazione<br />

che ne ha modificato le caratteristiche<br />

operative: attenzione al mercato,<br />

centralità del prodotto, sviluppo della rete<br />

distributiva, qualità e design rappresentano<br />

gli aspetti salienti del cambiamento<br />

strutturale. Questi fattori vanno sviluppati<br />

attraverso i processi di aggregazione per<br />

superare il vincolo dimensionale e la pro-<br />

i titolari ed i collaboratori delle aziende<br />

partner e con la Fondazione Scientifica<br />

Rino Snaidero.<br />

L’assessore regionale Molinaro ha avuto<br />

parole di plauso per l’iniziativa di <strong>Confindustria</strong><br />

<strong>Udine</strong>: “Abbiamo sempre più bisogno<br />

– ha dichiarato – di creare connessioni<br />

stabili tra mondo del lavoro e mondo della<br />

scuola”. Nel mese di ottobre, a Palazzo<br />

Torriani, avranno luogo la consegna dei attestati<br />

di partecipazione a tutti gli studenti<br />

che si sono confrontati con questa sfida<br />

e la premiazione del vincitore di ciascuna<br />

delle quattro categorie in concorso: scarpe<br />

modello “ballerina”, cinture e fibbie, giocattoli<br />

cavalcabili (ride on) e sedie o sgabelli.<br />

I vincitori sono stati decretati da una giuria<br />

qualificata composta dai designer professionisti<br />

Anna Lombardi, Giovanni Cortinovis,<br />

Fabio Di Bartolomei, Renato Mosanghini<br />

e Alberto Pratelli (in rappresentanza<br />

dell’ADI), dagli imprenditori Mario Biasutti,<br />

Paola Candusso e Isidoro Tosoni e dalla<br />

rappresentante di MittelModa Veronica<br />

Dall’Osso.<br />

Barbara Franceschelli<br />

Area organizzazione Marketing Sviluppo<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />

mozione della qualità puntando sull’utilizzo<br />

dei sistemi di certificazione.<br />

Su questi indirizzi hanno convenuto il presidente<br />

della Banca di credito cooperativo<br />

di Manzano, Silvano Zamò, ed il presidente<br />

di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>, Adriano Luci,<br />

che hanno approfondito assieme le strategie<br />

per il potenziamento del distretto.<br />

Silvano Zamò, in particolare, ha voluto<br />

ricordare l’impegno della Banca di Manzano<br />

per il distretto e le iniziative che intende<br />

realizzare in sintonia con la programmazione<br />

dell’ASDI e con la collaborazione,<br />

per gli aspetti tecnici, del CATAS: anche<br />

attraverso specifici interventi finanziari<br />

l’obiettivo della Banca <strong>è</strong> rivolto a sostenere<br />

le operazioni di integrazione tra le imprese<br />

del distretto sino alle vere e proprie<br />

aggregazioni ed a promuovere le forme<br />

di certificazione, da quelle per la qualità a<br />

quelle ambientali.<br />

Zamò e Luci hanno poi convenuto sulla<br />

necessità di collegamenti veloci, sicuri e<br />

meno impattanti dal punto di vista ambientale.<br />

Per questo non <strong>è</strong> rinviabile la<br />

realizzazione del collegamento Manzano-<br />

Palmanova”.


service vice<br />

ARR La Qualità Elevata<br />

carrelli elevatori<br />

ottobre10 17


catas: presto<br />

un nuovo<br />

laboratorio<br />

di ricerca in<br />

camerun<br />

Roberto Snaidero, presidente del Catas<br />

Catas, il più grande istituto italiano<br />

di ricerca e prove nel settore legnoarredo<br />

di San Giovanni al Natisone,<br />

ha siglato un protocollo d’intesa con il<br />

Ministero delle Foreste del Camerun<br />

per realizzare un laboratorio di test e<br />

un centro di formazione per insegnare<br />

in loco come utilizzare al meglio la<br />

materia prima. Forte del suo know-how<br />

nel settore, l’istituto friulano <strong>è</strong> stato<br />

contattato direttamente dalle istituzioni<br />

del Paese africano per collaborare ad<br />

un progetto che possa diffondere<br />

una maggiore cultura nel settore della<br />

forestazione, favorendo la tutela e la<br />

gestione sostenibile. Dapprima a marzo<br />

una delegazione italiana ha incontrato<br />

il ministro delle Foreste e della Fauna,<br />

il ministro del Commercio, delle<br />

Piccole Medie Imprese e il delegato<br />

del Primo Ministro. In seguito c’<strong>è</strong> stata<br />

la spedizione a Yaunde, capitale del<br />

Cameurun, che ha portato alla firma<br />

dell’accordo. “Si tratta di un progetto<br />

molto interessante e ambizioso – ha<br />

dichiarato Roberto Snaidero, presidente<br />

dell’istituto friulano – che ci consentirà<br />

di trasferire in Camerun il nostro<br />

bagaglio di esperienze e conoscenze<br />

in materia, contribuendo allo sviluppo<br />

di uno dei Paesi chiave della Comunità<br />

economica e monetaria dell’Africa<br />

centrale. Il nostro istituto fornirà tutti i<br />

macchinari e le attrezzature necessari<br />

per la ricerca e i test su materiali<br />

e prodotti – ha concluso Snaidero<br />

– e la sua expertise nel campo<br />

della formazione con l’obiettivo di<br />

diffondere Cos’hanno una in vera comune cultura un del ospedale, legno un isti-<br />

e tuto insegnando di vigilanza a utilizzare e un’azienda nel miglior di produzione<br />

modo a ciclo possibile continuo? la materia Lavorano prima. tutto A l’anno fine con<br />

settembre orario “no avremo stop”, hanno ulteriori un’organizzazione<br />

sviluppi”.<br />

18 ottobre10<br />

economia<br />

Aziende flash<br />

Framework. Geometrie lineari per<br />

la nuova collezione FANTONI<br />

Framework la nuova soluzione Fantoni per l’ufficio<br />

Forme geometriche e volumi lineari caratterizzano<br />

la nuova soluzione del gruppo Fantoni,<br />

adatta alla progettazione di spazi operativi per<br />

la sua funzionalità e modularità. L’ambiente<br />

lavorativo <strong>è</strong> diventato sempre più dinamico<br />

e perciò richiede arredi versatili che siano in<br />

linea con le tendenze estetiche dell’ufficio<br />

moderno. La proposta di Fantoni si chiama<br />

Framework. Il tavolo da lavoro dal piano sottile<br />

<strong>è</strong> l’elemento caratterizzante del progetto, grazie<br />

alla sua stabilità data dalla rotaia di suppor-<br />

“staFF PLanner”,<br />

il software<br />

“intelligente” per<br />

organizzare il lavoro<br />

Cos’hanno in comune un ospedale, un istituto<br />

di vigilanza e un’azienda di produzione<br />

a ciclo continuo? Lavorano tutto l’anno con<br />

orario “no stop”, hanno un’organizzazione<br />

complessa e devono garantire un servizio<br />

sempre efficiente. Staff Planner, il dispositivo<br />

nato nel centro di sviluppo software di Inaz<br />

srl, la più grande azienda italiana specializzata<br />

in soluzioni per la gestione delle risorse<br />

umane, pianifica turni e calendari di lavoro<br />

in funzione delle esigenze e delle priorità.<br />

Basta inserire i dati di partenza e il dispositivo<br />

confronta le migliori soluzioni possibili e<br />

restituisce la programmazione ottimale. Alla<br />

sua realizzazione ha collaborato Easy Staff<br />

srl, l’impresa insediata al Parco Scientifico e<br />

Tecnologico Luigi Danieli di <strong>Udine</strong> e specializzata<br />

nello sviluppo di tecniche algoritmiche<br />

innovative per l’ottimizzazione del personale.<br />

I ricercatori di Easy Staff hanno messo a punto<br />

l’algoritmo risolutivo alla base del sistema.<br />

“Il dispositivo – spiega Fabio De Cesco, ingegnere<br />

gestionale e socio fondatore di Easy<br />

Staff - funziona come un navigatore stradale<br />

che confronta i diversi percorsi disponibili e<br />

to in acciaio. E’ proposto in due versioni, con<br />

telaio a filo del piano oppure dotato di schermi<br />

laterali attrezzabili che rendono l’ambiente<br />

più completo. Con piani di lavoro da 140 fino<br />

a 360 cm, 5 colori e 3 diverse essenze, Framework<br />

<strong>è</strong> adatto alla realizzazione di postazioni<br />

di lavoro multiple. Cassettiere, pannelli divisori,<br />

contenitori, mobili a giorno e di servizio<br />

completano l’elemento scrivania per creare<br />

ambienti personalizzati, utilizzando al meglio<br />

gli spazi disponibili e conferendo all’open<br />

space caratteristiche di maggiore riservatezza.<br />

I contenitori, rifiniti anche sul retro da pannelli<br />

lisci o fonoassorbenti, possono essere utilizzati<br />

come elementi di arredo indipendenti.<br />

Oltre ad elementi quali lavagne magnetiche<br />

e cestello portacavi, una linea di accessori in<br />

plexiglas satinato arricchiscono la collezione<br />

per rendere la postazione di lavoro sempre<br />

più personalizzabile e maggiormente confortevole,<br />

grazie anche alla nuova linea di cuscini<br />

per cassettiere e gli allunghi.<br />

seleziona quello più conveniente sulla base<br />

di diversi parametri, variabili e imprevisti”.<br />

Anche Staff Planner <strong>è</strong> in grado di tener<br />

conto di vincoli che possono influenzare le<br />

scelte organizzative come i diversi carichi di<br />

lavoro legati alla variabilità temporale della<br />

domanda, i vincoli contrattuali e normativi<br />

o i costi del personale. “Sono fattori – spiega<br />

il project manager di Inaz Staff Planner<br />

Carlo Lissoni – che entrano in gioco nell’organizzazione<br />

del lavoro, si tratta infatti di<br />

combinare esigenze diverse in funzione dei<br />

risultati attesi”. “Oggi, nel settore pubblico<br />

come nel privato – aggiunge Piero Ricaldone<br />

direttore commerciale di Inaz – , convivono<br />

due esigenze: l’ottimizzazione delle risorse<br />

e l’estensione del servizio. Sono, poi, in crescita<br />

le esigenze di flessibilità, ottimizzazione<br />

e specializzazione. Gli strumenti disponibili<br />

sul mercato soffrivano in molti casi di una<br />

certa rigidità, mentre Staff Planner consente<br />

di effettuare un’accurata analisi iniziale<br />

dell’organizzazione e delle sue esigenze e di<br />

confrontare scenari diversi”.


ottobre10 19


economia<br />

Aziende flash<br />

Da LINEA FABBRICA<br />

sedute per la<br />

presidenza del<br />

Consiglio dei<br />

Ministri<br />

“Il Segretariato Generale ci ha contattato<br />

direttamente chiedendo quotazioni e specifiche<br />

di alcune sedute che avevano avuto<br />

modo di visionare sul nostro sito web. Noi<br />

abbiamo risposto alla loro richiesta di informazioni,<br />

ma credevamo che la cosa finisse<br />

lì e, invece, la fornitura a Roma all’Ufficio<br />

di Presidenza del Consiglio dei Ministri <strong>è</strong><br />

diventata realtà”.<br />

La soddisfazione, mista a sorpresa, <strong>è</strong> di<br />

Massimiliano Zamò, contitolare, assieme<br />

al padre Lucio e a Laurino Zuccolo, della<br />

Linea Fabbrica srl di Manzano, azienda del<br />

Triangolo specializzata nella produzione e<br />

commercializzazione di sedie e poltrone<br />

per l’ufficio e il contract. “A essere prescelta<br />

– ha spiegato Massimiliano Zamò<br />

– <strong>è</strong> stata la nostra seduta Hi-Tech, nuovo<br />

modello direzionale caratterizzato dalle<br />

linee ergonomiche e dal massimo comfort<br />

grazie allo schienale in rete e alle evolute<br />

meccaniche sincronizzate”.<br />

Fondata nel 1978, Linea Fabbrica oggi occupa<br />

a Manzano 30 dipendenti per un fatturato<br />

che nel 2009 si <strong>è</strong> attestato intorno<br />

ai 15milioni di euro che arrivano a 18milioni<br />

di euro comprendendo la controllata<br />

francese Linea France-Polmarg.<br />

“Siamo i secondi produttori in Italia per<br />

il settore ufficio professionale – ha ricor-<br />

i vincitori<br />

del concorso<br />

“dalla scuola<br />

dell’energia<br />

all’energia per<br />

le scuole”<br />

Sono la scuola primaria di Bordano (sezione<br />

junior) e l’Isis “Fermo Solari” di<br />

Tolmezzo (sezione senior) i vincitori della<br />

prima edizione del concorso “Dalla scuola<br />

dell’energia all’energia per le scuole”. Entrambe<br />

le scuole vincitrici avevano presentato<br />

un progetto di un forno solare. Il concorso,<br />

indetto dalla “Scuola dell’Energia sul<br />

20 ottobre10<br />

La seduta Hi-Tech di Linea Fabbrica<br />

dato il presidente Lucio Zamò – e disponiamo<br />

in Italia di quattro strutture per una<br />

produzione annua di 400mila sedute con<br />

molte proposte diverse che esponiamo<br />

nei due show-room di 800 metri quadri<br />

all’interno del nuovo stabilimento di 9mila<br />

metri quadri che abbiamo inaugurato a<br />

Manzano nel 2007”.<br />

Anche se nel caso della Presidenza del<br />

Consiglio dei Ministri il sito web ha funzionato<br />

davvero bene, Zamò padre e figlio<br />

sono convinti che alla base del successo<br />

occorra comunque un preciso cambio<br />

di mentalità, ovvero a un ritorno dell’imprenditore<br />

con la valigia sempre in mano:<br />

“Internet e le e-mail vanno bene – hanno<br />

spiegato -, ma l’imprenditore per fare<br />

affari deve soprattutto viaggiare, cercando<br />

nuovi mercati e privilegiando il contatto<br />

umano”.<br />

Lago dei Tre Comuni”, metteva in palio un<br />

impianto fotovoltaico di minimo 3 Kw di<br />

potenza nominale che sarà installato nei<br />

plessi scolastici di Bordano e Tolmezzo.<br />

Alla competizione erano iscritte 12 scuole,<br />

oltre alle due vincitrici: l’istituto comprensivo<br />

di Palazzolo dello Stella, l’Isis “D’Aronco”<br />

di Gemona del Friuli, l’Iti “Malignani”<br />

di <strong>Udine</strong>, l’istituto d’istruzione superiore di<br />

Spilimbergo, l’istituto comprensivo “Giacich”<br />

di Monfalcone, l’istituto comprensivo<br />

“Carducci” di Lignano Sabbiadoro, l’istituto<br />

tecnico per geometri “Fabiani” di Trieste,<br />

la scuola primaria di Alesso e infine, la<br />

scuola primaria “4 Novembre” di <strong>Udine</strong>.<br />

“Siamo convinti – ha dichiarato il Sindaco<br />

di Bordano, Gianluigi Colomba – che la<br />

partecipazione al concorso sia stata un’occasione<br />

per tutti per vivere concretamente<br />

l’energia”.<br />

gazeL, un<br />

modo nuovo di<br />

concepire lo stile<br />

Gaz<strong>è</strong>l, il marchio<br />

friulano, nelle sue<br />

proposte vuole<br />

comunicare uno<br />

stile, non un<br />

canone rigido a<br />

cui sottostare;<br />

mescola temi e<br />

motivi. Non <strong>è</strong><br />

“moda”, ma sono<br />

spunti e idee per<br />

la donna contemporanea.<br />

Per Alessandra<br />

Verona , Gaz<strong>è</strong>l<br />

<strong>è</strong> un intero cor-<br />

Alessandra Verona, di Gaz<strong>è</strong>l<br />

redo di abiti e<br />

accessori, borse<br />

da giorno, cappelli, acconciature da sera, gioielli,<br />

sciarpine e scarpe, un mondo di moda pensato<br />

per una donna leggiadra e indipendente.<br />

Per realizzare il suo progetto Alessandra Verona<br />

ha raccolto sotto il marchio friulano nato nel<br />

2002, un team composto da Nicoletta Marcigotto,<br />

Valentina Gabaglio, Enrica Piccinini, Fabio<br />

Galante oltre agli stager annuali provenienti<br />

dalle migliori scuole di moda come Carlotta<br />

Gregoratti. Collaborano alla creazione dell’immagine<br />

Gaz<strong>è</strong>l anche le modelle, protagoniste<br />

di sfilate e dei cataloghi delle due collezioni<br />

annuali, il fotografo Michele Biasutti e il grafico<br />

Stefano Gazzola oltre all’ufficio stampa interno<br />

curato da Patrizia Novajra e a quello milanese<br />

di Pia Bianchi.<br />

In settembre Gaz<strong>è</strong>l era presente con la Collezione<br />

Primavera - Estate 2011 alla fiera parigina<br />

Premi<strong>è</strong>re Classe conseguendo un lusinghiero<br />

+60% sulle vendite e a Milano Prêt À Porter.<br />

Tanta passione, tanto impegno hanno trovato<br />

il loro giusto riconoscimento, e il marchio corre<br />

agile come una gazzella, mietendo successi sia<br />

in Italia che all’estero. Oggi, infatti, <strong>è</strong> venduto,<br />

tra gli altri, da Bstore a <strong>Udine</strong>, Trevisan e Cravatterie<br />

italiane a Milano, Human Woman a Tokyo,<br />

Victoire a St. Tropez, Boutique Nac a Madrid e<br />

da Vanity Shop ad Atene (www.gazel.it)


ottobre10 21


economia<br />

aziende<br />

Fc iMPianti tecnoLogici:<br />

diversificare per conquistare il mercato<br />

Una visione imprenditoriale moderna e flessibile: <strong>è</strong> questo il biglietto<br />

da visita della FC impianti tecnologici srl, nata nel 1996 sulla<br />

base di una grande esperienza tecnica nel settore impiantistico.<br />

L’ azienda <strong>è</strong> oggi organizzata in tre divisioni operative. Al core<br />

business, rappresentato dagli impianti tecnologici e le tecnologie<br />

innovative, si sono infatti aggiunte le divisioni “Casa” e “General<br />

Contractor”. Quest’ultima, in particolare, ha assunto proporzioni<br />

fondamentali per la FC, divenendo presto elemento caratteristico<br />

e di punta sia per la portata degli interventi che per l’alta qualità<br />

richiesta e prodotta. La specializzazione in opere medio-grandi,<br />

supportata da un’evoluzione dell’attestazione SOA sia nelle categorie<br />

che nelle classi di certificazione, ha portato l’FC a divenire<br />

uno dei punti di riferimento in questo settore. Il settore “General<br />

Contractor” rappresenta oggi circa il 60% del valore di produzione<br />

FC, attestando il fatturato del 2009 ad oltre 9 milioni di euro.<br />

La divisione “Casa”, infine, ha rilanciato un nuovo modo di intendere<br />

le realizzazioni immobiliari residenziali, proponendo un<br />

approccio quasi sartoriale alla progettazione ed alla realizzazione<br />

delle unità, tutte ville indipendenti di alta qualità, pensate per la<br />

famiglia moderna e certificate alle più alte classi energetiche.<br />

“L’attenzione – spiega Lorenzo Franceschinis, titolare della FC -<br />

che da sempre l’azienda dedica al benessere, al comfort ed alla<br />

massima convenienza possibile per i propri clienti, nel 2010 ha<br />

condotto la FC ad integrare la propria preparazione e competenza,<br />

sia in ambito civile che industriale, con lo sviluppo di una divisione<br />

operativa votata al presidio delle tecnologie applicate all’utilizzo<br />

integrato delle risorse rinnovabili (solare, fotovoltaico, cogenerazione,<br />

rigenerazione, geotermia, etc.), divisione che ha offerto indicazioni<br />

importanti già nei soli primi trimestri di operatività”.<br />

L’ FC impiega oggi una sessantina di dipendenti, <strong>è</strong> localizzata a<br />

San Giorgio di Nogaro su di un’area di oltre 4’000 mq e oltre<br />

300 mq di uffici e laboratori tecnici; vanta inoltre un parco mezzi<br />

composto da una decina di mezzi stradali, mezzi d’opera, terne ed<br />

attrezzature per lavori in quota oltre i 25 metri. Oltre 5’000 mq di<br />

ponteggi certificati completano il quadro delle attrezzature e degli<br />

strumenti, che rendono di fatto possibili lavori di diversa portata e<br />

complessità.<br />

Il mercato di riferimento su cui opera la FC, e verso il quale <strong>è</strong> pia-<br />

22 ottobre10<br />

Lorenzo Franceschinis e Desia Corso<br />

nificato lo sviluppo sul breve – medio periodo, <strong>è</strong> anzitutto identificabile<br />

dal punto di vista geografico nel territorio regionale del Friuli<br />

Venezia Giulia e del Veneto.<br />

In particolare, attualmente il settore “General Contractor” vede<br />

uno sviluppo costante in entrambe le aree regionali, mentre i<br />

settori degli impianti tecnologici ed immobiliare conseguono la<br />

maggior parte dei propri risultati in ambito friulano: obiettivo <strong>è</strong><br />

il rafforzamento di tali posizioni ed un’omogenea ripartizione dei<br />

fatturati nelle diverse aree.<br />

Il mercato del General Contractor, in questo momento si caratterizza<br />

di due elementi fondamentali: l’elevazione dei limiti per<br />

l’indizione di procedure negoziate ad invito -in termini di importi<br />

e numero di inviti possibili- per le Amministrazioni Comunali e la<br />

necessità dei Comuni stessi di rispettare il patto di stabilità.<br />

Secondo Franceschinis “Questi due elementi combinati permettono<br />

alla FC di presidiare il mercato su due livelli: attraverso un’intensa<br />

attività di relazioni istituzionali e costante informazione per il<br />

presidio degli inviti alle procedure ed attraverso l’offerta integrata<br />

di soluzioni tecniche ed economico–finanziarie, grazie a prestigiose<br />

partnership in ambito finanziario e di leasing pubblico, al fine<br />

di agevolare le Amministrazioni stesse nella redazione dei bandi e<br />

nell’allocazione delle risorse”.<br />

Per quanto riguarda il settore delle tecnologie innovative e degli<br />

impianti tecnologici, il mercato attuale impone una riflessione: le<br />

aree industriali del territorio ed in particolare della Bassa Friulana<br />

comportano la richiesta di interventi ad alta specializzazione e di<br />

dimensioni importanti, da svolgere secondo la formula “chiavi in<br />

mano” e con un necessario contenimento di tempi e costi. Dal<br />

punto di vista organizzativo, quindi, la struttura FC <strong>è</strong> idonea a<br />

supportare tale domanda in quanto l’ufficio tecnico, la gestione<br />

dei materiali e la manodopera interna sono garanzia di presidio<br />

costante delle opere, mentre la predisposizione ed i collaudati<br />

contratti e relazioni dell’azienda permettono di operare con importanti<br />

e sicure collaborazioni, che diventano elemento strategico di<br />

sviluppo.<br />

Per quanto concerne la divisione immobiliare la FC si <strong>è</strong> specializzata<br />

nella realizzazione di unità abitative unifamiliari indipendenti<br />

ad alta efficienza energetica, vere e proprie villette singole, organizzate<br />

in piccoli borghi riservati e protetti: questa scelta fa da battistrada<br />

per lo sviluppo di una vera e propria divisione real estate,<br />

organizzata ed operativa in pieno “stile FC”.<br />

“Rispetto alle fonti di finanziamento – argomenta Franceschinis<br />

- l’ FC ricorre abitualmente a capitale di prestito presso gli istituti<br />

di credito del territorio nazionale, dimostrando anche in questo<br />

modo che la serietà, la precisione e lo sviluppo di relazione sul<br />

lungo termine garantiscono la fiducia ed il pieno supporto dagli<br />

steakeholders e dagli attori del mercato”.<br />

La costanza e la solidità delle informazioni desumibili dai bilanci<br />

aziendali e dalla comunicazione economico-finanziaria qualificano<br />

la FC quale soggetto a basso rischio sia alla luce dei principali parametri<br />

di rating che in virtù di indicatori oggettivi e soggettivi desumibili<br />

dall’esperienza e dalla conoscenza quotidiana delle opere<br />

e delle persone che costituiscono l’FC.<br />

M. D. L.


ottobre10 23


economia<br />

aziende<br />

Saper superare le difficoltà, adattandosi<br />

ai cambiamenti e, se serve, ripensare<br />

completamente la propria attività, pur<br />

di portare avanti l’azienda nel miglior<br />

modo possibile. E’ una caratteristica di<br />

tutti i bravi imprenditori ed <strong>è</strong> quello che<br />

stanno dimostrando di saper fare con<br />

passione, tenacia e abnegazione i fratelli<br />

Alvio e Giovanni De Simon. Eredi della<br />

storica azienda osovana di produzione di<br />

autobus e pullman, i due fratelli hanno<br />

portato avanti l’attività originaria fino a<br />

quando le condizioni del mercato lo hanno<br />

consentito. Negli ultimi esercizi, però, la<br />

crescente concorrenza dei grandi gruppi<br />

che hanno delocalizzato gli stabilimenti<br />

produttivi in Paesi a basso costo della<br />

24 ottobre10<br />

Alvio De Simon<br />

Foto di gruppo in occasione dell’ultimo bus MM10 costruito da De Simon<br />

de siMon grouP<br />

e’ iniziata la rinascita<br />

manodopera, unitamente alla crisi del<br />

mercato italiano degli autobus, aveva<br />

progressivamente spinto fuori mercato<br />

l’azienda friulana. Per questo motivo la<br />

famiglia De Simon, nel 2007, aveva dovuto<br />

prendere la dolorosa decisione di cessare<br />

l’attività di produzione di autobus portata<br />

avanti per oltre ottanta anni, mettendo in<br />

liquidazione l’impresa. Allo stesso tempo<br />

tuttavia <strong>è</strong> stata costituita la nuova società<br />

De Simon Group presieduta da Alvio De<br />

Simon (con il 70% del capitale in mano<br />

alla famiglia e il 30% alla Friulia) che<br />

si occupa di produzione e commercio<br />

di ricambi (originali ed equivalenti)<br />

di autobus, nonché riparazione,<br />

manutenzione e trasformazione di<br />

carrozzerie per autobus, in collaborazione<br />

con la controllata Nordplastic srl, guidata<br />

da Giovanni De Simon.<br />

La nuova attività, che ha consentito di<br />

riassumere una parte degli ex dipendenti,<br />

sta andando decisamente bene e ha<br />

procurato un fatturato nei primi tre esercizi<br />

di circa 2,5 milioni di euro annui.<br />

“Nel 2009 – spiega Alvio De Simon –<br />

siamo anche diventati distributori ufficiali<br />

dei ricambi Diesel Technic grazie ai<br />

quali possiamo soddisfare con prodotti<br />

di ottima qualità tutte le necessità dei<br />

nostri clienti a un prezzo conveniente<br />

rispetto a quello dei ricambi originali o<br />

di primo impianto dei costruttori. Con<br />

la stessa azienda tedesca stiamo, poi,<br />

Il bus MM10<br />

analizzando il mercato per valutare<br />

l’eventuale introduzione dei ricambi DT nel<br />

settore degli autocarri al fine di acquisire<br />

nuova clientela. Recentemente abbiamo,<br />

inoltre, ottenuto, unici in Italia, tutte le<br />

autorizzazioni per l’attività di demolizione<br />

di autobus, mediante smontaggio, riciclo<br />

e smaltimento delle parti meccaniche e di<br />

carrozzeria, che avvieremo dal prossimo<br />

anno costituendo una nuova società ad<br />

hoc”. In questo modo De Simon Group<br />

conta di poter ampliare significativamente<br />

il proprio fatturato e di garantire, a regime,<br />

il raggiungimento di circa quaranta posti<br />

di lavoro. L’azienda si occupa anche di<br />

locare gli stabilimenti industriali della<br />

società in liquidazione e della cessione dei<br />

progetti e delle tecnologie di produzione<br />

delle modernissime carrozzerie degli<br />

autobus interurbani modello “Millemiglia”,<br />

ossia dell’ultimo modello progettato e<br />

prodotto dalla De Simon attualmente<br />

in liquidazione. Infine, l’azienda si sta<br />

occupando della svendita al dettaglio<br />

di macchinari, materiale, attrezzature di<br />

magazzino e di produzione.<br />

In sostanza, quindi, la famiglia De Simon,<br />

senza abbandonare il settore autobus<br />

cui <strong>è</strong> legata da tre generazioni, si <strong>è</strong> data<br />

nuovi obiettivi per avviare e far crescere<br />

un’attività sulla quale potrà riversare<br />

la grande esperienza e le conoscenze<br />

accumulate in tanti anni producendo<br />

mezzi di grande qualità che ancora<br />

percorrono le strade italiane. La De Simon<br />

Group fornirà, dunque, al mercato una<br />

gamma di servizi molto richiesti e per i<br />

quali pochi in Italia possono vantare un<br />

simile know-how.<br />

C.T.P.


codutti crede nello sviluppo<br />

Il taglio del nastro della nuova show-room. Da sinistra Adriano<br />

Luci, Sergio Codutti, Fausto Cosatti e Marco Zanor<br />

Un’azienda che crede nello sviluppo.<br />

Crede perché ha accumulato 60 anni di<br />

esperienza nel suo settore; ha lavorato,<br />

lavora e lavorerà molto e con passione;<br />

ha saputo investire sulla riorganizzazione<br />

produttiva al momento giusto ed ora <strong>è</strong><br />

pronta alle nuove sfide che la aspettano<br />

sui mercati internazionali.<br />

Questa <strong>è</strong> la Codutti spa, azienda leader<br />

nella produzione di mobili per ufficio, e<br />

questo <strong>è</strong> il “forte messaggio di positività<br />

che il suo direttore generale, Sergio<br />

Codutti, ha voluto trasmettere venerdì 10<br />

settembre, in occasione dell’inaugurazione<br />

dei tre rinnovati showroom che l’azienda<br />

vanta in Friuli Venezia Giulia, evento che si<br />

<strong>è</strong> tenuto nella sede di Passons di Pasian<br />

di Prato. Erano presenti il presidente<br />

di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> Adriano Luci; i<br />

sindaci di Pasian di Prato, Fausto Cosatti,<br />

e di Martignacco, Marco Zanor; il parroco<br />

della parrocchia di Passons don Renato<br />

Zuliani; non mancava poi la presenza dei<br />

collaboratori che ogni giorno lavorano al<br />

fianco dell’azienda e delle maestranze<br />

appartenenti dei due stabilimenti Codutti e<br />

Axilon, che con orgoglio hanno applaudito<br />

al taglio del nastro sul piazzale antistante<br />

gli uffici.<br />

Gli ospiti hanno potuto visitare la nuova<br />

showroom, ampliata ed arricchita con le<br />

prestigiose cinque collezioni di arredo<br />

ufficio direzionale che l’azienda ha<br />

presentato nel 2010. Sono state invece<br />

proiettate le immagini delle altre due sale<br />

mostra Codutti inaugurate nella giornata di<br />

venerdì 10 settembre, una che raccoglie<br />

gli arredi delle linee operative situata a<br />

Martignacco presso lo stabilimento Axilon,<br />

l’altra a Torreano di Martignacco al primo<br />

piano del Centro Commerciale Città Fiera.<br />

E’ stato proprio Sergio Codutti, dopo<br />

l’introduzione di Marino Firmani, di Fi.Mar<br />

srl, a dare il benvenuto ai presenti a nome<br />

della famiglia Codutti, sottolineando<br />

l’importanza che ha l’inaugurazione di<br />

una sala mostra nella vita di un’azienda,<br />

soprattutto all’interno di una situazione<br />

economica così particolare come quella<br />

che stiamo vivendo.<br />

“La situazione attuale <strong>è</strong> sicuramente<br />

critica, <strong>è</strong> inutile nasconderlo, ma pensiamo<br />

che lo sviluppo sia alla base della strategia<br />

che ci porterà fuori da questa fase. La<br />

nostra azienda ha sempre cercato di<br />

attuare una gestione oculata delle risorse<br />

ed ha concentrato gli investimenti degli<br />

ultimi anni in tecnologia avanzata e<br />

riorganizzazione delle proprie strutture<br />

interne ed esterne. Oggi siamo pronti<br />

a rivolgere tutte le nostre attenzioni al<br />

mercato, per dargli del valore aggiunto<br />

attraverso la cura del dettaglio: non solo<br />

producendo arredi che raggiungono livelli<br />

di eccellenza per qualità e design, ma<br />

anche nel fornire uno standard elevato nel<br />

servizio al cliente”.<br />

economia<br />

aziende<br />

Il futuro vedrà quindi l’azienda puntare<br />

sullo sviluppo, nella formazione e<br />

nella comunicazione in particolare, per<br />

mettere in luce sui mercati nazionali ed<br />

internazionali tutti i punti di forza legati<br />

alla sua capacità e flessibilità produttiva.<br />

“Oggi inaugureremo ben tre showroom<br />

- ha proseguito il direttore generale - e<br />

questo <strong>è</strong> un segnale forte del nostro<br />

desiderio di comunicare all’esterno quello<br />

che sappiamo fare”. C’<strong>è</strong> soddisfazione<br />

per i recenti progetti contract acquisiti<br />

a livello internazionale e soprattutto<br />

per le partnership che si sono venute a<br />

creare in seguito a queste collaborazioni.<br />

Codutti ha concluso il suo intervento<br />

ringraziando il suo gruppo di lavoro che<br />

ogni giorno collabora con lui con volontà<br />

e determinazione ricordando che si tratta<br />

del fattore di successo più importante<br />

dell’azienda.<br />

La parola <strong>è</strong> poi passata al presidente<br />

di <strong>Confindustria</strong> Adriano Luci il quale<br />

ha voluto ringraziare la Codutti perché<br />

portatrice di un esempio significativo<br />

al territorio credendo nell’innovazione,<br />

nello sviluppo e nella formazione del<br />

proprio personale, e dimostrando con<br />

il programma aziendale il suo impegno<br />

in questo senso. Orgoglio, spirito di<br />

appartenenza ed anima, abbinate alla<br />

competenza all’interno del settore sono<br />

le leve su cui bisogna costruire il futuro<br />

imprenditoriale sul mercato competitivo.<br />

“La crisi non sarà superata quando lo<br />

leggeremo sui giornali o lo sapremo dagli<br />

studi di settore - ha dichiarato Luci - La<br />

crisi va affrontata, trovando la forza ed il<br />

coraggio che da sempre l’imprenditore<br />

friulano ha mostrato sul mercato<br />

internazionale”.<br />

E’ stata poi la volta del Sindaco di Pasian<br />

di Prato Fausto Cosatti e del Sindaco di<br />

Martignacco Marco Zanor che si sono<br />

complimentati con l’azienda in quanto<br />

esempio di realtà imprenditoriale che<br />

sa reagire e costruire, dando orgoglio al<br />

territorio che la ospita.<br />

Una testimonianza importante <strong>è</strong> stata poi<br />

portata da Lucio Bilato, in rappresentanza<br />

dei dipendenti Codutti, che ha voluto<br />

ringraziare la famiglia Codutti con<br />

l’entusiasmo di chi ha trascorso tutta la<br />

sua vita lavorativa in questa azienda e si<br />

sente legato da un profondo spirito di<br />

appartenenza.<br />

ottobre10 25


economia<br />

aziende<br />

ara inaugura mega impianto<br />

a pannelli solari<br />

E’ stato inaugurato il nuovissimo mega<br />

impianto a pannelli solari di cui si <strong>è</strong> dotata<br />

l’Ara srl, azienda leader a livello triveneto<br />

nella manutenzione e riparazione di veicoli<br />

industriali.<br />

La struttura - che va a coprire il lato sud<br />

dello storico capannone sulla statale <strong>Udine</strong>-Codroipo,<br />

attribuendogli peraltro una<br />

nuova e più gradevole linea architettonica<br />

– rappresenta probabilmente il più grande<br />

impianto del genere in regione, allestito su<br />

1.200 mq di sviluppo totale, e composto<br />

da 568 moduli policristallini da 280 watt<br />

ciascuno, per una produzione elettrica<br />

annua di 164.400 kilowatt/ora, pari ad un<br />

risparmio di 90 tonnellate di emissioni nocive<br />

e a 33 tonnellate di petrolio all’anno.<br />

“La costruzione di questa struttura – ha<br />

evidenziato il titolare di Ara, Enzo Tulisso<br />

– rappresenta una linea di continuità<br />

rispetto alla filosofia dell’azienda, che già<br />

in passato ha compiuto scelte strategiche<br />

in direzione di una sempre maggior<br />

razionalizzazione delle risorse, nell’ottica<br />

dell’economia sostenibile. Una scelta – ha<br />

proseguito Tulisso – che rappresenta il<br />

voler aggredire la crisi, cercando soluzioni<br />

sempre più innovative”.<br />

Non <strong>è</strong> infatti solo questo impianto - realizzato<br />

dalla preziosa sinergia tra la Green<br />

Energy Solution di Pordenone, i tecnici<br />

della Vignuda Automazione e della Carpenterie<br />

Candusso di S. Daniele e la<br />

progettazione dell’ingegner Adriano Lualdi<br />

– ad incarnare per Ara srl questa precisa<br />

26 ottobre10<br />

filosofia, votata alla “green economy”.<br />

Quest’azienda (tra le prime officine in<br />

Europa ad aver ottenuto la Certificazione<br />

Integrata dei sistemi Qualità, Sicurezza ed<br />

Ambiente) ha infatti recentemente anche<br />

dato vita, in collaborazione con Luciolicar<br />

di Pradamano (concessionario Iveco), ad<br />

una vera e propria rete di officine sul territorio,<br />

ora incarnate da quella di <strong>Udine</strong> (l’ex<br />

Crai in viale Venezia) e di Trieste (la Cargiuliana),<br />

e destinata in futuro ad allargarsi,<br />

in modo da permettere ai propri clienti<br />

l’accesso a servizi standard di officina<br />

direttamente nella propria area di azione,<br />

riducendo così inutili costi economici ed<br />

ambientali di lunghi spostamenti.<br />

Una rete aziendale che, accanto ai 43<br />

dipendenti della ditta madre, dà oggi vita<br />

ad un gruppo di circa 90 dipendenti, per<br />

un giro di vendite di 12milioni di euro<br />

annui. Rete che si avvale di uno strumento<br />

innovativo quale il C.D.P. (Controllo,<br />

Documenti e Processi) che permette un<br />

L’intervento di Enzo Tulisso all’inaugurazione<br />

servizio standardizzato ed informatizzato in<br />

grado di svolgere molte mansioni in remoto,<br />

ideale per abbattere i costi e migliorare<br />

l’efficienza.<br />

Molto calorosi, in occasione della presentazione<br />

dell’impianto, i saluti da parte delle<br />

autorità, a partire dall’orgoglio, espresso<br />

dal sindaco Andrea Zuliani, “per la comunità<br />

di Campoformido, onorata di ospitare<br />

un impianto ad alta sostenibilità d’eccellenza”.<br />

Un plauso <strong>è</strong> venuto poi da parte del presidente<br />

di CCIAA, Giovanni Da Pozzo, nel<br />

salutare “una delle tante belle storie friulane<br />

di aziende e famiglia che l’Ara incarna,<br />

e che, con questa evidente attenzione alla<br />

ricerca di soluzioni alternative ed innovative,<br />

dà un segnale positivo anche rispetto<br />

al futuro”. Una scelta – quella di guardare<br />

alla “green economy” - che peraltro ha<br />

apprezzato anche l’assessore provinciale<br />

Stefano Teghil, che ha rimarcato come<br />

“questo tipo di scelte e di investimenti<br />

sono ormai irrinunciabili, ma non da vivere<br />

come ostacolo da affrontare, bensì come<br />

opportunità da cogliere”.<br />

La presentazione <strong>è</strong> stata infine completata<br />

da brevi interventi da parte degli incaricati<br />

della Green Economy, della Vignuda Automazione,<br />

della Carpenterie Candusso e<br />

dall’ingegner Lualdi, che hanno illustrato<br />

i dati tecnici dell’impianto, ma che hanno<br />

anche raccontato quanto stimolante e<br />

impegnativo sia stato lavorare in team<br />

per dare vita a questa struttura, frutto di<br />

imprenditorialità e competenze in buona<br />

parte “made in Fvg”.<br />

Margherita Timeus


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ottobre10 27


economia<br />

aziende<br />

Ralf Elmering, Federico Olivo e Andrea Martini<br />

Nel 1994 insieme a due amici dell’Università<br />

di Karlsruhe, in Germania, Ralf Elmering<br />

fondò VISTRA ingenieurbžro, azienda che<br />

opera nel settore del terziario avanzato<br />

offrendo consulenze di logistica, sicurezza<br />

sul lavoro, ambiente e qualità. Quando alle<br />

soglie del 2000, con la famiglia, l’ingegner<br />

Elmering si trasferisce in Italia affronta una<br />

nuova sfida: ricominciare lo stesso progetto<br />

nella Penisola. Elmering riconosce delle affinità<br />

tra la mentalità germanica e quella delle<br />

terre del Nord-Est italiano e, soprattutto,<br />

vede un mercato ricco di opportunità, con<br />

delle potenzialità forse superiori a molte<br />

zone della Germania.<br />

L’incontro tra Elemering e Federico Olivo<br />

avviene nel 1998 e si rivela determinante<br />

perché Olivo diverrà uno dei due soci friulani<br />

della Vistra italiana. Proprio in quell’anno<br />

l’ingegner Olivo sta preparando la sua tesi<br />

di laurea in Ingegneria Gestionale, seguito<br />

dal professor Alberto F. De Toni. Questi propizia<br />

il contatto tra i due e nasce una prima<br />

collaborazione per un progetto di ottimizzazione<br />

logistica presso le cartiere Burgo.<br />

A questo primo progetto fa poi seguito un<br />

secondo presso le Ferriere Nord al punto<br />

che sorgono le condizioni per la fondazione<br />

dell’azienda, il 7 agosto del 2000, infatti,<br />

nasce Vistra srl – con sede a Tolmezzo.<br />

Fin dall’inizio sono attivi alla Vistra friulana<br />

gli stessi servizi dell’ufficio tedesco. L’incontro<br />

con Andrea Martini – il secondo socio<br />

friulano della Vistra italiana - <strong>è</strong> avvenuto<br />

nel 2002, da allora <strong>è</strong> stata una crescita<br />

continua. Oggi Vistra conta una ventina di<br />

collaboratori (alcuni a tempo parziale), si<br />

avvale di una decina di esperti professionisti<br />

esterni e lavora in rete con una decina<br />

tra società di consulenza partner, laboratori<br />

e software house. Vistra collabora, inoltre,<br />

con enti, associazioni, università e studi<br />

professionali.<br />

Il fatturato del 2009 <strong>è</strong> stato di circa 650<br />

mila euro, per il 2010 <strong>è</strong> stimato attorno agli<br />

800 mila euro.<br />

Lo sviluppo aziendale <strong>è</strong> avvenuto anche<br />

grazie ad importanti investimenti per l’innovazione<br />

dei servizi e nel settore dell’information<br />

technology.<br />

“Le soluzioni basate sul web – spiega Olivo<br />

- sono importanti per il futuro della consulenza<br />

e Vistra , coerentemente con la pro-<br />

28 ottobre10<br />

Vistra: 10 anni di<br />

successi<br />

Professionalità, competenza, innovazioni tecnologiche ed un<br />

approccio innovativo basato sulla logica del network hanno<br />

portato l’’azienda a recitare un ruolo da protagonista nel<br />

panorama regionale della consulenza<br />

pria filosofia basata sul network, ha creato<br />

delle linee di servizio che rappresentano un<br />

giusto compromesso tra il rapporto diretto<br />

e la consulenza a distanza. Con questi software<br />

il cliente non deve più preoccuparsi<br />

di cercare informazioni o ricordarsi delle<br />

scadenze: Vistra l’ha fatto per lui. Gestire –<br />

prosegue Olivo - in modo efficace sicurezza,<br />

prevenzione incendi, HACCP, ambiente,<br />

qualità, energia e marcatura CE richiede<br />

spesso l’intervento di specialisti esperti e<br />

l’utilizzo di software dedicati. Soluzioni informatiche<br />

basate sul web, veloci, semplici<br />

ed intuitive, consentono di contenere i costi<br />

ed aumentare il livello del servizio”.<br />

Il mercato principale di Vistra <strong>è</strong> costituito<br />

dalle imprese situate nella regione Friuli Venezia<br />

Giulia, ma anche il numero di clienti<br />

del vicino Veneto comincia ad avere un<br />

peso rilevante sul fatturato totale dell’azienda<br />

al punto che <strong>è</strong> in fase di valutazione<br />

l’apertura di una sede in provincia di Treviso.<br />

Negli ultimi anni, in particolare, collaborando<br />

con multinazionali come il gruppo<br />

Unilever o il gruppo Danieli, Vistra ha avuto<br />

opportunità interessanti nel Regno Unito,<br />

negli Emirati Arabi, in Egitto ed in Belgio.<br />

Sull’internazionalizzazione della Vistra Olivo<br />

evidenzia che: “Grazie alla collaborazione<br />

con i colleghi di Karlsruhe (Germania) possiamo<br />

infatti aiutare le aziende italiane a<br />

soddisfare in modo assolutamente efficace<br />

e veloce anche le richieste di clienti o fornitori<br />

tedeschi: nessun problema di lingua,<br />

normative, leggi o culture diverse. Lo stesso<br />

vale per le aziende tedesche che hanno<br />

interessi in Italia.<br />

Dall’altro lato – conclude Olivo - stiamo<br />

tessendo una rete di relazioni con diverse<br />

altre società di consulenza che abbiamo<br />

l’opportunità di conoscere nei nostri progetti<br />

internazionali. Questo ci consente di<br />

poter offrire un’assistenza completa alle<br />

aziende italiane che hanno cantieri o sedi<br />

in tali Paesi e si ritrovano a doversi attenere<br />

sia alle leggi italiane che a quelle locali”.<br />

Molto interessante risulta la logica di Vistra<br />

con i concorrenti.<br />

Vistra non opera in una nicchia di mercato,<br />

infatti il portafoglio di servizi che offre<br />

interessa quasi ogni partita IVA. Tuttavia<br />

Vistra ha sviluppato un approccio particolare:<br />

“Se ci troviamo – racconta Olivo - di<br />

fronte a persone o società di consulenza<br />

che posseggono competenze professionali<br />

di alto livello non guardiamo a loro come<br />

un concorrente ma come un potenziale<br />

partner. Questo <strong>è</strong> un approccio win-win per<br />

tutte le parti interessate, infatti il partner ha<br />

la possibilità di mettere a frutto le proprie<br />

competenze specialistiche, mentre il cliente<br />

vede soddisfatte al meglio le sue esigenze<br />

con un migliore rapporto costi/benefici”.<br />

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ottobre10 29


economia<br />

Botta & risposta<br />

eLVio erMacora<br />

Biocostruire srl<br />

Che cosa vuol dire essere un imprenditore?<br />

Avere tanto coraggio e credere con tutto sé<br />

stesso alle proprie idee ed iniziative, mettendo<br />

a disposizione dell’azienda fino all’ultimo<br />

paio di scarpe.<br />

Cos’<strong>è</strong> l’etica per un imprenditore?<br />

Essere corretti e onesti verso tutti. Avere fiducia<br />

nel prossimo, anche se questo non paga<br />

perché la società d’oggi <strong>è</strong> fatta tutta di “belve<br />

affamate”.<br />

Quindi <strong>è</strong> difficile mantenersi “etici”?<br />

Per quanto mi riguarda continuo a esserlo,<br />

ma <strong>è</strong> difficilissimo e costa molto.<br />

Di etica, però, si parla tanto...<br />

E’ una moda. Ecologia ed etica sono diventate<br />

moda.<br />

Anche l’ecologia che <strong>è</strong> il vostro campo<br />

di lavoro?<br />

Un famoso ecologista tedesco diceva che per<br />

essere ecologisti bisogna prima di tutto essere<br />

onesti, ma, ahimé, questa correlazione difficilmente<br />

sussiste. Esiste solo il “dio danaro”.<br />

Perché tutti i politici oggi parlano di<br />

ecologia?<br />

Per molti <strong>è</strong> diventato un cavallo di battaglia,<br />

perché oggi ecologia oltre che moda, vuol<br />

dire voti. Quindi anche i politici che fanno<br />

ecologia lo possono fare perché ci credono,<br />

ma per molti <strong>è</strong> solo un modo per attrarre<br />

voti.<br />

Lei si definirebbe un ecologista?<br />

No, perché in molti casi gli ecologisti di professione<br />

hanno fatto tanti danni. Preferisco<br />

definirmi un operatore di cantiere attento<br />

all’ambiente e alle fonti energetiche rinnovabili.<br />

La diffusione della moda ecologista<br />

porta comunque benefici all’ambiente?<br />

Certamente.<br />

Anche quando alcune costruzioni<br />

ecologiche non rispettano per intero i<br />

principi del “bio-costruire”?<br />

Certo, perché, per dirla in friulano: alc al <strong>è</strong> alc<br />

e nuje al <strong>è</strong> nuje. Infatti, una casa ecologica<br />

anche se non <strong>è</strong> “bio” disperde comunque<br />

meno energia.<br />

A cosa si deve la diffusione crescente<br />

delle case ecologiche?<br />

Al fatto che l’economia ha cominciato a<br />

credere nell’ecologia. Basti dire che anche<br />

le banche hanno cominciato a crederci: oggi<br />

un noto gruppo italiano ha già certificato 146<br />

30 ottobre10<br />

filiali per il risparmio energetico. Quando glielo<br />

proposi dieci anni fa mi guardarono come<br />

se fossi pazzo.<br />

La recente crisi economica ha aiutato<br />

la diffusione dell’attenzione alle fonti<br />

energetiche alternative?<br />

Può essere in parte, ma ciò che ha aiutato di<br />

più sono stati gli incentivi.<br />

Servirebbero, maggiori incentivi per<br />

sviluppare il settore?<br />

Non in Italia, tant’<strong>è</strong> che il sistema di incentivi<br />

italiani <strong>è</strong> oggi considerato uno dei migliori al<br />

mondo. Quello che servirebbe <strong>è</strong> che ci fosse<br />

certezza e continuità sugli incentivi stessi: in<br />

Germania la legge <strong>è</strong> uguale dal 1994, noi al<br />

31 dicembre di ogni anno siamo in ansia per<br />

vedere se il decreto sarà rinnovato, modificato<br />

o lasciato scadere.<br />

I critici sostengono che le energie<br />

rinnovabili non esisterebbero senza<br />

incentivi. Cosa ne pensa?<br />

Chi dice così o <strong>è</strong> in malafede, o non conosce<br />

la realtà. Per fare bioarchittettura bisogna<br />

saper far di conto. Nelle bollette elettriche,<br />

poi, da moltissimi anni paghiamo per le fonti<br />

energetiche rinnovabili, il problema <strong>è</strong> che<br />

troppo spesso quegli ingenti fondi sono finiti<br />

ai petrolieri. La collettività, dunque, ha già<br />

pagato.<br />

Come si pone il Friuli nel mercato delle<br />

biocostruzioni?<br />

Posso dire con orgoglio che la provincia di<br />

<strong>Udine</strong> <strong>è</strong> la prima in Italia per installazioni di<br />

fotovoltaico e fra le primissime per il solare<br />

termico. Certo in Italia si potrebbe fare di<br />

più, basta dire che da Roma in giù tutti gli<br />

edifici potrebbero essere energeticamente<br />

autosufficienti con le fonti rinnovabili. Lo Stato<br />

Pontificio lo dimostra essendo diventato<br />

il primo Stato al mondo energeticamente<br />

autosufficiente.<br />

Le logiche delle fonti energetiche<br />

rinnovabili sono trasferibili al settore<br />

industriale?<br />

Si certamente, sto predisponendo un audit<br />

energetico nel quale garantisco a un’azienda<br />

manifatturiera che consuma migliaia di mega<br />

watt annui l’autosufficienza energetica in dieci<br />

anni. Purtroppo <strong>è</strong> difficile far capire alle imprese<br />

che potrebbero avere grandi vantaggi<br />

dalle energie alternative, anche presentando<br />

e certificando R.O.I a breve termine. In Friuli,<br />

poi, servirebbe maggior collaborazione fra gli<br />

imprenditori sulle tematiche energetiche e<br />

ambientali.<br />

Quanto conta la comunicazione?<br />

E’ fondamentale.<br />

Elvio Ermacora<br />

www.biocostruiresrl.org<br />

Avete difficoltà a rintracciare le risorse<br />

umane necessarie?<br />

E’ una tragedia. Le scuole e le università non<br />

preparano al mondo del lavoro. La cultura generale<br />

<strong>è</strong> prossima allo zero. Servono selezioni<br />

e numeri chiusi, non <strong>è</strong> necessario fare studiare<br />

tutti male, meglio fare studiare pochi,<br />

ma bene; il nostro motto <strong>è</strong> : “dalla cattedra<br />

filosofica alla cattedra di cantiere”<br />

Ritorno al nucleare si o no?<br />

Direi di no per i costi e perché non sappiamo<br />

ancora come smaltire le scorie radioattive.<br />

<strong>Confindustria</strong>, però, spinge per il ritorno<br />

al nucleare. Lei da associato come<br />

si pone?<br />

Rispetto il punto di vista, ma non lo condivido.<br />

Come giudica le banche italiane?<br />

In modo pessimo. Non credono alle partnership,<br />

non rischiano. Aiutano solo chi ha già i<br />

soldi.<br />

L’evasione fiscale <strong>è</strong> un reato?<br />

Molto grave che va punito severamente,<br />

ma servirebbe una burocrazia fiscale giusta<br />

e corretta che stanasse gli evasori visto che<br />

l’evasione corrisponde al 17% del Pil.<br />

Un personaggio del passato del quale<br />

l’Italia avrebbe bisogno oggi?<br />

Luigi Einaudi.<br />

Un personaggio del presente del quale<br />

potremmo fare a meno?<br />

Degli incapaci che, avendo titoli altisonanti,<br />

fanno solo disastri senza avere l’umiltà della<br />

conoscenza.<br />

Qual <strong>è</strong> la domanda che non le ho fatto<br />

e alla quale avrebbe voluto rispondere?<br />

Avrei voluto che mi chiedesse perché sia<br />

sempre valido il motto nemo profeta in patria<br />

e le avrei risposto: perché il friulano non <strong>è</strong><br />

capace di mettersi insieme e perché in Friuli<br />

predomina l’invidia e non ti perdonano il<br />

successo.<br />

C.T.P.


Per qualsiasi informazione ci trovate in<br />

Via Palmarina 62/1 San Giovanni al Natisone;<br />

telefono 0432 756261;<br />

fax 0432 756630;<br />

commerciale@sigmarvernici.com;<br />

www.sigmarvernici.com<br />

Informazione Commerciale<br />

Informazione Commerciale<br />

QUALITA’ “DIVINA”<br />

Questo il claim della SIGMAR VERNICI, dalle piccole produzioni a<br />

campione fino alla realizzazione della TINTA NATURALE SU<br />

ROVERE applicata sulla Cattedra Papale.<br />

Il 13 aprile 2010 in occasione dell’Ostensione della Sacra Sindone<br />

a Torino e poi il 02 maggio 2010 direttamente in Piazza Vaticano a<br />

Roma, sono state esposte al pubblico le due Cattedre Papali<br />

realizzate da 24 aziende del Distretto della Sedia coordinate<br />

dall’ASDI SEDIA.<br />

Tra le partecipanti al progetto, la SIGMAR VERNICI ha con orgoglio<br />

studiato, prodotto e fornito la VERNICE ACRILICA che ha rivestito<br />

le Cattedre Papali.<br />

Un prodotto che <strong>è</strong> stato testato da appositi enti certificatori di<br />

Qualità e da loro valutato con eccellenti risultati in quanto avente<br />

caratteristiche di alta resistenza chimica e fisica, alta proprietà<br />

ANTINGIALLENTE anche in seguito all’esposizione duratura alla<br />

luce ed alta proprietà TIXOTROPICA, per garantire la medesima<br />

qualità dell’applicazione su superfici orizzontali, anche su quelle<br />

verticali.<br />

La giovane squadra SIGMAR VERNICI ama mettersi in gioco con<br />

sfide sempre nuove ed accattivanti, infatti da gennaio 2010<br />

collabora anche come agente di commercio per la AKZO NOBEL<br />

COATINGS SPA DIVISIONE WOOD di Peseggia (VE), offrendo<br />

così la possibilità alla propria clientela di poter scegliere fra una<br />

ancora più ampia gamma di prodotti.<br />

ottobre10 giugno10 31 51


economia<br />

analisi<br />

Tempi lunghi per la ripresa<br />

La ripresa italiana ed internazionale perde<br />

slancio dopo l’accelerazione superiore<br />

alle attese della prima metà dell’anno. Lo<br />

attesta il Centro Studi di <strong>Confindustria</strong> che<br />

nelle previsioni sugli scenari economici di<br />

settembre stima per quest’anno una crescita<br />

dell’1,2% e per il prossimo dell’1,3%, tre<br />

decimi in meno della precedente previsione.<br />

La revisione al ribasso <strong>è</strong> da attribuire a<br />

diversi fattori: il rallentamento della crescita<br />

globale, la decelerazione dell’economia<br />

statunitense, la risalita dell’euro, una<br />

domanda di consumi e di investimenti<br />

ancora debole.<br />

Per converso fattori che tendono al rialzo<br />

dell’economia riguardano l’intensità del<br />

recupero della Germania, il miglioramento<br />

più rapido delle economie emergenti dell’Est<br />

Europa e la prospettiva del mantenimento<br />

dei tassi di interesse a livelli molto bassi.<br />

Non mutano, quindi, anche in un contesto<br />

diverso, le condizioni di lenta crescita che<br />

da ormai quasi vent’anni condizionano<br />

l’economia italiana. Nelle stime del CSC<br />

cresce nel biennio 2010/2011 l’economia<br />

italiana a ritmi mediamente più sostenuti<br />

rispetto al periodo precrisi: tre il 2000 ed il<br />

2007 si <strong>è</strong> registrata un’espansione media<br />

annua dell’1,1% mentre l’andamento<br />

attuale <strong>è</strong> commisurato a ritmi dell’1,2%<br />

annualizzato. Una dinamica del tutto<br />

insufficiente a recuperare in breve tempo i<br />

livelli di attività persi durante la recessione:<br />

alla fine del 2011 la distanza dal massimo<br />

precrisi sarà ancora del 3,7% essendo stata<br />

la precedente caduta del 6,8% (rilevata<br />

nel secondo trimestre 2009, il punto di<br />

minima).<br />

Gli ultimi dati ISTAT indicano una risalita<br />

dell’1,3% nel secondo trimestre 2010: dopo<br />

una recessione di profondità straordinaria<br />

con una caduta della produzione verticale,<br />

la più acuta degli ultimi 80 anni, sta<br />

seguendo un recupero dai ritmi fiacchi. Con<br />

la conseguenza che il ritorno a livelli precrisi<br />

non potrà aversi prima dell’ultimo trimestre<br />

2013 scontando una perdita permanente di<br />

prodotto e di domanda.<br />

Il nostro paese continua ad essere frenato<br />

da carenze strutturali che lo rendono meno<br />

competitivo e che aggiungono vischiosità<br />

al recupero. In assenza di riforme, che la<br />

crisi ha reso più urgenti, il pericolo <strong>è</strong> che la<br />

crescita bassa e protratta a lungo determini<br />

l’aumento della disoccupazione strutturale e<br />

32 ottobre10<br />

che faccia perdurare la situazione di eccesso<br />

di capacità produttiva con conseguente<br />

necessità di ampie ristrutturazioni più<br />

faticose in un ambiente non favorevole<br />

all’impresa. La conseguenza <strong>è</strong> la<br />

diminuzione della crescita potenziale del PIL<br />

che già si era abbassata prima della crisi.<br />

Sostenuta dalle vendite all’estero l’industria<br />

<strong>è</strong> riuscita a recuperare parte della caduta del<br />

25,8% registrata tra il massimo dell’aprile<br />

2008 ed in minimo del marzo 2009: +<br />

10% nei sedici mesi fino a luglio 2010 con<br />

un ritmo annualizzato del 7,4%, meno che<br />

negli altri paesi avanzati che viaggiano ad un<br />

trend annualizzato dell’8,8%.<br />

La forza trainante <strong>è</strong> costituita dall’export<br />

mentre gli investimenti, in particolare in<br />

macchine e mezzi di trasporto, sosterranno<br />

il processo di recupero. Per converso<br />

continuano a restare bassi i consumi<br />

penalizzati dal reddito disponibile e dal<br />

lavoro difficile. L’occupazione infatti non<br />

ripartirà con un tasso di disoccupazione che<br />

nel 2011 raggiungerà il 9,3%.<br />

Ne discende uno scenario complessivo di<br />

moderato quanto graduale recupero che<br />

richiama l’esigenza di interventi strutturali<br />

per rafforzare il potenziale di crescita.<br />

Cruciali sono, compendiando le indicazioni/<br />

proposta di <strong>Confindustria</strong>, le seguenti<br />

questioni:<br />

la semplicità e la chiarezza delle regole per<br />

non ostacolare le attività imprenditoriali;<br />

il carico fiscale sulle imprese e sui lavoratori<br />

diminuendo le aliquote su utili e retribuzioni<br />

grazie alla lotta all’evasione che, secondo<br />

le stime del CSC, raggiunge il 25% del PIL<br />

(il carico fiscale effettivo nelle imprese che<br />

pagano le tasse raggiunge il 54% a fronte di<br />

quello apparente pari al 43,2%);<br />

l’innalzamento degli investimenti in ricerca<br />

e sviluppo per recuperare il forte svantaggio<br />

cumulato dal nostro paese;<br />

l’arricchimento del capitale umano;<br />

l’adeguamento della rete delle infrastrutture;<br />

le liberalizzazioni per ridurre le posizioni<br />

di rendita che da sole aumenterebbero la<br />

produttività del 14,1%.<br />

Su questi temi <strong>Confindustria</strong> intende<br />

confrontarsi per contribuire alla definizione<br />

del Piano nazionale delle riforme destinato<br />

ad accrescere la competitività che il Governo<br />

nazionale <strong>è</strong> tenuto a presentare all’Unione<br />

Europea entro dicembre nel quadro della<br />

revisione del piano di stabilità.<br />

Per essere innovativa e competitiva l’Italia<br />

deve puntare a realizzare una “società<br />

imprenditoriale” dove si ripartiscono<br />

i rischi ed i risultati delle iniziative. La<br />

collaborazione e la partecipazione, per<br />

diventare fruttuose, devono essere<br />

condivise e ricomprendere tutti i soggetti in<br />

una logica di sistema.<br />

Questo vale anche per la realtà regionale.<br />

Il prodotto nel 2009 risulta aver subito<br />

una forte flessione (- 5,5% a fronte di una<br />

media nazionale del – 5,1% e del Triveneto<br />

del – 4,9%) con una stima di un recupero<br />

più sostenuto per il 2010 rispetto alla media<br />

nazionale (+ 1,5% di media rispetto a +<br />

1,1%) ma inferiore a quella del Triveneto<br />

(mediamente + 1,8%).<br />

Nel mercato del lavoro le dinamiche<br />

mantengono un profilo critico: trova<br />

conferma l’incremento del tasso di<br />

disoccupazione il cui picco massimo viene<br />

collocato nel 2011 (tra il 6,1 ed il 6,4% a<br />

fronte di una media del Triveneto tra il 5,7<br />

ed il 5,9%).<br />

Il valore aggiunto dell’industria recupera dal<br />

– 14,9% del 2009 a + 2,7/3,7% del 2010<br />

che si mantiene inferiore alla media del<br />

Triveneto (tra + 3,8 e 4,7%); le costruzioni<br />

mantengono un trend negativo con un<br />

recupero nel 2011.<br />

Gli investimenti dovrebbero ripartire sia<br />

pur moderatamente con il 2010 mentre la<br />

domanda di consumo resta fiacca.<br />

Le stime riflettono quindi una tendenza<br />

al graduale recupero con un andamento<br />

che si colloca però al di sotto di quello del<br />

Triveneto.<br />

Infrastrutture (non solo le “grandi” e<br />

quelle collegate ma anche gli interventi<br />

di taglia inferiore sbloccando i progetti<br />

fermi presso gli enti locali), rilancio della<br />

politica industriale puntando a misure<br />

di stimolo delle aggregazioni e della<br />

collaborazione tra imprese nonché di<br />

promozione della ricerca, dell’innovazione<br />

e del trasferimento industriale, politiche<br />

del lavoro che favoriscano il ricollocamento<br />

mirato, semplificazione e snellimento<br />

delle procedure, sostegno all’internazionalizzazione<br />

costituiscono le priorità di una<br />

rinnovata attenzione verso lo sviluppo nella<br />

logica di andare “oltre” le misure anticrisi<br />

di carattere difensivo. Questo passaggio va<br />

costruito all’interno della prossima legge<br />

finanziaria con scelte di bilancio che diano<br />

concretezza alla centralità dello sviluppo.<br />

La “condivisione” di questa impostazione<br />

<strong>è</strong> determinante e in questa direzione va<br />

gestito un nuovo “patto” sociale.<br />

Ezio Lugnani


ottobre10 33


associazione<br />

ambiente<br />

FANGHI DI DRAGAGGIO:<br />

una risorsa diventata un problema<br />

“Anche i fanghi di dragaggio sono una<br />

creatura della burocrazia. Da potenziale<br />

risorsa dono diventati così un problema.<br />

Non di sostanza, ma di forma”.<br />

Adriano Luci, presidente di <strong>Confindustria</strong><br />

<strong>Udine</strong>, ha introdotto così a palazzo Torriani<br />

la giornata intera di approfondimento che<br />

gli industriali friulani ed il Commissario<br />

Delegato per l’emergenza socio-economica<br />

ambientale determinatasi nella laguna di<br />

Grado e Marano, in collaborazione con la<br />

Banca Popolare di Vicenza (sempre attenta<br />

alle problematiche della Bassa Friulana<br />

ed impegnata a dare un contributo al<br />

rafforzamento del suo sistema produttivo<br />

e infrastrutturale), hanno dedicato a una<br />

tematica tanto sfaccettata e complessa<br />

quale quella dei fanghi di dragaggio.<br />

“Dal dragaggio – ha evidenziato Luci -<br />

risulta un materiale che non ha nessun<br />

inquadramento normativo e vive in un<br />

limbo tra la nozione di rifiuto e quella<br />

di materia prima. Quasi sempre si<br />

tratta di materiale di ottima qualità che<br />

storicamente <strong>è</strong> sempre stato impiegato<br />

per usi geotecnici in sistemazione<br />

L’intervento del presidente Adriano Luci<br />

(foto Gasperi)<br />

34 ottobre10<br />

ambientali. A nostro giudizio, nei<br />

casi in cui sia accertato - mediante<br />

opportune ed approfondite campagne<br />

di caratterizzazione - che i fanghi non<br />

risultano contaminati e che la loro<br />

movimentazione ed il loro reimpiego non<br />

causano danni alle matrici ambientali ed<br />

alla salute umana, la normativa “deve”<br />

consentire di gestirli in maniera rigorosa<br />

ma semplice, come negli altri stati<br />

europei”.<br />

Il presidente di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> ha<br />

ricordato, a tale proposito, il porto di<br />

Rotterdam che, a fronte di una volumetria<br />

di due milioni di metri cubi dragati ogni<br />

anno, consente il reimpiego del sedimento<br />

tal quale per manutenzione portuale e<br />

consolidamento di banchine oltre che<br />

tecniche di asporto ancora non permesse<br />

in Italia. “Da imprenditori – ha concluso<br />

Luci - <strong>è</strong> umiliante accompagnare istituzioni<br />

o colleghi all’estero per vedere quello che<br />

si può fare in campo ambientale e che,<br />

purtroppo, non riusciamo a fare da noi per<br />

colpa della burocrazia”.<br />

“A nostra avviso – ha proseguito Luci – il<br />

futuro della tutela ambientale dovrebbe<br />

centrarsi sull’assunzione di responsabilità<br />

dell’apparato pubblico ed andare oltre<br />

l’approccio tabellare ed affrontare ogni<br />

situazione con libertà intellettuale,<br />

ferme restando l’esperienza e la tutela<br />

ambientale”.<br />

Conferma il Commissario Delegato per<br />

l’emergenza socio-economica ambientale<br />

determinatasi nella laguna di Grado e<br />

Marano, Gianni Menchini: “E’ un problema<br />

normativo che ci trasciniamo da un<br />

decennio. Non ci sono segnali chiari<br />

sul limite preciso tra rifiuti e sedimenti.<br />

L’obiettivo di questa giornata <strong>è</strong> invece<br />

dimostrare che un equilibrio normativo per<br />

poter operare ai sensi di legge <strong>è</strong> possibile,<br />

oltre che indispensabile. Dobbiamo<br />

infatti ricordarci che, dietro al tema dei<br />

sedimenti, c’<strong>è</strong> tutto un insieme di interessi<br />

ambientali e socio-economici - dalla realtà<br />

ambientale, vedi la voce inquinamento,<br />

a quella produttiva, se si pensa<br />

all’interramento dei canali e alla navigabilità<br />

degli stessi, fino ad arrivare alla sicurezza<br />

della navigazione, quando si parla di attività<br />

diportistiche in ordine alla gestione delle<br />

marine e delle utenze delle medesime –<br />

che vanno risolti non separatamente, ma<br />

in un sistema di gestione di lungo periodo<br />

coerente e articolato”.<br />

Nella nostra Regione Friuli Venezia Giulia<br />

il problema dei fanghi di dragaggio <strong>è</strong><br />

particolarmente importante e strategico,<br />

sia nei due siti inquinati di interesse<br />

nazionale (Ezit di Trieste e Laguna di Grado<br />

e Marano di cui parleremo oggi) sia per<br />

alcune importanti realtà portuali quali ad<br />

esempio il porto di Monfalcone. In ogni<br />

sito si deve fare un faticoso lavoro di<br />

Ilaria Guidantoni e Gianni Menchini<br />

(Foto Gasperi)<br />

equilibrio tra interessi – spesso contrastanti<br />

– di natura ambientale, tecnica, economica<br />

e normativa.<br />

A tale riguardo, Menchini ha sottolineato,<br />

alla luce della situazione attuale, le<br />

difficoltà che sta incontrando nella sua<br />

azione da Commissario. “Al momento,<br />

non posso lavorare che in una logica<br />

puramente emergenziale. Entro fine<br />

mese dovremmo chiudere la partita con il<br />

recupero delle vasche in località Fearul in<br />

Comune di San Giorgio di Nogaro; entro<br />

fine ottobre con la cassa di colmata a<br />

Grado”.<br />

Numerosi sono stati i relatori intervenuti<br />

nel corso della mattinata al convegno di<br />

palazzo Torriani coordinato dalla giornalista


Alberto Toffolutti e Franco Scala<br />

Rischio e danno ambientale<br />

La necessità di un approccio sistematico<br />

e multidisciplinare alla problematica per<br />

ovviare anche ad un contesto normativo<br />

ed amministrativo che rimane incerto e<br />

fumoso: <strong>è</strong> questo il concetto chiave su cui<br />

ha ruotato a palazzo Torriani il convegno<br />

dal titolo “Rischio e danno ambientale:<br />

profili giuridici e soluzioni per le aziende”<br />

promosso dagli Industriali friulani in<br />

collaborazione con Scala & Mansutti<br />

Broker.<br />

“L’industria – ha dichiarato in apertura<br />

Alberto Toffolutti, vice-presidente di<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> - <strong>è</strong> chiamata ad<br />

uno sforzo in termini organizzativi,<br />

gestionali, economici per la prevenzione<br />

di danni all’ambiente, ma gli investimenti<br />

ambientali – che sono consistenti in<br />

termini di impegno finanziario - hanno un<br />

margine di incertezza superiore ad altri<br />

settori”.<br />

“Abbiamo bisogno quindi di regole certe,<br />

facili da comprendere e anche facili da<br />

Ilaria Guidantoni: da Pieter de Boer,<br />

Agenzia Pubblica Ministero dell’Ambiente<br />

Olandese a Victor Dries, OVAM Agenzia<br />

Pubblica Ministero dell’Ambiente delle<br />

Fiandre – Belgio; dalle relazioni di Mario<br />

Cepile, sindaco di Marano Lagunare a<br />

Luciano Guerrieri, presidente Autorità<br />

Portuale di Piombino nonch<strong>è</strong> vice<br />

presidente Assoporti fino a Federico Peres,<br />

dello Studio B & P Associati – Verona,<br />

che ha inquadrato la tematica dal punto<br />

di vista normativo e giuridico in Italia<br />

riscontrando la complessità della gestione<br />

dei fanghi ed auspicando al più presto<br />

far comprendere ai nostri collaboratori.<br />

Abbiamo poi bisogno della vicinanza delle<br />

istituzioni perch<strong>è</strong> – ha aggiunto Toffolutti<br />

– la tematica ambientale riguarda tutte le<br />

aziende, non solo la grande industria”.<br />

Alle considerazioni di Toffolutti sono<br />

seguiti poi, alla presenza dell’assessore<br />

provinciale all’Ambiente Ennio De Corte<br />

e dell’assessore comunale alla Qualità<br />

della Città di <strong>Udine</strong>, Lorenzo Croattini,<br />

gli interventi in qualità di relatori di<br />

Claudia Silvestro, responsabile Ambiente<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>; Franco Scala, broker<br />

assicurativo e presidente di SMB Scala &<br />

Mansutti Broker; Angelo Merlin, avvocato<br />

NCTM Studio Legale Associato; Massimo<br />

Bettanin, managing director ERM Italia Spa<br />

e Giovanni Faglia, responsabile Pool per<br />

l’Assicurazione RC da inquinamento.<br />

Il danno ambientale <strong>è</strong> stato introdotto<br />

di recente nell’ordinamento comunitario<br />

(nel 2005) ed italiano (nel 2006, con<br />

il cosiddetto Decreto Matteoli). Sulla<br />

l’emanazione di una normativa ad hoc.<br />

Nel pomeriggio il convegno <strong>è</strong> proseguito<br />

con i contributi di Roberto Casarin,<br />

Commissario Delegato Laguna Venezia, di<br />

Gianni Menchini, Commissario Delegato<br />

della Laguna Grado e Marano, Donatella<br />

Giacopetti, Unione Petrolifera Roma,<br />

Massimo Gabellini, di I.S.P.R.A. e Andrea<br />

Ferrante, Ministero delle Infrastrutture . La<br />

giornata sarà coordinata dalla giornalista<br />

Ilaria Guidantoni.<br />

Il messaggio dei relatori fatto pervenire<br />

alle istituzioni <strong>è</strong> stato univoco: la<br />

gestione dei fanghi necessita di una<br />

associazione<br />

ambiente<br />

base del danno ambientale, anche solo<br />

presunto, le aziende industriali sono<br />

spesso implicate in azioni giudiziarie<br />

anche con richiesta di risarcimento del<br />

danno. Fermo restando che l’obiettivo<br />

deve sempre tendere all’impatto zero, <strong>è</strong><br />

evidente che l’attenzione all’ambiente –<br />

anche la più attenta, la più consapevole<br />

e la più controllata – non <strong>è</strong> esente da<br />

errori e presenta sempre un margine di<br />

rischio residuo. Oltre a tutto, Franco Scala,<br />

presidente di Scala & Mansutti Brker, ha<br />

evidenziato come la percezione del rischio<br />

inquinamento <strong>è</strong> ancora piuttosto scarsa<br />

nella maggior parte dei casi.<br />

Cosa fare allora? I relatori hanno<br />

sottolineato come, al giorno d’oggi, non<br />

basta la conoscenza dei processi, delle<br />

norme e delle interpretazioni. Non sono<br />

sufficienti neppure l’analisi e la gestione<br />

dei rischi e la formazione-informazione del<br />

personale. Serve piuttosto un approccio<br />

sistematico e multidisciplinare per tener<br />

conto della complessità di gestione del<br />

rischio e delle possibili prevenzioni e<br />

tutele. Lo stesso consulente aziendale in<br />

materia ambientale deve sapere ricoprire<br />

più ruoli in una pluralità di competenze.<br />

Il seminario ha voluto offrire così una<br />

panoramica a 360° sui profili giuridici<br />

legati al danno ambientale e, più in<br />

generale, al rischio ambientale e su alcune<br />

prospettive di soluzione dal punto di vista<br />

assicurativo adatti alle imprese industriali.<br />

Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto<br />

Franco Scala ha tracciato la funzione del<br />

broker: “sensibilizzare il cliente, fornire<br />

suggerimenti tecnici per la prevenzione dei<br />

rischi e scegliere le coperture più adeguate<br />

alla consistenza del rischio, chiarendo le<br />

differenze ed i limiti dei vari strumenti di<br />

copertura”.<br />

programmazione politica organica<br />

e lungimirante che sia in grado di<br />

contemperare tutte le implicazioni in<br />

gioco (tecniche, economiche, gestionali,<br />

industriali) e di raggiungere l’obiettivo<br />

ambientale di una corretta e sostenibile<br />

gestione dei fanghi. “Del resto – ha<br />

sottolineato il presidente Luci - il ruolo<br />

istituzionale di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> <strong>è</strong><br />

anche quello di attirare l’attenzione della<br />

politica sugli ostacoli che le imprese<br />

incontrano nel loro percorso di sviluppo”.<br />

A.L.<br />

Alfredo Longo<br />

ottobre10 35


associazione<br />

edilizia<br />

i primi cinquant’anni<br />

della de saBBata costruzioni<br />

Dall’esordio artigianale a Majano alla scelte dell’eccellenza costruttiva<br />

che punta su ottimizzazione energetica e biocompatibilità<br />

All’inizio, 1960, l’affidamento del lavoro per<br />

costruire una casa era basato sulla reciproca<br />

fiducia e veniva siglato da una stretta di<br />

mano vigorosa e da un sorso di vino onesto.<br />

Oggi, a cinquant’anni di distanza, i tempi<br />

sono cambiati e la commessa prevede probabilmente<br />

un intervento costruttivo che non<br />

realizza solo il risparmio energetico, ma l’alta<br />

efficienza energetica, rinunciando all’utilizzo<br />

di fonti fossili per preferire solo energie rinnovabili,<br />

non uso di materiali isolanti generici,<br />

ma solo prodotti naturali, riciclabili e certificati.<br />

Cinquant’anni fa c’era Umberto, oggi ci<br />

sono Sandro e Luigi a guidare la De Sabbata<br />

Costruzioni, ma l’etica <strong>è</strong> rimasta inalterata,<br />

anzi la nuova generazione ha saputo coniugare<br />

i valori e i principi etici del padre fondatore<br />

(cultura del lavoro, rispetto della parola data,<br />

valorizzazione delle competenze) con le<br />

nuove frontiere dell’innovazione tecnologica,<br />

per costruire nuovi percorsi verso il futuro e<br />

declinare in termini moderni quel “saper fare”<br />

dove l’umanità <strong>è</strong> capace di apportare qualità<br />

nuove nella vita delle persone. La De Sabbata<br />

ha celebrato i suoi primi cinquant’anni d’attività<br />

pubblicando un libro che ripercorre la<br />

sua storia affiancata alle immagini di alcune<br />

opere dell’artista Toni Zanussi, incrociando<br />

strade che apparentemente sembrano<br />

36 ottobre10<br />

Da sinistra Matteo Mazzolini e Loreto Mestroni, direttore e presidente<br />

APE, Norbert Lantschner, direttore Agenzia Casa Clima,<br />

Sandro e Luigi De Sabbata, e l’architetto Enrico Gatti<br />

distanti, ma in realtà trovano punti d’incontro<br />

comuni, ben rappresentati dalle “città invisibili”<br />

dell’artista, che sono città solari, con verdi<br />

campiture e spazi arieggiati, insieme d’inquietudine<br />

e di speranza. Quasi una metafora<br />

dell’importanza dei luoghi fatti dall’uomo per<br />

elevare la qualità della vita, ambito nel quale<br />

si cimenta la De Sabbata Costruzioni. Cinquant’anni<br />

di storia aziendale, dove s’incrociano<br />

storie di genti, di un sistema economico,<br />

di una famiglia, e anche – per De Sabbata<br />

– un felice passaggio generazionale per la<br />

cui riuscita sicuramente un apporto importante<br />

l’ha svolto Amelia, moglie d’Umberto<br />

e che i figli ricordano come dispensatrice di<br />

affetto e di sicurezza, sempre impegnata ad<br />

insegnare la buona educazione e l’amore<br />

per la cultura. L’excursus aziendale della De<br />

Sabbata certifica i passaggi tipici dell’evoluzione<br />

di una piccola azienda di successo: la<br />

fondazione a Majano, in provincia di <strong>Udine</strong>,<br />

nella dimensione tipicamente artigiana rivolta<br />

alle costruzioni di edilizia privata, all’epoca<br />

finanziate dalle rimesse degli emigranti; la<br />

crescita e il trauma del terremoto del ’76,<br />

che muta scenari e impone di ridisegnare<br />

nuove dimensioni costruttive; poi la crescita<br />

professionale e la qualificante collaborazione<br />

con i maggiori Gruppi industriali del Friuli<br />

Venezia Giulia: Fantoni, Ferriere Nord, Acciaierie<br />

Bertoli-Safau, Julia Utensili, Rif e Pelfa.<br />

Infine la scelta di puntare verso l’eccellenza,<br />

decidendo di cambiare metodi e qualità del<br />

costruire. Da qui la decisione di costituire<br />

la Builds, per costruire con energie positive,<br />

sposando i principi del protocollo CasaClima,<br />

un rigoroso percorso di certificazione energetica<br />

che presuppone severi controlli di qualità<br />

in tutte le fasi, dal progetto al collaudo, da<br />

parte di un Ente Pubblico super partes. “E’<br />

la nostra scelta di puntare sull’innovazione<br />

– afferma Luigi De Sabbata – e abbiamo<br />

avuto la soddisfazione di essere la realtà<br />

imprenditoriale edile ad avere ottenuto da<br />

CasaClima, per la residenza Solaria di <strong>Udine</strong>,<br />

la prima certificazione, in assoluto,Gold Nature<br />

in Italia, il massimo dell’apprezzamento<br />

energetico e di biocompatibilità”. Ma la De<br />

Sabbata <strong>è</strong> un’azienda che guarda al futuro<br />

con coraggio e ottimismo, una visione che<br />

non può prescindere dal pensare ai giovani<br />

per renderli consapevoli delle competizioni<br />

non facili che li attendono. E Luigi e Sandro<br />

De Sabbata hanno voluto, in quest’ottica,<br />

pensare al domani di tanti giovani che oggi<br />

sono in difficoltà attraverso una iniziativa di<br />

concreta solidarietà destinata alla Fondazione<br />

Villa Russiz, che in Friuli assiste con cura ed<br />

affetto tanti bambini meno fortunati.<br />

La copertina del libro realizzato<br />

per i 50 anni della<br />

De Sabbata Costruzioni<br />

Franco Rosso


Iob Silvano & C. S.r.l.<br />

Via Taboga, 189 - 33013 Gemona del Friuli ( Ud)<br />

Tel. 0432.973101 – infoaudi@iob.it - www.iob.it<br />

ottobre10 37


associazione<br />

Web<br />

g<br />

LaVoro e<br />

raPPorti sindacaLi<br />

= - Inps – Sgravio contributivo in favore della<br />

contrattazione di secondo livello per l’anno<br />

2009 - Modalita’ operative<br />

= - Immigrazione – Ingresso dirigenti e personale<br />

altamente qualificato - Protocollo di intesa<br />

tra <strong>Confindustria</strong> e Ministero dell’Interno<br />

= - Disponibilità di alcuni profili professionali.Applicabilità<br />

regime contributivo per i<br />

lavoratori assunti dalle liste di mobilità<br />

= - Ingresso di stranieri per la partecipazione<br />

a corsi di formazione professionale e<br />

tirocini – Decreto del Ministero del Lavoro e<br />

delle Politiche Sociali<br />

= - Federmeccanica –Recesso dal CCNL per il<br />

settore metalmeccanico 20 gennaio 2008<br />

=<br />

=<br />

=<br />

FiscaLe<br />

- Elenchi riepilogativi delle operazioni<br />

intracomunitarie: ulteriori chiarimenti<br />

nella circolare n° 43/E del 6/8/2010<br />

- Comunicazione black list prorogata al 2<br />

novembre<br />

- Le novità fiscali di agosto 2010<br />

econoMia e Finanza<br />

= - Por Fesr 2007-2013. Bando di finanziamento<br />

per l’efficienza energetica e l’utilizzo delle fonti<br />

rinnovabili da parte delle<br />

imprese<br />

= - Delegazione di Tolmezzo - Assegnazione<br />

in locazione di lotti funzionali del capannone<br />

artigianale nell’area dell’ex Caserma<br />

Zucchi (Chiusaforte)<br />

= - Sistemi di pagamento. Vademecum su<br />

novità Bonifici e Incassi<br />

= - Collaborazione con Banca Antonveneta.<br />

Interventi a sostegno della crescita delle<br />

imprese associate<br />

= - Efficienza energetica e fonti rinnovabili:<br />

nuovi incentivi per le imprese<br />

= - Contributi per la registrazione di disegni<br />

o modelli e la registrazione di marchi negli<br />

Stati esteri<br />

g<br />

trasPorti<br />

= - Nuovo Codice della Strada – Tempi di<br />

guida/riposo – Modifica sanzioni – Legge n.<br />

120/10 e circ. Minlavoro del 2 agosto 2010<br />

= - Trasporto merci pericolose – Operatività<br />

uffici provinciali delle Motorizzazioni ai<br />

fini delle pratiche ADR<br />

= - Autotrasporto merci in conto terzi –<br />

Prossime modifiche normative nei rapporti tra<br />

vettori e committenti – Nota informativa<br />

= - Trasporti internazionali – Danimarca –<br />

Linee guida sul cabotaggio settore merci<br />

= - Autotrasporto merci – Rideterminazione<br />

percentuali riduzione pedaggi autostradali<br />

2008<br />

= - Autotrasporto merci in conto terzi – Credito<br />

d’imposta tasse automobilistiche 2010<br />

= - Autotrasporto merci in conto terzi –<br />

Modifiche normative nei rapporti tra vettori e<br />

committenti in vigore dal 12 agosto 2010<br />

– Legge n. 127/10<br />

38 ottobre10<br />

news da internet su<br />

www.confindustria.ud.it<br />

=<br />

=<br />

=<br />

- Autotrasporto merci in conto terzi –<br />

Scheda<br />

di trasporto – Obbligo indicazione istruzioni<br />

di trasporto – Legge n. 127/10<br />

- Autotrasporto merci in conto terzi – Modifica<br />

rapporti tra committenti e vettori –<br />

Nuovi tempi di pagamento dal 12 agosto<br />

2010 – Legge n. 127/10<br />

- Autotrasporto merci in conto terzi – Modifica<br />

normativa rapporti committenti-<br />

coMMercio estero<br />

= - Normativa doganale – Carta doganale del<br />

viaggiatore<br />

= - Austria-Slovenia-Croazia – Incontri<br />

bilaterali settore agroalimentare, arredo,<br />

ristorazione – <strong>Udine</strong> 11 ottobre 2010<br />

= - Brasile-Perù – Missione economica – San<br />

Paolo/Lima 8-12 novembre 2010<br />

= - Egitto – Missione economica – Il Cairo<br />

22-25 novembre 2010<br />

= - Grecia. Notiziario economico-commerciale<br />

= - Eritrea – Misure restrittive<br />

= - Australia – Missione economica – Sydney-<br />

Melbourne 16-23 ottobre 2010<br />

= - Trasporti internazionali – Danimarca –<br />

Linee guida sul cabotaggio settore merci<br />

= - Autotrasporto merci – Rideterminazione<br />

percentuali riduzione pedaggi autostradali<br />

2008<br />

= - Autotrasporto merci in conto terzi – Creditod’imposta<br />

tasse automobilistiche 2010<br />

= - Autotrasporto merci in conto terzi – Modifichenormative<br />

nei rapporti tra vettori e<br />

committenti in vigore dal 12 agosto 2010<br />

– Legge n. 127/10<br />

= - Autotrasporto merci in conto terzi – Scheda<br />

di trasporto – Obbligo indicazione istruzioni<br />

di trasporto – Legge n. 127/10<br />

= - Autotrasporto merci in conto terzi – Modifica<br />

rapporti tra committenti e vettori –<br />

Nuovi tempi di pagamento dal 12 agosto<br />

2010 – Legge n. 127/10<br />

= - Autotrasporto merci in conto terzi – Modifica<br />

normativa rapporti committenti-vettori<br />

– Legge n. 120/10<br />

= - Austria – Missione economica settore arredo<br />

ed agroalimentare – Vienna 11 novembre<br />

2010<br />

istruzioni per l’uso...<br />

= Per consultare le notizie riportate in questa<br />

pagina<br />

= Collegarsi al sito Internet dell’Associazione www.<br />

confindustria.ud.it<br />

=<br />

Selezionare alla voce “Ricerca“ nell’archivio della<br />

sezione “News”<br />

= Inserire la password riservata alle imprese<br />

associate<br />

= Inserire le informazioni richieste (in particolare titolo<br />

e servizio di emissione) per attivare il motore<br />

di ricerca Cliccare “cerca”<br />

aMBiente<br />

= - Pubblicato in GU il terzo correttivo del<br />

Codice Ambientale. Differimento di termini<br />

per le emissioni in atmosfera<br />

internazionaLizzazione<br />

= - Voucher per iniziative d’internazionalizzazione<br />

della Camera di Commercio.<br />

Tempistica delle domande di contributo<br />

= - Serbia: finanziamenti a fondo perduto per<br />

Pmi e distretti industriali<br />

= - Esperienze di incoming per<br />

l’internazionalizzazione delle PMI friulane<br />

(1-3 dicembre 2010) II^ edizione –<br />

Incoming multisettoriale da operatori dell’area<br />

balcanica e centro-orientale<br />

energia<br />

= - Misure per la maggiore concorrenzialità<br />

nel mercato del gas - D.Lgs. 130/2010 -<br />

Partecipazione delle imprese allo sviluppo<br />

di nuova capacità di stoccaggio - Richieste<br />

entro il 1° settembre<br />

= - Nuovo conto energia - D.M. 6 agosto 2010<br />

= - Normativa tecnicaPrevenzione incendi -<br />

Approvata la regola tecnica per le attività<br />

commerciali superiori a 400 mq<br />

sicurezza suL LaVoro<br />

= - Tessera di riconoscimento dei lavoratori<br />

utilizzati per lavori in appalto - Nuovi<br />

= contenuti - L. 136/2010<br />

- Elenco nazionale dei medici competenti -<br />

Aggiornamento<br />

g<br />

ed<strong>iL</strong>izia<br />

= - Notiziario Ance Fvg<br />

= - Appalti: al via il piano straordinario contro<br />

le mafie<br />

= - Barriere Stradali – Circolare del Ministero<br />

delle Infrastrutture<br />

= - Part-Time e Durc<br />

= - Tracciabilità dei flussi finanziari -<br />

Iniziativa dell’Ance<br />

organizzazione,<br />

MarKeting e<br />

sV<strong>iL</strong>uPPo<br />

= - Rinnovo della convenzione con il<br />

Teatro Nuovo “Giovanni da <strong>Udine</strong>” per<br />

la Stagione 2010/2011<br />

= - Nuovi voli da Trieste per Milano Linate<br />

e Genova - dal 4 ottobre 2010<br />

QuaLita’<br />

= - Uninotizie n° 14 del 31/07/2010<br />

risorse uMane<br />

= - La Vetrina di Unimpiego - I profili della<br />

settimana 30 agosto – 3 settembre 2010


tutti i<br />

colori<br />

delle tue<br />

STAMPA<br />

GRAFICA<br />

WEB<br />

Via Julia, 27 - 33030<br />

Basaldella di Campoformido (UD)<br />

Tel. 0432 561302 - Fax 0432 561750<br />

idee<br />

Più di 50 anni di esperienza e passione<br />

familiare nel settore della stampa hanno<br />

contribuito a formare un’azienda in grado di<br />

fornire servizi a 360˚ ai nostri clienti, dalla<br />

progettazione alla stampa.<br />

w w w . t i p o g r a f i c a . i t graphics: Francesco Filigoi<br />

ottobre10 39


associazione<br />

Formazione<br />

corsi di Formazione<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />

ottoBre 2010<br />

aquisti<br />

22 novembre<br />

International Buyer<br />

ambiente<br />

3 novembre<br />

Aria 2<br />

10 novembre<br />

VIA e AIA<br />

direttive comunitarie<br />

3 e 4 novembre<br />

Direttiva macchine (2006/42/CE)<br />

25 e 29 novembre<br />

Valutazione del rischio per le macchine<br />

economica<br />

18 e 25 novembre<br />

Il bilancio per conoscere l’azienda e<br />

la concorrenza<br />

informatica<br />

11 novembre<br />

Email Marketing: come promuovere<br />

la propria azienda in modo efficace<br />

Produzione<br />

24 novembre<br />

La misura delle prestazioni delle<br />

Operations<br />

Management<br />

11 ottobre<br />

Ridurre errori, scarti, sprechi “MUDA”<br />

nei processi aziendali<br />

Produzione<br />

18 e 19 ottobre<br />

Formazione pratica per progettisti<br />

Qualità<br />

23, 24 e 25 novembre<br />

Valutatori interni di sistemi di gestione<br />

ambientale<br />

risorse umane<br />

9 e 10 novembre<br />

La gestione della risorsa umana: la<br />

selezione, la valutazione e le politiche<br />

di incentivazione<br />

15 e 22 novembre<br />

Scrivere semplice, chiaro, incisivo: la<br />

scrittura professionale in azienda<br />

40 ottobre10<br />

sicurezza<br />

Dall’8 novembre<br />

Addetti al primo soccorso in azienda<br />

(Aziende gruppo B E C del D.M.<br />

388/2003)<br />

Dall’8 novembre<br />

MODULO “C” “Responsabile e Addetto<br />

al Servizio di Prevenzione e<br />

Protezione”<br />

16 novembre<br />

Addetti al primo soccorso - aggiornamento<br />

Vendite<br />

11 e 18 novembre<br />

Il management dei servizi di post<br />

vendita: trasformare il post vendita<br />

in un centro di profitto<br />

30 novembre<br />

Rendere utili le fiere e gli eventi<br />

di settore: strategie e tecniche per<br />

ottimizzare le performance durante<br />

gli eventi<br />

Percorsi formativi<br />

Da definire<br />

Sviluppo delle competenze nella<br />

gestione economica-finanziaria<br />

dell’azienda (percorso individuale)<br />

Da definire<br />

English at work – individuale<br />

Da definire<br />

Le francais des affaires<br />

Da denifire<br />

Deutsch am arbeitsplatz<br />

Da definire<br />

Altre lingue straniere<br />

Da definire<br />

Coaching Room – Percorso di coaching<br />

manageriale<br />

Dal 4 novembre<br />

Gestione e sviluppo delle Risorse<br />

Umane in azienda<br />

Dal 10 novembre<br />

Sviluppare, sperimentare e scoprire<br />

la propria leadeship<br />

Da non perdere<br />

Sviluppare,<br />

sperimentare<br />

e scoprire<br />

la propria<br />

leadership<br />

Troppo frequentemente le persone che gestiscono<br />

dei gruppi di lavoro non hanno una vera e propria<br />

formazione sulla leadership oppure aderiscono a dei<br />

modelli standard.<br />

Questo training <strong>è</strong> una sfida per scoprire le nostre reali<br />

potenzialità come leader, la nostra predisposizione a<br />

guidare e coordinare gli altri.<br />

Al termine del percorso ogni partecipante viene<br />

guidato e mettere in atto il proprio progetto di leadership<br />

e ad applicare gli strumenti appresi durante il<br />

corso. La finalità ultima del training <strong>è</strong> liberare completamente<br />

quel nucleo di potenzialità che rappresenta<br />

la nostra vera leadership naturale.<br />

Il corso si rivolge a imprenditori, manager, ricercatori,<br />

project leader, laureati in fase di specializzazione che<br />

vogliano sviluppare completamente la propria capacità<br />

di leadership.<br />

Il master sarà un training intensivo finalizzato a<br />

trovare il proprio stile di leadership, quello autentico,<br />

che ci consente di guidare il nostro gruppo verso il<br />

raggiungimento del successo.<br />

Il percorso avrà carattere interattivo ed esperienziale:<br />

attraverso casi concreti e role playing mirati, si potranno<br />

sperimentare e potenziare la propria capacità di<br />

leadership.<br />

Partecipanti al percorso formativo Sales Master tecniche avanzate di<br />

vendita (foto Gasperi)


associazione<br />

Gruppo Giovani Imprenditori <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />

al forum di cernobbio appena concluso<br />

si parla di nucleare<br />

Che i Giovani Imprenditori di <strong>Confindustria</strong><br />

<strong>Udine</strong> prestassero grande attenzione ai temi<br />

del nucleare lo si era capito già due anni<br />

fa in occasione della visita che il Gruppo,<br />

assieme agli assessori regionali Riccardo<br />

Riccardi e Vanni Lenna, aveva fatto alla<br />

centrale di Krsko. Da qui si capisce la nostra<br />

grande curiosità nell’apprendere i risultati<br />

della ricerca realizzata da The European<br />

House-Ambrosetti e presentata al Workshop<br />

di Cernobbio in cui <strong>è</strong> stato stimato che<br />

se il piano nazionale italiano del nucleare<br />

entrasse ora a regime, il costo delle bollette<br />

elettriche di cittadini e imprese italiane<br />

potrebbe recuperare il gap negativo che<br />

ora le vede superare del 25-35% il costo<br />

medio Ue. L’Italia - sottolinea infatti la ricerca<br />

- ‘’dipende dall’estero per circa l’86% del<br />

fabbisogno di energia primaria (primo Paese<br />

al mondo per importazione di energia);<br />

dipende dai combustibili fossili per circa il<br />

75% (quota tra le più alte al mondo)’’. Per<br />

quanto riguarda la generazione elettrica,<br />

l’Italia ha oltre ‘’il 60% (contro una media<br />

del 27% nell’UE-27 nel 2008) dell’elettricità<br />

prodotta da gas, petrolio e derivati, fonti<br />

che alterano il clima e sono costose e<br />

volatili; e’ il maggiore importatore al mondo<br />

di elettricità (14% dei consumi annui);<br />

aggregando l’importazione di combustibili<br />

fossili, l’Italia dipende dall’estero per oltre<br />

7/8 del fabbisogno; e’ il solo paese del G8,<br />

e l’unico al mondo con produzione elettrica<br />

superiore ai 250 TWh l’anno, a non disporre<br />

di generazione da fonte nucleare’’.<br />

Per questo motivo, con il piano nucleare<br />

attivo, cittadini e imprese finirebbero di<br />

pagare un prezzo dell’energia elettrica che<br />

oggi ‘’e’ superiore del 25-35% a quello<br />

medio degli altri Paesi dell’Unione Europea’’.<br />

Un risparmio legato soprattutto a ‘’minori<br />

costi di generazione, comprensivi del costo<br />

della CO2, per 43-69 miliardi di euro’’.<br />

Ma per chi ritiene che si debba scegliere<br />

tra l’energia nucleare e quella prodotta da<br />

fonti rinnovabili, secondo me commette<br />

una stridente contraddizione; perché mai<br />

la produzione di energia da fonti rinnovabili<br />

potrà crescere sino a soddisfare interamente<br />

o per larga parte il fabbisogno energetico<br />

nazionale. In altre parole, l’obiettivo –<br />

inevitabilmente di lungo termine – di arrivare<br />

a un mix equilibrato che veda il nucleare al<br />

25% non eroderà mai spazio alle rinnovabili,<br />

ma – questo <strong>è</strong> l’argomento decisivo –<br />

semmai lo eroderà all’energia prodotta da<br />

combustibili fossili, ovvero da combustibili<br />

che inquinano.<br />

Quindi, più nucleare significherà<br />

necessariamente meno petrolio, gas e<br />

carbone. E non <strong>è</strong> poco in una prospettiva<br />

anche ecologica. Si obietterà che esiste<br />

il problema dello stoccaggio delle scorie,<br />

ma non risulta che si siano mai verificati<br />

problemi relativi a questo aspetto, che,<br />

comunque, oggi presenta livelli di sicurezza<br />

molto elevati. Vorrei inoltre fare un breve<br />

pensiero sulla sicurezza e sull’affidabilità,<br />

prima di criticare a priori le centrali nucleari,<br />

sui rischi del modo di produzione di energia<br />

con i combustibili fossili.<br />

Si obietterà infatti che il rischio radioattivo<br />

sta nell’incidente alla centrale. Premesso che<br />

le centrali di ultima generazione presentano<br />

livelli di sicurezza anch’essi molto elevati,<br />

occorre sgomberare il campo da equivoci<br />

e riconoscere che il rischio zero <strong>è</strong> obiettivo<br />

impossibile sia per la produzione di energia<br />

nucleare, sia per quella derivante da fossili<br />

combustibili, a qualunque fase del processo.<br />

La recente tragedia della piattaforma della<br />

BP ne <strong>è</strong> la dura riprova. La differenza tra le<br />

due, però sta nel fatto che l’energia nucleare<br />

non inquina, diversamente da quella<br />

derivante da fossili combustibili, che inquina.<br />

Personalmente, spingerei molto di più sulla<br />

realizzazione di energia da impianti a fonti<br />

rinnovabili piuttosto che ad energia nucleare,<br />

per esempio nel sud Italia gli impianti ad<br />

energia solare potrebbero e dovrebbero<br />

essere qualcosa di molto presente, visto<br />

anche le condizioni climatiche favorevoli,<br />

ma sono convinto anche che purtroppo tali<br />

impianti non sarebbero sufficienti al nostro<br />

fabbisogno energetico e che uno sguardo<br />

al nucleare sia ormai una condizione<br />

ineludibile se vogliamo restare competitivi<br />

con gli altri Paesi.<br />

Matteo Di Giusto<br />

agenda<br />

gli appuntamenti<br />

dei giovani<br />

imprenditori<br />

= assemblea<br />

annuale<br />

Data: 22 settembre 2010<br />

Ore: 17.00<br />

Luogo: Palazzo Torriani<br />

= Missione in cina<br />

Data: 25 settembre -1 ottobre 2010<br />

Luogo: Shanghai e Hong Kong<br />

= Visite aziendali<br />

cymaa<br />

Data: 15 ottobre 2010<br />

Luogo: Carinzia<br />

= convegno<br />

nazionale g.i.<br />

<strong>Confindustria</strong><br />

Data: 29 e 30 ottobre 2010<br />

Luogo: Capri<br />

= conFiera - giovani<br />

idee a confronto<br />

Data: 27 novembre 2010<br />

Ore: 9.30 - 19.00<br />

Luogo: Fiera di <strong>Udine</strong> - Padiglioni<br />

8 e 9<br />

Info: www.ggiudine.it<br />

ottobre10 41


associazione<br />

Gruppo Giovani Imprenditori <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />

Enrico Accettola<br />

tutti Pronti Per conFiera?<br />

di Enrico Accettola<br />

Non c’<strong>è</strong> cosa più gradita che scrivere<br />

un articolo, quando si ha qualcosa di<br />

entusiasmante da comunicare. E io,<br />

come Presidente dei Giovani Imprenditori<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>, ho davvero qualcosa di<br />

molto interessante da presentare.<br />

Si tratta di uno straordinario progetto che ha<br />

coinvolto tante persone e che sicuramente<br />

susciterà l’interesse e la partecipazione di<br />

moltissime altre. Sono mesi che assieme<br />

al mio Gruppo sto pensando e lavorando<br />

a questa bellissima iniziativa, che fra<br />

pochissimo dovrebbe finalmente prendere<br />

corpo. Di cosa sto parlando? Di Giovani<br />

idee a confronto. È questo infatti il punto<br />

di partenza e al tempo stesso il punto di<br />

arrivo di CONFIERA, l’evento nato dallo<br />

spirito collaborativo e propositivo del<br />

Gruppo Giovani Imprenditori di <strong>Udine</strong> con<br />

42 ottobre10<br />

la partecipazione di <strong>Confindustria</strong> Friuli<br />

Venezia Giulia, che dovrebbe tenersi sabato<br />

27 novembre 2010 presso il complesso<br />

Fiera di <strong>Udine</strong>, dalle 9.30 alle 19 (cui<br />

seguirà un aperitivo). Molteplici gli obiettivi<br />

del progetto, tra cui spiccano quello di<br />

conoscere partner, fare network, creare<br />

nuove iniziative e aprirsi a inesplorate<br />

opportunità di business.<br />

CONFIERA, il cui format assicura la<br />

possibilità di ripetizione dell’evento a<br />

cadenza annuale, diventerebbe dunque<br />

un’occasione imperdibile per condividere<br />

esperienze e know-how, fare sistema<br />

e favorire la nascita di relazioni a livello<br />

nazionale e internazionale, sia per gli<br />

espositori - associati ai GGI delle 4<br />

Territoriali regionali di <strong>Confindustria</strong> FVG<br />

– sia per i visitatori –<br />

special guests sono gli<br />

Associati <strong>Confindustria</strong>,<br />

API, Confartigianato,<br />

Confcommercio,<br />

CNA, Coldiretti e<br />

CYMAA. L’evento,<br />

infatti, dovrebbe<br />

prevedere anche la<br />

compartecipazione<br />

dei nostri colleghi<br />

d’Oltralpe<br />

(Confederation<br />

of Young<br />

Manufacturers of<br />

Alpe Adria) con<br />

cui <strong>è</strong> possibile<br />

fare aggregazione<br />

e confrontarsi<br />

relativamente alle<br />

proprie esperienze<br />

imprenditoriali.<br />

Il comitato<br />

organizzatore -<br />

composto, oltre che dal<br />

sottoscritto, da Matteo Di<br />

Giusto - Vice Presidente;<br />

Gabriele Garzitto - Presidente CYMAA<br />

e Consigliere; Emanuela Degano, Luca<br />

Forgiarini, Massimiliano Zamò e Massimo<br />

D’Agostini – Consiglieri; Michela Peghin,<br />

Stefano Gori, Luca Balzano e Marianna<br />

Pravisani – Associati, dovrebbe prevedere<br />

momenti di confronto e dibattito rispetto<br />

a diversi temi: da “Il team che fa impresa”<br />

a “Fare impresa”, da “Fare aggregazione”<br />

a “Il passaggio generazionale in azienda”,<br />

e ancora, “Impresa al femminile”,<br />

“Comunicazione d’impresa”, “Le istituzioni e<br />

le imprese” e “Università e Impresa”.<br />

Questi incontri sarebbero utilissimi<br />

per crescere professionalmente e<br />

individualmente, grazie alla condivisione<br />

di saperi ed esperienze reali. Sottolineo


inoltre che CONFIERA sarebbe di sicura<br />

visibilità e forte impatto mediatico: oltre a<br />

una conferenza stampa di presentazione,<br />

l’evento sarà veicolato con il supporto<br />

operativo delle Territoriali <strong>Confindustria</strong> di<br />

<strong>Udine</strong>, Trieste, Pordenone e Gorizia.<br />

Dicono che le cose perché accadano<br />

occorre immaginarsele. Io credo che sia<br />

vero. E così mi immagino che a CONFIERA<br />

aderirete e parteciperete numerosi.<br />

Contiamo di vedervi alla Fiera di <strong>Udine</strong>,<br />

padiglioni 8 e 9.<br />

numeri di conFiera<br />

= 1 giornata intera a disposizione<br />

= 100 espositori<br />

= 3.500 potenziali visitatori tra<br />

associazioni, gruppi di categoria e<br />

autorità<br />

= 4 territorialità coinvolte + Slovenia +<br />

Austria<br />

= più di 2.000 associati a <strong>Confindustria</strong><br />

Friuli Venezia Giulia<br />

il Programma di conFiera<br />

27 Novembre 2010*:<br />

= Registrazione visitatori<br />

a cura dello staff di <strong>Confindustria</strong><br />

(durante tutto il giorno)<br />

= 9.30: discorso di apertura/<br />

presentazione<br />

Intervengono: Enrico Accettola,<br />

Adriano Luci, Arianna Bellan e il Gruppo<br />

Organizzatore<br />

associazione<br />

Gruppo Giovani Imprenditori <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong><br />

* La data, ancora da ufficializzare, potrebbe essere soggetta a variazioni<br />

Palazzo Torriani<br />

un’occasione da<br />

non perdere!<br />

Nata dal grande desiderio di<br />

conoscersi tra Giovani Imprenditori<br />

e sposare quotidianamente le idee<br />

e le difficoltà di fare impresa oggi,<br />

CONFIERA <strong>è</strong> sicuramente l’iniziativa<br />

più coerente a tale scopo. Un’intera<br />

giornata dove i Giovani Imprenditori<br />

possono in tutta serenità scambiarsi<br />

idee, confrontarsi, costruire nuove<br />

sinergie e collaborazioni. Un’intera<br />

giornata dedicata al workshop di<br />

imprese vincenti che hanno saputo<br />

creare il tessuto imprenditoriale<br />

regionale e che nel tempo hanno<br />

saputo innovarsi. Giovani di prima e<br />

di seconda generazione, non perdete<br />

questa nuova occasione di incontrarci<br />

per guardare assieme verso nuovi<br />

orizzonti creare nuovi contatti e nuovi<br />

progetti.<br />

Emanuela Degano<br />

= 10.30: giro tra stand e inizio giornata<br />

= 15.00: primo workshop / tavola rotonda<br />

= 16.00: secondo workshop / tavola<br />

rotonda<br />

= 17.00: terzo workshop / tavola rotonda<br />

= 19.00: aperitivo e buffet<br />

in collaborazione con Turismo FVG<br />

ottobre10 43


orizzonti<br />

giovani e società<br />

diPendenti o iMPrenditori?<br />

Gavetta, competenze, intuizioni imprenditoriali, cicli economici. Ecco alcuni dei fattori che i<br />

giovani lavoratori ed imprenditori dell’industria e dei servizi elencano come fondamentali per<br />

spiccare il grande salto.<br />

I giovani e le imprese che producono beni<br />

e servizi. Una molteplicità di rapporti che in<br />

questa rubrica cerchiamo di portare, per ciò<br />

che ci <strong>è</strong> possibile, in evidenza.<br />

Una prima testimonianza ci viene offerta da<br />

Federico, 28 anni: “Dopo essermi laureato<br />

a soli 24 anni in Ingegneria a Milano, ho<br />

lavorato due anni per un’azienda che<br />

lavorava nel settore delle nanotecnologie.<br />

Un’esperienza stupenda che mi ha fatto<br />

acquisire abilità e spinto, assieme ad<br />

altri tre colleghi, a mettermi in proprio.<br />

Sfortunatamente, abbiamo deciso<br />

di avviare una nuova ditta pochi<br />

mesi prima della crisi di fine<br />

2008. Non ce l’abbiamo fatta,<br />

purtroppo. Ora lavoro qui in Friuli<br />

in un’organizzazione manifatturiera<br />

che si occupa di prodotti chimici.<br />

Non <strong>è</strong> stato facile re-inventarsi,<br />

ma mi trovo bene. Se ne avrò la<br />

possibilità cercherò di aprire una<br />

nuova attività, sperando di non<br />

essere travolto da una congiuntura<br />

sfavorevolissima come due anni<br />

fa!”.<br />

A Fabrizio, 27 anni, <strong>è</strong> andata<br />

meglio. Appena finita la laurea<br />

triennale in Ingegneria meccanica<br />

<strong>è</strong> andato a dare una mano<br />

nell’azienda del padre di un suo<br />

compagno di corso. “All’inizio l’ho<br />

fatto per sperimentare quanto<br />

avevo imparato tra i banchi<br />

dell’università. Mi sono trovato bene ed ho<br />

deciso di restare. Un anno fa, addirittura,<br />

sono diventato socio e questo mi sprona<br />

ancora di più ad impegnarmi ed a fare il<br />

bene dell’impresa per cui lavoro. Mi piaceva<br />

imparare all’università, però non ho saputo<br />

resistere al fascino per i problemi pratici e la<br />

vita d’azienda”.<br />

Se Fabrizio ha potuto dimostrare tutto il<br />

proprio potenziale e riuscire ad ottenere<br />

un ruolo importante nella società per<br />

cui opera, lo stesso non si può dire per<br />

Veronica, che ha lavorato – come stagista<br />

44 ottobre10<br />

e poi con un contratto a progetto – per<br />

due anni e mezzo in un’azienda meccanica<br />

friulana. “Mi occupavo del marketing e<br />

devo dire che le ho provate tutte per farmi<br />

assumere ma purtroppo vuoi per la crisi,<br />

vuoi per alcune decisioni dei vertici, non ce<br />

l’ho fatta. E’ dura rimettersi a cercare, anche<br />

perché non <strong>è</strong> un gran periodo e rifare uno<br />

stage non <strong>è</strong> stimolante”.<br />

Stage che secondo Gabriele, studente<br />

di ingegneria civile di 22 anni, dovrebbe<br />

essere più lungo quando si <strong>è</strong> studenti<br />

universitari perché “nell’organizzazione<br />

manifatturiera dove sono stato a fare il<br />

tirocinio si lavorava molto col CAD. Ci<br />

vogliono due, tre mesi per imparare ad<br />

utilizzare quel software. Lo stage durava<br />

solo sessanta giorni. Credo davvero che<br />

le università debbano stipulare accordi<br />

affinché gli stage possano durare di più,<br />

soprattutto perché quando trovi un’azienda<br />

che ti vuol fare lavorare davvero <strong>è</strong> un<br />

peccato avere tali limiti temporali che ti<br />

dimezzano le possibilità di apprendimento”.<br />

Elisabetta tra pochi mesi farà 30 anni.<br />

“Dopo essermi brillantemente laureata in<br />

biotecnologie ho deciso di fare il dottorato<br />

di ricerca. Le prospettive di un’occupazione<br />

accademica non erano per niente sicure<br />

e quindi nell’ultimo anno che studiavo<br />

per il dottorato mi sono messa a lavorare<br />

nel laboratorio di ricerca e sviluppo di<br />

un’organizzazione manifatturiera friulana.<br />

Terminato il dottorato ho proseguito in<br />

questa ditta e poi, scaduto il contratto<br />

biennale a tempo determinato, sono<br />

andata in un’impresa chimica in Veneto.<br />

In quest’azienda ho trovato un<br />

ambiente nel quale ho potuto<br />

crescere molto ed anche maturare<br />

sul profilo caratteriale al punto da<br />

sentirmi sicura di una cosa: far<br />

nascere io un’impresa nel settore<br />

delle biotecnologie. Anche se il<br />

mio socio ed io siamo appena agli<br />

inizi – 6 mesi d’attività – stiamo<br />

ricevendo buone commesse e<br />

spero che riusciremo a sviluppare<br />

la ditta”.<br />

Infine il caso di Gabriella e Stefano,<br />

lei 26 anni, lui 28. Dopo la laurea<br />

in economia hanno iniziato a<br />

lavorare per due differenti aziende<br />

di consulenza ad <strong>Udine</strong>: “E’ molto<br />

impegnativo il passaggio dalla<br />

teoria alla pratica. Le società hanno<br />

bisogno di soluzioni concrete<br />

ed in tempi ristretti. Quello che<br />

ci piace del nostro mestiere <strong>è</strong><br />

la parte creativa, la possibilità di ideare<br />

e di proporre risposte nuove a problemi<br />

che magari assillano da tempo una ditta.<br />

L’aspetto che un po’ ci rode <strong>è</strong> la burocrazia<br />

che indubbiamente rallenta il nostro lavoro<br />

ed i servizi che rendiamo ai nostri clienti.<br />

Il nostro futuro? Acquisire competenze ed<br />

una buona reputazione. Se poi avremo la<br />

forza ed il coraggio, fonderemo la nostra<br />

azienda di consulenza”.<br />

Massimo De Liva


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33054 Lignano Sabbiadoro (UD)<br />

Telefono ottobre10 0431.422141 45


orizzonti<br />

obiettivo Montagna<br />

onduLati ed iMBaLLaggi deL FriuLi:<br />

soluzioni per tutti i gusti<br />

“Margherita” e birra davanti alla tv, magari<br />

mangiando la pizza direttamente dal<br />

cartone senza ungersi. Oggi si può<br />

grazie ad un contenitore innovativo<br />

e tecnologico, realizzato dalla<br />

collaborazione tra tre aziende, la<br />

Ipack&trade, la Hallstrom e l’Ondulati<br />

ed Imballaggi del Friuli SPA di<br />

Carnia di Venzone.<br />

Si chiama “Lampo” (acronimo di<br />

laminated material packaging opportunities)e<br />

ha molti vantaggi: non<br />

fa passare l’olio del condimento,<br />

non altera il sapore della pizza e la<br />

mantiene calda.<br />

Risolti tutti i problemi che caratterizzano<br />

i contenitori da pizza<br />

standard,utilizzando assieme al<br />

tradizionale cartone ondulato il<br />

PET che resiste alla manipolazione,<br />

ai grassi, alle alte temperature e<br />

allo sfregamento. La compatibilità<br />

di questo materiale rispetto al<br />

contatto con gli alimenti <strong>è</strong> sancita<br />

dalla Direttiva 2002/72/CE della Commissione<br />

Europea e successive modifiche<br />

(2004/19/CE). L’innovazione tecnologica<br />

Lanciato anche<br />

il progetto<br />

“green<br />

soLutions”<br />

Non solo imballaggi, ma soluzioni che<br />

ri-vestono e (proteggono) i prodotti nel<br />

rispetto dei principi di sostenibilità e rispetto<br />

dell’ambiente.<br />

Nel rispetto della causa ambientale, la<br />

Ondulati e Imballaggi del Friuli ha infatti<br />

ottenuto nel 2009 la certificazione FSC<br />

(Forest Stewardship Council).<br />

Questo prezioso riconoscimento permette<br />

di offrire e garantire alla clientela un<br />

imballaggio composto esclusivamente<br />

da carte di fibra vergine e/o riciclate che<br />

rispettano la catena di custodia delle foreste<br />

46 ottobre10<br />

consiste nel rivestire il cartone di uno strato<br />

di PET sottilissimo, appena 12 micron<br />

(si consideri che il diametro di un globulo<br />

rosso <strong>è</strong> pari a 8 micron mentre e quello<br />

di un capello varia tra i 65 e i 78 micron),<br />

secondo rigorosi standard ambientali, sociali<br />

ed economici.<br />

Entro la fine dell’anno verrà poi realizzato<br />

nello stabilimento di Villesse un impianto<br />

di produzione di energia fotovoltaico.<br />

L’investimento, che garantirà la produzione<br />

di parte dell’energia grazie ad una fonte<br />

rinnovabile, rispecchia la volontà dell’azienda<br />

di rispettare l’ambiente non solo in relazione<br />

ai materiali e ai prodotti che realizza,<br />

ma verso tutte le componenti del ciclo<br />

produttivo.<br />

Di pari passo corre anche l’attenzione<br />

per le specifiche esigenze di ciascun<br />

cliente. L’impresa carnica <strong>è</strong> in grado di<br />

offrire, sia attraverso l’impiego di carte e<br />

materiali innovativi, sia grazie allo studio<br />

di architetture specifiche, delle soluzioni<br />

mirate alla riduzione e alla semplificazione<br />

dell’imballaggio. Le nuove famiglie di<br />

prodotti FLUbox,Abox, Cbox, Pbox, Nbox,<br />

sono il risultato di questi studi.<br />

L’operazione “GREEN SOLUTIONS” lanciata<br />

Lampo<br />

successivamente metallizzato attraverso<br />

un processo di sottovuoto, con parti infinitesimali<br />

di alluminio.<br />

“In tal modo - spiegano alla Ondulati<br />

ed Imballaggi del Friuli - non<br />

passa l’olio del condimento o il<br />

sugo o il liquido della mozzarella<br />

attraverso il contenitore e si evita<br />

di ungersi le mani, la pizza inoltre<br />

non prende il cattivo sapore del<br />

cartone. Inoltre il nostro portapizza<br />

mantiene il prodotto al caldo,<br />

poiché funge da isolante ed evita<br />

lo scambio termico con l’esterno.<br />

Inoltre “Lampo” <strong>è</strong> riutilizzabile pulendolo<br />

con un semplice panno.<br />

Per questo motivo, molti clienti<br />

tornano con il contenitore vecchio<br />

quando ricomprano l’alimento, con<br />

un ecologico riutilizzo dei materiali.<br />

Il nostro portapizza, inoltre, si può<br />

utilizzare anche come piatto, senza<br />

sporcarne uno di plastica o di ceramica,<br />

con un notevole risparmio<br />

di energia elettrica, acqua, detersivi, e<br />

soprattutto stress per la massaia o per i<br />

single”.<br />

dalla Ondulati e Imballaggi del Friuli<br />

presenta diversi vantaggi; tra questi vanno<br />

segnalati: la riduzione dei costi ambientali,<br />

la riduzione del materiale a magazzino,<br />

la riduzione dei costi legati alle pratiche<br />

burocratiche (meno ordini, meno fornitori,<br />

meno fax, meno fatture, …), l’imballo<br />

innovativo e completamente ecologico<br />

(anche ottimo strumento commerciale),<br />

la migliore e più efficace protezione del<br />

prodotto e l’eliminazione di polistirolo,<br />

sacchetti e bollicinati.


Informazione commerciale<br />

Già da ragazzo sognavo una impresa.<br />

Ho studiato e lavorato all’estero poi, negli<br />

anni ’70, sono ritornato in Italia e ho investito<br />

sul cablaggio elettrico, un prodotto<br />

che allora non c’era.<br />

Quando siamo partiti non vi era concorrenza<br />

perch<strong>è</strong> non c’erano formazione e<br />

tecnologia; non esisteva infatti una scuola<br />

che insegnava come fare i cablaggi, così<br />

mi sono fatto una cultura da solo e ho<br />

formato i dipendenti.<br />

Nel 1983 <strong>è</strong> stata creata la<br />

prima azienda, poi l’attività<br />

si <strong>è</strong> sviluppata e sono<br />

state avviate altre realtà.<br />

Oggi esiste una holding di<br />

6 aziende che si trovano<br />

nella zona industriale di<br />

Vallenoncello a sud di Pordenone.<br />

L’azienda principale<br />

<strong>è</strong> la Realcable alla quale<br />

<strong>è</strong> collegata l’Eurocablaggi.<br />

Il core business per entrambe<br />

le aziende <strong>è</strong> il cablaggio<br />

elettrico che viene<br />

impiegato ovunque vi sia<br />

necessità di conduzione di<br />

energia elettrica e che trova<br />

applicazione in qualunque<br />

tipologia di macchina<br />

o apparecchiatura.<br />

Dalla Realcable dipende<br />

l’azienda Cables e dalla<br />

Eurocablaggi dipende<br />

l’azienda Italkabel. Dall’Italkabel<br />

e dalla Cables dipende la ditta<br />

S.C.M.<br />

Lavoriamo in molteplici settori: elettrodomestico<br />

(lavabiancheria, asciugatori, forni<br />

tradizionali e a microonde), distributori automatici,<br />

condizionamento, automazioni<br />

applicate ai sistemi industriali, automobili,<br />

treni, illuminazione, elaboratori elettronici,<br />

navale, aereo, ecc.<br />

Oltre ai prodotti, ai clienti diamo anche<br />

una consulenza elettrotecnica in base al<br />

funzionamento delle loro apparecchiature;<br />

per questo motivo le nostre aziende più<br />

che fornitrici possono essere ritenute un<br />

partner per il cliente.<br />

Il segreto del nostro successo <strong>è</strong> quello<br />

di trattare bene i dipendenti e i clienti;<br />

abbiamo dipendenti che lavorano con noi<br />

CABLAGGI ELETTRICI E<br />

ASSIEMAGGI INDUSTRIALI<br />

servizi per l’industria e il commercio<br />

da quando abbiamo iniziato l’attività. La<br />

partenza <strong>è</strong> stata difficile perché dovevamo<br />

instaurare un rapporto fiduciario con<br />

i dipendenti aiutandoli a risolvere anche i<br />

loro problemi personali; crediamo molto<br />

nella formazione e nella motivazione del<br />

personale che <strong>è</strong> l’anima dell’azienda. Tutto<br />

il personale <strong>è</strong> stato addestrato e sensibilizzato<br />

a lavorare con senso di responsabilità<br />

e nel rispetto del proprio lavoro;<br />

a tutti <strong>è</strong> chiaro che il successo dei nostri<br />

Clienti dipende dalla qualità del proprio lavoro.<br />

E’ molto importante creare un buon<br />

clima aziendale e gestire i talenti; da noi<br />

ci si sente come in una grande famiglia e<br />

ciò limita il turn over. I collaboratori interni<br />

al gruppo di aziende sono oltre 120.<br />

Nonostante la crisi dell’ultimo anno siamo<br />

riusciti a mantenere il personale; attualmente<br />

stiamo incrementando il lavoro e<br />

formando nuovi dipendenti.<br />

Siamo riusciti ad essere competitivi e a<br />

crescere perché abbiamo investito in tecnologia,<br />

acquistando macchine per la produzione<br />

di cablaggi elettrici in tecnologia<br />

I.D.C. (processo a spostamento di isolante),<br />

una produzione di alto livello che ha<br />

consentito di abbattere i costi.<br />

Essendo una grossa realtà, siamo preferiti<br />

dai clienti rispetto ad altre aziende minori<br />

perché abbiamo un fornito magazzino di<br />

componenti e disponiamo di molta manodopera;<br />

possiamo quindi far fronte alle<br />

urgenze garantendo flessibilità e puntualità<br />

nelle consegne.<br />

Negli ultimi anni le attività sono state diversificate<br />

creando la RCC, un call center<br />

al quale <strong>è</strong> collegata una agenzia polifunzionale<br />

che ha sede presso<br />

il Centro Commerciale<br />

Emisfero di Fiume Veneto.<br />

Questa agenzia gestisce<br />

anche la rivista televisiva<br />

“Zappi” che, oltre ai programmi<br />

televisivi, offre una<br />

serie di rubriche.<br />

Produciamo inoltre prodotti<br />

che vendiamo con il nostro<br />

marchio, come i forni pizza<br />

per uso professionale e i<br />

distributori di ceri. Ci stiamo<br />

inserendo anche nei<br />

settori dei distributori automatici<br />

e delle macchine<br />

per sale da gioco. Questi<br />

prodotti, che vengono<br />

stoccati a magazzino, ci<br />

permettono di colmare gli<br />

eventuali cali di lavoro.<br />

Gli obiettivi per l’immediato<br />

futuro sono quelli di essere<br />

più presenti nell’area europea.<br />

Ci stiamo preparando<br />

per far fronte alle richieste dei mercati<br />

esteri, per questo abbiamo recentemente<br />

assunto una persona che seguirà il commercio<br />

estero e costruiremo un nuovo<br />

stabilimento.<br />

L’azienda <strong>è</strong> in controtendenza perché<br />

vede un mercato in crescita e sta anticipando<br />

il futuro.<br />

Ai collaboratori e alle figlie, che mi aiutano<br />

a gestire le varie realtà, ho trasmesso<br />

la mia conoscenza e la passione per il<br />

lavoro e ciò <strong>è</strong> una garanzia per la continuità<br />

dell’azienda.<br />

Informazione commerciale<br />

ottobre10 47<br />

aprile10 17


orizzonti<br />

obiettivo austria<br />

Che bel mestiere fare il ferroviere!<br />

Italia, fanalino di coda in Europa per sistema<br />

pensionistico. Così ci siamo sempre<br />

sentiti rimproverare. Così ci <strong>è</strong> stato ripetuto<br />

anche in tempi recenti. Che in Italia si<br />

continui ad andare in pensione troppo presto,<br />

nonostante l’allungamento della vita<br />

media, e che il computo della pensione sia<br />

troppo benevolo sono dati di fatto. O, almeno,<br />

erano dati di fatto prima degli ultimi<br />

interventi che hanno innalzato l’età pensionabile.<br />

Ma anche prima dell’ultima riforma<br />

il giudizio sul sistema pensionistico italiano<br />

era troppo severo e ingiustificato,<br />

se raffrontato, per esempio, a<br />

quello austriaco.<br />

Premessa necessaria. In Austria i<br />

fattori che hanno messo in crisi il<br />

sistema sono gli stessi dell’Italia:<br />

allungamento della vita media,<br />

crollo della natalità con squilibrio<br />

tra cittadini attivi e a riposo, diffusione<br />

di lavori precari e a termine<br />

con conseguente riduzione<br />

drastica dei versamenti contributivi<br />

agli istituti di previdenza. E<br />

anche in Austria recentemente<br />

si <strong>è</strong> tentato di porvi rimedio con<br />

una successione di riforme più o<br />

meno radicali.<br />

Attualmente, per dirla in breve,<br />

l’età pensionabile sarebbe di<br />

65 anni per gli uomini e 60 per<br />

le donne (per tutti i dipendenti<br />

pubblici, uomini e donne, <strong>è</strong> di<br />

65 anni). Usiamo il condizionale,<br />

perché soltanto chi ha cominciato<br />

a lavorare in questi ultimi anni ha davanti<br />

a sé questo traguardo di età; per tutti<br />

gli altri l’uscita dal mondo del lavoro arriva<br />

molto prima (mediamente a 58 anni),<br />

grazie a una serie infinita di scappatoie, deroghe,<br />

privilegi consolidati che nessun governo,<br />

neppure quello in carica di “grande<br />

coalizione”, <strong>è</strong> stato in grado si scalfire.<br />

Il caso più clamoroso riguarda i 41.000<br />

lavoratori delle Ferrovie, dove la pensione<br />

arriva già a 52 anni. Questo perché i ferrovieri<br />

non sono licenziabili e non può essere<br />

cambiata la loro mansione. Lo prevede<br />

una legge destinata a durare per sempre<br />

(quando, nel 2003, si tentò di modificarla,<br />

i ferrovieri paralizzarono i trasporti con uno<br />

sciopero memorabile, perché unico negli<br />

ultimi decenni in un Paese dove non si<br />

sciopera mai). La conseguenza del dettato<br />

sopra citato <strong>è</strong> che quando un addetto agli<br />

scambi, per esempio, non serve più, perché<br />

sono stati introdotti sistemi automatici<br />

di gestione, non gli si può far fare null’al-<br />

48 ottobre10<br />

tro. Non resta che pensionarlo, per non<br />

pagargli lo stipendio lasciandolo a casa.<br />

Nel 2006, per esempio, casi del genere<br />

sono stati quasi 2000. L’assurdo <strong>è</strong> che per<br />

coprire posti di lavoro in altri settori si devono<br />

assumere nuovi ferrovieri (13.000 dal<br />

2002 a oggi). In conclusione: oggi contro<br />

41.000 ferrovieri in servizio ve ne sono<br />

72.000 in pensione che costano allo Stato<br />

2 miliardi all’anno. Per por rimedio alla situazione<br />

in febbraio <strong>è</strong> stato preso un provvedimento...<br />

drastico: dal prossimo anno<br />

In Austria fa discutere l’innalzamento dell’età pensionabile dei ferrovieri<br />

l’età pensionabile sarà portata a 53 anni e<br />

ogni anno sarà aumentata di un anno.<br />

Altrettanto emblematica, pur riguardando<br />

soltanto un numero limitato di persone,<br />

la situazione alla Banca nazionale. Anche<br />

qui il numero di pensionati (1300) supera<br />

abbondantemente quello degli impiegati<br />

attivi (1000). La pensione scatta al 55.<br />

anno di età e contempla l’80% dell’ultimo<br />

stipendio, che per i dipendenti della banca<br />

centrale <strong>è</strong> abbondantemente superiore<br />

a quello degli altri impiegati pubblici. Ma<br />

questo trattamento riguarda soltanto gli<br />

ultimi assunti. Chi <strong>è</strong> entrato alla Banca<br />

nazionale prima del 1993 va in pensione<br />

a 55 anni, dopo 35 anni di servizio e con<br />

l’85% dell’ultima busta paga.<br />

Va da sé che anche per questa categoria le<br />

pensioni non sono coperte dai contributi<br />

versati, ma indirettamente dallo Stato.<br />

Più precisamente, la Banca nazionale<br />

austriaca (dal maggio scorso interamente<br />

di proprietà della Repubblica) ha investito<br />

due miliardi di euro in vario modo, il cui<br />

rendimento dovrebbe costituire un’entrata<br />

per lo Stato, così come pure gli affitti degli<br />

immobili di sua proprietà dati in locazione.<br />

Ma per far fronte alla copertura delle<br />

pensioni degli ex dipendenti si <strong>è</strong> ricorso a<br />

queste risorse. Fino a qualche anno fa ne<br />

bastava una parte. Nel 2009 si <strong>è</strong> raschiato<br />

il barile (272 milioni di euro per 1300<br />

pensionati), cosicché lo Stato non ha più<br />

incassato nulla.<br />

Altro capitolo dolente riguarda le cosiddette<br />

“assicurazioni sociali”, che<br />

corrispondono a quelli che<br />

erano i nostri istituti per l’assistenza<br />

sanitaria prima della<br />

nascita del Servizio sanitario<br />

nazionale. In Austria ce ne<br />

sono addirittura 22, perché<br />

si tiene conto di differenti<br />

categorie professionali e<br />

perché ogni istituto va moltiplicato<br />

per nove, quanti sono<br />

i Länder, secondo un sistema<br />

federale che moltiplica i costi<br />

ma non migliora le prestazioni.<br />

Un sistema così complicato<br />

che, per governare 10.000<br />

sanitari (dai primari in giù, in<br />

ospedali, ambulatori, centri<br />

di riabilitazione ecc.), occorrono<br />

16.000 amministrativi.<br />

Questo esercito in camice<br />

bianco ha un regime a sé,<br />

distinto da quello degli impiegati<br />

pubblici, che si riflette<br />

anche su pensioni più elevate e uscita<br />

anticipata dal lavoro. Tanto che anche per<br />

essi la pensione non <strong>è</strong> pagata con i contributi<br />

versati, ma dalla collettività.<br />

Un discorso a parte andrebbe fatto per<br />

i dipendenti regionali (cio<strong>è</strong> dei Länder).<br />

Sono 141.000 e hanno anch’essi un trattamento<br />

privilegiato rispetto al 133.000<br />

colleghi statali. L’età media della pensione<br />

<strong>è</strong> di 53 anni. Troppo lungo e complicato<br />

entrare nei dettagli di questa macchina<br />

mangiasoldi, che l’autonomia dello Stato<br />

federale rende inguaribile. Basti dire, per<br />

esempio, che mentre gli statali, in base al<br />

regime vigente, vanno in pensione tutti,<br />

uomini e donne, a 65 anni, dopo 45 anni<br />

di servizio, e l’ammontare della pensione si<br />

calcola sugli stipendi degli ultimi 40 anni,<br />

Vienna (che ha lo status di un Land) ha<br />

stabilito di raggiungere questi parametri<br />

con gradualità, entro il 2042!<br />

Marco Di Blas


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ottobre10 49


orizzonti<br />

internazionalizzazione<br />

FRIULI e CINA:<br />

relazioni<br />

consolidate<br />

Lo stato dei rapporti economici tra Friuli e<br />

Cina e le sue prospettive sono state approfondite<br />

nel corso del colloquio che l’Ambasciatore<br />

in Italia della Repubblica Popolare<br />

Cinese, Ding Wei, in occasione della sua<br />

visita in Regione, ha avuto sabato 10 settembre<br />

con il Presidente di <strong>Confindustria</strong><br />

<strong>Udine</strong> Adriano Luci.<br />

Il Presidente Luci si <strong>è</strong> detto onorato di<br />

ospitare a Palazzo Torriani l’Ambasciatore<br />

Ding Wei per l’intensità e la continuità dei<br />

rapporti di cooperazione tra le imprese<br />

friulane e la Cina in molti settori, dalla<br />

meccanica alla siderurgia, dal legno e<br />

mobile alle costruzioni, ai servizi che dimostrano<br />

l’attenzione per il mercato cinese<br />

e la volontà di approfondire le relazioni<br />

economiche bilaterali. Luci ha ricordato<br />

la presenza di quattro imprese regionali,<br />

di cui due friulane, al Padiglione italiano<br />

dell’EXPO di Shangai, che attesta il livello<br />

Marco Bruseschi (foto Buldrin)<br />

Obiettivo Albania per le imprese friulane;<br />

“un partner commerciale di prim’ordine<br />

per i nostri imprenditori – spiega Marco<br />

Bruseschi, vice-presidente di <strong>Confindustria</strong><br />

<strong>Udine</strong>, con delega all’internazionalizzazione<br />

- non solo per la sua vicinanza geografica,<br />

per i rapporti storici e culturali, ma anche<br />

per il suo dinamismo economico ed il fatto<br />

di essere uno dei pochi paesi a non aver<br />

smesso di crescere anche nello scorso anno<br />

di crisi. Le previsioni proiettano l’Albania<br />

inoltre verso un progressivo trend di<br />

sviluppo, che contribuirà alla crescita ed alla<br />

stabilizzazione di tutta l’area dei Balcani e<br />

dell’Adriatico meridionale”.<br />

E di Albania, con particolare riguardo alle<br />

opportunità nel settore energetico, si <strong>è</strong><br />

50 ottobre10<br />

Adriano Luci con l’ambasciatore cinese<br />

Ding Wei (foto Gasperi)<br />

innovativo della produzione friulana apprezzata<br />

in Cina.<br />

Da parte sua l’Ambasciatore Ding Wei<br />

ha riconosciuto il ruolo dell’imprenditoria<br />

friulana sottolineando come <strong>Udine</strong> si carat-<br />

parlato martedì 7 settembre a palazzo<br />

Torriani in un seminario promosso da<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> con il supporto di<br />

Informest cui sono intervenuti, oltre a<br />

Bruseschi, Daniela Maizeni, rappresentante<br />

della Camera di Commercio di Tirana per<br />

il Friuli Venezia Giulia, Michele Feletig, di<br />

Informest Consulting, Corrado Campobasso<br />

e Benoit Hamende, analisti di Informest.<br />

Del resto, come ha ricordato Daniela<br />

Maizeni, la crescente rilevanza del Paese<br />

<strong>è</strong> anche testimoniata del memorandum<br />

d’intesa stipulato il 30 giugno 2010 tra<br />

la Camera di Commercio di <strong>Udine</strong> e la<br />

Camera di Commercio di Tirana, mirante a<br />

rafforzare i legami economici e politici tra le<br />

due sponde dell’Adriatico e ad incoraggiare<br />

la creazione di relazioni permanenti<br />

tra rispettive organizzazioni, in vista del<br />

miglioramento della cooperazione sulle<br />

questioni relative alla internazionalizzazione<br />

delle imprese.<br />

In questo quadro, hanno poi rilevato<br />

gli analisti di Informest - l’ambito<br />

dell’energia spicca per il suo tradizionale<br />

peso nell’economia del paese e per le<br />

opportunità offerte agli investitori stranieri,<br />

terizzi per il livello delle sue industrie. I rapporti<br />

tra Cina e Friuli sono positivi e sicuramente<br />

potranno essere ulteriormente sviluppati<br />

sulla base della reciprocità. Ci sono<br />

concrete aspettative al riguardo. Quest’anno<br />

si celebrano i 40 anni dell’apertura<br />

delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina<br />

e prossima <strong>è</strong> la conclusione dell’accordo<br />

triennale di amicizia italo-cinese: premesse<br />

queste per l’accelerazione ed il rafforzamento<br />

delle relazioni tra Cina e Friuli.<br />

L’Ambasciatore ha manifestato pieno interesse<br />

a prendere contatto diretto con<br />

la realtà industriale friulana, in particolare<br />

con i settori aperti alla collaborazione con<br />

la Cina. Il Presidente Luci ha confermato<br />

la propria disponibilità nella logica di contribuire<br />

al rafforzamento della reciproca<br />

conoscenza.<br />

L’Ambasciatore Ding Wei ha partecipato<br />

successivamente all’incontro con l’Associazione<br />

cinese del Friuli Venezia Giulia<br />

ospitato a Palazzo Torriani.<br />

Da ricordare, tra l’altro, che una delegazione<br />

di Giovani Imprenditori di <strong>Confindustria</strong><br />

<strong>Udine</strong>, guidata dal presidente Enrico Accettola,<br />

<strong>è</strong> prossima a partire alla volta di<br />

Shanghai per visitare l’Expo 2010.<br />

E.L.<br />

Le opportunita’ energetiche<br />

dell’albania<br />

grazie alla fase di transizione del settore.<br />

Già da diversi anni, infatti, il governo ha<br />

intrapreso la riforma di questo campo<br />

strategico, per conformarlo agli standard<br />

comunitari e di mercato, in vista di un futuro<br />

accesso del paese all’Unione Europea.<br />

Inoltre, nei settori idroelettrico e eolico, ma<br />

anche nel campo delle energie rinnovabili e<br />

del gas, esistono allo stato attuale numerosi<br />

progetti già in corso di realizzazione o di<br />

prossimo avvio, che vedono coinvolte<br />

importanti imprese italiane. Il valore<br />

complessivo di queste opere si aggira<br />

intorno ai 5 miliardi di Euro.<br />

La preminenza delle questioni energetiche<br />

per il paese adriatico, figura anche nel<br />

rapporto congiunto dell’Istituto del<br />

Commercio Estero e del Ministero degli<br />

Affari Esteri, dove il settore in questione <strong>è</strong> in<br />

testa alle iniziative promozionali dal sistema<br />

Italia, da realizzarsi nell’anno a venire. Si<br />

tratta di un nitido segnale di quanto questo<br />

ambito possa offrire, ed <strong>è</strong> un stimolo alle<br />

aziende italiane e friulane che possono<br />

contribuire con la loro tecnologia ed il loro<br />

know how ad una effettiva modernizzazione<br />

del paese delle Aquile.<br />

A.L.


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ottobre10 51


orizzonti<br />

Logistica<br />

La crisi dei mesi recenti <strong>è</strong> destinata a cambiare<br />

radicalmente le coordinate strategiche<br />

di riferimento con le quali si organizza<br />

il mondo della logistica e del trasporto<br />

delle merci, al là della contrazione dei volumi<br />

di movimentazione dello scorso anno<br />

ed i timidi segnali di ripresa che sono un<br />

dato di attualità economica. La situazione<br />

di sofferenza generale ha generato un<br />

processo di selezione ed espulsione dal<br />

mercato delle imprese più deboli che, ci si<br />

augura, contribuiscano a creare un’offerta<br />

di servizi logistici di qualità e strutturata,<br />

capace di rimettere in gioco il sistema italiano<br />

di logistica nello scenario europeo ed<br />

internazionale.<br />

Dalla crisi si uscirà soprattutto con soluzioni<br />

di integrazione e con sistemi di reti,<br />

capaci di offrire all’industria un sistema di<br />

infrastrutture e di servizi fortemente gerarchico,<br />

capace di integrare l’Italia nel contesto<br />

infrastrutturale paneuropeo. Se continueranno<br />

invece a prevalere le logiche<br />

di provincialismo e di difesa delle nicchie<br />

esistenti, le logiche di scarsa pianificazione<br />

e selezione delle opere e degli interventi<br />

veramente utili ed urgenti allora diventerà<br />

davvero difficile offrire all’industria un<br />

sistema logistico capace di essere leva di<br />

vantaggio competitivo della riorganizzazio-<br />

52 ottobre10<br />

occorre passare<br />

dalle parole ai fatti<br />

ne delle gerarchie, che la crisi industriale in<br />

corso inevitabilmente determina.<br />

Il Friuli Venezia Giulia vanta un eccezionale<br />

dotazione di infrastrutture nodali (porti,<br />

interporti, aeroporti etc.) alla quale però<br />

si accompagna anche una eccezionale<br />

incapacità tra le medesime di fare sistema.<br />

Purtroppo anche la nostra Regione (come<br />

del resto <strong>è</strong> avvenuto nell’intero Paese),<br />

non <strong>è</strong> stata in grado di creare una tradizione<br />

e un’esperienza logistica tale da concorrere<br />

in maniera competitiva con altre realtà<br />

europee ed internazionali, e la debolezza<br />

delle soluzioni logistiche <strong>è</strong> stato un elemento<br />

oggettivo di debolezza competitiva<br />

dell’intero sistema industriale. Il Friuli della<br />

logistica non ha creato agglomerazione ed<br />

economie di scala, non <strong>è</strong> stata in grado di<br />

assicurare una regia di sistema a supporto<br />

delle capacità industriali della Regione.<br />

In questo quadro a peggiorare la situazione<br />

si somma il fatto che la regia della logistica<br />

italiana <strong>è</strong> finita nelle mani di grandi gruppi<br />

multinazionali, che hanno considerato il<br />

nostro Paese una opportunità per crescere<br />

dimensionalmente in un mercato mondiale<br />

dei flussi di merce che si <strong>è</strong> davvero<br />

globalizzato: ovviamente, avendo delegato<br />

il cervello delle operazioni logistiche, <strong>è</strong><br />

venuta progressivamente meno la capacità<br />

di costruire soluzioni di servizio coerenti<br />

con le caratteristiche dominanti del tessuto<br />

imprenditoriale nazionale.<br />

L’offerta di servizi logistici a valore aggiunto<br />

da parte degli interporti (che rappresentano<br />

un invenzione nazionale) potrebbe costituire<br />

un importante volano della crescita<br />

economica, dal momento che gli stessi<br />

sono in grado di rendere più competitivo<br />

il sistema produttivo nazionale costituito<br />

prevalentemente da PMI, attraverso servizi<br />

di trasporto – anche ferroviari e intermodali<br />

- movimentazione e magazzinaggio delle<br />

merci e rapidi collegamenti con altri nodi<br />

del sistema logistico.<br />

Parlando di trasporto ferroviario bisogna<br />

tracciare un panorama dei servizi di trasporto<br />

nel nostro Paese e precisamente:<br />

negli ultimi 30 – 40 anni si <strong>è</strong> costruito un<br />

sistema “drogato”, che ora presenta il suo<br />

conto;<br />

una struttura dei servizi di autotrasporto<br />

frammentata, basata su realtà imprenditoriali<br />

di piccola dimensione, dipendente<br />

fortemente dai sussidi pubblici, incapace<br />

di evolvere verso modelli maggiormente<br />

evoluti di organizzazione industriale;<br />

una qualità della domanda di servizi di<br />

trasporto da parte delle imprese ancora<br />

fortemente orientata da un lato alla pura<br />

minimizzazione del costo, e dall’altra al<br />

minor governo possibile del processo, mediante<br />

la dominanza del sistema di vendita<br />

“franco fabbrica”;<br />

la crisi strutturale della intermodalità da tutti<br />

evocata, effetto di un vecchio modello di<br />

mercato che basava tutta la sua esistenza<br />

grazie ad un prezzo riconosciuto alla vezione<br />

ferroviaria del tutto incompatibile con<br />

il costo di produzione del servizio; questa<br />

struttura era compatibile con un sistema<br />

ferroviario ancora in regime di monopolio,<br />

ma non con le regole di equilibrio di bilancio.<br />

Paolo Sartor,<br />

docente ed esperto di logistica


CDA<br />

un’azienda che guarda avanti<br />

ottobre10 53<br />

www.lemonstudio.it


orizzonti<br />

regione<br />

Archiviata l’estate, ricomincia l’attività<br />

istituzionale in Consiglio regionale che,<br />

seppure scosso dal caso auto blu che ha<br />

coinvolto Edouard Ballaman (dimessosi<br />

poi dalla carica di presidente del Consiglio<br />

Regionale), inizia a lavorare sin dai primi<br />

giorni di settembre.<br />

Le Commissioni consiliari hanno in<br />

programma l’esame della legge di<br />

manutenzione dell’ordinamento regionale<br />

e un’audizione dei vertici dell’ospedale<br />

infantile triestino Burlo Garofolo per<br />

approfondire la situazione dell’istituto e le<br />

sue prospettive.<br />

A favore delle imprese, prima della pausa<br />

estiva, la Giunta regionale approva un<br />

finanziamento straordinario di 45 milioni<br />

di euro a favore dei Fondi di rotazione<br />

dei quali venti milioni assegnati al FRIE<br />

(industria), venti al FRICS (commercio,<br />

turismo e servizi) e cinque al FRIA<br />

(artigianato). Il provvedimento riequilibra<br />

le casse dei Fondi di rotazione che<br />

ultimamente erano in sofferenza perché,<br />

pur potendo contare su dotazioni molto<br />

ampie, erano stati utilizzati dalle aziende<br />

grazie alle norme anticrisi. Da ascrivere tra<br />

i provvedimenti anticrisi c’<strong>è</strong> poi l’attivazione<br />

di un nuovo Fondo di garanzia a favore<br />

delle piccole e medie imprese (PMI) nel<br />

quale sono stati allocati 22 milioni di euro<br />

(5,3 milioni di quota FESR, 11,5 di budget<br />

statale e 5 milioni provenienti dal bilancio<br />

regionale) e che, gestito dai Confidi, servirà<br />

a dare alle PMI locali maggiori possibilità<br />

di accedere al credito bancario per le<br />

finalità di innovazione e sviluppo. L’importo<br />

massimo garantito del finanziamento<br />

per singola PMI non potrà superare in<br />

generale i 2 milioni euro, con una serie di<br />

restrizioni per alcune categorie definite da<br />

regolamenti europei.<br />

Per i settori della meccanica, occhialeria,<br />

edilizia e automotive l’esecutivo<br />

mette a punto quattro singoli piani di<br />

attuazione della durata di due anni<br />

con i quali, affrontando la situazione di<br />

difficoltà occupazionale, si illustrano le<br />

trasformazioni avvenute nel corso degli<br />

54 ottobre10<br />

i nuovi provvedimenti<br />

a favore delle imprese<br />

ultimi anni nei singoli settori e si analizzare<br />

le difficoltà intervenute nella domanda<br />

interna ed estera. I Piani illustrano, inoltre,<br />

i progetti finalizzati all’orientamento,<br />

alla riqualificazione e ricollocazione<br />

dei lavoratori. Data la complessità e la<br />

delicatezza della situazione, gli interventi<br />

sono stati pianificati e organizzati affinché<br />

il lavoratore possa ricevere tutte le<br />

informazioni, le agevolazioni e i servizi<br />

necessari alla ricollocazione, secondo una<br />

logica di integrazione e ottimizzazione<br />

delle risorse (umane, strumentali,<br />

metodologiche) e dei progetti già in<br />

essere. In agosto sono state modificate<br />

in senso migliorativo le Linee guida per la<br />

realizzazione e gestione di politiche attive<br />

del lavoro per i destinatari dei trattamenti<br />

di cassa integrazione in deroga e mobilità<br />

in deroga.<br />

L’obiettivo <strong>è</strong> rendere ancora più facilmente<br />

fruibile la partecipazione ai percorsi di<br />

formazione obbligatori. In particolare, i<br />

lavoratori interessati dalla crisi economica<br />

e destinatari di ammortizzatori sociali in<br />

deroga in cassa integrazione e mobilità<br />

potranno assolvere l’obbligo formativo<br />

partecipando: alle attività formative facenti<br />

parte delle macro aree tematiche ‘’Lingue’’,<br />

Una seduta del Consiglio Regionale<br />

‘’Informatica’’ e ‘’Professionalizzante’’<br />

del Catalogo regionale della formazione<br />

permanente; a specifici percorsi formativi<br />

predisposti ad hoc; ad altre attività<br />

formative finanziate dal FSE al di fuori<br />

dell’offerta formativa specificamente ad<br />

essi destinata.<br />

Due infine i disegni di legge licenziati. Il<br />

primo <strong>è</strong> relativo al riordino e la disciplina<br />

della partecipazione della Regione a<br />

società di capitali che in sostanza regola<br />

la partecipazione della Regione a società<br />

di capitali, attuando nel contempo alcuni<br />

adempimenti, tra i quali semplificazione<br />

e razionalizzazione del quadro normativo<br />

attualmente vigente in materia. Il<br />

secondo disegno di legge ha l’obiettivo<br />

di valorizzare l’artigianato, eliminare<br />

la burocrazia inutile, informatizzare,<br />

rendere più semplice la realizzazione di<br />

una nuova impresa, creare progetti di<br />

formazione e semplificare i sistemi per<br />

ottenere finanziamenti regionali grazie<br />

all’attribuzione di maggiori compiti ai Centri<br />

di assistenza delle imprese di settore.<br />

Carla Ciampalini


ottobre10 55


orizzonti<br />

Friulani nel mondo<br />

La copertina che La Patrie dal Friul ha<br />

dedicato nel numero di agosto a<br />

Sandra Pupatello<br />

Sandra Pizzolitto Pupatello, ministro del<br />

commercio e dello sviluppo economico<br />

dell’Ontario in Canada <strong>è</strong> orgogliosa della<br />

sue radici friulane (la famiglia <strong>è</strong> originaria<br />

di Morsano al Tagliamento, “Morsan des<br />

Ocjis” come sottolinea lei, ndr). Per lei<br />

il Friûl <strong>è</strong> un esempio anche dal punto di<br />

vista economico con le sue imprese e gli<br />

apre le porte del Canada per «vignî e insegnâ<br />

il lôr sisteme di lavorâ». Ma non solo: a<br />

causa della crisi il suo Paese sta cercando<br />

altri mercati e la Pizzolitto guarda al Friuli<br />

come un ingresso privilegiato per l’Europa.<br />

È difficile per una donna fare politica<br />

in Canada?<br />

- All’inizio, quando ho iniziato io, non<br />

c’erano molte donne: nel mio partito, il<br />

“Liberal”, eravamo solo 4, di cui una era<br />

la leader del partito. La vita per le donne<br />

parlamentari, come in tutto il mondo, <strong>è</strong><br />

condizionata anche dalla distanza: infatti il<br />

Parlamento <strong>è</strong> a Toronto, la capitale dell’Ontario,<br />

e questo mi obbliga a rimanere fuori<br />

casa tutta la settimana, lontano dalla famiglia.<br />

Ora però il numero delle donne <strong>è</strong> aumentato:<br />

nel nostro “cabinet”, l’esecutivo<br />

del governo, il 30% sono donne.<br />

Com’<strong>è</strong> iniziato il Suo impegno a servizio<br />

della comunità?<br />

- Sono entrata a 19 anni nel Club del Fogolâr<br />

Furlan di Windsor. Sono rimasta per<br />

10 anni nell’esecutivo, fino a diventarne<br />

Presidente, ma quando sono stata eletta in<br />

Parlamento ho dovuto rassegnare le dimissioni<br />

perché le cariche erano incompatibili.<br />

È stata una bella palestra di vita: lavorare<br />

con i Friulani <strong>è</strong> una bella esperienza, ma<br />

56 ottobre10<br />

Il FRIûL?<br />

La porta dell’Europa<br />

per il Canada<br />

anche impegnativa perché siamo un popolo<br />

tosto. Penso che se una donna riesce<br />

a fare il Presidente di un Fogolâr Furlan<br />

e sopravvivere, può fare tutto (ride, ndr).<br />

E ora che sono titolare del Ministero del<br />

commercio e dello sviluppo economico ho<br />

la possibilità di vedere il Friuli com’<strong>è</strong> oggi:<br />

molto cambiato.<br />

Ovvero?<br />

- In Friuli oggi ci sono scuole, università e<br />

ricerca, innovazione con livelli di eccellenza.<br />

Purtroppo, la maggior parte dei Friulani<br />

del Canada non sanno quanto il Friuli sia<br />

cambiato.<br />

Durante la Sua visita in Friuli in<br />

occasione dell’assemblea di <strong>Confindustria</strong><br />

di <strong>Udine</strong> nel 2008 l’abbiamo<br />

sentita parlare con grande orgoglio<br />

della Sua identità friulana: che ricordo<br />

ha di quell’occasione?<br />

- Sapevo che non ci sarebbero stati solo<br />

Friulani, ma che ci sarebbero stati ospiti da<br />

tutta Italia. Però volevo dimostrare che io<br />

sono una figlia di quella terra e quindi non<br />

sono molto distante da chi mi ascoltava,<br />

anche se sono di Windsor. Non sono solo<br />

un Ministro del Canada e non ho in testa<br />

solo il business, ma ho un legame forte col<br />

Friuli. Parlare par furlan <strong>è</strong> stato il mio modo<br />

per entrare in sintonia con la gente che mi<br />

ascoltava.<br />

Com’<strong>è</strong> la situazione economica in<br />

Canada?<br />

- Dobbiamo tener presente che il nostro<br />

mercato sono gli Stati Uniti d’America dove<br />

avevamo più del 80% delle relazioni economiche.<br />

Con la recessione che ha colpito<br />

anche loro, ora siamo obbligati a trovare altri<br />

mercati e uno e proprio l’Europa. Perciò<br />

l’anno scorso abbiamo iniziato a costruire<br />

un rapporto Canada-Europa che dovrebbe<br />

andare in porto forse nel 2011. Penso che<br />

il Friuli potrebbe essere la nostra porta privilegiata<br />

per entrare in UE.<br />

Quali sono i vantaggi?<br />

- In Friuli c’<strong>è</strong> la piccola impresa e questa<br />

impostazione imprenditoriale risulta più<br />

elastica e reagisce meglio di una grande<br />

industria di fronte alla crisi. Invece in Cana-<br />

da ci sono in percentuale più multinazionali.<br />

E così quando <strong>è</strong> arrivata la recessione,<br />

il Friuli ha resistito meglio: quando l’azienda<br />

ha una dimensione familiare non “abbandona<br />

in strada” la gente senza lavoro,<br />

come invece fa una grande industria. Qui<br />

in Ontario la disoccupazione <strong>è</strong> aumentata<br />

notevolmente. E dunque dobbiamo aiutare<br />

il piccolo imprenditore a modificare questo<br />

sistema economico.<br />

Come?<br />

- Trovando imprenditori europei, e friulani,<br />

perché no, che siano disponibili a venire<br />

in Canada e insegnare il loro modo di<br />

lavorare.<br />

Lei quante lingue parla?<br />

- Sono cresciuta parlando furlan e English.<br />

Anche il francais perché si parla in Canada:<br />

proprio sapere il friulano mi ha aiutata ad<br />

impararlo, perché mi sembra che sia più<br />

simile dell’italiano, che invece non parlo<br />

bene e dovrei migliorare. E poi, quando<br />

adesso vado in Messico per lavoro, non ci<br />

metto molto ad imparare qualche parola<br />

di español perché anche questa lingua mi<br />

sembra molto simile al friulano. Quindi<br />

posso dire che la lenghe furlane mi aiuta<br />

ad imparare anche le lingue straniere.<br />

Nel mondo ci sono Friulani in molti<br />

paesi: il friulano potrebbe essere<br />

la “lingua franca” per le comunità<br />

friulane nel mondo?<br />

- Sì perché penso che quando i Friulani si<br />

trovano in qualsiasi parte del mondo, questo<br />

<strong>è</strong> già una marcia in più. E aiuta anche i<br />

rapporti economici perché ti senti già della<br />

stessa famiglia.<br />

Christian Romanini<br />

La Patrie daL FriÛL<br />

L’intervista qui riportata <strong>è</strong> una sintesi tradotta<br />

di quanto pubblicato in esclusiva sul numero<br />

di agosto (qui sopra la copertina, ndr) del<br />

mensile in lingua friulana “La Patrie dal Friûl”.<br />

Potete leggere l’intervista completa del<br />

ministro Sandra Pizzolitto Pupatello (che ha<br />

parlato esclusivamente in friulano) sul sito<br />

www.lapatriedalfriul.com dov’<strong>è</strong> disponibile<br />

un ricco archivio con tutti i numeri<br />

precedentemente pubblicati.


ASTORIA HOTEL ITALIA <br />

Artisti nell’Ospitalità …<br />

L’elegante edificio sede dell’Hotel <strong>è</strong> situato nel centro storico della città,<br />

immediatamente all’esterno dell’area pedonale: la posizione priv ilegiata<br />

consente agli Ospiti di v ivere le peculiarità artistiche, culturali e ricreativ e del<br />

cuore di <strong>Udine</strong>.<br />

La pluriennale esperienza nel settore dell’Ospitalità unita ad un’elev ata<br />

professionalità, fanno dell’Astoria Hotel Italia il punto di riferimento ideale per<br />

tutti coloro che all’accoglienza alberghiera chiedono qualità raffinata, serv izi<br />

personalizzati, elev ato comfort e praticità.<br />

… e nella Ristorazione<br />

CENA,, OPERA UNICA<br />

un progetto a cura di<br />

Luisa Sello (Amici della Musica di <strong>Udine</strong>)<br />

e Stefania Mocchiutti (Astoria Hotel Italia)<br />

‘Cena, Opera Unica’ offre la possibilità di ascoltare la<br />

grande musica con una formula nuova ed<br />

accattivante.<br />

La cena, proposta sempre con menù diversi, sarà<br />

concentrata attorno ad una sola Opera Musicale di un<br />

unico autore e verrà presentata, sfogliata, scollata<br />

dagli artisti fino a ricomporsi nella sua formula<br />

esecutiva originaria alla fine della serata.<br />

I musicisti siederanno al tavolo degli ospiti e<br />

potranno scardinare e scomporre via via il lavoro<br />

musicale presentando i temi, la struttura e il<br />

percorso dell’opera nei dettagli.<br />

Nell’esecuzione finale trasformeranno la loro<br />

presenza in quella di artisti da palcoscenico,<br />

rinnovando il rito dell’esecuzione dal vivo con tutti i<br />

parametri del concerto.<br />

DOOMMEENNII CCAA 10 OOTTTTOOBBRREE 2010<br />

Trio Echos (Austria)<br />

violino, violoncello, pianoforte<br />

Ludwig v an Beethov en<br />

Opera Unica: Trio in do minore op.3 n. 3<br />

V EENNEERRDD ÌÌ 29 OOTTTTOOBBRREE 2010<br />

YOU Seung-Ha (Corea)<br />

pianoforte<br />

Frederic Chopin<br />

Opera Unica: Scherzo n. 2 op.31<br />

in Sib maggiore<br />

V EENNEERRDD ÌÌ 12 NNOOVVEEMMBBRREE 2010<br />

Duo Kobal-Grafenauer (Slovenia)<br />

Flauto e chitarra<br />

Astor Piazzolla<br />

Opera Unica: Histoire du Tango<br />

V EENNEERRDD ÌÌ 26 NNOOVVEEMMBBRREE 2010<br />

Nina Mole/Jakša Zlatar (Croazia)<br />

Duo pianistico<br />

Franz Schubert<br />

Opera Unica: Fantasia in fa minore<br />

D 940 op. 130<br />

Il programma <strong>è</strong> così stabilito in data 06/09/2010: per<br />

cause di forza maggiore potrà subire variazioni<br />

ASTORIA HOTEL ITALIA / Piazza XX Settembre, 24 – <strong>Udine</strong><br />

Per INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI riv olgersi al n. 0432/505091<br />

o scriv ere una e-mail all’indirizzo: astoria@hotelastoria.udine.it<br />

ottobre10 57


orizzonti<br />

ente Friuli nel Mondo<br />

I friulani sono dei maestri con le tessere del<br />

mosaico e la loro arte <strong>è</strong> qualcosa di unico.<br />

“Tessere in libertà” <strong>è</strong> il titolo della mostra,<br />

dedicata a questo particolare settore artistico,<br />

inaugurata il 9 luglio a Paray le Monial,<br />

in Francia. Un paese dalla spiritualità intensa,<br />

viste le decine di conventi, chiese, cappelle,<br />

sacelli, edifici religiosi che arricchiscono<br />

questo luogo, ma soprattutto un centro<br />

produttivo rinomato della ceramica francese.<br />

La cittadina ha ospitato migliaia di italiani e<br />

tanti friulani emigrati qui in cerca di fortuna<br />

e, soprattutto, di un futuro.<br />

Paray le Monial sta divenendo, in ambito<br />

europeo, un centro culturale per il mosaico,<br />

grazie al lavoro eccezionale dell’associazione,<br />

‘’M comme Mosaïque’’ presieduta dalla<br />

la signora Chantal Demonchaux. L’associazione<br />

organizza, da dieci anni e con estrema<br />

sensibilità, mostre cui partecipano i migliori<br />

artisti contemporanei che si esprimono con<br />

il mosaico, in tutte le sue forme. Una professionalità<br />

che evoca diversi paesi del Friuli<br />

specializzati in questo settore: Spilimbergo,<br />

Sequals, Facchina, Odorico, Mora e altri<br />

ancora.<br />

Il Friuli vanta i migliori mosaicisti del mondo<br />

e, a Paray le Monial, erano presenti Luciano<br />

Petris, il figlio ed Evelina Della Vedova.<br />

Artisti di straordinarie qualità, dove la forza,<br />

l’originalità e la creatività, legati alle tessere<br />

colorate, sono emerse prepotenti, utilizzando<br />

forme, colori e materiali che hanno<br />

58 ottobre10<br />

i friulani brillano di mille colori<br />

L’arte del mosaico protagonista in Francia.<br />

Artisti friulani espongono le loro opere a Paray le Monial<br />

di Paola Del Degan<br />

sottolineato le potenzialità del mosaico, con<br />

risultati sbalorditivi. Cromatismo, eclettismo,<br />

grafismo inseriti in sfumature dadaiste,<br />

cubiste, astratte, capaci di riunire scultura,<br />

pittura, bassorilievo in opere d’arte uniche<br />

travolte da luci, riflessi, colori, forme, creando<br />

emozioni grazie a queste speciali “schegge<br />

di vita”.<br />

Sorprendono la forza e la potenza delle<br />

opere di Luciano Petris, mentre Evelina Della<br />

Vedova ha sublimato nei suoi mosaici le<br />

qualità del pittore simbolista austriaco Klimt<br />

esponente della corrente Art Nouveau di<br />

Vienna. Evelina, rivisitando le opere di questo<br />

genio, ha creato pezzi d’arte d’effetto.<br />

Il Fogolâr Furlan di Lione conta, fra i suoi<br />

membri, otto ex-allievi della scuola di Spilimbergo,<br />

che hanno acquisito la tecnica perfetta<br />

al servizio dell’arte che contraddistingue<br />

il Friuli e chi lo rappresenta all’estero .<br />

Il Friuli del mosaico <strong>è</strong> completato dall’eccellenza<br />

tecnica ed essere artigiani preparati<br />

prima di essere artisti <strong>è</strong> una qualità fondamentale<br />

intrinseca ai mosaicisti della nostra<br />

regione.<br />

All’inaugurazione della mostra, avvenuta<br />

nel centro storico di Paray le Monial, erano<br />

presenti Maryse Di Stefano-Andrys, Evelina<br />

Della Vedova, Luciano Petris, Patrizio di Marsiglia,<br />

Angelo Nassivera. Alcuni artisti vivono<br />

e lavorano in Francia ma sono dei friulani<br />

doc come Ezio Della Vedova e Danilo Vezzio,<br />

ex-allievi della scuola di Spilimbergo e<br />

responsabili del Fogolâr Furlan di Lione.


orizzonti<br />

ente Friuli nel Mondo<br />

i friulani nel mondo: una risorsa per lo<br />

sviluppo del Friuli<br />

Il rapporto tra i friulani emigrati nel mondo<br />

ed il Friuli <strong>è</strong> cambiato a fronte di friulani ormai<br />

di terza e quarta generazione che non<br />

possono che considerare il legame con la<br />

Piccola Patria in modo diverso dai loro padri.<br />

Il Friuli non <strong>è</strong> più la terra diretta di origine,<br />

ma un compendio di valori, di cultura e di<br />

Incontro tra il Presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, Piero Pittaro,<br />

ed il Presidente di <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>, Adriano Luci<br />

Adriano Luci e Piero Pittaro<br />

storia cui far riferimento per ritrovare le radici<br />

di un percorso che ha portato i friulani ad<br />

essere parte attiva delle realtà in cui si sono<br />

inseriti assumendo anche ruoli di prestigio<br />

nelle istituzioni e nell’economia.<br />

Di questa trasformazione hanno discusso il<br />

Presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, Piero<br />

Pittaro, ed il Presidente di <strong>Confindustria</strong><br />

<strong>Udine</strong>, Adriano Luci, che hanno convenuto<br />

sul ruolo che in questo diverso contesto può<br />

essere svolto dall’Ente.<br />

Un particolare aspetto, su cui ha insistito il<br />

Presidente Luci, riguarda la possibilità che i<br />

Fogolars Furlans sono in grado di offrire per<br />

stabilire nuove relazioni tra le imprese friulane<br />

e quelle dei friulani nel mondo allargando<br />

le opportunità di cooperazione economica.<br />

Ed <strong>è</strong> questo anche un modo per valorizzare<br />

ciò che rappresenta la cultura friulana ed i<br />

suoi valori che nel lavoro e nell’impresa trovano<br />

una precisa espressione.<br />

Sicurezza non solo in fabbrica, ma anche in<br />

strada. E’ questo l’obiettivo che ha spinto<br />

Burgo ad estendere alla prevenzione degli<br />

incidenti stradali l’ormai tradizionale impegno<br />

per la sicurezza dei dipendenti sul<br />

posto di lavoro.<br />

In un incontro aperto al pubblico, svoltosi<br />

giovedì 16 settembre sul piazzale antistante<br />

lo stabilimento di Tolmezzo e organizzato<br />

in collaborazione con la Provincia di <strong>Udine</strong>,<br />

esperti del settore hanno evidenziato i rischi<br />

della circolazione stradale e dell’alta velocità<br />

e illustrato modi e accorgimenti per evitarli<br />

o limitarli al massimo.<br />

“Con questa iniziativa, che si aggiunge al<br />

piano di prevenzione e formazione aziendale<br />

– ha spiegato Arno Alzetta, direttore dello<br />

storico stabilimento tolmezzino -, vogliamo<br />

dare un’ulteriore dimostrazione del nostro<br />

I friulani sono noti per essere di buoni principi,<br />

onesti e lavoratori. Sono caratteristiche<br />

importanti che vanno però traguardate nel<br />

mondo della globalizzazione e della discontinuità.<br />

A questi valori “storici” vanno aggiunti<br />

la fantasia, la creatività e l’imprenditorialità.<br />

Non <strong>è</strong> senza significato, coma ha osservato<br />

il Presidente Luci, che <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong>,<br />

nell’ambito di una iniziativa comune con le<br />

Confindustrie di Gorizia e Pordenone, sia<br />

divenuto socio dell’Ente Friuli nel Mondo e<br />

che stia veicolando il periodico Realtà Industriale<br />

nelle sedi di tutti i Fogolars Furlan nel<br />

mondo dedicando in ogni numero un articolo<br />

specifico ai friulani che nel mondo si sono<br />

affermati nel campo dell’imprenditoria.<br />

Ed <strong>è</strong> questo, come hanno conclusivamente<br />

sottolineato i due Presidenti Pittaro e Luci,<br />

un modo utile per rinsaldare l’identità del<br />

Friuli.<br />

a tolmezzo sicurezza non solo in fabbrica<br />

Arno Alzetta<br />

Iniziativa di BURGo per cittadini e dipendenti<br />

eventi<br />

impegno per la sicurezza e la salute di<br />

quanti lavorano con noi, dei loro familiari e<br />

degli abitanti della zona. In questo campo<br />

il nostro stabilimento investe annualmente<br />

circa 600mila euro complessivi con 16<br />

ore di formazione per dipendente. Inoltre<br />

l’opera di sensibilizzazione sui dispositivi di<br />

sicurezza, di prevenzione e protezione <strong>è</strong> costante<br />

e riguarda anche ospiti, autisti e ditte<br />

esterne che entrano in stabilimento”.<br />

E.L.<br />

All’incontro hanno anche partecipato la<br />

Provincia con il vice presidente Marchetti<br />

e l’assessore Faleschini, il sindaco Zearo e<br />

rappresentanti dell’amministrazione comunale<br />

di Tolmezzo, alcuni sindaci della Carnia,<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> con la Delegazione Tolmezzina<br />

ed il Gruppo Cartarie di <strong>Udine</strong> ed i<br />

vertici istituzionali del capoluogo carnico.<br />

ottobre10 59


orizzonti<br />

Libri<br />

Altre letture<br />

consigliate<br />

Enzo Mattina<br />

eLogio deLLa<br />

Precarieta’<br />

Il lavoro tra flessibilità,<br />

sussidiarietà e<br />

federalismo<br />

Rubbettino<br />

Pagg.: 176<br />

Euro 15,00<br />

Può sembrare<br />

strano che proprio<br />

da un sindacalista,<br />

ex segretario della Uilm e della Flm (la<br />

federazione dei lavoratori metalmeccanici)<br />

arrivi un elogio della precarietà, ma Martina,<br />

estensore insieme a Gino Giugni della prima<br />

proposta sul lavoro interinale, <strong>è</strong> persona<br />

che sa ragionare al di fuori degli schemi<br />

precostituiti e questo libro lo dimostra. Per<br />

Martina, infatti, <strong>è</strong> un “singolare strabismo<br />

politico” quello che in Italia fa percepire a<br />

molti il lavoro precario come addirittura più<br />

negativo del lavoro nero. Nel volume egli<br />

spiega come non abbia senso demonizzare<br />

un fenomeno sociale che difficilmente potrà<br />

essere cancellato, ma che invece può essere<br />

adeguatamente disciplinato purché si superi<br />

lo sterile e inadeguato dibattito in corso<br />

“sulla flessibilità che continua a prendere<br />

in considerazione solo gli aspetti relativi<br />

alla durata del rapporto di lavoro, mentre<br />

dovrebbe focalizzarsi sulle forme di tutela<br />

dei passaggi che segnano l’arco della vita<br />

di lavoro di ogni individuo: disoccupazione,<br />

accesso al lavoro, perdita di lavoro, riaccesso”.<br />

Una riflessione pacata e intelligente su tema<br />

di crescente importanza e la cui disciplina<br />

sarà fondamentale per il futuro del Paese.<br />

Franco Prausello<br />

(a cura di)<br />

cinQuant’anni<br />

e Piu’ di<br />

intergrazione<br />

econoMica in<br />

euroPa<br />

Franco Angeli<br />

Pagg.: 279<br />

Euro 33,00<br />

A cinquant’anni di<br />

distanza dall’avvio<br />

dell’integrazione economica europea<br />

(cominciata con la Comunità Europea del<br />

Carbone e dell’Acciaio) vale la pena fare<br />

il punto su quanto <strong>è</strong> stato fatto fra pregi<br />

e difetti e su quanto rimane da fare fra<br />

speranze e timori. L’Ue, infatti, come bene<br />

afferma Prausello “rappresenta l’esperienza di<br />

integrazione economica fra Paesi più estesa e<br />

di maggior successo” al mondo e, nonostante<br />

le ripetute incertezze e i non pochi errori, <strong>è</strong><br />

60 ottobre10<br />

andata ben al di là delle più rosee previsioni.<br />

Proprio perché l’Unione economica <strong>è</strong> molto<br />

più avanzata di quella politica dei Paesi<br />

aderenti all’Ue (che però a giudizio di molti<br />

rimane un obiettivo irrinunciabile), vale la<br />

pena, come fa questo volume attraverso<br />

undici interessanti saggi di altrettanti valenti<br />

studiosi di capire da dove arriva l’Ue, dove<br />

sta andando e quali sono gli ostacoli che le si<br />

presenteranno lungo il cammino.<br />

Åsa Larsson<br />

Finche’ sara’<br />

Passata La tua<br />

ira<br />

Marsilio<br />

Pagg.: 310<br />

Euro 17,00<br />

Nella scia iniziata con<br />

il grande Henning<br />

Mankell e con la<br />

trilogia del compianto Stieg Larsson, Marsilio<br />

continua nella pubblicazione dei romanzi<br />

di autori e autrici di quella che ormai si può<br />

considerare “la scuola svedese del giallo”.<br />

Fra le autrici c’<strong>è</strong> anche la brava Åsa Larsson<br />

(nonostante il cognome, nessuna parentela<br />

con Stieg) della quale la casa editrice<br />

veneziana ha già pubblicato tre precedenti<br />

romanzi. Come in precedenza, anche in<br />

“Finch<strong>è</strong> sarà passata la tua ira” protagonista <strong>è</strong><br />

il procuratore Rebecka Martinsson impegnata<br />

insieme alla poliziotta Anna Maria Mella a<br />

risolvere il difficile caso dell’uccisione durante<br />

un’immersione invernale in un lago di un<br />

ragazzo e di una ragazza (che interviene<br />

successivamente nel romanzo assistendo<br />

dall’aldilà alle indagini). Fra gli splendidi<br />

paesaggi nordici si sviluppa una storia piena<br />

di rancori e malignità che troverà la sua<br />

spiegazione in un crudele segreto nascosto<br />

lungamente all’interno di una famiglia.<br />

Avvincente ed equilibrato, nonostante alcune<br />

eccessive concessioni a una scrittura da<br />

telefilm, il libro della Larsson apre, in maniera<br />

quasi causale, anche uno squarcio su una<br />

parte di storia poco nota, almeno in Italia,<br />

come quello della presenza dei tedeschi<br />

in Svezia e in Finlandia durante la seconda<br />

guerra mondiale<br />

Bernardo Atxaga<br />

niKoLasa<br />

Avventure e sventure<br />

Edizioni Angolo<br />

Manzoni<br />

Pagg.: 159 + Cd Mp3<br />

Euro 21,00<br />

Dal più importante<br />

scrittore<br />

contemporaneo<br />

in lingua basca una<br />

storia popolata di tanti buffi personaggi<br />

che divertirà sicuramente i vostri bambini.<br />

Il volume, però, merita attenzione anche<br />

perché <strong>è</strong> il terzo della collana a grandi<br />

<strong>iL</strong> LiBro<br />

deL Mese<br />

Stehphen Baker<br />

<strong>iL</strong> Potere<br />

segreto dei<br />

MateMatici<br />

Mondadori<br />

Pagg.: 230<br />

Euro 18,50<br />

In Italia coloro i quali si laureano in<br />

matematica sono davvero pochi e<br />

tendono a calare di anno in anno, eppure,<br />

come dimostra questo interessante<br />

volume, il potere dei matematici <strong>è</strong><br />

già enorme ed é anche destinato ad<br />

aumentare. In un mondo che vive di<br />

sondaggi, statistiche e analisi, il ruolo di<br />

chi compie quelle analisi, infatti, assume<br />

sempre maggior valore. Considerato che<br />

con il diffondersi dell’informatica a ogni<br />

livello ormai quasi ogni nostra azione<br />

quotidiana (dall’uso di internet a quello<br />

del telepass, dall’utilizzo della carta di<br />

credito a quello del telefonino, fino<br />

all’ingresso in un museo o in un cinema)<br />

lascia una traccia di dati digitalizzati, chi<br />

analizza, scompone e ricompone quei<br />

dati ha la possibilità apprendere su di noi<br />

e sui nostri comportamenti una quantità<br />

di informazioni (dalle abitudini di spesa<br />

ai nostri hobby, dallo stile alimentare alle<br />

scelte culturali e politiche) tali da poter<br />

disegnare una mappa di ciascuno di noi,<br />

della nostra vita, estremamente precisa.<br />

Insomma, i matematici stanno imparando<br />

a “modellizzare” gli esseri umani e a<br />

fornire queste preziosissime informazioni<br />

a governi, aziende, partiti affinché<br />

gli utilizzino per condizionare i nostri<br />

comportamenti futuri. Secondo Baker,<br />

dunque, nel mondo contemporaneo i<br />

numeri stanno assumendo un ruolo più<br />

importante delle parole per spiegare la<br />

realtà e guidare le nostre scelte e da<br />

qui nasce il crescente (e francamente<br />

angosciante) potere dei matematici.<br />

caratteri “Junior D” con la quale la casa<br />

editrice torinese Angolo Manzoni continua<br />

la propria meritoria opera per facilitare la<br />

lettura agli ipovedenti grazie ai grandi caratteri<br />

e ai dislessici grazie al carattere di stampa<br />

EasyReading, appositamente brevettato, che<br />

unitamente agli ampi spazi tra lettere, parole<br />

e punteggiatura, la mancanza di a capo,<br />

nonché all’interlinea spaziosa rende meno<br />

faticosa la lettura. Un bel libro, dunque, con il<br />

relativo cd audio, che oltre a essere piacevole<br />

per tutti, <strong>è</strong> una prova concreta dell’attenzione<br />

che gli editori dovrebbero avere per le<br />

esigenze di tutti compresi coloro i quali<br />

hanno temporanee o permanenti difficoltà di<br />

lettura.


ottobre10 61


orizzonti<br />

turismo<br />

Lignano, una stagione soddisfacente<br />

Renzo e Giorgio Ardito della Lignano Pineta Spa e Furio Cepile della Società Imprese Lignano<br />

Spa d’accordo: nella maggiore località balneare del Friuli servono più alberghi<br />

Una panoramica della spiaggia di Lignano<br />

E’ stata una stagione estiva complessivamente<br />

positiva quella appena conclusasi a<br />

Lignano Sabbiadoro, con un dato di sostanziale<br />

tenuta rispetto al 2009, almeno per<br />

quanto riguarda l’arrivo di turisti e l’utilizzo<br />

delle attrezzature da spiaggia. Ad affermarlo<br />

sono Giorgio e Renzo Ardito, della Lignano<br />

Pineta Spa, e Furio Cepile, della Società<br />

Imprese Lignano – SIL Spa, due fra le maggiori<br />

attività di gestione di servizi spiaggia,<br />

ristorazione e intrattenimento della più<br />

importante località turistica della regione.<br />

Secondo entrambe le aziende il dato di<br />

sostanziale tenuta va letto positivamente<br />

se si considera che la crisi economica globale<br />

iniziata a fine 2008, si <strong>è</strong> scaricata sul<br />

turismo estivo maggiormente quest’anno,<br />

di quanto non sia accaduto l’anno scorso,<br />

quando all’arrivo dei più significativi segnali<br />

di crisi molti pacchetti vacanza erano già<br />

stati prenotati, tant’<strong>è</strong> che l’estate 2009 aveva<br />

segnato una crescita sensibile rispetto al<br />

2008. A consentire una sostanziale tenuta<br />

rispetto alla stagione precedente sarebbe,<br />

secondo gli Ardito “il risveglio dei Paesi<br />

della New Europe (Ungheria, Repubblica<br />

Ceca, Slovenia, Slovacchia, Polonia), che in<br />

futuro diventeranno un bacino sempre più<br />

importanti per noi. In questo – spiegano –<br />

oltre a puntare sui tradizionali mercati come<br />

quello italiano, austriaco e tedesco (positiva<br />

Furio Cepile<br />

62 ottobre10<br />

l’attivazione da parte di Turismo FVG di un<br />

ufficio stampa a Monaco di Baviera), bisognerebbe<br />

porre particolare attenzione al<br />

mercato russo in continua crescita”.<br />

Sostanzialmente d’accordo sull’analisi complessiva<br />

della stagione appena trascorsa, gli<br />

Ardito e Cepile condividono anche la valutazione<br />

su ciò che bisognerebbe fare per<br />

sviluppare le potenzialità di Lignano: “Qui<br />

– spiega l’amministratore delegato della SIL<br />

– abbiamo bisogno di un maggior numero<br />

di alberghi, possibilmente grandi e di alto<br />

livello (quattro o più stelle) per poter diventare<br />

davvero interessanti per i grandi tour<br />

operator”. “In effetti – confermano Renzo<br />

e Giorgio Ardito – a Lignano sul complesso<br />

dei posti letto, solo il 13-14% <strong>è</strong> alberghiero,<br />

mentre sulle altre grandi spiagge adriatiche<br />

questa percentuale raggiunge e supera il<br />

50%. Da noi la gran parte del turismo, invece,<br />

<strong>è</strong> fatto da seconde case di proprietà,<br />

appartamenti in affitto e campeggi, che<br />

sono importanti, ma non possono garantire<br />

i grandi numeri che servono a Lignano per<br />

crescere”. Non <strong>è</strong> un caso che entrambe<br />

le società si siano attivate per entrare nel<br />

settore alberghiero: la Lignano Pineta Spa<br />

acquisendo un hotel, che ha intenzione di<br />

ampliare e far salire di livello; la SIL Spa con<br />

il progetto di un grande albergo nuovo di<br />

zecca. Due esempi che, però, dovrebbero<br />

essere seguiti anche da altri investitori e per<br />

questo, secondo gli operatori, bisognerebbe<br />

incentivare chi decide di costruire nuovi<br />

alberghi, ampliare quelli esistenti o trasformare<br />

in hotel stabili attualmente destinati<br />

ad appartamenti da affittare.<br />

Diverse, invece, le valutazioni per quanto<br />

riguarda le modalità di promozione: secondo<br />

gli Ardito la scelta di promuovere tutta<br />

la regione come un unicum, ha penalizzato<br />

marchi e destinazioni turistiche importanti e<br />

affermate da decenni sul mercato turistico<br />

europeo come quelli di Lignano, Grado e<br />

Trieste, e bisognerebbe pertanto che “Lignano<br />

si riprenda la capacità di promuoversi<br />

anche autonomamente o che Turismo FVG<br />

riscopra questi brand”; per Cepile, invece,<br />

la Regione ha fatto bene ad avviare una<br />

comunicazione unitaria perché “Lignano <strong>è</strong><br />

troppo piccola per potersi promuovere da<br />

sola sui mercati mondiali, sui quali già l’intera<br />

regione appare poco riconoscibile”.<br />

Gli operatori delle due società lignanesi tornano,<br />

invece, a essere d’accordo quando si<br />

affronta il tema dell’aeroporto di Trieste, che<br />

andrebbe maggiormente sviluppato con voli<br />

in arrivo durante il periodo estivo e con col-<br />

A sinistra Giorgio Ardito al premio Hemingway<br />

legamenti diretti su Lignano, anche se sia<br />

gli Ardito, sia Cepile, ribadiscono la priorità<br />

della costruzione di grandi alberghi in modo<br />

da poter fornire la necessaria accoglienza<br />

per i clienti dei principali tour operator<br />

mondiali, che decidessero di realizzare voli<br />

charter su Ronchi.<br />

Comune, infine, la valutazione sulla necessità<br />

di interventi governativi a riduzione<br />

dell’IVA (vedi Francia e Spagna) e del costo<br />

del lavoro in modo mettere gli operatori<br />

turistici italiani in condizione di competere<br />

con i prezzi più bassi praticati dai concorrenti<br />

esteri, anche se sia per Cepile, sia per<br />

gli Ardito “se si guarda alla qualità dell’offerta<br />

complessiva, non <strong>è</strong> corretto sostenere<br />

che Lignano sia una località turistica cara”.<br />

C.T.P.


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ottobre10 63


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64 ottobre10<br />

di Paolo Tarabocchia


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L’opinione<br />

Esistono davvero altre forme di vita intelligenti<br />

nell’universo? Se sì, c’<strong>è</strong> da sperare<br />

che questi esseri evoluti siano in questo<br />

momento distratti a seguire altro e non le<br />

vicende italiane. Perché ci sarebbe francamente<br />

da essere imbarazzati dall’idea che<br />

potrebbero farsi del Belpaese.<br />

Dove, a dispetto del permanere<br />

della crisi più grave<br />

degli ultimi anni e a fronte<br />

di segnali di ripresa che permangono<br />

ancora timidissimi,<br />

da mesi a livello politico<br />

l’attuazione di riforme e di<br />

misure che possano consolidare<br />

questa “ripresina” e<br />

dare sostegno alle imprese<br />

e all’intera economia – temi<br />

decisamente urgenti - hanno<br />

lasciato posto invece a una<br />

litigiosità senza quartiere,<br />

supportata da polemiche su<br />

temi immobiliari e alla più<br />

recente “compravendita” (in<br />

termini politici, ovviamente)<br />

di parlamentari alla ricerca di<br />

ripristinare una maggioranza<br />

a rischio.<br />

Capita così che, in questo<br />

bailamme, ci si trovi davanti<br />

a nuove sorprese che non vanno certo<br />

nella direzione di semplificare la vita a<br />

chi fa impresa. Alcuni esempi: la recente<br />

manovra Tremonti, inserendo una norma<br />

di interpretazione autentica che ribalta<br />

una recente sentenza della Cassazione,<br />

stabilisce che i soci amministratori di Srl,<br />

anche se svolgono un’altra attività, sono<br />

assoggettati al contributo dovuto alla Gestione<br />

separata Inps. E pensare che si era<br />

dovuto attendere l’ottobre 2007 perché la<br />

Cassazione si esprimesse sulla legge 662<br />

del 1996, depotenziando le argomentazioni<br />

con le quali in successive circolari l’Inps<br />

aveva ribadito l’obbligatorietà dell’iscrizione<br />

Ivs per gli esercenti di attività commerciali<br />

e soci d’opera di Srl nella gestione corrispondente.<br />

Insomma, dopo nemmeno tre<br />

anni, la certezza del diritto sfuma. E non a<br />

vantaggio del cittadino.<br />

66 ottobre10<br />

a proposito di...<br />

itaLia<br />

Capita anche che una norma come il<br />

Piano straordinario contro le mafie (legge<br />

136 del 13 agosto 2010), assolutamente<br />

condivisibile come finalità, introduca<br />

tuttavia una serie di elementi di incertezza<br />

che rischiano di provocare il blocco totale<br />

dei pagamenti e delle attività dell’intero<br />

comparto delle costruzioni, che già sta at-<br />

L’attuazione di riforme in Italia ha lasciato posto ad una litigiosità senza quartiere<br />

traversando un periodo di forte crisi, come<br />

testimoniano anche i dati sull’occupazione<br />

nel comparto.<br />

Chiarito che la nuova normativa si applica<br />

ai contratti di appalto successivi all’entrata<br />

in vigore della legge, “le imprese – denuncia<br />

l’Ance – vivono “sotto la spada di<br />

Damocle di un eventuale blocco totale dei<br />

pagamenti o dell’applicazione di pesanti<br />

sanzioni: eventualità che, in considerazione<br />

anche dello stato di crisi in cui versa il<br />

comparto delle costruzioni, aggraverebbero<br />

una situazione già di per sé complessa<br />

e delicata”.<br />

Anche in questo caso si attende la certezza<br />

del diritto, tra una lite e l’altra.<br />

E magari, già che ci siamo, speriamo che<br />

la politica possa finalmente prendere in<br />

di Mauro Filippo Grillone<br />

mano la questione dei fanghi di dragaggio,<br />

particolarmente importante nella prospettiva<br />

della realizzazione di un polo della<br />

portualità dell’Alto Adriatico (anche come<br />

conseguenza del piano che Unicredit si<br />

appresta a presentare relativamente allo<br />

scalo di Trieste e che dovrebbe portare benefici<br />

anche alle realtà friulane). Il problema<br />

normativo si trascina<br />

“solo” da un decennio:<br />

non si <strong>è</strong> ancora riusciti a<br />

stabilire il limite preciso<br />

tra rifiuti e sedimenti e<br />

tutto resta fermo.<br />

Anche in questo caso,<br />

un mostro – solo italiano<br />

- creato dalla burocrazia<br />

tricolore: si pensi – <strong>è</strong><br />

emerso in un recente<br />

convegno sul tema a<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> - che<br />

“il Porto di Rotterdam, a<br />

fronte di una volumetria<br />

di due milioni di metri<br />

cubi dragati ogni anno<br />

consente il reimpiego del<br />

sedimento tal quale per<br />

manutenzione portuale<br />

e consolidamento delle<br />

banchine oltre che tecniche<br />

di asporto ancora<br />

non permesse in Italia”.<br />

Fin qui a livello nazionale.<br />

Ma anche in regione qualcosa da mettere<br />

a punto c’<strong>è</strong>, a partire dall’appropriato rifinanziamento<br />

della legge regionale 4/2005<br />

e degli interventi di ricerca e sviluppo alla<br />

necessità di ripensare totalmente il regolamento<br />

che estende agli impianti di recupero<br />

l’indennizzo di disagio già previsto per<br />

gli impianti di smaltimento.<br />

Se i due esecutivi – tanto a livello nazionale<br />

quanto regionale – hanno dichiarato<br />

di volersi caratterizzare come “governi del<br />

fare”, hanno modo di dimostrarlo. Magari<br />

aggiungendo al fare anche un “bene”. Che<br />

non guasterebbe.


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