Pubblicazione delle opere 2012 - Parrocchia di San Martino a Vado
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<strong>Parrocchia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Martino</strong> a <strong>Vado</strong><br />
Strada in Casentino (AR)<br />
Nona E<strong>di</strong>zione della Rassegna<br />
<strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede<br />
IN CAMMINO…CON GESU' '<br />
Pieve <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Martino</strong><br />
18 Novembre <strong>2012</strong><br />
Presentazione <strong>delle</strong> Opere
Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
La nostra Casa in Cielo<br />
STRUTTURA DELLA RASSEGNA<br />
Ambito Prima Comunione<br />
Bambini area istruzione scuola primaria<br />
Ambito Cresima<br />
Ragazzi area istruzione scuola secondaria <strong>di</strong> primo grado<br />
Ambito Giovani<br />
Giovani fino ai 35 anni<br />
Ambito Adulti<br />
Adulti laici<br />
Sezione Preghiera in poesia<br />
Sezione Testimonianza in prosa<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Presentazione<br />
E’ con sod<strong>di</strong>sfazione e gioia che ci accingiamo alla<br />
pubblicazione degli elaborati pervenuti in questa nona<br />
e<strong>di</strong>zione della Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza culturale e <strong>di</strong> fede<br />
“In cammino ... con Gesù”.<br />
Da alcuni sondaggi statistici su cristiani praticanti, sono<br />
emersi risultati <strong>di</strong> incredulità sulla nostra vita futura.<br />
Il tema: la nostra casa in Cielo, sollecita a pensare e<br />
riaffermare la meta alla quale è incamminata l’umanità.<br />
E’ una verità che suscita speranza ed attesa nel cuore umano<br />
e ripaga anche un’esistenza terrena gravosa e tormentata.<br />
Gesù Cristo è venuto in terra per liberare l’uomo dal peccato,<br />
dalla morte e ad aprire un passaggio alla vita eterna.<br />
Con la nostra modesta iniziativa vogliamo portare un po’ <strong>di</strong><br />
luce alle situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione <strong>di</strong> tante persone e far<br />
maturare la speranza cristiana nell’animo <strong>di</strong> tanti credenti.<br />
Don Roberto Bresciani, parroco <strong>di</strong> Strada in Casentino<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Classe prima - Scuola Primaria <strong>di</strong> Strada.<br />
Ambito Prima Comunione<br />
“La nostra casa in cielo” noi la immaginiamo così:<br />
È una casa brillantinosa con tutti gli animali e gli uccellini intorno. Stupenda, come<br />
una star famosa. Rivedo il mio bisnonno; posso giocare con le nuvole, saltare <strong>di</strong><br />
gioia. Denise A.<br />
Io vorrei che fosse <strong>di</strong> Cars. Voglio giocare con la sabbia. Ci sono tanti fiori gialli e tutti<br />
gli animali e le macchine. In cielo ci sono tutti i miei amici e la torta. Mirko B.<br />
È bella. Posso fare tante cose: andare con il mio nonno Mario che il mio babbo lo<br />
portava a pescare. L’ho visto quando avevo solo un anno. Alessio B.<br />
È bellissima. Ci sono tante cose che posso fare: saltare, andare nello scivolo.<br />
Maria C.<br />
La vorrei con un po’ <strong>di</strong> lupi, perché mi piacciono i lupi; un bel giar<strong>di</strong>no, tanti animali,<br />
un po’ <strong>di</strong> pecore. Francesco C.<br />
Io vorrei che il para<strong>di</strong>so fosse pieno <strong>di</strong> animali. Mi piace perché posso rivedere tutti i<br />
miei nonni e nonne, giocare con i miei amici e con le nuvole. Thomas F.<br />
Vorrei che il para<strong>di</strong>so sia bellissimo; gli alberi, Gesù che gli voglio tanto bene, tutti<br />
quelli che sono in cielo, gli <strong>di</strong>co “ciao” e do un bacio al cugino del mio nonno. Era un<br />
bambino. Gabriele G.<br />
Io la guardo tutte le settimane. Sto sdraiata nell’erba quando non piove. È bella con i<br />
fiori rossi. Adele Natalina G.<br />
È bellissima. Si può saltare sulle nuvole. Eva G.<br />
Vorrei tanto che ci fosse una casina lì sopra piena <strong>di</strong> fiori, il giar<strong>di</strong>no. Lì trovo tutti<br />
quelli che sono andati in cielo. Ci trovo Dio. Jacopo M.<br />
È bella. Ci si trova i genitori. Ci sono i tuoi amici e i tuoi animali. Marco M.<br />
Io me la immagino, se fosse costruita <strong>di</strong> nuvole, così ci si salterebbe. C’è dell’erba.<br />
Giovanni P.<br />
La immagino con tutti i fiori: bellissima, come se fosse una casa brillante con tante<br />
cose dentro. Mi ci immagino tutte le persone che sono andate in cielo. Sara S.<br />
È bella, perché il cielo è celeste. Cristian S.<br />
È stupenda: tanti fiori, tantissimi animali che a me piacciono. Anieza S.<br />
È bella: tantissimi fiori <strong>di</strong> nuvole, un giar<strong>di</strong>no con tre alberi, una piscina <strong>di</strong> nuvole.<br />
Puoi tuffarti nelle nuvole. Filippo T.<br />
Quando i genitori muoiono vanno in cielo. Ci sono tante cose che Dio ha creato lì. Se<br />
muoiono anche i miei amici vengono anche loro in cielo. C’è Dio. Ci sono i fiori <strong>di</strong><br />
nuvola. Con i pezzi <strong>di</strong> nuvola si può fare un pupazzo <strong>di</strong> nuvola. Francesco T.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Classe seconda - Scuola Primaria <strong>di</strong> Strada.<br />
Penso alla nonna Levera e al mio nonno “Palle” che non ho mai visto. Però penso<br />
che mi vuole bene. Ma la mia nonna la conosco perché è morta dopo il mio nonno.<br />
Penso e ripenso sempre a loro. Voglio rivederli, potrei fare <strong>di</strong> tutto per rivederli, ma<br />
so che anche io andrò un giorno nel cielo insieme a loro e gli darò un bel bacio e un<br />
abbraccio fortissimo.<br />
Io la loro casa me la immagino con le finestre rosse tutta la casa gialla, il tetto<br />
azzurro, il tappeto <strong>di</strong> nuvole e penso <strong>di</strong> giocare con gli Angiolini, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare loro<br />
amico per la pelle. Ti saluto tanto: tanti saluti. Verrò da voi nonna e nonna. Ciao e vi<br />
voglio tantissimo bene. Ciao e tanti baci. Ti saluto chicco, bellissimo cane.<br />
Kevin C. classe II<br />
Io mi immagino la casa <strong>di</strong> Gesù tutta <strong>di</strong> nuvole e il suo letto fatto <strong>di</strong> vapore e nuvole.<br />
Spero <strong>di</strong> ritrovare mio nonno Gianni e Michele e spero anche <strong>di</strong> trovare mio zio e<br />
mia zia che non ho mai conosciuto, ma credo che fossero molto bravi e affettuosi.<br />
Avrei tanto voluto conoscerli da vivi e credo anche che nella casa in cielo ci sia la<br />
cucina tutta fatta <strong>di</strong> caramelle alla frutta e anche <strong>di</strong> cioccolato.<br />
Luna S. classe II<br />
Io mi immagino l casa <strong>di</strong> Gesù che è tutta d’oro con dentro il letto tutto <strong>di</strong> nuvole.<br />
Spero <strong>di</strong> ritrovare mio nonno e <strong>di</strong> ritrovare i miei due cani, Miro che era <strong>di</strong> mia zia e<br />
Laica <strong>di</strong> mia nonna; e spero <strong>di</strong> ritrovare i miei due gattini Briciola e Charlie.<br />
Federica L. classe II<br />
Io mi immagino che quando sarò morto ritroverò i miei nonni, la mia mamma, il mio<br />
babbo e il mio gattino. Chissà chi ci sarà. Poi mi immagino che la casa sia tutta <strong>di</strong><br />
caramelle. Lorenzo C. classe II<br />
Io non ho nessuno nel cielo ma spero <strong>di</strong> venire lassù e salutarti Dio. Vorrei fare<br />
amicizia con gli angioletti e spero che ci sia uno scivolo fatto <strong>di</strong> nuvole, un fiume,<br />
tanta brava gente e che mi farai vivere bene. Pasquale P. classe II<br />
Io mi immagino i miei nonni che mi tengono in braccio e il mio gatto che mi salta in<br />
collo e mi fa le fusa. Poi c’è la mia trisnonna che mi fa il cioccolato caldo. Chissà se ci<br />
saranno un po’ <strong>di</strong> amici: Caro nonnino! Lapo P. classe II<br />
In cielo spero <strong>di</strong> ritrovare i miei cani, soprattutto Luna, perché era il mio cane<br />
preferito e il più buono. Spero che la casa <strong>di</strong> Gesù sia d’oro e con un po’ <strong>di</strong><br />
cioccolata. Credo che il letto sia <strong>di</strong> vapore. Spero <strong>di</strong> incontrare Dio, Gesù e la<br />
Madonna, perché gli voglio bene e soprattutto gli angioletti. Elisabetta C. classe II<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Io mi immagino che la mia bisnonna Rosa, dal cielo mi racconta le storie, mentre<br />
sono a letto e che il mio angioletto le sta vicino. Chissà cosa starà facendo in questo<br />
momento e chissà quanti amici avrà conosciuto lassù. Chiara F. classe II<br />
Io mi immagino che la casa <strong>di</strong> Dio sia d’oro con le stelle e la luna. Io mi immagino<br />
anche che i miei nonni stiano insieme. E poi mi piacerebbe che la camera fosse con<br />
un velo triangolare e una scaletta. Chissà quanti amici mi farò? Spero tanti.<br />
Vi saluto, ciao! Salutatemi tutti gli angeli. Giulia L. classe II<br />
Io mi immagino la mia bisnonna che mi tiene in collo con una seggiola davanti al<br />
fuoco e mi dondola. Secondo me la mia bisnonna mi guarda da lassù e sogno che sta<br />
ancora lì ad addormentarmi per sempre.<br />
Vorrei che fosse qui con me per giocare insieme a lei. Matilde V. classe II<br />
Io quando sarò morto, vorrei incontrare i miei due nonni che si chiamano Pietro e<br />
Lina, così potrei rivederli. Mi immagino la casa <strong>di</strong> Gesù: cosa staranno facendo?<br />
Quanti amici avranno il mio nonno e la mia nonna? Si <strong>di</strong>vertiranno con tutti quegli<br />
amici? Spero <strong>di</strong> rivederli, Dio! Ti prego, me li rifarai vedere? Mi immagino la tua casa<br />
<strong>di</strong> cioccolato bianco e la porta e le finestre <strong>di</strong> panna montata.<br />
Tommaso B. classe II<br />
Io penso che rivedrò Gesù, ma spero <strong>di</strong> rivedere anche il mio nonno, i miei cagnolini,<br />
la mia nonna perché mi faceva le coccole. Che cosa farà il mio cagnolino? Che cosa<br />
faranno il mio bisnonno e la mia bisnonna? Gianni G. classe II<br />
Caro nonno Mauro, vorrei <strong>di</strong>rti che ti penso, che ti sogno e che ti voglio bene.<br />
Alessia P. classe II<br />
Che cosa starà facendo il cane della zia? forse starà correndo fra le nuvole, felice si<br />
<strong>di</strong>verte. Spero un giorno <strong>di</strong>o rivederlo. Davide G. classe II<br />
Classe terza - Scuola Primaria <strong>di</strong> Strada.<br />
Per me il Para<strong>di</strong>so è fatto <strong>di</strong> nuvole e c’è un fiume <strong>di</strong> cioccolata. Per me in Para<strong>di</strong>so ci<br />
si va con l’angelo custode. In Para<strong>di</strong>so le persone ci stanno molto bene e si <strong>di</strong>vertono<br />
molto. Emma B. classe III<br />
Caro Gesù, credo che la casa in cielo sarà un posto bellissimo pieno <strong>di</strong> luci e cose<br />
fantastiche, tipo un parco giochi con un’astronave salterina. Le case saranno <strong>di</strong><br />
zucchero colorato, il pavimento saranno <strong>delle</strong> nuvole e per arrivarci si può volare o<br />
utilizzare il razzo. Infine credo che lassù Gesù vorrà a tutti bene.<br />
Ivan B. classe III<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Caro Gesù, immagino che il cielo sia magico e anche molto bello e i fiumi siano <strong>di</strong><br />
cioccolato puro, le nuvole <strong>di</strong> panna montata, le case <strong>di</strong> ciliegie e che ci sono tante<br />
torte <strong>di</strong> fragole. Ci saranno le persone che non sono vecchie ma giovani e forse c’è<br />
anche la luce che illumina il cielo <strong>di</strong> Dio. Gli angeli mangiano le torte, giocano, sono<br />
magici e molto buoni e puri. Francesca B. classe III<br />
Il Para<strong>di</strong>so sarà pieno <strong>di</strong> nuvole e tutto sarà come sulla Terra, solo che tutto è bianco<br />
e pieno <strong>di</strong> luce. Le persone secondo me indossano un vestito bianco con un’aureola<br />
gialla. Nelle nuvole camminano scalze perché le nuvole sono soffici. I nostri angeli<br />
custo<strong>di</strong> avranno la magia e soprattutto ci saranno amore e gioia.<br />
Francesco C. classe III<br />
Caro Gesù, mi immagino una casa lucente, con colonne <strong>di</strong> cristallo e muri <strong>di</strong> pietra<br />
bianca. Penso che lassù in cielo ci siano felicità e gioia e persone che si <strong>di</strong>vertono a<br />
giocare insieme sulle nuvole con gli angeli. Mi immagino che non ci siano malattie e<br />
per andare in Para<strong>di</strong>so vengano a prenderci gli angeli. Filippo C. classe III<br />
Caro Gesù, per favore, fai che per andare nella casa del Padre ci sia uno scivolo<br />
arcobaleno, spero che mi farai ritrovare tutte le nostre persone più care. Fammi<br />
camminare insieme a te, vorrei che fosse tutto <strong>di</strong> nuvole soffici e che eliminassi tutte<br />
le malattie. Fai che dominino la felicità, l’amore e la pace. Lorenzo C. classe III<br />
Per me il Para<strong>di</strong>so è fatto <strong>di</strong> nuvole, fiumi <strong>di</strong> cioccolato e la casa <strong>di</strong> Gesù è fatta <strong>di</strong><br />
cristalli. La morte è parte naturale della vita ma da sempre la vita continua. Spero<br />
che il mio nonno Giuseppe stia bene, perché con lui c’è Dio che protegge tutti.<br />
Marco C. classe III<br />
Caro Gesù, pren<strong>di</strong>ti cura del mio zio Luigi. Secondo me il mio zio Luigi ora starà in<br />
Para<strong>di</strong>so a giocare a briscola con gli angeli. Secondo me in Para<strong>di</strong>so ci si va con un<br />
autobus e lo immagino con tutti i parcheggi per gli autobus del Para<strong>di</strong>so, senza<br />
malattie, con tanta allegria. Le case saranno tutte morbide e ci saranno fiumi <strong>di</strong><br />
panna. Per favore Dio, pren<strong>di</strong>ti cura <strong>di</strong> tutte le persone che sono morte e alle quali<br />
voglio bene. Scusami Dio per tutte le parole brutte che ho detto.<br />
Alessandro C. classe III<br />
Caro Gesù, nella casa in Cielo mi immagino che ci siano fiumi <strong>di</strong> cioccolato, le case <strong>di</strong><br />
nuvole invisibili, gli angeli con la veste bianca e tantissima luce che ti fa essere<br />
allegro. Forse ci sono letti nelle case <strong>di</strong> caramello e forse gli angeli saranno magici e<br />
amorevoli nei nostri confronti.<br />
Amedeo F. classe III<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Caro Gesù, portami lassù nel cielo azzurro, dove c’è il mio babbo che mi abbraccia e<br />
mamma che dà un bacio a me e a lui. Ciao Gesù che mi porti lassù, fammi una casa<br />
d’oro e fammi bello e giovane con dei capelli belli, luci<strong>di</strong>, poi una goccia dagli occhi,<br />
Gesù bello come il cielo limpido. Lorenzo F. classe III<br />
Caro Gesù, la tua casa sarà forse <strong>di</strong> panna e <strong>di</strong> cioccolato. Lassù in Cielo ci si va per<br />
caso con gli angeli? Spero che tutta la gente che è lassù stia bene e che si <strong>di</strong>verta.<br />
Grazie Gesù per aver fatto tutto questo e continua così. Spero <strong>di</strong> stare bene lassù,<br />
ritrovare tutta la gente che è morta e stare con te. Viola G. classe III<br />
Io spero che la tua casa Gesù sia bella sia per i più gran<strong>di</strong> e anche per i più piccoli e<br />
fai che ci sia resurrezione per tutti. Me la immagino tutta illuminata dalla luce e<br />
tutta fatta <strong>di</strong> nuvole e fai che lassù da te si stia molto bene.<br />
Gerardo G. classe III<br />
Caro Gesù, mi immagino che nella casa in cielo ci saranno le case <strong>di</strong> nuvole e che<br />
finisci in cielo con due angeli che vengono a prenderti. Andrea I. classe III<br />
Io mi immagino che il Para<strong>di</strong>so sia fatto <strong>di</strong> amore e penso anche che quando arriverò<br />
da Dio, lui mi aprirà le porte del Para<strong>di</strong>so. So che rivedrò le persone a me care, mi<br />
immagino che la casa del Padre sia così bella e piena d’amore. Dio mi farà vedere<br />
l’angolo degli sport, la chiesa del Padre, poi il bar gestito da angeli e mi aspetto <strong>di</strong><br />
vedere e <strong>di</strong> avere una marea <strong>di</strong> cose. Ma <strong>di</strong> una cosa sono certo, nella casa del Padre<br />
non esiste il male e vorrei stare vicino al Padre. Spero <strong>di</strong> vedere la mia nonna Tonia<br />
che non ho avuto la fortuna <strong>di</strong> conoscere. Sarà possibile? Non lo so, però sono certo<br />
che dopo la morte mi attenderà una vita bellissima. Andrea L. classe III<br />
Caro Gesù, io mi immagino che in Para<strong>di</strong>so ci porta un autobus tutto giallo e quando<br />
siamo arrivati, ve<strong>di</strong>amo le persone care che abbiamo incontrato durante la nostra<br />
vita, che magicamente adesso stanno bene. Vedrò finalmente il mio angelo custode,<br />
Dio e proprio Tu. Secondo me lì è tutto morbido, bellissimo e tutti sono felici, là non<br />
esiste il male ma solo il bene. Martina M. classe III<br />
Caro Gesù, io spero che nel Cielo riveda il mio nonno. Io mi immagino che nel Cielo<br />
ci sia un arcobaleno da dove passano angeli e che ci siano nuvole soffici dove il mio<br />
nonno sta felice e gioioso. Spero che il mio nonno stia bene perché lui è morto<br />
prima che io nascessi e non l’ho visto. Io penso che Gesù gli farà un po’ <strong>di</strong> compagnia<br />
e che il mio nonno, gli angeli e tutti quelli che sono morti stiano bene con te nel<br />
cielo. Ilaria M. classe III<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Caro Gesù, spero che lassù al posto della terra ci siano nuvole ovunque, con dei laghi<br />
pieni <strong>di</strong> pesci, tartarughe marine e che tutte le persone che sono lassù con te<br />
<strong>di</strong>ventino giovani e stiano bene. Abbi cura <strong>di</strong> noi fino alla nostra morte. Spero <strong>di</strong><br />
stare vicino a te quando saremo morti, per darci il coraggio e l’amore.<br />
Matteo M. classe III<br />
Caro Gesù, io immagino che le tue case siano <strong>di</strong> cioccolato e le persone che sono lì<br />
con te stiano bene. Immagino anche che ci sia un autobus tutto colorato e <strong>delle</strong><br />
automobili tutte fatte <strong>di</strong> nuvole e quando verrò anche io, rivedrò i miei nonni e<br />
anche la zia Gianna. Giulia O. classe III<br />
Per me in Para<strong>di</strong>so ci sono case fatte <strong>di</strong> nuvole, tavolini per bere il tè, molte persone,<br />
la casa <strong>di</strong> Gesù fatta <strong>di</strong> cristallo e fiumi <strong>di</strong> cioccolata. Mi immagino anche persone<br />
che vanno al supermercato con le automobiline <strong>di</strong> nuvole. Le persone che stanno<br />
lassù, stanno sicuramente bene perché ci sono Dio e Gesù che li curano e li aiutano.<br />
Alessia P. classe III<br />
Caro Gesù, ma in Para<strong>di</strong>so <strong>di</strong> possono fare le torte? Lì posso vedere il fiume <strong>di</strong><br />
cioccolata? Ci possono essere le automobili <strong>di</strong> nuvola? Gesù, come stanno le<br />
persone che stanno in Para<strong>di</strong>so? Io penso che stanno bene.<br />
Alessandro S. classe III<br />
Caro Gesù, ma lassù il Para<strong>di</strong>so è con i fiumi pieni <strong>di</strong> cioccolata? Noi <strong>di</strong>venteremo<br />
angeli e la casa <strong>di</strong> Dio è fatta <strong>di</strong> cristallo trasparente. Il mio nonno forse sta<br />
chiacchierando con gli angeli, però penso che tutte le persone che conosco stanno<br />
bene. Io so anche che il Para<strong>di</strong>so è pieno <strong>di</strong> luce. Giulia S. classe III<br />
Classe quarta - Scuola Primaria <strong>di</strong> Strada.<br />
La mia casa in cielo la vorrei, invece che fatta <strong>di</strong> mattoni, fatta con le nuvole. Si può<br />
camminare e anche volare; ad un certo punto appaiono due cancelli: uno buio e uno<br />
tutto luminoso.<br />
Chi deve andare in Para<strong>di</strong>so, entra nel cancello luminoso, sennò si entra in quello<br />
buio dell’inferno.<br />
E spero, spero <strong>di</strong> andare in cielo da Gesù in Para<strong>di</strong>so, perché c’è più felicità.<br />
Emma A. classe IV<br />
Io immagino il Para<strong>di</strong>so con piante sacre e una bella luce <strong>di</strong>retta verso il Signore,<br />
cioè Dio. Penso che ci siano anche nuvole bianche e la serenità <strong>di</strong> tutti. Poi<br />
immagino che ci sia una meravigliosa vista sul mondo.<br />
Spero <strong>di</strong> rivedere i miei amici, i miei parenti, la maestra e soprattutto Dio e Gesù.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Vorrei che nessuno andasse all’inferno ma non spetta a me decidere per loro. Che<br />
peccato che il <strong>di</strong>avolo se ne sia andato dal Para<strong>di</strong>so, perché si pensa che fosse<br />
l’angelo preferito da Dio.<br />
Spero <strong>di</strong> essere stata brava per te, Dio. Ti voglio bene. Dalia F. classe IV<br />
Chi sa lassù in Para<strong>di</strong>so come sarà! Spero che sarà pieno <strong>di</strong> nuvole con tanti angeli.<br />
E una casa <strong>di</strong> cose belle e spero <strong>di</strong> ritrovare la mia nonna Maria, il mio nonno<br />
Giovanni e il mio gatto.<br />
Credo che ci siano un po’ <strong>di</strong> ostacoli da superare e ad un certo punto, si trova un<br />
cancello buio e uno luminoso. La mia anima spero che voglia andare in quella<br />
luminosa! Così sarò contenta <strong>di</strong> vedermi davanti tanti angeli e spero anche <strong>di</strong> essere<br />
felice con tutte le persone che conoscevo. Spero <strong>di</strong> essere stata buona, anche se<br />
qualche volta ho <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>to ai miei genitori. Spero <strong>di</strong> meritarmi il Para<strong>di</strong>so e spero<br />
<strong>di</strong> non <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>re a Gesù. Alice B. classe IV<br />
Caro Gesù, io mi immagino un gran cancello tutto bianco; lo apro e posso ritrovare<br />
tutti i miei parenti e li posso abbracciare. Vorrei incontrare anche i miei animali. La<br />
casa me la immagino tutta bianca e piena <strong>di</strong> felicità. Io non vorrei andare all’Inferno,<br />
ma vorrei andare in Para<strong>di</strong>so. Mi immagino la casa bianca e tutti potremo stare<br />
insieme. Credo che lassù la gente stia bene e quando ci andrò io, guarderò quelli in<br />
terra. Azzurra B. classe IV<br />
La nostra casa in cielo è con i miei nonni, il cagnolino e la zia; ma soprattutto con un<br />
po’ <strong>di</strong> gioia e un po’ <strong>di</strong> simpatia. Mi <strong>di</strong>spiace per mio nonno e mia zia che sono morti;<br />
io gli volevo un monte <strong>di</strong> bene! La casa in cielo me la immagino così: con un cancello,<br />
un giar<strong>di</strong>no con in mezzo una stra<strong>di</strong>na. Gabriele G. classe IV<br />
Io la nostra casa in cielo, me la immagino in questo modo: ai lati ci sono il Para<strong>di</strong>so e<br />
l’Inferno, nel mezzo il Purgatorio e in ogni ambiente, c’è un cancello elettronico che<br />
si apre. Nel para<strong>di</strong>so sei con Dio e gli altri <strong>San</strong>ti; ci sono tanti angeli che giocano a<br />
bocce e bambini che si riuniscono a mangiare e a giocare.<br />
Nel Purgatorio è come se fossi a <strong>delle</strong> gare olimpiche perché devi saltare degli<br />
ostacoli e il pubblico ti incoraggia facendo il tifo.<br />
Nell’infermo ci sono gli adulti che tirano le frecce in alto per uccidere gli uccelli e i<br />
bambini si picchiano a morte. Io preferirei andare nel Para<strong>di</strong>so, perché credo che<br />
tutti i miei parenti, anche quelli alla lontana e ex animali domestici, si trovino lì.<br />
Caterina C. classe IV<br />
Io il Para<strong>di</strong>so me lo immagino pieno <strong>di</strong> nuvole e piante. Vorrei incontrare il mio cane<br />
e il mio nonno. Spero che il mio nonno si trovi bene, mi guar<strong>di</strong> da lassù e che sia<br />
contento <strong>di</strong> me.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Immagino la mia casa in cielo come un posto pieno <strong>di</strong> amore e gioia.<br />
Ilaria V. classe IV<br />
Tutti ci immaginiamo che il cielo sia bello con i fiori dappertutto e dei prati incantati<br />
dove è sempre tutto felice; è così che mi immagino il Para<strong>di</strong>so!<br />
Invece mi immagino l’Inferno con il <strong>di</strong>avolo al centro e tutte le anime a lavorare per<br />
lui; c’è la lava e i vulcani sono tutti intorno. Spero tanto <strong>di</strong> ritrovare i miei parenti e<br />
amici più stretti.<br />
Invece mi immagino il Purgatorio una palestra gigante con degli ostacoli da<br />
superare: ruote, capriole, spaccate, roba <strong>di</strong>fficile!<br />
Se avrò la scelta, sceglierò subito il Para<strong>di</strong>so. Laura M. classe IV<br />
Io mi immagino la casa lassù con <strong>di</strong> cancelli dorati che si aprono al cospetto <strong>di</strong> Dio<br />
che ti <strong>di</strong>ce : Varca questi cancelli e la tua anima vivrà per l’eternità. Io spero <strong>di</strong><br />
essere sempre un bravo fedele, <strong>di</strong> andare alla messa, pregare, essere buono con<br />
tutti e non fare del male per andare in Para<strong>di</strong>so. Mi immagino il Para<strong>di</strong>so un posto<br />
bellissimo pieno <strong>di</strong> fiori dove c’è sempre il sole, dove le persone sono allegre e<br />
sorridenti e possono fare tutto ciò che gli piace. Una volta arrivati potremo<br />
abbracciare le persone care e stare con loro tutti i giorni. Io vorrei ritrovare mio zio<br />
per giocare con lui e portagli i miei cugini Fabio e Giacomo. Luca L. classe IV<br />
Per me la nostra casa in cielo è fatta così: piena <strong>di</strong> fiori, tanto rispetto e tanta<br />
tranquillità. Nella nostra casa in cielo, si deve rispettare Dio, dobbiamo essere<br />
educati e bisogna abbracciare tutti.<br />
Vorrei incontrare mio nonno Ciro; secondo me lui sta pensando a me e pure alla mia<br />
famiglia. David D’A. classe IV<br />
La casa in cielo me la immagino fatta <strong>di</strong> nuvole e <strong>di</strong> luce. Me la immagino con gli<br />
angeli piccoli e gran<strong>di</strong> con l’aureola e le ali come se fossero peluche e vestiti <strong>di</strong> lana.<br />
Vorrei che ci fosse un laghetto con pesci, trote, carpe, girini, bisce, anatre e rose che<br />
sbocciano sempre in primavera.<br />
E davanti alla casa in cielo c’è un cancello della via del Para<strong>di</strong>so. Fabio A. classe IV<br />
Classe quinta - Scuola Primaria <strong>di</strong> Strada.<br />
Il Para<strong>di</strong>so secondo me è: all’ingresso con un enorme cancello dorato; all’interno c’è<br />
Gesù su un trono e mi <strong>di</strong>ce: - Benvenuto qui in Para<strong>di</strong>so! Fai come se tu fossi a casa<br />
tua. Grazie che mi hai scelto! Io esclamerò.<br />
Io il Purgatorio me lo immagino come una specie <strong>di</strong> aula con dentro Gesù e il<br />
<strong>di</strong>avolo. Il primo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ce: - Vieni con me, perché potrai <strong>di</strong>vertirti, giocare e fare nuove<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
amicizie! E il <strong>di</strong>avolo: - Non lo ascoltare, vieni con me perché potrai governare! Gesù<br />
<strong>di</strong> rimando: - Allora? con chi sei d’accordo?<br />
L’Inferno me immagino con le fiamme dappertutto, <strong>di</strong>avoli con il forcone e pronti ad<br />
infilare tutto quello che era sulla loro agenda. Secondo me incontrerò il mio nonno<br />
che è morto a Napoli nel 2002. Quando lo incontrerò, sarò lì pronto ad abbracciarlo.<br />
Giocherò con lui e lui mi farà fare i tuffi in piscina! Michele C. classe V D<br />
La nostra vita è un regalo <strong>di</strong> Dio che ci aiuta in ogni situazione. Quando noi moriamo,<br />
Dio ci può mandare in tre <strong>di</strong>versi posti: il Para<strong>di</strong>so, dove all’ingresso c’è un cancello<br />
d’oro con dei fiori sbocciati; si cammina sulle nuvole e si vedono anime felici che<br />
pregano. Dio in un grande trono, con accanto Gesù.<br />
Poi c’è il Purgatorio, dove ci sono tante anime sofferenti; però hanno la speranza <strong>di</strong><br />
andare presto in Para<strong>di</strong>so. Questo posto per me è un grande prato con della nebbia<br />
fitta fitta e, a volte qualche anima va in Para<strong>di</strong>so perché qualcuno prega per lei.<br />
Infine c’è l’Inferno che è la parte più brutta: ci sono tutte le anime che bruciano, il<br />
<strong>di</strong>avolo con due corna e una coda tutta rossa. Le anime camminano in della lava;<br />
insomma è un posto orribile. Spero <strong>di</strong> non andarci mai! Voglio andare in Para<strong>di</strong>so!!<br />
Tommaso D. classe V D<br />
Fin da piccola mi hanno sempre detto, le suore e i miei genitori, che esiste una vita<br />
dopo la morte e che questa vita è in Para<strong>di</strong>so: la nostra casa in cielo.<br />
Io ci credo e mi immagino il Para<strong>di</strong>so pieno <strong>di</strong> nuvole con un cancello d’oro. In cielo<br />
ci sono: Dio, Gesù, Maria, Giuseppe, i <strong>San</strong>ti e tutte le persone morte. Quando muori<br />
ci sono tre posti in cui si può andare: Il Para<strong>di</strong>so, quando ti comporti bene sulla<br />
terra; il Purgatorio, quando ti comporti così così; l’Inferno, quando ti comporti male.<br />
Penso <strong>di</strong> incontrare mio nonno Mauro con il suo amico Beppe a sistemare le<br />
motoseghe. Mi sentirò felicissima perché lo vedrò per la prima volta! Secondo me,<br />
non credere alla casa in cielo renderebbe tutto brutto e triste.<br />
Il Para<strong>di</strong>so è il premio che Gesù ci ha promesso. Mentre scrivo mi accorgo che Dio è<br />
buono e generoso, infatti lo saluto perché penso che ora mi sta guardando.<br />
Caro Dio, proteggi la mia famiglia. Matilde F. classe V D<br />
Ciao, mi chiamo Cristian e vi voglio spiegare come mi immagino la mia casa in cielo.<br />
Mi immagino tanti prati e il cancello d’oro e con le chiavi; apro il cancello e davanti<br />
ai miei occhi vedo Dio che mi accoglie in Para<strong>di</strong>so e mi accompagna da una persone<br />
che è mio nonno Giuseppe e il mio bisnonno Guido. Il mio nonno è guarito e viene<br />
ad abbracciarmi; io vado da lui ed entrambi dall’emozione ci mettiamo a piangere, ci<br />
abbracciamo felici <strong>di</strong> vederci. Vedo casa mia che è uno splendore come tutte le<br />
altre, con l’altalena e la piscina. Io qui sto benissimo; vedo <strong>delle</strong> persone: mia<br />
mamma, mio babbo e i miei fratelli: loro vengono da me ed io vado da loro; loro<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
stanno bene ed io pure. Sono in casa mia; è stupenda e c’è la mia canina Techila.<br />
Ecco come mi immagino la mia casa in cielo. Ciao. Cristian T. classe V D<br />
Nasci, cresci, muori.<br />
E poi? Che ne sarà <strong>di</strong> te?<br />
Forse qualcuno ti aspetta,<br />
forse qualcuno ti vuole.<br />
E tu? Dove andrai?<br />
Ci sono <strong>di</strong>versi luoghi dopo,<br />
ogni luogo il suo padrone.<br />
Scen<strong>di</strong> in basso:<br />
anime che piangono,<br />
lacrime che scendono.<br />
I peccatori bloccati per sempre in fondo,<br />
in fondo a un vicolo,<br />
una tortura,<br />
paura,paura,paura.<br />
Davvero vuoi soffrire?<br />
Davvero vuoi restare a piangere in eterno?<br />
Questo è l' Inferno,la <strong>di</strong>mora eterna <strong>di</strong> Satana,<br />
la creatura più spregevole che esista.<br />
Sali in alto:<br />
risate che risuonano,<br />
un cancello che si apre,<br />
una voce confortevole<br />
un amore reciproco.<br />
è bellissimo,<br />
è una meraviglia,<br />
questo è il Para<strong>di</strong>so,<br />
questa è la tua famiglia.<br />
Ti piace? Ci vuoi andare?<br />
Sei indeciso? Non temere!<br />
Scen<strong>di</strong> in mezzo ;<br />
lì c’è il vuoto, stai attento , non è un gioco!<br />
Pensa bene , in<strong>di</strong>etro non torni,<br />
è il Purgatorio l’indecisione<br />
dove regna il silenzio.<br />
Nella terra pensa bene e schiarisciti le idee,<br />
e cosi nell’ altro mondo<br />
non avrai più indecisioni. Desi S. classe V D<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Penso a mio nonno Pietro,<br />
che non si tirava mai in<strong>di</strong>etro<br />
quando giocava a carte,<br />
un gioco <strong>di</strong>vertente.<br />
Era bravo a danzare,<br />
e i crauti voleva mangiare,<br />
ma non li aveva,<br />
e restò senza cena.<br />
Adesso è morto<br />
<strong>di</strong> lui ho solo un ricordo<br />
si troverà lassù,<br />
In Para<strong>di</strong>so.<br />
Il Para<strong>di</strong>so è fatto <strong>di</strong> nuvole,<br />
da un gran cancello dorato,<br />
profumato <strong>di</strong> papaveri e viole<br />
con Dio su un trono alto.<br />
Con gli angeli che cantano<br />
un inno <strong>di</strong> lode<br />
un coro magnifico<br />
<strong>di</strong> voce.<br />
C’è anche il mio bisnonno Armando<br />
che <strong>di</strong> Pietro era suocero<br />
suonava il clarinetto<br />
meglio <strong>di</strong> chiunque<br />
Chissà, può dargli qualche lezione, lassù<br />
Spero <strong>di</strong>ventino amici,<br />
lassù in Para<strong>di</strong>so.<br />
Penso che stia bene, lassù<br />
ne sono certo,<br />
perché c’è il Signore<br />
che ci ama in ogni momento. Lorenzo T. classe V D<br />
Mi chiamo Samanta e ho <strong>di</strong>eci anni<br />
Il para<strong>di</strong>so me lo immagino con un cancello d' oro,per terra le chiavi e davanti ai miei<br />
occhi <strong>di</strong>o che mi accompagna da mia madre e dal mio babbo, li saluto e li abbraccio.<br />
Dopo poco vedo mio nonno e mia nonna: mi fermo, li guardo e corro da loro. A un<br />
certo punto Dio mi porta con lui e mi ritrovo un cancello d'oro: lo apro e vedo il<br />
mondo del <strong>di</strong>vertimento. Lì ritrovo tutti i miei compagni <strong>di</strong> classe, li saluto, mi<br />
guardo intorno e vedo un sacco <strong>di</strong> giochi. Io il para<strong>di</strong>so me lo immagino cosi.<br />
Samanta P. classe V D<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Per tutti gli esseri umani c’è la vita: si nasce, si cresce e si muore. Ci sono tante<br />
religioni al mondo, ma la mia è quella cristiana. I cristiani credono che dopo la morte<br />
ci sia un’altra vita e possiamo andare in tre posti: il Para<strong>di</strong>so, che è il posto dove Dio<br />
ci accoglie tra le sue braccia e ci fa stare per tutta la vita felici; il Purgatorio, cioè<br />
quando un uomo non è stato né tanto buono, né tanto cattivo, ma Dio gli dà<br />
comunque l’occasione <strong>di</strong> andare con Lui. Ed infine c’è il luogo più brutto, più triste e<br />
più cattivo, che è l’Inferno, dove c’è Satana che ti spinge da lui e ti fa bruciare nel<br />
fuoco ardente per tutta l’eternità.<br />
Ma, secondo me, anche a quel punto Dio ti da un’altra possibilità per stare con Lui e<br />
se la rifiuti, questa volta brucerai davvero in eterno.<br />
Io non voglio andare all’Inferno e per questo farò tutte le cose buone. Non inquinerò<br />
l’ambiente e rispetterò tutto e tutti. Speriamo che Dio mi voglia tanto bene e che mi<br />
faccia stare con i miei familiari fino a quando morirò; però speriamo che succeda tra<br />
molti anni. Davide A. classe V D<br />
Io credo che dopo la vita ci sia una seconda opportunità: la vita in cielo. Immagino<br />
che all’entrata ci sia un grande cancello d’oro, che camminiamo sulle nuvole e che ci<br />
siano molte persone con l’aureola tutte vestite <strong>di</strong> bianco. I cristiani credono che la<br />
vita sia <strong>di</strong>visa in tre piani dove al centro c’è il Purgatorio: qui deci<strong>di</strong>amo la nostra<br />
vita, se andare in basso all’inferno dove c’è il <strong>di</strong>avolo, tutto nero e con molto fuoco;<br />
oppure in alto, in Para<strong>di</strong>so dove incontriamo Gesù. Io credo che andrò in Para<strong>di</strong>so<br />
ma non posso scegliere io, <strong>di</strong>pende da Dio. Lui è come una persone che da molte<br />
opportunità; non credo che sia Lui che ti manda all’Inferno, ma che sia l’anima che<br />
rifiuta il suo amore. In Para<strong>di</strong>so credo che ci sia il mio nonno Antonio che racconta ai<br />
suoi amici la sua vita in terra; poi penso che ci sia anche la mia bisnonna Sesta che va<br />
in giro con le pecore. Arianna A: classe V A<br />
Io mi immagino un grande cancello d’oro che si apre alle persone. Dietro ci sono Dio<br />
e Gesù che in<strong>di</strong>cano dove devono andare: se all’Inferno, se al Purgatorio o se in<br />
Para<strong>di</strong>so. Mi immagino Gesù con un libro d’oro in mano. Mi immagino poi che sopra<br />
al cancello ci sia un arcobaleno e degli angeli spendenti che ci volano intorno.<br />
M’immagino anche una casa dove anche i poveri e i perseguitati potranno<br />
finalmente vivere in pace. Spero che ci sia una grande TV dove potremmo vedere la<br />
partita. Poi spero che la sera Michael Jackson e Lucio Dalla possano cantare i loro<br />
migliori pezzi insieme e che la gente si metta a ballare fino a tar<strong>di</strong>. In un altro angolo<br />
invece, altra gente che gioca a calcio, a basket, a tennis e a pallavolo, mentre in un<br />
altro angolo la gente dorme come ghiri. Io spero tanto <strong>di</strong> andare in Para<strong>di</strong>so e <strong>di</strong><br />
trovare i miei nonni e i miei cari. Andrea S. classe V A<br />
Io mi immagino che i morti vadano o all’Inferno o al Purgatorio o in Para<strong>di</strong>so.<br />
Secondo me l’Inferno è un vulcano con il fuoco e con molta lava, dove fa caldo e ci<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
abitano il Diavolo e i suoi servi; devono fare un giro sopra il vulcano e chi casca<br />
dentro va al Purgatorio che è un posto dove piove sempre, a volte nevica e non c’è<br />
mai il sole. In Para<strong>di</strong>so ci sono tante nuvole, è tutto bianco e c’è anche molto sole. In<br />
Para<strong>di</strong>so ci abitano gli angeli, Gesù, Dio, la Madonna e si vogliono tutti bene, perché<br />
c’è molta felicità e allegria. Mariasole B. classe V A<br />
La nostra casa in cielo inizierà con un cancello d’oro; <strong>di</strong>etro ci sarà la casa <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong><br />
Gesù e tutte le anime buone e gli angeli che saranno accanto a Dio e a Gesù.<br />
Vorrei incontrare mio nonno che gioca a rulla, il mio bisnonno che non ho mai<br />
conosciuto, ma più <strong>di</strong> tutti Dio e Gesù, i più gentili con i loro angioletti. Mi manca <strong>di</strong><br />
più mio nonno Beppe. Lui era l’unico che mi voleva bene da piccolo, ma quando<br />
facevo il cattivo mi mandava in casa dal babbo e la mamma. Mi portava con lui a<br />
vedere i giochi <strong>di</strong> rulla, ma poi si ammalò e purtroppo smise. Dopo un paio d’anni<br />
morì. Se andrò all’Inferno, sarò uno che non rispetta niente, se andrò in Para<strong>di</strong>so, mi<br />
sentirò meglio perché sarò uno che non inquina e che rispetta le regole <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong><br />
Gesù. Comunque mi piace il Para<strong>di</strong>so e rinascerò. Mirko T. classe V A<br />
La casa nel cielo non si vede, ma ce la possiamo immaginare. La casa nel cielo è<br />
abitata da: Gesù, Dio, Maria, i suoi angeli e la gente ce è morta ed è andata in<br />
Para<strong>di</strong>so. Io me lo immagino così il Para<strong>di</strong>so: con tanti fiori, un cancello d’oro che si<br />
apre con tante nuvole; gli angeli vestiti in bianco con una macchina bianca che<br />
trasporta la gente. L’Inferno è abitato da <strong>di</strong>avolo e dai suoi <strong>di</strong>avoletti; io me lo<br />
immagino un posto puzzolente, brutto, che quando lo ve<strong>di</strong> ti viene da vomitare e<br />
pieno <strong>di</strong> fuoco. Al Purgatorio non ci abita nessuno. Io il Purgatorio lo immagino così:<br />
ci sono due ascensori che ti portano nell’Inferno o nel Para<strong>di</strong>so, con un fiore che<br />
cresce ed un cespuglio che brucia. Io spero che i miei parenti siano andati in<br />
Para<strong>di</strong>so. Io credo che in questo moment stiano bene, giochino a baseball, a<br />
briscola, a calcio....Io spero che vada in Para<strong>di</strong>so on gli angeli e Gesù.<br />
Isabella L. classe V A<br />
La nostra casa in cielo non si può toccare, u<strong>di</strong>re,odorare o assaggiare, ma solo<br />
immaginare.<br />
Nel Para<strong>di</strong>so ci saranno,secondo me,tanti fiori e un gigantesco cancello d’oro con<br />
<strong>di</strong>etro Dio che ti <strong>di</strong>ce :-Hai fatto poche brutte azioni e tante buone, quin<strong>di</strong> entra nel<br />
mio mondo non inquinato!<br />
Oppure:-sei stato cattivo e non hai combinato altro che scompiglio!Pero ti darò<br />
un’altra possibilità e ti farò entrare nel mio mondo <strong>di</strong> pace e tranquillità dove tutti si<br />
riposano.<br />
Secondo me invece nell’Inferno ci saranno mostri e poi il <strong>di</strong>avolo con testa <strong>di</strong><br />
coccodrillo, corna capra, corpo <strong>di</strong> drago, coda <strong>di</strong> serpente, ali <strong>di</strong> pipistrello e con un<br />
forcone in mano.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
In mezzo c’è il Purgatorio dove ci sono ostacoli, prove <strong>di</strong> fiducia e <strong>di</strong> fede per andare<br />
in para<strong>di</strong>so.<br />
Secondo me è abitata da tutte le persone buone oppure poco cattive che sono<br />
morte.<br />
Tutti giocano felici e nessuno si annoia mai: c’è chi gioca a rincorrersi chi gioca a<br />
nascon<strong>di</strong>no oppure a ban<strong>di</strong>erina.<br />
Andrò in Para<strong>di</strong>so oppure al Purgatorio , ma farò <strong>di</strong> tutto pur <strong>di</strong> non andare<br />
all’Inferno e incontrare il <strong>di</strong>avolo e i suoi seguaci.<br />
Incontrerò tantissimi parenti ad esempio mio nonno, che poverino, è morto per il<br />
suo cuore debole.<br />
Mi sentirò felice <strong>di</strong> aver incontrato i miei parenti e sarò grato a Dio se mi manderà in<br />
Para<strong>di</strong>so con i miei amici più cari. Laerte R. classe V A<br />
La mia casa nel cielo me la immagino grande ed immersa nel verde, con tante<br />
finestre da dove può entrare tanta luce. Questa casa ha le porte senza serratura<br />
perché in cielo non ci sono <strong>di</strong>fferenze tra una persona e l’altra, né <strong>di</strong> razza né <strong>di</strong><br />
colore. Nella mia casa in cielo, ci sarà sempre allegria e se ci sarà qualcuno che sarà<br />
un po’ triste, dentro la mia casa ritroverà un po’ <strong>di</strong> gioia. Andrea F. classe V A<br />
La nostra casa in cielo non possiamo toccarla né guardarla, possiamo soltanto<br />
immaginarla.<br />
Io mi immagino il Para<strong>di</strong>so come un’immensa porta tutta dorata, oltre a quella porta<br />
è tutto pieno <strong>di</strong> nuvole, <strong>di</strong> luce e <strong>di</strong> tante persone felici. Invece mi immagino il<br />
Purgatorio come un luogo cupo, pieno <strong>di</strong> persone che devono rispondere a dei quiz<br />
e finché non danno la risposta giusta su come comportarsi, non riusciranno a<br />
passare il Purgatorio. Immagino invece l’Inferno come un luogo pieno <strong>di</strong> fiamme, <strong>di</strong><br />
lava e <strong>di</strong> una specie <strong>di</strong> angeli che hanno le ali simili a quelle <strong>di</strong> pipistrello. In mezzo a<br />
loro c’è un mostro con la testa <strong>di</strong> capra e il corpo <strong>di</strong> uomo. Questa versione<br />
dell’al<strong>di</strong>là è sicuramente dovuta alla lettura della Bibbia e all’educazione che ho<br />
ricevuto. Nel profondo del mio cuore, sento che mi aspetta una nuova vita che sarà<br />
legata alla vita presente, cioè in base a come mi comporterò qui sulla terra, si<br />
deciderà la mia casa in cielo. Edoardo C. classe V A<br />
Un giorno quando salirò in cielo vorrei poter incontrare i miei familiari.<br />
Vorrei che fosse: bella,con tante case bianche,tanti fiori,prati e il sole splendente,<br />
vorrei incontrare la nonna che vive con me,che è malata e poterla vedere che sta<br />
bene; il nonno che non ho mai conosciuto,per giocare con lui a pallone,gli zii per<br />
salutarli,i genitori per abbracciarli con affetto,i fratelli per giocare e tutti i miei amici.<br />
Penso che i miei nonni giochino a pallone,le nonne stiano stirando e stiano facendo<br />
la maglia come facevano sulla terra, con Gesù e Dio che sono i capi del para<strong>di</strong>so.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Penso che dalla televisione si possa vedere cosa succede sulla terra,ma più <strong>di</strong> tutto<br />
vorrei poter vivere senza paura e cose brutte e che tutti i bambini non soffrano più.<br />
Mirco M. classe V A<br />
SCUOLA PRIMARIA DI MONTEMIGNAIO<br />
Per me il Para<strong>di</strong>so è un dono <strong>di</strong> Dio. Cristian S. classe I<br />
Per me il Para<strong>di</strong>so è il paese <strong>di</strong> Dio Dante B. classe I<br />
Per me il Para<strong>di</strong>so è dove muoiono le persone e Dio le cura Asia M. classe I<br />
Per me il Para<strong>di</strong>so è il sole che tramonta Irene C. classe I<br />
Il Para<strong>di</strong>so è la casa del Padre, c’è la cometa che cade, una chiesa e gli animali. Dio ci<br />
vede da lassù. E’ bellissima e ci sono gli angeli che la proteggono e portano tanti<br />
sol<strong>di</strong> a chi è povero. Dio vuole bene a tutti e ci protegge. Erica P. classe II<br />
Per me il Para<strong>di</strong>so è la natura, è bellissimo. Se ti affacci da un palazzo sembra <strong>di</strong><br />
essere nel Para<strong>di</strong>so. Niccolò L. classe II<br />
Il Para<strong>di</strong>so , con gli alberi, è una bellissima casa, con tanti animali; è pieno <strong>di</strong> angeli<br />
Mattia G. classe II<br />
Il Para<strong>di</strong>so è un posto bello con <strong>delle</strong> case e gli alberi; ci troverò Gesù, Dio e dei bei<br />
fiori. Sorin E. classe III<br />
La casa del Padre, la casa <strong>di</strong> Dio, è un dono magnifico. Lassù è tutto bianco e Dio ci<br />
vede. Ci sono le anime buone; spero che io andrò lassù.<br />
Alessandro G. classe III<br />
Per me il Para<strong>di</strong>so è la casa del Signore e <strong>di</strong> Gesù, dove vanno le persone che nella<br />
vita sono state brave e generose. Andrea M. classe IV<br />
Per me la casa del Padre è la casa dell’amicizia e della pace, perché si riposa e si<br />
dorme. Se sei in Para<strong>di</strong>so vuol <strong>di</strong>re che sei stato buono, che non hai picchiato, che<br />
non hai rubato. Francesco P. classe IV<br />
La casa del Padre è in Para<strong>di</strong>so. Per me il Para<strong>di</strong>so è la casa <strong>di</strong> Dio che accoglie solo i<br />
buoni e i bravi che credono in lui e nel bene. Secondo me il Para<strong>di</strong>so è un dono <strong>di</strong><br />
Dio. Marco M. classe IV<br />
La casa del Padre è il Para<strong>di</strong>so. Il Para<strong>di</strong>so per me è un dono che Dio regala a tutte le<br />
persone buone del mondo. Cesare M. classe IV<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Per me il Para<strong>di</strong>so è fatto <strong>di</strong> tante nuvole, con Gesù e le persone morte. C’è anche il<br />
mio nonno Dante. Sofia B. classe IV<br />
Per me la casa del Signore e <strong>di</strong> Gesù è il Para<strong>di</strong>so, dove vano le persone che sono<br />
state buone nella vita. Daniele B. classe V<br />
Classe quarta Scuola Primaria <strong>di</strong> Stia<br />
Non si va in cielo<br />
Non si va in cielo,<br />
non si va in cielo,<br />
facendosi i <strong>di</strong>spetti,<br />
facendosi i <strong>di</strong>spetti,<br />
perché in cielo,<br />
perché in cielo,<br />
siamo tutti perfetti.<br />
Non si va in cielo facendosi i <strong>di</strong>spetti,<br />
perché in cielo siamo tutti perfetti<br />
a i a e, a i a e, a i a e, a i a e!<br />
Non si va in cielo,<br />
non si va in cielo,<br />
non amando Gesù,<br />
non amando Gesù,<br />
perché in cielo,<br />
perché in cielo,<br />
Lui aspetta pure tu<br />
Lui aspetta pure tu.<br />
Non si va in cielo non amando Gesù,<br />
perché in cielo aspetta pure tu.<br />
a i a e, a i a e, a i a e, a i a e!<br />
Non si va in cielo (2)<br />
rubando ai poveretti (2)<br />
perché in cielo (2)<br />
non entrano i furbetti (2)<br />
Non si va in cielo rubando ai poveretti<br />
perché in cielo non entrano i furbetti<br />
a i a e, a i a e, a i a e, a i a e!<br />
…………..<br />
Non si va in cielo uccidendo la gente<br />
perché in cielo la trovi onnipotente<br />
a i a e, a i a e, a i a e, a i a e!<br />
………….<br />
Non si va in cielo con le armi<br />
perché in cielo non ci sono gendarmi<br />
…………<br />
Non si va in cielo facendo pugilato<br />
perché in cielo ti mandan via <strong>di</strong> filato<br />
……………<br />
Non si va in cielo facendo il pistolero<br />
perché in cielo c’è amore vero<br />
……………….<br />
Non si va in cielo con il pugnale<br />
perché in cielo ti faresti male<br />
……………<br />
Non si va in cielo facendo i vigliacchi<br />
perché in cielo <strong>di</strong> bontà ce n’è a sacchi<br />
………………<br />
Non si va in cielo senza l’amore<br />
perché in cielo ti si spezza il cuore<br />
……………..<br />
Non si va in cielo<br />
facendosi la guerra<br />
perché in cielo voglion bene alla Terra!<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Classe terza Scuola Primaria <strong>di</strong> Stia<br />
Io spero che quando andrò in cielo ritroverò i miei nonni, i miei zii e tutti gli altri miei<br />
parenti, i miei amici e una bella casa come quella che ho. Lorenzo B<br />
Io prego sempre per il mio nonno Paolo, che è morto d'infarto. Spero che sia in<br />
Para<strong>di</strong>so, accanto a Dio e che stia bene insieme a tutti gli altri morti che sono in<br />
Para<strong>di</strong>so. Hei<strong>di</strong> R.<br />
Prego, o Signore, per le persone anziane che hanno molti anni, perché possano<br />
vivere ancora e che stiano bene. Prego anche per tutti quelli che sono morti e mi<br />
<strong>di</strong>spiace molto, ma mi auguro che siano felici anche nella casa del Signore.<br />
Noemi F.<br />
Io prego per la mia nonna, perché aveva una brutta malattia. Prego per lei perché è<br />
morta e spero che stia vicino a Dio, in cielo, nella casa dei cristiani. Elisa R.<br />
Alcune volte provo paura perché penso che un giorno i miei familiari mi lasceranno<br />
solo e andranno in cielo. Di questo argomento ho parlato con la mia mamma. Lei mi<br />
ha tranquillizzato <strong>di</strong>cendomi che ci ritroveremo in cielo tutti insieme con il Signore,<br />
in un mondo sconosciuto, ma sicuramente bellissimo. Luca M.<br />
Io prego per mia zia che è in cielo a causa <strong>di</strong> una brutta malattia. Lei era giovane,<br />
aveva 58 anni. Spero che sia in Para<strong>di</strong>so, con i miei bisnonni e nonne. Spero <strong>di</strong><br />
ritrovarli quando anch'io andrò a vivere in Para<strong>di</strong>so. Signore, prego che tu sia vicino<br />
a me e a loro. Sofia M.<br />
Io spero che tutti stiano in Para<strong>di</strong>so. Sai, Dio, io prego tutte le mattine, prima <strong>di</strong><br />
andare a scuola, per il mio nonno e le mie nonne che sono in Para<strong>di</strong>so e spero che<br />
gli sarai vicino. Maria L.<br />
La persona della mia famiglia che non c'è più è la mia bisnonna Bruna. Mi ricordo <strong>di</strong><br />
lei perché ci giocavo sempre. Ora è <strong>di</strong>ventata una stella che ci guarda dal cielo.<br />
Tommaso G.<br />
Io prego per il mio nonno Mario che è morto tanti anni fa e che ora è in cielo con<br />
Dio. Mi <strong>di</strong>spiace anche per tutti quelli che sono morti, ma spero che siano in<br />
Para<strong>di</strong>so. Andrea F.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Signore, fai che quelli che conosco, quando moriranno, stiano bene con te e<br />
proteggili con cura. Samuele F.<br />
Quando vado alla Messa prego per tutti i miei morti, che stiano bene, soprattutto la<br />
mia nonna Giorgia, la mamma del mio babbo, che io non ho conosciuto. Io sono<br />
sicura che sono tutti in Para<strong>di</strong>so, accanto a Dio. Immagino che Dio sia molto buono,<br />
con lui staranno molto bene. Alice C.<br />
Caro Gesù, fai che tutti i morti lassù stiano bene e quando io verrò da te guarderò<br />
come li proteggi. Per ora che sono quaggiù ti aiuterò a proteggere i bambini poveri,<br />
sarò brava e starò più attenta a scuola. Spero che proteggerai morti e viventi, tutti, e<br />
che verrò in Para<strong>di</strong>so. Allyson G.<br />
Spero tanto che le mie nonne e i miei nonni stiano ancora accanto a me e che poi mi<br />
proteggano dal cielo lassù. Mirko D. M.<br />
Cari nonni, non vi ho mai conosciuto, però ho visto le vostre foto. Quando vedo altri<br />
bambini con i loro nonni vorrei anch'io stare con voi, però lo so che mi vedete dal<br />
cielo e mi state accanto anche se non vi vedo. Daniel L.<br />
Io spero che le persone in Para<strong>di</strong>so si trovino molto bene. Aurora F.<br />
Spero che il mio nonno abbia conosciuto nuove persone in cielo. Vorrei averlo<br />
conosciuto prima, ma non ho potuto. Spero che stia bene con Dio. Luce M.<br />
O Signore, vorrei che tu facessi resuscitare chi non aveva <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> morire.<br />
Leonardo B.<br />
Mio nonno Azelio è morto da tanto tempo e non l'ho potuto conoscere, perchè non<br />
ero nato. Prego che insieme al Signore stia bene come quando era vivo.<br />
Leonardo C.<br />
Per i miei nonni Eusepio ed Egi<strong>di</strong>o<br />
CARI NONNI, vi penso ogni giorno e quando vedo i miei amici con i loro nonni<br />
<strong>di</strong>vento triste perché vorrei avervi accanto, ma so anche che dal Cielo mi guardate e<br />
mi proteggete. Baci Pietro. Pietro R.<br />
Penso alla Zia Fernanda che lassù in cielo prepara tanti dolci buoni come faceva a<br />
me. Alessio C.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Scuola primaria <strong>di</strong> Stia classe seconda<br />
UNA STORIA A LIETO FINE<br />
Nel prato in mezzo all’erba spiccano tanti fiori: margherite, papaveri, tulipani…….Le<br />
api sono indaffarate alla ricerca del nettare, sugli alberi saltano gli scoiattoli e gli<br />
uccelli volano e cinguettano felici, una splen<strong>di</strong>da farfalla volteggia nell’aria, tutti<br />
ammirano i suoi magnifici colori.<br />
Ad un tratto il cielo comincia ad oscurarsi, una nuvola minacciosa si sta avvicinando.<br />
Ogni animale cerca un riparo: gli uccelli dentro al nido, gli scoiattoli nella loro tana,<br />
le api nell’alveare. La farfalla preoccupata non sa dove andare, vola <strong>di</strong> fiore in fiore,<br />
ma nessuno si preoccupa <strong>di</strong> lei. Finalmente un papavero le offre il suo aiuto, la<br />
farfalla si posa sulla corolla, il fiore chiude i petali, mentre un vento fortissimo<br />
scuote le piante e una pioggia impetuosa si abbatte sui fiori.<br />
Piano piano il temporale cessa, nel cielo appare un bellissimo arcobaleno, nel prato<br />
ritorna la serenità e la pace, ogni animale esce dal proprio nascon<strong>di</strong>glio. Anche la<br />
farfalla si è salvata e le sue ali alla luce del sole sono ancora più belle.<br />
Ma il papavero, splen<strong>di</strong>do fiore del prato, non c’è più, la pioggia ha lacerato i suoi<br />
petali ed ora giace a terra. Sembra morto. Ma ecco che improvvisamente si risveglia,<br />
non è più nel prato con i suoi amici, si trova in un bellissimo giar<strong>di</strong>no, questo posto è<br />
per lui sconosciuto, ma poi capisce….. grazie al suo atto <strong>di</strong> amore si è meritato il<br />
para<strong>di</strong>so.<br />
SOLO I GESTI D’AMORE PREMIANO IL CUORE E DANNO LA FELICITA’ ETERNA.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Ambito Cresima<br />
La nostra casa in cielo secondo me, è un luogo pieno <strong>di</strong> luce e gioia, dove persone<br />
sono angeli buoni e sereni. E’ abitato da uomini e animali che corrono spensierati su<br />
un prato fiorito. Quando andrò nella casa in cielo (il più tar<strong>di</strong> possibile) incontrerò<br />
anime che mi tenderanno la mano e li sarò a mio agio, ma triste perché lascerò i<br />
miei cari. Leonardo G. classe I E<br />
Il Para<strong>di</strong>so per gli uomini è sconosciuto, però io oggi proverò a descriverlo come è<br />
per me: il Para<strong>di</strong>so è con tante nuvole sospese in aria, è quasi tutto bianco, però si<br />
vede il cielo. Io me lo immagino con tanti giar<strong>di</strong>ni pieni <strong>di</strong> rose e con tanti prati dove<br />
gli angeli possono correre e <strong>di</strong>vertirsi.<br />
E’ abitata da tutti i nostri cari; penso anche ci sia un’area per gli anziani dove<br />
giocano a carte e a bocce; penso che ci sia un’area per i giovani dove ci sono piscine<br />
e parchi <strong>di</strong>vertimento.<br />
Io mi immagino anche che Dio ci fa venire in cielo con <strong>delle</strong> scale mobili d’oro ed in<br />
cima alle scale mobili c’è un cancello dove Lui ci fa entrare.<br />
Mi sentirò emozionatissimo e molto contento. Dio mi porterà nella mia casetta<br />
arredata con i <strong>di</strong>vani e una sala cinema. Fuori ci sarà un campo da calcio e tanti<br />
<strong>di</strong>vertimenti. Jacopo L. classe I E<br />
La nostra casa in cielo: mi immagino un posto con l’arcobaleno, rose, fiori, <strong>delle</strong><br />
nuvole can<strong>di</strong>te e soffici come la neve, dei laghetti che rispecchiano quell’amore,<br />
quella felicità e lo splendore <strong>di</strong> quel posto. Un posto abitato da tante persone felici,<br />
degli angeli contenti che ridono e suonano strumenti con una musica celestiale.<br />
Io mi immagino <strong>di</strong> incontrare il mio nonno che gioca a carte, ride e scherza come<br />
faceva sempre lui. Spero <strong>di</strong> andare in quel posto così meraviglioso e ricco <strong>di</strong> gioia<br />
chiamato Para<strong>di</strong>so. Mi sentirò sicuramente una persona felice come le persone che<br />
già sono lì: mi sentirò leggera come una piuma e avvolta da un amore immenso.<br />
Gaia M. classe I E<br />
La nostra casa in cielo: questo è il titolo. All’inizio mi sono chiesta che cosa<br />
significasse, però grazie alle spiegazioni, alle tracce che ci ha dato la professoressa e<br />
al ragionamento che ho fatto con il cervellino che mi ha dato il buon Dio, ora posso<br />
scrivere il testo. Io mi immagino una villa a tre piani (Para<strong>di</strong>so, Purgatorio, Inferno)<br />
con un giar<strong>di</strong>no enorme per far aspettare alle anime che la fila si accorci. Questa<br />
villa è abitata dalle anime <strong>delle</strong> persone che ormai, <strong>di</strong>ciamo tra noi, sono passate “a<br />
miglior vita”. Nel piano più basso c’è l’Inferno e me lo immagino così: fa un caldo che<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
si schianta, si porta le palle al piede e ci fanno morire <strong>di</strong> fame perché tutti sono pieni<br />
<strong>di</strong> avarizia e nessuno vuole con<strong>di</strong>videre il cibo. Nell’Inferno sarò molto triste..<br />
Nel secondo piano c’è il Purgatorio e me lo immagino così: un salone tutto bianco,<br />
senza finestre e con tante se<strong>di</strong>e per far sedere le anime nell’attesa che le venga a<br />
chiamare Dio o il Diavolo. E lì non so se sarò triste o felice...<br />
Nel terzo e ultimo piano c’è il bellissimo Para<strong>di</strong>so e ora ve lo descrivo: c’è la neve, si<br />
gioca tutti insieme, si gioca a carte, si fanno le feste <strong>di</strong> compleanno e si ride sempre.<br />
Lì starò molto bene...<br />
Nella nostra casa in cielo incontrerò i miei parenti, i miei antenati e forse anche i<br />
cantanti famosi e i pezzi grossi della storia.<br />
Bene, adesso dopo aver fatto un lunghissimo testo, non mi rimane che sperare <strong>di</strong><br />
andare nel “terzo piano”.<br />
Giada B. classe I E<br />
Il Para<strong>di</strong>so per me è un luogo calmo e accogliente per tutti e spero che ci sia un<br />
grande amore per ogni uomo e nessuno che da noia al prossimo, perché il Para<strong>di</strong>so<br />
è il luogo più bello che ci sia. Gli uomini si devono comportare molto bene anche con<br />
Dio. Dio vuole bene a tutti, e anche a chi ha sbagliato, Dio vuole ugualmente bene.<br />
Ognuno deve voler bene al prossimo e così Dio è felice e ci accoglierà tutti. Spero <strong>di</strong><br />
trovarmi bene in Para<strong>di</strong>so.<br />
Talia R. classe I E<br />
Un giorno la mia vita terrena finirà. Dovrò raggiungere una nuova meta, il Para<strong>di</strong>so.<br />
La nuova casa in cielo che Gesù, ha preparato per ognuno <strong>di</strong> noi. Sarà una casa<br />
<strong>di</strong>versa da quella terrena. Io mi immagino una grande scala e poi un portone e poi<br />
proprio sulla porta vedo Gesù vestito <strong>di</strong> bianco che mi prende per mano, mi parla,<br />
mi sorride e mi accompagna nella nuova casa. Sarà una casa meravigliosa, molto<br />
semplice, senza telefoni, TV, computer...: quelli non servono più. Potrò ritrovare i<br />
miei familiari, gli amici e conoscerò nuove persone e vivremo nuovamente insieme.<br />
Gesù sarà sempre con noi. Sarà una vita eterna, senza tristezza, dolore, ma pace,<br />
gioia, felicità. Io mi sentirò felice con Gesù.<br />
Alessandro B. classe I E<br />
La nostra casa in cielo è un posto <strong>di</strong> pace e verità dove tutte le persone sono uguali:<br />
non c’è una persona giusta o una persona sbagliata, una persona piena <strong>di</strong> cattiveria<br />
o una piena solo <strong>di</strong> bene; ma esistono persone che scelgono la propria strada. Per<br />
me ci sono tre scelte nel cielo: la luce e le nuvole che in<strong>di</strong>cano la pura sincerità, le<br />
fiamme e il carbone che appaiono come rabbia e cattiveria e la possibilità <strong>di</strong> ricevere<br />
il perdono.<br />
Essere ricchi <strong>di</strong> bene è un dono gran<strong>di</strong>ssimo, non è come avere regali e oggetti; è<br />
molto <strong>di</strong>verso.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Voi vi siete mai chiesti perché esistete e chi siete, dove andrete e perché esiste tutto<br />
intorno a noi? Io si e la risposta per me comprende anche Dio. Andrò in cielo con le<br />
altre anime e rivedrò tutti i miei parenti più cari, sperando il meglio per me e per gli<br />
altri!<br />
Alessia Pia D’A. classe I E<br />
Io spero che la mia casa in Para<strong>di</strong>so sia esattamente come la casa che ho adesso e<br />
che dentro ci siano tutte le persone che amo <strong>di</strong> più, cioè la mia famiglia. Io sono<br />
ancora un bambino, con tanti sogni e tante paure.<br />
Perché purtroppo vengo da un mondo in cui ci sono tante cose brutte; però con Dio<br />
vicino non ho paura e so che i miei sogni, se Lui lo vorrà, <strong>di</strong>venteranno realtà. Non<br />
mi riferisco ai sogni in terra, ma ai sogni che voglio realizzare in Para<strong>di</strong>so, cioè stare<br />
accanto a Dio per sempre.<br />
Alessio T. classe I E<br />
Se qualcuno mi chiedesse che cos’è la nostra casa in cielo, io gli <strong>di</strong>rei che è composta<br />
dal Para<strong>di</strong>so, il Purgatorio e l’Infermo. Inizialmente, quando penso al mio arrivo in<br />
cielo, mi immagino 3 cancelli; uno tutto illuminato <strong>di</strong>etro il quale c’è Dio che mi<br />
porge la sua mano e, <strong>di</strong>etro a Lui, ci sono anime felici che mi trasmettono quello che<br />
provano, come ad esempio la gioia eterna; il secondo cancello me lo immagino tutto<br />
rosso incandescente, <strong>di</strong>etro il quale c’è il Diavolo con le anime bruciate che mi<br />
trasmettono sofferenza eterna; il terzo cancello, me lo immagino grigio, <strong>di</strong>etro il<br />
quale vedo solo nebbia e nient’altro. Quando sono triste, chiudo gli occhi e penso al<br />
Para<strong>di</strong>so e me lo immagino come un posto pieno <strong>di</strong> fiori e <strong>di</strong> animali che si amano<br />
l’un l’altro, che ti trasmette pace e calore. Poi penso all’Inferno e vedo un posto<br />
triste pieno <strong>di</strong> dolore e sofferenza; nel Purgatorio immagino dolore e sofferenza, ma<br />
anche speranza <strong>di</strong> poter un giorno raggiungere la nostra casa con Dio. Dio ci accoglie<br />
nella sua casa per l’eternità. Io non riesco a capire il vero significato della parola<br />
eternità, ma so che lo capirò quando ci incontreremo. Quando penso ad alcuni miei<br />
parenti che sono morti, mi rallegro perché so che sono in Para<strong>di</strong>so e che in questo<br />
momento sono felici e pregano per me. Nel giorno in cui salirò al cielo sarò felice<br />
perché andrò ad incontrare per la prima volta Dio.<br />
Francesca M...classe I E<br />
La casa in cielo me la immagino bianca come la neve, sopra le nuvole più morbide<br />
del cielo; abitata da milioni <strong>di</strong> angeli e da Dio. Incontrerò i miei bisnonni e dei miei<br />
cari amici e naturalmente anche Dio. Io dopo la mia morte spero <strong>di</strong> andare in<br />
Para<strong>di</strong>so ma potrei anche andare nel Purgatorio, dove c’è moltissima nebbia che<br />
copre i peccati degli uomini, o all’Inferno, il posto più orribile e terrificante <strong>di</strong> tutti,<br />
un posto <strong>di</strong> sofferenza e dolore, dove gli uomini sono lì perché non hanno voluto<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
accettare il perdono <strong>di</strong> Dio. Naturalmente mi sentirò triste il giorno della mia morte<br />
ma non così tanto perché so che Dio mi vorrà bene.<br />
Jada C. classe I E<br />
Il para<strong>di</strong>so è una casa per noi uomini; è un luogo <strong>di</strong> felicità e amore, giustizia e pace;<br />
un luogo dove non ti senti mai solo. Me lo immagino con tutti gli angeli e dove tutti<br />
sono felici.<br />
Io in Para<strong>di</strong>so ritroverò i miei nonni, in particolare il mio nonno Francesco; ci sarà<br />
anche la mia nonna Rosada che non ho potuto conoscere e anche il mio zio Antonio.<br />
Ritrovarli sarà un sogno e fino ad allora resterò qui insieme alla mia famiglia e ai miei<br />
amici.<br />
Riccardo B. classe I E<br />
Quando un uomo sta per morire<br />
pensa a dove andrà a finire.<br />
Spera <strong>di</strong> andare in un luogo infinito,<br />
il posto perfetto è il Para<strong>di</strong>so.<br />
Io me lo immagino con tanto amore<br />
dove si possa giocare a pallone.<br />
Quando finalmente sarò lassù<br />
vorrei incontrare il grande Gesù.<br />
Spero ci siano poche scuole<br />
e che ci sia la luce del sole.<br />
Concludo <strong>di</strong>cendo che questa poesia<br />
è solo e soltanto mia.<br />
PS.: <strong>di</strong>cendo che qualsiasi uomo in Para<strong>di</strong>so starà bene, sto <strong>di</strong>cendo cose vere.<br />
Alessio G. classe I E<br />
Gesù venne sulla terra e morì, <strong>di</strong>cendo che tornerà alla fine del mondo a giu<strong>di</strong>care i<br />
vivi ed i morti, i buoni e i cattivi e porterà i buoni con sé nel suo regno. Il Para<strong>di</strong>so è il<br />
regno <strong>di</strong> Dio, luogo <strong>di</strong> fraternità, pace, giustizia, fratellanza e amore. E’ così che lo ha<br />
descritto Gesù prima <strong>di</strong> morire. Nessuno sa con certezza com’è il Para<strong>di</strong>so, perché<br />
nessuno è mai tornato a raccontarlo, ma una cosa è certa: i cristiani credono in<br />
queste parole.<br />
L’inferno è luogo <strong>di</strong> dolore, fatica, guerra, regno dell’angelo più bello che si ribellò<br />
contro Dio...Lucifero. Qui stanno i peccatori che soffrono e gridano <strong>di</strong> dolore.<br />
Il Purgatorio è il luogo tra Inferno e Para<strong>di</strong>so, dove i peccatori pentiti <strong>di</strong> cuore<br />
ripuliscono da ogni peccato la loro anima che raggiungerà Dio in Para<strong>di</strong>so. Davanti a<br />
Dio, cuore immenso, in grado <strong>di</strong> perdonare qualsiasi peccato, non riuscirò a mentire<br />
ed in parte <strong>di</strong>penderà da me se andare in Para<strong>di</strong>so o all’Inferno. Dio mi aspetterà a<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
braccia aperte ed io mi sentirò avvolta da una pace immensa. Forse incontrerò la<br />
mia famiglia, i miei amici o forse li veglierò da’’alto, sempre piena d’amore e <strong>di</strong><br />
rispetto per loro. I sol<strong>di</strong>, la ricchezza non serviranno più, perché accanto avrò<br />
l’amore <strong>di</strong> Dio e nient’altro.<br />
Silvia C. classe I D<br />
La nostra casa in cielo io me la immagino come un grande castello a tre piani molto<br />
<strong>di</strong>stanti fra loro.<br />
Sotto terra c’è l’Inferno, al secondo piano il Purgatorio e in cima, sopra a tutto il<br />
resto, c’è il Para<strong>di</strong>so.<br />
Io l’Inferno non me lo immagino fuoco e lava, ma tutto grigio scuro, dove il cielo è<br />
sempre plumbeo, le persone sono smunte e tristissime. Lì se ti fa male qualcosa, non<br />
ti passerà mai; il dolore te lo terrai per sempre. Nell’inferno nessuno si vuole bene e<br />
nessuno si parla perché nella vita non hanno imparato cosa vuol <strong>di</strong>re “amare”.<br />
Il Purgatorio me lo immagino come un territorio molto vasto, dove a volte cresce<br />
molta erba, ma dopo un po’ tutta d’un tratto si secca, come le persone che sono lì;<br />
in dei momenti della vita, la loro fede era forte e cresceva, seguivano i<br />
comandamenti <strong>di</strong> Dio, ma in altri momenti, niente <strong>di</strong> tutto questo. Nel Purgatorio il<br />
cielo è sereno, però con <strong>delle</strong> nuvole bianche; ciò vuol <strong>di</strong>re che non sono proprio<br />
illuminati dalla luce del Signore.<br />
Il Para<strong>di</strong>so è in cima, su, sopra alle nuvole! Lassù è tutto bello: il sole splende sempre<br />
e tutti si vogliono bene! Mi immagino Dio che aiuta tutti a risolvere i loro problemi. Il<br />
Para<strong>di</strong>so secondo me è fatto <strong>di</strong> nuvole dove crescono fiori e rigogliose piante. Lì la<br />
vita non finirà mai; lì c’è al vita eterna per tutti quelli che nel grande viaggio hanno<br />
fatto da apostoli <strong>di</strong> Dio e hanno testimoniato il suo amore.<br />
Agnese B. classe I D<br />
Nella mia casa nel cielo vorrei trovare i miei nonni, la mia nonna e sarò contento<br />
anche se il mio nonno non l’ho conosciuto, però lo vedrò in cielo. Gli voglio tanto<br />
bene e li vorrei sempre vicino a me. Quando andrò in Para<strong>di</strong>so, vedrò tutte queste<br />
persone.<br />
Giacomo P. classe I D<br />
La casa in cielo me la immagino a tre piani, lussuosa e che tutti i giorni si mangia<br />
tanti tortelli e lasagne. Credo che ci siano tantissime case abitate dalla gente buone<br />
e brava. Vorrei rincontrare i miei parenti morti e i miei animalini. Io spero <strong>di</strong> andare<br />
in Para<strong>di</strong>so dove mi sentirò molto bene. Spero <strong>di</strong> non andare all’inferno.<br />
Davide P. classe I D<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Io me la immagino con <strong>delle</strong> nuvole che formano <strong>delle</strong> case. Sono abitate da tante<br />
persone felici. Io spero <strong>di</strong> rincontrare i miei genitori e la mia sorella. Spero <strong>di</strong> andare<br />
lassù nel cielo. Io spero che lassù si stia molto meglio <strong>di</strong> quaggiù.<br />
Renan R. classe I D<br />
Se penso alla morte ho paura, ma poi so che mi sono comportata bene e Dio mi<br />
accoglierà nella sua casa in cielo. La nostra casa in cielo la immagino così: un grande<br />
portone dorato, splendente e con <strong>di</strong>etro Gesù che mi aspetta e che mi accoglie.<br />
Gesù mi accoglie in una casa gran<strong>di</strong>ssima in cui stare con tutti, anche con i miei<br />
familiari che ho conosciuto. Si stente una gran<strong>di</strong>ssima pace, tutti sono tranquilli e<br />
beati.<br />
Mi sentirò bene perché incontrerò Dio per la prima volta! Allora con questi pensieri<br />
anche la paura va via e rimane dentro <strong>di</strong> me una gioia immensa.<br />
Elisa M. classe I D<br />
Se penso alla nostra casa in cielo mi viene in mente una casa azzurra, sospesa in<br />
cielo con gran<strong>di</strong> finestre da dove si può vedere tutta la terra. Lì ci troverò tutte le<br />
persone che mi sono venute a mancare, come la mia nonna.<br />
Mi immagino persone felici e contente e sono convinta che anche io mi sentirò bene<br />
nella nostra casa in cielo! E spero che lì si stia como<strong>di</strong> e spero che Gesù sia insieme a<br />
me.<br />
Maria Francesca D. F. classe I D<br />
La casa in cielo è sicuramente luminosa, avvolta da mille nuvole bianche e pure.<br />
Quando regna il silenzio non ci sentiamo soli, quando c’è il rumore non è mai<br />
confusione. Tutti gli esseri viventi che ci abitano parlano la stessa lingua, animali,<br />
piante, uomini. Una musica fa da contorno a questo luogo bellissimo. I colori non<br />
sono solo quelli che conosciamo, ma ce ne sono nuovi. Qui scopriamo che tutte le<br />
persone che se ne sono andate dalla terra, non si sono perse, ma eccole qui, amici,<br />
parenti, nuove persone da conoscere. Qui non esiste l’o<strong>di</strong>o o la vergogna e la pace<br />
non sarà più un sogno ma la realtà.<br />
Gaia R. classe I D<br />
La nostra casa in cielo sarà spaziosa, bella, colorata, piena <strong>di</strong> pace e tranquillità.<br />
Penso che le persone che ci abitano saranno tutte dolci e saremo tutti cari amici. Io<br />
spero <strong>di</strong> ritrovarci le mie bisnonne, i miei cani e le altre persone care. Spero <strong>di</strong><br />
andare in Para<strong>di</strong>so, ma la decisione non spetta a me, la può prendere solo Dio.<br />
Io spero <strong>di</strong> sentirmi bene, essere tranquillo, <strong>di</strong> voler bene a tutti come ora.<br />
Alberto C. classe I D<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Fuoco, fiamme, lava e gente cattiva; io mi immagino così l’inferno, anche se spero <strong>di</strong><br />
non andarci perché preferisco la casa che il Signore ha preparato per noi: il Para<strong>di</strong>so.<br />
Credo che il mio “viaggio” inizierà dal Purgatorio. Un luogo come una stazione: un<br />
grande treno bianco in cui il viaggio verso il Para<strong>di</strong>so dura a seconda <strong>di</strong> quanto devi<br />
stare in Purgatorio. Una volta scesi, ecco il Para<strong>di</strong>so! Non me lo immagino come la<br />
pubblicità della Lavazza, infatti nessuno berrà caffè, ma le nuvole saranno <strong>di</strong><br />
zucchero filato e le casette <strong>di</strong> biscotti, poi ci sono minestrine, pasta, stracchino,<br />
wurstel, pane con il pomodoro, funghi e coca – cola a volontà! Inoltre c’è il mare con<br />
ogni tipo <strong>di</strong> pesce ed il bosco con ogni tipo <strong>di</strong> animale! Spero <strong>di</strong> incontrare i miei<br />
familiari, i miei animali e tutte le persone che vorrei conoscere. A questo punto il<br />
Para<strong>di</strong>so è il luogo perfetto per sentirsi al settimo cielo o, come nel mio caso, liberi e<br />
spensierati!<br />
Cassandra D.S. classe I D<br />
Quando mi metto a pensare a come possa essere la mia casa in cielo, mi vengono in<br />
mente tante cose, ma l’immagine che ho <strong>di</strong> essa è formata da tante nuvole bianche,<br />
con dentro una casa leggera sospesa nel vuoto e quando ci entrerò vedrò una<br />
tavolata <strong>di</strong> tante persone che sono andate lassù ad abitare.<br />
Intorno alla casa mi immagino un recinto con un grande cancello con due angeli che<br />
fanno la guar<strong>di</strong>a e <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> loro <strong>San</strong> Pietro, con un mazzo <strong>di</strong> chiavi. Vicino alla casa<br />
incontrerò la Madonna, che mi accoglierà abbracciandomi e mi <strong>di</strong>rà <strong>di</strong> seguirla e mi<br />
porterà in Para<strong>di</strong>so. Io avrò capito che nella mia vita mi sono comportato bene per<br />
arrivare fino a qui e mi sentirò sollevato.<br />
Giacomo L. classe I D<br />
Quando andrò in cielo, spero il più tar<strong>di</strong> possibile, immagino <strong>di</strong> trovare un posto<br />
molto bello, senza guerre, dove tutte le persone sono come fratelli e si vogliono<br />
bene.<br />
Mi immagino sia sopra le nuvole, dove incontrerò sicuramente i miei nonni, il mio<br />
gatto e i miei zii che non ci sono più. Il mio posto sarà qui, anche se il mio babbo mi<br />
<strong>di</strong>ce che sono un po’ birbone; quin<strong>di</strong> dovrò cercare sempre <strong>di</strong> migliorarmi. Spero che<br />
lassù ci sia la televisione e la Wii per poter passare del tempo.<br />
Credo che così mi sentirò a mio agio anche se mi trovo benissimo dove sono adesso<br />
il mio babbo e la mia mamma, dai quali non mi voglio mai staccare.<br />
Alessio M. V. classe I D<br />
Il Para<strong>di</strong>so me lo immagino con un monte <strong>di</strong> nuvole, <strong>delle</strong> case per ogni angelo, con<br />
<strong>delle</strong> regole che devono rispettare tutti gli angeli e penso che in Para<strong>di</strong>so non piova<br />
mai, ma è sempre sereno. Per me il Para<strong>di</strong>so è abitato da Gesù e dagli angeli. Spero<br />
<strong>di</strong> incontrare Dio, tutti i miei antenati a cui ho voluto bene e quelle a cui ancora ne<br />
voglio. Spero <strong>di</strong> andare in Para<strong>di</strong>so, no all’Inferno.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Penso che, quando una persona muore, la sua anima viene trasportata in cielo da un<br />
ascensore che dalla terra va in Para<strong>di</strong>so o all’Inferno. Se andrò all’Inferno, mi sentirò<br />
triste e , invece, se andrò in Para<strong>di</strong>so, sarò molto felice <strong>di</strong> stare con Gesù.<br />
Jacopo C, classe I D<br />
La casa in cielo secondo me è uguale a quella sulla terra; lì farò le stesse cose, però<br />
tranne quelle brutte. La casa è abitata dalle persone che sono andate in cielo e che<br />
amavi tanto. L’ incontrerai le persone a cui hai voluto tanto bene; andrai lì dentro in<br />
una stanza in cui i sono le cose che vuoi e anche i tuoi sentimenti non saranno più gli<br />
stessi ma al posto loro c’è un unico sentimento: quello <strong>di</strong> pace e sollievo. Quei<br />
terrori che avevi non li avrai più. Nel Para<strong>di</strong>so c’è un unico padrone, Dio, che da due<br />
leggi: quella <strong>di</strong> non pensare al male e <strong>di</strong> volerci bene. Dio è l’unica persona che ti è<br />
stata accanto tutta la vita e lassù avrà sempre cura <strong>di</strong> tutti.<br />
Roxana B. classe I D<br />
Tutti noi viviamo in un mondo composto da un’infinità <strong>di</strong> cose che possiamo vedere<br />
e toccare. Una parte <strong>di</strong> esse però, è avvolta nel mistero che non riguarda solo la<br />
scienza ma anche la religione. Noi ragazzi non siamo poi così <strong>di</strong>versi dagli adulti,<br />
forse fisicamente abbiamo qualche ruga in meno e qualche capello in più, ma anche<br />
noi ci poniamo domande sui problemi quoti<strong>di</strong>ani; non <strong>di</strong>amo peso sola al giu<strong>di</strong>zio<br />
scolastico (negativo o positivo che sia), alle amicizie finite o a quelle iniziate da<br />
poco.... Ci sono cose più gran<strong>di</strong> a cui <strong>di</strong>amo importanza in determinati momenti. E se<br />
tutto finisse? Perché Dio fa si che esista il dolore? Perché la maggior parte del<br />
mondo soffre a causa <strong>delle</strong> situazioni precarie in cui si trova? Chi soffre in terra avrà<br />
una vita migliore dopo la morte? Potrà trovare la pace in cielo? E’ vero che sono<br />
state fatte <strong>delle</strong> ipotesi, ma chi può essere sicuro al cento per cento? Siamo stati<br />
creati per poi essere “<strong>di</strong>strutti”, in modo da tornare cosa eravamo ancora prima <strong>di</strong><br />
essere tra i pensieri dei genitori: NIENTE. Sono giovane e ho una grande voglia <strong>di</strong><br />
vivere dentro <strong>di</strong> me e non voglio pensare che dopo la morte tutto questo possa<br />
finire; no, non può essere la fine <strong>di</strong> tutto e l’inizio <strong>di</strong> una nuova vita. E’ solo uno dei<br />
tanti traguar<strong>di</strong> raggiunti nella vita terrena. Una volta che non saremo più “carne e<br />
ossa”, saremo accolti in una nuova casa, non sorretta da mattoni o da travi; essa<br />
sarà sorretta in base alla fede cristiana <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi, sulla base della lealtà e<br />
della fratellanza, essa sarà eterna. Dio ha formato queste meraviglie del mondo che<br />
ci circondano in solo sei giorni e non credo che ci sarà una “<strong>di</strong>visione tra buoni e<br />
cattivi”. Dio perdona tutti quelli che hanno fede, c’è chi avrà una vita serena e chi<br />
avrà una vita ancora più serena; non farà provare dolore e sofferenza a nessuno <strong>di</strong><br />
noi nella <strong>di</strong>mora eterna, perché c’è già troppa sofferenza nella vita <strong>di</strong> adesso. Non<br />
ho molte aspettative, ma so che ci attende qualcosa <strong>di</strong> meraviglioso. Spero solo nel<br />
meglio; spero in un’accoglienza calorosa e chissà..., magari potrei finalmente<br />
conoscere i nonni paterni e lo zio che non ho mai avuto modo <strong>di</strong> conoscere in questa<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
vita e spero <strong>di</strong> incontrare l’altro mio nonno e gli altri miei due zii, oppure <strong>di</strong> rivedere<br />
tutte le persone a me care che con la loro scomparsa hanno lasciato un vuoto<br />
immenso dentro <strong>di</strong> me. Questa sofferenza è il modo <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> metterci alla prova e<br />
dobbiamo sopportarlo e avere fede.<br />
Alessia C. classe II D<br />
Secondo me dopo la morte c’è il Para<strong>di</strong>so, il Purgatorio e l’Inferno. Io il Para<strong>di</strong>so me<br />
lo immagino sopra le nuvole con all’entrata un cancello d’oro. Il Para<strong>di</strong>so è abitato<br />
da persone felici cha hanno fede in Dio; queste persone sono vestite tutte <strong>di</strong> bianco<br />
e hanno le ali.<br />
Il Purgatorio invece me lo immagino come un posto grigio pieno <strong>di</strong> ostacoli. Se li<br />
superiamo an<strong>di</strong>amo in Para<strong>di</strong>so e se invece non li superiamo, an<strong>di</strong>amo all’inferno.<br />
L’inferno invece me lo immagino pieno <strong>di</strong> lava, come nel cratere <strong>di</strong> un vulcano, con<br />
le persone infelici, sottoposte a <strong>delle</strong> pene. Io spero tanto <strong>di</strong> andare in Para<strong>di</strong>so così<br />
incontrerò tutta la mia famiglia e mi sentirò felice.<br />
Martina N. classe II D<br />
Parliamo spesso del cielo e <strong>di</strong> tutti quello che vi abitano. Me lo immagino un posto<br />
tranquillo, con tanta luce splendente, pieno <strong>di</strong> piante e acqua, ma soprattutto pieno<br />
<strong>di</strong> pace, dove c’è solo amore e serenità.<br />
Per arrivarci mi immagino una lunga scala fatta <strong>di</strong> nuvole; è il luogo dove andremo a<br />
vivere dopo la morte.<br />
E’ come se cambiassimo casa, la nostra casa in cielo. Lì incontreremo tutti i santi e<br />
tutti i nostri cari a cui abbiamo voluto bene e che ci mancano moltissimo.<br />
Sinceramente in cielo sono felici e stanno accanto a Dio.<br />
Non è facile descrivere la casa in cielo perché chiunque l’abita, non è mai tornato<br />
sulla terra a descriverla, ma se abbiamo fede in Dio sappiamo che la casa terrena in<br />
cui viviamo è solo una casa provvisoria, perché poi dopo la morte, se ce la<br />
meritiamo, andremo per sempre a vivere nella nuova <strong>di</strong>mora.<br />
Al circolo vedo sempre il manifesto <strong>di</strong> Giovanni Paolo II dove c’è scritto: “non<br />
abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”. Questo messaggio mi fa<br />
molto riflettere perché tutti, nella vita terrena dovremo aprire le porte a Cristo, farlo<br />
entrare nel nostro cuore e nella nostra casa perché Cristo ci aprirà con amore la<br />
porta del Para<strong>di</strong>so; una porta bellissima. Il cielo dunque rappresenta la nostra<br />
felicità. Una felicità che non si compra ma che si guadagna attraverso la fede e il<br />
percorso nella vita terrena.. Spero proprio <strong>di</strong> poter aprire anch’io quella porta e <strong>di</strong><br />
poter abbracciare tutti i miei cari come il nonno che mi manca tantissimo e <strong>di</strong> poter<br />
vedere Gesù, Dio e la Madonna.<br />
Chiara G. classe II D<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
La casa in cielo è una casa enorme dove al piano terra c’è l’Inferno, al piano<br />
superiore, cioè il primo, c’è il Purgatorio dove dovrai rimanere da solo a scontare i<br />
tuoi peccati; ma se continuerai a peccare andrai all’Inferno. Al terzo piano c’è il<br />
Para<strong>di</strong>so, dove ci sono tutti i santi, Dio, Gesù, Maria, i miei parenti e altre persone.<br />
Nella casa in cielo vi abitano dunque tutti gli spiriti dei defunti a cui viene assegnato<br />
un piano dove andare. Io non so dove andrò e quin<strong>di</strong> non so chi incontrerò, ma<br />
penso che starò bene.<br />
Marco S. classe II D<br />
Dopo la morte tutti noi an<strong>di</strong>amo in cielo, dove si devono superare molti ostacoli per<br />
andare al piano più alto: il Para<strong>di</strong>so e avvicinarsi sempre <strong>di</strong> più a Dio. Appena morti,<br />
la nostra anima potrebbe trovarsi davanti alla porta dell’inferno e, dopo essere<br />
entrati, ci troviamo davanti ad <strong>di</strong>avolo, Lucifero, che tenta <strong>di</strong> farci smettere <strong>di</strong> avere<br />
la fede in Dio. Si può scegliere <strong>di</strong> restare lì, ma penso ce siano in pochi a rimanerci.<br />
Alla fine dell’Inferno, si trova l’entrata del Purgatorio, un posto pieno <strong>di</strong> nebbia, nel<br />
quale devi superare molti ostacoli per arrivare alla fine. Chi riesce, si ritrova davanti<br />
alla porta della casa <strong>di</strong> Dio: un posto pieno <strong>di</strong> luce, abitato da persone vestite <strong>di</strong><br />
bianco e dotate <strong>di</strong> ali. Io non so dove Dio sceglierà <strong>di</strong> mettermi, ma sicuramente sarà<br />
il posto giusto. Se sceglierà <strong>di</strong> mettermi all’inferno, incontrerò le persone che si sono<br />
allontanate da Dio solo per una tentazione del <strong>di</strong>avolo. Se invece deciderà <strong>di</strong><br />
mettermi in Purgatorio, incontrerò la maggior parte <strong>delle</strong> persone vissute prima <strong>di</strong><br />
Cristo. Se infine sceglierà <strong>di</strong> mettermi in Para<strong>di</strong>so, incontrerò le persone che mi sono<br />
più care. Ecco come mi immagino la vita dopo la morte.<br />
Alessia B: classe II D<br />
Io non so cosa mi aspetterà dopo la morte, ma per fede, penso che ci siano:<br />
Purgatorio, Inferno e Para<strong>di</strong>so. Se andrò nel Purgatorio, non so se avrò una casa,<br />
perché dovrò sempre essere pronto alla chiamata del Signore per portarmi nel<br />
Para<strong>di</strong>so. Se andrò all’Inferno, penso che avrò una casina brutta, non invitante e<br />
pendente o una villa stupenda per far riprovare alle persone il senso dei peccati,<br />
perché a causa <strong>di</strong> essi molte persone sono andate all’inferno.<br />
Ma se andrò in Para<strong>di</strong>so, penso <strong>di</strong> trovare una casa bellissima,, perché è nel Para<strong>di</strong>so<br />
dove vanno tutte le persone buone e giuste. Spero <strong>di</strong> ritrovare tutti i miei parenti,<br />
tutti i miei amici e le persone ce mi sono più care. Non so che sensazione proverò,<br />
forse avrò la pelle d’oca dall’emozione.<br />
Lorenzo F. classe II D<br />
Io mi immagino la nostra casa in cielo piena <strong>di</strong> luce, un luogo <strong>di</strong> pace e serenità,<br />
dove potrò incontrare tutte le anime <strong>delle</strong> persone che ho conosciuto e che mi<br />
vogliono bene. Un luogo privo <strong>di</strong> ingiustizie e cattiverie, dove non ci saranno più né<br />
dolore, né malattie, ma solo amore.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Mi sentirò leggera come una piuma e sicura in mezzo a tanto amore.<br />
Giulia L. classe II D<br />
Il Para<strong>di</strong>so me lo immagino gran<strong>di</strong>ssimo, con tantissime finestre e da lassù si può<br />
vedere tutta la gente che conoscevo qui in terra; ci saranno le nuvole, no il<br />
pavimento. Invece il Purgatorio, me lo immagino con tutto lo sporco e lì ci sono<br />
persone non molto buone. Invece l’Inferno me lo immagino un posto pieno <strong>di</strong><br />
fiamme e mi immagino la gente cattiva. Il Para<strong>di</strong>so sarà abitato da gente che ha fede<br />
e il Purgatorio invece da gente che è stata abbastanza cattiva, mentre l’Inferno da<br />
gente cattiva.<br />
Non lo so, spero <strong>di</strong> andare in Para<strong>di</strong>so e <strong>di</strong> incontrare le mie due nonne e pero <strong>di</strong><br />
sentirmi bene.<br />
Federico R. classe II D<br />
Dopo la vita terrena, la religione cristiana afferma che esiste una vita eterna in cielo<br />
accanto a Dio. Nella vita terrena l’uomo può scegliere liberamente con sue azioni se<br />
conquistare il Para<strong>di</strong>so rispettando le regole <strong>di</strong> Dio, oppure finire in Purgatorio o<br />
peggio all’Inferno. Inizialmente esisteva soltanto il Para<strong>di</strong>so che secondo me è una<br />
grande casa che ha come padrone un Dio unico che vale per ogni religione. In questa<br />
casa abitano tutte le persone che, anche se non hanno mai pregato, hanno<br />
compiuto azioni <strong>di</strong> aiuto verso gli altri e hanno vissuto rispettando le regole <strong>di</strong> Dio. Il<br />
Purgatorio è raccontato come un punto <strong>di</strong> passaggio tra l’Inferno e il Para<strong>di</strong>so.<br />
L’inferno è governato da Lucifero, il “<strong>di</strong>avolo”, che inizialmente era l’angelo<br />
pre<strong>di</strong>letto <strong>di</strong> Dio, ma un giorno decise <strong>di</strong> andarsene <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong> non avere più<br />
bisogno <strong>di</strong> lui, credendosi autonomo. Secondo me la scelta <strong>di</strong> Lucifero non fu<br />
intelligente; cosa poteva volere <strong>di</strong> più che essere l’angelo pre<strong>di</strong>letto <strong>di</strong> Dio?<br />
Io non so dove andrò, ma certamente cercherò <strong>di</strong> vivere una vita giusta e rispettosa<br />
degli altri, in sintonia con Dio e con gli uomini, per meritarmi la vita eterna in<br />
Para<strong>di</strong>so.<br />
Il Para<strong>di</strong>so me lo immagino come un grande prato verde, pieno <strong>di</strong> fiori colorati, in cui<br />
le anime <strong>delle</strong> persone si riabbracciano e gli angeli suonando una dolce melo<strong>di</strong>a, si<br />
<strong>di</strong>rigono verso una colina colma <strong>di</strong> vegetazione e coperta dalle nuvole, dove si trova<br />
Dio. Sarà bellissimo e finalmente ci saranno solo pace, amicizia ed onestà.<br />
Viola F. classe II D<br />
Secondo me la nostra casa in cielo è un palazzo che ha tre piani. Al primo piano c’è<br />
la stanza centrale che è il Purgatorio, una stanza enorme tutta grigia, piena <strong>di</strong> porte<br />
e con due scale <strong>di</strong> legno; una porta al Para<strong>di</strong>so e l’altra all’Inferno. Sulle porte ci<br />
sono dei numeri da uno a cento e chi va in Purgatorio, deve aprirle in or<strong>di</strong>ne e<br />
dentro troverà prove da affrontare per andare in Para<strong>di</strong>so. Scendendo al piano<br />
inferiore, troviamo l’Inferno, un luogo buio e cupo, con un viale pieno <strong>di</strong> torce<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
infuocate, che ci porta in un villaggio con <strong>delle</strong> case <strong>di</strong>roccate e in una <strong>di</strong> queste ci<br />
sta il <strong>di</strong>avolo, che aspetta le persone che si sono comportate male. Salendo<br />
possiamo arrivare al Para<strong>di</strong>so, un luogo ospitale e luminoso; all’entrata c’è un grosso<br />
cancello d’oro che si apre solo alle persone buone. Anche lì ci sono molte case<br />
<strong>di</strong>pinte <strong>di</strong> banco. In una <strong>di</strong> queste ci sta il nostro Signore che ci aspetta a braccia<br />
aperte. Io vorrei andare in Para<strong>di</strong>so, anche se sarà Dio a decidere in base alle mie<br />
azioni dove andrò io. Spero <strong>di</strong> incontrare tutti i miei familiari.<br />
Ginevra B. classe II D<br />
Io me la immagino come un grande palazzo tutto bianco con dei cancelli colorati<br />
d’oro e attorno a questo palazzo, si vedono tante case, dove vi abitano tutte le<br />
persone buone e care che oggi non sono più qui con noi. Poi vedo dei tavoli con<br />
<strong>delle</strong> se<strong>di</strong>e colorate d’oro, con gli anziani che giocano a carte; vedo i bambini che<br />
corrono nei ver<strong>di</strong> prati insieme ai loro amici e genitori. Poi vedo ad un certo punto<br />
mio nonno e ricordo sempre quando mi raccontava la storia della sua vita. Vedo<br />
anche degli alberi belli, sotto i quali siedono i bambini che leggono. Questo è il<br />
Para<strong>di</strong>so che mi immagino. Il Purgatorio lo vedo come se fosse una sala d’aspetto,<br />
ma più grande, dove Dio possa decidere dove mandare le persone. L’inferno me lo<br />
immagino come un grande palazzo tutto rosso con le persone più spregevoli e<br />
cattive. Intorno, tutte case piccole dove vi abitano. Nel Para<strong>di</strong>so vedo che vi abitano<br />
tutte le persone buone che hanno sempre aiutato la gente; nel Purgatorio, ci sono<br />
tutte le persone che aspettano che Dio gli in<strong>di</strong>chi la strada giusta; nell’Inferno tutta<br />
la gente cattiva che ha fatto del male e non ha mai aiutato le persone. Io speri <strong>di</strong><br />
andare in Para<strong>di</strong>so dove incontrerò tutte le persone a me care e che siano qui tutte<br />
le persone buone e la famiglia <strong>di</strong> Gesù. Io mi sentirò molto felice e credo che tutti<br />
dovrebbero essere lì, così potrò parlare, giocare e leggere con le mie persone care e<br />
potrò incontrare bambini, donne e uomini, ma preferisco i bambini, perché una<br />
volta conosciuti, potrei giocare e scherzare con loro tutti i giorni.<br />
Jasmine D. G. classe II D<br />
Quando morirò, io dovrò andare o al Para<strong>di</strong>so o all’Inferno. Io mi immagino il<br />
Para<strong>di</strong>so come una grande <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> nuvole con tante case e Dio che cammina<br />
intorno alle case per controllare che tutto vada bene. La casa <strong>di</strong> Dio per me è una<br />
grande villa in mezzo alla città. L’inferno io me lo immagino una grande <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong><br />
lava con le case fatte <strong>di</strong> terra e il trono del <strong>di</strong>avolo con le corna e il forcone. Il<br />
Purgatorio invece è una stanza molto piccola e grigia, con due lettini dell’ospedale,<br />
costruiti con il cemento, dove uno sta in malattia finché Gesù non lo chiama per<br />
andare in Para<strong>di</strong>so. Il Para<strong>di</strong>so per me è abitato da tutti quello che sono morti e gli<br />
angeli; sia gli angeli che i morti sono vestiti con lo smoking bianco e gli angeli hanno<br />
anche le ali. L’Inferno invece gli abitanti hanno i pantaloni fatti con i peli e tutti<br />
hanno le corna e la coda appuntita. Nel Purgatorio i immagino degli uomini vestiti da<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
infermiere. Io vorrei andare in Para<strong>di</strong>so per rivedere tutti i miei bisnonni che non ho<br />
potuto conoscere e incontrerò Dio per la prima volta e se andrò all’Inferno,<br />
incontrerò il <strong>di</strong>avolo. Io spero tanto <strong>di</strong> incontrare Dio e <strong>di</strong> avere la casa in Para<strong>di</strong>so.<br />
Christian F. classe II D<br />
Io non so dove andrò, ma se andrò in Para<strong>di</strong>so, me lo immagino molto bello, con il<br />
mare e con case... insomma, lo immagino come la terra, però non inquinato. Per me<br />
il Para<strong>di</strong>so è abitato da tutte le persone che hanno fatto <strong>opere</strong> buone e persone che<br />
sono state perdonate da Gesù. Io incontrerò i miei parenti e dopo i miei amici. Penso<br />
che mi sentirò molto bene, perché in Para<strong>di</strong>so ci sono i buoni, quin<strong>di</strong> non ci saranno<br />
cose brutte. Se invece dovessi andare in Purgatorio, me lo immagino come una casa<br />
neutra, dove si decide il posto dove le persone devono andare; inoltre per me è<br />
come un esame in cui se ti comporti bene puoi andare in Para<strong>di</strong>so e se ti comporti<br />
male andrai nell’Inferno. Se invece dovessi andare all’Inferno (cosa che spero non<br />
succeda), me lo immagino un posto brutto con persone cattive e mi sentirò sempre<br />
male, perché essere circondati da persone cattive non è bello.<br />
Giulio G. classe II D<br />
La nostra casa in cielo può essere più <strong>di</strong> una, “tre” alla fine. C’è una stanza enorme,<br />
bruttissima piena <strong>di</strong> fuoco, urla, grida ed è tutta rossa. Io credo che sia abitata da un<br />
ometto tutto rosso con la coda, il forcone e i baffetti, che da or<strong>di</strong>ni a tutti.<br />
Sicuramente oltre al <strong>di</strong>avolo ci sono <strong>delle</strong> persone che in vita sono stati cattivi e tutti<br />
si lamentano. Spero <strong>di</strong> non incontrarci nessuno e <strong>di</strong> non andarci, perché è brutto,<br />
anzi lo immagino quasi deserto, con poche persone, perché Dio almeno che l’anima<br />
non lo voglia, non manda nessuno all’Inferno; caso mai lo manda al Purgatorio. Io<br />
quello lo immagino come una stanza tutta grigia con dentro <strong>delle</strong> persone sempre<br />
con il broncio, vestite <strong>di</strong> grigio, in cravatta, con un cappello nero e una valigetta<br />
tutta grigia, piena <strong>di</strong> biglietti del treno. Tutte queste persone sono lì per decidere<br />
quale treno prendere. Dio gli può sempre dare una scelta. L’amore <strong>di</strong> Dio è grande e<br />
per questo credo, anzi ne sono sicura, che i miei parenti siano andati in Para<strong>di</strong>so, un<br />
posto bellissimo, pieno <strong>di</strong> nuvole e tra queste c’è n’è una la più grande con una villa<br />
enorme con i laghetti e tanti angeli vestiti <strong>di</strong> bianco, con l’areola e una piccola arpa.<br />
In questa villa c’è Dio e tutte le persone che nella vita che nella vita sono state<br />
oneste, gentili con il prossimo e che non hanno mai fatto del male a qualcuno. Io è lì<br />
che voglio andare e spero <strong>di</strong> incontrare tutti i miei cari, ma soprattutto mio nonno<br />
che se ne è andato quando io ero piccola. Ho sempre saputo che il mio nonno era in<br />
buone mani: nelle mani <strong>di</strong> Dio. Poi spero <strong>di</strong> incontrare anche il mio bisnonno a cui ho<br />
voluto molto bene anche se <strong>delle</strong> volte litigavamo. Anche l’altro bisnonno anche se<br />
lo ricordo poco ed infine tutti i miei cari. E’ così che la immagino.<br />
Jennifer P. classe II D<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
In cielo ci sono tre case: il Para<strong>di</strong>so, il Purgatorio e l’Inferno. Il Para<strong>di</strong>so me lo<br />
immagino come un luogo allegro, dove il tempo è sempre sereno e viviamo sopra le<br />
nuvole. Secondo me il Para<strong>di</strong>so è abitato da miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> persone che nella loro vita<br />
hanno compiuto buone azioni e hanno creduto in Dio, che secondo me, abita<br />
appunto nel Para<strong>di</strong>so, insieme a tantissimi angeli. Io sono sicuro che incontrerò<br />
tante persone che nella loro vita mi hanno amato molto. Io credo che mi sentirò<br />
bene proprio perché ritroverò molte persone che sono state care con me. L’Inferno<br />
me lo immagino invece come una casa buia, dove spero <strong>di</strong> non finire. Credo che sia<br />
abitato da tutte le persone che nella loro vita non hanno creduto in Dio, hanno<br />
commesso molti peccati e non si sono mai confessate. Io credo e spero <strong>di</strong> non finire<br />
all’Inferno, ma al Para<strong>di</strong>so, anche perché alla casa del Diavolo credo <strong>di</strong> non<br />
incontrare nessuno <strong>delle</strong> persone che sono state care a me. Io se penso all’Inferno,<br />
mi sento male da quanto me lo immagino brutto.<br />
Davide C. classe II D<br />
Per me la mia “casa in cielo”, sarà formata da tre parti: il Para<strong>di</strong>so, il Purgatorio e<br />
l’Inferno e saranno abitati: il Para<strong>di</strong>so, da persone che nell’arco della loro vita si<br />
sono comportate bene e hanno seguito Gesù, nel Purgatorio le persone che si sono<br />
comportate male e vogliono purificarsi dei propri peccati e nell’Inferno le persone<br />
che si sono comportate proprio male e non vogliono nemmeno purificarsi. Io spero<br />
<strong>di</strong> arrivare in Para<strong>di</strong>so, perché fino ad ora l’ho seguito e cercherò <strong>di</strong> seguirlo fino alla<br />
mia morte. Se andrò in Para<strong>di</strong>so, spero <strong>di</strong> incontrare tutti i miei familiari che ancora<br />
non ho conosciuto, perché morti prima della mia nascita. Se andrò in Para<strong>di</strong>so, mi<br />
sentirò ancora più figlio <strong>di</strong> Dio.<br />
Emanuele L. classe II D<br />
Io il Para<strong>di</strong>so me lo immagino pieno <strong>di</strong> luce e <strong>di</strong> volontà, on molte persone che<br />
giocano e sono sempre piene <strong>di</strong> felicità. In Para<strong>di</strong>so incontrerò le persone più<br />
importanti della storia, ma chissà se ci arriverò. Se ce la farò, sarò pieno <strong>di</strong> gioia; una<br />
cosa però la so, io ci proverò.<br />
Per me il Purgatorio è una via <strong>di</strong> mezzo, dove si devono affrontare <strong>delle</strong> prove per<br />
arrivare lassù. Per me lì ci abita un professore che ci fa fare molte prove. Se<br />
transiterò lì, mi impegnerò per arrivare più in “su”.<br />
Immagino l’Inferno come un posto pieno <strong>di</strong> fiamme, dov’è tutto triste e angosciante,<br />
pieno <strong>di</strong> piccoli <strong>di</strong>avoletti che fanno molti <strong>di</strong>spetti. All’inferno si troveranno<br />
sicuramente le persone che <strong>di</strong> Dio non amano niente ed io non voglio andarci<br />
assolutamente.<br />
Mirko M. classe II D<br />
Per me il Para<strong>di</strong>so è pieno <strong>di</strong> magia<br />
con felicità, gioia e fantasia<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Li avvengono cose strane<br />
il gatto che gioca con il cane,<br />
anziani adulti e bambini<br />
da gran<strong>di</strong> ai più piccini<br />
tutti si <strong>di</strong>vertono come pazzi<br />
dentro a straor<strong>di</strong>nari palazzi.<br />
Il Purgatorio invece è un luogo <strong>di</strong> penitenza<br />
senza gioia e con molta tristezza<br />
il sorriso sempre manca<br />
<strong>di</strong> solito seduti zitti su una panca<br />
con l’aria un po’ frastornata<br />
senza fare nulla nella giornata.<br />
L’Inferno è buio e pesante<br />
con persone con l’umore stressante<br />
lavorano dalla mattina alla sera<br />
in un luogo senza festa, ballo e fiera<br />
tutte arrabbiate per quello che fanno<br />
il mistero è esserci ancora alla fine dell’anno.<br />
Dove andrò<br />
non lo so<br />
del bene farò<br />
e se un vecchietto incontrerò<br />
sempre lo aiuterò.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
Martina M. classe II D<br />
Sono nato dall’amore dei miei genitori. La vita è il dono che il Signore mi ha donato<br />
anche se è fatta <strong>di</strong> momento belli e <strong>di</strong> momenti brutti. Essa mi permette <strong>di</strong><br />
raggiungere i miei obbiettivi. Il dolore è la cosa che ci avvicina a Dio. Dopo la morte<br />
ci aspettano altri mon<strong>di</strong>: il Para<strong>di</strong>so, l’Inferni o il Purgatorio. Il Para<strong>di</strong>so, un grande<br />
mare calmo, rappresentazione <strong>di</strong> serenità e pace. L’Inferno il male e le tenebre<br />
sopra <strong>di</strong> Lui. La mia casa in Cielo? Non sono altro che le braccia del Signore pronte<br />
ad accogliermi.<br />
Pietro F. classe II D<br />
Io il Para<strong>di</strong>so me lo immagino sopra una nuvola bianca al centro del cielo, circondato<br />
da un recinto con un’enorme cancello d’oro, con accanto un portiere-angelo, con le<br />
ali, vestito in giacca e cravatta bianca, con un tavolino dove sopra ci sono dei fogli e<br />
una penna, dove ci sono scritti i nomi <strong>delle</strong> persone destinate al Para<strong>di</strong>so, al<br />
Purgatorio o all’Inferno. Lui ti chiede nome e cognome e ti <strong>di</strong>ce dove andare; se entri<br />
in Para<strong>di</strong>so, allora si aprono le porte dorate del cancello e così entri in questo<br />
enorme “mondo” tutto bianco e celeste con il prato verde e fiorito, con molte piante<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
e animali. Le case in mattone bianco ed il tetto <strong>di</strong> paglia, abitate dalle persone<br />
buone. In cima ad una colina c’è una grande villa dove abita Dio con i <strong>di</strong>scepoli e gli<br />
angeli; lì troverò, se ci andrò, la mia zia e il mio zio che erano persone bravissime. Il<br />
Purgatorio me lo immagino un posto pieno <strong>di</strong> nebbia e il colore prevalente, il grigio.<br />
Li ci potrei incontrare persone che non si sono comportate bene, ma neanche così<br />
male da meritasi l’Inferno. Insomma è un punto in cui ti mettono alla prova per<br />
vedere se ti meriti il Para<strong>di</strong>so o l’Inferno. L’Inferno invece è un posto orribile, pieno<br />
<strong>di</strong> lava e vulcani, dove le case sono grotte buie e fredde e un castello tutto nero in<br />
cui ci sono, davanti all’entrata, due leoni in pietra e una fontana <strong>di</strong> lava, in cui vive il<br />
<strong>di</strong>avolo. Nell’inferno sono tutti vestiti <strong>di</strong> rosso e il <strong>di</strong>avolo, anche lui vestito <strong>di</strong> rosso,<br />
ma in più ha le corna, un forcone e una coda a punta, entrambi neri. All’Inferno ci<br />
sono già gli assassini più cattivi, come il serial killer <strong>di</strong> Sarah Scazzi e <strong>di</strong> Jara<br />
Gambirasio e <strong>di</strong> tutte le persone uccise. All’inferno ci sono gli angeli <strong>delle</strong> tenebre<br />
che hanno le ali nere e abiti rossi e neri. Io credo <strong>di</strong> andare in Para<strong>di</strong>so, perché tutte<br />
le domeniche vado alla messa e prego sempre Dio, inoltre faccio azioni buone, come<br />
quando insieme alla mia migliore amica, abbiamo aiutato una persona anziana a<br />
portare le buste della spesa e ringraziandoci ci ha donato una caramella ciascuno,<br />
anche se noi non la volevamo. In Para<strong>di</strong>so mi sentirei libera, buona e beata, ma<br />
soprattutto conoscerei Dio, la cosa più importante. In Purgatorio mi sentirei<br />
indecisa, spaventata, ma anche piena <strong>di</strong> speranza, perché potrei andare in Para<strong>di</strong>so<br />
se supererò le prove. L’Inferno è il posto peggiore <strong>di</strong> tutti, perché lì ci sono persone<br />
davvero cattive e starei male, sarei angosciata. Spero <strong>di</strong> andare in Para<strong>di</strong>so perche<br />
voglio conoscere Dio e rivedere o vedere molte persone.<br />
Chiara S. classe III A<br />
Secondo me il Para<strong>di</strong>so è un posto dove il progetto <strong>di</strong> Dio sarà completamente<br />
realizzato come Dio vuole e come ha sempre voluto. Il Purgatorio invece lo<br />
immagino come una stanza con un grosso libro al centro e con un angelo che ci<br />
giu<strong>di</strong>ca per la nostra vita passata e per come l’abbiamo passata.<br />
L’Inferno invece è come un posto terribile dove dovremmo soffrire per tutta la vita<br />
ultra terrena e dovremo pagare per tutte le cose brutte che abbiamo fatto. Ancora<br />
non posso <strong>di</strong>re dove andrò, tutto <strong>di</strong>pende da come vivrò la mia vita, da come mi<br />
comporterò e comunque da cosa deciderà Dio per me.<br />
Secondo me i tre posti che ho descritto sono comunque legati perché come<br />
sappiamo, Dio ci ha creato ed ha creato tutto e quin<strong>di</strong> dovunque andremo ci sarà<br />
sempre del bene.<br />
Lorenzo C. classe III A<br />
Ci sono alcune domande alle quali nessuno può rispondere, ad esempio: perché<br />
esisto? Perché morirò? Perché finirà il mondo e cos’è il niente? Neanche gli<br />
scienziati lo sanno. Cambiando totalmente argomento, la “morte” certo è normale<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
aver paura e per non pensarci bisogna sempre fare qualcosa. “travaillons sans<br />
raisonner” in francese. Le persone che non hanno buon senso, purtroppo usano<br />
<strong>delle</strong> droghe come hashish, cocaina, eroina, alcool o magari un viaggio, ma solo per<br />
<strong>di</strong>vertirsi ed esplorare il mondo ma per affari. Insomma io penso che, prima <strong>di</strong> tutto i<br />
viaggi si dovrebbero fare per visitare e conoscere il mondo (dove siamo ospitati da<br />
Dio) e non solamente per affari e secondo bisogna smettere <strong>di</strong> gettare rifiuti per<br />
terra e danneggiarsi con le droghe. Secondo me la casa in cielo è reale e io ci credo<br />
perché sono cattolico e non so come è fatta, ma forse un’idea ce l’avrei: sarà tutto<br />
bianco come il nulla.<br />
Marco B. classe III A<br />
Chi sono, che cosa è la vita e che cosa c’è dopo la vita? sono domande <strong>di</strong> senso che<br />
non ci poniamo quasi mai, così come non si parla della morte e <strong>di</strong> Gesù. La morte è<br />
una cosa che fa male. Mi ricordo che quando il mio nonno è morto, ho pianto tanto<br />
e ancora oggi quando ci ripenso, io <strong>di</strong>vento triste e mi viene da piangere. Forse è per<br />
questo che non si parla mai della morte.<br />
Lorenzo P. classe III A<br />
La morte è una cosa molto dolorosa ma naturale della vita che prima o poi toccherà<br />
a tutti. Nella vita <strong>di</strong> tutti i giorni non ne parliamo mai perché siamo presi dalla<br />
scuola, dal lavoro (per chi ha la fortuna <strong>di</strong> averne ancora uno), dai problemi<br />
quoti<strong>di</strong>ani o forse riteniamo che non sia un argomento interessante. Insomma, la<br />
nostra vita terrena e frenetica e spesso le persone, invece <strong>di</strong> parlare o <strong>di</strong> creare un<br />
confronto nella fede con la preghiera, si chiudono nel silenzio o cercano <strong>di</strong> risolvere i<br />
problemi con viaggi o peggio ancora con droghe e alcool. Anche <strong>di</strong> un’altra cosa<br />
dovevamo parlare: come sarà la nostra vita in cielo? Ci sarà davvero un’altra vita? In<br />
cielo a me non interesserebbe avere una casa grande, della, con tutti i confort, ma<br />
soltanto una casa piena <strong>di</strong> amore, felicità e tanta salute. Purtroppo per me, il io<br />
babbo ha già la sua casa in cielo.<br />
Simone M. classe III A<br />
Per me dopo la morte, il cielo è la nostra casa, cioè il Para<strong>di</strong>so. Io non me lo<br />
immagino come è, ma come ci si sente. E se si pensa ai nostri parenti e si guarda giù,<br />
si vede o l’allegria e il <strong>di</strong>vertimento o la tristezza. Ma se saranno tristi, io li aiuterò da<br />
lassù. Io spero che non solo la vita dei parenti, ma quella <strong>di</strong> tutti, buoni e cattivi, sia<br />
fatta solo <strong>di</strong> allegria e quando moriranno anche loro verranno tutti a casa mia, e sarà<br />
la nostra casa in cielo.<br />
Salvatore D.F. classe III A<br />
La morte è il problema principale della vita, parole <strong>di</strong> Benedetto XVI. A questa<br />
affermazione viene in mente la domanda: perché non parliamo mai della morte?<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Secondo me, non ne parliamo perché pensiamo: se ora sono vivo, perché dovrei<br />
pensare alla morte? E’ qui che dobbiamo tornare a farci sempre le stesse domande:<br />
chi sono io? Perché vivo? Sono questi i veri misteri della vita che si possono risolvere<br />
solo con il credere in qualcosa <strong>di</strong> inimmaginabile per la nostra mente finita.<br />
Gianni M. classe III A<br />
Il <strong>di</strong>vertimento e la morte sono due cose <strong>di</strong>verse, una è felice e una è triste. Il<br />
<strong>di</strong>vertimento è una cosa bella, ma quando ti <strong>di</strong>verti, non trovi mail il tempo <strong>di</strong><br />
pensare a Dio perché o c’è lo stu<strong>di</strong>o o c’è lo sport e molte altre cose. Ma Dio ci ha<br />
creato e un po’ <strong>di</strong> tempo glielo dobbiamo concedere. La morte è il problema<br />
principale della nostra vita: queste parole le ha dette il Papa Benedetto XVI.<br />
Nell’al<strong>di</strong>là noi potremo pensare a Dio, perché nel Para<strong>di</strong>so non ci sarà da stu<strong>di</strong>are,<br />
ne da fare sport e altre cose.<br />
Alessio S. classe III A<br />
Alcune volte mi domando dove andrò dopo la morte? Chi ci sarà ad aspettarmi? Che<br />
cosa farò? Ma nello stesso tempo rifletto sui valori della vita eterna, <strong>di</strong> ciò che è<br />
giusto e ciò che è sbagliato; dei sentimenti che provo per il prossimo, amore,<br />
amicizia, lealtà, a volte rabbia e anche delusione. Nella mia casa in cielo, non sarò<br />
mai sola, ma insieme a tutte quelle persone che hanno saputo, nella vita terrena,<br />
provare tutti quei sentimenti che ti rendono serena quando il tuo prossimo è felice<br />
grazie a te.<br />
Angela R. classe III A<br />
La gente spesso si chiede chi è, da dove viene e dove andrà quando sarà morto. Io<br />
che sono cristiano, penso che ci ha creato Dio e che quando moriremo chi è stato<br />
buono e non ha commesso peccati, andrà in Para<strong>di</strong>so mentre che è stato cattivo e<br />
ha commesso peccati e non se n’è pentito, andrà all’Inferno. Ma se queste cose che<br />
penso non sono vere, lo scoprirò solo quando sarò morto e se scoprirò che non sarà<br />
vero, avrò passato una vita a pensare a cose sbagliate. Ci sono persone che pensano<br />
allo stu<strong>di</strong>o quando sono giovani, al lavoro quando sono adulti e al <strong>di</strong>vertimento<br />
quando hanno del tempo libero, come si dovrebbe fare normalmente; invece ci<br />
sono persone che pensano solo a <strong>di</strong>vertirsi e questo non va bene, perché è giusto<br />
<strong>di</strong>vertirsi, però si deve pensare prima al dovere e poi al piacere. La gente non pensa<br />
molto a dove andrà quando sarà morta perché ha paura <strong>di</strong> pensarci.<br />
Paolo P. classe III A<br />
Io come persona non ho molti momenti per riflettere, ma non perché non ho<br />
tempo, ma perché non me lo creo il tempo per riflettere; ma nei pochi momenti in<br />
cui lo faccio, penso a cosa mi succede “ora” oppure nel futuro imme<strong>di</strong>ato o lontano<br />
e rifletto sul fatto che sia i miei parenti che io moriremo in un modo o un altro. Non<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
so dove andremo o forse si, nel cielo, cioè nel Para<strong>di</strong>so, dove forse mio nonno che è<br />
defunto ci è andato. Io penso che dopo la morte si vada in un luogo dove vivremo<br />
per sempre e ritroveremo tutti i nostri parenti che oramai saranno li da qualche<br />
anno o forse più.<br />
Normalmente non si sente mai parlare <strong>di</strong> morte, perché se uno accenna alla morte,<br />
tutti quelli che gli stanno accanto <strong>di</strong>cono che ha magari un esaurimento nervoso e<br />
deve andare a farsi trattare da degli specialisti. Infine il Para<strong>di</strong>so sarà la nostra<br />
seconda casa dove ci risiederemo per tutta la nostra vita.<br />
Ilies J. V. classe III A<br />
La nostra vera casa non è qua sulla terra, ma in cielo dal Signore. Sinceramente non<br />
mi immagino come siano l’Inferno, il Para<strong>di</strong>so o il Purgatorio, ma <strong>di</strong> sicuro mi<br />
immagino le persone che vi sono all’interno: nell’Inferno coloro che nella loro vita<br />
terrena fanno peccato molto, nel Purgatorio coloro che si sono pentiti dei propri<br />
peccati e nel Para<strong>di</strong>so coloro che hanno un’anima pura. Per meritarci un posto<br />
degno nel cielo non dobbiamo avere una vita sregolata sempre piena <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimenti<br />
ma una vita sobria e senza eccessi. Il <strong>di</strong>vertimento ci deve essere ma non sempre e<br />
non bisogna sempre desiderare cose nuove da comprare. Il Para<strong>di</strong>so è la casa <strong>di</strong> Dio<br />
dove si ritrovano i nostri cari defunti. Almeno spero sia così.<br />
Leonardo T. classe III A<br />
Cosa c’è dopo la morte? Cosa ci Aspetta? Sono tutte domande che ognuno si pone o<br />
si è posto almeno una volta nella vita. Ma <strong>di</strong> cui nessuno ha mai trovato la risposta.<br />
La morte è comunque un passaggio da cui non possiamo scappare. Ognuno <strong>di</strong> noi<br />
prima o poi la affronterà. Secondo me non è la morte che ci fa paura, ma il pensiero<br />
<strong>di</strong> morire, un pensiero che non capiamo perché non sappiamo cosa ne sarà <strong>di</strong> noi,<br />
dei nostri cari, dei nostri amici. Perdere una persona senza riuscire a comprendere<br />
dov’è finita, ci rende davvero tristi. E’ il pensarci che ci rende tristi. Secondo me non<br />
bisogna pensare alla morte, ma goderci la vita.<br />
Niccolò M. classe III A<br />
Alcune volte mi pongo <strong>delle</strong> domande, degli interrogativi a cui non riesco dare una<br />
risposta logica. Ho provato a chiederle alle persone più fidate, ma non ho avuto una<br />
risposta. Tutto questo è stato, è e rimarrà forse un mistero. Possiamo solo<br />
immaginare ciò che ci accadrà dopo la morte, pensiamo che sia la cosa più brutta<br />
che ci sia mai capitata, ma non sappiamo se ci piacerà o no. La vita è un bene<br />
prezioso che non va sprecato. Non bisogna pensare solo al <strong>di</strong>vertimento, ma anche a<br />
costruire qualche cosa che ci serva per il futuro. Alcune volte quando ci muore una<br />
persona a cui tenevamo molto, ca<strong>di</strong>amo in una grande tristezza e ci sembra che il<br />
tempo si sia fermato e che non riparta più, ma è proprio l’ che capiamo il vero<br />
significato della vita. Ci accorgiamo sempre tar<strong>di</strong> <strong>di</strong> quanto volevamo bene ai nostri<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
parenti o amici quando li abbiamo perduti. Io la penso così, che ogni minuto è<br />
prezioso e va vissuto sempre con allegria, perché poi non sappiamo che cosa ci<br />
riserverà il futuro.<br />
Francesca M. classe III A<br />
La morte è l’unica cosa certa nella vita, perché non sappiamo dove andremo e<br />
saremo fra sessanta anni, che lavoro <strong>di</strong> preciso faremo quando saremo più gran<strong>di</strong>.<br />
Io, per non pensarci, molte volte devo trovare sempre qualcosa da fare. Quando<br />
sono a letto e on mi riesce dormire, mi faccio alcune domande: dove andrò dopo la<br />
morte? Meglio non pensarci, mi <strong>di</strong>co, ma non so perché il pensiero mi va sempre a<br />
quella domanda. La mia bisnonna alcuni anni fa on stava molto bene <strong>di</strong> salute; molte<br />
volte alzava il capo, guardava su e <strong>di</strong>ceva; - Perché non mi pren<strong>di</strong> Tu che fai sempre<br />
tutto bene, Tu che sei il nostro Salvatore? Tante se devo stare a patire! Pren<strong>di</strong>mi!<br />
Tutte le volte che la sentivo, l brontolavo e le <strong>di</strong>cevo che la vita è fatta per vivere,<br />
non per chiamare la morte. Ora ha una malattia che non ricordo come si chiama ed<br />
è irreparabile; però io la mia bisnonna, più ce l’ho accanto, più mi sento sicura. Le<br />
voglio un bene dell’anima. Se fra un po’ <strong>di</strong> anni se ne andrà, vorrà <strong>di</strong>re che il bacino<br />
della buonanotte glielo darò da quaggiù. Comunque la mia bisnonna sarà sempre<br />
nel mio cuore.<br />
Giada V. classe III A<br />
Noi apparteniamo alla religione cattolica, cre<strong>di</strong>amo in Dio, in Gesù e nella Madonna<br />
e cerchiamo <strong>di</strong> seguire i loro insegnamenti. A scuola e in Chiesa, ci <strong>di</strong>cono che<br />
quando si muore an<strong>di</strong>amo in cielo; questo vuol <strong>di</strong>re che solo il nostro corpo è morto,<br />
ma la nostra anima è viva ed è vicina al Signore. Ma che cosa vuol <strong>di</strong>re esattamente<br />
tutto questo? Io ho tre<strong>di</strong>ci anni e come credo la maggior parte dei miei coetanei,<br />
non mi fermo mai a riflettere su questo argomento.<br />
Come <strong>di</strong>ce l’articolo letto in classe, oggi la vita è frenetica, ognuno ha le proprie<br />
esigenze e si cerca <strong>di</strong> occupare tutto il tempo nelle nostre attività, proprio per<br />
tenere occupata la testa. A casa mia, come succede in quasi tutte le famiglie <strong>di</strong> oggi,<br />
non si parla mai <strong>di</strong> questi argomenti (anche la parola “morte” fa paura), perché<br />
siamo occupati tutto il giorno; io con la scuola, i compiti ed il calcio, i miei genitori<br />
con il lavoro e la gestione della casa e quando possono, le vacanze ed il ballo.<br />
Purtroppo improvvisamente questa estate, ho dovuto fare duramente i conti con<br />
questa realtà. Mia nonna, mamma <strong>di</strong> mio padre, una donna ancora giovane e forte,<br />
si è sentita male ed è morta nel giro <strong>di</strong> cinque giorni per una emorragia celebrale. Io,<br />
subito non mi sono reso conto della situazione, ero convinto che si sarebbe<br />
risvegliata, perché non potevo pensare che non l’avrei più rivista. Col passare dei<br />
giorni e dopo averla vista in ospedale, ho capito che questo non sarebbe accaduto<br />
ed ho iniziato a chiedermi se poteva capire quello che succedeva e se poteva<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
sentire. Così, mio nonno, già malato, è rimasto solo ed anche se noi tutti cercavamo<br />
<strong>di</strong> stargli vicino e fargli compagnia, non ha sopportato la per<strong>di</strong>ta della moglie e dopo<br />
due mesi, anche lui è andato in cielo. A me mancano molto, ero abituato a vederli e<br />
stare con loro tutto il giorno. Ora penso che siano in Para<strong>di</strong>so o da qualche altra<br />
parte, uniti e che mi possono vedere.<br />
Pietro G. classe III A<br />
Molte persone si pongono la stessa domanda: dove andrò quando morirò? Le<br />
persone che hanno fede, si risponderanno in modo positivo, cioè penseranno che<br />
nell’al<strong>di</strong>là, li aspetterà una vita migliore <strong>di</strong> quella vissuta sulla terra. Il destino<br />
dell’uomo dopo la morte, al <strong>di</strong> là del <strong>di</strong>sfacimento del corpo, resta un mistero<br />
insolubile. Così se sono cristiano, ma ho paura della morte e <strong>di</strong>fficoltà ad accettarla,<br />
quasi mi sento a <strong>di</strong>sagio, mi sento in colpa e mi faccio domande: forse non è vero<br />
che sono un buon cristiano? Forse la mia fede non è sufficientemente solida? Ma<br />
questo non è corretto, perché la fede nell’al<strong>di</strong>là e tutto quel che ne consegue, si<br />
colloca su un piano <strong>di</strong>verso rispetto all’urgenza del lutto. Il cristiano però ha il<br />
dovere <strong>di</strong> misurarsi con la morte, affrontandola sulla base <strong>delle</strong> proprie convinzioni<br />
religiose e quin<strong>di</strong> questo lo porterà alla fine ad accettarla con serenità, come un<br />
<strong>di</strong>verso momento della vita. Tutto questo vuol <strong>di</strong>re che anche il cristiano, come<br />
qualsiasi essere umano, ha ragionevolmente paura della morte, senza perciò<br />
rinnegare <strong>di</strong> fatto ciò in cui egli afferma <strong>di</strong> credere, anche se non sa cosa lo potrà<br />
aspettare nell’al<strong>di</strong>là. Spesso, parlando della morte, <strong>di</strong>mentichiamo la vita! La morte<br />
appartiene alla vita, ne fa parte. E’ l’unica certezza che abbiamo. Se vogliamo sapere<br />
come sarà l’al<strong>di</strong>là, il Para<strong>di</strong>so, l’Inferno....<br />
Sia il Para<strong>di</strong>so che l’Inferno iniziano in questa vita. Il Para<strong>di</strong>so è la scelta <strong>di</strong> Dio, è lo<br />
stare con Dio (che, ormai o sappiamo è legato in<strong>di</strong>ssolubilmente alla “stare” con gli<br />
altri). L’Inferno è la scelta <strong>di</strong> voler stare senza Dio, è la mancanza <strong>di</strong> Dio nelle azioni,<br />
nei valori, nei comportamenti. La morte è il passaggio, misteriosa, tra questa e l’altra<br />
vita. Questo non toglie nulla all’immenso dolore che si prova quando qualcuno <strong>di</strong><br />
caro muore. Ma la speranza deve prendere il posto del dolore e della risurrezione; la<br />
speranza che colui che è morto, è già alla presenza <strong>di</strong> Dio, in una vita che non morirà<br />
mai più. Secondo me la vita ha senso in sé e per sè, è bellissima, con tutti i suoi<br />
dolori, le sue incertezze, le sue gioie e la sua poesia. Ha senso viverla al meglio,<br />
sempre e comunque, qualunque sia la religione o non religione che seguiamo. La<br />
morte...la paura è un’incognita; a me fa paura soprattutto il modo e il lasciare altri<br />
che soffriranno o il lasciare la vita stessa. Questo mi preoccupa. Se poi c’è qualcosa<br />
dopo, meglio, ben venga. Da una parte spero che esista la reincarnazione, come<br />
credono i bud<strong>di</strong>sti, quello si. Ma non so e non giu<strong>di</strong>co nulla, soprattutto l’esistenza<br />
<strong>di</strong> un Dio. Se c’è....giu<strong>di</strong>cherà lui quando è il momento.<br />
Angelica B. classe III A<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
In cielo, dopo la morte, a ognuno <strong>di</strong> noi si apriranno due porte che conducono a due<br />
case <strong>di</strong>verse: una al Para<strong>di</strong>so, un mondo buono e allegro, l’altra all’Inferno, un luogo<br />
triste e malvagio.<br />
Tutti noi, durante la vita, ci fermiamo qualche minuto a pensare dove andremo dopo<br />
la morte, se la Para<strong>di</strong>so o se all’Inferno e io credo che questo <strong>di</strong>penda soprattutto da<br />
noi, dalla nostra vita, cioè dalle azioni, buone o cattive che compiamo ogni giorno.<br />
Secondo me, infatti, il Para<strong>di</strong>so va guadagnato per esempio con le azioni buone e<br />
credendo in Dio e se queste saranno fatte, ci ritroveremo in una casa splen<strong>di</strong>da dove<br />
immagino che ci <strong>di</strong>vertiremo e dove potremo riflettere con serenità agli errori che<br />
sono stati compiuti durante la nostra vita, perché secondo me anche chi andrà in<br />
Para<strong>di</strong>so, qualche errore, anche se non grave, lo avrà fatto.<br />
Invece che durante la propria vita compirà azioni gravi e si comporterà male sia nei<br />
confronti degli altri esseri umani sia nei confronti <strong>di</strong> Dio, potrebbe andare<br />
all’inferno, un luogo triste e spregevole, dove le persone non si pentiranno <strong>delle</strong><br />
cose brutte e gravi fatte in vita, ma, anzi, continueranno a comportarsi male. Io per<br />
questi motivi, spero <strong>di</strong> andare in Para<strong>di</strong>so, ma come ho detto all’inizio, questo<br />
<strong>di</strong>penderà anche da me, consapevole del fatto che dopo deciderà Dio.<br />
Fabio C. classe III A<br />
La vita ci insegna che quando una persona, un animale, insomma un essere vivente,<br />
nasce, arrivato ad un certo punto, segue la morte. Purtroppo la morte è un<br />
argomento che per molti non è facile da trattare; basta vedere chi soffre a seguito <strong>di</strong><br />
gravi malattie, han<strong>di</strong>cap; gli anziani che talvolta non vengono considerati, o peggio<br />
ancora, lasciati a se stessi per la loro età, ma soprattutto quando ci si pensa, ci si<br />
rattrista e ci si pone mille domande. Ogni giorno, parlo con gli anziani <strong>di</strong> casa mia,<br />
mio zio Pietro <strong>di</strong> quasi novant’anni e mio nonno Artemio <strong>di</strong> ottantadue. Loro sono<br />
per me molto importanti e qualche volta penso a loro quando non ci saranno più,<br />
lasciandomi un vuoto incolmabile. Sono proprio loro, che con i loro racconti passati,<br />
le loro vicissitu<strong>di</strong>ni, il preoccuparsi <strong>di</strong> tutto e <strong>di</strong> tutti, mi fanno sentire una persona<br />
speciale, ma soprattutto meritevoli del mio amore.<br />
Mi rendo conto che anche per loro il tempo passa, le forze <strong>di</strong>minuiscono, e i loro<br />
sguar<strong>di</strong> sono sempre più preoccupati e pensierosi, fissi nel vuoto a me<strong>di</strong>tare sul<br />
domani ed io con la mia spensieratezza e allegria, cerco <strong>di</strong> tirarli su, <strong>di</strong>cendo<br />
bischerate e burlandomi <strong>di</strong> loro. Vedo che in quel momento le loro facce cambiano<br />
espressione, il viso e gli occhi spenti si illuminano ed io in quel momento sono felice.<br />
Ma la cosa che mi rende ancora più felice è sentirmi <strong>di</strong>re, proprio da loro che<br />
quando non ci saranno più basterà pensare a me, per renderli <strong>di</strong> nuovo sorridenti e<br />
allegri. Io sono per loro il suo amore, la luce che illumina il giorno e tutte quelle<br />
domande e pensieri che gli passano tutti i minuti, tutte le ore, tutti i giorni per la<br />
testa, vedendomi si allontanano e sembra quasi che acquistino tempo e salute. Per<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
concludere voglio <strong>di</strong>re che la parola “morte” è brutta, ma chi crede in Dio, vivrà in<br />
eterno, così recita il Vangelo e perciò non dobbiamo aver paura in quanto la nostra<br />
casa in cielo sarà piena <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> fede e noi non saremo mai soli.<br />
Alessandro C. classe III A<br />
Cosa c’è dopo la morte?<br />
E’ questo il pensiero che ti rende più forte.<br />
La vita è una sola.<br />
Sappiamo solo questo per ora.<br />
Quando la vita finirà<br />
la morte Inizierà.<br />
Non la puoi scansare<br />
ne tanto meno evitare<br />
la puoi solo affrontare.<br />
Quanto tempo ci rimarrà?<br />
Quando la morte arriverà?<br />
Non ci vuoi pensare<br />
ma prima o poi lo dovrai fare.<br />
Fa pensare<br />
fa rattristire<br />
puoi morire anche senza soffrire<br />
in tanti mo<strong>di</strong> puoi morire.<br />
Ma che ne sappiamo noi?<br />
Ma che ne sapete voi?<br />
Perché noi ci pensiamo?<br />
Perché non ci cre<strong>di</strong>amo?<br />
Una cosa è sicura<br />
anche se fa paura<br />
la morte è come se fosse un’influenza<br />
non colpisce solo i cattivi,<br />
ma anche i buoni e i gentili.<br />
Dio ha fatto morire anche suo figlio per noi!<br />
Ed è questo che mi rende più forte<br />
e mi aiuterà ad affrontare la morte.<br />
Io non avrò paura<br />
e lo sai perché?<br />
Perché Gesù sarà con me! Simona A. classe III A<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
SOSTA<br />
Indugia il passo<br />
lo sguardo sollevo allora<br />
e miro l’Infinito!<br />
Parasceve <strong>di</strong> Miriam<br />
Ambito Adulti e Giovani laici<br />
Sezione Preghiera in poesia<br />
Ricordo il giorno il cui le Tue parole<br />
sono affondate in me: un manto <strong>di</strong> Spirito<br />
ha rivestito il mio sì per il Verbo<br />
che incarna dall’eterno la notizia<br />
<strong>di</strong> salvezza. Ma questo nuovo parto<br />
è ben più doloroso. Nel Getsemani<br />
è buio ormai e le lampade hanno un campo<br />
<strong>di</strong> luce limitato. I sacerdoti<br />
rinchiusi nelle vesti del sinedrio<br />
decidono, hanno potere e sapienza,<br />
così come fa Roma nel suo impero:<br />
navigano sull'onda timorosi<br />
si aggrappano a una legge che non vivono.<br />
Preparano con ansia il loro antidoto<br />
inviano le guar<strong>di</strong>e nel giar<strong>di</strong>no.<br />
Eccole! Gettano lampi sinistri e<br />
metallici nell'uliveto inquieto –<br />
il Nazareno è un rabbi da schiacciare.<br />
Estella Tomaselli <strong>San</strong>acori – Monterotondo (RM)<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
L'ultimo sguardo a Giovanni ed a me<br />
poi lo spirito assetato si affida<br />
all'Abbà. / Prima che inizi la Pasqua<br />
si può togliere Gesù dalla croce<br />
il cadavere viene avvolto in lini<br />
portato nella tomba <strong>di</strong> Giuseppe<br />
scavata nella roccia <strong>di</strong> recente.<br />
Ancora prima dell’alba, trascorso<br />
il giorno santo, le donne si recano<br />
al sepolcro: è svuotato, il telo a terra!<br />
Il mistero <strong>di</strong> questa assenza è grande:<br />
la Verità si è rivelata al mondo.<br />
Non sarà più<br />
Non sarà più<br />
né il giorno né la notte,<br />
ma solo amore<br />
com’acqua dentro il mare.<br />
Non sarà più<br />
dolore e sofferenza,<br />
ma gioia piena<br />
come fosse festa.<br />
Non sarà più<br />
passato né futuro,<br />
ma la visione<br />
d’un immenso eterno.<br />
Non sarà più<br />
la morte col suo pianto,<br />
ma splen<strong>di</strong><strong>di</strong> sorrisi<br />
su volti ormai raggianti.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
Alessandro Ramberti - Rimini<br />
Giacomo Guglielmelli - Cosenza<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Pensando…al cielo!<br />
Silenziosa è la notte<br />
la luna d’argento<br />
effonde il suo chiarore<br />
sopra <strong>di</strong> noi, Signore.<br />
Migliaia e migliaia <strong>di</strong> stelle<br />
risplendono lassù…<br />
il mio pensiero vola a te, Gesù!<br />
Ai miei cari, che insieme a Te<br />
ci guidano, ci proteggono e<br />
ci in<strong>di</strong>cano la strada<br />
per arrivare un giorno nella nostra casa:<br />
in cielo con Te, Signore!<br />
Al cielo!<br />
La notte è silente<br />
pian piano le stelle si spengono,<br />
la pallida luna svanisce nel cielo<br />
lasciando il suo posto<br />
a uno splen<strong>di</strong>do sole.<br />
E’ l’alba<br />
la vita riprende nel cielo<br />
le ron<strong>di</strong>ni gridano gioiose<br />
rincorrendosi, festose.<br />
Gracchia la cornacchia<br />
nel silenzio del mattino,<br />
un aereo lascia la sua scia<br />
sull’azzurro del cielo.<br />
Il cielo…un giorno<br />
sarà la nostra casa, Signore!<br />
Franca Boattini – Pratovecchio (AR)<br />
Franca Boattini – Pratovecchio (AR)<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
50
Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Ecce homo<br />
Ecco l'uomo, quello che fu bimbo in una mangiatoia<br />
in una sera <strong>di</strong> fili d'erba ed ombre rosso-oro<br />
Maria dalle braccia d'ambra fiorita a lato<br />
il fiato del bue a riscaldare il cuore<br />
ecco l'uomo, nato fra la paglia e il silenzio chiaro <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre<br />
quello che fu un piccolo immenso fuoco<br />
un sogno trattenuto agli occhi in un cielo <strong>di</strong> malva e d’alloro<br />
quello che venerava l'ape in ritiro ebbra dalla rosa<br />
ed incantava i poveri col sorriso can<strong>di</strong>do <strong>di</strong> neve<br />
ecco l'uomo, quello che con gli occhi belli d’amore<br />
moltiplicava pani e pesci mescolandosi all'azzurro<br />
la pioggia arsa sulle guance<br />
le preghiere che accarezzavano fugaci le anime dei giusti<br />
ecco l'uomo<br />
flagellato senza pietà, picchiato a sangue sulla fronte e sulle labbra<br />
crocifisso insieme ai ladri<br />
come un fiore crudo, <strong>delle</strong> spine le foglie<br />
ecco l'uomo, quello caldo <strong>di</strong> vento<br />
che ci ha donato il conforto del crepuscolo<br />
i suoi gesti che si raccoglievano nel sole<br />
librandosi in alto come farfalle <strong>di</strong> maggio<br />
e scrivevano con la penna <strong>delle</strong> <strong>di</strong>ta la storia, la falce rosa dell’alba<br />
chiamando a raccolta le stelle, quasi fosse l’ultima volta.<br />
Ecco l’uomo<br />
quello che ci darà una casa in cielo,<br />
piena d’amore, <strong>di</strong> neve bianca e luce<br />
e noi saremo fiori selvatici<br />
come all’inizio dell’estate.<br />
Vivi per sempre,liberi.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
TIZIANA MONARI – PRATO<br />
51
Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Son salita, Signore,<br />
un po’ più in alto<br />
per provare l’emozione<br />
della tua vista.<br />
Ma non basta<br />
per capire<br />
quale casa,<br />
lassù,<br />
potrò abitare.<br />
Vedo un tetto,<br />
le finestre, i camini,<br />
i panni stesi:<br />
quella è casa mia.<br />
Guardo in su,<br />
per immaginare,<br />
quanto spazio<br />
potrò avere<br />
nella casa che Tu<br />
stai costruendo<br />
per me.<br />
Partirò leggera,<br />
nessun quadro<br />
alle pareti.<br />
Non un letto,<br />
né arma<strong>di</strong><br />
da riempire.<br />
Muri <strong>di</strong>latati<br />
nell’eternità<br />
mi ripareranno<br />
per vivere là,<br />
nella casa del cielo,<br />
<strong>di</strong>rimpetto a Te,<br />
vicino a Te,<br />
con Te,<br />
in Te.<br />
Franca Oberti - – Arlate <strong>di</strong> Calco (Lc)<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
LA CASA DELLA VITA<br />
Mio Dio,<br />
quando nell’anima, cantando,<br />
sprigiono emozioni gioiose<br />
sento <strong>di</strong> abitare già il tuo Cielo.<br />
Quando in me<br />
Danzano armonia e pace,<br />
ancelle della tua Verità,<br />
allora la Casa della Vita<br />
ospita la mia carne<br />
in attesa <strong>di</strong> resurrezione.<br />
Mio Dio,<br />
sei Tu il Respiro del tempo,<br />
sei Tu l’Eterno abbandonato alla Storia,<br />
Tu il Potente sopra la morte.<br />
Io che abito nel tempo<br />
sono un tassello <strong>di</strong> mosaico<br />
dell’umanità che vive la Storia<br />
e so che la morte<br />
non mi abiterà per sempre.<br />
Alla mia nascita, o Dio,<br />
hai lasciato in me<br />
memoria della Casa del Cielo…<br />
dove il tuo Spirito aleggia con la Sapienza<br />
e un banchetto è imban<strong>di</strong>to<br />
per gli affamati dell’Amore Perenne.<br />
O Dio,<br />
conce<strong>di</strong> a noi, tuoi figli creati,<br />
<strong>di</strong> riconoscerci ere<strong>di</strong> della Casa del Cielo!<br />
PORTA DEL CIELO<br />
Mamma estesa e intensa,<br />
tu asciughi le nostre paure<br />
al sole della Grazia<br />
e ai nostri cuori suggerisci<br />
l’istinto dell’eternità,<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
Beatrice Cornado - Brescia<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
la ricerca avida <strong>di</strong> luce,<br />
la fonte della speranza.<br />
Con amore sollecito<br />
ti proten<strong>di</strong> sull’umanità,<br />
istruita degli affanni,<br />
<strong>delle</strong> tenebre devianti,<br />
<strong>delle</strong> coscienze ferite,<br />
dei desideri, dei sogni.<br />
Bellissima generata<br />
per conferire un grembo<br />
alla storia e al mistero,<br />
nel mare dei tuoi occhi<br />
incontreremo l’Assoluto<br />
che ti rese suo stampo<br />
e <strong>di</strong>zionario della gioia.<br />
Casa <strong>di</strong> carne per Dio,<br />
<strong>di</strong>mora dell’Amore,<br />
fulgida porta del Cielo,<br />
baceremo il segreto<br />
<strong>delle</strong> tue mani aperte<br />
ad accoglierci sempre. Maria Bertilla Franchetti GAZZOLO (VR)<br />
E ANDREMO<br />
E andremo sicuri<br />
incontro al fuoco<br />
non incen<strong>di</strong>ario,<br />
dolce, necessario<br />
dell’Amore che <strong>di</strong>lata<br />
le viscere dell’attesa<br />
per ciascun vivente.<br />
E le nostre fiducie<br />
succhieranno Dio<br />
nel mistero fruttifero<br />
della beata eternità. Maria Bertilla Franchetti GAZZOLO (VR)<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
ARRIVEREMO<br />
Arriveremo. Io, tu,<br />
chi mi cammina vicino<br />
arriveremo senza farci notare<br />
forse <strong>di</strong> sera<br />
quando le ore si fanno più miti<br />
davanti alla luce<br />
che <strong>di</strong>venta pienezza<br />
Adesso tocchiamo con mano<br />
qualcosa<br />
che si chiama bellezza<br />
aspettiamo un segnale<br />
più che altro un bisbiglio<br />
siamo attenti ad ogni richiamo<br />
per <strong>di</strong>re sì<br />
agli impulsi del cuore<br />
perché non <strong>di</strong>venti <strong>di</strong> sasso<br />
e chie<strong>di</strong>amo con insistenza<br />
“Signore, siamo qui<br />
e atten<strong>di</strong>amo<br />
che tu ci riveli fermamente<br />
la strada<br />
che porta al mistero”<br />
Antonio Chiades - Pieve <strong>di</strong> Cadore (Bl)<br />
La nascita dell’uomo nella Trinità della Luce<br />
Raccolgo segni <strong>di</strong> appartenenza per ritrovare le mie origini,<br />
vago nella mia ancestrale memoria cercando un suono, un vago ricordo della mia<br />
provenienza,<br />
la prima luce, la mia esistenza,<br />
la seconda luce, attraverso il grembo materno,<br />
la terza, venuta alla luce, la nascita <strong>di</strong> tutto..! Ivana Belli Monterotondo, Roma<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
IL SUONO NOTTURNO DELLE CAMPANE<br />
DEL CASTELLO DI CASTEL SAN NICCOLO’<br />
Il suono notturno <strong>delle</strong> campane del Castello<br />
risveglia lo spirito <strong>delle</strong> persone<br />
de<strong>di</strong>te alle cose del’anima.<br />
Suonate campane, suonate a <strong>di</strong>stesa,<br />
la Gente vi ode e col cuore gioioso<br />
ringrazia Gesù.<br />
Detto suono armonioso e rombante<br />
si <strong>di</strong>ffonde a lungo per tutta la valle <strong>di</strong> <strong>Vado</strong>.<br />
E’ il richiamo <strong>di</strong> Dio che<br />
invita i fedeli a pregare.<br />
La Gente riflette, va a letto contenta,<br />
chiede perdono al Signore,<br />
ricorda i suoi morti e riposa felice,<br />
con la speranza che il Buon Dio,<br />
quando si riprenderà la nostra vita,<br />
ci conduca con Sé in Cielo.<br />
Quel magnifico Cielo che appare azzurro<br />
<strong>di</strong> giorno e scuro, punteggiato <strong>di</strong> stelle, <strong>di</strong> notte,<br />
sarà anche per noi la nostra casa eterna<br />
nella quale <strong>di</strong>morano già la Madonna, gli Angeli, i <strong>San</strong>ti<br />
e tutti gli esseri umani che hanno vissuto rettamente.<br />
Mio Dio, io ti invoco tutto il giorno;<br />
so che Lì Ti incontrerò, perché Tu sai<br />
perdonare le debolezze umane a chi invoca la Tua misericor<strong>di</strong>a.<br />
S.L. – Castel <strong>San</strong> Niccolò (AR)<br />
LIBERI ORA<br />
Liberi ora<br />
dal grave peso<br />
<strong>delle</strong> spoglie mortali<br />
e dagli affanni,<br />
da ogni dove adunati,<br />
piccoli e gran<strong>di</strong>,<br />
poveri e signori,<br />
congiunti e forestieri,<br />
cantate al Dio dell’amore<br />
gioiosi inni,<br />
inni <strong>di</strong> lode.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Preghiere lunghe<br />
e devote levate per le vie<br />
del Cielo.<br />
E anche noi, salvi,<br />
passeremo per le aspre gole<br />
del burrone che incombe.<br />
E non ci perderemo. Rosa Repaci - Campo Calabro (RC)<br />
NON MEMORIA LONTANA<br />
Non confusa memoria lontana,<br />
eternata da immagini<br />
<strong>di</strong> dolce, regale bellezza,<br />
ma silenziosa presenza,<br />
invisibile e vera,<br />
la Tua persona, Sorella.<br />
Se n’ode vibrante<br />
il palpito accanto.<br />
Se ne avverte vivo<br />
il calore, l’odore.<br />
Religioso lo sguardo,<br />
che ora vede il Signore,<br />
amorevole e santo<br />
su <strong>di</strong> noi<br />
serena si posa<br />
a consolare.<br />
A invocare pace.<br />
Pace, Rosa Repaci - Campo Calabro (RC)<br />
Preghiera<br />
Signore,<br />
accompagna i miei incerti passi<br />
e sorreggi la mia Fede<br />
davanti all'irrazionale morte.<br />
Tu,<br />
che hai perdonato<br />
il ladrone pentito<br />
e l'hai accolto con Te,<br />
Ti prego,<br />
pren<strong>di</strong>mi per mano<br />
nell'ultima ora.<br />
Conducimi<br />
al cospetto <strong>di</strong> Dio Padre:<br />
a Lui chiederò<br />
l'assoluzione dei peccati<br />
e, se lo vorrà,<br />
sarò con le anime dei fratelli<br />
nella <strong>di</strong>mora eterna nei cieli.<br />
Daniela Ringressi – STIA (AR)<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
PER LA MORTE IMPROVVISA DI UN GIOVANE ARTISTA NEL GIORNO DI PASQUA<br />
Giovane cuore,<br />
Fratello,<br />
amico <strong>di</strong> linee armoniose,<br />
<strong>di</strong> luci e <strong>di</strong> colori,<br />
amico del canto e del bello.<br />
Con Cristo Signore,<br />
in silenzio<br />
hai deposto il fardello<br />
e, vestito <strong>di</strong> gloria e splendore,<br />
sei volato più in alto.<br />
Più in alto del sole.<br />
Dove regna la pace,<br />
dove sovrano, eterno,<br />
regna l’amore. Rosa Repaci - Campo Calabro (RC)<br />
PER NATUZZA DI PARAVATI<br />
Parlò, sulla terra, ogni giorno<br />
con gli Angeli e la Vergine <strong>San</strong>ta.<br />
Sulla terra, piagata,<br />
indusse ad amare l’Eterno.<br />
Altra stella lucente<br />
ora adorna il firmamento.<br />
Altro mistico cuore<br />
pulsa nel Cielo.<br />
Altra voce <strong>di</strong> Madre<br />
sui figli invoca<br />
pace e perdono. Rosa Repaci - Campo Calabro (RC)<br />
IL TRAPASSO<br />
Un giorno come gli altri, ho u<strong>di</strong>to una chiamata,<br />
la voce era lontana, ma forte e determinata.<br />
Ho chiuso gli occhi al mondo e mi sono incamminata,<br />
i pie<strong>di</strong> scalzi e nuda così come io ero nata.<br />
Son passata per un tunnel, tanto stretto e basso,<br />
ho già capito tutto, ho fatto il mio trapasso.<br />
Mi son trovata spersa in quella selva oscura,<br />
quella che un dì <strong>di</strong> Dante fu nella sua scrittura.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
58
Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Stretta era la strada e tutta sassicata,<br />
mancavano le forze, è dura la scalata.<br />
Un’ombra ho visto in quell’istante, non se ne andava via,<br />
una stretta ho avuto al cuore: “è la mamma mia!”<br />
Davanti al Padre mio dolcemente mi ha accompagnata,<br />
l’ho stretta con amore “mamma mia ti ho ritrovata!”<br />
Voltandomi s in alto ho visto luci e fiori all’infinito,<br />
ormai ho la certezza, sono in Para<strong>di</strong>so.<br />
Davanti c’è un cancello dove scritto sta’:<br />
“Se tanto in terra hai dato, qui vivrai per l’eternità”.<br />
Davanti al mio Gesù ho abbassato il capo:<br />
“Perdonami, mio Dio, se a volte ti ho scordato”.<br />
Guardando quel bel visto, che <strong>di</strong> bontà abbonda,<br />
del mio peccato in terra ho provato vergogna.<br />
Ma lo sguardo d’amore che ra<strong>di</strong>oso lui mi ha donato,<br />
è stato come <strong>di</strong>rmi “Vieni figlia mia, io ti ho già perdonato”.<br />
Mariella Cagnacci – Faltona (Ar)<br />
LA PREGHIERA DEL MATTINO<br />
Gesù mio, in questo giorno appena nato,<br />
ti voglio ringraziare per la vita che mi hai dato.<br />
Fai che oggi le mie azioni, siano accompagnate dalle tue bene<strong>di</strong>zioni.<br />
Dammi Tu la forza, mio caro buon Gesù,<br />
<strong>di</strong> percorrere la strada che mi hai insegnato Tu.<br />
Mi prostro a te davanti <strong>di</strong>steso sulla Croce,<br />
mi scendono le lacrime e trema la mia voce.<br />
Riesco solo a <strong>di</strong>rti abbassando il mio capo:<br />
“Perdonami, ti prego, per aver peccato.<br />
Perdono per le volte che non mi son voltata in<strong>di</strong>etro,<br />
<strong>di</strong> quando non ho visto il misero, <strong>di</strong> quando non ho visto il cieco.<br />
Presa da me stessa e da quello che è splendore,<br />
ho soffocato il meglio che avevo dentro al cuore.<br />
Perdonami, Gesù, se da me ti ho allontanato,<br />
ho perso la mia vita nel modo più insensato.<br />
Vorrei tornare in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> almeno cinquant’anni<br />
per non peccare più, per non combinare danni,<br />
per non riviver più quei brutti momenti,<br />
quando ho <strong>di</strong>menticato i tuoi Comandamenti.<br />
Gesù caro, mi perdonerai se adesso ti prometto che non ti tra<strong>di</strong>rò mai?<br />
Vorrei ardentemente, quando vedrò il Tuo viso,<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
59
Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
sentire la tua voce, “sarai nel Para<strong>di</strong>so”.<br />
In quella <strong>San</strong>ta casa ti chiedo un posticino,<br />
son fragile e impaurita, mi sento un fanciullino.<br />
Sento forte il tuo calore, ora la forza Tu mi hai data,<br />
io sento che mi <strong>di</strong>ci “per te un posto trovo <strong>di</strong> certo in quella casa,<br />
l’umiltà del tuo cuore ti ha già perdonata”.<br />
Mariella Cagnacci – Faltona (Ar)<br />
LA NOSTRA DIMORA<br />
Tante volte ho immaginato quella casa lassù in cielo,<br />
ma dov’è che non la vedo, questo è proprio un bel mistero!<br />
Sarà fatta <strong>di</strong> legno, pietra o mattoni,<br />
il mio Padre avrà pensato, sono sue le decisioni.<br />
La Parola che ci ha dato non è fatta <strong>di</strong> umane frivolezze,<br />
della gioia che noi avremo, Lui ci dà piene certezze.<br />
Lui ci parla <strong>di</strong> vita eterna e splendore,<br />
niente pene ne dolori, solo gioia e infinito amore.<br />
Lui ci insegna, in questo terreno viaggio,<br />
che avrà salvezza colui che è saggio.<br />
Lui ci stringe con forza la mano,<br />
“capisco l’errore, sei un essere umano”.<br />
Anche Lui debolmente ha gridato<br />
“Padre mio togli questo calice che Tu hai preparato”.<br />
Mio Signore dammi la forza perché possa giungere alla Tua Porta,<br />
ren<strong>di</strong> salda la mia fede, converti colui che non ci crede;<br />
in un triste momento io l’ho rafforzata,<br />
è il mio babbo su dal cielo che mi parla della Tua casa.<br />
Sono certa che ci sei, voglio lasciarmi da Te guidare,<br />
umilmente io ti chiedo: non mi abbandonare!<br />
Vorrò da ora testimoniare del Para<strong>di</strong>so che ci farai trovare;<br />
me lo <strong>di</strong>ce il mio babbo che ormai gioisce a Te vicino!<br />
Catia Rossi – Pratovecchio (Ar)<br />
Nuda venni al mondo<br />
e nuda voglio ritornare<br />
perché non mi servono più i pie<strong>di</strong> per camminare<br />
ma le ali per poter volare<br />
al più presto a Gesù mi voglio presentare<br />
Antonietta Chianucci - Pieve a Quarto (AR)<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
PREGHIERA<br />
Ambito Adulti e Giovani laici<br />
Sezione Testimonianza in prosa<br />
Nel silenzio della notte, quando tu dormi già, caro Nicola . . . sei più stanco <strong>di</strong> me . .<br />
. coltivi un orto biologico . . . pieno <strong>di</strong> invenzioni! Poi mi aiuti in casa anche inviando<br />
al computer quando scrivo, mi accompagni con la macchina a comprare, quando<br />
ero in Ospedale mi è scaduta la patente e non ho potuto rinnovarla. Per tutto ciò e<br />
per la tua tenacia, la tua forza <strong>di</strong> volontà, prego la Madonnina che ti assista nella<br />
salute anche tramite gli Angeli Divini e il mio affetto concreto. La prego che tu possa<br />
avere la sod<strong>di</strong>sfazione che le tue qualità morali e organizzative vengano<br />
riconosciute benevolmente, La ringrazio perché ci assiste quoti<strong>di</strong>anamente anche<br />
nelle vicendevoli giornaliere lettere che ci scriviamo, così si riuniscono i reciproci<br />
sentimenti <strong>di</strong> riconoscenza e gratitu<strong>di</strong>ne. Piccoli gesti <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione che donano<br />
serenità e forza d’animo, mettendo in pratica quanto suggerito da un bravo<br />
geriatra, creando così un po’ <strong>di</strong> Para<strong>di</strong>so quaggiù con la nostra vita laboriosa, ma<br />
semplice a contatto con la natura.<br />
Estella Tomaselli <strong>San</strong>acori – Monte rotondo (RM)<br />
La nostra casa in cielo.<br />
La nostra casa in cielo, voglio <strong>di</strong>re la nostra vera casa, la vera vita.<br />
Io me la immagino bellissima ma solo molto <strong>di</strong>fficile poterla abitare.<br />
La nostra casa terrena è più facile abitarla perché ognuno <strong>di</strong> noi può averla, bella o<br />
brutta che sia.<br />
Per meritare la nostra casa in cielo bisogna essere molto buoni ma non solo a<br />
parole, bisogna aiutare<br />
il prossimo, perché il prossimo è il nostro Gesù.<br />
Dio ci ha creato <strong>di</strong>cendo: Vai e porta il mio nome nella terra e fai in modo <strong>di</strong> dare il<br />
buon esempio,<br />
così sarai vicino a me e non temere io non ti lascerò mai da solo.<br />
Le tentazioni sono sempre presenti e se non crederai in Me cadrai in tentazione e Io<br />
soffrirò,<br />
ma la tua vita ti appartiene e sarai te a guidarla.<br />
Se mi chiamerai Io ci sarò e se non mi cercherai Io ci sarò ugualmente e ti seguirò<br />
passo dopo passo.<br />
Se ti pentirai Io ti perdonerò, la tua vita è anche la mia, Io e te sempre uniti.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
61
Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Fai la Mia voce, loda Dio con le persone che non credono, portale sulla retta via e<br />
sarai,<br />
nella tua casa in cielo con Me.<br />
Michael Lombar<strong>di</strong> - Bibbiena (AR)<br />
Una Preghiera per Valerio<br />
Mentre sto scrivendo sono certo che Valerio mi segue, e in certo senso mi ispira. In<br />
fondo la comunione dei <strong>San</strong>ti è questo misterioso rapporto che si stabilisce fra noi e<br />
gli altri. Viventi e defunti. Questi ultimi abitano eternamente in questa meravigliosa<br />
casa invisibile <strong>di</strong> Dio senza pareti, a contatto con lui. Anzi, in perfetta intimità con<br />
lui. Senza timore, senza timidezza, in un giorno perenne illuminato da una luce che<br />
non si spenge mai. Un Dio, a cui, finalmente, possiamo dare del Tu. Io e Valerio ci<br />
siamo incontrati una sera d'estate in un circolo paesano in occasione <strong>di</strong> una<br />
manifestazione culturale, a cui seguiva una gradevole cena, fra persone che non si<br />
conoscevano. Aveva l'hobby della pittura e della scrittura. Non ci conoscevamo,<br />
casualmente ci trovavamo uno <strong>di</strong> fronte all'altro nella grande tavola apparecchiata.<br />
Parlava con un signore esibendo con molta <strong>di</strong>sinvoltura il suo conclamato ateismo e<br />
la sua perenne avversione verso la chiesa. Forse cercava consensi, ma io<br />
in<strong>di</strong>fferentemente continuavo a mangiare. Anzi, in un certo senso mi in<strong>di</strong>sponeva<br />
per la sua vena polemica che ostentava con un debole sorriso guardando i<br />
commensali negli occhi. Mi parve che tutti fossero abbastanza d'accordo con lui, a<br />
giu<strong>di</strong>care dalla loro espressione <strong>di</strong> assenso quando esprimeva la propria avversione<br />
alla religione, in generale. A metà pranzo si rivolse a me, visto che ero rimasto<br />
silenzioso mentre mangiavo, mentre riflettevo intensamente su quanto stavo<br />
ascoltando. Avrei desiderato trovarmi in un altro tavolo, ma ero stato assegnato in<br />
quel posto, e lì dovevo rimanere. Non avevo scampo, non potevo alzarmi ed andar<br />
via. Mi chiese il motivo della mia presenza in quel luogo, dove abitavo, e qualche<br />
altra domanda <strong>di</strong> circostanza. Risposi che avevo scritto un racconto, che era piaciuto<br />
alla giuria. Per tale motivo mi era stato assegnato il terzo premio. Parve incuriosito<br />
dai miei interessi letterari. Allora mi parlò un po' <strong>di</strong> sé: era un ferroviere in pensione,<br />
si era interessato <strong>di</strong> politica e <strong>di</strong> sindacato, ed aveva sempre coltivato un forte<br />
interesse per la pittura ed anche per la scrittura. Anzi, aveva scritto e pubblicato un<br />
libro autobiografico quando in tempo <strong>di</strong> guerra aveva partecipato alla Resistenza.<br />
Poi mi rivolse una domanda che mi aspettavo: - Quando parlavo esprimendo le mie<br />
idee sulla religione e sulla politica, sei sempre stato zitto: non assentivi, né<br />
<strong>di</strong>ssentivi. - Mi stava provocando. - Sulla fede ho altre convinzioni, non sono<br />
d'accordo con te - gli risposi. Mostrò un accenno <strong>di</strong> sorriso. Continuai: - la fede<br />
porta gioia, dà significato all'esistenza, senza <strong>di</strong> essa non si vive bene -. Ora Valerio si<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
fece serio e fissò il suo sguardo intenso su <strong>di</strong> me. - Forse ai ragione- ebbe la forza <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>rmi sottovoce - Sai, io sono ormai anziano, certe volte penso al destino che mi<br />
aspetta. Se c'è Dio io andrò certamente all'inferno, perché ho sempre vissuto<br />
pensando che non esistesse. Io non vado mai in chiesa, non ho mai conosciuto Dio,<br />
forse non mi merito niente - concluse sconsolato. Ero esterrefatto, non credevo ai<br />
miei orecchi. E subito ebbi la forza <strong>di</strong> rispondergli: - macchè, Dio è paterno,<br />
misericor<strong>di</strong>oso, sopratutto sa' leggere nel cuore degli uomini, e riconosce senza<br />
sforzo i nostri sentimenti. Come un buon padre non fa' <strong>di</strong>stinzioni, siamo tutte sue<br />
creature, stai tranquillo se sei onesto e sincero. Anzi, stasera prima <strong>di</strong><br />
addormentarmi ti ricorderò volentieri nelle mie preghiere. - Mi fissò come se avessi<br />
pronunciato qualcosa che non si aspettava <strong>di</strong> u<strong>di</strong>re, a cui, forse, non sapeva cosa<br />
rispondere. Riprendemmo a mangiare in silenzio. Poi continuò: - Sono quasi<br />
commosso, questo non me l'aspettavo. Però sono contento che tu lo faccia. fallo! Io<br />
non so pregare. Mi parlò con orgoglio dei suoi quadri. Dipingeva sopratutto case,<br />
casolari, alberi, monti, paesaggi solari, luminosi. Decidemmo <strong>di</strong> rivederci, per<br />
approfon<strong>di</strong>re, per parlare ancora, per riprendere il <strong>di</strong>scorso. Ne valeva la pena.<br />
Voleva regalarmi il suo libro in cui narrava le proprie esperienze <strong>di</strong> guerra, e farmi<br />
vedere i suoi quadri. Non fu possibile per varie ragioni rivederci. Ma spesso il mio<br />
pensiero è rivolto a Valerio, pensandolo felice, lui che amava <strong>di</strong>pingere le case,<br />
accolto con amore nella grande, immensa, Casa <strong>di</strong> Dio da cui si osservano orizzonti<br />
infiniti.<br />
Andrea <strong>San</strong>tini - Firenze<br />
La metamorfosi del tempo<br />
“Ho visto cieli colorarsi <strong>di</strong> albe meravigliose, ho visto e poi mi sono messa ad<br />
aspettare che tutto si facesse Luce su tutte le cose del creato. Ho solamente<br />
sconfinato su quelle pagine della vita, senza arrendermi, perché sapevo che dall’Alto<br />
una <strong>di</strong>mora mi stava coprendo l’anima con ogni attenzione.<br />
E’ questa metamorfosi del tempo che non fa a volte gustare il proseguire <strong>di</strong> un<br />
momento, ma poi se segui il cuore, sai che un secondo, è chiamato la tua eternità se<br />
lo apri alla Mano Paterna.<br />
Siamo sempre in cerca <strong>di</strong> una destinazione, ma dobbiamo sempre commettere il<br />
miracolo dell’amore in noi, ho visto che qualcuno si è arreso, ho visto che qualcuno<br />
ha pianto, ma mai così io mi sono sentita, ma mai così, io sono viva, viva.<br />
Segnano una fine, ma io <strong>di</strong>rei l’inizio, <strong>di</strong>cono tutto finirà, ma io <strong>di</strong>rei sarà tutto<br />
nuovo, ci ricorderemo <strong>delle</strong> nostre mani unite, ci affacceremo da una finestra e<br />
guarderemo la dolcezza dei volti riflessi in una fede che ha superato ogni tempo.<br />
Saremo soltanto parole che si intersecheranno, saremo pellegrini ancora, saremo<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
occhi e orecchi e tutto quello che vedremo e ascolteremo sarà chiamato l’Immenso<br />
Amore.”<br />
Valentina Guiducci - Arezzo<br />
Quando ero bambina,i miei genitori hanno deciso <strong>di</strong> costruire una casa per la<br />
famiglia, una nuova casa , piu' grande , piu' bella e spaziosa. Io ero poco piu' che una<br />
bambina e sognavo come doveva essere questa nuova casa, magari a due piani con<br />
gran<strong>di</strong> terrazze, e mentre la costruivano siamo andati a vederla tappa per tappa,<br />
non abbiamo perso un solo passo ,tanto grande era la nostra speranza che avevamo<br />
riposto in questa nuova casa.<br />
Poi da grande, leggendo il vangelo, c'è stato ''UNO'' che ci ha detto '''vado a<br />
preparar un posto per voi in cielo'''. e questo mi ha fatto riflettere molto perchè non<br />
c'entrava niente con la casa che avevamo costruito tanti anni prima con i miei cari<br />
qui sulla terra......perchè questa casa che GESU ci prepara in cielo è tutta particolare,<br />
gia' che Lui la prepara secondo quello che noi gli inviamo da quaggiù e cioè, sara'<br />
quin<strong>di</strong> il riflesso <strong>di</strong> nostra vita terrena. È un' altro modo per spiegare il trattamento<br />
che riceveremo in cielo. Sappiamo per fede, che tutti quelli che muoiono in stato <strong>di</strong><br />
grazia si salveranno. Però tutti avremmo vissuto la nostra vita in maniera <strong>di</strong>versa.<br />
Allora la nostra casa in cielo la dobbiamo cominciare a costruire da noi con nostri<br />
mezzi, ognuno coi propri. E quali sono questi mezzi? è molto semplice,per<br />
esempio,se tu desideri una casa bella robusta con dei materiali pregiati,devi<br />
sceglierli tu ed inviarli a Gesù.<br />
Se la tua casa la desideri ben robusta devi mettere Dio al primo posto, cosi sara'<br />
stabile come una Roccia. Se desideri una casa grande , devi viverla con grandezza e<br />
con generosità, cosi farai felice Dio. Desideri una casa calda e accogliente? devi<br />
comportarti con bontà e cor<strong>di</strong>alità verso il prossimo.<br />
Se desideri una casa con grande finestre dove entri tanta luce e dove si veda bene<br />
tutta la bellezza del Para<strong>di</strong>so, allora devi coltivare l'onestà, la trasparenza, la giustizia<br />
qui sulla terra. Desideri una casa con gran<strong>di</strong> arma<strong>di</strong> pieni <strong>di</strong> bei capi? allora devi<br />
essere generoso con i poveri qui sulla terra, e donare a quelli che hanno più bisogno.<br />
Hai il desiderio <strong>di</strong> una casa pulita in cielo allora coltiva la purezza dei tuoi occhi <strong>delle</strong><br />
tue mani e del tuo cuore qui sulla Terra. Desideri una casa con il servizio degli<br />
angeli? devi essere un angelo per gli altri qui sulla Terra servendoli con tanta<br />
generosità0e amore, senza chiedere niente in cambio.... Costruire una casa in Cielo,<br />
significa pensare che giorno dopo giorno Gesù ci sta costruendo una casa a nostra<br />
misura con i materiali che noi le stiamo inviando da quando siamo nati a quando<br />
dovremmo lasciare questo mondo.... per questo è importante costruire giorno dopo<br />
giorno e sentir vicino Gesu' e Maria <strong>San</strong>tissima che ci invita a percorrere il cammino<br />
verso Suo Figlio Gesù.<br />
Gilda Novellino – Castel <strong>San</strong> Niccolò (AR)<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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DAL SANTUARIO VEDO LA MIA CASA<br />
Non mi sono mai chiesta “dove” starò nell’al <strong>di</strong> là. Sono consapevole che <strong>di</strong> là non<br />
esiste un corpo fisico, perciò l’idea <strong>di</strong> abito, scarpe, cibo, casa, sono lontani dal mio<br />
pensiero <strong>di</strong> un prossimo passaggio futuro. Negli scontri della vita con la salute, gli<br />
eventi luttuosi, gli sbalzi economici, la casa terrena mi è sempre parsa<br />
fondamentale. Dà il senso <strong>delle</strong> ra<strong>di</strong>ci, della soli<strong>di</strong>tà e la serenità dei ritorni<br />
quoti<strong>di</strong>ani in famiglia. Non so immaginare cosa si possa provare per i crolli <strong>delle</strong><br />
case, per le guerre, per i terremoti, per gli sfratti. Sono stata molto fortunata nella<br />
vita, con un tetto che sempre mi ha riparata. Osservo con <strong>di</strong>stacco le baracche dei<br />
senza tetto, non per <strong>di</strong>sprezzo, ma per ignoranza, perché nemmeno riesco a pensare<br />
come ci si possa vivere. A volte invi<strong>di</strong>o i popoli dell’Africa che con pochi legni e<br />
paglia sanno vivere e non si lamentano. Gli esquimesi, poi, mi hanno sempre stupita;<br />
non capisco come si possa stare al caldo in un igloo <strong>di</strong> ghiaccio!<br />
La casa è importante per l’essere umano, come il guscio per la chiocciola, come per<br />
tutti quegli animali che se la costruiscono, perfino per le formiche che con grande<br />
maestria lavorano incessantemente per creare nuovi locali, corridoi, torri, porte e<br />
portoni.<br />
Quando, prematuramente, morì mia madre, non si trovavano loculi liberi, nel<br />
piccolo cimitero del suo paese. Un parente, gentilmente, ce ne offrì uno vuoto nella<br />
sua cappella, in via provvisoria. Mio padre acconsentì, nella <strong>di</strong>sperazione del<br />
momento, ma per due mesi non ci dormiva la notte e si aggirava come un fantasma<br />
<strong>di</strong>cendo a noi, stupiti per quella sua inquietu<strong>di</strong>ne: “L’ho sempre fatta vivere in casa<br />
sua e ora dorme in casa <strong>di</strong> altri!” Questo suo angosciante pensiero fu sistemato non<br />
appena si liberò uno spazio e così tutti ritrovammo quella specie <strong>di</strong> pace dolorosa<br />
che cala sulle famiglie dopo un lutto.<br />
Per mio padre la casa era la certezza, la soli<strong>di</strong>tà economica e si lamentava che nella<br />
nostra grande casa ci viveva poca gente. La sua ambizione era sempre stata la<br />
famiglia numerosa, le stanze ridenti <strong>di</strong> bambini e il chiacchiericcio degli anziani,<br />
proprio come nelle corti <strong>di</strong> un tempo.<br />
Ma per assurdo, quando cominciò a capire <strong>di</strong> essere vicino alla sua fine, ci informò <strong>di</strong><br />
non preoccuparci <strong>di</strong> dove lo avremmo messo. Una volta trapassato, nei suoi<br />
concetti, la casa non serviva più e nemmeno il loculo, la tomba o altro che onorasse i<br />
resti del corpo. Mio padre aveva fede, anche se era stata minata dalla per<strong>di</strong>ta della<br />
moglie in giovane età. Lui era un devoto silenzioso e <strong>di</strong> sicuro aveva ormai maturato<br />
la consapevolezza <strong>di</strong> un’altra <strong>di</strong>mensione, dove la casa era sì, una certezza, ma in<br />
forma <strong>di</strong>versa, e che sarebbe stata approntata apposta per lui, anche se, come tutti<br />
noi, non sapeva immaginarsela.<br />
Però mi aveva insegnato a rispettare anche gli altri nel loro desiderio <strong>di</strong><br />
conservazione del corpo mortale, in tutti quei cimiteri che coprono la nostra terra:<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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tante casette volute dall’uomo con l’illusione <strong>di</strong> programmare una, seppur minima,<br />
immortalità. Non sono i morti che hanno bisogno <strong>di</strong> quelle “case”, mi <strong>di</strong>ceva, ma i<br />
vivi, alla ricerca della consolazione.<br />
Nemmeno ora ci penso, alla possibile casa che troverò in cielo. Sento la mia dualità<br />
come qualcosa <strong>di</strong> certo e aspetto con serenità il <strong>di</strong>stacco per “volare” alla ricerca <strong>di</strong><br />
un luogo confacente al nuovo stato. Sarà una casa? Non mi è dato sapere, ma<br />
scrivendo queste righe, ho voluto provare a pensarci. Non potendo guardare<br />
dall’alto, ho pensato <strong>di</strong> trovare un luogo per poter guardare in basso da una<br />
prospettiva <strong>di</strong>versa, alla ricerca dell’attuale casa, quella in cui adagio il corpo<br />
mortale ogni giorno e nella quale passo ore e ore della giornata a ripetere gli stessi<br />
gesti <strong>di</strong> mamma e moglie. Così sono salita, come faccio spesso recitando un rosario,<br />
inerpicandomi sui circa 300 scalini del <strong>San</strong>tuario <strong>di</strong> Nostra Signora del Bosco, proprio<br />
<strong>di</strong> fronte a casa.<br />
Un luogo magico dove trovo pace e serenità e a volte anche una parola <strong>di</strong> conforto<br />
da qualcuno dei sacerdoti che vivono qui.<br />
Il <strong>San</strong>tuario domina la valle dell’Adda e mentre si sale, dopo le prime due lunghe<br />
rampe <strong>di</strong> scale acciottolate, si intravede la Valcava, il Resegone e il fiume che scorre<br />
lento nel letto seminascosto dagli alberi. Sulle rive, <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là, case, condomini,<br />
capannoni, chiese e alla mia sinistra, la chiesa romanica <strong>di</strong> Arlate, la mia parrocchia .<br />
Allontanando lo sguardo si possono scorgere tanti paesini sparsi qua e là sui monti,<br />
tutti col loro campanile ben in vista. E poi laggiù, la mia casa, un po’ nascosta dai<br />
platani che si ergono superbi dalle rive del torrente che la delimita e che si unisce<br />
all’Adda poco più avanti.<br />
È facile da quassù, pensare al cielo; incombe su <strong>di</strong> me con il suo azzurro intenso<br />
tipico del mese <strong>di</strong> settembre. Non si suda più, le giornate si sono accorciate e l’aria<br />
frizzante ristora.<br />
C’è un bar, vicino al <strong>San</strong>tuario, con una bella terrazza affacciata sul panorama e così,<br />
pensando al cielo, sorseggio un caffè e guardo laggiù, il tetto <strong>di</strong> questa casa.<br />
Sono in transito, lo so, ma se qui ho dovuto faticare per quella casa che appare e<br />
scompare tra le fronde mosse da un leggero vento, quando sarò lassù non avrò<br />
bisogno <strong>di</strong> pensare, troverò senza affanni né pretese la casa della mia misura, quella<br />
che sarà stata approntata per me e me sola. Non sarà <strong>di</strong> muri e nemmeno <strong>di</strong> legno,<br />
non avrà finestre e nemmeno scrivanie. Non so immaginare e lascio che questa<br />
brezza mattutina rinfreschi i miei pensieri e mi faccia socchiudere gli occhi per<br />
cercare <strong>di</strong> scorgere il Volto <strong>di</strong>vino in ogni spazio e in ogni tempo <strong>di</strong> questa mia<br />
giornata.<br />
Franca Oberti - – Arlate <strong>di</strong> Calco (Lc)<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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COSE DELL’ALTRO MONDO<br />
Adesso Pippo aveva finalmente capito. Quand’era <strong>di</strong> questo mondo si era chiesto<br />
tante volte, senza farsene mai una ragione, come mai e perché i due mon<strong>di</strong>, quello<br />
<strong>di</strong> qua e quello dell’al<strong>di</strong>là, fossero separati ed incomunicabili.<br />
Si era addormentato, quella notte, come sempre, fantasticando sui mon<strong>di</strong> del<br />
passato, convinto che da qualche parte dovessero esserci quegli antichi romani che<br />
ammirava tanto, o gli eroi <strong>di</strong> Omero che tanto lo entusiasmavano leggendo le sue<br />
<strong>opere</strong>; o ancora i suoi antichi antenati sar<strong>di</strong> e siciliani, che gli apparivano nei vari<br />
costumi d’epoca, in un’infinitamente lunga processione <strong>di</strong> oranti in cammino; i<br />
conquistadores spagnoli, che cavalcavano come dei celesti davanti a folle immense<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>os vocianti. Ed ogni notte era un viaggio <strong>di</strong>verso nell’immaginario del suo<br />
fantastico mondo interiore.<br />
Sorrise il ragazzo, ma in un modo <strong>di</strong>verso da quello che appariva sulla foto della<br />
tomba dove sua mamma non faceva mancare mai i fiori freschi.<br />
Sua mamma! Che sensazione, sfiorarle i capelli, appena spruzzati <strong>di</strong> grigio, sotto le<br />
sembianze impalpabili <strong>di</strong> un refolo <strong>di</strong> vento! Certo la mamma non poteva capire che<br />
quello scompiglio improvviso <strong>di</strong> capelli o quel prurito fugace alla guancia o lo<br />
sventolio rapido del soprabito erano sempre carezze del suo piccolo Pippo!<br />
Ma forse era meglio così. Se l’avesse immaginato appena si sarebbe certo<br />
spaventata. Meno male che il Buon Dio non aveva reso possibile il contatto<br />
materiale tra i due mon<strong>di</strong>, anche se in fondo, Pippo non era poi così convinto che<br />
sua mamma non lo sentisse a fianco a sé.<br />
Se avesse potuto parlarle le avrebbe detto che i mon<strong>di</strong> antichi, tanto da lui bramati<br />
notte e giorno, erano lì, negli stessi posti dove i viventi del mondo terreno vivono.<br />
Era sufficiente, per visualizzare attorno al Colosseo gli antichi abitanti, allontanarsi<br />
con la velocità della luce ed arrestarsi ad un certo momento, per vedere l’arena<br />
affollata <strong>di</strong> fiere e gla<strong>di</strong>atori, <strong>di</strong> senatori ; e le antiche strade percorse dai pesanti<br />
calzari dei soldati romani armati <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> e <strong>di</strong> lance; i mercanti, gli osti e le prostitute;<br />
e le ilari comme<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Plauto che tanto lo facevano <strong>di</strong>vertire sui banchi del liceo:<br />
tutto era lì, come se duemila anni non fossero mai passati. E nel gau<strong>di</strong>o eterno, con<br />
Gesù, Giuseppe e Maria, i santi, gli angeli e gli spiriti immortali <strong>di</strong> Dante, <strong>di</strong> Leopar<strong>di</strong>,<br />
Shakespeare, Holderlin, cantava ora anche Pippo le lo<strong>di</strong> alla grandezza infinita <strong>di</strong> Dio.<br />
Come poteva ora il suo spirito giubilante, spiegare ai mortali che il tempo che si vive<br />
non è altro che un piccolo segmento spazio-temporale, integrato in una curva<br />
geometrica infinita che si evolve senza soluzione <strong>di</strong> continuità dalla notte immemore<br />
dei tempi? E ancora prima, come contattare con degli spiriti prigionieri della forma<br />
materiale del proprio corpo putrescibile, e soprattutto, schiavi dei propri pregiu<strong>di</strong>zi<br />
razionali? Bene aveva fatto dunque Dio a rendere incomunicabili i due mon<strong>di</strong>. Ed<br />
egli avrebbe atteso nell’Universo infinito il ricongiungimento con sua madre e con le<br />
altre anime più can<strong>di</strong>de del mondo! Ignazio Salvatore Basile - Cagliari<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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LA MIA CASA IN CIELO<br />
Anche per i suoi tempi, mio padre era considerato un uomo all’antica.<br />
Con il latte materno aveva ricevuto timor <strong>di</strong> Dio, solida fede e sani principi religiosi<br />
trasferiti, a sua volta, nell’educazione familiare.<br />
Ricordava che la mamma ripeteva spesso: ”Siamo spiriti creati in cielo, in Para<strong>di</strong>so,<br />
da dove, chiamati da un atto d’amore, abbiamo assunto in terra sembianze umane,<br />
dando così corso alla vita, al termine della quale torneremo in ispirito nell’eterna<br />
<strong>di</strong>mora del cielo.”<br />
Un’impronta che mio padre si portò nel corso degli anni e ne fece norma <strong>di</strong> vita.<br />
Quando gli fu proposto <strong>di</strong> costruire una casa anche in montagna per alternare il<br />
soggiorno in città, si rifiutò facendo presente che una decorosa <strong>di</strong>mora l’aveva<br />
costruita e che un’altra casa, non so come, l’avrebbe e<strong>di</strong>ficata in cielo,<br />
Ero troppo giovane e ingenuo per comprendere il significato <strong>di</strong> “costruire una casa<br />
in cielo”, ma con l’età matura e le tante esperienze, tornarono in mente le parole <strong>di</strong><br />
mio padre e d’improvviso ne compresi il profondo valore.<br />
La vita è una breve parentesi, torneremo anime in cielo da dove siamo venuti e<br />
quella sarà la <strong>di</strong>mora per l’eternità.<br />
Smarrito nel profondo, spesso mi chiedevo: “Come costruire una <strong>di</strong>mora in cielo?”<br />
Infine mi resi conto che, <strong>di</strong>etro la trasposizione simbolica della immagine, erano<br />
presenti i principi evangelici <strong>di</strong> fratellanza, compresi che servirà compiere in vita<br />
attività umane meritevoli come <strong>opere</strong> <strong>di</strong> carità, <strong>di</strong> altruismo, bisognerà pre<strong>di</strong>sporre,<br />
così, un curriculum vitae <strong>di</strong> comprensione, una fe<strong>di</strong>na morale immacolata, una<br />
can<strong>di</strong>da veste battesimale, un’intera vita orientata all’amore del prossimo, alla<br />
tolleranza, ai valori dello spirito, alle iniziative <strong>di</strong> solidarietà, alla benevolenza, alla<br />
sincera affettuosità, essere anime bianche che <strong>di</strong> nulla si sono macchiate, insomma<br />
pre<strong>di</strong>sporre un valido lasciapassare per il cielo e ottenere l’assegnazione della<br />
nuvola dove e<strong>di</strong>ficare la casa dell’eternità, accanto alla <strong>di</strong>mora degli Angeli.<br />
Non serviranno muratori, idraulici, elettricisti né le tante umane zavorre, la casa non<br />
avrà porte, né finestre, solo uno spazioso salone per ricevere anime <strong>di</strong> amici,<br />
parenti, conoscenti,. un enorme salone con pareti trasparenti per avere luce e<br />
visione continua del Creatore.<br />
Nella casa avranno <strong>di</strong>mora stabile i Serafini, le anime dei Beati, dei <strong>San</strong>ti, ci sarà un<br />
trono <strong>di</strong> raggi <strong>di</strong> sole destinato al Nazzareno ed altri scanni luminosi <strong>di</strong> aurore per le<br />
persone assunte in cielo anima e corpo, la Vergine Madre, il Figlio Gesù, il profeta<br />
Elia,<br />
Nella Casa dell’Eternità in cielo, gli spiriti non avranno bisogno <strong>di</strong> orecchie per<br />
ascoltare il canto dei Cherubini né <strong>di</strong> ali per volteggiare con gli Angeli e le anime<br />
beate negli sconfinati spazi dell’Essenza Divina.<br />
Niccolo’ <strong>San</strong>acori – Monterotondo (RM)<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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AUGURI DI LUCE<br />
Gli antichi ebrei trassero i Talenti umani dal libro della LUCE.<br />
A mani giunte, inchinandosi leggermente, molti bud<strong>di</strong>sti si augurano il buon giorno<br />
con la parola musicale”NAMASTE” SALUTO LA LUCE DIVINA CHE E’IN TE.<br />
GESU’ RISORTO DISSE: SIATE PARTICELLE DI LUCE NEL MONDO.<br />
Si sa, anche confermato da vari me<strong>di</strong>ci tra cui la dottoressa Kubler Ross , in uno dei<br />
suoi libri “La morte è <strong>di</strong> vitale importanza – Riflessioni sul passaggio dalla vita dopo<br />
la morte” - E<strong>di</strong>zione Armenia - per testimonianze <strong>di</strong>rette, che quando una persona<br />
<strong>di</strong> qualsiasi età muore e poi dopo breve tempo torna in vita, racconta <strong>delle</strong> creature<br />
care che l’avevano accolta in una atmosfera <strong>di</strong> LUCE e da loro era stata invitata a<br />
testimoniare la pace, la gioia, l’amore . . . da trasmettere da generazione a<br />
generazione non per creare un inferno ma UN PRINCIPIO DI PARADISO IN TERRA!<br />
Perché ciò avvenga bisogna permettere, prima a noi adulti, contemporaneamente<br />
ai bimbi e ai giovani che le emozioni negative vengano gestite in solidarietà<br />
benefica da “AD-GREDI” ANDARE INCONTRO, non contro, quanto capita invece con i<br />
sentimenti negativi non controllati che degenerano, appunto, in senso <strong>di</strong>struttivo<br />
verso se stessi e gli altri.<br />
Era stato questo anche il programma <strong>di</strong> N. Mandela con<strong>di</strong>videndo pensieri ed<br />
azioni positive, il tutto racchiuso in una parola locale:”UBUNTU” che significa<br />
“come posso migliorare la situazione intorno a me?” per creare un PO’ DI PARADISO<br />
IN TERRA IN ATTESA DELL’ALTRO!<br />
C’è un aneddoto che sicuramente ha del vero :”Un etnologo mise un cesto <strong>di</strong> frutta<br />
ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> un albero ed invitò un gruppetto <strong>di</strong> bambini Africani ad una gara, il<br />
primo che arrivava si sarebbe aggiu<strong>di</strong>cato il cesto. I bimbi si guardarono e si dettero<br />
la mano, così uniti e sorridenti si avvicinarono all’albero e, arrivati, fecero un<br />
cerchio cantando in girotondo . . . Allora l’etnologo chiese perché non avessero<br />
fatto la gara. I bimbi in coro risposero “UBUNTU” ( il premio lo <strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo tra noi!)<br />
E’ evidente che questo programma vada maggiormente <strong>di</strong>vulgato anche in Sud<br />
Africa dove il <strong>di</strong>vario tra ricchezza estrema <strong>di</strong> alcuni in<strong>di</strong>geni e l’estrema povertà <strong>di</strong><br />
altri. è ancora alquanto accentuato, (non conoscono ancora i Talenti <strong>di</strong> Luce) che<br />
però esistono, perché l’orchestra sinfonica multietnica <strong>di</strong> Durbans, nel suo<br />
programma, oltre ai concerti serali a pagamento, suona gratis nel villaggi Africani,<br />
nei giar<strong>di</strong>ni pubblici, nonché, a volte ridotta, nelle scuole,, nei pensionati per anziani<br />
e nei supermercati, all’ora <strong>di</strong> pranzo, nella pausa del personale.<br />
Un augurio del Pontefice, inoltre, è rivolto a ognuno <strong>di</strong> noi perché sappia portare un<br />
po’ <strong>di</strong> luce negli ambienti in cui vive, in famiglia, al lavoro, nel quartiere, nei paesi,<br />
nelle città<br />
”Ogni uomo deve essere una luce per chi gli sta accanto, uscire dall’egoismo che<br />
spesso chiude il cuore e spinge a pensare solo a se stessi, donando un po’ <strong>di</strong><br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
attenzione all’altro, un po’ d’amore. E sono proprio la bontà e l’amore”, ha concluso<br />
il <strong>San</strong>to Padre, “che risiedono in ogni piccolo gesto, ad avere il potere <strong>di</strong> illuminare<br />
l’oscurità della notte, anche quella più buia”.<br />
Estella Tomaselli <strong>San</strong>acori - Monterotondo (RM)<br />
LA FESTA DELL’ASSUNTA<br />
15 agosto: festa dell’Assunta. Non è da molto tempo che è stata proclamata<br />
l’Assunzione come verità <strong>di</strong> fede: dal 1 novembre 1950 da papa Pio XII.<br />
Festa importante per la Chiesa, la dormizione <strong>di</strong> Maria. Invio quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi sms con<br />
l’augurio <strong>di</strong> ‘buona festa dell’Assunta’ (come si fa a Natale o per Pasqua) a vari amici.<br />
Una, ironicamente, mi risponde: “Pensavo che oggi fosse Ferragosto …”<br />
An<strong>di</strong>amo a messa, io e mio marito, su al santuario <strong>di</strong> S.Maria <strong>delle</strong> Grazie a<br />
Montenero, frazione <strong>di</strong> Livorno. Lei è la patrona della Toscana e mi sembra giusto<br />
festeggiarla così, in questo giorno, partecipando alla messa nel santuario più<br />
importante <strong>di</strong> tutta la regione. Madonna dal volto scuro, venuta chissà da dove e<br />
portata chissà da chi, forse un naufragio <strong>di</strong> una nave vicino alla riva. Questo quadro<br />
un po’ orientaleggiante della Madonna, con il Bambino in un braccio e un uccellino<br />
appoggiato sull’altro, è arrivato in cima a questa collina, buia <strong>di</strong> lecci (all’epoca) e<br />
poco sicura, sulle spalle <strong>di</strong> un conta<strong>di</strong>no che l’aveva trovato. Ora sulla cima della<br />
collina sorge un grande santuario e i corridoi intorno alla chiesa sono stracarichi <strong>di</strong><br />
ex voto, da quelli antichi, vere e proprie <strong>opere</strong> d’arte o <strong>di</strong> fattura artigianale che<br />
rappresentano la grazia richiesta ed esau<strong>di</strong>ta dalla Vergine Maria, a quelli<br />
contemporanei che consistono in un semplice cuore d’argento ma sono egualmente<br />
segno <strong>di</strong> un ringraziamento, <strong>di</strong> una devozione grande alla nostra Mamma del cielo.<br />
C’è perfino l’abitino orientale <strong>di</strong> una bimba che era stata rapita dai predoni e che i<br />
familiari avevano avuto la grazia <strong>di</strong> potere riavere libera.<br />
La messa <strong>delle</strong> 11 si svolge con una relativa calma. La chiesa era strapiena l’ora<br />
precedente, quella della messa ‘parrocchiale’. Ora c’è un po’ meno folla, anche se le<br />
panche sono comunque tutte occupate. Arriva il momento della comunione e io, che<br />
sono nei primi posti, vedo sfilare davanti a me tutti i fedeli presenti e resto colpita:<br />
un ragazzo in carrozzina accompagnato da un suo coetaneo, donne e uomini con i<br />
postumi <strong>di</strong> ictus che si appoggiano al braccio <strong>di</strong> un figlio o una figlia, una signora con<br />
le gambe gonfie gonfie e doloranti che avanza comunque verso il sacerdote che<br />
<strong>di</strong>stribuisce l’Eucarestia, gente anziana che non è più in grado <strong>di</strong> camminare da sola<br />
sostenuta da altri ma presente a questa messa speciale <strong>di</strong> metà agosto.<br />
Non mi ero resa conto prima della presenza <strong>di</strong> questa sofferenza accanto a me, ma<br />
insieme alla sofferenza, alla malattia, al dolore, alla prova, c’è la fede, c’è<br />
l’affidamento a Colei che prima <strong>di</strong> noi soffrì e fu addolorata, ma che dal cielo<br />
continua ad esserci vicino, che non ci abbandona, che ci vuole aiutare affinché un<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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giorno anche noi abbiamo a godere della felicità eterna, nella casa <strong>di</strong> Dio nostro<br />
Padre.<br />
“Non ti prometto la felicità in questo mondo” <strong>di</strong>sse Maria a Bernadette, “ma<br />
nell’altro”.<br />
Fa’ o Madre <strong>San</strong>ta che sia così anche per noi. Amen.<br />
Gigliola Franceschi - Milano<br />
Caro babbo,<br />
sono passati quasi quattro anni da quando la mattina del 26 <strong>di</strong>cembre, dopo avermi<br />
salutato con la tua solita allegria, hai lasciato la casa terrena per raggiungere quella<br />
in Cielo. Pensa che in mezzo al trambusto <strong>di</strong> quei momenti Francesco, pur avendo<br />
solo due anni, si mise a sedere sul <strong>di</strong>vano e <strong>di</strong>sse: - “Il nonno è andato in cielo, è<br />
<strong>di</strong>ventato una stellina”; e cre<strong>di</strong> non passa giorno che tutte le volte che osserva il<br />
cielo e vede una stella che brilla più <strong>delle</strong> altre, ti manda un saluto! Quanta tristezza<br />
e quanto dolore, ma anche quanta serenità, perché ho avuto la grazia <strong>di</strong> passare le<br />
vacanze <strong>di</strong> Natale con te e la certezza che era quello che avevi sempre voluto. Sono<br />
sicura che sei lassù, hai ritrovato i tuoi genitori, i tuoi fratelli e gli amici e che ci<br />
guar<strong>di</strong> e proteggi. Sei il mio angelo custode! Ringrazio sempre il Signore, perché<br />
potevi aver raggiunto la sua Casa già tanti anni fa, quando ero ancora una bambina e<br />
invece ti ha lasciato con noi per vedere Luca e me <strong>di</strong>ventare gran<strong>di</strong>, prendere le<br />
nostre strade e goderti pure i nipoti. Probabilmente la tua unica preoccupazione è<br />
l’avere lasciato tua moglie da sola per la prima volta dopo cinquant’anni <strong>di</strong> vita<br />
matrimoniale, ma il Signore quel giorno aveva bisogno <strong>di</strong> te e sono sicura che anche<br />
la nascita <strong>di</strong> Francesco in età avanzata sia stato un Suo dono per farci sentire meno il<br />
vuoto che avresti lasciato.<br />
Veglia sempre su <strong>di</strong> noi e guidaci nella scelta della strada giusta da seguire. Ti voglio<br />
tanto bene.<br />
Serena Ongaro – Castel <strong>San</strong> Niccolò (AR)<br />
LA CASA NEI CIELI SIAMO NOI<br />
(N.B. Ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente occasionale)<br />
Andrea si fermò davanti al manifesto e gli si infiammò subito il cuore.<br />
In quell'uggiosa mattina d'inizio ottobre era stato assassinato un grande uomo.<br />
Un me<strong>di</strong>co moriva in quella sperduta località dell'America Latina, non esercitando la sua<br />
professione, a causa magari <strong>di</strong> qualche malattia o morbo contratto.<br />
Avrebbe salvato un <strong>di</strong>sperato, arguiva Andrea, poi ne sarebbero morti altri cento, non solo<br />
per epatite, <strong>di</strong>ssenteria o malaria. Piuttosto per denutrizione, mancanza <strong>di</strong> alloggio,<br />
l'arroganza <strong>di</strong> un potere inumano. Quel potere che non tollerava chi avesse imbracciato il<br />
mitra della rivolta. Allora quel me<strong>di</strong>co l'aveva preso. Sarebbe stato <strong>di</strong>sposto ad uccidere,<br />
avrebbe sacrificato uno sfruttatore per salvare cento sfruttati. Il male minore per un bene<br />
maggiore!<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Tra<strong>di</strong>to da qualche compagno, era caduto in un'imboscata, torturato e giustiziato dopo la<br />
cattura. Aveva lasciato tutto alle spalle. Una donna, la fama, il denaro, il prestigio, l'essere<br />
ministro <strong>di</strong> una repubblica dove la rivoluzione aveva trionfato. Non gli era bastato! Gli era<br />
rimasta ancora sete, tanta e tale che le labbra, bevendo <strong>di</strong> tutto, non potevano render<br />
pace a tanta arsura.<br />
Aveva obliato una casa che sembrava perfetta. All'acqua che scorreva sotto le finestre del<br />
suo piccolo castello aveva preferito la benzina con cui riempire una bottiglia, accenderla,<br />
con l'ardore dell'inquieta passione e lanciarla contro l'ingiustizia che opprimeva i suoi<br />
simili. Andrea era <strong>di</strong> buona famiglia, come si <strong>di</strong>ceva, timorata <strong>di</strong> Dio, al suo esor<strong>di</strong>o <strong>di</strong> vita<br />
fuori le mura domestiche, a causa degli stu<strong>di</strong> superiori. Si stava innamorando <strong>di</strong> quel<br />
personaggio (o per lo meno della storia così ben ri-me<strong>di</strong>ata in sette righe <strong>di</strong> manifesto)<br />
Altri tempi, non così remoti, in cui anche solo uscire dopo cena era tutt'altro che scontato,<br />
anche per un maschietto adolescente, quasi impossibile ad un femminuccia.<br />
Tra fare il guerrigliero e fuggire <strong>di</strong> casa da un padre rigoroso, all'antica, una madre<br />
ossessiva e protettiva, si stava creando una specie <strong>di</strong> cortocircuito mentale. “Osare lottare,<br />
osare vincere! ” ripeteva dentro <strong>di</strong> sé, ricordando lo slogan rosso-spray sul muro<br />
dell'istituto.<br />
Quel rivoluzionario era davvero un mito. Si poteva e doveva imitare, fino alle estreme<br />
conseguenze. Educato cristianamente, non osava -almeno in cuor suo, <strong>di</strong>versamente <strong>di</strong><br />
quando era tra gli amici bestemmiatori- sminuire l'eroicità dell'uomo Gesù. Ma come<br />
<strong>di</strong>ceva frizzosamente quell'insegnante <strong>di</strong> storia, in fondo Cristo era anche Lui un<br />
rivoluzionario, mancato o non capito. Si dovevano rifiutare le interpretazioni del potere, lo<br />
stesso che Gesù aveva combattuto e che ora dopo duemila anni, usando il suo stesso<br />
nome, si ingrassava sulle spalle degli ultimi, ovvero ne copriva il malaffare.<br />
Amore a prima (s)vista per l'eroe <strong>di</strong> quel manifesto ed ora ... “via col vento” (della<br />
rivoluzione), contro il pusillanime via col venti, per arrivare in tempo alla prima lezione <strong>di</strong><br />
chimica.<br />
Qualche mese dopo quell'adesione affettiva aveva trovato giusto -all'insaputa dei suoi che<br />
lo sapevano a lezione- partecipare ad una manifestazione <strong>di</strong> studenti me<strong>di</strong> ed universitari.<br />
Giunsero dopo una rumorosa e pacifica marcia nella piazza S. Marco, antistante<br />
l'università. Ormai si stava sciogliendo l'assembramento che da molte migliaia s'era ridotto<br />
forse a duecento persone. Tutto tranquillo mentre con un suo compagno si<br />
incamminavano verso il bus del ritorno.<br />
Fu allora che vide una jeep uscire da una via interna, scendere tre uomini in <strong>di</strong>visa verdeoliva,<br />
con casco, scudo e manganello, venirgli minacciosi incontro. Lui riusciva a scappare e<br />
<strong>di</strong>stanziarli, solo perché Giulio, l'amico, malmesso ad una gamba, rotolava inerme a terra<br />
sotto il peso dello zaino. E lì veniva riempito <strong>di</strong> calci, botte, colpi <strong>di</strong> manganello, dati a<br />
casaccio, frammisto il tutto ad ingiurie irripetibili, da rissa tra bulletti <strong>di</strong> quartiere, offese<br />
pesanti ad una mamma che Giulio aveva perso da pochi mesi!<br />
Molti anni dopo Andrea, studente <strong>di</strong> filosofia, si trovò <strong>di</strong>etro le sbarre <strong>di</strong> una gabbia <strong>di</strong><br />
tribunale. Lo avevano fermato mentre davanti ad una fabbrica <strong>di</strong>stribuiva volantini che<br />
incitavano alla lotta violenta. Ma non fu quello a fargli avere cinque anni <strong>di</strong> carcere, ridotti<br />
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poi per buona condotta, piuttosto che l'amico Giulio, compagno <strong>di</strong> classe e <strong>di</strong> altre<br />
“avventure”, come si <strong>di</strong>ce in gergo, lo aveva messo in mezzo.<br />
Aveva confessato con candore, lui che non avrebbe detto ad un prete neanche il nome e<br />
cognome, che insieme ad altri avevano ideato e realizzata una rapina ad un ufficio postale<br />
del senese. Secondo chi interrogava... e chi rispondeva, affinandosi le versioni, il tutto<br />
compiuto da una banda che operava “per finanziarsi le campagne politiche, l'acquisto <strong>di</strong><br />
armi, affittare luoghi sicuri dove riunirsi, prepararsi clandestinamente alla lotta armata”.<br />
Ma Andrea, <strong>di</strong> simil vera o presunta attività dell'amico o d'altri, non sapeva nulla; per lui<br />
“violenza <strong>di</strong> classe” era un'idea, una pratica verbale, rimasta violenza in una sola classe,<br />
l'epica V^ C.<br />
Non aveva neppure visto mai un'arma da vicino. Eppure nella colluttazione con un<br />
carabiniere presente alla rapina, era partito un colpo contro il milite. Era caduto senza<br />
scampo, <strong>di</strong>sarmato, compiendo fedelmente il proprio dovere. Non certo quelli che si<br />
accaniscono contro un quin<strong>di</strong>cenne zoppo, come ricordava dei suoi colleghi. Tanto poco<br />
buoni servitori della legge quanto capaci <strong>di</strong> assecondare le proprie passioni e fobie.<br />
Ci sono <strong>di</strong>vise visibili che <strong>di</strong>vidono ed accecano, anche contro gli stessi ideali per cui si <strong>di</strong>ce<br />
<strong>di</strong> battersi ed altre uniformi, invisibili, trasparenti, che portano ad unificare la mente ed il<br />
cuore verso l'altro e l'Altro. Per Andrea quel militare era proprio un brav'uomo, non un<br />
quaquaraqua. La passione rivoluzionaria non gli aveva annebbiato la ragione, i buoni<br />
sentimenti. Ma la ragione, la passione e perfino gli eroismi, non bastano a spiegare tutto<br />
nella vita, quantomeno dove questa ci porta, se davvero ci deve condurre da qualche<br />
parte, non è solo tutto un caso. Ma forse né l'eroe fuori-legge, né il buon servitore <strong>di</strong> essa,<br />
spiegano questo «senso».<br />
Infiammano i cuori, e per quanto la fiamma sia sana, non torbida, al più alludono, senza<br />
raggiungerlo, senza conoscerlo ed assaporarlo, a quel qualcosa (o Qualcuno) -sopra ogni<br />
legge- che segretamente ispira l'uomo, finanche all'estremo sacrificio.<br />
Pensò a chi avesse scritto che se anche un uomo si desse fuoco per un ideale, se non è<br />
nell'Amore puro, è un “nulla”. Non si ricordava se era Omero o Gramsci, ma gli era<br />
piaciuta.<br />
Una cosa era più certa. Lui <strong>di</strong> quella rapina omicida non sapeva davvero nulla. Anzi stava<br />
male, si vergognava davanti ai visi bianchi e scavati dei familiari, presenti alle u<strong>di</strong>enze, e tra<br />
loro aveva riconosciuto perfino una sua amica <strong>di</strong> infanzia, non seppe se fidanzata o sorella<br />
del militare caduto. Chi lo aveva accusato però ne sapeva tantissimo, più dei fatti stessi.<br />
Aumentando intanto il numero <strong>di</strong> partecipanti e collaboratori “riconosciuti”: ogni nome<br />
qualche mese <strong>di</strong> sconto sulla pena. Si può essere ciechi e zoppi, miseri in saccoccia, ma il<br />
suo amico era stato solo un vile miserabile. Non basta ciò che patisce il corpo o l'anima per<br />
farti onesto e giusto, talvolta ti fa solo <strong>di</strong>ventare totalmente cieco davanti alla verità più<br />
elementare, ancor più zoppo sulla buona via da percorrere, la più dolorosa e faticosa.<br />
Uscito sconvolto da quella storia andò a trovare <strong>di</strong> lì a poco, un altro suo vecchio amico.<br />
Un tipo molto intelligente, posato, anche nella ribellione, il primo a consegnare i compiti in<br />
classe ad alzarsi nelle interrogazioni. Ma anche capace <strong>di</strong> taglienti battute contro<br />
l'arroganza, del preside, degli insegnanti come dei compagni. Verso la fine degli anni '70, si<br />
era ritirato dal giro <strong>di</strong> tutte le conoscenze comuni. Andrea si ricordava bene il nome,<br />
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Giuseppe, non più il cognome, perché erano soliti chiamarsi tutti per soprannome.<br />
Giuseppe era per tutti i' Geco, giacché gli piaceva restare la notte sotto un lampione da<br />
pochi watt, a bivaccare da solo sugli scalini <strong>di</strong> Piazza S. Croce. Appena qualcuno si<br />
avvicinava ed attaccava bottone, lui telava via. Si era fermato a vivere la sua solitu<strong>di</strong>ne in<br />
una zona aspra della montagna abruzzese.<br />
Quando si incontrarono fu un lungo abbraccio. Poi un imbarazzato e più lungo silenzio. Ad<br />
un certo punto Giuseppe, dopo aver offerto un caffè d'orzo, centellinate poche frasi,<br />
chiese all'amico <strong>di</strong> tornare un'altra volta. Disse che non si sentiva bene, doveva<br />
assolutamente restare solo. Si scusò, mortificandosi, ma nella dolcezza dei mo<strong>di</strong>, restò<br />
assolutamente irremovibile.<br />
Lo vide da lontano salutare con la mano destra, mentre nella sinistra srotolava una lunga<br />
corda fatta <strong>di</strong> tanti pallini neri. Ancora qualche decennio è passato perché Andrea l'antifamiglia<br />
mangiapreti, <strong>di</strong>venisse padre e sposo. I suoi figli non contestavano alzandosi alle<br />
cinque <strong>di</strong> mattina, per volantinare davanti alle fabbriche. Al posto <strong>di</strong> quei capannoni c'era<br />
un centro commerciale dove andavano a passare la domenica; neppure scendevano in<br />
piazza urlando la loro rabbia. Non scendevano proprio dal letto, almeno fino alle tre del<br />
pomeriggio, per urlare poi, fino a notte fonda, il loro volubile umore via internet.<br />
Andrea si è infine separato, proprio quando pensava <strong>di</strong> aver creato con fatica, insieme alla<br />
donna che un po' amava ed un po' o<strong>di</strong>ava, il luogo ed il tempo dove trovarsi un rifugio, un<br />
oasi, un punto fermo, mettere comunque fine alle scorribande trascorse.<br />
Serena, sua moglie, era scappata dopo un violento litigio, dove lui, maschietto prepotente,<br />
aveva avuto facilmente l'ignobile sopravvento. La donna aveva iniziato a frequentare un<br />
aitante geometra del comune, che teneva corsi yoga ed arti marziali, in una palestra<br />
privata, ben gestita da una florida associazione <strong>di</strong> benpensanti, tipi che scrutano le stelle<br />
per sapere dove comprar casa tra un anno, con chi sposarsi tra cinque... senza figli.<br />
Andrea per evitare una causa lunga e penosa si era tolto <strong>di</strong> casa. Gli aveva lasciato con<br />
quella, risparmi, auto, libri ed album <strong>di</strong> famiglia. Benché con red<strong>di</strong>to più modesto della<br />
consorte, faceva salti mortali per passare il mantenimento ai figli. Li teneva con sé senza<br />
formalizzarsi, a volte più <strong>di</strong> Serena, il che rendeva tragicomica la pretesa <strong>di</strong> un contributo<br />
monetario. Ma non voleva speculare sui figli, finché poteva avrebbe tirato a campare,<br />
forando un altro occhiello della cintura per stringerla <strong>di</strong> più.<br />
Anche sull'educazione <strong>di</strong> questi i litigi non erano mancati e continuavano a <strong>di</strong>stanza.<br />
Una guerra con qualche crisi violenta. Ma più dolorosa degli schiaffi è forse l'in<strong>di</strong>fferenza,<br />
la tensione continua, le frecciatine maligne verbali: la “guerra fredda”.<br />
La verità era che da anni avevano finito per ignorarsi, già nella stessa abitazione, perfino<br />
nello stesso letto. Si autogestivano ognuno, con arte ed ingegno, la “casa dei propri sogni”.<br />
Eppure quel matrimonio alla fine lo aveva voluto e pensato come unicum, un per sempre<br />
che andava sigillato, anche davanti a Dio ed alla comunità tutta. Ma può una “bene<strong>di</strong>zione”<br />
far <strong>di</strong>r bene al cuore che si chiude nell'arroganza, nell'arroccamento, nell'autosufficienza?<br />
Anche un dono, se non è ricevuto nell'amore, <strong>di</strong>venta un peso, infine una male<strong>di</strong>zione. Dio<br />
aveva fatto la Sua parte, si era donato a loro, come coppia e come singoli, Lui il Tesoro<br />
dove avrebbero potuto attingere.<br />
Non era stato così, altri erano i loro tesori e <strong>di</strong>etro ad essi i loro cuori <strong>di</strong> pietra.<br />
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Quell'ennesimo fallimento lo mise davvero spalle al muro, nella crisi più nera!<br />
Neppure il parroco don Abbon<strong>di</strong>no lo riuscì a consolare. Parlarono per cinque o forse otto<br />
minuti. Gli <strong>di</strong>sse il don, poche frasi, accennando <strong>di</strong> nullità del sacramento e della<br />
misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio verso le debolezze. Di non preoccuparsi troppo dell'inferno (!), <strong>di</strong><br />
vivere tranquillo e sereno. Lo consigliò anzi <strong>di</strong> rifarsi una vita, senza scordarsi <strong>di</strong> fare il<br />
padre. Di non cessare la presenza attiva per la comunità. Magari, senza pistole e bombe,<br />
per riprendere un po' <strong>di</strong> sana agitazione contro la chiusura del parco e la sorte del canile.<br />
Per andare la sera a portare un brodo caldo ai senza tetto <strong>di</strong> Via Vattelappesca.<br />
Perché tutti hanno i loro <strong>di</strong>ritti, ed anche le bestie e la natura soffrono; e citò una frase<br />
biblica su certe doglie da parto, che Andrea nella sua egocentrica sofferenza non capiva<br />
come inquadrare nel contesto.<br />
Eppure anche quella frase, e tutto il resto, tornò a suo tempo utile, scintille, frammenti <strong>di</strong><br />
verità. L'inferno non ci sarà, è vuoto! Pensava in cuor suo. Ok.! Ma Andrea ne assaggiava<br />
un po' ogni giorno. A colazione, pranzo, cena e perfino a metà notte.<br />
Che andasse per un mese <strong>di</strong>etro ad una ragazza libera, spensierata e trentenne, o con la<br />
vedova complessata ultra-cinquantenne; che restasse invece casto, facesse ogni giorno<br />
penitenze e rosari, che parlasse o tacesse, lavorasse o dormisse.... si sentiva all'inferno.<br />
Dentro bruciava -e fuori pure- <strong>di</strong> un fuoco che aveva creduto invano <strong>di</strong> addomesticare. Non<br />
c'era più amore per lui e né poteva pensare davvero <strong>di</strong> darne.<br />
In fondo aveva davvero creduto <strong>di</strong> donarsi una volta e per tutte a sua moglie, alla famiglia.<br />
Ora riusciva solo a gettare un po' d'acqua, a destra e manca, per non sentire cocenti i<br />
ritorni <strong>di</strong> fiamma, le vampe della rabbia, del rancore, del rimpianto, per qualcosa che il<br />
mondo illusoriamente fa credere, gli aveva tolto, che era ancora suo assoluto “<strong>di</strong>ritto”<br />
riavere.<br />
Fu una psicologa profana, rubando il mestiere ad altri preposti, che gli consigliò <strong>di</strong> iniziare<br />
davvero una Vita nuova per una Via antica, non più costruendo relazioni banali, fondate su<br />
cose transitorie, effimere, anche se molto appaganti, almeno lì per lì... e ben ricordava le<br />
sue parole: “Tocca anzitutto il fondo del cuore, fino a scendere nel tuo caos. Se riuscirai a<br />
far pulizia troverai da qualche parte ciò che cerchi, troverai celato da qualche parte un<br />
pezzo <strong>di</strong> Cielo”.<br />
Celato e cielo hanno evidente assonanza, se preferite, ra<strong>di</strong>ce o risonanza comune.<br />
La casa che Andrea avevo cercato più volte <strong>di</strong> costruire mancava sempre <strong>di</strong> qualcosa.<br />
L'aspirazione implicita era il cercare <strong>di</strong> costruire un pezzo <strong>di</strong> para<strong>di</strong>so, portare un<br />
frammento <strong>di</strong> cielo quaggiù, ovvero, dopo che aver rispolverata un po' <strong>di</strong> fede “fai da te”,<br />
pensare con penosi sacrifici <strong>di</strong> potersi almeno costruire e meritare la casa in cielo lassù.<br />
I fallimenti, provvidenzialmente, ora toglievano il velo a tutto, anche ai pochi successi.<br />
Anche nel bel mezzo della notte scura il tetto si squarciava, lasciando da una fessura<br />
trasparire un lembo <strong>di</strong> cielo stellato. Decise per questo <strong>di</strong> tornare alla montagna dall'amico<br />
Geco. Quando chiese <strong>di</strong> lui gli <strong>di</strong>ssero che era morto in un monastero sopra l'Aquila, in<br />
odore <strong>di</strong> santità, e lì si era fatto seppellire. In una fredda giornata <strong>di</strong> aprile salì al monte.<br />
Gli ultimi metri non si potevano fare neppure a pie<strong>di</strong>. Uno strato <strong>di</strong> neve ghiacciata<br />
impe<strong>di</strong>va l'arrampicata. Per sette volte Andrea cadde e sette volte si rialzò, con grande<br />
fatica, appoggiandosi su un ramo a mo' <strong>di</strong> bastone, sorreggersi e ripartire. Quando stava<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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per gettarlo davanti all'ingresso del monastero si accorse che sul legno era scolpita una<br />
croce ed inciso il <strong>San</strong>to Nome. Mentre bussava alla porta del monastero inspirò, fino a far<br />
scendere nel cuore il Nome che passava dalle labbra: Gesù!<br />
Sospirò forte! Nel vento gelido si condensò, come nuvola d'aria calda dei suoi polmoni, il<br />
grido <strong>di</strong> aiuto: abbi pietà <strong>di</strong> me!<br />
Il fraticello lo accolse cor<strong>di</strong>almente ma gli <strong>di</strong>sse subito che la tomba <strong>di</strong> Padre Elia-Maria<br />
(cioè <strong>di</strong> Giuseppe) non era visitabile. Era sua espressa volontà finale che ad ogni persona<br />
che fosse sopraggiunto per questo, venisse consegnato uno scritto della Bibbia o <strong>di</strong> un<br />
<strong>San</strong>to, perché lo tenesse a ricordo. Che sant'uomo! Chissà cosa gli aveva preparato! E<br />
quante volte lo aveva presentato davanti al Signore nella preghiera universale. Come una<br />
croce, partendo da un punto invisibile ed impalpabile, senza spazio e senza tempo, si<br />
irra<strong>di</strong>a verso ogni <strong>di</strong>rezione: l'alto ed il basso, i punti car<strong>di</strong>nali, il passato ed il futuro.<br />
L'omino in barbetta bianca, pie<strong>di</strong> incalzinati in due vecchie sandali, che sembrava uscito da<br />
una pubblicità, gli consegnò questo scritto, che pareva essere stata l'omelia <strong>di</strong> un padre del<br />
deserto, probabilmente <strong>San</strong> Macario l'egiziano, vissuto cinque secoli dopo Cristo.<br />
Ed era così intitolato: «La Sua casa siamo noi» (Eb. 3, 6)<br />
Il Signore si stabilisce in un'anima fervente. Fa <strong>di</strong> essa il suo trono <strong>di</strong> gloria, vi si siede e vi<br />
<strong>di</strong>mora... Come la casa abitata dal suo padrone ¨ tutta grazia, or<strong>di</strong>ne e bellezza, così<br />
l'anima con la quale e nella quale il Signore <strong>di</strong>mora¨ tutta or<strong>di</strong>ne e bellezza. Possiede il<br />
Signore e tutti i suoi tesori spirituali. Egli ne è l'abitante, ne è il capo.<br />
Invece, orrenda la casa il cui padrone è assente, il cui Signore è lontano! Va in rovina,<br />
crolla, si riempie <strong>di</strong> sozzure e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. Diventa, secondo la parola del profeta, un covo<br />
<strong>di</strong> serpenti e <strong>di</strong> demoni (Is. 34, 14). La casa abbandonata si riempie <strong>di</strong> gatti, <strong>di</strong> cani, <strong>di</strong><br />
immon<strong>di</strong>zie. Com'è infelice quell'anima che non può rialzarsi dalla sua caduta funesta, che<br />
si lascia trascinare e giunge ad o<strong>di</strong>are il suo sposo e strappare i suoi pensieri da Gesù<br />
Cristo!<br />
Ma quando il Signore la vede raccogliersi e cercare giorno e notte il suo Signore, gridare<br />
verso <strong>di</strong> lui com'egli stesso la invita: «Pregate sempre, senza stancarvi», allora «Dio le farà<br />
giustizia» (Lc. 18, 1.7) – l'ha promesso – e la purificherà da ogni cattiveria. La farà sua sposa<br />
«senza macchia, né ruga» (Ef. 5, 27). Cre<strong>di</strong> nella sua promessa ; è verità. Guarda se la tua<br />
anima ha già trovato la luce che rischiarerà i suoi passi e il Signore che è suo cibo e<br />
bevanda. Queste cose ti mancano ancora?<br />
Cercale giorno e notte, le troverai.<br />
Roberto Ferraro - Firenze<br />
LA NOSTRA CASA IN CIELO<br />
Questa vita terrena è un pellegrinaggio verso la terra promessa, è un vagare nel<br />
deserto, è un camminare in salita per arrivare al premio eterno che è l'incontro con<br />
Dio Padre, rispondendo giorno dopo giorno alla grazia <strong>di</strong> Dio e all'opportunità che ci<br />
dà per fare la sua volontà e gioire già in questa terra. Dio non ha creato la vita<br />
eterna per sé, ma per tutta l'umanità redenta da suo figlio con la croce, morte e<br />
resurrezione e quando è asceso al cielo ha detto: “vado a prepararvi un posto”. Tanti<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
mi <strong>di</strong>cono che dopo la morte c'è il nulla, che è una fregatura. Il Signore perché ci ha<br />
creato per soffrire e poi morire? No e poi no!<br />
Ci ha creato per amore e ci chiede solo <strong>di</strong> amarlo e farlo amare, servirlo in questa<br />
terra e goderlo in para<strong>di</strong>so. Dio è amore, e l'Amore ci lascia liberi <strong>di</strong> scegliere, non ci<br />
costringe, ci ama e vuole essere amato per amore, non per forza. Questa libertà ha<br />
due strade: una stretta e una larga, seguiamo Gesù per la strada stretta come ci<br />
insegna: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. La morte non è morte, è un passaggio<br />
alla vera vita dove non c'è né lutto né lamento, solo gioia perché si ama <strong>di</strong> un amore<br />
limpido. Ma se scen<strong>di</strong>amo nella fossa con i nostri peccati senza pentirci, ci saranno<br />
solo stridori <strong>di</strong> denti per tutta l'eternità.<br />
Questo corpo mortale lo lasceremo marcire sotto terra e lo riprenderemo alla fine<br />
del mondo, glorificato o condannato secondo le <strong>opere</strong> che abbiamo compiuto in<br />
vita. Accettiamo, allora, il dolore come mezzo <strong>di</strong> purificazione abbandoniamo il<br />
peccato che ci porta all'inferno per l'eternità. Non accumuliamo tesori in questa<br />
terra dove un giorno lasceremo tutto, preoccupiamoci <strong>di</strong> accumularli nel cielo che<br />
rimarranno scritti nel libro della vita. L’uomo ha fame <strong>di</strong> eternità, non vuole morire,<br />
ha paura della morte e pensare che <strong>di</strong> questo mondo è solo il corpo, che è<br />
l'involucro della nostra anima. Il corpo invecchia ma lo spirito è sempre giovane,<br />
l'amore <strong>di</strong> Dio è più grande dei nostri pensieri.<br />
Umanamente non riusciamo a capire l'amore <strong>di</strong> Dio così grande e così infinito;<br />
finché siamo in vita ve<strong>di</strong>amo come in uno specchio, così lo vedremo solo<br />
nell'eternità quanto è grande il suo amore e la sua misericor<strong>di</strong>a, vedremo cieli nuovi<br />
e terra nuova! Mi immagino la morte come una donna partoriente che soffre per le<br />
doglie del parto, ma quando è nato il bimbo gioisce, così sarà una sofferenza lasciare<br />
questa terra, ma vedendo Dio si esulterà <strong>di</strong> felicità. Usiamo in vita misericor<strong>di</strong>a gli<br />
uni verso gli altri perché quando ci chiamerà il padre celeste usi misericor<strong>di</strong>a verso<br />
<strong>di</strong> noi. Imitiamo Maria che ha vissuto <strong>di</strong> fede e camminiamo nelle sue orme, il suo<br />
passo è svelto e sicuro e ci porta all’incontro con suo figlio Gesù nella nostra casa in<br />
cielo. Gesù accresci la mia fede e quando busserai alla mia porta, pren<strong>di</strong>mi con te,<br />
perché in te ho creduto e sperato, il mio desiderio è <strong>di</strong> amarti, lodarti e ringraziarti in<br />
questa vita e nell'altra. Grazie.<br />
Bardelli Silvia -Via Marconi,30 52010 Capolona (AR)<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Sezione aggiunta Adulti<br />
Anziani della Casa <strong>di</strong> Riposo - RSA<br />
Il parroco Don Giulio e la nostra catechista Iolanda ci <strong>di</strong>cevano che se eravamo buoni<br />
andavamo in Para<strong>di</strong>so .<br />
Anche Suor Vincenza ci faceva sedere un po' nelle panche, un po' nei banchini e ci<br />
parlava dell'inferno e del Para<strong>di</strong>so.<br />
Ci spiegava che all'inferno c'era il fuoco, il <strong>di</strong>avolo, ma a noi bambini gli angioletti ci<br />
avrebbero portato in Para<strong>di</strong>so però io avevo paura.<br />
Anche la mia maestra Pia, in prima elementare, ci parlava del Para<strong>di</strong>so, era molto<br />
buona e ci voleva bene.<br />
Elisa B.<br />
Ricordo il giorno della mia Cresima, ci mettevano una fascia intorno alla testa dopo<br />
che il vescovo ci ungeva con l'olio.<br />
Il Para<strong>di</strong>so esiste, i buoni ci andranno.<br />
Noi bambini seguivamo il catechismo con gioia non come i ragazzi <strong>di</strong> oggi che<br />
pensano solo al pallone.<br />
Bianca P.<br />
Fin da piccola ho creduto al Para<strong>di</strong>so e purtroppo c'è anche l'inferno. Il Para<strong>di</strong>so me<br />
lo sono sempre immaginato come una Casa Celeste in Cielo.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
Carmela V.<br />
Alla Torre il parroco Don Luigi ci faceva catechismo e ci parlava spesso del Para<strong>di</strong>so e<br />
degli angeli che sono in Cielo.<br />
Qualche volta quando noi si faceva arrabbiare ci parlava dell'inferno, del <strong>di</strong>avolo e<br />
del fuoco che c'è lì, allora noi stavamo fermi e buoni perchè avevamo molta paura<br />
poi finito il catechismo si andava a giocare tutti insieme e ci si <strong>di</strong>menticava della<br />
paura.<br />
Giuseppe L.<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
Sono passata prima a Cresima e dopo a Comunione. Sono passata a Cetica insieme a<br />
tanti ragazzi è stato un giorno molto bello, mi sembrava <strong>di</strong> essere in Para<strong>di</strong>so.<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
Anna L<br />
La religione prima era più sentita. Per andare a catechismo dovevo camminare<br />
tanto, ma ci andavo volentieri .<br />
Ancora ricordo la mia maestra che passava a prendermi e camminavamo insieme,<br />
poi appena arrivati ci accendeva la stufa per scaldarci i pie<strong>di</strong> fred<strong>di</strong> o bagnati.<br />
Sono passata a Comunione a Marciano e si pensava sempre a comportarci bene per<br />
conquistare il Para<strong>di</strong>so.<br />
Oggi che questa meta è più vicina, ogni sera prego il signore perchè perdoni i miei<br />
peccati.<br />
Bruna C.<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
“Tanto è quel bene ch'io aspetto, che ogni pena m'è <strong>di</strong>letto”<br />
<strong>San</strong> Francesco d’Assisi<br />
A conclusione <strong>di</strong> questa nona avventura che è la Rassegna <strong>di</strong><br />
Testimonianze <strong>di</strong> Fede “In Cammino con Gesù” e<strong>di</strong>zione <strong>2012</strong>, come<br />
ogni anno tentiamo <strong>di</strong> trarre conclusioni e bilanci, ed ancora una volta ci<br />
ren<strong>di</strong>amo conto <strong>di</strong> quanto sia la mano della Provvidenza a in<strong>di</strong>rizzare<br />
ogni cosa. A guidarci nell’incontro con i partecipanti, con tutti quei<br />
testimoni laici del Vangelo, che esistono anche ai nostri giorni e sono<br />
più <strong>di</strong> quello che siamo portati a pensare. A guidarci nell’incontro con i<br />
nostri ospiti e con i premiati che giungono anche da molto lontano, nella<br />
nostra piccola realtà, quasi per miracolo, solo per testimoniare il loro<br />
amore per Cristo e per la Chiesa.<br />
Testimoni, i bambini ed i ragazzi, <strong>di</strong> un amore innocente non corrotto<br />
ancora dal mondo. Testimoni, i giovani e gli adulti, <strong>di</strong> una fede<br />
conquistata spesso attraverso un calvario <strong>di</strong> dolore, sempre con<strong>di</strong>viso<br />
con Gesù per il bene <strong>di</strong> tutti.<br />
Il tema <strong>di</strong> quest’anno è stato voluto anche per essere in piena sintonia<br />
con l’”Anno della Fede”, in quanto richiama alla speranza ultima della<br />
fede cristiana: la certezza della nostra ricompensa, una CASA IN<br />
CIELO.<br />
È in questa prospettiva che tutto si giustifica: la Creazione del mondo da<br />
parte <strong>di</strong> Dio Padre, la Redenzione del mondo da parte <strong>di</strong> Gesù il Figlio,<br />
il nostro passaggio terreno nella quoti<strong>di</strong>ana lotta con il Male. Ci<br />
troviamo poi a constatare che questa lotta non potrebbe essere altro che<br />
persa se non affidassimo il nostro cammino a Gesù.<br />
Durante questi mesi <strong>di</strong> preparazione mi è capitato <strong>di</strong> sentire due frasi<br />
che mi hanno colpito molto.<br />
La prima espressione l’ho ascoltata a Ra<strong>di</strong>o Maria: “Se ti adoperi per<br />
portare un’anima al Cielo, salvi anche la tua”. Questo è il più<br />
bell’augurio che mi sento <strong>di</strong> fare a tutti coloro che hanno partecipato con<br />
le loro testimonianze: essere <strong>di</strong> aiuto per altri a trovare la strada della<br />
salvezza e costruire in questo modo anche la propria.<br />
La seconda espressione l’ho sentita pronunciare dal nostro Vescovo<br />
Mario alla fine <strong>di</strong> una celebrazione liturgica: “Mi auguro <strong>di</strong> poterci<br />
rivedere tutti in Para<strong>di</strong>so”. È la prima volta che sento pronunciare una<br />
affermazione così semplice e <strong>di</strong>sarmante allo stesso tempo. Semplice in<br />
quanto comprensibile da tutti senza gran<strong>di</strong> ragionamenti teologici,<br />
<strong>di</strong>sarmante perché è un tipo <strong>di</strong> saluto che purtroppo non ci appartiene.<br />
Ho pensato che, da fratelli nella fede, non ci possa essere tipo <strong>di</strong> augurio<br />
più appropriato, mentre ci si accomiata, foss’anche un congedarsi per un<br />
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Nona e<strong>di</strong>zione – Novembre <strong>2012</strong> pag.<br />
tempo limitato, visto che non sappiamo mai né il luogo né l’ora in cui<br />
saremo chiamati alla Casa del Padre.<br />
Mi piace concludere questo pensiero, rifacendomi alla frase <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />
Francesco riportata in apertura, rafforzandola con il versetto della<br />
Lettera ai Romani: “Tutto concorre al bene per coloro che amano”.<br />
Ogni sacrificio, ogni sofferenza, concorrono al raggiungimento <strong>di</strong> quello<br />
che è stato preparato in Cielo per noi, una casa per l’eternità. Tutti i<br />
pensieri che sono qui pubblicati, portano questa impronta <strong>di</strong> serena<br />
speranza.<br />
Osservazioni e ringraziamenti finali<br />
Antonio FANI<br />
La rassegna, giunta alla sua nona e<strong>di</strong>zione, presenta testimonianze in<br />
forma <strong>di</strong> racconto o <strong>di</strong> preghiera, inviate da bambini, adolescenti,<br />
giovani e adulti laici provenienti da tutta Italia. Tutte le <strong>opere</strong> pervenute<br />
sono incluse nella presente pubblicazione. Le <strong>opere</strong> premiate sono quelle<br />
segnalate come più significative, secondo parametri che non sono la<br />
“forma” letteraria con la quale sono espresse, ma che prendono in<br />
considerazione il contenuto e la spontaneità <strong>delle</strong> testimonianze.<br />
Come accaduto nelle precedenti e<strong>di</strong>zioni, prosegue la tra<strong>di</strong>zione, da<br />
parte della giuria, <strong>di</strong> voler premiare tutte le <strong>opere</strong> della sezione bambini-<br />
prima comunione. Allo stesso modo sono stati premiati tutti gli anziani<br />
della Casa <strong>di</strong> Riposo del nostro paese, che per il secondo anno<br />
partecipano alla nostra iniziativa.<br />
Le premiazioni vere e proprie riguarderanno quin<strong>di</strong> gli ambiti cresima,<br />
giovani e adulti, nelle sezioni prosa e poesia.<br />
Un sentito grazie alla giuria che è composta da:<br />
don Roberto Bresciani – presidente, parroco <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Martino</strong> a <strong>Vado</strong><br />
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Tullio Bion<strong>di</strong> – Laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia , specialista in<br />
Geriatria, terziario francescano.<br />
Angela Lachi - Laurea in lettere, insegnante nelle scuole me<strong>di</strong>e,<br />
collaboratrice nelle attività pastorali della parrocchia.<br />
Donatella Agnolucci - Laurea in filosofia, insegnante <strong>di</strong> filosofia e<br />
storia nei licei, appartenente al Movimento <strong>di</strong> Comunione e Liberazione,<br />
volontaria della Fondazione Banco Alimentare Onlus.<br />
Antonella Fani - Laurea in Filosofia Cristiana alla Pontificia Università<br />
Gregoriana <strong>di</strong> Roma e professore a contratto della medesima facoltà.<br />
Silvia Pecorini - Laurea in lettere, <strong>di</strong>rettore responsabile del giornalino<br />
parrocchiale “In Cammino…”<br />
Andrea Baroncini - Laurea in odontoiatria, e<strong>di</strong>torialista del giornalino<br />
parrocchiale sezione giovani, ideatore della pagina FaceBook per la<br />
Rassegna<br />
Un ringraziamento, infine, a tutti quelli che si adoperano per la riuscita<br />
della manifestazione.<br />
Si ringraziano in particolare:<br />
La Giuria<br />
Serena Ongaro Tarani<br />
Insegnanti <strong>delle</strong> varie scuole partecipanti<br />
Educatrici della RSA <strong>di</strong> Castel <strong>San</strong> Niccolò<br />
Circolo <strong>Parrocchia</strong>le Giovanni Paolo II<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Culturale e <strong>di</strong> Fede ”In cammino… con Gesù”<br />
Segreteria della Rassegna<br />
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La pubblicazione <strong>di</strong> tutti i testi della presente raccolta<br />
è stata autorizzata come da clausola <strong>di</strong> partecipazione del bando.<br />
Sono scaricabili in formato elettronico sul sito parrocchiale.<br />
www.parrocchiastrada.net<br />
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