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enobromuro3@tin.it Campioni di piante della famiglia delle Taxodioxylon gypsaceum sono state rinvenute in molti giacimenti terziari dell'Europa,tra cui Belgio, Germania, Danimarca, Slesia e Polonia, Ungheria, Austria, Francia, Irlanda, Russia e Svezia. Mentre in Italia questa di Dunarobba é la seconda zona in cui sono stati rinvenuti reperti fossili dell'era terziaria, la prima fu effettuata, sempre da Eduardo Biondi nel 1982, su un campione proveniente dal monte Castellaro a Nord di Pesaro. Visitare la "Foresta fossile" di Dunarobba é come fare un salto di oltre 5000 anni, capire la vita, non solo la nostra, e difenderla dall'avanzamento indiscriminato del cemento. E se penso all'Amazzonia... (15.000 ettari di bosco vengono disboscati ogni giorno. Pensaci Uomo!) Per visitare la foresta fossile Pur non essendo l’area liberamente aperta al pubblico, è possibile effettuare delle visite guidate da aprile a luglio in gruppo la domenica e nei festivi (da luglio a settembre anche di sabato). Orario: 9.30-11.30 / 14.30-16.30. Info: Centro di Paleontologia Vegetale della Foresta Fossile di Dunarobba. Tel. - Fax 0744.940348 - Comune di Avigliano Umbro – tel. - fax 0744.933521 * * * * * LETTERATURA PARLIAMONE Houellebecq: «Che stupido, quel Prévert» In un brano tratto da "La ricerca della felicità"(di Houellebecq – Edizione Bompiani), Houellebecq asserisce che “Jacques Prévert è un coglione” a tutti voi senz’altro si è alzata una mano come per dare uno schiaffo e ripetere a voce alta “coglione sei tu!” Lo sono stato come molti di voi, per molto tempo, cioè fino a quando non ho letto la critica di Houellebecq; allora mi sono fermato un attimo a pensare quanto asserito nel saggio risponde a verità. Mettendo Prévert nel contesto dei tanti poeti che popolano il web mi sono reso conto che molto di quanto affermato risponde a verità. Prima di passare alle parole di Houellebecq pensate a molte delle poesie che fanno parte di “Paroles”, l’opera più celebre del famoso poeta tanto decantato e portato nei cieli dove dormono sonni tranquilli i veri grandi Poeti della storia da Dante a Montale e Gatto e Pasolini, Ungaretti e Quasimodo e vi accorgerete quanto la sua poesia sia populista e scontata. Un esempio: «I ragazzi che si amano» “I ragazzi che si amano si baciano in piedi Contro le porte della notte E i passanti che passano li segnano a dito Ma i ragazzi che si amano Non ci sono per nessuno Ed è la loro ombra soltanto Che trema nella notte Stimolando la rabbia dei passanti…” Quanta ovvietà! Certo che i ragazzi si baciano in piedi nel cuore della notte perché sono baci rubati, baci senza abbandono per la preoccupazione di rincasare. Oppure: «Questo Amore» «Questo amore 4 0054 FATTI E POESIA
enobromuro3@tin.it Bello come il giorno Cattivo come il tempo Quando il tempo e cattivo Questo amore così vero Questo amore così bello Così felice Così gioioso Così irrisorio Tremante di paura come un bambino quando e buio Così sicuro dì sé…» E’ ovvietà trasformata in poesia aulica. E’ ovvio che quanto si ama si vive in un’altra dimensione e, perciò «Questo amore è così vero/questo amore è bello, felice, gioioso». Houellebecq afferma naturalmente che “Jacques Prévert è qualcuno di cui si imparano le poesie a scuola. Ne risulta che amava i fiori, gli uccelli, i quartieri della vecchia Parigi ecc. Gli pareva che l’amore sbocciasse in un’atmosfera di libertà; più generalmente, era piuttosto per la libertà. Portava un berretto e fumava delle Gauloises; lo si confonde talvolta con Jean Gabin; del resto è stato lui a scrivere la sceneggiatura di Porto delle nebbie, di Mentre Parigi dorme ecc. Ha scritto anche la sceneggiatura di Amanti perduti, considerato il suo capolavoro. Molte buone ragioni per detestare Jacques Prévert, soprattutto se si leggono le sceneggiature mai girate che Antonin Artaud scriveva alla stessa epoca. È desolante constatare che il ripugnante realismo poetico, di cui Prévert fu l’artefice principale, continua a fare danni e che si pensa di fare un complimento a Léos Carax accostandolo a lui (nello stesso modo, Rohmer sarebbe probabilmente un nuovo Guitry ecc.” E dalla poesia e la sceneggiatura per il cinema passa al confronto filosofico che “nel dopoguerra, circa alla stessa epoca di Jean- Paul Sartre, Jacques Prévert ha riscosso un successo enorme; si è colpiti dall’ottimismo di quella generazione. Oggi il pensatore più influente sarebbe piuttosto Cioran. All’epoca si ascoltavano Vian, Brassens... Innamorati che si sbaciucchiano sulle panchine, baby boom, costruzione massiccia di case popolari per alloggiare tutta quella gente. Molto ottimismo, molta fiducia nel futuro e un po’ di stupidità. Certamente siamo diventati molto più intelligenti. Con gli intellettuali, Prévert ha avuto meno fortuna. È sfuggito dunque essenzialmente alle tesi di dottorato. Oggi, tuttavia, entra nella Pléiade, il che costituisce una seconda morte. La sua opera è lì, completa e fissa. È un’eccellente occasione di interrogarsi: perché la poesia di Jacques Prévert è così mediocre che si prova talvolta una sorta di vergogna a leggerla? La spiegazione classica (perché la sua scrittura «manca di rigore») è completamente sbagliata; attraverso i suoi giochi di parole, il suo ritmo leggero e limpido, Prévert esprime in realtà perfettamente la sua concezione del mondo”. Sono d’accordo, se Prévert ha scritto, significa che aveva qualcosa da dire; e questo torna a suo onore. Purtroppo, ciò che ha da detto è di una stupidità senza limiti, talvolta nauseante. Ci sono belle ragazze nude, borghesi che sanguinano come porci quando li sgozzano. Storia vecchia; a questo punto preferisco Baudelaire. L’intelligenza non aiuta affatto a scrivere belle poesie; allora avrebbe potuto evitare di scriverne di brutte. Se Jacques Prévert è un cattivo poeta è soprattutto perché la sua visione del mondo è piatta, superficiale e falsa. il baricentro 5
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