08.06.2013 Views

Lola Italiana - Teatro Out Off

Lola Italiana - Teatro Out Off

Lola Italiana - Teatro Out Off

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

«Voglio innanzitutto ringraziare gli amici, i<br />

giovanissimi amici del teatro <strong>Out</strong> <strong>Off</strong>. So che<br />

in molti si sono chiesti come mai io, Testori,<br />

abbia accettato il loro invito. Il tempo tuttavia<br />

prova che non sono solo gli estremi ogni<br />

tanto, o quasi sempre, si toccano, ma che<br />

quelli che si pensavano essere estremi opposti,<br />

in verità, crollati certi equivoci, si rivelano<br />

cammini e bisogni paralleli. Ho conosciuto<br />

questi amici qualche mese fa, in occasione<br />

di un convegno e, improvvisamente, ci siamo<br />

sentiti toccati reciprocamente: io dalle loro<br />

parole, loro, immagino, un po’ dalle mie. Abbiamo<br />

capito che avevamo punti comuni e<br />

abbiamo continuato a vederci. Poi m’hanno<br />

chiesto se me la sentivo di tenere un ciclo di<br />

conversazioni come questa, se avevo qualche<br />

cosa da dire. Io qualche cosa da tentare di<br />

dire ce l’ho. E allora eccoci qui, in questo spazio,<br />

in questo teatro che è quello che io desidererei,<br />

per come amo il teatro. Ho bisogno<br />

di una totale nudità. Il luogo teatrale che<br />

amo non ha niente a che vedere con il teatro<br />

di oggi. È un luogo che si inventa ex novo,<br />

ma appoggiandosi su una lontanissima tradizione.<br />

E l’esito è appunto la spoliazione del<br />

teatro. (…) Il teatro - quando vive veramente<br />

e non quando viene fatto sopravvivere forzosamente<br />

- non è nato per essere un’illustrazione<br />

di ciò che è stato, o un’esercitazione<br />

che si presume debba essere, è nato ed è<br />

sempre vissuto, nei momenti in cui è stato se<br />

stesso, per essere un atto estremo. Un atto<br />

senza il quale la vita dell’uomo non manca<br />

tanto di un luogo di conservazione del teatro,<br />

o dei suoi testi, ma manca di qualcosa<br />

che riguarda proprio la vita, che riguarda la<br />

totalità terribile, che riguarda la tragedia e<br />

la gloria dell’esistere umano».<br />

Giovanni Testori<br />

«(…) Un po' per giocarsi la sua perenne battaglia<br />

contro "l'orgoglio", un po' per spiegare<br />

come un autore di teatro di parola come lui<br />

abbia scelto proprio la sede di un teatro<br />

immagine per parlare, Testori racconta del<br />

suo incontro a un convegno, dell'interesse<br />

che ne era nato, degli incontri frequenti<br />

negli ultimi mesi, di uno spettacolo del gruppo<br />

che pur essendo molto diverso dalla sua<br />

idea di teatro, almeno in apparenza, lo aveva<br />

Giovanni Testori<br />

La parola come<br />

Tre incontri sulla scrittura con Giovanni Testori<br />

in collaborazione con la Provincia di Milano Assessorato alla Cultura<br />

11, 18 e 25 gennaio 1988<br />

intrigato moltissimo; e arriva a teorizzare<br />

"non solo che gli estremi talvolta si toccano,<br />

ma che a eliminare certi ostacoli e incomprensioni<br />

si scopre che erano sempre stati<br />

paralleli". (…) La sala, un capannone elegantemente<br />

dipinto in grigio, con uno spazio<br />

nudo su cui si affaccia una gradinata di<br />

sedie di plastica, e in questa occasione solo<br />

un tavolino per il conferenziere, "somiglia<br />

molto alla mia idea di teatro spoglio", "un<br />

1987.1988<br />

169

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!