Lola Italiana - Teatro Out Off
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«Doveva esserci Franco Piperno, leader multiprocessato<br />
del ‘68 romano e dell’Autonomia<br />
come grande attrazione dello spettacolo <strong>Lola</strong><br />
<strong>Italiana</strong> di e con Angela Scarparo all’<strong>Out</strong> <strong>Off</strong>.<br />
E invece il "comunista intercontinental"<br />
(definizione ripetuta spesso nello spettacolo)<br />
non si è fatto vedere. Al suo posto, un cane<br />
vivo e uno di cartapesta, una ragazza seminuda<br />
e immobile di schiena, e due personaggi<br />
parlanti per una mezz’ora scarsa (...). La<br />
beffa era soprattutto per noi, per i giornalisti<br />
venuti a vedere Piperno in scena (...). Chi ci<br />
rimette non è Angela Scarparo, che è "une<br />
artiste" e può farsi beffe di chi le pare. Ma<br />
l’<strong>Out</strong> <strong>Off</strong> ha una responsabilità nei confronti<br />
del suo scarsissimo pubblico, dell’informazione<br />
e degli enti pubblici che lo finanziano».<br />
Ugo Volli<br />
da "la Repubblica, 11 novembre 1988<br />
<strong>Lola</strong> <strong>Italiana</strong>: «C'è stato un evento, dall'8 al<br />
15 novembre, che ha raggiunto le pagine di<br />
spettacolo di tutti i giornali, ma su cui pochi<br />
hanno riflettuto abbastanza. La vicenda si<br />
compone di quattro tempi. Nel primo, un'attrice-autrice<br />
di teatro, Angela Scarparo, prepara<br />
un testo da mettere in scena al milanese<br />
<strong>Out</strong> <strong>Off</strong>, uno dei più seri luoghi di sperimentazione<br />
degli ultimi anni in Italia. Nel<br />
secondo, Angela e compagni decidono di<br />
annunciare alla stampa che una comparsa<br />
dell'opera sarà Franco Piperno, ex leader di<br />
Autonomia negli anni cupi dell'Italia recente.<br />
I giornali non si lasciano sfuggire l'occasione:<br />
alle eventuali due righe con cui avrebbero<br />
presentato la prima preferiscono un vero e<br />
proprio lancio. (…) Terzo atto. Piperno non<br />
c'è, la pièce ha un argomento diverso da quello<br />
raccontato, e Angela Scarparo dice che la<br />
commedia consiste proprio nel fatto che spettatori<br />
e critici parlano di un lavoro solo se<br />
questo aderisce al linguaggio dello scoop.<br />
(…) I critici presenti sono furiosi. E danno<br />
luogo al quarto atto. Nei due giorni successivi,<br />
si scagliano contro l'<strong>Out</strong> <strong>Off</strong>, ma soprattutto<br />
qualcuno stroncando la performance di<br />
Piperno, evidentemente non avendo visto lo<br />
spettacolo e ignorando quel che era capitato<br />
(...). Ora, noi pure non abbiamo assistito<br />
all'opera e può darsi benissimo che <strong>Lola</strong> italiana<br />
fosse una schifezza. Così come dobbiamo<br />
concedere a ciascuno il diritto di considerare<br />
Piperno un mascalzone. Il diritto che si<br />
vorrebbe conservato è però quello all'informazione,<br />
che vien prima del giudizio sul bello<br />
e sul brutto, e sul bene e sul male. Questo<br />
diritto, invece, non c'è più. Ma non (...) perché<br />
i giornali o i giornalisti siano in malafede.<br />
È soprattutto la struttura stessa dell'informazione<br />
che spinge a fatti come quello che<br />
abbiamo raccontato (...)».<br />
Omar Calabrese, Paolo Fabbri<br />
da "Panorama" , 23 dicembre 1988<br />
<strong>Lola</strong> <strong>Italiana</strong>: «In nome della Beffa, io sottoscritta<br />
Angela Scarparo dichiaro che quando<br />
con Barbara Agosti ho consapevolmente<br />
deciso di allestire il primo atto di <strong>Lola</strong> italiana<br />
su un palcoscenico diverso da quello dove<br />
la farsa è stata poi effettivamente consumata,<br />
ho preso pure in seria considerazione<br />
l'eventualità che gli inconsapevoli attori necessari<br />
al coronamento dell'opera non si<br />
sarebbero prestati al ruolo nel modo dovuto.<br />
C’era, come dire, il rischio che per cinismo,<br />
insolenza o avvedutezza le casuali quanto<br />
necessarie comparse si affidassero un po'<br />
troppo a loro stesse, a scapito di quel che io,<br />
cialtronescamente, mi aspettavo di vedere.<br />
(...) A proposito invece dell'articolo comparso<br />
su la Repubblica (...) laddove dice ‘si può<br />
scommettere dunque che l'<strong>Out</strong> <strong>Off</strong> non perseverà<br />
sulla strada delle falsificazioni', e in questo<br />
caso parlo per me da sola: se prevedessi<br />
soltanto la possibilità di non poter più operare<br />
dei gesti di maleducazione o se sentissi in<br />
me esaurita anche solo in parte la volontà<br />
che ho di continuare a 'beffare' mi dedicherei<br />
più volentieri ad un ufficio impiegatizio o alla<br />
carriera forense (...)».<br />
Angela Scarparo<br />
Giancarlo Cardini<br />
1988.1989