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La nostra civiltà si è davvero evoluta?<br />
Recentemente in televi-<br />
sione è stato fatto un sondaggio<br />
riguardante la pena<br />
di morte e ciò perché ancora<br />
oggi tale condanna viene<br />
attuata in molti Paesi. Le<br />
statistiche ottenute sono<br />
alquanto sconfortanti, proprio<br />
per l’elevato numero di<br />
persone costrette a subire<br />
questa pena. Protagonisti<br />
dell’ orrenda “punizione”<br />
sono non solo malavitosi,<br />
ladri e assassini, ma anche<br />
giovani ragazzi universitari<br />
che, per seguire i propri<br />
ideali in Paesi dove non c’è<br />
libertà di pensiero, incorrono<br />
in sanzioni molto crudeli<br />
che, spesso e volentieri,<br />
risultano consistere nella<br />
pena di morte.<br />
Dai dati forniti dall’ Associazione<br />
“Nessuno tocchi Caino”<br />
ogni anno sono vittime<br />
della pena di morte da 50 a<br />
60 persone.<br />
Ora diteci voi se nel terzo<br />
millennio, in un mondo così<br />
progredito e sviluppato, sia<br />
tollerabile una tale mancanza<br />
di diritti umani che evidenzia<br />
l’ignoranza umana!?!<br />
Sono vari i metodi per<br />
l’attuazione di questa pena,<br />
metodi e mezzi che variano<br />
da Paese in Paese. Negli<br />
Stati Uniti si ricorre alle iniezioni<br />
letali o alla sedia<br />
elettrica, in Iran vi è<br />
l’impiccagione (esempio<br />
memorabile l’esecuzione di<br />
Saddam Hussein), per non<br />
soffermarci sulle condanne<br />
attuate in Corea, Cina e<br />
Vietnam. Ad accomunare<br />
tutti i tipi di esecuzione sono<br />
i modi cruenti con i quali<br />
vengono eseguiti anche nel<br />
mancato rispetto delle leggi<br />
secondo cui il condannato<br />
dovrebbe essere anestetizzato.<br />
Per questi motivi sovra elencati<br />
e molti altri siamo<br />
assolutamente contrari alla<br />
pena di morte. In primis<br />
perché non vengono rispettati<br />
i diritti dell’uomo: infatti<br />
nonostante lo Stato voglia<br />
fare giustizia, esso stesso<br />
commette un reato secondo<br />
le leggi morali dell’uomo<br />
e, chiamando in causa il<br />
grande Pietro Beccaria<br />
« Parmi un assurdo che le<br />
leggi, che sono l'espressione<br />
della pubblica volontà,<br />
che detestano e puniscono<br />
l'omicidio, ne commettano<br />
uno esse medesime, e, per<br />
allontanare i cittadini<br />
dall'assassinio, ordinino un<br />
pubblico assassinio».<br />
In secondo luogo molte<br />
persone sono del parere<br />
che, condannando il criminale<br />
a morte, questi subi-<br />
sca la più cruenta pena, ma<br />
non capiscono che la condanna<br />
peggiore è quella di<br />
rinchiudere in carcere<br />
l’imputato, poiché solamente<br />
così potrebbe davvero pentirsi<br />
del proprio reato passando<br />
tutti i giorni in solitudine<br />
e privo di ogni libertà fino<br />
alla fine della sua vita.<br />
Come ultimo punto, ma non<br />
per importanza, va considerato<br />
il fatto che esiste anche<br />
il pericolo per cui, dopo un<br />
certo lasso di tempo, si potrebbe<br />
scoprire che in realtà<br />
molte persone uccise erano<br />
innocenti.<br />
Diverse cose sono cambiate<br />
con il passare degli anni ed<br />
oggi la maggior parte della<br />
popolazione mondiale si oppone<br />
a questa crudele realtà<br />
contro una minoranza di persone<br />
che continua a sostenerla.<br />
Occorre forse una<br />
maggiore consapevolezza:<br />
nessuno dovrebbe essere<br />
ucciso se ci riteniamo davvero<br />
evoluti, anche perché «La<br />
pena di morte, rendendo meno<br />
sacro e intoccabile il valore<br />
della vita, incoraggerebbe,<br />
più che inibire, gli istinti omicidi».<br />
Dario Dipietro<br />
Lisa Pannuzzo<br />
III A PNI<br />
P A G I N A 12