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Dott. Stefano SIMONAZZI - Azienda Ospedaliera S.Camillo-Forlanini

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Premesse<br />

S. Simonazzi, F. Cardoni, “Modifiche ed innovazioni …”_<strong>Azienda</strong> Policlinico “Umberto I”_Corso Dir./Prep._Roma, 27 maggio 2010_2<br />

Ad oltre quindici anni dall’emanazione del DECRETO LEGISLATIVO 19 SETTEMBRE 1994, N. 626,<br />

ed a fronte dell’entrata in vigore il 15 maggio 2008 del D.LGS. 81/08, la tutela sanitaria del personale<br />

delle strutture ospedaliere, potenzialmente esposto all’azione lesiva di molteplici FATTORI DI RISCHIO<br />

RESIDUO PER LA SALUTE nell’ambito delle attività di assistenza ai pazienti, costituisce per il MEDICO<br />

COMPETENTE/AUTORIZZATO (MC/MA) uno degli aspetti gestionali maggiormente impegnativi.<br />

Nonostante si siano susseguite, anche di recente, numerose indicazioni da parte di vari enti ed<br />

organizzazioni, infatti, non risulta essere ancora unanimemente condiviso tra le diverse figure<br />

professionali aziendali interessate alle tematiche della sicurezza e tutela della salute nei luoghi di<br />

lavoro un franco consenso sulle PROCEDURE OPERATIVE da applicare a tal fine.<br />

Si ritiene utile, pertanto, apportare un contributo rappresentato dall’esperienza maturata in un<br />

decennio di attività dal Servizio di Medicina del Lavoro e Radioprotezione Medica dell’<strong>Azienda</strong><br />

Policlinico “Umberto I” di Roma - nel contesto dell’attuazione di un SISTEMA DI QUALITÀ e nel<br />

rispetto, tra l’altro, delle specifiche LINEE GUIDA formulate sia dai gruppi di lavoro delle Regioni<br />

italiane che dal comitato scientifico della Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale<br />

(SIMLII) - al fine di definire delle modalità applicative per le misure di sorveglianza sanitaria degli<br />

operatori ospedalieri che risultino valide in termini preventivi, senza al contempo incorrere in un<br />

dispendio di risorse, od in un’eccessiva “medicalizzazione”.<br />

Definizione dell’esposizione, quadro normativo, misure di tutela<br />

In prima istanza è necessario procedere ad una chiara, obbiettiva e parametrabile definizione<br />

dell’esposizione ai differenti “agenti di rischio”<br />

[… Omnia venena sunt. Sola dosis venenum facit …, Teofrastus Bombastus von<br />

Hoenheim, detto “Paracelso”, 1493-1541, Alchimista] , nel contesto delle attività di VALUTAZIONE DEI RISCHI RESIDUI PER LA<br />

SALUTE, che costituiscono il primo e vincolante atto operativo in capo alla figura del Datore di lavoro<br />

(Ddl), ma anche al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), ed al MC/MA, ai<br />

sensi e per gli effetti del combinato disposto dell’articolo 2087 del Codice civile e dello stesso decreto<br />

81/08 e s.m.i. [ex artt. 15, 17, 18, 25, 28 e 29] .<br />

E’ solo dall’esito di tale valutazione, infatti, che discende una corretta identificazione di TUTTE le<br />

misure di prevenzione e protezione da adottare per un’efficace tutela del personale esposto: dalla<br />

“formazione specifica” dei lavoratori, alle relative “procedure organizzative ed operative di sicurezza”,<br />

nonché ai “protocolli mirati” di sorveglianza sanitaria/sorveglianza medica della radioprotezione.<br />

Una compiuta attuazione delle misure così identificate, d’altro canto, si rende necessaria per le<br />

riconosciute conseguenze negative sull’organismo - in particolare in termini di “malattie<br />

professionali/tecnopatie, o malattie correlate con il lavoro”, di natura sia DETERMINISTICA che<br />

STOCASTICA - che si possono realizzare a seguito di inadeguate misure/procedure di sicurezza e/o<br />

comportamenti scorretti, adottati dagli operatori sanitari durante le attività di assistenza ai pazienti.

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