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Anche quest’anno la nostra<br />
scuola ha vissuto l’allegra esperienza<br />
del Carnevale!<br />
Dopo aver aderito all’iniziativa propostaci<br />
dal Comune della nostra<br />
città, per partecipare alla sfilata di<br />
carri allegorici, con lavori da<br />
noi preparati, ci siamo messi subito<br />
di impegno per realizzare il<br />
tutto nel migliore dei modi.<br />
Sotto la valida guida del professore<br />
Gaetano Mallia, in breve tempo,<br />
un bel gruppo di studenti<br />
dell’Istituto ha allestito due carri<br />
ispirati al tema dell’anno, la celebrazione<br />
del 150° anniversario<br />
della raggiunta Unità d’Italia.<br />
Il primo carro, con la realizzazione<br />
di una grande barca, ha voluto<br />
rappresentare la storica impresa<br />
dei Mille che al comando del generale<br />
Giuseppe Garibaldi l’11<br />
Maggio 1860 approdarono a Marsala;<br />
mentre il secondo carro, con<br />
al centro una grande statua, ha<br />
simboleggiato la Libertà.<br />
Il “Giovedì Grasso” un lungo corteo<br />
di ragazzi e ragazze, vestiti in<br />
maschera, partendo dalla sede<br />
centrale del nostro Istituto, ha sfilato<br />
lungo le vie principali della<br />
città con i carri.<br />
I costumi, nella maggior parte dei<br />
casi, si sono ispirati ai protagonisti<br />
del nostro Risorgimento, quindi<br />
garibaldini, dame, cavalieri e soldati.<br />
Giunti in piazza c’è stato un raduno<br />
di tutti i partecipanti, appartenenti<br />
anche a scuole diverse.<br />
Non sono mancati a questo punto<br />
balli, esibizioni canore e giochi<br />
vari che hanno consentito di dare<br />
sfogo alla nostra allegria e spen-<br />
Il carnevale: tra presente e passato<br />
sieratezza, e perché no, anche<br />
al nostro spirito patriottico.<br />
Possiamo dire che il Carnevale,<br />
considerata la tematica proposta,<br />
ci ha offerto anche un’ opportunità<br />
in più per riflettere sugli<br />
eventi e sui personaggi che<br />
nel lontano 1861 contribuirono<br />
alla liberazione della nostra patria,<br />
tenuta ormai da tempo sotto<br />
il “ TALLONE” nemico.<br />
La nostra riflessione si è inoltre<br />
appuntata anche sulle origini e<br />
sulla storia del Carnevale.<br />
La nostra classe, infatti,<br />
nell’approssimarsi della festa, ha<br />
effettuato una ricerca che ci ha<br />
permesso di comprenderne meglio<br />
il significato.<br />
Le origini della festa del Carnevale<br />
sono anteriori al Cristianesimo.<br />
Molti la fanno risalire addirittura ai<br />
saturnalia romani; di certo, però,<br />
il Carnevale, così come oggi lo<br />
intendiamo, trae le sue origini dal<br />
Medioevo.<br />
Con esso si volevano indicare i<br />
giorni precedenti la quaresima,<br />
periodo di penitenza per eccellenza<br />
sia nella sfera alimentare<br />
che in quella sessuale.<br />
La vigilia di questo periodo di privazioni<br />
divenne un momento di<br />
esaltazione di tutto ciò che non<br />
era possibile fare in quaresima.<br />
Ecco allora l’ abbondanza alimentare<br />
e la propensione ad ignorare<br />
alcuni divieti vigenti nel<br />
resto dell’ anno. Durante il carnevale<br />
si moltiplicavano feste e<br />
banchetti, tutti all’ insegna dell’<br />
abbondanza e degli eccessi e ciò<br />
voleva anche essere propiziatore<br />
di fertilità considerato il fatto che<br />
si verificava nel momento in cui<br />
cambiava la stagione e riprendeva<br />
il ciclo vitale.<br />
Il carattere pubblico del Carnevale<br />
acquistò sempre maggiore importanza<br />
nell’ XI sec. quando tutta<br />
l’ Europa attraversò un periodo<br />
di rinascita. Anche le autorità mostrarono<br />
tolleranza nei confronti<br />
di competizioni, giochi o anche riti<br />
violenti che si svolgevano tra<br />
categorie diverse di cittadini o<br />
tra studenti di città universitarie.<br />
L’ allentarsi delle regole imposte<br />
dalla società spinse a definire il<br />
mondo del Carnevale un mondo<br />
alla rovescia. Più severo,<br />
però, l’ atteggiamento della<br />
Chiesa, soprattutto nei confronti<br />
dell’ aspetto ludico, preoccupata<br />
dal fatto che l’ ordine pubblico<br />
potesse risentirne negativamente.<br />
Venne condannato pure il<br />
“ riso” perché sembrava legato<br />
al libertinaggio, all’ oscenità, all’<br />
ubriachezza e capace di far perdere<br />
la ragione e risvegliare<br />
passioni mostruose.<br />
Anche l’ utilizzo della maschera<br />
venne condannato pensando<br />
che quest’ ultima potesse fondere<br />
colui che la indossava con<br />
il soggetto che ritraeva, snaturando<br />
così la somiglianza tra l’<br />
uomo e Dio. A partire dal XIV<br />
sec, tuttavia, il Carnevale subì<br />
qualche trasformazione, sia perché<br />
con il consolidarsi dei regni<br />
signorili il fenomeno cessò di<br />
essere popolare sia perché la<br />
Controriforma considerò il Carnevale<br />
una festa ><br />
e tentò pertanto di eliminarla.<br />
Ma senza successo. Il carnevale<br />
infatti sopravvisse sino all’ età<br />
industriale.<br />
In questi ultimi decenni con l’<br />
affievolirsi del legame tra l’ uomo<br />
e la ritualità e, spesso, con<br />
la dimensione religiosa, il suo<br />
significato originale è andato<br />
perduto. Tuttavia per noi giovani<br />
rimane sempre e comunque<br />
un appuntamento a cui ogni<br />
anno non vogliamo mancare,<br />
per tenere vive le tradizioni e<br />
regalarci qualche giorno di inconsueta<br />
spensieratezza.<br />
Giulia <strong>Bartolo</strong>, Jessica Campo<br />
Giusy Di Stefano, A. Morana<br />
III D Socio<br />
P A G I N A 28