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Guénon René - Il Re del Mondo

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Terra: e benedetto sia il Dio Altissimo che ha consegnato i tuoi nemici tra le tue mani. Ed Abramo<br />

gli dette la decima di tutto quello che aveva preso» ( 7 ).<br />

Melki-Tsedeq è dunque re e prete contemporaneamente: il suo nome significa «re di Giustizia»,<br />

ed egli è nel medesimo tempo re di Salem, vale a dire <strong>del</strong>la «Pace»; per prima cosa, ritroviamo<br />

dunque qui la «Giustizia» e la «Pace»; vale a dire precisamente i due attributi fondamentali <strong>del</strong> «<strong>Re</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Mondo</strong>». Bisogna osservare che la parola Salem, contrariamente all'opinione comune, non ha<br />

mai in realtà designato una città, ma che, se la si prende per il nome simbolico <strong>del</strong>la residenza di<br />

Melki-Tsedeq, può essere considerata come un equivalente <strong>del</strong> termine Agarttha. In ogni caso, è un<br />

errore scorgere in questa parola il nome primitivo di Gerusalemme, perchè questo nome era Jébus;<br />

al contrario, se a questa città fu dato il nome di Gerusalemme quando gli Ebrei vi stabilirono un<br />

centro spirituale è per indicare che da quel momento essa era come un'immagine <strong>del</strong>la vera Salem;<br />

ed è da notare che il Tempio fu edificato da Salomone, il cui nome (Shlomoh), pure derivato da Salem,<br />

significa «il Pacifico» ( 8 ).<br />

Ecco ora in quali termini San Paolo commenta quello che è detto di Melki-Tsedeq: «Questo<br />

Melchisedec, re di Salem, prete <strong>del</strong> Dio Altissimo, che andò incontro ad Abraham quando ritornò<br />

dalla sconfitta dei tre re, che lo benedisse, ed a cui Abraham dette la decima di tutto il bottino; che<br />

è innanzi tutto, secondo il significato <strong>del</strong> suo nome, re di Giustizia, eppoi re di Salem, vale a dire di<br />

Pace; che è senza padre, senza madre, senza genealogia, che non ha nè principio nè fine <strong>del</strong>la sua<br />

vita, ma che è in tal modo fatto simile al Figlio di Dio, questo Melchisedec rimane prete a perpetuità»<br />

( 9 ).<br />

Ora Melki-Tsedeq è rappresentato come superiore ad Abraham, perché lo benedisse, e, «indubbiamente<br />

è l'inferiore che è benedetto dal superiore» ( 10 ); e, dal canto suo, Abraham riconobbe questa<br />

superiorità, perché gli dette la decima, che è il contrassegno <strong>del</strong>la sua dipendenza. Si ha qui una<br />

vera «investitura», quasi nel senso feudale <strong>del</strong>la parola, ma con la differenza che qui si tratta di una<br />

investitura spirituale; e possiamo aggiungere che qui trovasi il punto di giunzione <strong>del</strong>la tradizione<br />

ebraica con la grande tradizione primordiale. La «benedizione» di cui si è parlato è propriamente la<br />

comunicazione di una «influenza spirituale», <strong>del</strong>la quale Abraham diviene oramai partecipe; e si<br />

può osservare che la formula adoperata mette Abraham in diretta relazione con il «Dio Altissimo»,<br />

invocato da questo stesso Abraham identificando lo con Jehovah ( 11 ). Se Melki-Tsedeq è così superiore<br />

ad Abraham, è perché l'«Altissimo» (Elion), che è il Dio di Melki-Tsedeq, è egli stesso superiore<br />

all'«Onnipotente» (Shaddai), che è il Dio di Abraham, o in altri termini, perché il primo di<br />

questi due nomi rappresenta un aspetto divino più elevato <strong>del</strong> secondo. D'altra parte, ciò che è estremamente<br />

importante, e che non pare sia mai stato segnalato, è che El Elion è l'equivalente di<br />

Emmanuel, avendo questi due nomi esattamente il medesimo numero ( 12 ); e questo collega direttamente<br />

la storia di Melki-Tsedeq a quella dei «<strong>Re</strong> Magi», di cui abbiamo precedentemente spiegato<br />

il significato. Di più, si può anche vedervi questo: il sacerdozio di Melki-Tsedeq è il sacerdozio di<br />

El Elion; il sacerdozio cristiano è quello di Emmanuel; se dunque El Elion è Emmanuel, questi due<br />

7 Genesi, XIV, 18-20.<br />

8 E' da notare ancora che la medesima radice si trova anche nelle parole Islam e moslem (musulmano); la «sottomissione<br />

alla Volontà divina» (è il senso proprio <strong>del</strong>la parola Islam) è la condizione necessaria <strong>del</strong>la «Pace»; l'idea qui<br />

espressa va avvicinata a quella <strong>del</strong> Dharma hindu.<br />

9 Epistola agli Ebrei, VII, 1-3.<br />

10 Ibid. VII, 7.<br />

11 Genesi, XIV, 22.<br />

12 <strong>Il</strong> numero di ciascuno di questi nomi è 197.<br />

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