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AS Souvenir Edition - AudioFileMusic.com

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Alcuni dei tuoi clienti, gente che fa pubblicità, non saranno<br />

molto contenti che tu sia supportando un formato che appartiene<br />

al passato.<br />

Questo non è un mercato di nicchia, è proprio microscopico. Ascolta,<br />

la gente che <strong>com</strong>pra LP e giradischi, una tecnologia degli anni '50, li ha<br />

mica abbandonati <strong>com</strong>prando CD e CD player? No. Beh, questa è la stessa<br />

cosa. Aggiungo qualcos'altro. Se il mercato vuole crescere, è meglio che<br />

gli audiofili abbiano bisogno di sostituire i loro apparecchi. Conosco molta<br />

gente che ha smesso di fare ciò a causa dei grandi investimenti necessari<br />

per raggiungere la vera high-end. Ecco un mezzo per ottenerla senza<br />

chiedere un prestito in banca e nel contempo risvegliare l'interesse per<br />

l'hi-fi.<br />

Il punto non riguarda realmente l'aspetto finanziario: è di proporzioni<br />

irrilevanti. Ma credo veramente che possa aiutare a risvegliare l'interesse<br />

per l'high-end. La qualità ha un prezzo e spesso questo prezzo è sproporzionato<br />

con la qualità degli apparecchi. Quando si ha accesso a questi<br />

apparecchi di qualità si iniziano a scoprire le debolezze degli apparecchi<br />

della catena hi-fi. Le sorgenti a nastro hanno un incredibile potenziale di<br />

qualità sonora. Non si tratta di CD o vinili con grandi limiti intrinseci.<br />

Migliori sono i diffusori, gli amplificatori, i pre e cos' via, maggiore sarà<br />

la qualità sonora. Nella mia esperienza, se ascoltate sullo stesso impianto<br />

una copia di un master ed un CD molto ben registrato, quando iniziate a<br />

cambiare i <strong>com</strong>ponenti di contorno dell'impianto con altri di migliore<br />

qualità, le differenze nella qualità sonora sono maggiori con i nastri che<br />

con i CD. Dunque, ecco un supporto che può veramente attrarre gli audiofili.<br />

Ed in effetti è qualcosa di nuovo. Quando ho visto le bobine NAB in<br />

metallo che giravano sul mio Studer, il mio cuore ha iniziato a battere più<br />

forte. Che vista stupenda!<br />

Dunque, tu non credi che un'iniziativa <strong>com</strong>e questa possa rovinare<br />

il mercato?<br />

No, no (PB ride fragorosamente). Piuttosto il contrario. Se vogliamo mantenere<br />

vivo l'interesse per l'hi-fi abbiamo bisogno di nuovi sviluppi, anche<br />

di carattere retro. E questo è uno di essi.<br />

Sono qui da ore… concludiamo con alcune domande 'meccaniche'.<br />

Non credo che mi piaceranno.<br />

Nominami le tue cinque migliori registrazioni audiophile.<br />

Stai scherzando!<br />

No, no, la gente è realmente interessata a quello che ti piace.<br />

E' impossibile rispondere a questa domanda in termini assoluti. Essendo<br />

un Gemelli sono sicuro che la settimana prossima ti darei un elenco diverso.<br />

Inoltre, io ascolto la musica, non le registrazioni.<br />

Va bene, ma quali sono le cinque registrazioni più spettacolari<br />

che tu hai mai ascoltato, a prescindere dalla qualità della musica<br />

e dell'interpretazione?<br />

Le prime che mi vengono in mente sono:<br />

1) Mahler 9, Solti, London Symphony Orchestra, CD e LP Decca;<br />

2) Mendelssohn, Sogno di una Notte di Mezz'Estate, LP Decca;<br />

3) The Look of love e Casino Royale in versione a 45 rimasterizzata da<br />

Classic Records. (Mio Dio, musica veramente banale);<br />

4) Shostakovitch 6th/Sibelius 7th, LP EMI/Melodiya<br />

Qual è il più grande concerto a cui hai assistito?<br />

Senza dubbio quello con Karajan ed i Berliner che eseguivano il Requiem<br />

di Verdi. Le varie registrazioni che egli ha fatto di questo lavoro trasmettono<br />

l'uno percento dell'esperienza dal vivo. In parte dipende dal fatto che<br />

sono registrazioni terribili, in parte dipende anche dal fatto che nessun<br />

sistema di codifica e decodifica può riprodurre le sottigliezze, i fantastici<br />

14 AUDIOPHILE SOUND souvenir 2009<br />

UN INCONTRO CON CARLO MARIA GIULINI<br />

Marco Manunta: Hai mai incontrato Karajan?<br />

No, ma ho passato più di tre ore con Carlo Maria Giulini<br />

ed è stata un'altra esperienza seminale. Stavamo preparando<br />

il primo numero di CD Classica e volevamo mettere<br />

in copertina la figura musicale di maggior spicco. Michelangeli<br />

non rilasciava interviste (se anche fosse stato d'accordo,<br />

probabilmente non si sarebbe <strong>com</strong>unque voluto<br />

far vedere… ride) e tra Abbado, Muti e Giulini non c'era<br />

dubbio che Giulini fosse il nostro uomo. Così la DG ha organizzato<br />

l'intervista (non doveva durare più di un'ora, iInvece<br />

siamo rimasti a parlare per oltre tre ore) e ci siamo incontrati<br />

nella sua casa/studio dietro alla Scala. Ero terribilmente<br />

nervoso. Ero giovane, inesperto e non proprio<br />

all'altezza del mio <strong>com</strong>pito. In ogni caso, andammo e lo<br />

trovammo che ci aspettava alla porta. Era alto, elegante,<br />

si muoveva lentamente, con quell'autorità che lascia impietriti.<br />

Prese i nostri cappotti e ci disse che non era sicuro<br />

di essere la persona giusta per la nostra copertina perché<br />

“dico sempre alle etichette discografiche: piano, piano”.<br />

C'era in Giulini qualcosa che non avevo mai incontrato in<br />

nessun altro: una specie di santità, sono sicuro che questa<br />

non è la parola giusta, un'onestà che sembrava colmare<br />

tutto il suo essere e che ti obbligava a <strong>com</strong>portarti, almeno<br />

durante quell'incontro, al suo stesso livello. Era alto, ma<br />

quando ti guardava ti faceva sentire più alto. Aveva occhi<br />

stupendi, di un blu profondo, che ti radiografavano. Non<br />

potevi sfuggire al suo sguardo. Ci siamo ac<strong>com</strong>odati ed<br />

egli ha ovviamente percepito il mio nervosismo. Mi ha<br />

chiesto da dove venissi. “Oh, Montreal. Conosco un hotel<br />

con una piscina che rimane per metà scoperta, estate e<br />

inverno. Anche col tempo più glaciale si può nuotare all'aperto<br />

e non sentire mai freddo. Ma non sono mai uscito…<br />

non sono così coraggioso”. Era un hotel all'interno di un<br />

<strong>com</strong>plesso in cui mio padre aveva il suo ufficio a Montreal!<br />

Questo ha rotto il ghiaccio. Abbiamo tutti iniziato a parlare<br />

di musica e abbiamo finito per parlare di Mahler. Perché,<br />

gli chiesi, aveva diretto solo la Prima e la Nona Sinfonia<br />

di Mahler? “Perché”, mi ha detto, “la prima è la nascita<br />

dell'uomo e la nona è la sua trasfigurazione”. Sono rimasto<br />

senza parole. Che altro domandare dopo una risposta<br />

<strong>com</strong>e questa!. Ad un certo punto, gli ho chiesto del finale<br />

della Nona Sinfonia di Bruckner e di quella di Mahler. Ci<br />

vedeva una parallelo? Entrambe le sinfonie hanno a che<br />

fare con il mal di testa finale con cui tutti dobbiamo affrontare,<br />

la nostra morte. Entrambe le sinfonie esprimono<br />

l'ansietà, lo stress, il panico di dover avere a che fare con<br />

la domanda finale. Entrambi i <strong>com</strong>positori alla fine accettano<br />

la morte ma, secondo me, si esprimono in modo<br />

diverso. In Mahler ci sono due temi che evolvono insieme,<br />

finalmente in parallelo, finché la musica muore <strong>com</strong>pletamente;<br />

in Bruckner c'è una lunghissima nota sostenuta<br />

dai corni sulla quale vi sono tre gruppi di pizzicati. Per me<br />

ripresentano la Trinità. Giulini mi guardò e disse: “Sa, non<br />

avevo mai considerato la cosa sotto questa luce”. Quando<br />

siete venticinquenni ed insicuri, questo è il genere di iniezione<br />

di confidenza che vi permette di andare avanti.<br />

Quando abbiamo lasciato lo studio, Lucy ed io eravamo<br />

esausti, siamo usciti per prendere una bibita e non siamo<br />

riusciti a parlare per un'ora. Finché vivrò, non dimenticherò<br />

mai questo incontro.

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