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renobromuro3@tin.it il baricentro 1 A T T U A L I T A' LA ... - Poiein

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enobromuro3@tin.<strong>it</strong><br />

per la sincer<strong>it</strong>à dei sentimenti, per la concretezza delle immagini, che le metafore<br />

accavallate, come per soddisfare la carenza e la necess<strong>it</strong>à di affetto, scint<strong>il</strong>lano come<br />

fuochi d’artificio.<br />

Questa poesia mi piace molto per la sua semplic<strong>it</strong>à e ingenu<strong>it</strong>à. E’ una specie di dialogo<br />

che si svolge tra <strong>il</strong> poeta e l’«io creativo» che interroga la ragione, lodandone la<br />

bellezza e dolendosi che spesso ella è considerata perduta e non può dare risalto<br />

all’opera d’arte, e non combatte con <strong>il</strong> «sé razionale» se non quando esaminata<br />

l’opera, colloquia con lei lodandola, solo allora l’opera comincia ad acquistare <strong>il</strong> valore<br />

della semplice esistenza e decide di preferirla; se la coccola per qualche giorno come<br />

fosse un’innamorata, destinata a lasciarlo e prima o poi sarà lasciato perché è <strong>il</strong><br />

destino di ogni opera che urge a farsi conoscere per dire agli altri lo splendore<br />

dell’animo di chi l’ha creata, e accetta ogni espressione dai lettori sia di plauso che di<br />

demer<strong>it</strong>o. R<strong>il</strong>eggendola, adesso, ne ho ricevuto un'impressione ancora migliore.<br />

Ugualmente belle e vivacissime sono le poesie che alcuni di noi abbiamo letto in questa<br />

o in quell’altra ma<strong>il</strong>ing-list. Tutte colloquiano vivacizzando <strong>il</strong> dialoghetto tra <strong>il</strong> Poeta e <strong>il</strong><br />

suo Io. La vivac<strong>it</strong>à della descrizione è tale per cui anche noi proviamo un momento di<br />

vero piacere. La stessa vivac<strong>it</strong>à troviamo nelle altre in cui compare l’amore per la sua<br />

terra, che è una delle più argute e piacevoli composizioni del Papapicco.<br />

Considerando queste opere, io credo di poter dire che la loro caratteristica dominante è<br />

la vivac<strong>it</strong>à e la naturalezza del racconto. Francesco Papapicco si presenta come uno<br />

st<strong>il</strong>ista ricco e immaginoso, più popolare, più alla mano sia nello scegliere gli argomenti<br />

da raccontare sia nella forma che usa: <strong>il</strong> puro e semplice linguaggio del popolo. Devo<br />

dire che la lettura delle poesie di Papapicco è stata per me, sulle prime, sub<strong>it</strong>o<br />

accattivante e attraente nella lettura.<br />

Questo autore è più vicino a noi, più immediato, che tanti altri poeti che popolano <strong>il</strong><br />

pianeta Internet. Ha davanti ai suoi occhi <strong>il</strong> grande molteplice quasi infin<strong>it</strong>o mondo su<br />

cui ha posato lo sguardo <strong>il</strong> suo spir<strong>it</strong>o anelante, <strong>il</strong> mondo dei popolani che sono poeti<br />

perché amano leggerla. Ma Francesco lo ha saputo cogliere con molta sicurezza e<br />

dipingere con una certa vivac<strong>it</strong>à.<br />

NEL GIORNO IN CUI SEI NATA<br />

di Francesco Papapicco<br />

Una terrazza sotto <strong>il</strong> sole,<br />

ranuncoli violacei a mazzi<br />

come croste di viva p<strong>it</strong>tura<br />

sul parapetto mozzafiato,<br />

un’altalena di buonumore<br />

e cuscini ampi per dormire,<br />

<strong>il</strong> caffè traboccante d’onde<br />

di prodigal<strong>it</strong>à nel bianco latte,<br />

un pudore che non ha misura<br />

e che fascia severamente le pieghe,<br />

pieghe sulla pelle e sul cuore<br />

che un mob<strong>il</strong>e antico sospira,<br />

una terrazza sotto <strong>il</strong> sole<br />

per noi anche quando d<strong>il</strong>uvia, sei tu<br />

madre, nel giorno in cui sei nata,<br />

giorno che unisce le nostre carni<br />

perché vivo è <strong>il</strong> passo sulla terra<br />

e vegeto l’arrenderci all’abbraccio.<br />

Noi, i tuoi commensali, i tuoi figli.<br />

10<br />

0054 FATTI E POESIA

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