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La Rivoluzione scientifica (testi introduttivi/Scheda 1)

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PERCORSO 3. LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA/SCHEDA 1<br />

esterne dell'universo e per la fine del dualismo fra cielo, e Terra, è altrettanto certo che l'idea di un mondo<br />

infinito, col passare del tempo, sarà destinata a provocare anche una «ferita» al «narcisismo» umano (per usare<br />

la terminologia proposta da Freud in Introduzione alla psicoanalisi, del 1915-1917), cioè un'umiliazione che<br />

deprime l'orgoglio della nostra specie. Infatti, l'astronomia pre-copernicana forniva all'uomo il senso della sua<br />

importanza nel cosmo e del valore dei suoi atti: la Terra, posta al centro dell'universo, nel Medioevo era<br />

considerata teatro del dramma umano, in funzione del quale Dio aveva creato i cieli. L'infinitazzione del mondo<br />

fa invece apparire il nostro pianeta un insignificante corpo celeste e mette in crisi l'immagine di un universo<br />

antropocentrico, cioè costruito per l'uomo<br />

A. Sani, Infinito, Firenze, <strong>La</strong> Nuova I 1998, pp.<br />

Scienza e scienziati<br />

<strong>La</strong> rivoluzione astronomica. Una rivoluzione mentale<br />

Nessun altro motivo mi ha indotto a meditare su un nuovo possibile criterio di calcolare i movimenti<br />

delle sfere del mondo, se non il fatto di essermi accorto che i matematici stessi non sono d'accordo fra loro sul<br />

modo di determinarli. In primo luogo, essi sono tanto incerti sul moto del Sole e della Luna, che non riescono<br />

neppure a spiegare e osservare la lunghezza costante dell'anno stagionale. In secondo luogo, nel determinare il<br />

moto di questi pianeti e degli altri cinque, essi non usano né gli stessi princìpi e ipotesi né le stesse dimostrazioni<br />

adottate per le rivoluzioni e i moti apparenti. Così alcuni usano soltanto cerchi omocentrici, altri eccentrici ed<br />

epicicli, e tuttavia con questi mezzi non raggiungono integralmente i loro scopi. Infatti coloro che usano cerchi<br />

omocentrici, sebbene abbiano dimostrato che si possono comporre con questi alcuni moti differenti, non furono<br />

tuttavia in grado di stabilire con certezza nessun sistema che rispondesse sicuramente ai fenomeni. Quelli poi<br />

che hanno escogitato gli eccentrici, per quanto sembri che abbiano con buona approssimazione determinato i<br />

moti apparenti con calcoli rispondenti alle previsioni, furono tuttavia costretti ad aggiungere molte cose che<br />

sembrano violare i princìpi basilari dell'uniformità del moto. Né furono in grado di scoprire oppure di dedurre da<br />

tali mezzi la cosa più importante: vale a dire la forma dell'universo e l'immutabile simmetria delle sue parti.<br />

Accade invece ad essi quel che accade ad un pittore che prenda mani, piedi, testa e le altre membra da modelli<br />

differenti, e che le disegni in maniera eccellente ma non in funzione di un singolo corpo e, poiché tutte queste<br />

parti non armonizzano assolutamente fra loro, ne vien fuori un essere mostruoso invece che un uomo.<br />

Nicolò Copernico, Opere, a cura di P. Barone, UTET, Torino 1979, pp 165-178.<br />

Il concetto di <strong>Rivoluzione</strong> <strong>scientifica</strong> a partire dalla storia della scienza<br />

Negli anni recenti alcuni storici della scienza hanno trovato sempre più difficile adeguarsi ai compiti che il<br />

concetto di sviluppo per accumulazione assegna loro. Come cronisti di un processo incrementale, essi scoprono<br />

che ulteriori ricerche rendono più difficile, non più facile rispondere a domande come: Quando fu scoperto<br />

l'ossigeno? Chi fu il primo a concepire l'idea di conservazione dell'energia? Alcuni di loro sospettano in misura<br />

sempre maggiore che, semplicemente, è sbagliato fare domande di questo genere. Forse la scienza non si<br />

sviluppa per accumulazione di singole scoperte e invenzioni. Al tempo stesso questi storici si trovano di fronte a<br />

crescenti difficoltà quando si tratta di distinguere la componente "<strong>scientifica</strong>" delle osservazioni e delle<br />

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